Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
25-01-1976 - Giornata: 19 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Padova AC 2 - 0 (1 - 0)
RETI: 8. rig. Giani P.[A], 73. Marullo M.[A]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Alberti Antonio [77. Sacchi Luciano], Colombo Antonio, Borghi Ambrogio, Giani Pierluigi, Pillon Giuseppe, Marullo Michele, Ghezzi Ivan, Frigerio Emilio A disp.:Di Benedetto Glauco, (P) Favot Sergio All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
PADOVA AC: Bartolini, Moruzzi, Freddi, Cecco, Berti, Coramini, Fanani, Bigon, Bertoli [75. Manservigi], Lazzaro, Ballarin. A disp.: Tosetto, Monari. All.: Beraldo Eros

Arbitro: Bei Franco (Roma)
Note
Ammoniti: Fanani [P]; Alberti [A];, Marullo [A] Spettatori: 2.300 circa di cui 1.919 paganti per un incasso di 3.957.700 lire Inizio gara ore 14.30

Commento
VIA LIBERA AI GIOVANI E IL PADOVA STECCA Viviani affidandosi alla "linea verde" rilancia l’undici verso il centro classifica Reja e Baisi sostituiti dall’esordiente Alberti e dal diciassettenne Marullo © I grigi a segno con Giani dopo 673 minuti © Nella ripresa il raddoppio e gran finale con applausi © L’Alessandria, anni 20, saprà riconfermarsi a S. Angelo Lodigiano? Vincendo si ha sempre ragione», esordisce Viviani al termine di Alessandria - Padova. L’affermazione sibillina giunge a conclusione di una settimana movimentata, costellata di incertezze e di mormorii, susseguente la doccia fredda di Trento. Franco Viviani ha praticamente vissuto sui carboni accesi, incerto se virare decisamente o proseguire sulla vecchia strada. Quella di domenica è stata per il tecnico una prova del fuoco: fallirla significava scatenare la piazza, dare ulteriore fiato alla contestazione. Confermando di possedere una discreta dose di coraggio, il mister ha giocato la carta della linea verde, vincendo il primo round, il più pericoloso. Salvando l'Alessandria dalla crisi ha dato una m ano ai Sacco i quali devono essergli doppiamente grati. Il tecnico infatti oltre a toglier loro le castagne dal fuoco, sta valorizzando la ristretta cerchia di giovani. L’Alessandria varata da Viviani, sia chiaro, non è la squadra del miracolo, ma semplicemente una compagine d’emergenza alla quale va il merito di essere riuscita, nel momento critico, a superare la china. Nessuna illusione sul futuro, niente castelli in aria. Gli errori di base restano, nessuno può annullarli tanto meno un tecnico seppure animato di grande volontà. Viviani da buon psicologo è riuscito a trovare al momento giusto il binario del rilancio affidandosi ai giovani, vale a dire alle forze integre capaci — se sollecitate al momento giusto — di capovolgere un pronostico, di superare momenti altamente drammatici. L’Alessandria battendo il Padova con il classico punteggio di due a zero (una rete per tempo) getta le premesse per un onorevole girone discendente che, consideriamo il più importante del campionato. Nella seconda fase i giocatori sono chiamati a dimostrare le doti di fondo, la saldezza del carattere. Il repentino passaggio dalla stagione fredda al caldo incide pesantemente sui fisici meno preparati ed in particolare sugli anziani chiamati a svolgere, nella fase d’avvio della stagione, un compito durissimo per tamponare le falle della preparazione affrettata o di una campagna acquisti approssimativa. IL COMPITO DI VIVIANI nei prossimi mesi sarà ancora più arduo, difficoltoso in quanto ogni squadra, ed in particolare le pericolanti, si affideranno alla forza della disperazione per sopravvivere. La compagine di capitan Colombo liberatasi dal complesso nefasto del gol deve, sin dalla prossima domenica, dimostrare quanto realmente vale: gli indugi in altre parole serviranno a poco per non dire a nulla. Introdotto il discorso è indispensabile affrontare con diagnosi