Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
22-02-1976 - Giornata: 23 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Udinese AC 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 73. Baisi S.[A]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Di Brino Marcello, Di Benedetto Glauco, Vanara Elio [60. Baisi Sergio Pietro], Colombo Antonio, Borghi Ambrogio, Giani Pierluigi, Pillon Giuseppe, Marullo Michele, Dolso Arrigo, Frigerio Emilio A disp.:(P) Favot Sergio All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
UDINESE AC: Marcatti, Sgrazzutti, Fabbro, Gaiardi, Groppi, Belotti, Garganico, Gustinetti, Perego [46. Bozza], D'Alessi, Galasso. A disp.: Tamburrini, Bettoia. All.: Rosa Humberto

Arbitro: Panzino Giuseppe (Catanzaro)
Note
Ammoniti Belotti [U]; Dolso [A] Spettatori: 3.000 circa di cui 2.073 paganti per un incasso di 4.425.300 lire. Angoli: 8-1 Inizio gara ore 15.00

Commento
L'"ORSO GRIGIO" SI SCATENA E PER I FRIULANI E' NOTTE Gagliarda partita dell’undici di Viviani che ha letteralmente cancellato l’Udinese La partita a senso unico © D’Alessi, sulla linea di porta, e la traversa salvano le ”zebrette” da una dura sconfitta © L’unica rete della giornata messa a segno dal rientrante Baisi © Il grande trittico di partite aperto ali’ insegna del risveglio L’Alessandria tenta a Lecco il grande colpaccio in attesa del capolista Monza La bandiera grigia torna a sventolare sul pennone del campionato: la vittoria sull’Udinese tradizionale avversaria è riuscita a dissipare momentaneamente molte ombre. Il confronto era di quelli che fanno tremare i polsi, una specie di vera prova del nove per le fortune alessandrine scese molto in basso. L’undici di Viviani, nella giornata nera per le cenerentole della classifica (sconfitta in casa del Vigevano, battuta d’arresto del Trento a Busto Arsizio e del Belluno a Venezia) è riuscito laddove avevano fallito altre formazioni agguerrite. I friulani reduci da un sonante tre a zero ai veneziani sono giunti ad Alessandria con il vento in poppa: toccava ai padroni di casa lavorare di fioretto, cercare la botta vincente. Il piano dell’allenatore Rosa era sin troppo scoperto visto l’andamento della contesa I bianconeri dovevano limitarsi a controllare i padroni di casa per approfittare degli inevitabili sbandamenti in avanti; fidando sull’abilità delle punte dovevano attendere il momento propizio per mettere l’antagonista con le spalle al muro. L’Udinese si è attenuta rigidamente al dispositivo, certa prima o poi, di trovare lo spiraglio giusto per "bucare” l’ex, vale a dire Zanier. La trappola non ha funzionato e vedremo tra poco il perchè. La vigilia dell’atteso confronto clou era stato particolarmente movimentato per Viviani ed i ragazzi reduci da tre sconfitte piuttosto amare, Sant’Angelo Lodigiano, Treviso e Mantova. La caduta ai "Martelli” aveva dato la stura alle supposizioni più disparate: Viviani se ne va, i Sacco scaricano l’allenatore per crearsi un alibi in vista di ulteriori franamenti. II tecnico chiamato direttamente in causa, rispose che sarebbe rimasto al suo posto « convinto di essere il nocchiero in grado di salvare i grigi dal precipizio ». li mister andando oltre aggiunse di « volere continuare a battersi certo che i risultati prima o poi sarebbero giunti a premiare la costanza ». L’ESAME RAPPRESENTATO DA ALESSANDRIA - UDINESE era il banco di prova per stabilire sino a che punto Viviani aveva ragione. Le belle parole, i proponimenti sono cose bellissime solo nel momento in cui trovano pratica concretizzazione. Gli attuali "padroni” della società di chiacchiere, in passato, ne hanno fatte molte, per non dire troppe con i risultati ben noti. L’Alessandria doveva necessariamente uscire dall’equivoco, battersi con quanto fiato aveva nei polmoni per supplire alle carenze tecniche, per dare una svolta al torneo prima di toccare il fondo della classifica. Viviani ha iniziato la ricostruzione della compagine partendo dall’aspetto psicologico ancora prima di giungere a scegliere i protagonisti del grande duello. Una fatica notevole in quanto si trattava di inculcare nei ragazzi