Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
21-03-1976 - Giornata: 27 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Albese US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Di Brino Marcello, Di Benedetto Glauco, Reja Edoardo, Colombo Antonio [12. Pillon Giuseppe], Borghi Ambrogio, Giani Pierluigi, Vanara Elio, Marullo Michele, Dolso Arrigo, Frigerio Emilio A disp.:Baisi Sergio Pietro, (P) Favot Sergio All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
ALBESE US: Rottoli, De Gasperi, Soro, Manzin, Nolfo, Saioni, Carelli, Rampanti, Palilla, Luciani, Magara. A disp.: Eberini, Gobetti, Fantini. All.: Ferretti Amilcare

Arbitro: Marino Giuseppe (Genova)
Note
Ammoniti Luciani [Alb], Manzin [Alb]; Soro [Alb] Spettatori: 2.500 circa di cui 2.058 paganti per un incasso di 4.482.000 lire. Inizio gara ore 15.00

Commento
Recuperi: Lecco – Bolzano 1-0 Trento – Monza 1-1 Belluno – Vigevano 0-1 INUTILE ARREMBAGGIO L'ALBESE NON MOLLA Deludente prestazione degli uomini di Viviani. Irriconoscibile il centrocampo I "bianco-azzurri” si salvano per due volte sulla linea bianca, Incidente allo stopper Colombo. Classifica precaria, nonostante la sconfitta del Vigevano. L’Alessandria domenica a Belluno tenta la carta del primo successo stagionale esterno Sempre più indecifrabile l’Alessandria edizione 11975-76: superati alla grande avversari come Udinese e Monza, scivolata per mera sfortuna sulla buccia di banana del derby con la Juniorcasale, c naufragata con un avversario di uguale caratura, l’Albese. Il confronto diretto si è concluso con uno squallido zero a zero che premia gli ospiti creando nel contempo nuove apprensioni per i padroni di casa. Il volto dei grigi resta indecifrabile davanti all’altalena dei risultati tanto da confermare il sospetto di un condizionamento psicologico di natura abbastanza serio. La vittoria con i bianco-azzurri era importante sia per aggiungere altri due punti alla squallida classifica sia per dimostrare la validità dei segni di ripresa evidenziati nelle ultime gare. Sul rettangolo l’undici di Viviani ha riscoperto il vecchio volto ha denunciato una fragilità paurosa nella geometria del gioco attaccando in continuazione senza trovare lo spunto per far chinare la schiena a Rottoli portiere dei langaroli. A dare un aiuto ai grigi hanno pensato la Juniorcasale pareggiando a Trento e il Padova piegando di misura il Vigevano. Le due squadre che formano con il Belluno il terzetto di retroguardia votato alla retrocessione viaggiano rispettivamente a sei e cinque punti, margine abbastanza sicuro, a condizione di una pronta riscossa. L’Alessandria in altre parole vive più sulle disgrazie altrui che sui propri meriti. Il campionato attuale sta rivelandosi per i grigi un vero calvario, una sorta di montagna invalicabile. Trovare i motivi delle continue metamorfosi è tutt’altro che facile anche se una diagnosi va tentata. Sulla compagine di Viviani pesa innanzitutto la cocente delusione di una stagione che invece di essere all’insegna dell'avanguardia sta rivelandosi di retroguardia. Diversi giocatori speravano di battersi ad armi pari con le prime della classe ed invece... Le ben note vicende societarie hanno ulteriormente aggravato il quadro clinico. L’Alessandria non nuota nell’oro: gli stipendi vengono pagati con notevole ritardo, l’ambiente è tutt’altro che disteso, le previsioni future sono avvolte da una fitta cortina fumogena. Mancando l'infrastruttura ogni riflesso negativo è calamitato sulla squadra. I giocatori, l’allenatore sono i parafulmini dietro ai quali trovano riparo Paolo Sacco e la sua corte. Domenica allo stadio la dirigenza era assente al completo o quasi; nessuno osa seguire i ragazzi, portare il caldo