Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
14-12-1975 - Giornata: 14 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Venezia Calcio 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Cazzola Fabio, Di Brino Marcello, Reja Edoardo, Colombo Antonio, Borghi Ambrogio, Giani Pierluigi, Pillon Giuseppe [59. Galassi Stefano], Marullo Michele, Vanara Elio, Frigerio Emilio A disp.:(P) Favot Sergio, Sacchi Luciano All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
VENEZIA CALCIO: Seda, Bisiol, Santarello, Bassanese, Lesca, Rossi I, Lorini, De Cecco, Aschettino, Scarpa, Bianchi, [59. Seno]. A disp.: furlanetto, De Vecchi. All.: Lupi Luciano

Arbitro: Tempio Domenico (Catania)
Note
Espulso 73. Frigerio [A]. Ammoniti: Borghi [A], Bisiol [V]; Vanara [A]; Aschettino [V] Angoli: 4-1 Spettatori: 2000 circa di cui 1105 paganti per un incasso di 3.232.000 lire Inizio gara ore 14.30

Commento
TRADIOZNE RISPETTATA: IL VENEZIA PAREGGIA SFIORANDO LA GRANDE BEFFA Il ’’nero-verde” De Cecco fallisce al novantesimo la palla-gol neutralizzata da Zanier© Il disastroso arbitraggio del siracusano Tempio, che ha espulso Frigerio per un fallo inesistente © Il «Moccagatta» sempre più vuoto: pure i clubs danno forfait© L’assenza di Dolso aggrava i mali della squadra, incapace di andare a rete Domenica a Busto Arsizio con la Pro Patria per l’ultimo appuntamento dell’anno La fase calante dei grigi continua, pare inarrestabile. Scivolati pesantemente a Clodiasottomarina, hanno perduto un altro punto al « Moccagatta » contro il più tradizionale degli avversari, il Venezia. E’ finita in parità e, indipendentemente dalle sviste e dai madornali errori dell’arbitro Tempio, il risultato deve considerarsi giusto nella sua essenza. L’Alessandria sta andando gradatamente alla deriva, sospinta oltre che dalla povertà tecnica, dal disinteresse dei dirigenti e degli sportivi. Nell’ultima casalinga pure i clubs, in passato colonna portante dell’entusiasmo, si sono arresi davanti all’evidenza dei fatti, preferendo allo squallore del « Moccagatta » il tiepido di una sala cinematografica o da ballo. Il destino si compie lentamente, seppure inesorabilmente. La scorsa domenica i paganti erano 1.103, ultimi accaniti appassionati di una schiera che Io scorso anno era numerosissima. La politica attuata dai Sacco sta dando i frutti, sta scavando la fossa ad una società che in passato ha onorato il blasone. L’industriale di Spinetta Marengo cd il figlio stanno portando avanti un processo di disgregazione lento, inesorabile. Il deficit finanziario al termine della stagione subirà un ulteriore passo in avanti; a pagarne le conseguenze saranno ancora una volta i tifosi, gli inesauribili illusi. Il ’’buco” dell’Alessandria si può fissare, grosso modo, sul miliardo e mezzo di lire, una cifra da capogiro ingrossatasi con il trascorrere degli anni a seguito di una politica sballata. L’hobby dei figli del massimo responsabile della società (Remo Sacco figura davanti alla Lega il maggior azionista) ha sortito l’effetto di annientare la società grigia, di ridurla alla stregua di una compagine di bassa classifica, senza ambizioni. Le polemiche accese che hanno accompagnato dall’inizio del campionato ad oggi il cammino dei grigi, hanno lasciato del tutto indifferènti i padroni, i primi tifosi dell’Alessandria come amavano definirsi in passato. Il gioco è sin troppo chiaro: arrivare al termine della stagione per smantellare, per ricuperare le ultime briciole, il decennio di presidenza della famiglia Sacco si conclude ignominiosamente. Stante il menefreghismo dimostrato la speranza è una sola: ricostruire dalle