Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
29-02-1976 - Giornata: 24 - Lecco - Mario Rigamonti


Lecco Calcio - Alessandria Calcio US 3 - 1 (1 - 1)
RETI: 33. Volpi [Le] , 71. Angiolillo [Le] , 88. Angiolillo [Le] 17. Frigerio E.[A]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Di Brino Marcello, Di Benedetto Glauco, Vanara Elio, Colombo Antonio, Borghi Ambrogio, Giani Pierluigi, Pillon Giuseppe, Marullo Michele [70. Baisi Sergio Pietro], Dolso Arrigo, Frigerio Emilio A disp.:Alberti Antonio, (P) Favot Sergio All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
LECCO CALCIO: Martignoni, Magnocavallo, Sartirana, Filacchione, Ratti, Volpi Piero [67. Bonini], Giavardi, Pozzoli, Angiolillo, Pota, Marchi. A disp.: Troilo, De Rosa. All.: Massei Oscar.

Arbitro: Redini Giancarlo (Pisa)
Note
Ammoniti Marullo [A]; Pota [L]; Angiolillo [L]; Di Benedetto [A]; Marchi [L] Spettatori 2.000 Inizio gara ore 15.00

Commento
TROPPO ESORBITANTE IL LECCO PER UN'ALESSANDRIA ASMATICA Passati in vantaggio con Frigerio, la paura fa...,, rigore © Nella ripresa la retro - guardia si dissolve, lasciando via libera agli scatenati avversari © I grigi hanno praticamente regalato il successo ai lariani © Z anier salva la squadra da un pesante cappotto © L’ombra della serie D si allunga sul sodalizio di via Gentilini Il miracolo non si è ripetuto. L’Alessandria riconfermando la fragilità di carattere emersa in altre occasioni é naufragata sotto i colpi del Lecco. Ha rimediato un 1-3, risultato che lascia poco spazio ai se e ai ma, ai ripensamenti tardivi. I colpi d’ariete dei lariani non sono stati assorbiti e solo la bravura di Zanier ha evitato uno scivolone clamoroso. Lontano dal Moccagatta la compagine denuncia sbandamenti paurosi in fase difensiva consentendo agli avversari di dilagare verso la rete. Gli errori di Sant’Angelo Lodigiano sono stati ripetuti in maniera marchiana lasciando sgomenti la sparuta schiera di sportivi al seguito dell squadra. Dominata l'Udinese con una partita accorta, generosa, si attendeva la controprova di Lecco. per sapere se l’Alessandria era vittima di particolari circostanze oppure se la mediocre classifica era da ascriversi unicamente alle carenze tecnico - tattiche. Il responso del « Rigamonti » è disarmante, la squadra encomiabile per volontà ha un plafond mediocre. Racimolare i dodici - quattordici punti per avere in tasca la salvezza matematica sarà impresa da titani. A dare una mano all’Alessandria ci pensano le cenerentole, nell’ordine Belluno, Trento e Vigevano le quali fanno a gara nel sostenere le traballanti sorti delle casacche mandrogne. Alla fine del campionato mancano quattordici gare, troppe per illudersi sul raggiungimento facile della salvezza. L’Alessandria denuncia con il trascorrere delle gare lo stress derivante dalla continua ricerca del risultato utile. E’ dall’inizio della stagione che i grigi ogni qualvolta scendono in campo devono vincere o almeno pareggiare per rimediare ad una situazione fallimentare ancora prima dell’avvio. I ragazzi devono battersi con l’avversario e, contemporaneamente, contro quel condizionamento psicologico derivante dalla impellente necessità di fare risultato. Lottare in simili frangenti è oltremodo difficile, massacrante. Le strade sinora battute si sono dimostrate alla distanza poco proficue: si è iniziato puntando sugli anziani, si è proseguito con i giovani, la cosiddetta "linea verde" con identici risultati. E’ la mediocrità che impera, che emerge al cospetto di avversari decisi a battersi sfruttando l’orgoglio e la classe. La sconfitta senza attenuanti di Lecco si deve inquadrare in questo particolare clima. L’allenatore vista l’impossibilità di rimediare punti in trasferta punterà ogni chance sugli incontri interni dove il peso del pubblico incide positivamente sulla squadra. Lontano dal Moccagatta sono dolori nel vero senso della parola. Il complesso abile nel mantenere le marcature, nel comandate il gioco quando il risultato è inchiodato sullo 0-0 perde invariabilmente la tramontana nel momento in cui deve difendere la rete di vantaggio o cercare la