Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
08-02-1976 - Giornata: 21 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Treviso AC 0 - 1 (0 - 0)
RETI: 54. Osellame [Tr]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Alberti Antonio, Colombo Antonio, Borghi Ambrogio, Ghezzi Ivan [57. Di Meo Alberto], Pillon Giuseppe, Marcolini Antonio, Dolso Arrigo, Frigerio Emilio A disp.:Di Benedetto Glauco, (P) Favot Sergio All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
TREVISO AC: Gregorutti, Cavasin, Frandoli, Pasinato, Cusinato, Apostoli, De Bernardi, Zambianchi, Lovison [84. Musiello], Colusso, Osellame. A disp.: Da Ros, Schugur. All.: Mialich Giovanni

Arbitro: Prestigiovanni Matteo (Trapani)
Note
Ammoniti: nessuno Angoli: 6-3 Spettatori: duemila di cui 1990 paganti per un incasso lordo di 4 milioni 65 mila lire. Inizio gara ore 14.30

Commento
GRIGI SULL'ORLO DEL BURRONE: LE RESPONSABILITÀ' DEI SACCO La sconfitta interna con il Treviso aggrava la posizione dell’Alessandria © L’industriale di Spinetta M arengo, chiamato direttamente in causa, deve intervenire per frenare la discesa verso il baratro della serie D © La squadra paga gli errori di una condizione approssimativa, dissennata © Viviani suona la diana: resistere o perire L'ombra della sera cala sinistra sui grigi bistrattati a Sant’Angelo Lodigiano e puniti sul terreno amico del « Moccagatta ». Trascorrono le domeniche ed invece dei risultati utili giungono legnate con il pericolo incombente della retrocessione in serie D. Il destino dell’Alessandria, destino nefasto potremmo aggiungere, è iniziato il giorno in cui i colori grigi, dopo anni di purgatorio, sono nuovamente saliti in serie B. Un avvenimento eccezionale o quasi per gli increduli sportivi abituati, come Belloni, all’eterno secondo posto. Nessuno nel momento felice immaginò lontanamente cosa sarebbe accaduto nel breve spazio di due soli campionati: la retrocessione tra i semiprofessionisti e, se non si puntano i piedi, il definitivo declino in serie D. Dalla polvere all’altare e nuovamente nel fango o melma che dir si voglia. Nel momento in cui il pericolo reale incombe, vorremmo chiamare i responsabili ad un esame di coscienza, ad una analisi retrospettiva. Il motivo della richiesta è semplice: vedere se gli attuali "patron” sono realmente responsabili oppure se le colpe sono dovute ad influssi malefici Il declino dell’Alessandria, lo scrivemmo alcuni mesi or sono e lo ripetiamo (chiedendo scusa al lettore) è iniziato nel momento in cui cacciato l’amministratore unico Lino Boidi si è proceduto a "riscaldare” l’ambiente con il ritorno di Paolo Sacco al quale va il solo e pur grande merito di avere contribuito con Ballacci a scegliere le giuste pedine protagoniste de] grande torneo della rinascita. Il primogenito dell’industriale animato da sacro furore, tentò vanamente di frenare la discesa delle casacche grigie: con la lusinga di trasformare la società in una comunità o in pensionato, promise ai giocatori onori e gloria oltre ad una onorevole pensione se fossero riusciti ad evitare la retrocessione. Scucì ricchi premi, ma commise l’imperdonabile errore, al momento dell’allontanamento di Castelletti, di affidare a Giorcelli un dilettante invece che ad un professionista, la guida della squadra. Pur avendo l'uomo a portata di mano (Guido Vincenzi attuale trainer del Casale), tentò la carta del tecnico guidato a distanza dalla lunga mano di Dino Ballacci. IL RISULTATO è recente: l’Alessandria precipitò nella serie inferiore pur avendo lottato vanamente per evitare l’ignominia. Ai giocatori splendidi protagonisti della fugace avventura tra i cadetti invece della riconferma toccò la via... dell'esilio: da Manueli a Dalle Vedove; da Barbiere ad Unere; da Maldera a Pozzani, per finire a Volpato, Mazzia. Dal sud