imparziale i novanta minuti della contesa, disputata all’insegna della combattività, almeno da parte alessandrina. Il Padova invece ha preferito affidarsi essenzialmente sulla maggiore esperienza degli uomini, su una tattica spregiudicata favorendo il disegno del tecnico. L’allenatore, come accenniamo all’inizio, ha ponderato lungamente le scelte, deciso a rischiare grosso pur di uscire dal vicolo cieco in cui era precipitato negli ultimi mesi. « Voglio undici atleti capaci di lottare per novanta minuti, aveva detto martedì, decisi ad andare in gol. Le gambe non devono tremare a nessuno, in caso contrario saranno guai seri. Una battuta d’arresto aggraverebbe ulteriormente l’attuale situazione: riprendere quota sarebbe difficilissimo ». Enunciata la necessità di trovare undici atleti disposti a lavorare di spada invece che con il fioretto ha lasciato intendere la necessità di apportare modifiche allo schieramento tradizionale con il sacrificio, seppure a tempo determinato, di Reja e Baisi. La notizia ha suscitato reazioni pacate da parte della frangia moderata dei tifosi; meno tra i tradizionalisti poco propensi ad affrontare esperimenti tanto delicati. Gettato il dado il mister ha operato le scelte: Alberti un ragazzo diciannovenne a fungere da centrocampista; Marullo al centro nel ruolo quasi intoccabile di Baisi. Quasi non bastasse, assente Dolso, ha riconfermato Ghezzi regista mantenendo Vanara a centrocampo per contrastare il peso dell’offensiva patavina e mantenere ben saldi i fili dei collegamenti tra pacchetto difensivo e centrocampisti. CON UN ATTACCO formato da « pivelli » ha affrontato il responso inequivocabile del Moccagatta. Il risultato gli ha dato ragione: due reti messe a segno numerose fallite per un soffio. I mali dell’Alessandria hanno trovato un antidoto valido? Rispondere è tutt’altro che facile in quanto una squadra si giudica sulla base di una serie di prestazioni e non di un incontro singolo. Accettato il risultato occorre analizzare l’andamento del gioco soffermandosi in particolare su quanto non è stato fatto. La formazione baby, rispetto alle precedenti ha dimostrato di possedere una volontà agonistica notevole, uno spirito di corpo ammirevole. Sotto il profilo squisitamente tecnico invece molle ombre e poche luci. Trattandosi di ragazzi, alcuni dei quali alla prima esperienza semiprofessionistica, giustificabile appare lo sbandamento denunciato nella parte finale del primo tempo. La volontà di difendere la rete messa a segno da Giani su calcio di rigore, ha originato davanti alla rete di Zanier situazioni paradossali o quasi. Salvataggi da brivido, respinte con il fiato mozzo, assembramenti pericolosi a vantaggio delle punte avversarie. Fortunatamente è giunto il triplice fischio dell’arbitro a porre termine ad un assedio che lasciava presagire conseguenze... funeste. Perplessità suscitano invece gli schemi poco geometrici e molto confusi. Le fasce laterali sono rimaste sovente sguarnite restringendo il raggio d’azione della retroguardia patavina; gli interscambi nel classico fazzoletto hanno invariabilmente consentito ai veneti di chiudere i varchi, di contrastare efficacemente le punte. PECCATI VENIALI derivanti dall’inesperienza ma che potrebbero pesare sinistramente sin dal prossimo turno di campionato. Mister Viviani assai attento nel seguire le varie fasi della contesa avrà certamente preso atto delle lacune emerse, dei punti deboli del nostro schieramento nei momenti di maggiore pressione degli antagonisti. L'Alessandria ha trovato la sua fisionomia di squadra sotto il profilo della grinta, mentre per il gioco è consigliabile procedere con molte cautele per evitare di trovarsi in situazioni di vera emergenza. La disamina critica è necessaria, indispensabile proprio per evitare di illudere il tifoso pronto ad