Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
15-02-1976 - Giornata: 22 - Mantova - Danilo Martelli


Mantova AC - Alessandria Calcio US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 32. Mongitore [Ma]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Di Brino Marcello, Di Benedetto Glauco [50. Alberti Antonio], Vanara Elio, Colombo Antonio, Borghi Ambrogio, Giani Pierluigi, Pillon Giuseppe, Marullo Michele, Dolso Arrigo, Frigerio Emilio A disp.:(P) Favot Sergio, Galassi Stefano All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
MANTOVA AC: Bandoni, Ceccotti, Facchi, Merlo, Lolli, Busi, Manservisi, Lizzari, Iacovone, Quadrelli, Mongitore [82. Castellucci]. A disp.: Marchi, Aroldi. All.: Marchese Rino

Arbitro: Lapi Giancarlo (Firenze)
Note
Ammoniti Borghi [A]; Dolso [A] Spettatori: 2.000 circa di cui 1.100 paganti per un incasso di 2.537.000 lire Inizio gara ore 14.30

Commento
L’OMBRA SINISTRA DELLA « D » SULLA SQUADRA DI SACCO Continua il declino dell’Alessandria, sconfitta a Mantova © Un prova incolore davanti ad un modesto avversario © Lo strano assenteismo dei Sacco, i soli responsabili del tramonto dei grigi© Dieci anni di "politica” all’insegna dell’opportunismo © Viviani sulle spine in vista dell’arrivo dell’Udinese © Prevista, in caso di sconfitta, una massiccia contestazione contro gli affossatori della compagine Il« Martelli » di Mantova che è uno stadio moderno, costruito quando i virgiliani veleggiavano nella massima categoria, appare tremendamente scheletrico, vuoto; sugli spalti non più di mille persone; la grande gradinata appare deserta e inutile. Su questo campo dove tre campionati orsono conquistò la certezza matematica della promozione in serie B l'Alessandria, ha conosciuto domenica la terza sconfitta consecutiva. Una Waterloo scottante considerato il valore dei padroni di casa, titubanti, incerti per nulla trascendentali. Vedendoli all'opera nel grande stadio semivuoto si giustifica il campionato incolore dei rossi. Eppure davanti alla compagine rabberciata, senza pretese di classifica, i grigi hanno piegato nuovamente le ginocchia, sono usciti a testa bassa mordendosi le dita per l'occasione perduta. La situazione di classifica diviene pesante, critica tale da destare serie preoccupazioni per il futuro. L’Alessandria, inutile nasconderlo, veleggia in posizione di retroguardia, in zona retrocessione. Le riserve di ieri trovano conferma alla luce dei risultati, della serie nera che si allunga sinistra sulle maglie grigie. « Cosa fare per risollevarsi, per scuotere l’ambiente — confidava un dirigente al termine della gara — difficile? Come uscire senza danno? ». La domanda è logica e pertinente, ma purtroppo è difficile porvi rimedio, indicare gli antidoti necessari per raddrizzare la rotta. Il campionato disastroso è il compendio di una serie di errori ingrossatisi con il lento trascorrere delle domeniche. La squadra mandrogna rischia la serie D, rischia una retrocessione senza precedenti. L’attuale presidente, Paolo Sacco, oltre ad essere stato l’artefice primo della promozione tra i cadetti si ripete, ma in senso negativo. L’ultima disavventura in cui è incorso — querela presentata nei suoi confronti dai dirigenti del Grosseto per un assegno di 50 milioni di lire che non doveva essere posto all’incasso — è l’ennesima conferma lo stato confusionale esistente in via Gentilini. I Sacco, come abbiamo avuto modo di scrivere in altre occasioni, sono responsabili in prima persona del lento ed inesorabile declino delle maglie grige. Avendo creato le premesse per la lenta agonia devono assumersene e pagarne le conseguenze. E’ DESOLANTE E MORTIFICANTE dovere scrivere frasi sempre più pesanti nei confronti dei "padroni” che in passato — bene o male — seppero dare qualcosa di concreto alla massa di sportivi. L’assurda decisione assunta