incitamento indispensabile per superare il periodo cruciale. I giocatori vivono in una realtà diversa da quella societaria i cui contorni sono indefiniti. II presidente Paolo Sacco pur essendo l'unico responsabile continua a restare in disparte, a meditare sul da farsi. Agisce unicamente sul piano legale: sciolta la società per azioni ha costituito con atto notarile l’U.S. Alessandria SAS di Paolo Sacco, una accomandita semplice che lo vede accomandatario, amministratore e gerente davanti a terzi e in giudizio. Oscuri sono al momento le motivazioni che hanno indotto Remo Sacco ad avallare la trasformazione in atto se veramente esistono propositi di rinascita. NEL MOMENTO IN CUI JUNIORCASALE e lo stesso Derthona si accingono a trasformarsi in SPA, i grigi assumono una nuova denominazione incomprensibile per la maggior parte degli sportivi. Le incognite si arricchiscono di un nuovo capitolo: interessante sarà seguirne gli sviluppi. L’Alessandria viene pertanto a trovarsi ogni settimana nell’occhio del ciclone, nell'incertezza del domani. Pretendere dai giocatori, in siffatta situazione, un maggior impegno è utopistico o quasi. Quasi non bastasse all’orizzonte si preannunciano altre grosse novità sulle quali per il momento preferiamo sorvolare per evitare di complicare i molti problemi sul tappeto. Esaurita la premessa settimanale rituffiamoci sulla partita, meglio sul secondo derby del girone di ritorno. L’Alessandria dicevamo, ha fornito una prestazione scadente, a tratti abulica per non dire incomprensibile. Gli stessi giocatori che avevano messo in difficoltà la capolista faticano oggi a tenere il passo, ad applicare sul campo gli schemi suggeriti durante la preparazione. Viviani sulla scorta dell’ultima esibizione aveva confermato la stessa formazione di Casale con la sola variante di Marnilo in sostituzione dell’infortunato Baisi ugualmente portato in panchina per fronteggiare casi di emergenza. Il destino come in precedenti occasioni ha nuovamente giocato ai grigi un brutto scherzo: Colombo dopo soli dodici minuti di gioco è uscito dal campo per una distorsione al ginocchio destro. L’allenatore preso tra l’incudine e il martello ha arretrato Vanara lanciando Pillon per evitare di rompere il delicato meccanismo di centro campo. Nulla da eccepire sulla mossa se la compagine avesse manovrato con la stessa grinta e determinazione delle ultime giornate. Purtroppo in campo la musica è risultata diversa al punto da rendere irriconoscibile o quasi la squadra di casa. L’Albese preoccupata dalle precedenti prestazioni dei grigi adottando una tattica prudenziale raramente è uscita dalla propria metà campo lasciando conseguentemente ogni iniziativa all’avversario. I padroni di casa invece di cogliere l’occasione l’hanno gettata al vento lasciandosi addormentare dai bianco-azzurri ben felici di Vivere di rendita, di fare trascorrere i minuti senza eccessivi pericoli. Durante i primi quarantacinque minuti la costante pressione dei grigi ha partorito due sole occasioni da gol. Sarebbe bastato premere sull’acceleratore scrollarsi di dosso il timor panico per costringere l’avversario alla resa. «SALTATO» IL CENTROCAMPO, gli attaccanti si sono trovati in balia dei difensori prontissimi ad anticiparli sulle palle al punto da impedire le conclusioni. Reja, Giani e Dolso hanno fatto a gara nello sbagliare, nel rendere impossibile ogni azione manovrata. La squadra ha operato praticamente divisa in due tronconi consentendo all’Albese di sfruttare gli ampi spazi per fare melina, per innervosire il padrone di casa. Solo nella ripresa la squadra ha offerto una prestazione accettabile sotto il profilo agonistico: sul gioco meglio non dilungarci oltre. L’Alessandria per oltre mezz'ora