fondamenta una società, riconquistare la fiducia dei tifosi. Alessandria ha subito passivamente i colpi di testa, le impennate, i voltafaccia: il gioco sta per finire. Le responsabilità devono essere chiaramente definite, l’ulteriore confusione non è ammessa. La cambiale sta per scadere per cui è indispensabile proiettare lo sguardo nel futuro augurandosi di scoprire dirigenti nuovi animati da buona volontà come è accaduto a Novi Ligure. Nel calcio i milioni sono necessari non indispensabili; risultano inutili quando si sperperano in assurde manovre dettate unicamente dal desiderio di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica L’Alessandria domenica ha disputato una partita onorevole sotto il profilo della grinta, ma insufficiente sul piano tecnico. Le carenze del complesso sono sin troppo evidenti per non dire lapalissiane. Franco Viviani, allenatore deciso quanto sfortunato privo di Dolso c Baisi è costretto a rischiare l’osso del collo per varare ogni settimana la formazione sulla quale pesa l’imperativo categorico della vittoria. Una impresa titanica alla quale il tecnico si assoggetta intimamente convinto di riuscire a trovare la strada della riscossa. II livello tecnico dei giocatori è tra i più bassi dell’ultimo quinquennio. Lo ’’sfoltimento” o smantellamento (per usare la parola idonea) deciso ad ottobre per consentire al presidente di rientrare, di ricuperare i milioni gettati o quasi al vento a luglio ha avviato la fase calante dell’Alessandria. Per mesi abbiamo sostenuto attraverso queste colonne la necessità e l’utilità di reperire sul mercato il tanto discusso regista. L’insistenza aveva un fondamento preciso: consentire un’alternativa a Dolso trasformato, forzatamente, ma con successo, nell’uomo sul quale pesa il compito di tenere allacciati i due settori della squadra: difesa e attacco. Mancando il suggeritore il complesso è destinato inevitabilmente ad arenarsi, a prestare il fianco agli inconvenienti evidenziati durante la gara con i lagunari. La compagine di Viviani mutilata in fase conclusiva e orfana di Dolso ha giostrato lungamente a centrocampo senza mai trovare il suggerimento valido. Un regista non si inventa nello spazio di una settimana e neppure si scopre il giorno in cui si trova un elemento (leggi Vanara) capace di sacrificarsi in un lavoro massacrante, senza tregua. L’alessandrino è un franco bollatore eccezionale, un ragazzo dai sette polmoni capace di tenere, nonostante l’età un ritmo elevatissimo, non l’atleta capace di fare correre i compagni, di intravedere durante l’arco dei novanta minuti l’attimo utile per invitare il compagno all’azione. Domenica Vanara ha giocato una delle migliori gare da quando veste la maglia grigia. Ha lottato come un gladiatore nell’arena, ha gettato nella mischia l’esperienza preoccupandosi di tamponare le falle, di cercare unicamente la conclusione di forza invece di puntare sull’astuzia. La differenza tra Vanara e un regista vero sta proprio nel diverso modo di vedere e attuare il gioco. Infortunato Dolso al mister restavano due soluzioni: Vanara c Sacchi. Ha scelto la prima, giustamente, perchè il terreno di gioco imponeva la presenza di un uomo di fondo ancor prima di un tecnico forse più bravo nell’impostazione, ma carente sul piano della tenuta atletica Sui terreni pesanti l’atleta maggiormente dotato è destinato fatalmente a cedere, a scomparire dalla lotta quando gli vengono meno le doti di fondo. E’ il caso macroscopico di Pillon, il ragazzo sul quale si appuntano gli sguardi di molte società. E’ un centrocampista dal tocco vellutato, dall’inventiva facile se giostra su un rettangolo