Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
04-04-1976 - Giornata: 29 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Bolzano AC 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 62. Marullo M.[A]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Cazzola Fabio, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Colombo Antonio, Borghi Ambrogio, Giani Pierluigi, Pillon Giuseppe [61. Baisi Sergio Pietro], Marullo Michele, Dolso Arrigo, Frigerio Emilio A disp.:(P) Favot Sergio, Ghezzi Ivan All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
BOLZANO AC: Piotti, Podavini, Concer, Savoldi, Marini, Scolati, Mutti, Trainini, Girol, Fogolin, Ventura [20. Rondon]. A disp.: Sonato, Spagnolo. All.: Lamberti Francesco

Arbitro: Lazzaroni Fernando (Abbiategrasso)
Note
Ammoniti: Rondon [A] Angoli: 4-2 Spettatori: 2.000 circa di cui 1.369 paganti per un incasso di 2.954.000 lire Inizio gara ore 15.00

Commento
MARULLO-LAZZARONI ACCOPPIATA VINCENTE Il diciassettenne inventa il gol... fantasma, spianando la strada al successo Discussioni sulla rete-ombra, dopo 62’ di gioco farraginoso: chi l’ha vista? Alessandria in panne nel primo tempo, scopre i molti difetti e i pochi pregi Attesa per il derby di Vigevano © I grigi oggi in amichevole con l’Avellino La sconfitta del Vigevano a Treviso, il pareggio interno del Trento con il Sant’Angelo Lod. rilanciano l'Alessandria, reduce dal secondo successo consecutivo stagionale, verso una posizione di classifica meno precaria. Il dialogo è tuttora aperto, ma i grigi possono intavolare il... discorso su un piano meno drammatico. Diciamo che la circostanza ha somma importanza per l'undici di Franco Viviani alla luce dell'ultimo confronto con gli altoatesini. L'Alessandria ha vinto, viva l'Alessandria, direbbero gli inglesi: il coro tuttavia, analizzando i novanta minuti della scorsa domenica scema di intensità. Elogi a capitan Colombo, per evitare di trovarsi nei guai in un futuro non lontano. Il complesso nel momento cruciale del campionato denuncia sbavature alquanto pericolose, incertezze davanti alle quali è logico soffermarsi, discutere L’Alessandria aveva, contro il Bolzano, la scusante di schierare tre infortunati ripescati all’ultimo momento (Colombo, Vanara e Dolso) nonché Reja seduto in tribuna. L’allenatore sino alla vigilia ha dormito su un letto di procuste stante la necessità di aggiudicarsi l’intera posta per proseguire in scioltezza verso il traguardo, vicino, di giugno. Il terzetto seppur convalescente ha accettato di buon grado di battersi per dare una mano al traballante carrozzone grigio. Risolto il rebus della formazione, consolidato il centrocampo con l'apporto di Vanara e Dolso si attendeva una partita decisamente valida tale da riscattare l’esibizione fornita prima con l'Albese e successivamente a Belluno. Purtroppo le rosee previsioni della vigilia sono risultate sballate al punto da fare temere il peggio. L’Alessandria ammirata nel primo tempo ha deluso anche il più accomodante degli sportivi. Un complesso sfasato, privo di idee, incerto nello sfruttare la carica agonistica degli uomini maggiormente in palla. Uno spettacolo raramente visibile sui rettangoli di gioco delle serie inferiori. Centrocampo serrato nel guscio, infoltito da quattro-cinque uomini incapaci di sganciarsi al momento giusto per inserirsi nelle maglie della retroguardia biancorossa. Manovre elaborate al massimo, passaggi laterali invece che in profondità, mancanza di decisione nell'entrare nell’area di rigore. Numerose ammucchiate, impennate improvvise, ma di gioco poco o niente. ALCUNI UOMINI SONO NETTAMENTE sottotono iniziando da Giani, un ragazzo sul quale si fondarono in passato molte delle speranze alessandrine. Il crollo dell’ex comasco è inspiegabile ricordando le prime esibizioni in maglia grigia: scarti improvvisi, tiri secchi, insistenza sui palloni. L’ala fatica a mantenere il ritmo, s! perde nel grigiore della zona centrale del campo fallendo clamorosamente le poche occasioni favorevoli. Il condizionamento è più atletico che psicologico tanto che qualche giornata di riposo gioverebbe al ragazzo, a condizione che sappia trarre profitto dalla lezione per riprender: con miglior Iena. Un gradino leggermente sopra collochiamo Pillon reduce dalla convocazione di Antoniotti per la selezio ne