da Remo Sacco nel dicembre di due anni orsono di silurare l’amministratore unico avv. Lino Boidi per fare posto al figlio Paolo pesa sinistramente. Alla retrocessione tra i semiprofessionisti è seguito l'attuale torneo destinato a chiudersi — probabilmente — con un’altra cocente delusione, la peggiore nei sessant’anni di vita del sodalizio. II presidente ha aperto la stagione assumendo un allenatore (Losi) incapace di orientare una campagna acquisti decente nonostante lo sperpero di milioni. L’Alessandria pur avendo assunto una ventina di giocatori, si trova nell’incredibile posizione di un miliardario che dilapidato ii patrimonio è rimasto senza gli spiccioli per pagarsi il passaggio su un filobus. L’attuale invisibile reggitore delle fortune — meglio dire sfortune — grigie, sbagliata la mossa dell'allenatore ha avuto la grande trovata di « sfoltire » i ranghi accusando i tifosi di disinteresse. Nell’intento di quadrare i bilanci, ha svenduto a man salva sperando nel miracolo. L’allenatore Franco Viviani subentrato a Losi pochi giorni prima dell’avvio delia stagione calcistica, ha fatto buon viso a cattiva sorte avallando la politica di austerità imposta dall’alto. Conoscendo superficialmente la maggior parte degli atleti ha peccato di fiducia ed ora sta pagandone lo scotto. I Sacco accortisi in ritardo delle magagne della loro gestione, sono corsi ai ripari eclissandosi, lasciando l'Alessandria nel caos. Neppure i recenti appelli sono riusciti a smuoverli dall'atteggiamento assunto negli ultimi mesi. AI capezzale della grande ammalata, la squadra grigia, sono rimasti in pochi, i soli ad avere a cuore le fortune della società. L’industriale di Spinetta Marengo ed i suoi figlioli girano alla larga, forse soddisfatti in cuor loro, di vedere il definitivo tramonto della squadra rilevata — continuiamo a ripetere in serie B — con progetti ambiziosi iniziali, ma dimenticati lungo il tragitto. Gli sportivi esasperati sono pronti a scendere sul piede di guerra, a difendere la squadra, i colori che rappresentano una città, non la riserva di caccia di una famiglia. L’ESASPERAZIONE E’ AL CULMINE, basta un piccolo incidente per provocare la guerra fredda e calda. Davanti ad una squadra ridotta al lumicino urgono rimedi che al momento attuale possono essere unicamente di natura psicologica. Gli appassionati devono assumersi la grave responsabilità di intervenire in forma diretta per salvare la società. I Sacco dal canto loro devono dire sino a che punto intendono operare. I novecento milioni di lire richiesti da Paolo Sacco per cedere l’Alessandria hanno il sapore di una barzelletta. 1 programma vanno rivisti e studiati per evitare di cadere nel ridicolo. L’intera penisola conosce i colpi di testa, le impennate della famiglia spinettese: ora la grande farsa deve finire. L’Alessandria appartiene ad una città ed i cittadini devono convincere i Sacco ad effettuare la scelta, ad uscire in campo aperto non per la tenzone, ma per un chiarimento. Paolo Sacco ha mostrato di essere nell’impossibilità di governare la barca grigia per cui deve andarsene cedendo ad altri il bastone di comando. La scorsa settimana abbiamo indicato quali sono le strade ancora possibili per evitare la frana definitiva. L’ingegnere Remo Sacco deve tornare alla guida o affidare la stessa a collaboratori capaci, esperti. Il maggiore azionista della società grigia ha un solo imbarazzo, quello della scelta. La grande decisione deve essere assunta nel più breve tempo possibile, senza indugio. Agendo in profondità, a colpi di bisturi, esiste ancora la possibilità di porre una pezza ad un campionato disastroso, irripetibile sotto il profilo della negatività. L’anno zero dell’Alessandria ha provocato sinora danni incalcolabili, ora è necessario porvi rimedio seppure con decisioni dure, tali da generare all’interno della