rimonta. Saltano gli schemi, il nervosismo si impossessa degli atleti, la confusione cresce a dismisura favorendo l’antagonista. Basta ricordare i risultati di Bolzano, Sant’Angelo Lodigiano, Mantova per averne conferma. NELLA TRASFERTA DI BOLZANO i grigi dettarono legge sino al momento in cui l’avversario riuscì ad andare a bersaglio; a Sant’Angelo smarrirono il ben dell’intelletto nell’istante in cui Marullo portò in vantaggio i compagni; al « Martelli » il naufragio ebbe inizio quando i virgiliani riuscirono a fare saltare il sistema difensivo alessandrino seppure in maniera fortunosa. Altrettanto è accaduto al Rigamonti di Lecco, un campo che sta rivelandosi nefasto per le casacche grigie. Mister Viviani sulle ali dell’entusiasmo del successo della scorsa domenica predisponeva uno schieramento prudenziale con la segreta speranza di riuscire a porre in difficoltà i padroni di casa in contropiede. I blu-celesti dispongono di una squadra con intelaiatura salda: Filacchione centrocampista dalle grandi risorse è il motorino inesauribile, il propulsore di punte che rispondono al nome di Giavardi, Angiolillo e Marchi. La manovra del terzetto è sostenuta e perfezionata da Volpi, giocatore in grado di sfruttare il gran lavoro del compagno di squadra. L'avversario per riuscire a bloccare le insidiose punte dove badare principalmente a creare una fitta rete a centrocampo, per imbrigliarne lo slancio. Attraverso marcature strette, sull’uomo, si hanno buone possibilità per costringerle a manovrare in spazi ristretti invece che a tutto campo. L’allenatore in fase d'avvio ha badato essenzialmente a chiudere ogni varco mantenendo sia Giani che Dolso in posizione arretrata. L’Alessandria giostrando in tranquillità non ha tardato ad assumere le redini del gioco tanto più che i lariani parevano poco disposti a gettarsi a capofitto verso Zanier aprendo spazi alle spalle. Capitan Colombo e la pattuglia manovrando con passaggi rapidi e in profondità hanno tenuto il passo per una ventina di minuti. Il Lecco piuttosto abulico si limitava a controllare le sfuriate degli ospiti seriamente intenzionati a riconfermare la bella prova del precedente turno. La girandola di azioni sfociava al 17’ nel primo gol della giornata. BORGHI SULLA DESTRA "PESCAVA” Di Brino che, come un ariete, resisteva ad alcuni duri interventi uscendo dai contrasti con la palla al piede. Il terzino centrava a Frigerio con ottima scelta di tempo si gettava come un falchetto sul pallone anticipando il portiere insaccando. Una rete bellissima tale da scatenare la reazione del pubblico sugli spalti indispettito per la tattica rinunciataria dei beniamini. L'Alessandria ancora una volta aveva a disposizione il grande vantaggio per tentare se non la vittoria la via de! pareggio. Solitamente le squadre che possono disporre del gol Io amministrano saggiamente costringendo l’antagonista ad avanzare pronte a gettarsi nel contropiede. Condizione prima per respingere gli inevitabili assalti è la saldezza di nervi, la freddezza. La confusione finisce. inevitabilmente per favorire l’incursore. 1 lariani pungolati dal pubblico ripartivano verso l’opposta area trovando pane per i propri dent sino al 22’ quando Borghi commetteva l’imperdonabile errore di lanciarsi con inutile foga su Marchi ottimamente messo in corsa dal solito Filacchione. Il libero alessandrino temendo il peggio si gettava sull’avversario per contrarlo provocandone la caduta. Un fallo sul quale molto si potrebbe discutere, ma non per l’arbitro che senza indugiare un solo istante indicava il dischetto del rigore. L'astuto Volpi incaricato di battere la punizione dagli undici metri non falliva il bersaglio: fintando Zanier sulla destra lo trafiggeva sulla sinistra riequilibrando le sorti della partita. Il vantaggio degli alessandrini sfumava con una facilità incredibile rigenerando l’avversario piuttosto ritoccato dalla rete subita cinque minuti prima. L’undici piemontese seppure annichilito dalla pronta rimonta avversaria (all’Alessandria l'handicap di una rete è nella maggior parte dei casi fatale) riusciva ugualmente a riordinare le