il convincimento di una superiorità espressa solo saltuariamente e, in alcune occasioni tra mille difficoltà originate da fattori esterni. Esaurita la parte delicatissima dell’abito mentale, ha affrontato il secondo argomento riconfermando l’undici dell’ultima domenica con una sola variante: Baisi in panchina a fianco di Alberti per tentare, se possibile, una staffetta qualora fosse stato necessario tentare lo sfondamento della retroguardia friulana o rincorrere una rete di svantaggio. Cosciente del pericolo al quale andava incontro qualora la squadra si fosse trovata in difficoltà, ha atteso fiducioso la risposta dei ragazzi chiamati a bloccare la marcia ascensionale dell’Udinese, valida antagonista del Monza dominatore del campionato. La partita ha reso giustizia al tecnico ancor prima che la squadra scendesse in campo nervosa, ma decisa a lottare sino in fondo per fare propria l’intera posta. La tattica dell’Udinese ha in certo qual modo favorito lo schieramento tattico dell’allenatore, schieramento d’offesa ragionata, vale a dire senza creare troppi varchi alle spalle dei centrocampisti. Al cospetto di un antagonista di tale levatura la compagine grigia ha ritrovato la voglia di battersi, di competere sullo stesso livello. « L’Udinese è complesso organico e quadrato — aveva anticipato Viviani — capace di ogni impresa: al Moccagatta troverà avversari ai quali non tremeranno le gambe, disposti a metterla sotto senza troppi complimenti ». Così è stato sul rettangolo di gioco davanti a 2500 appassionati pronti ad applaudire, a sostenere i beniamini, ma disposti a scendere sul sentiero di guerra contro gli enigmatici dirigenti la società, paurosi di mettere il capo entro il rettangolo del Moccagatta. Persone senza carattere, timorose del confronto diretto con la massa degli sportivi che negli ultimi dieci anni ha portato alle casse sociali centinaia e centinaia di milioni di lire. L’Alessandria ha dunque vinto la battaglia prima psicologica e poi sul piano della praticità imponendosi sul più quotato avversario. L’UDINESE DALL’ALTO dei suoi dodici punti di vantaggio (scesi a dieci dopo la scoppola) non immaginava certo di trovarsi davanti ad undici satanassi scatenati, disperatamente protesi verso la rete avversaria. 1 tiri a rete si sono susseguiti con una intensità impressionante come mai si era visto dall’inizio del campionato. Viviani ha adottato marcature piuttosto rigide concedendo solo a Dolso una certa libertà d’azione per meglio coordinare il lavoro dei compagni. Manovrando D’Alessi in posizione arretrata per dare manforte alla difesa, Arrigo ne. ha tratto profitto attendendolo in zona pronto a parare i colpi. I bianconeri operano solitamente con tre punte partendo da lontano: bloccarle sulla fascia centrale era la parola d’obbligo e così è stato. 1 terzini Di Brino e Di Benedetto hanno fatto cose egregie, in particolare il secondo, sovente spinto in proiezione offensiva per indurre Garganico a mantenersi a distanza di sicurezza da Zanier. I difensori bloccando le estreme hanno consentito a Borghi di inserirsi con maggiore frequenza nelle maglie difensive avversarie, imitato da Colombo. Il capitano, si sa è un gladiatore che poco concede alla platea. Si incolla all’avversario, Io marca stretto, lo tallona con insistenza asfittica inducendolo a cercare altrove spazio per scattare verso rete. Perego sin che è rimasto in campo ha tentato a ripetizione di sganciarsi, di dialogare con le altre punte. Il buon Antonio con una grinta invidiabile ha insistito nella distruzione psicologica, prima con Perego e successivamente con Bozza subentratogli nella ripresa. A CENTROCAMPO VANARA con compiti di conquistatore e di interscambio con i colleghi, costretti dallo svilupparsi della partita ad abbandonare la retroguardia per allargare gli spazi alle punte fisse Marnilo e Frigerio. L’alessandrino ha retto con notevole determinazione sino al 14’ della ripresa momento in cui, è stato costretto ad abbandonare la scena per un improvviso malessere determinato, probabilmente, dalla tensione accumulata noi giorni precedenti la grande tenzone. Sul piano della