giunsero ricoperti di "lamine d’oro” le nuove leve destinate a rilanciare i colori alessandrini: Corigliano. Rinero, Di Benedetto, Valdinoci ed ancora Puliteleli, Di Meo, Galassi ed una schiera di giovani rinforzata da Borghi, il solo ad avere alle spalle un passato pili che dignitoso. I ricchi contratti stipulati sotto lo sguardo attento di Losi, non riuscirono a realizzare il sogno, tanto che ad ottobre la società si affidò ad un repulisti generale per evitare il dissesto finanziario. La restante è cronaca recente: dal goffo tentativo di cedere l’Alessandria per novecento milioni di lire, alla fuga sull’Aventino sul quale si trova tuttora il presidente Paolo Sacco. La squadra abbandonata nel momento psicologicamente delicato, sta andando, gradatamente alla deriva, minacciando di dissolversi come neve al sole. L’entusiasmo di Viviani, la fede dimostrata da una cerchia ristretta di appassionati (domenica sugli spalti del Moccagatta erano presenti poco più di duemila persone) basteranno a raddrizzare una situazione su] punto di cristallizzarsi? La domanda è necessaria viste le recenti prove della squadra precipitata in zona di bassa classifica, di retrocessione. La sconfitta con il Treviso ha riconfermato l’urgenza di un immediato intervento a livello dirigenziale: è dal vertice della piramide che deve partire il primo segnale per dare vigore ai giocatori, per scuotere un ambiente refrattario. Le responsabilità dei Sacco in merito a quanto sta accadendo sono enormi perchè, nulla viene fatto per salvare la società verso la quale in passato fecero tante professioni di fede. L’attuale presidente Paolo Sacco rifugiandosi nella sua casa, evitando il colloquio diretto con i tifosi, ha creato una frattura insanabile; ha accelerato gli eventi. UNA SOCIETÀ’ CALCISTICA per vivere e prosperare deve disporre di basi solide, di un continuo scambio di idee ad ogni livello, senza le quali si creano compartimenti stagni nei quali l’aria va rarefandosi fino a provocare l’asfissia. Attorno al collo dell’Alessandria il cappio si va stringendo con il trascorrere delle domeniche, lentamente, inesorabilmente. Uscire dalla strettoia riprendere il viaggio in un ambiente sereno è condizione indispensabile. Le strade da seguire al m omento attuale sono limitate visto il notevole passivo dell’Alessandria S.p.A., potremmo aggiungere che ne esiste una sola. Parliamo del ritorno dell’ing. Remo Sacco alla guida attiva della società, l’uomo che oltre dieci anni orsono la rilevò in serie B e che ora minaccia di favorirne l’affossamento tra i dilettanti. L’accusa sinistra di un tale evento, dovrebbe avere sull’industriale di Spinetta Marengo un peso determinante nell’indurlo a riaprire il dialogo bruscamente interrotto alcuni anni orsono. E ’ il momento in cui la famiglia Sacco deve uscire dalle secche dell’anonimato; assumersi realmente il peso della responsabilità. Dimostrando agli sportivi vero attaccamento ai colori sociali si faciliterebbe il raggiungimento del traguardo di giugno senza ulteriori contraccolpi, in attesa di ricominciare un capitolo nuovo. IL PRESIDENTE PAOLO SACCO se veramente intende evitare un ritorno del padre, deve dimostrare di essere uomo, di sapere affrontare di petto la situazione, di non temere alcuna reazione. In caso contrario è preferibile un ritiro dalla scena per consentire ad altri di ricomporre quel famoso giocattolo di cui molto si è parlato in passato. L’ingegnere a sua volta deve imprimere una sterzata all’attuale andamento societario. Le prossime settimane saranno determinanti per la società, per la squadra impegnata nella lotta per la sopravvivenza. La scorsa domenica il Treviso ha messo a nudo le carenze di un complesso costretto, ogni domenica, a dare il meglio per riuscire ad ottenere il risultato utile. Mister Viviani chiamato alla