file, a proseguire con la determinazione iniziale. Mantenendo il controllo del centrocampo il Lecco pur attaccando era costretto a tenere gli occhi aperti nelle retrovie per evitare di ricadere in brutte avventure. Fiiacchione c Marchi erano gli uomini più insidiosi nell’ultima parte della gara, ma era per l'Alessandria la grande occasione. A crearla era Giani rinvenuto dalle retrovie con bello scatto: il "tornante” dalla linea di fondo effettuava un calibrato cross sul quale si avventavano sia Frigerio che Marullo. L’ala pressata dall’avversario falliva l’intervento, ma non Manilio il quale invece di mirare nell’angolino sguarnito calciava su un difensore pronto ad allontanare la minaccia. COMPLESSIVAMENTE UN PRIMO TEMPO all’insegna di un’Alessandria accorta anche se ingenua nell’occasione del pareggio. Nella ripresa il clichè mutava: il Lecco cresceva a dismisura e l’Alessandria calava paurosamente ingigantendo i meriti dei padroni di casa. Il centrocampo segnava il passo mentre la difesa dimostrava la propria inconsistenza aprendosi a ventaglio tanto da lasciare am pio spazio agli attaccanti lariani. Per frenare gli slalom di Marchi o Giavardi si mettevano in movimento quattro - cinque uomini: non era più utile attenderlo in zona mantenendo il controllo del diretto avversario? Il Lecco si trasformava in una specie di anguilla tanto che le punte parevano veramente imprendibili. Dolso e Vanara erano chiamati ad un lavoro faticosissimo, ma trattandosi di "veterani” erano sempre gli avversari a sgusciare più veloci. II terzino Di Brino discreto nel primo tempo denunciava i primi sintomi di stanchezza lasciando a Marchi ampi spazi entro i quali inserirsi. Contro un complesso scatenato era impresa da leoni resistere, rimediare alle carenze tecniche con una maggiore grinta. Il colpaccio del pareggio sarebbe ugualmente riuscito se nel finale stanchezza e ingenuità non avessero fatto pendere la bilancia dalla parte opposta. Raccontiamo la seconda rete dei lombardi. Bonini subentrato a Volpi, infortunatosi in uno scontro fortuito con Frigerio, avanza sulla destra poi intravisto un tunnel nell’area alessandrina effettuava il lancio verso Angiolillo. Al centravanti bastava una finta per liberarsi di Di Brino, nettamente colto in contropiede, e girare al volo nella rete di Zanier. Un capolavoro di tempismo, ma una enorme ingenuità dell’intera retroguardia rimasta completamente immobile sull’invitante lancio del ladano. Il vantaggio del Lecco tagliava letteralmente le gambe agli alessandrini solitamente gigioneggianti davanti alla rete avversaria. L’esempio lo si aveva nove minuti dopo. Vanara in fase d’attacco appoggiava su Giani che gli restituiva la sfera: Elio con un perfetto colpo di tacco smarcava nuovamente l'ala che poteva cosi avviarsi verso la porta avversaria, li comasco invece della bordata improvvisa, pur essendo in zona tiro, preferiva destreggiarsi ulteriormente perdendo una buona occasione per sorprendere l'estremo difensore avversario. IL LECCO RINGRAZIAVA ripartendo alia controffensiva con lanci in profondità invece dei soliti passaggi a breve gittata che finiscono con il favorire il difensore pronto a chiudersi a riccio davanti al portiere. Fiiacchione e compagni andavano a nozze con una retroguardia ormai impazzita, sbilanciata, protesa unicamente a tentare il riaggancio. Le punte locali si scatenavano, facevano il bello e cattivo tempo in particolare Marchi e Giavardi pronte a portare lo scompiglio nell’area di rigore alessandrina. Il monologo dei blu-celesti era impressionante tale da fare temere il tracollo da un momento all’altro. Zanier doveva superarsi in almeno tre occasioni, quando Giavardi superato Di Benedetto si presentava solo nell’area (l’uscita a kamikaze del difensore meritava con novanta probabilità su cento il castigo del rigore) ed infine su Marchi. La mancina lariana libera dal complesso Di Brino si trasformava nelle battute finali in un mostro vero e proprio. Zanier gli rispondeva alla grande salvando altre umiliazioni. L’estremo difensore nulla poteva infine sull’ultima scorribanda di Angiolillo lanciato in profondità da Ratti. 