combattività va posto il giovane Pillon, ragazzo i cui mezzi tecnici sono notevoli: difetta unicamente di esperienza. L’ex juventino ha retto stupendamente percorrendo chilometri su chilometri, tamponando le falle e ripartendo verso la zona . calda dove si battagliava con la spada invece del fioretto. Contrariamente a quanto era accaduto a Mantova, Arrigo Dolso chiamato ad esprimersi al meglio al cospetto degli ex compagni ha saputo muoversi sui binari giusti impostando le azioni con improvvisi "fendenti” tali da costringere gli avanti a compiere lunghe sgroppate sulle fasce solitamente trascurate. Il senso tattico dell’atleta non si discute quando decide di dedicarsi esclusivamente al collettivo. Domenica Dolso comprendendo l’importanza della posta in palio ha saputo resistere alle facili tentazioni di estraniarsi dal gioco, di operare a proprio vantaggio personale. Cercando costantemente il collegamento ha contribuito in misura notevole a tenere elevato il tono della contesa, condizione primaria per sorprendere un antagonista pronto ad approfittare di ogni eventuale disattenzione. 1 friulani squadra giovane, ben amalgamata sin dalle prime battute ha operato per addormentare il gioco, per incanalare i novanta minuti su un binario di tutta tranquillità certa di trarne al momento giusto, profitto. L’ALESSANDRIA, GRAZIE ai suoi uomini, ha evitato di cadere nella trappola mantenendo Giani a tre quarti sia per fungere da stantuffo, sia per sbarrare la strada alle rapidi incursioni. L'ex comasco reduce dalla gara disputata giovedì a Viareggio nelle file del Como ha accusato delle battute d’arresto, ma nei momenti in cui era necessario l’apporto è riuscito ad inserirsi con autorevolezza. Restano da analizzare le prestazioni delle punte: Marnilo in due occasioni ha avuto sui piedi la palla per andare a bersaglio. Sulla seconda ha addirittura "gelato” lo stadio per la grande papera. Il ragazzo buono in fase di impostazione e di scambio denuncia mancanza di esperienza e sovente della freddezza indispensabile per colpire a botta sicura. Ha il fiuto del gol, gli viene meno la razionalità per sfruttare situazioni improvvise come accaduto in occasione dei servizi di Di Brino e Frigerio. Quest’ultimo dal canto suo resta il trascinatore, la punta di diamante dell’offensiva: ha il grave difetto di insistere lungamente nei dribbling, di ignorare i compagni che ne fiancheggiano l’avanzata. La mancina deve imparare ad essere maggiormente altruistica ed i vantaggi saranno doppi. Un interscambio in zona gol novanta su cento favorisce lo sganciamento e la migliore conclusione dell'offesa. Purtroppo accade il contrario: Frigerio parte a testa bassa e, se gli riesce, si avvia a rete ignorando quanto gli accade attorno. Sarà compito di Viviani istruire maggiormente il ragazzo per sfruttarne razionalmente la grande carica che lo contraddistingue sul rettangolo di gioco. IL GIUDIZIO è oltremodo difficile su Baisi subentrato nella ripresa per rilevare Vanara. L’attaccante raramente ha avuto palle buone per dimostrare se la solfa è mutata oppure se i rintocchi sono quelli di sempre, il ragazzo sarà certamente impegnato nelle prossime gare per cui è oltremodo facile individuarne la caratura dopo il lungo e forzato riposo. L’appello di Viviani di "fare cerchio”, di "restare uniti” è stato accolto dall’intera rosa come confermava Reja prima della partita con l’Udinese. « Il momento è critico, confidava, ma ne usciremo perchè abbiamo formato un fronte unico ». L’Alessandria ha ribadito sul campo di essere grande al cospetto delle primattrici, quando cioè è necessario dare fondo alle energie, battersi su uno standard più consistente. L’undici piemontese opposto alla grande Udinese ha sfoderato un collettivo di primo piano tanto che pareva impossibile il divario di classe e di punti esistente tra le due compagini. Partita alla garibaldina la compagine ha resistito per l'intero arco della contesa senza concedersi un attimo di tregua. Centrocampo e difesa hanno contrastato l'avversario su ogni palla riuscendo a vincere quasi sempre i confronti diretti. Nel primo tempo Zanier è rimasto