ha attaccato a testa bassa con insistenza senza riuscire a trovare lo spiraglio, quando lo ha trovato Manzin e Rampanti sono stati abili nel salvare la propria rete. Un continuo assalto al fortino ospite senza alcuna chiarezza; un’insistenza noiosa o se volete commovente, ma sul piano della praticità nulla o quasi. Il risultato finale alla luce della prestazione fornita è da considerarsi giusto anche se i grigi, per l’ennesima volta, hanno validi motivi per recriminare, per mordersi le unghie, per imprecare. La battuta d’arresto con l’Albese — tale dove considerarsi il pareggio — non giova certo alla squadra costretta ogni domenica a lottare con la bava alla bocca per conseguire un risultato utile. Domenica è mancato clamorosamente il centrocampo come in altre occasioni era venuto meno l'apporto dei difensori o degli attaccanti. Il collettivo mandrogno si ritrova solo nelle grandi occasioni, nei momenti in cui esiste il fondato pericolo di essere travolti, annichiliti. Quale spiegazione logica fornire per giustificare tanto squallore? E' la domanda che vorremmo rivolgere a Viviani al quale molti sportivi imputano di non essere riuscito a dare un volto, un gioco lineare alla compagine. Abbiamo parlato di centrocampo il settore che nella prima parte del torneo si dimostrò il punto di forza dei grigi come documentano le reti subite. Il cedimento di Reja, l’incostanza di Giani, le estrosità di Dolso sono alcuni dei motivi del crollo. Prendiamo ad esempio Reja tenuto per un lungo periodo in quarantena e poi rilanciato in occasione della gara con il Monza. L’ex palermitano dai trascorsi assai noti per due domeniche ha ritrovato la grinta, la chiarezza dei tempi migliori tanto da pronosticare un finale di campionato all’insegna dei bei tempi. L’illusione è crollata contro l’Albese: Edoardo è apparso sfocato, con le idee confuse. Nei novanta minuti ha sbagliato un numero incredibile di passaggi, raramente è riuscito a scrollarsi l’avversario per partire con decisione in fase di appoggio. UNA PRESTAZIONE ENIGMATICA sulla quale si potrebbe discutere a lungo. E’ fuori discussione che il cedimento di Reja giustamente considerato uno dei pilastri del collettivo ha finito per coinvolgere nel disastro i compagni. La responsabilità ovviamente non è solo di Reja. L’eclettico Dolso, ad esempio, ha giocato sullo standard che più gli è congeniale dimenticando che nel calcio per vincere da soli una partita si devono possedere doti di campione e non di mezzosangue calcisticamente parlando, li regista è rimasto costantemente intrappolato nella rete tesa dagli avversari tanto che in poche occasioni è riuscito ad inserirsi con appoggi ai compagni, li giocatore vista l’impossibilità di passare ha assunto una posizione prettamente di copertura preferendo mantenere in prima fila Pillon. L’esame critico non si esaurisce con Dolso: il cedimento di Giani è emblematico. L’ex comasco dopo una partenza accettabile sul piano dell’impegno e del gioco è letteralmente scomparso denunciando gravi carenze in particolare nello scatto, considerato sino a ieri una delle migliori armi. La posizione di tornante si addice sempre meno al ragazzo che non trova gli spunti perentori per inserirsi in fase offensiva, per costringere gli avversari ad allargare le maglie difensive. Parlare di stanchezza sembra prematuro in quanto Giani ha nel fisico la carica necessaria per affrontare le insidie di un campionato. Spetta a Viviani ricaricarlo psicologicamente, mantenerlo in una posizione avanzata per consentirgli di sfruttare la lunga falcata e la "castagna” assai utile al momento delle conclusioni. Il giudizio su Pillon è positivo nonostante il ragazzo sia incorso in errori di valutazione determinati in