Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
30-11-1975 - Giornata: 12 - Vercelli - Leonida Robbiano


Pro Vercelli US - Alessandria Calcio US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Reja Edoardo, Colombo Antonio, Borghi Ambrogio, Giani Pierluigi, Pillon Giuseppe, Baisi Sergio Pietro, Dolso Arrigo, Marullo Michele [69. Di Meo Alberto] A disp.:(P) Favot Sergio, Maggioni Gian Luigi All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
PRO VERCELLI US: Molli, Sadocco, Balocco, Merli, Codogno, Rossetti, Bonanomi, Scandroglio, Cavagnetto, Mazzia, Maruzzo. A disp.: Barboni, Marangon, Poggio. All.: Fornasari Paolo

Arbitro: Bergamo Paolo (Livorno)
Note
Ammoniti: Reja [A]; Dolso [A] Spettatori: 5.600 circa per un incasso di otto milioni di lire. Inizio gara ore 14.30

Commento
I DERBYES SI ADDICONO AI ''GRIGI”: PARE LA PRO VERCELLI INCESPICA L’Alessandria, grazie a Zanier, resiste al « Robbiano » strappando un punto L’undici di Viviani ha disputato una discreta partita, nonostante il terreno allentato © In ombra Baisi, Marnilo e Di Brino © Il centravanti ha fallito una facile occasione © Alla squadra manca il ’’bomber” © Paolo Sacco, tornato tra i ragazzi, provvederà? © Domenica rientra Frigerio, ma uscirà Dolso nuovamente ammonito dall’arbitro © La trasferta di elodiasottomarina densa di incognite Aveva ragione Viviani, il desiderio di vincere gioca a volte brutti scherzi; guai a lasciarsi sfuggire la occasione propizia. Nella vita, è importante non lasciarsi sfuggire le occasioni; l’abilità sta nell’allierrarle al volo. L'ultimo derby del girone d’andata con la Pro Vercelli lo ha confermato ed il mister è tornato a casa con un punto meritato, indispensabile per tenere su di giri la squadra. La trasferta di Vercelli rappresentava una grossa incognita pur prendendo come termine di paragone la convincente vittoria sul Vigevano. I derbies, si sa, sfuggono ad ogni logica; pensi d’averlo in tasca e poi t’accorgi di trovarti allo scoperto. I bianchi, scottati al Robbiano da quel Padova, che al momento attuale resta con l’Udinese il valido avversario del Monza, hanno cercato di rifarsi in fretta per nulla preoccupati dal blasone dell’orso grigio, un avversario scomodo anche per le formazioni dal gol facile. L'allenatore Fornasaro alla vigilia era certo di riuscire nel L’Alessandria per uscirne con il minor danno possibile ha attuato la tattica più congeniale infoltendo il centrocampo. lasciando a due sole punte l’onere di cercare la via della rete. La tattica è riuscita, con migliore fortuna poteva scapparci pure il colpaccio. Pro Vercelli e Alessandria hanno concluso a reti inviolate con qualche buono spunto su entrambi 1 fronti. L'undici di Viviani sa giocare meglio, ma con i tempi che corrono ha ragione il mister: il punto fa sempre classifica, la sconfitta pur onorevole resta tale. Le soddisfazioni platoniche lasciano il tempo che trovano. Alla luce del derby numero quattro, è possibile tracciare un quadro sulla potenzialità della compagine, tirare la prima somma. L’Alessandria è squadra da alta classifica; la caratura, il valore tuttavia è lontano dai complessi con ambizioni di promozione. E’ il giudizio espresso in altre occasioni e riconfermato nella sesta trasferta. Le cause? L’allenatore Franco Viviani è riuscito con notevole sacrificio personale ad imbastire un nucleo valido sotto il profilo della combattività e della resa; le riserve sulle capacità del tecnico sono definitivamente cadute. I grigi hanno un gioco ben determinato, schemi accettabili. Per essere veramente grandi manca il match winner cioè l’uomo gol. Disporre di un collettivo, macinare gioco, sapere controllare con disinvoltura l’avversario è cosa