famiglia qualche possibile irrigidimento. Il lungo discorso resta aperto: sono i Sacco a doverlo chiudere, speriamo nei migliori dei modi. La società di via Gentilini va ristrutturata in maniera veramente seria per avviare sin dalla prossima stagione, comunque vadano le cose, un discorso nuovo e costruttivo. Sgomberato il campo sulle colpevolezze del vertice scendiamo ad analizzare il comportamento della squadra. L’ALESSANDRIA BATTUTO il Padova con un punteggio pulito, è incappata la scorsa domenica nella terza sconfitta consecutiva. La squadra ha riconfermato al « Martelli » l’idiosincrasia ai terreni esterni. Stavolta la sfortuna è fuori dal gioco. L’undici grigio pur affrontando una compagine di pari potenza è naufragata nel grigiore generale della giornata evidenziando pecche congenite. Viviani facendo tesoro delle ultime esperienze ha disposto sul terreno dei lombardi, la squadra con chiari intendimenti difensivistici senza abbandonarsi ad una tattica completamente rinunciataria, al catenaccio per meglio intenderci. Richiamato Di Benedetto a fare coppia con Di Brino, ha avanzato Vanara nel ruolo che gli è maggiormente congeniale. Conoscendo i limiti dei rossi ha disposto marcature strettissime ad eccezione di Doiso chiamato a svolgere una funzione di regìa. Raccolti nella propria metà campo i grigi hanno atteso a lungo l’assalto dei mantovani, preoccupati oltre misura di farsi trafiggere in contropiede. Tatticamente la disposizione degli uomini si è dimostrata indovinata senonchè Dolso, dedicandosi al centrocampo spesso e sovente ha lasciato ampio spazio al mobile Merlo. Dal centrocampista virgiliano è nata l’unica e fruttuosa azione dei padroni di casa. E’ accaduto un minuto dopo la mezz’ora quando Merlo sceso indisturbato sulla destra ha crossato al centro. Il pallone scivolato sotto al piede di Di Benedetto è pervenuto al libero Mongitore che da due passi non ha avuto difficoltà nel battere l’incolpevole Zanier. I guai tecnici dell’Alessandria si sono ingigantiti oltremisura dopo il gol dei rossi, increduli per la facilità con la quale erano andati a bersaglio. Dolso e compagni costretti ad attaccare per riagguantare il pareggio hanno dato vita ad uno sterile dominio sulla fascia centrale del campo senza trovare, prima lo spiraglio per inserire il giocatore e in secondo luogo l'uomo gol. Il malessere cronico dei grigi si ripete: manovra accettabile pur con le riserve del caso sino a trequarti, caos in prossimità dell’area di rigore. Nella ripresa in particolare la compagine piemontese ha cercato ripetutamente di fare saltare il grimaldello davanti alla rete di Bandoni. VOLETE SAPERE in quante occasioni gli alessandrini sono riusciti a rompere l’accerchiamento chiamando in causa l’estremo difensore? Esattamente due, la prima con una tempestiva incornata di Frigerio e la seconda, con un’altra zuccata di Giani. In entrambe le occasioni Bandoni ha risposto da par suo nonostante in occasione del tiro di Frigerio l’arbitro Lapi avesse individuato sospetta di fuori gioco la posizione dell’alessandrino. Due tiri in novanta minuti sono eccessivamente pochi. Il Mantova c risultato ancora più sterile dei grigi, ma il suo tiro è risultato... vincente. Potremmo ancora aggiungere per onestà di cronaca che il direttore di gara, il signor Lapi di Firenze, nella ripresa ha diretto in modo alquanto discutibile per uno... stiramento rimediato sgambando sul non facile terreno. Lapi è lo stesso arbitro che nello scorso campionato condannò l’Alessandria sul campo di San Benedetto prima espellendo Mazzia indi concedendo un calcio di rigore ai padroni di casa. 11 fiorentino si è ripetuto a Mantova azzoppandosi e poi fischiando a sproposito, ammonendo Borghi e Dolso per concludere con la concessione dell’inesistente fuori gioco sul bel colpo di testa di Frigerio. La sconfitta dei grigi