esaltarsi quanto ad abbattersi. Tirando le fila del ragionamento, plaudiamo al colpo di timone di Viviani richiamando la sua attenzione sulla necessità di proseguire con cautela un esperimento necessario per necessità contingenti. Approssimandosi il rientro di Dolso e il ricupero di Reja, i giovani che si sono comportati tanto onorevolmente avranno modo di essere meglio sfruttati al momento giusto e nei ruoli maggiormente congeniali. Evidenziati i pregi e i difetti dell’Alessandria « linea verde » scendiamo allesame delle prestazioni dei singoli atleti incominciando dall’esordiente Alberti, un ragazzo diciannovenne fisicamente dotato, deciso negli interventi, mattatore nei contrasti. L’interno ha operato per lo più in fase di interdizione attendendo il diretto avversario in zona oppure avanzando a diretto sostegno dei compagni d’attacco. Nella ripresa sino a quando la condizione fisica lo ha sorretto ha dimostrato di possedere chiarezza di idea e un ottimo tiro come ha dimostrato al 74’ quando imbeccato da Pillon ha scoccato un tiro angolatissimo che Bartolini ha deviato in angolo. La scelta operata da Viviani si è dimostrata azzeccata anche se il ragazzo deve, come si suode dire, farsi le ossa. Particolarmente atteso alla prova dopo il positivo esordio di Trento era il militare Ghezzi. IL RUOLO SOLITAMENTE affidato a Dolso è, nell’economia del gioco collettivo, difficile e stressante. L’alessandrino ha un tocco di palla deciso e una visuale ampia, peccato si lasci trascinare sovente dalla carica agonistica a svantaggio della tecnica. Le basi sono solide per cui è facile pronosticargli una onorevole carriera se saprà mantenersi sui livelli attuali senza illudersi eccessivamente. Note meno liete per Marnilo indipendentemente dal gol messo a segno nella ripresa. Il diciassettenne lanciato in occasione della partita con il Vigevano ha una volontà ammirevole, ma sul piano tecnico è ancora da impostare. Difetta, ad esempio in freddezza; non sempre trova la coordinazione indispensabile per dare il classico colpo di grazia al pallone. « Marnilo è un giovane, bisogna capirlo, ammette Viviani, ecco perchè continuo a dargli fiducia ». Il ragionamento del tecnico è indubbiamente valido nella misura in cui la squadra può consentirsi il lusso di giocare in scioltezza senza cercare i due punti. Il ragazzo nei proseguo del campionato avrà certamente modo di affinare lo stile, di trovare la saldezza di nervi indispensabile nei momenti cruciali, ma allo stato attuale delle cose è spontaneo domandarsi se è utile insistere ad oltranza oppure procedere con ”jucio” per evitare di stroncarlo. E’ una scelta spettante al tecnico che sinora ha dimostrato di valutare con molta obiettività le reali capacità dei giovani per non dire dei giovanissimi. SE LA PRESTAZIONE di Marullo è risultata tutt’altro che esaltante, un giudizio positivo si deve esprimere per Pillon. L’ex juventino ha ritrovato nella partita forse più delicata della stagione la grinta e la volontà per riemergere dalla mischia. Domenica ha svolto sulla fascia centrale una mole di lavoro notevolissima trovando nel finale il fiato per inserirsi in alcune ottime trame difensive. Un Pillon alla vecchia maniera pronto a contrastare quanto a proiettarsi nei corridoi per agevolare il compito dei compagni d’attacco. L'appannamento denunciato nelle ultime domeniche è stato superato con autorevolezza come si conviene ad un giovane continuamente "sorvegliato” dai tecnici di molte società, alcune delle quali di serie superiore con la stessa Juventus e il Varese. Analogamente il tanto discusso Frigerio ha ritrovato il brio della fase d’esordio nelle file alessandrine. L’ex comasco criticato e pungolato ha disputato una gara coraggiosa gettandosi nella mischia con notevole determinazione, cercando l'inserimento perentorio con