parte dall'inspiegabile comportamento, dei compagni la cui esperienza è fuori discussione. Nell’Alessandria giocare in tranquillità è tutt’altro che facile per cui solo con nervi saldi è possibile salvarsi dal grigiore generale. Il pacchetto difensivo ha giostrato con relativa scioltezza proprio per la tattica rinunciataria degli ospiti. Uscito Colombo dopo soli dodici minuti di gioco, Viviani ha forzatamente modificato le marcature avanzando Di Benedetto nel ruolo di stopper c retrocedendo Vanara a fungere da terzino e da... libero per favorire gli interscambi con Borghi. Marcello Di Brino ha giocato una partita su un livello elevato bloccando lo scattante Magara senza mai perdere di vista i compagni. Preciso nel contrastare ha tentato ripetutamente di "cucire” le azioni offensive, di creare i presupposti per sospingere le punte nell'area avversaria. Una prestazione come ai vecchi tempi a dimostrazione della costanza con la quale il giocatore si allena e si impegna per migliorare la quotazione personale. SUFFICIENTE L’APPORTO FORNITO da Di Benedetto emerso negli ultimi tempi dopo una lunga quarantena tra i rincalzi. L’ex salernitano guadagnato il posto in squadra è deciso a mantenerlo, a concludere in crescendo. L’impegno e la volontà non difettano: è inesauribile sia nelle proiezioni quanto nel contrastare l’avversario. Sopra tutti vorremmo collocare le prestazioni di Elio Vanara e Ambrogio Borghi. L’alessandrino sta meravigliando per le tenuta, la grinta profusa dal momento in cui Viviani lo ha chiamato in squadra. Elio è commovente per la dedizione con cui si batte per rilanciare le quotazioni della squadra, che anni orsono Io lanciò nel calcio. Il difensore sembra avere settepolmoni tanta è l'energia profusa nei novanta minuti. Stringendo i denti non rinuncia a gettarsi su ogni palla, a imbastire le azioni, a consigliare la posizione migliore ai compagni. Un raro esempio di serietà, di attaccamento alla società che l'estate scorsa lo bistrattò malamente. Difficile vedere l’Alessandria senza l’apporto continuo del gladiatore. Il libero Borghi non ha voluto essere inferiore al compagno; l’ex varesino sta dimostrando di avere i mezzi sufficienti per meritare la conferma in una formazione meno maldestra. Quante volte abbandonata la posizione difensiva ha fluidificato in avanti? Sfortunatamente è rimasto, in diverse occasioni, a bocca asciutta: con certosina pazienza riprendeva la posizione ripartendo in avanti con rabbia, deciso a fare saltare il grimaldello dell’area longarola. 1 due "senatori” meritano un incondizionato elogio. Su Zanier spendiamo poche parole. Il portiere è intervenuto raramente a conferma dell’inesistenza offensiva degli avversari. Una giornata di ordinaria amministrazione, una tregua in attesa di più impegnativi cimenti. Resta da analizzare la prova delle punte, il centravanti Alarullo e l’ala sinistra Frigerio. Il diciassettenne ha evidenziato i ben noti pregi e difetti. Il ragazzo ha il fiuto del gol, ma la voglia di andare a bersaglio non sempre è sostenuta dalla necessaria coordinazione e freddezza. L’esperienza di quest’anno gli tornerà utile nella prossima stagione. Per Marnilo vaie il discorso di Pillon: sono ragazzi da seguire in un clima maggiormente disteso, con compagni meno nervosi. Giudicarli sul metro delle ultime partite è un azzardo: non saranno dei fenomeni, ma la stoffa per trasformarli in giocatori di buona taglia c’è. Lo sportivo nella situazione attuale vede solo il risultato più del gioco ed il giudizio non sempre è sereno, distaccato. Concludiamo con Frigerio, generoso, ma driblomane ad oltranza. Vaporoso, poco costruttivo ai fini dell’apporto al collettivo. Trovasse una spalla con spiccato senso del gol l’accoppiata