guida di una compagine che neppure conosceva, ha sinora operato onestamente cercando, attraverso un meticoloso lavoro di evitare il tracollo. La cosidetta "linea verde” instaurata dopo il fallimento della politica degli anziani (Baisi pur avendo disputato, ad esempio, quindici partite non è riuscito una sola volta ad andare a bersaglio) comportava e comporta dei rischi: il nasconderlo sarebbe di pessimo gusto. Nel contempo tuttavia ha consentito di effettuare un’analisi sulla vera potenzialità dell’organico ridimensionato a ottobre. Alcuni ragazzi meritano fiducia, altri invece si dimostrano immaturi al grande cimento. Tra questi ultimi vorremmo ricordare Alberti, un diciannovenne che in prospettiva potrebbe rivelarsi una lieta sorpresa. Al momento attuale il centrocampista conferma la propria immaturità, pur battendosi su ogni palla con la caratteristica dei giovani decisi di arrivare al traguardo finale. Sin dalla scorsa domenica a Sant’Angelo, Alberti era stato posto ripetutamente in crisi dal diretto avversario, Fagnani; altrettanto è accaduto con il Treviso. L’interno mandrogno deve contrastare l’antagonista, ma ne] contempo impostare la manovra, inserirsi badando a non scoprirsi eccessivamente le spalle. IL CENTROCAMPO grigio da alcune domeniche si rivela fragile, inconsistente: un fraseggio a ragnatela destinato a favorire unicamente l’antagonista non disponendo la squadra di uno scattista in grado di bruciare i dieci o venti metri per portarsi in posizione di tiro. All’attacco le punte raramente si smarcano svariando sulle estreme per aprire il varco ai compagni: si attacca a testa bassa contro la barriera dei difensori ignorando la geometria. In fase offensiva abbiamo contato sette-otto grigi nel ristretto spazio di pochi metri mentre le fasce laterali erano completamente sguarnite, tanto, da fa r dire ad uno sportivo: « perchè non vi allargate? Sulle estreme non sono ancora nate le viole ». I veneti hanno avuto facile gioco nel contenere le disordinate e disarmoniche tram e di un undici che aveva dimenticato gli schemi ripetutamente illustrati durante la settimana prima sulla lavagna ed infine sui campo. Il crollo dell’Alessandria è stato accentuato dal rigore banalmente sciupato da Dolso al 43’: era l’occasione per portarsi in vantaggio, per costringere l’ospite a scoprirsi e meglio trafiggerlo in contropiede. Il rientrante Arrigo fallendo in modo elementare la massima punizione — un tiro senza pretese dopo alcune finte e controfinte — è letteralmente scomparso dalla scena vittima dello sforzo compiuto nella fase iniziale. Cessando il suggerimento dell'uomo regista le azioni alessandrine sono scese immediatamente di tono rendendo praticamente impossibile la rimonta ed il rovesciamento del risultato .11 disperato tentativo di raddrizzare il risultato ha determinato — sull’esempio di quanto accaduto il precedente turno — paurosi sbandamenti difensivi. Solo alcuni interventi alla grande di Zanier hanno evitato ai grigi un passivo pesante ed umiliante. ATTACCARE ALLA GARIBALDINA, con poca copertura alle spalle, significa nella maggioranza dei casi votarsi al suicidio, alla disgregazione completa. Onestamente Viviani ha riconosciuto gli errori compiuti dai ragazzi: ha evitato, giustamente, di indicare i responsabili, ma non ha mancato di sottolineare l’evanescenza del centrocampo, la mancanza di una reazione decisa sull’esempio di San t’Angelo Lodigiano. « Il rigore fallito ha letteralmente tagliato le gambe ai ragazzi — ha aggiunto —, facilitando la squadra dotata di maggiore esperienza ». Il tecnico dovrà nel corso della settimana rivedere l’intelaiatura, adottare le contramisure per evitare il terzo insuccesso consecutivo sul campo tutt'altro che facile di Mantova. L’Alessandria si reca nel covo dei virgiliani dove due stagioni