lunghe sgroppate sulla fascia laterale oppure convergendo al centro. Ottimo l’accelerazione sul lancio di Alberti che ha costretto il mediano Cecco ad intervenire fallosamente in area. Nella ripresa il giovane attaccante si è ripetuto al 67’ quando scattato in area ha trovato sulla propria strada un Morussi pronto a bistrattarlo. Sarebbe stato rigore, ma l’arbitro Bei ha preferito sorvolare (chissà perchè) avendo concesso in precedenza un penalty ai grigi. Un Frigerio altruistico, forse un po’ incerto nel cercare il gol con tiri improvvisi da fuori area. Quasi allo scadere si è trovato in buona posizione, ma ha indugiato eccessivamente perdendo la possibilità di aumentare il bottino per la propria squadra. SULL’OPPOSTO VERSANTE Giani tenuto prudenzialmente arretrato per parare i colpi dei patavini si è sacrificato a vantaggio della collettività. Seppure impegnato in un’opera di interdizione si è esibito in alcuni inserimenti destinati ad alleggerire la pressione avversaria. A centrocampo ha dominato dalla « cintola in su » il solito Vanara. L’alessandrino rappresenta la bandiera della squadra non solo per l’impegno agonistico profuso nella tenzone. Il giocatore ha alle spalle una onorevole carriera e un’esperienza che gli consente di tenere saldamente il campo anche se l’avversario è scorbutico. Lo spirito battagliero, la volontà di contribuire al rilancio dei colori della propria città fanno di Elio il grande protagonista dell’attuale campionato. Viviani gli ha affidato il controllo del centrocampo sapendo di trovare un giocatore disposto a gettare il cuore oltre lo steccato pur di tenere la posizione. La compagine ha trovato nell’anziano giocatore un pilastro attorno al quale ruotare sia nei momenti di maggiore pressione avversaria che in fase offensiva. SE ELIO RESTA IL GRANDE protagonista, Antonio Colombo sa cavare dal proprio cappello — ogni domenica — una caparbietà degna della massima considerazione. Il centravanti patavino Bertoli, nel primo tempo, gli ha reso particolarmente duro il ruolo di stop per senza tuttavia trovare lo spiraglio per involarsi verso la rete di Zanier. Capitan Colombo ha risposto colpo su colpo grintosamente sino a quando l’antagonista si è arreso consigliando al suo allenatore Beraldo la sostituzione. Qualche riserva invece per Borghi: alcune incertezze in prossimità dell’area di rigore hanno creato momenti di totale sbandamento. Il bagaglio d'esperienza del giocatore dovrebbe consentirgli maggiore lucidità nei frangenti peggiori. Un libero reduce da campionato di serie A e B i trucchi del mestiere deve conoscerli: la troppa confidenza sovente gioca brutti scherzi. L’ex varesino tragga profitto dalla lezione: i mezzi per imporsi li possiede. Per Di Brino invece si è trattato di una domenica decisamente positiva. Il terzino oltre a reggere il confronto con lo scattante Ballarin ha sovente sfruttato la linea laterale per portarsi in avanti creando una splendida occasione per Marnilo. Marcello seppure alla distanza sta ritrovando la condizione per disputare un buon girone di ritorno. Impossibile invece giudicare Zanier raramente chiamato in causa: l’estremo difensore ha svolto un lavoro di ordinaria amministrazione. NEL PRIMO TEMPO ha toccato pochissime volte la palla nonostante il gran premere dei patavini inconcludenti in prossimità dell’area avversaria. Sulla vittoria alessandrina nessuna ombra: il risultato poteva essere ancor più rotondo. Mister Viviani finalmente può tirare un sospirane di sollievo, voltare pagina e preparare in tranquillità la prima trasferta del ritorno in casa di quel Sant’Angelo Lodigiano alquanto sbarazzino come i risultati dimostrano. Sulla formazione è prematura avanzare ipotesi: molto dipenderà dal ricupero di Dolso e dal ritorno di Reja costretto in tribuna per consentire l’esordio del