non presta H fianco ad alcuna giustificazione. La squadra seppure rinforzata a centrocampo per l’avanzamento di Vanara fatica a trovare lo spunto decisivo per puntare in gol. Si manovra molto, eccessivamente sulla fascia centrale, raramente parte il suggerimento improvviso per il compagno, il rallentamento finisce per favorire la retroguardia avversaria solitamente ben impostata anche fisicamente. Marullo, abbiamo detto, si è esibito in alcuni scatti, ma la fatica si è infranta solitamente al limitare dell'arca. Altrettanto dicasi per Frigerio che, nella mediocrità, resta l’uomo più pericoloso della traballante squadra alessandrina. Il sostegno dei centrocampisti che a turno dovrebbero inserirsi negli spazi è alquanto fragile: Pillon si difende bene in fase arretrata, ma difficilmente arrischia il tiro da fuori arca; Giani è piuttosto titubante nonostante possegga i mezzi per inserirsi e sciabolare con decisione. Su Dolso ci siamo intrattenuti: ha pennellato ottimi palloni nella prima mezz’ora di gioco poi si è emarginato dal gioco. Nella ripresa in particolare il tecnico Arrigo si è messo in disparte uscendone raramente con alcuni dribbling stretti senza costrutto. Inutile sottolineare che la consistenza dei grigi si misura sul metro dell'esibizione del giocatore. Il ragazzo pur avendo insistito per essere inserito in squadra è mancato sul piano fisico e tecnico. Comprendiamo le difficoltà del ragazzo nel muoversi tra compagni che sovente non ne comprendono il gioco, ma ritirarsi sdegnosamente sul'aventino giova assai poco alla causa grigia. La retroguardia a differenza delle ultime giornate è apparsa meglio registrata tenendo testa ai virgiliani senza eccessiva fatica. Buoni gli inserimenti in fase offensiva di Borghi (sostituito nell’interscambio da Vanara) e dello stesso Colombo il quale ha concesso poco spazio al centravanti Jacovone partito con propositi assai battaglieri. SENZA INFAMIA E SENZA LODE l’esibizione di Di Brino e dello stesso Di Benedetto costretto ad abbandonare il campo al 50’ per un infortunio assai grave, almeno stando alle prime risultanze mediche. Concluso il ciclo delle tre partite negative l’Alessandria si appresta ad affrontare il trittico infernale comprendente Udinese in casa. Lecco in trasferta e Monza nuovamente al Moccagatta in attesa di trasferirsi al "Palli" per il primo derby del girone di ritorno. La situazione in classifica si è fatta critica: il Vigevano, terzultimo è a tre punti, ma con una partita in meno. Alle spalle dell’Alessandria troviamo l'Albese che ha fermato il Monza ed in compagnia dei grigi — a quota 18 — il Padova. Appare evidente dal quadro che i mandrogni sono tra color che son sospesi sul baratro della retrocessione in quarta serie. Determinante ai fini della salvezza saranno le prossime tre gare: restare a mani' vuote significa scavarsi la fossa. La prossima domenica sarà di scena allo stadio l’Udinese reduce da un secco tre a zero inflitto al Venezia. I bianconeri costituiscono, dopo il Monza, il complesso più quadrato. La squadra di casa è chiamata alla prova del fuoco. Viviani è in posizione oltremodo critica per non dire disperata. I risultati tardano a giungere. il momento diviene difficilissimo. Davanti ad ulteriori magre della squadra è giocoforza armarsi di buona volontà, tentare ogni strada per allontanarsi dalle sabbie mobili. Il tecnico dispone di tre partite per giocare le proprie chance, oltre la situazione potrebbe aggravarsi al punto da richiedere rimedi estremi. L’allenatore dispone della fiducia dei dirigenti e di una parte dei tifosi, ma è evidente che si tratta di un sostegno legato alle prossime imprese della squadra. Pur con tutte le attenuanti che devono essere concesse al mister è fuori discussione che non si può accettare supinamente il fato. Gli sportivi ovviamente sono chiamati a costituire