saggia, ma per essere veramente grandi occorre tradurre, trasformare la mole di fatica in gol. Nel calcio sono le reti a determinare la classifica, a dare la fisionomia di potenzialità ad una squadra Nell’Alessandria il gol tarda a maturare, si concretizza unicamente al termine di una somma d'azioni stressanti che a lungo andare finiscono per indebolire le gambe ed annebbiare il cervello. Il lettore, forse un po’ stupito, si domanderà: nell'ultima partita casalinga l'uomo gol non era il giovane Marullo? Sul ragazzo si è scritto molto per 10 più in bene. Il diciassettenne ha trovato contro il Vigevano la sua grande giornata, in altre occasioni tornerà alla ribalta, ma la carica agonistica, la voglia di fare bene è arma a volte spuntata. La costanza è grande virtù tuttavia nel calcio ha una linea invalicabile se non è sorretta dall’esperienza, da un lungo rodaggio. Prendete ad esempio Bruno Mazzia che i tifosi alessandrini battezzarono ”1’Altafini dei poveri” per essere riuscito nello scorso campionato di serie B a qualificarsi come il miglior goleador della compagine mandrogna. Il "senatore” trasferitosi prima a Biella — la squadra che lo lanciò prima alla ribalta della massima categoria e successivamente nella serie cadetta — c da ottobre nella vecchia "Pro", è riuscito a darle un’impronta nuova, a rimettere assieme un complesso arruffone, rilanciandolo verso il centro classifica. Quanto valga l’esperienza lo ha ribadito con i grigi orchestrando a centrocampo, lanciando il compagno con il tocco di prima indicandogli nel contempo la posizione giusta. Marcando a zona Mazzia si è reso utile sia in fase difensiva che di impostazione a dimostrazione che la tecnica è un ingrediente di primo piano nel mondo del calcio. Michele Marullo è un frutto acerbo, bisognoso di un’assistenza continua. E’ un opportunista, lo ha dimostrato, gli manca il quid tattico per sfruttare la freschezza atletica, l'inventiva. Quasi non bastasse sul terreno pesante si trova a disagio; brucia le energie in un movimento continuo che gli arreca pochissimi vantaggi. E’ una punta, d’accordo, ma non ha la grinta dell’attaccante vero che "vede” la porta avversaria e verso quest’ultima si protende cercandola in ogni occasione. Il giudizio di Viviani è schematico: « Un buon giocatore, immaturo per essere immesso nella bolgia. L’insistere significa tarpargli le ali, stroncarlo ». Immesso in squadra per necessità, si è difeso egregiamente, ha fornito un contributo tutt’altro che indifferente (tre punti in due partite sono da . .. media scudetto) enucleando pregi e difetti caratteristici in un giovane in fase formativa. Alleggerita la posizione del ragazzo che tornerà certamente utile sui terreni asciutti quanto lo scatto avrà un peso, torniamo alla squadra e al problema dell’attaccante, lo stesso — guarda caso — dello scorso campionato. Possedesse l’Alessandria un elemento d’esperienza capace di sfruttare il lavoro dei compagni ogni problema troverebbe soluzione. L’esperimento di Bassi alla guida dell’attacco mandrogno va dimostrandosi deficitario: il ragazzo dimostra di risentire dell'infortunio patito la scorsa stagione. Bastasse la volontà, l’insistenza per realizzare il gol, Piero sarebbe sicuramente in testa alla graduatoria dei marcatori. Al bomber necessitano altre virtù: lo scatto, un buon controllo di palla e, come scritto in precedenza, una chiara visione offensiva. Purtroppo l’ex novarese ha perduto queste caratteristiche. La grinta non gli basta per supplire alle carenze tecniche e per allontanare il freno psicologico che lo accompagna. Il Baisi dell’anno promozione avrebbe centrato di testa cento volte su cento lo specchio della porta: su un preciso suggerimento