pressoché disoccupato, lavoro di ordinaria amministrazione perchè i compagni chiudevano invariabilmente ogni varco ripartendo verso l’opposta area. SOLO UN DESTINO avverso avrebbe potuto bloccare una Alessandria spumeggiante come mai si era visto al Moccagatta. Una mole di azioni impressionanti, asfissianti e una gragnuola di tiri verso la rete di Marcatti. E’ mancata ai grigi la freddezza nel momento di concludere. Osservando il taccuino è fuori discussione che i locali potevano andare a riposo almeno con due gol di vantaggio. La sarabanda l’ha iniziata Borghi con una grande legnata, l’ha proseguita — tanto per citare le azioni di maggior rilievo — Di Brino vedendosi respingere il tiro sulla linea bianca da D’Alessi, l’ha conclusa Marnilo indugiando su un perfetto suggerimento dello stesso Di Brino. Il centravanti smarcatissimo sulla sinistra, invece di concludere al volo ha preferito controllare il pallone perdendo attimi preziosi. Al momento del tiro la retroguardia bianconera era piazzatissima per evitare il peggio. In precedenza c’era stata una discesa rapida di Frigerio steso al limite dell’area da Belotti con un fallaccio più da espulsione che da ammonizione. Nella ripresa stessa musica, stessa determinazione nell’inseguire il risultato. Ancora tiri a ripetizione verso la porta di Marcatti poi, colmo di sventura, la perfetta inzuccata di Giani con pallone sulla traversa. SULL’AZIONE MENO PERICOLOSA nasceva il gol, un gol che ha sorpreso alessandrini e avversari increduli davanti all’evento. L’azione registratasi al 75’ merita di essere raccontata. Dolso batte una punizione da fuori area, Giani schiaccia di testa verso Baisi pressato da Belotti. Nel contendersi il pallone i due finiscono a terra, ma è il libero friulano il più lesto a colpire la sfera per allontanarla dalla zona calda: il pallone incoccia però sulla scarpa di Baisi, si alza a candela e con una strana traiettoria a foglia morta si adagia alle spalle dell’incolpevole portiere bianconero. Una mazzata che stende gli ospiti sino a quel momento decisi a difendersi per strappare il punto. La reazione dell’undici !di Rosa è tutt’altro che entusiasmante: avanza in massa favorendo le improvvise incursioni degli alessandrini decisi a difendere il vantaggio abbondantemente guadagnato. Frigerio in due occasioni si invola al centro: la prima cerca la soluzione di prepotenza invece di allargare sui compagni, la seconda scodella un pallone d ’oro per lo smarcato Marnilo appostato davanti alla rete. Basta sospingere la sfera in rete, ma un sobbalzo lo tradisce: il ragazzo invece di centrare lo specchio della porta scarica la botta sopra la traversa. Una occasione sprecata balordamente che avrebbe messo a tacere ogni bisbiglio degli avversari. IL RISULTATO NON FA una grinza: l’Alessandria ha guadagnato i due punti cancellando l’ospite con una condotta di gara da squadra di alta classifica. Sapessero i grigi mandrogni proseguire domenica con la trasferta sul terreno dei lariani. Viviani ringalluzzito dalla vittoria spera proprio di proseguire la serie utile, di togliersi dalle secche della bassa classifica. Il tecnico era visibilmente soddisfatto del successo: il pubblico era pronto con il fucile spianato per una contestazione globale, invece sono giunti applausi a non finire. « Giovani e meno giovani hanno lottato con una baldanza impressionante dal primo all’ultimo minuto. L’Alessandria ha colto — prosegue Viviani —- un successo meritatissimo. I nostri ragazzi hanno risentito di un condizionamento psicologico, ma con il trascorrere dei minuti la volontà, il desiderio di imporsi è prevalso. Certo con maggiore freddezza avremmo colto un risultato più consono al volume di gioco espresso in campo. IL CICLO DI FERRO non finisce con l’Udinese — prosegue — ci attendono Lecco e Monza. Abbiamo iniziato bene, dobbiamo proseguire restando uniti. Ringrazio il pubblico per il costante incitamento: non è una sviolinatura, ma una constatazione ». Archiviato il successo che consente ai grigi di tenere a bada le ultime della classe s guarda a Lecco con l’intendi mento di conquistare un risultato utile. 