erboso invece di un campo acquitrinoso o scivoloso. Il giovane nelle ultime partite ha racimolato una serie di magre pur impegnandosi al massimo: il cesello nei mesi invernali serve poco, occorre la sciabola per farsi strada, per raggiungere lo scopo. L’Alessandria priva di un cervello si batte generosamente spendendo preziose energie con il risultato di trovarsi allo scadere dei novanta minuti con il classico pugno di mosche. Riuscirà Viviani a trovare la strada giusta per salvare la compagine dallo stato di rassegnazione in cui sembra precipitata dopo gli entusiasmi iniziali? La domanda è ricca di incognite conoscendo il parco giocatori a disposizione ricco di numerosi giovani sui quali tuttavia pesano grossi interrogativi. Del centrocampo abbiamo detto: mancando Dolso nessun compagno è in grado di coprire adeguatamente il ruolo, di aggiungere quel pizzico di inventiva indispensabile per galvanizzare i compagni, per concedere loro la possibilità di evidenziare le caratteristiche personali. Era un rebus da risolvere all’inizio della stagione, ma il primo allenatore Losi la pensava diversamente con il risultato conosciuto. L’assenza di Arrigo si protrarrà sino all’inizio del prossimo anno, salvo complicazioni. Il colpo ricevuto al ginocchio sinistro durante un allenamento si è dimostrato più serio dei previsto tanto da consigliare l’ingessatura dell’arto. Al nuovo male dei grigi occorre aggiungere il vecchio divenuto cronico al punto da non costituire neppure novità. L’Alessandria è priva dell’uomo gol con o senza Baisi la cui assenza, stante la carenza di punte, si fa sentire pesantemente. Il presidente aveva accennato alla possibilità di un rinforzo; si era fatto il nome di Campanini, ma l’ex ascolano avrebbe dettato condizioni tutt’altro che risolvibili (un’occupazione in banca) stante la situazione di crisi generale interessante il mondo del lavoro Sfumata la possibilità di arricchire l'organico con un uomo di esperienza sarà oltre modo arduo escogitare il modo migliore per ovviare all’inconveniente. A luglio era stato acquistato Biloni trasferito frettolosamente ai Grosseto su consiglio di Losi, un allenatore bruciatosi, per colpa propria, a tempo di primato. L’attuale mister farebbe salti mortali se potesse disporre di un elemento in grado di galvanizzare la squadra, di suggerire ai giovani le malizie per andare in gol. A disposizione ha elementi del calibro di Marullo, Galassi e Di Meo, ragazzi promettenti, ma ben lontani dal trasformarsi in catapulte. Il diciassettenne Marnilo impiegato la scorsa domenica con la maglia numero nove, ma in realtà più uomo di manovra che di conclusione ha giocato su uno standard appena sufficiente. Il ragazzo a nostro avviso possiede delle qualità ma gli viene meno la chiarezza indispensabile nel cercare la posizione idonea, nel muoversi negli spazi liberi invece di cercare l’avversario come accaduto in diverse occasioni. La maturazione del giocatore richiederà un lasso di tempo assai lungo per cui è utopistico sperare in una... esplosione a breve scadenza. Ai difetti di impostazione generale se ne aggiungono altri che contribuiscono a rendere il quadro ancor più pessimistico. Esaminiamo brevemente le prestazioni di Di Brino e Reja, due appartenenti alla vecchia guardia, alla squadra della promozione. Il terzino attraversa un periodo tutt’altro che felice. La fase calante iniziata la scorsa stagione prosegue inesorabile accentuandosi con il trascorrere delle giornate, il difensore sa difendersi con accanimento, trovare la volontà per evitare di soccombere, ma è nei momenti in cui deve dimostrare di essere un giocatore discreto