riscuoterebbe probabilmente maggiore successo. L’Alessandria, concludendo, suderà le sette proverbiali camicie per uscire dalla zona accidentata della bassa classifica: la mediocrità degli elementi a disposizione di Viviani impedisce voli pindarici. Solo attraverso la carica agonistica è possibile raggiungere buoni risultati come confermano in occasione dei confronti con le grandi, con antagonisti di uguale levatura il discorso si fa difficile. La posizione di classifica resta fluida a seguito degli scivoloni del Belluno, del Vigevano e dello stesso Trento che ha rimediato uno striminzito pareggio con la Juniorcasale. DISPERSO UN PREZIOSO PUNTO con l’Albese è giocoforza il ricupero sin dalla prossima domenica in quel di Belluno. La squadra veneta è tuttora alla ricerca del primo successo stagionale. Diciamo che i bellunesi giocano per onore di firma per raggiungere il traguardo di giugno come impone il campionato. L’undici di Viviani è chiamato ad una prova di orgoglio per evitare che i padroni di casa, sovvertendo ogni pronostico, agguantino l’intera posta. Basterebbe il pareggio, ma la vittoria è d’obbligo, guai scialare in previsione dei non facili impegni. Tornando con un successo il finale della stagione sarà meno drammatico indipendentemente da quanto faranno le candidate alla retrocessione. I grigi devono rimboccarsi le maniche, stringere i denti, giocare con la stessa determinazione dimostrata in occasione di altri incontri. Sarebbe un gravissimo errore sottovalutare i giovani bellunesi, vivere sugli allori. Mister Viviani dovrà preparare adeguatamente i giocatori sia sotto il profilo tecnico che psicologico: sarebbe un grosso guaio sballare la partita, tornarsene a casa a testa bassa. Diciamo che i grigi si giocano il campionato con il fanalino di coda. Conoscendo i ragazzi è logico insistere per ottenere il massimo impegno, una prova orgogliosa per riassestare la classifica. A quota venticinque si può affrontare il Bolzano in casa e il Vigevano in trasferta con serenità prima di giungere al ciclo delle due consecutive gare casalinghe con la Pro Vercelli e il Clodiasottomarina. A Belluno, in altre parole, i due punti sono d'obbligo. (Il Piccolo - Il Gattopardo) GLI ALBESI GAREGGIANO PER LO 0-0 PER I GRIGI NULLA DA FARE Al "Moccagatta" una nuova deludente prestazione della squadra alessandrina Non e andato oltre un risultato di parità (0-0), il derby della salvezza tra Alessandria e Albese appaiate, al quartultimo posto della classifica. Il pareggio non soddisfa nessuno, certamente appare però più positivo per gli albesi, che avevano dalla loro lo svantaggio di giocare fuori casa anche se il pubblico alessandrino non è certo numeroso ad incoraggiare i grigi in questo difficile momento di l lotta per la salvezza: appena 2058 gli spettatori paganti per un incasso di 4 milioni 585 mila lire. L'Albese lo ha chiaramente affermato al termine dell'incontro l'allenatore Ferretti che tra, l'altro è alessandrino, ha giocato per non perdere e lo ha dimostrata impegnandosi tutta centrocampo per imbrigliare le azioni degli avversari e alleggerire con dei veloci contropiedi. Gli albesi in tutti i 90' non hanno mai minacciato la porta dell'Alessandria. Zanier è stato praticamente inoperoso. Ben diverso il discorso per i grigi: volevano e dovevano vincere. La bella prova della squadra con il Monza e domenica scorsa a Casale dal Natal Palli era uscita sconfitta ma a testa alta facevano ben sperare invece l'Alessandria vistò oggi al Moccagatta è stata fieramente inferiore alle aspettative. Vi possono essere alcune scusanti come l'impossibilità di far scendere in campo Baisi, infortunatosi in allenamento e portata in panchina col n. 14. e la distorsione al ginocchio