orsono capitan Barbiero e compagni conquistarono il punto decisivo della promozione in serie B. Fu un evento eccezionale nonostante pesasse sul campo l'ombra di Ballacci esonerato a metà settimana, ma presente in tribuna a gustarsi la gioia della vittoria finale. Sullo stesso terreno i grigi tornano per giocarsi stavolta la permanenza o quasi tra i semiprofessionisti. Il pareggio è d ’obbligo tanto più che la domenica successiva al M occagatta scenderà l’Udinese squadra particolarmente corsara in trasferta. Riuscirà il mister ad uscire dall’occhio del ciclone con il minore danno? Nell’attesa del responso inequivocabile del terreno di gioco il discorso torna al vertice societario tutt’ora fantasma visto e considerato che i ”patron” preferiscono alla domenica disertare lo stadio in attesa della buona o cattiva novella. I recenti avvenimenti, la precaria situazione di classifica riusciranno ad indurli ad uscire allo scoperto, ad affrontare responsabilmente la situazione? Gli sportivi li attendono a questa prova della verità pronti ad unirsi in un solo blocco per evitare il dramma della seconda retrocessione consecutiva e favorire la ricostruzione. L ’appello degli sportivi all’ing. Remo Sacco deve trovare una risposta; l’assenteismo aggraverebbe ulteriormente la frattura esistente. L’INDUSTRIALE NELLE CUI MANI sono restate le leve migliori {è pur sempre l’unico azionista) ha la possibilità di avvalersi di abili ed esperti collaboratori. Il lavoro di Viviani sarà certamente meno duro se lo stesso troverà uomini capaci a sostenerlo, a smussare gli eventuali punti di attrito. I ragazzi nel contempo si sentiranno stimolati nel battersi con migliore determinazione per uscire dal tunnel, per riportare i colori grigi in posizione meno critica. Il momento delle grandi scelte è giunto: restare in disparte, fingere di ignorare la realtà significa snobbare una città, venire meno a precisi doveri morali. Proprio perchè l’Alessandria è patrimonio di una città, gli sportivi torneranno sugli spalti per contribuire con l’incitamento a superare la china, ad avviarsi al finale nella migliore predisposizione d’animo. In caso contrario ognuno dovrà trovare la forza, lo stato d’animo di reagire vigorosamente per evitare il definitivo declino di una società che in oltre sessanta anni di storia mai era venuta a trovarsi così in basso. I Sacco davanti ad un momento tanto delicato devono rimboccarsi le maniche, intervenire con il bisturi incidendo anche le parti più delicate. L ’industriale di Spinetta in passato ha dimostrato di avere una tale forza d’animo unita a senso pratico quale si addice ad una persona capace di fronteggiare i colpi mancini degli uomini e della sorte. Caro ing. Remo Sacco a lei la parola: gli sportivi attendono una risposta chiarificatrice. Ogni indugio può essere fatale. (Il Piccolo - Il Gattopardo) L'ALESSANDRIA ORA RISCHIA I grigi sconfitti al Moccgatta dal Treviso (0-1) si avvicinano alla zona retrocessione - Dopo un buon avvio la squadra di Viviani ha perso la lucidità - Dolso al 43' ha fallito un rigore - Nella ripresa gol dei veneti e crollo dei padroni di casa Niente da fare per i grigi tornati oggi al Moccagatta dopo la bella anche se sfortunata prestazione di domenica scorsa a Sant'Angelo Lodigiano. Di fronte al Treviso preoccupato, come era facile prevedere, di difendere quanto meno il pareggio impegnandosi soltanto in veloci contropiede, l'Alessandria ha fornito una Immagine nettamente al di sotto del livello mostrato nelle ultime prove e subito un gol all'inizio della ripresa non ha saputo andare a rete. Si aggiunga che Dolso, rientrato dopo una lunga assenza, ha sbagliato allo scadere del primo tempo un rigore calciato in modo assurdo Dolso, come ha spiegato Viviani, è il rigorista titolare; a lui quindi spettava calciare la massima