11 centravanti bruciava Colombo, si avviava verso l’area di rigore fulminando Zanier in uscita con un fendente imprendibile. L’Alessandria ormai groggy subiva passivamente il grande ritorno del Lecco. Per i grigi nulla da segnalare se si eccettua due colpi di testa di Baisi facilmente neutralizzati da Martignani. Facile intuire lo scoramento nel clan alessandrino (Carlo Sacco, Ressia, prof. Mazza e l’irriducibile Paleto) letteralmente freddato dalla metamorfosi compiuta dall’undici tra il primo e secondo tempo. Lo stesso Viviani non ha mendicato scuse: ha parlato di grosse ingenuità, di errori madornali che hanno favorito il rilancio dei locali i quali non si attendevano il regalo. « Nel primo tempo i ragazzi hanno contrastato efficacemente l'avversario. Purtroppo dopo il gol di Frigerio è giunto il rigore: sono un tesserato per cui mi è impedito di pronunciarmi. Nella ripresa la situazione è precipitata - ha proseguito il mister - per demerito nostro. Sul gol di Angiolillo abbiamo spalancato la porta. L’obiettivo della vigilia era il pareggio, il punto poteva essere strappato se in campo i giocatori avessero evitato le macroscopiche ingenuità ». LA SITUAZIONE SI FA CRITICA, il destino dei grigi è legato ad un filo. « Purtroppo dobbiamo attendere i risultati dagli altri campi per intravedere il nostro futuro. E' una magra consolazione, ma il campionato attuale non consente illusioni. Riordineremo le file. apporteremo le varianti indispensabili: con la capolista Monza - conclude Viviani - ancora una volta è d'obbligo vincere. Sul campo amico dobbiamo evitare di scialare altri pumi visto che le trasferte sono indigeste ». Il momento è oltremodo critico per la compagine attualmente in una posizione di classifica tutt’altro che brillante. L’Alessandra ringrazia sentitamente Pro Vercelli e Monza per le vittorie che consentono di mantenere inalterato il vantaggio sul Trento e sul Vigevano. Una soddisfazione magra che potrebbe deteriorarsi nelle quattordici partite finali. La compagine di Viviani dimostra troppa fragilità lontano dalle mura amiche per sperare in una escalation futura. 11 destino dei grigi resta conseguentemente legato alle partite che la squadra disputerà al Moccagatta dove sono in programma sette incontri e precisamente con il Monza, l’Albese, il Bolzano, la Pro Vercelli, il Clodiasottomarina. la Pro Patria, il Trento. I mandrogni riceveranno due dirette antagoniste (Albese e Trento) sul proprio terreno mentre affronteranno la terza (il Vigevano) in trasferta. Su quattordici punti a disposizione almeno dieci devono essere incamerati per avere ottime probabilità di concludere la stagio ne evitando altri patemi d’animo. Aggiungiamo che determinanti o quasi saranno le prossime due gare rispettivamente con lo scatenato Monza e la Juniorcasale. La capolista forte del vantaggio — sette punti — giunge ad Alessandria con l’animo tranquillo puntando al pareggio. All’undici di Viviani la suddivisione della posta potrebbe andar bene, ma rinunciare alla possibilità di un successo alla vigilia del derby è poco saggio. Gli alessandrini non dovranno commettere l’errore dello scorso anno con il Verona quando si rinunciò in partenza alla possibilità di tentare il colpo gobbo. Condizione essenziale per riuscire nell’intento è il ritorno ad una condotta di gara basata essenzialmente sull’agonismo, sulla volontà di battersi ad armi pari con l’indiscusso dominatore del campionato. La recente partita con il Lecco ha evidenziato l’utilità di rivedere il pacchetto difensivo riportando Vanara a fare coppia con Di Brino ed inserendo nuovamente Reja il quale dovrebbe essere tornato su un livello accettabile di forma. Elio qualora si intendesse rinforzare il centrocampo potrebbe rilevare Pillon apparso piuttosto sfocato per lo sforzo sinora compiuto. (Il Piccolo - Il Gattopardo) ALESSANDRIA CONTRO LA LOGICA Un netto crollo nella ripresa che non trova spiegazioni L'Alessandria vede impallidire dietro il Resegone le sue speranze di salvezza. Anche da Lecco infatti, la squadra di Viviani esce battuta con un secco 1-3 senza attenuanti, ed