di Vanara invece ha . .. slittato sulla sfera mancando incredibilmente la più elementare delle occasioni.La squadra priva di un elemento capace di sfruttare i suggerimenti dei centrocampisti con fiondate decise c costretta ad operare con notevoli accorgimenti onde evitare di essere colti dall’avversario con la retroguardia scoperta. Lo stesso Giani, un ragazzo veramente interessante, ne esce condizionato, incerto nel cercare l’azione perentoria per sorprendere la retroguardia ospite. Quale strada seguire per uscire dal tunnel, per trovare uno sbocco alla superiorità tattica espressa nell'arco dei novanta minuti? Mister Viviani opera con la legna che gli passa la società, i miracoli restano utopie. Possedesse il Biloni, centravanti ripudiato da Losi affrettatamente, il discorso si semplificherebbe. L’organico lo conosciamo: fuori Baisi c’è il vuoto; i giovani, vedi Di Meo, sono tutt’altro che irresistibili. Resta una sola strada aperta, da affrontare sollecitamente ed è quella di reperire sul mercato un atleta con caratteristiche ben definite capace di sfruttare ogni errore dell’avversario e di creare le premesse per lanciare verso rete i giovani. E’ l'occasione propizia per il presidente alessandrino tornato alla ribalta dopo una lunga assenza. Subissato dalle critiche, dagli interrogativi pressanti, Paolo Sacco è finalmente uscito dal guscio tornando tra i ragazzi in occasione della trasferta di Vercelli. E’ stato fortunato visto che la squadra ha racimolato un punto dimostrando nel contempo di possedere in pectore la possibilità di migliorare, di ricuperare il terreno perduto. L’escalation va favorita e aiutata con i fatti ancor prima delle parole. Lo sportivo di chiacchiere ne ha ascoltate molte, tanto da trasformarsi in un oggetto refrattario davanti ad ulteriori lusinghe. Sul mercato sono reperibili due-tre giocatori dal passato illustre, disposti a dare una mano all’Alessandria in attesa di tempi migliori: guai non approfittarne dimostrando, per l’ennesima volta, sufficienza o menefreghismo. Il campionato si concluderà a giugno, la possibilità di tornare a livelli di gioco migliori indispensabili per favorire il lancio verso la zona alta della classifica sono tutt’altro che ipotetiche. Al presidente raccogliere l’ennesimo invito per firmare un armistizio in attesa della prossima stagione. Evidenziato Io standard del complesso grigio rituffiamoci per un esame sull’ultima di campionato. L’undici di Viviani ha strappato, come sottolineato, un punto prezioso considerato che la tredicesima giornata gli riserva un impegno improbo, la trasferta in casa del Clodiasottomarina. Il stato esplicito: « Giocando in trasferta e contro un avversario scottato sul terreno amico la divisione della posta è risultato accettabile. Sarà nostro dovere comportarci nella maniera idonea per tornare a casa imbattuti. I bianchi attaccheranno con insistenza scoprendosi le spalle: dobbiamo approfittare di ogni occasione per costringerli a manovrare con orgasmo ». Le previsioni della vigilia sono state ribadite dal responso del campo: la Pro Vercelli ha costantemente cercato il successo affaticandosi notevolmente. La pesantezza del terreno di gioco ha dato una mano ai grigi schierati con un centrocampo abbottonatissimo, pronto a chiudersi per rintuzzare le velleità dei bianchi e a sostenere le puntate di alleggerimento. Con Frigerio squalificato l’allenatore ha riconfermato Marullo con l’intendimento di ricorrere alla "staffetta” nel corso della ripresa. Orchestrati da Mazzia, sovente lasciato senza angelo custode, i padroni di casa han-no tentato sin dai primi minuti di forzare la retroguardia. Colombo, Vanara e Borghi, vecchie volpi del pacchetto difensivo