diciannovenne Alberti. « Il successo ha tonificato il morale — ha dichiarato l’allenatore — in vista dei prossimi cimenti. A quota diciotto si respira aria migliore. Il ritorno al punteggio pieno non deve illuderci perchè la strada è lunga. Rotto l’incantesimo proseguiremo con maggiore Iena per affrontare senza patemi d’animo i grandi confronti con l’Udinese e il Monza». L'ALESSANDRIA IMPONENDOSI chiaramente sul Padova è tornata al successo dopo sette domeniche. L’ultima vittoria risaliva al 23 novembre dello scorso anno quando i grigi piegarono il Vigevano con un secco 3-1. Contemporaneamente gli alessandrini hanno assaporato la gioia del gol inseguita da 673 minuti, un record negativo che pesava sinistramente sull’intero complesso. Concludiamo con una curiosità: domenica sugli spalti si è rivisto Carlo Sacco, fratello del presidente. Il giovane dirigente ha portato fortuna ai grigi. Perchè non... insistere? Guadagnare un altro punto a Sant’Angelo Lodigiano sarebbe impresa notevole perchè oltre a migliorare la classifica contribuirebbe a scuotere la tifoseria ancora titubante sulla rinascita dell’Alessandria « linea verde ». Ai giocatori chiamati ad iniziare una serie positiva il compito di rispondere con i risultati ai molti interrogativi che costellano l’avvenire della squadra babyes (Il Piccolo - Il Gattopardo) L'ALESSANDRIA TORNA AL GOL Al Moccagatta successo dei grigi sul Padova (2-0) I piemontesi non segnavano da 673' - Giani su rigore all'8' è riuscito ad interrompere la lunga serie negativa Quando la cronaca di una partita di calcio è troppo lunga, normalmente la si abbrevia tagliando di netto il giudizio, se c'è, sull'arbitro. Questa volta però Gianfranco Bei, aitante arbitro romano, merita una citazione in apertura. Il suo comportamento è stato impeccabile, non un gesto fuori luogo, sempre presente nei momenti delicati, severo al momento giusto, ma indulgente se la circostanza lo richiedeva. Alessandria-Padova non è stata una partita cattiva, normalmente in questi incontri gli arbitri fanno sempre bella figura, ma per il romano Bei si tratta di una conferma, dopo altre positive esibizioni. E' state una sua impeccabile decisione che ha permesso ai grigi di tornare al gol dopo 673 minuti di digiuno. Frigerio è stato sgambettato nettamente in area e Giani ha trasformato la punizione. Il gol iniziale e la rabbia con cui i padroni di casa si avventavano su ogni pallone giocabile, sembravano creare le premesse per un grande spettacolo di gioco e di gol. Non è stato proprio così alla resa dei conti. Visti gli ultimi deludenti risultati, Viviani ha puntato sulla «linea verde» affidandosi al giovanissimo Manilio (17 anni) al centro dell'attacco e ai giovani Alberti e Ghezzl a centrocampo. Gioventù significa però anche inesperienza, quindi l'Alessandria ìia pagato oggi, a tratti, gli errori dì questi ragazzi. La sua vittoria non fa una grinza (bello il secondo gol di Marullo) ma è stata sofferta più del lecito. Dopo la sfuriata iniziale susseguente al gol, i grigi hanno ceduto di schianto, lasciando via Ubera al Padova, che l'allenatore Beraldo aveva presentato, non senza qualche presunzione, con ben tre punte. I patavini nella seconda parte del tempo hanno schiacciato i grigi in area, ma la loro netta superiorità non è approdata a nulla. Nella ripresa poi si attendeva ancora un Padova combattivo, invece i veneti si sono seduti, favorendo l'Alessandria che con una condotta accorta, senza correre troppi rischi, è riuscita persino a incrementare il suo bottino, sfiorando la segnatura altre volte. Un'Alessandria in sostanza da rivedere. I giovani cresceranno, certi errori non si commetteranno più, sprecare tante palle come oggi è troppo pericoloso, non sempre si troverà un Padova così sconclusionato. Il Padova, infatti, definito da tutti la più bella realtà