ora dovrà tirare fuori !e unghie per dimostrare di non aver accusato troppo la decima sconfitta di questo suo strano campionato. Continuando Infatti nel suo rendimento altalenante, la squadra grigia ha disputato una delle partite più folli, di quest'anno. Con un gioco di prestigio degno del migliori illusionisti, la squadra di Viviani è riuscita tra la prima e la seconda parte dell'incontro a mutare radicalmente volto. Andati in vantaggio per primi con un gol da perfetto opportunista siglato da Frigerio, i grigi hanno proseguito decisi e ordinati, tenendo a bada un Lecco in verità piuttosto pasticcione nel suoi affondi. Nella ripresa Invece tutto e stato sconvolto. Colombo e compagni sono andati completamente alla deriva Ben pochi emergono da questo naufragio durato 45 minuti. Se poche colpe si possono attribuire alle punte, che nella ripresa non si sono quasi mai avvicinate sulla porta di Martignoni. sono invece calati a picco 1 due reparti nevralgici del complesso. Quindici minuti di non gioco e poi il gol alessandrino. Borghi serve DI Brino sulla destra, il terzino scatta, e centra per Frigerio che si getta con coraggio di testa e precede Martignoni in uscita. Il tempo di gioire è troppo breve pero. Cinque minuti, dopo Infatti (22') Marchi lanciato in area da Pota viene contrastato da Colombo che lo atterra. Batte la medesima punizione Volpi e pareggia. Due azioni, due gol, la partita sembra promettere faville. Una mischia paurosa dopo tre minuti della ripresa sotto la porta del grigi, fa capire che qualcosa è mutato. Al 53' primo grosso pericolo: il palo salva Zanier da una bordata di Angiolillo. Ormai in campo c'è una sola squadra. Al 67' corner di Pozzoli, per Magnacavallo, ma il terzino è troppo precipitoso e Di Brino salva deviando col corpo. Le azioni si susseguono a ritmo sempre più incalzante, finché l'Alessandria tracolla completamente. E' il 71' Bonini scatta e serve in area Angiolillo, la difesa è colta di sorpresa ed li centravanti senza difficoltà insacca. Si susseguono altri batti e ribatti ;n urea grigia, ed a due minuti dalla fine arriva la terza botta. Ancora Bonini vince un contrasto con Dolso lancia Angiolillo che percorre mezzo campo braccato da Colombo, entra in area e batte Zanier in uscita. (La Stampa - Ed. Sport - Fabio Vergnano) Risultati: Albese - Padova 3-1 Belluno - Bolzano 0-2 Clodiasottomarina - S. Angelo L. 1-0 Juniorcasale - Pro Patria 2-1 Mantova - Treviso 1-2 Monza - Vigevano 2-1 Trento - Pro Vercelli 0-1 Udinese - Cremonese 1-2 Venezia - Seregno 1-1 CLASSIFICA: Monza* p.33; Treviso, Cremonese 31; Udinese 30; Clodiasottomarina 28; Lecco* 27; Juniorcasale 26; Venezia 25; Mantova, Pro Vercelli, Pro Patria 24; Bolzano* 23; S. Angelo L. 22; Alessandria. Padova, Albese 20; Vigevano* 15; Trento* 14; Belluno 8 *una gara in meno MARCATORI: 11 reti: Basili (Clodiasottomarina); 10 reti: Giavardi (Lecco); 9 reti: Sanseverino (Monza), Polvar (Juniorcasale). 8 reti: Motta (Juniorcasale), Ballarin (Padova); Skoglund (Sant’Angelo), Cairn (Seregno), Osellame (Treviso) Il punto sul campionato Il Casale ha fornito una prova di carattere, riuscendo dapprima a rimontare lo svantaggio di una rete e successivamente a ottenere la vittoria contro la Pro Patria. Anche il Bolzano è stato troppo forte per il Belluno: dopo un primo tempo a favore dei padroni di casa, gli altoatesini hanno dilagato nella ripresa. La Pro Vercelli, sul campo del Trento, ha saputo impostare una gara intelligente: gli ospiti hanno infoltito il centrocampo riuscendo a spegnere ogni tentativo offensivo dei locali. Dopo solo mezzo minuto di gioco la Cremonese si è portata in vantaggio a Udine, risposta dei padroni di casa dopo 6' con Belotti che al 15' ha causato una autorete. L'Albese ha battuto, in maniera netta, il Padova disputando una eccellente prova, manovrando a tutto campo. Alla lunga ha avuto ragione la legge del più forte: nonostante il Vigevano ha saputo rallentare la partita e manovrare spesso la palla a centrocampo fino alla metà della ripresa quando la capolista Monza ha preso il sopravvento, diventando padrone incontrastato del gioco.