grigio hanno stretto i denti riuscendo a sopperire alle ’’sbavature” di Di Brino stranamente abulico ed in chiara difficoltà davanti al diretto avversario, il mancino Maruzzo. L'alessandrino messo alla frusta è ricorso ad interventi alquanto decisi per evitare l'insidia dell’ala. Il difensore da alcune domeniche appare in chiara difficoltà avendo perduto l’arma migliore, l’anticipo che gli consentiva di neutralizzare gli attaccanti più pericolosi. Un ragazzo da ricostruire per riportarlo ai liveli del campionato di due stagioni orsono: la fase discendente di Di Brino iniziata lo scorso anno tra i cadetti prosegue. E’ irreversibile? Trattandosi di un giovane integro, volenteroso il ricupero è senz’altro possibile. L’Alessandria incerta sul settore destro e con Dolso tenuto in posizione centrale per collaborare conBorghi ha sofferto nei primi quarantacinque minuti la briosità dei bianchi. Sostenuti dal pubblico i locali, per nulla preoccupati dal fondo del campo, hanno insistito per scardinare la retroguardia grigia. Vi sarebbero riusciti se sulla loro strada avessero incontrato un portiere meno attento, invece c’era Zanier. L’ex udinese ha sfoderato almeno tre grandi interventi da applauso ’’gelando” il pubblico vercellese. Le fiondate a pelo d’erba come i tiri sotto la traversa hanno evidenziato la perfezione dei riflessi e lo scatto di Zanier che si conferma portiere di primo piano. Gran parte del merito dell’imbattibilità spetta al numero uno rivelatosi veramente tale. La fiducia accordatagli da Viviani è stata ben riposta Vanara, la cui presenza è stata incerta sino a poche ore dalla gara, e Reja hanno reso secondo le previsioni. Il terzino, nato lottatore, si è trovato pienamente a proprio agio sul terreno infame; nella bagarre ha gettato il meglio riuscendo a tamponare diverse falle. Ottimale l’esibizione di Reja buono in fase di interdizione, approssimativo nelle conclusioni. Da un atleta della sua taglia ed esperienza logico attendersi un buon controllo della palla invece delle ciabattate sotto la rete avversaria, li dato positivo viene dal ricupero quasi totale di Edoardo dopo le ben note traversie degli infortuni a catena e dell’intervento chirurgico che ne condizionò, in passato, il rendimento. Concludiamo con una breve analisi su Giani e Dolso. L’ex comasco c una realtà: possiede scatto, buon controllo di palla e la voglia di affermarsi per cui entra nella mischia con decisione, senza riserve mentali. Sui terreni asciutti sarà veramente una pedina capace di capovolgere da solo il risultato. L’ala pur giocando su di un terreno tutt’altro che adatto ai pesi piuma si è esibito in alcune serpentine degne di rilievo. Con dribbling serrato è riuscito a ’’saltare” due o tre avversari servendo preziosi palloni ai compagni. Viviani portandolo ad Alessandria ha visto veramente giusto. Dolso ha evidenziato pregi e difetti buscandosi, a causa del carattere da discolo, una ennesima ammonizione che gli costerà la squalifica certa. Il regista ha dato spettacolo deliziando la platea, ma si è distinto anche per le pause inspiegabili. Mantenere il controllo della palla è saggio, ma è altrettanto valido smistarla nel momento in cui i compagni scattano verso la rete avversaria. Le sgroppate costano fatica... Complessivamente l’Alessandria è riuscita seppure evidenziando i limiti ai quali abbiamo accennato a fare fruttare la maggiore esperienza, a tenere costantemente i padroni di casa in una condizione di soggezione. Il risultato bianco non fa una grinza anche se i grigi hanno di che lamentarsi con l’arbitro , il signor Bergamo. II direttore di gara ha sorvolato (le ha viste?) su un numero imprecisato di spintarelle; ha chiuso entrambi gli