punizione concessa al 43' tra le proteste dei veneti: ha cercato forse di spiazzare il portiere avversario ma la sfera, calciata male e senza convinzione è uscita sulla sinistra dì Gregorutti. Mancata l'occasione dì passare in vantaggio i grigi non hanno saputo reagire; lo stesso Dolso, che nella prima mezz'ora aveva dato spettacolo, ha risentito dell'errore commesso ed è stato per il resto della partita molto al di sotto delle sue possibilità completamente spento. Così, dopo una prima mezz'ora abbastanza soddisfacente, il tono del gioco è scaduto, specialmente a metà campo: passaggi corti, poco incisivi, per nulla in grado di alimentare le punte. Uno spettacolo deludente: a fine partita gruppi dì tifosi hanno rumorosamente contestato la squadra. E a ragione; dopo la sconfitta di oggi l'Alessandria sta sempre più sprofondando nella parte bassa della classifica, se non saprà reagire ben presto si troverà a lottare per la salvezza. L'inizio è buono per i grigi. Al 2' un colpo di testa di Marnilo esce di poco a lato mentre cinque minuti dopo Dillon conclude una buona azione con un tiro alto. Al 12' bella azione Frigerio-Marullo-Ghezzi che manca una facile occasione; si difende con tranquillità il Treviso alleggerendo la pressione con veloci contropiede mentre al 41' Gregorutti salva in corner su un'ottima girata di Di Brino. Sull'azione dal calcio d'angolo Alberti interviene di testa, ma la mano di Cusìnato ferma il pallone. I grigi reclamano il rigore mentre i veneti protestano attribuendo il fallo di Cusinato ad una spinta alle spalle di Marnilo. Forse hanno ragione ma il rigore viene e Dolso spreca l'occasione. Il Treviso nella ripresa si fa pericoloso, al 49' si ostacolano Zanier e Di Brino, Lovison però calcia alto. Al 54' la rete: centro di Colusso, entra Osellame e realizza magnificamente. Al 58' i veneti potrebbero raddoppiare su azione Lovison-Bernardi ma salva Zanier; due minuti dopo è Gregorutti a liberare fortunosamente di piede al termine di una bella azione di Dillon apparso però impreciso nella conclusione. (La Stampa - Ed. Sport - Franco Marchiaro) Risultati: Albese - Mantova 2 0 Belluno - Udinese 0-1 Bolzano - Clodiasottom. 1-2 Monza - Juniorcasale 3-1 Padova - S. Angelo L. 2-2 Pro Patria - Lecco 1-0 Pro Vercelli - Cremonese 1-1 Venezia - Trento 2-0 Vigevano - Seregno 1-0 CLASSIFICA: Monza* p.34 Udinese 28; Treviso 27; Cremonese 26; Lecco* 23; S. Angelo Lod., Juniorcasale, Pro Patria, Clodiasottom. 22; Mantova, Pro Vercelli, Bolzano, Seregno 20; Alessandria, Padova 18; Albese 16; Vigevano 15; Trento 13 *una gara in meno Marcatori: 10 reti: Giavardi (Lecco)9 reti: Sanseverino (Monza); 8 reti: Basili (Clodiasottomarina), Polvar e Motta (Juniorcasale), Ballarin (Padova); Skoglund (Sant’Angelo); 7 reti: Aschettino (Venezia) Il punto sul campionato Secca sconfitta della Junior sul campo del Monza: squadra compatta in ogni reparto del campo ed estremamente lucida in ogni manovra. La Pro Vercelli ha pareggiato tra le mura amiche contro la Cremonese, sciupando una vittoria che anche solo le azioni ed il gioco sviluppati nei primi trenta minuti avrebbero legittimato ampiamente. Preziosa vittoria, oggi contro il Mantova per l'Albese: partita ricca di emozioni nonostante un terreno reso pesante dalla neve; ha determinare il risultato sono stati due rigori. E' bastato il primo tempo al Venezia per aggiudicarsi l'incontro contro il Trento: i neroverdi hanno attaccato a ripetizione ma parecchie volte sono stati fermati dalla bravura del portiere avversario. Ad un primo tempo, nettamente di marca Padova, ha fatto riscontro una ripresa ampiamente di marca S.Angelo che, nel giro di cinque minuti, sono riusciti a recuperare due gol. Il Vigevano è tornato alla vittoria superando il Seregno su calcio di rigore che Vallongo ha trasformato all'81'.