che fallisce clamorosamente la prova. Sbaglia gol elementari, commette ingenuità clamorose. Borghi gli ha scodellato una palla gol elementare, Marcello l'ha fallita come un principiante come era accaduto in altre occasioni. Trovare le cause del calo è tutt’altro che facile. Ha esaurito la carica oppure la metamorfosi ha radici di natura psicologiche? Rispondere al quesito significa trovare la soluzione del rebus. Discorso diverso per Edoardo Reja tornato sui livelli normali almeno sotto il profilo atletico. Il giocatore superato lo choc .dell’infortunio offre un rendimento costante: è sui riflessi che evidenzia perplessità. incontrastato dominatore del centrocampo perde l'apoggio della palla sul compagno o deve concludere personalmente. Quanti passaggi ha fallito con il Venezia? Numerosi per non dire troppi. L’assillo di dovere curare oltre alla difesa l’impostazione finisce per nuocergli: non si spiegano altrimenti certe ingenuità. I trascorsi calcistici di Reja sono di primo piano per cui le carenze derivano da preoccupazioni più che da lacune di origine tecnica. Encomiabile invece la prestazione di capitan Colombo, atleta tanto modesto quanto regolare. Se Vanara è il motorino inesauribile del centrocampo, Antonio è l’uomo in grado di reggere il peso della difesa in qualsiasi momento come dimostrato lo scorso anno nella serie superiore e con avversari che oggi vanno per la maggiore. II centravanti lagunare Aschettino (sette reti all’attivo) ha trovato uno stopper che lo ha surclassato dalla cintola in su con una regolarità ammirevole. I centravanti in grado di porlo in difficoltà si possono contare sulle dita di una mano. Per l’Alessandria di Viviani il capitano resta un pilastro; cosa accadrà il giorno in cui accuserà la fatica o dovrà dichiarare forfait per incidente? L’augurio è che Colombo giunga alla conclusione della stagione senza intoppi, con la stessa carica agonistica con cui ha affrontato gli ultimi antagonisti. Restano da esaminare le prestazioni di Cazzola (esordio ufficiale tra i grigi in campionato), di Borghi, Giani e Frigerio. L’ex difensore barese si è difeso onorevolmente con un Bianchi apparso in ombra rispetto alle prestazioni fornite in maglia grigia e successivamente all’ombra del campanile di San Marco. Cazzola lo ha atteso in zona contraendolo decisamente, puntando sulla fluidificazione. Sull’ex varesino Borghi un giudizio positivo nonostante gli indugi in prossimità della propria area di rigore: in serie C è prudente liberarsi del pallone per evitare di ricevere calcioni o di rischiare la beffa. Il libero concede a volte troppa confidenza fidando nel tempismo: è così accaduto che nella parte finale Bisiol lo ha lasciato surplace offrendo a De Cecco un pallone d’oro. Solo la bravura di Zanier ha evitato alla squadra grigia i danni e le beffe. Perchè ha indugiato nell ’affrontarlo con decisione, ostacolandolo ai limiti del regolamento? Una analoga incertezza costò all’Alessandria, nel giorno dello spareggio a San Siro, la retrocessione in serie C. ’’Baffo” Barbiero presente in tribuna avrà certamente ricordato rivedendo l’azione, la grossa ingenuità compiuta in quell’occasione. La rassegna si chiude con gli ex comaschi Giani e Frigerio. Il tornante ha giostrato prevalentemente in fase difensiva: gli spunti sono stati rari considerato lo sprint che possiede e la castagna. Una giornata evidentemente storta come lo è stata quella di Frigerio che ha l’attenuante di essersi trovato sovente troppo solo davanti ad una difesa agguerrita e pronta a chiudere i varchi poi al 73’ l'arbitro lo ha espulso scatenando le ire dei tifosi e degli ’’accompagnatori” della