un fronte unico per garantire ai ragazzi un incitamento costante. « Guerreggiare al momento attuale è pericolosissimo — ammette Viviani — perchè di fronte alla crisi è indispensabile costituire un fronte unico. L’Alessandria ha le possibilità per riprendere il cammino. Contro avversari di maggiore levatura i ragazzi si batteranno con il cuore in mano, ne sono certo ». Sulla formazione è prematuro avanzare pronostici: non è da escludersi un ritorno di Reja per consentire lo spostamento di Vanara a fianco di Di Brino. Se il centrocampista ha ricuperato i vantaggi saranno certamente notevoli, in caso contrario... meglio non pensarci. Altre soluzioni alternative sono da escludersi considerato il periodo di offuscamento di Baisi, un giocatore dal quale il tecnico e gli sportivi si attendevano una stagione d’avanguardia. Una cosa è certa: con l’Udinese o si vince o si... perisce. 11 tempo delle illusioni, dei se e dei ma è finito: solo i risultati fanno testo. Lo sanno il tecnico e i giocatori, gli sportivi ormai in preda al pessimismo. L’orso grigio stavolta deve ”matare” la zebretta friulana per sopravvivere, deve uscire vincitore a costo di concludere la tenzone con la bava alla bocca. (Il Piccolo - Il Gattopardo) I GRIGI VANNO KO A MANTOVA (E VIVIANI RISCHIA LA PANCHINA) La nuova sconfitta (è la terza consecutiva) patita dall'Alessandria sul campo del Mantova deve aver aperto gli occhi ai dirigenti i quali, subito dopo il termine della partita, si sono riuniti nella sede del Mantova per vagliare la situazione. Non è improbabile che venga preso qualche drastico provvedimento. L'allenatore Viviani, da quanto si è potuto capire, potrebbe avere le ore contate come tecnico dei grigi. Quanto alla partita, giocata su un terreno pesantissimo, c'è poco da dire: l'ha vinta il Mantova e con pieno merito perché i virgiliani hanno corso più degli ospiti, apparsi svuotati di energie e rassegnati in partenza alla sconfitta. Soltanto negli ultimi venti minuti, i grigi hanno tentato di riequilibrare le sorti, ma le loro offensive sono apparse poco convinte, tanto è vero che il portiere Bandoni, che all'ultimo momento aveva sostituito il titolare Tarocco, infortunato, non ha dovuto effettuare alcun intervento di rilievo. Il gol biancorosso è giunto alla mezz'ora: Lizzari ha servito Merlo che s'è involato sulla fascia laterale destra ed ha poi spedito al centro per l'accorrente Mongitore che, di sinistro, ha depositato in rete. (La Stampa) Risultati: Aibese - Monza 0 0 Belluno - Vigevano rinv. Clcdiasott. - P. Patria 2-0 Juniorcasale - S. Angelo 1-0 Lecco - Padova 1-0 Seregno P. Vercelli 0-0 Trento - Cremonese 1-1 Treviso - Bolzano 3-1 Udinese - Venezia 3-0 CLASSIFICA: Monza* p.35; Udinese 30; Treviso 29; Cremonese 27; Lecco* 25; Casale, Clodiasottom. 24; S. Angelo Lod., Mantova, Venezia, Pro Patria 22; Pro Vercelli, Seregno 21; Bolzano* 20; Padova, Alessandria 18; Vigevano* 15; Trento* 14; Belluno* 8 *una gara in meno Marcatori: 10 reti: Giavardi (Lecco); 9 reti: Basili (Clodiasottomarina) e Sanseverino (Monza); 8 reti: Motta e Polvar (Juniorcasale), Ballarin (Padova), Skoglund (Sant’Angelo), Osellame (Treviso) Il punto sul campionato Da Alba il Monza ha portato a casa il preventivato pareggio, non si è lamentato neppure l'Albese ben contenta di aggiungere un altro punto; lo 0-0 finale non ha scontentato quasi nessuno anche se al termine della gara non è mancata qualche recriminazione. Seregno e Pro Vercelli hanno pareggiato al termine di una sfida decisamente non bella, anche se discretamente combattuta. L'Udinese nella ripresa è andata a segno due volte nel giro di dieci minuti: prima Galasso e poi Gaiardi. La Junior si è imposta sul S.Angelo in una partita nervosa con quattro espulsioni: la squadra avversaria ha svolto un ruolo intimidatorio: a decidere la gara è stato Ghio al 79'.