occhi su un fallo ai danni di Di Meo subentrato a Marullo. Una direzione tutt’altro che impeccabile anche se in definitiva non ha pesato sul risultato. Superato l’ostacolo del Robbiano ai grigi è richiesto un altro sforzo, tornare imbattuti da Clodiasottomarina. I veneti dimostrano di essere squadra di rango, assai pericolosa sul terreno amico per cui dovrà essere affrontata con decisione predisponendo un doppio filtro a centrocampo. Purtroppo Viviani sarà costretto a rinunciare a Dolso ed il vuoto è difficile da colmare. Fuori Dolso rientrerà Frigerio fermo da due turni; l’attaccante sarà in grado di guadagnarsi le simpatie dei tifosi? L’ex comasco giunto in coppia con Giani si è presentato al pubblico mandrogno con una prestazione eccellente, ma successivamente è calato di tono. Nella trasferta di Clodia ha la possibilità di ricuperare il terreno perduto e di confermare le qualità di uomo gol messe in luce nella scorsa stagione quando militava nello Spezia con Biloni. L'allenatore dovrà rivedere oltre alla sostituzione di Dolso la possibilità di concedere un turno di riposo a Di Brino che sta attraversando un periodo alquanto buio. Gli interrogativi del mister continuano in attesa di trovare lungo il cammino un’attaccante vero, un uomo gol. il campionato deve ancora entrare nella fase cruciale nonostante il Monza veleggi in testa alla graduatoria con un margine di quattro punti sul Padova e Udinese e sette lunghezze sull’Alessandria. Al termine del campionato mancano ventisei giornate, un lasso di tempo durante il quale tutto può accadere, dai crolli clamorosi e imprevisti, alle impennate delle compagini che ora procedono intruppate nella zona di centro classifica. La promozione resta sogno proibito, ma un campionato tra i primi della classe è nelle possibilità dell'Alessandria come il responso del campo ha sinora dimostrato. Viviani ha sinora lavorato bene, pur tra mille difficoltà, una grossa soddisfazione se la merita unitamente agli sportivi che, nonostante tutto continuano a stringersi attorno ai beniamini con una fede incrollabile (Il Piccolo - Il Gattopardo) PRO-ALESSANDRIA IN BIANCO Un deludente 0 a 0 sul fango del Robbiano - I grigi non vogliono rischiare - Qualche attacco, ma senza lucidità dei vercellesi Un tifoso prendendo posto in tribuna prima della partita ha detto: «Anche oggi ci sono cascato, mi toccherà assistere al solito spettacolo, gol non ne vedremo molti». Purtroppo non ha sbagliato ed ora bisogna commentare l'ennesimo 0-0 della stagione. Pro Vercelli ed Alessandria infatti non hanno saputo andare oltre una prestazione incolore, che si è adeguata perfettamente al grigiore della giornata fredda e piovosa. Il quinto scontro diretto o «derby» piemontese come vengono chiamate queste partite (il terzo che termina con un pareggio a reti inviolate) ora richiederebbe il solito processo, per trovare i colpevoli di una situazione che si trascina dall'inizio del campionato e che a questo punto del cammino minaccia di accompagnare le piemontesi fino alla fine del torneo. Se si esclude lo Juniorcasale, Pro Vercelli, Alessandria ed Albese, fanno a gara ad inanellare risultati negativi, si contendono con ammirevole rivalità la palma del peggiore della domenica. Alla fine della partita però, quando si scende negli spogliatoi, ci si imbatte in allenatoli serafici, sorridenti, che ti dicono: «Un buon risultalo, utile per la classifica, l'avversarlo era molto forte, non dimentichiamolo». Frasi che si potrebbero riportare tutte le volte, senza neppure interpellare i vari tecnici, sicuri di non essere mai smentiti. Questo «clichè» ormai logoro, a Vercelli è stato ricalcato, sia durante che dopo la partita. La Pro, che avrebbe