squadra. Il commento finale di Viviani improntato su un giusto atto d’accusa nei confronti dell'arbitro sposta di poco i termini dello scadente campionato della squadra grigia. Le partite si vincono asserendo l’avversario, impegnando il portiere ospite, in caso contrario il pareggio è il risultato ottimale. Gli alessandrini faticano a trovare il tiro, manovrando con insistenza, perdendo le occasioni migliori, sbagliando le poche a disposizione. L’arbitro Tempio ha dimostrato di arbitrare sullo stesso livello delle squadre in campo, cioè male, ciò non toglie che i demeriti maggiori spettino ai ventidue uomini in campo. La classifica si fa critica: la terzultima cioè il Vigevano sconfitto in casa dalla Pro Vercelli dista a quattro punti. I grigi domenica concluderanno la prima fase del campionato — domenica 28 dicembre il torneo è sospeso — recandosi in trasferta a Busto Arsizio dove li attende la Pro Patria. E’ un altro campo dalla tradizione avversa per i mandrogni tartassati dagli incidenti e dagli arbitri poco disposti a dirigere con obiettività. Il mister riavrà Baisi ma perderà sicuramente Frigerio mentre sussistono forti dubbi per Vanara ammonito per gioco scorretto. Assente Dolso il cui rientro è previsto per la prima casalinga del nuovo anno, la formazione subirà forzatamente altre varianti. Presentare la stessa intelaiatura per due domeniche consecutive è un sogno irrealizzabile. Il momento di stringere i denti è giunto, guai a perdere la concentrazione, accettare supinamente il fato. Nelle ultime cinque partite del girone di andata i grigi debbono assolutamente tagliare il traguardo dei venti punti per affrontare il ritorno con serenità. La primavera, i terreni asciutti potrebbero dare una mano all’undici composto da elementi giovani, scattanti. I tempi duri dell’Alessandria continueranno per altri tre mesi: sapranno Colombo e compagni uscirne a testa alta? L’allenatore Viviani ne è certo anche se deve battersi su diversi fronti per riuscire ogni domenica a schierare una squadra accettabile capace di battersi al limite della volontà. L’anno zero dei grigi continua: il 1976 porterà la tanto auspicata schiarita? E’ nel prossimo anno che si decide il futuro della società di via Gentilini, ridotta al rango di comparsa invece che di prima attrice del campionato. Toccato il fondo si spera di risalire in un clima disteso, con programmi ben definiti, senza proclami o promesse. Lo sportivo vuole vederci chiaro: le turlupinature hanno lasciato il segno. La credibilità dei Sacco è tramontata, illudersi oltre significa favorire il processo di annientamento dell’Alessandria U.S. (Il Piccolo - Il Gattopardo) PER I GRIGI E' UN CAMPIONATO NO Non è andata oltre il pareggio, un insulso 0-0, l'Alessandria impegnata oggi al « Moccagatta » contro i nero verdi del Venezia, squadra che per tradizione è sempre stata avversario ostico: basti ricordare che i grigi non riescono a vincere un incontro con i lagunari da undici anni. Anche oggi la tradizione non è stata sfatata; la squadra di Viviani si è battuta con volontà e orgoglio fino all'ultimo: carattere e grinta, ma purtroppo scarsa tecnica, così da non riuscire a realizzare nelle occasioni in cui sarebbe stato possibile andare a rete. Certo, l'arbitraggio del signor Tempio di Catania non è stato a favore dei padroni di casa. In troppe occasioni il direttore di gara ha commesso errori, toccando il limite quando al 73' espulso Frigerio e ammonito soltanto il terzino veneziano Bisiol: un'ammonizione per entrambi sarebbe stata più che sufficiente a punire uno « scontro » poco corretto tra i due, assurdo il diverso metro