del campionato, ha deluso. Il centravanti Bertoli non è piaciuto e con lui neppure il goleador Bailarin. Domenica il campionato inizia la sua marcia di ritorno. Chi sa di non aver fatto il proprio dovere avrà l'occasione di riscattarsi, una prova d'appello a nessuno verrà negata. La buona volontà dei grigi ha dopo soli otto minuti un giusto premio. Viaggia la palla da Plllon a Frigerio, l'ala in crea è atterrata da Cecco. Giani trasforma l'indiscutibile rigore. Si battono bene i giovani alessandrini, ma la generosità nell'impegno non basta per /are gol. Sfumano così altre grosse occasioni, roba da mordersi i pugni. Ancora Frigerio agli onori della cronaca al 33' con un bel cross che Giani spedisce di testa sopra la traversa. Poi prende il sopravvento il Padova e sembra che i grigi debbano capitolare da un momento all'altro. Al 40' il più grosso spavento: Ballarin raccoglie un suggerimento di Cecco e al volo impegna Zanier a terra. «Ucciditi!» urla imbestialito un tifoso alessandrino, quando Marullo si divora in apertura di ripresa l'ennesima occasione per raddoppiare. Un minuto dopo (53') sarebbe Frigerio a doversi autoeliminare per come spreca una invitante palla gol. Marnilo ora cresce nella misura in cui cala il suo diretto avversario. Al 63' il centravanti risolve una mischia paurosa sotto la porta patavina sparando sull'esterno della rete. Nove minuti dopo (72') si fa perdonare tutte le colpe e raddoppia: Frigerio lo lancia in area, il centravanti evita l'uscita del portiere e batte a colpo sicuro nonostante l'ultimo vano intervento di Berti sulla linea di porta. Qui finisce la partita. Alberti però, poco prima di uscire e lasciare il posto a Sacchi, fa sobbalzare un'ultima volta il pubblico, ma Bartolìnl con uno splendido volo, blocca il punteggio sul 2-0. Soddisfatto Viviani a fine partita: «Una vittoria che ci voleva — ha commentato ravviandosi i pochi capelli che gli rimangono —. 1 giovani non hanno tremato, meritano fiducia. Ora giriamo la boa dell'andata a 18 punti, è molto importante questo traguardo, una sconfitta oggi ci avrebbe messo in crisi. Cosi, invece, posso lavorare in tranquillità, su questi ragazzi». (La Stampa - Ed. Sport - Fabio Vergagno) Risultati: Belluno - S. Angelo L. 1-1 Bolzano - Pro Vercelli 1-1 Clodiasott. - Cremonese 0-0 Mantova - Seregno 1-0 Monza - Venezia 1-0 Pro Patria - Trento 1-0 Treviso - Juniorcasale 1-0 Udinese - Albese 1-0 Vigevano - Lecco 0-2 CLASSIFICA: Monza p.32; Udinese 25; Treviso, Cremonese 23; Pro Patria, Bolzano 20 ; S. Angelo L., Casale, Venezia, Seregno 19; Alessandria, Clodia 18; Pro Vercelli, Mantova, Padova 17; Trento, Albese 13; Vigevano 11; Belluno 8 *una gara in meno Marcatori: 10 reti: Giavardi (Lecco); 8 reti: Motta (Juniorcasale), Sanseverino (Monza), Skoglud (Sant’Angelo Lodigiano); 7 reti: A schettino (Venezia) Il punto sul campionato La vittoria per una rete a zero su Venezia ha portato la firma di Tosetto al 62': la partita è stata praticamente condotta a senso unico. E' bastata una prodezza del centravanti del Lecco Giavardi per mettere alle corde il Vigevano: i locali avevano rischiato di capitolare un paio di volte nel primo tempo. Giusto, anche se un pò fortunato pareggio della Pro Vercelli, sul campo del Bolzano, a conclusione di una delle partite più brutte disputate in Trentino. L'Udinese, opposta all'Albese, squadra dalla modesta levatura tecnica, la squadra non solo si è fatta irritare dal gioco degli ospiti ma ha giocato pure un primo tempo sfuocato. Con una bella rete di Bosani, a poco più di un quarto d'ora dal termine, la Pro Patria ha battuto il Trento: non ha offerto una grossa prestazione la squadra bianco blu, tuttavia ha fatto sua la posta in palio. Eccessiva prudenza del S.Angelo opposta al Belluno, tanto da rischiare di uscire sconfitti negli ultimi minuti di gara.