dovuto riscattare la sconfitta di domenica col Padova, ha arrancato per novanta minuti sul pantano del «Robbiano» non trovando mai il guizzo vincente, lo spunto che le permettesse di andare in gol. L'Alessandria ben contenta già prima dell'incontro di portare a casa un pareggio si è adeguata rischiando il meno possibile, aiutata dal vercellesi nel tentativo di non perdere. In questo triste panorama le azioni annotate, sono in netta minoranza rispetto agli errori, e gli svarioni in serie che le squadre hanno collezionato. Un piccolo campionario: primo tempo: Balocco da buon libera che fluidifica spara una tremenda bordata in tribuna 23'; Sadocco è saltato da Giani tre volte nel giro di due minuti con la stessa monotona finta; Merli precede il portiere Molli (18' e rischia il clamoroso autogol. Ripresa: 21' Balocco non desiste a spara ancora in tribuna; 33', il portiere Molli raccoglie un'innocua palla vagante e se la porta tranquillamente in corner; 30' tocca ai grigi: Borghi in piena solitudine scaglia un pallone proiettile tra i tifosi. Qui è meglio fermarsi, perché in fondo qualche volonteroso che ha capito che l'obiettivo da centrare era la porta c'è pur stato. Al 5' Maruzza illude tutti, tirando di prepotenza a filo palo, ma al 22' il centravanti dei grigi Baisi caccia ogni illusione mancando la palla a porta vuota. Mentre Mazzia da una parte e Dolso dall'altra hanno una partita personale (cioè dovrebbero marcarsi, ma si ignorano, al 30' Rossetti si sveglia e da lontano impegna il bravo Zanier, unico in campo a meritarsi la sufficienza. Le altre azioni del tempo sono tutte vercellesi con Bonanomi che impegna ancora Zanier (37') e Sadocco che manca un favorevole «aggancio» in piena area (39'). Ripresa senza sorprese, ma nessuno le attendeva. L'unica azione è di Marnilo (domenica scorsa autore di due gol a Vigevano oggi simile a un fantasma in campo) che sfuma sul fondo. Marnilo due minuti dopo (siamo per fortuna già al 69') esce e lo rimpiazza Di Meo, punta di belle speranze, ma, oggi, almeno, di poca fortuna. E' l'ultimo appunto che si può annotare sul taccuino, perché come detto, le dichiarazioni, del dopo partita le sanno a memoria anche i bambini. (La Stampa - Ed. Sport - Faio Vergnano) Risultati: Cremonese - Lecco 3-0 Juniorcasale - Belluno 3-0 Monza - Treviso 1-0 Padova - Pro Patria 1-1 S. Angelo - Bolzano 2 0 Trento - Clodiasottomar. 1-1 Udinese Seregno 2-1 Venezia - Albese 1-0 Vigevano - Mantova 1-1 CLASSIFICA: Monza p.20; Padova, Udinese 16; Juniorcasale 15; Cremonese, Lecco, Alessandria, Seregno, S.Angelo, Bolzano 13; Treviso, Mantova, Patria, Venezia 12; Clodiasott. 11; Vigevano 10; Trento 9; Pro Vercelli 8; Albese 6; Belluno 3 Marcatori: 7 reti: Motta (Juniorcasale) e Sanseverino (Monza); 6 reti: Aschettino (Venezia); 5 reti: Scolati (Bolzano), Polvar (Juniorc,isale), Giavardi (Lecco), Ballarin (Padova), Cavagnetto (Pro Vercelli), Pozzi (Sant’Angelo), Vanazzi e Canzi (Seregno), Di Giovanni (Trento); 4 reti: Rossi (Bolzano), Basili (elodiasottomarina), Cav,agnetto (Pro Vercelli), lori (Trento), De Bernardi (Treviso) Il punto sul campionato Su un terreno reso molto pesante dalla pioggia incessante, la Junior ha avuto ragione del Belluno apparso come un avversario al quanto modesto: i casalesi senza spingere molto si sono assicurati un buon margine già nella prima parte di gara. Il Venezia, scendendo in campo con una paura maledetta, non si sono spinti più di tanto in avanti, aspettando l'avversario a metà campo e al 24' del primo con, Aschettino, ha messo a segno il gol della vittoria. Contro il Mantova, ancora un pareggio casalingo per il Vigevano: a causa della pioggia caduta non si è potuto vedere un gioco accettabile.