usato dall'arbitro che, mettendo in difficoltà i grigi con l'espulsione dell'ala, ha fatto scoppiare la contestazione dei tifosi, già esasperati da precedenti decisioni. Buon per il signor Tempio (tra l'altro voleva sbattere fuori anche un fotografo, reo di averlo ripreso con l'obiettivo nel momento più acceso della protesta del tifosi) che il pubblico era scarso e che, a tempo ormai scaduto, Zanier ha evitato un gol che avrebbe dato la vittoria al Venezia. Comunque gruppetti di contestatori si sono fermati per « accogliere degnamente l'arbitro », e così alle 17 l'uomo in giacchetta nera è stato portato fuori dal « Moccagatta » con una « gazzella » della polizia, a sirene spiegate. Si sono in tal modo evitate proteste che avrebbero potuto degenerare. Amareggiato per come l'arbitro ha condotto l'incontro è apparso l'allenatore Viviani, specialmente per l'espulsione di Frigerio. « Malgrado tutto — ha affermato Viviani — i ragazzi hanno dimostrato, di fronte ad un Venezia ben organizzato e pericoloso in qualche contropiede, di avere carattere: l'assenza di Dolso s'è fatta senza dubbio sentire, e purtroppo ancora una volta troppe azioni offensive sono sfumate ». Come tecnica, è indubbio, i grigi hanno deluso. Reja ha sbagliato troppi passaggi: Manilio e Pittori sono mancati; il gran lavoro di Vanara, oggi passato all'attacco nel ruolo di Dolso, e gli spunti di Giani non sono stati sufficienti. Oltre all'espulsione di Frigerio e all'ammonizione di Bisiol, sono stati ammoniti Borghi e Vanara dell'Alessandria e Aschettino del Venezia, tutti per gioco scorretto. Scarso il pubblico. Sono anche mancati i sostenitori del clubs: nessuno striscione, nessuna bandiera, nessun tambureggiamento. Una riprova che i tifosi risentono di tante delusioni e non si sono sentiti di affrontare la pioggia. Non si è visto il presidente Paolo Sacco o qualcuno della « famiglia ». Poche le note di cronaca. Al 34' il portiere veneziano si salva in corner su tiro insidioso di Di Brino, servito da Vanara. Al 63' un tiro di Marnilo in area viene fermato con le mani da Bassanese: l'arbitro è per l'involontarietà e non concede il rigore. Poi al 73' lo scontro Frigerio-Bisiol e la cervellotica decisione del signor Tempio. (La Stampa - Ed. Sport - Franco Marchiaro) Risultati: Belluno - Albese 1-1 Cremonese - P. Patria 1-0 Monza - Bolzano 1-0 Padova - Mantova 0-2 S. Angelo L. - Seregno 4-0 Trento - Lecco 2-3 Treviso - Clodiasottom. 1-0 Udinese - J. Casale 3-1 Vigevano - P. Vercelli 3-4 CLASSIFICA: Monza p.24; Udinese 19; J. Casale 17; Padova, Lecco, Cremonese 16; S. Angelo L., Treviso, Venezia, Bolzano 15; Mantova, Alessandria, Seregno 14; Pro Patria, Clodiasott. 13; Trento, Pro Vercelli 11; Vigevano 10; Albese 8; Belluno 4 Marcatori: 7 reti: Motta (Juniorcasale); Giavardi (Lecco); Sanseverino (Monza), Aschettino (Venezia); 6 reti: Polvar (Juniorcasale), Cavagnetto (Pro Vercelli), Di Giovanni (Trento). 5 reti: Scolati (Bolzano), Rasili (elodiasottomarina), Ballarin (Padova), Pozzi (Sant’Angelo), Vanazzi e Canzi (Seregno) Il punto sul campionato L'Udinese ha disputato la sua migliore prestazione tra le mura amiche ma il Casale è uscito a testa alta dallo stadio: gli ospiti hanno cercato di imporre la manovra del loro collettivo, ma dopo pochi minuti, giusto il tempo per prendere le contromisure, i padroni di casa hanno assunto l'iniziativa della manovra. Conseguendo l'abituale risultato di una rete a zero, il Monza ha battuto il Bolzano sceso in terra brianzola con l'intento di ottenere un punto. L'Albese ha strappato un punto sul campo del Belluno a cui è stato annullata una rete dopo pochi minuti di gioco.