destro di cui è stato vittima, a pochi minuti dall'inizio, capitan Colombo, per cui Viviani, al 12'. è stato costretto a sostituirlo col rientrante Pillon mentre Vanara, che nella formazione prevista doveva dare il suo apporto all'attacco, ha dovuto essere retrocesso. Ma questo non è sufficiente a spiegare la prova deludente fornita quest'oggi un po' da tutti i giocatori, con un Reja offuscato, un Dolso spesso impreciso nei passaggi, un Manilio e un Frigerio, quest'ultimo, in particolare, incapaci a realizzare. Imbrigliati a centrocampo dagli albesi, i grigi sono stati arruffoni, precipitosi, imprecisi. Forse la tensione per la necessità di vincere ha giocato un brutto scherzo, forse ha influito negativamente anche il morale, considerando che i giocatori sono sempre più abbandonati da Paolo Sacco e compagni: nessuno della dirigenza si e fatto vivo durante la settimana; nessuno — ad eccezione dell'addetto stampa Piterà — si è fatto vivo nel ritiro ad Acqui. Aggiungiamo che la fortuna non e certo dalla parte dell'Alessandria. Per due volte almeno gli albesi sono riusciti a salvarsi sulla linea bianca: due azioni arruffate sinché si vuole, ma che avrebbero potuto anche concludersi con un gol. Il gioco nel secondo tempo è stato per qualche minuto pesante, l'arbitro ha ammonito gli albesi Luciani, Manzin e Soro e l'alessandrino DI Brino. Scarsi gli appunti. Al 5', su centro di Giani, palla a Marnilo e poi a Frigerio: il portiere salva; al 21' invece, è Frigerio a mancare l'occasione dopo una bella azione personale di Di Benedetto. Al 44' tiro di Frigerio e Carelli salva. Nella ripresa gli alessandrini premono con maggior decisione, ma con imprecisione e precipitazione. Al 52', su respinta di Rottoli, la palla è a Giani: Manzin salva sulla linea bianca spedendo in angolo. Insiste l'Alessandria. Al 65' Frigerio, dopo aver stoppato bene la palla, alza troppo calciando dal dischetto e sfuma cosi una buona occasione. Al 70' potrebbe fare. Nulla da fare per i grigi, mentre l'Albese, con rapidi contropiedi, alleggerisce la pressione. Davvero inconcludente degli alessandrini. 0-0 quindi. Le squadre rimangano appaiate in classifica. Dovranno cercare altrove i punti della salvezza. (La Stampa - Ed. Sport - Franco Marchiaro) Risultati: Cremonese - Venezia 2-1 Lecco - Monza 1-1 Mantova - Clodiasottom. 2-1 Padova - Vigevano 1-0 Pro Patria - Belluno 1-0 P. Vercelli - Udinese 2-0 Seregno - Bolzano 0-0 Trento - Juniorcasale 1-1 Treviso - S. Angelo Lod. 1-0 CLASSIFICA: Monza p.42; Treviso, Cremonese 34; Lecco, Udinese 32; J.Casale 30; Mantova,P.Vercelli 29; Bolzano, Seregno, Venezia, Clodiasottom. 28; Pro Patria 27; Padova 24; Sant.Angelo L., Alessandria, Albese 23; Vigevano 18; Trento 17; Belluno 8 *una gara in meno Marcatori: 11 reti: Basili (Clodiasottomarina), Giavardi (Lecco); 10 reti: Sanseverino (Monza); 9 reti: Polvar e Motta (Juniorcasale), Ballarin (Padova), Canzi (Seregno), Osellame (Treviso). 8 reti: Skoglund (Sant’Angelo); 7 reti: Bortot (Cremonese), De Bernardi (Treviso), Aschettino (Venezia) Il punto sul campionato La Pro Vercelli ha vinto ancora superando, in maniera netta, l'Udinese: pur non forzando, hanno trovato il modo di creare alcune occasioni da rete abilmente sfruttate mentre altre sono andate fallite per un soffio. Un Trento coraggioso, spinto dalla disperazione, data dalla posizione in classifica, ha lottato strenuamente per fare sua la posta in palio mentre la Junior si è battuta con calma puntando inizialmente al pareggio. Il Vigevano è uscito da Padova a testa alta ma sconfitto ed, in fin dei conti, è quello che conta; nonostante una prova vivace e piena di buona volontà i biancocelesti non sono riusciti ad andare oltre un onorevole comportamento.