11 morale è tornato a livelli dei giorni migliori, occorre approfittarne per concludere l’anno zero dei grigi all’insegna dell’armistizio con i tifosi Diverso il discorso con i dirigenti che, temendo le reazioni del pubblico, sono rimasti lontani dallo stadio. La paura a volte, fa proprio novanta (Il Piccolo - Il Gattopardo) GRIGI FORTUNA E VITTORIA Provvidenziale gol vincente contro l'Udinese al Moccagatta Boccata d'ossigeno per l'Alessandria che nella prima partita di un trittico di fuoco — domenica i grigi saranno a Lecco e poi incontreranno la capolista Monza —, hanno battuto al Moccagatta l'Udinese. Si potrà dire che l'unica rete realizzata alla mezz'ora del secondo tempo dal rientrante Baisi, è stata fortunosa, in compenso però, in almeno due o tre occasioni i bianconeri avevano salvato con più fortuna ancora la loro porta. Aggiungiamo qualche occasione sprecata da Manilio e non vi sono dubbi sulla più che j meritata vittoria alessandrina. Visi sorridenti finalmente, negli spogliatoi grigi e soddisfazione di Viviani anche se ha subito affermato che «bisogna stare con i piedi per terra», prova della grande responsabilità dell'allenatore che non nasconde le grosse difficoltà che ancora attendono l'Alessandria per raggiungere una posizione di tutta tranquillità in classifica. Baisi, assente dall'incontro di Trento, è rientrato in squadra nel secondo tempo al 59', sostituendo Vanara che, malgrado sia un «vecchio», ha risentito più degli altri dell'emozione per l'importanza della posta in palio e ha lamentato strani giramenti di testa, spiegabili soltanto da motivi psicologici. Gioco nel complesso corretto, malgrado le ammonizioni dell'udinese Garganico e di Dolso, per gioco falloso. Gli spettatori paganti erano 2073 (per un incasso di 4.425.300 lire) e bisogna subito dire che i tifosi hanno calorosamente incoraggiato i grigi, dimentichi di tante delusioni: «Segno evidente che anche il pubblico sentiva responsabilmente l'importanza della posta in palio», ha fatto rilevare Viviani. L'inizio vede subito l'Alessandria all'attacco con buone azioni e tanta grinta. Al 6' su punizione di Dolso, raccoglie Borghi, ma Marcatti para. Al 14' Manilio non approfitta in piena area di una buona occasione e un minuto dopo lo stesso errore lo commette Pillon. Unico tiro dell'Udinese al 26': la palla calciata da Garganico, attraversa tutta la luce della porta ed esce di lato. Insistono i grigi, al 28' e al 32' due tiri di Manilio non vanno a segno: il primo esce di poco, il secondo viene parato. Al 39' gran tiro di Dì Brino a portiere battuto, ma D'Alessl fortunosamente salva sulla linea bianca. Al 42' un pallone calciato da Marnilo viene con tanta fortuna parato da Marcatti. Nella ripresa al 60' sono ì veneti ad avere un'occasione da gol con Gaiardi, ma Zanier, pronto, salva in corner (gli angoli saranno 8 a 2 in favore dei grigi). Al 66' Pillane alza troppo, neppure un minuto e Giani colpisce l'incrocio dei pali, la palla rimbalza in campo, riprende Giani ma il portiere — la fortuna non aiuta l'Alessandria — para. Al 75' l'azione dell'unica rete. Dolso, poco fuori dall'area, calcia una punizione, tocca Giani e serve Baisi che fallisce l'intervento cadendo. Il libero udinese Belotti, interviene per liberare, il pallone colpisce i piedi di Baisi, ancora a terra, si alza e ricade a candela dietro le spalle di Marcatti. (La Stampa - Ed. Sport - Franco Marchiaro) Risultati: Bolzano - Albese 0-0 Cremonese - J. Casale 10 Padova - Trento 3-0 P. Patria - Treviso 10 P. Vercelli - Monza 1-1 S. Angelo - Mantova 0 1 Seregno - Lecco 2-0 Venezia - Belluno 2-0 Vigevano - Clodiasott. 1-3 CLASSIFICA: Monza* p.36; Udinese 30; Treviso, Cremonese 29; Clodiasott. 26 ; Lecco* 25; Mantova, Juniorcasale, Venezia, Pro Patria 24; Seregno 23; S. Angelo Lod., Pro Vercelli 22; Bolzano* 21; Alessandria, Padova 20; Albese 18; Vigevano* 15; Trento* 14; Belluno* 8 *una gara in meno Marcatori: 11 reti: Basili (Clodiasottomarina); 10 reti: Giavardi (Lecco); 9 reti: Sanseverino (Monza); 8 reti: Motta e Polvar (Juniorcasale), Ballarin (Padova), Skoglund (Sant’Angelo Lodigiano), Osellame (Treviso);