della nazionale semiprofessionisti. Sull’ex juventino sono stati in molti ad esprimersi favorevolmente, ma i giudizi con l’avanzare del campionato hanno subito sostanziali modifiche. Alla vivacità, al buon tocco di palla è seguita un’assuefazione al ruolo di "portatore” della sfera. II caracollare per il campo con il pallone incollato al piede oltre a rallentare le manovre scoraggia le punte nel cercare con lo scatto lo spazio vitale per proseguire la manovra. Un centrocampista deve giocare con decisione, fiondare sulle fasce per costringere l’avversario ad uscire dalla propria area per contrastare l’offensiva. Il primo tempo di Pillon, accettabile se confrontato a quello di molti compagni, ha ribadito la utilità di sveltire il lavoro del ragazzo: nel calcio è utile ragionare, ma è necessario fare gioco impostando con sveltezza invece che adagiarsi sui passaggi a corta distanza o nell’interscambio di alleggerimento per favorire lo smarcamento. A differenza di Giani e Pillon il tanto discusso Marnilo ha lavorato con la forza della disperazione in un'area superaffollata da tanti giganti pronti a respingere ogni palla aerea. Il diciassettenne è nella delicata fase dello sviluppo e della formazione fisica e psichica. Venuto dal Meridione e calato improvvisamente nella realtà della prima squadra con l’obbligo di trasformarsi un match winner o uomo gol, disputa ogni partita con l’assillo di dovere rispettare l'etichetta appioppatagli con eccessiva fretta dai tifosi. Le attenzioni dei fans sono assidue costanti; nulla gli viene perdonato per avere "rubato” la maglia a Baisi, un tempo il grande beniamino. IL RAGAZZO IN CERCA DI esperienze nuove per arricchire il proprio bagaglio, invece del sostegno trova rimbrotti ad ogni piè sospinto. Maggiore è il marasma in cui tersa la squadra più insistenti sono le richieste dell’escalation verso il gol. 11 centravanti costantemente sotto l’assillo di dovere andare a bersaglio perde lucidità, determinazione. La controprova la si è avuta nella ripresa quando disponendo di maggiori spazi si è esibito in alcune manovre in profondità degne della massima considerazione. Intendiamoci, Marullo non ha la stoffa del fuoriclasse, ma nel bagaglio ha i mezzi per crescere per trovare soddisfazioni nel mondo del calcio. Operasse in una squadra meno oberata da preoccupazioni di classifica l’apporto sarebbe notevolmente superiore a vantaggio della formazione atletica c tecnica del ragazzo. Gli sportivi devono pazientare, analizzare la prestazione del diciassettenne rapportandola a quella degli altri compagni alcuni dei quali hanno esperienze ultra decennali nella massima divisione o tra i cadetti. Spezzata una lancia a favore del ragazzo ii discorso prosegue con Arrigo Dolso, il funambolo alla ricerca della grande giornata. L’APPORTO FORNITO DA ARRIGO risulta tutt’altro che esaltante: stavolta ha la scusante di avere iniziato in ritardo la preparazione. Gli manca ii ritmo ed in qualche occasione il briciolo di volontà per fare pesare la maggiore classe. La posizione del centrocampista è apparsa incomprensibile stante la tutt’altro che perfetta preparazione atletica. Sovente lo abbiamo visto stazionare sulla linea dei difensori per cui mancandogli lo scatto il suo apporto scemava grandemente. Le punte alessandrine fino a prova contraria, abbisognano di un suggeritore, di un uomo d’esperienza capace di coglierle nella posizione idonea per fiondare verso rete. Purtroppo per i motivi accennati il tanto discusso Arrigo ha finito per trasformarsi in una vera palla al piede della compagine. A pagarne lo scotto oltre a Marullo è stato Frigerio combattivo, ma decisamente orientato a cercare nello spunto personale invece che nella manovra collegiale la strada verso la rete. Vanara e Colombo seppur acciaccati hanno stretto i denti resistendo sino allo scadere della partita. Encomiabili entrambi ed in particolare Elio duramente colpito nella prima parte della tenzone. Senza infamia e senza lode Borghi e Cazzola. meglio invece Di Brino abile nel mantenersi in posizione arretrata pronto però a scattare sulla fascia appena intravedeva il corridoio. La "fotografia” dell’Alessandria del primo tempo è sin troppo eloquente: una compagine priva della spina dorsale, farraginosa ed incerta davanti ad una antagonista essenzialmente preoccupato di tornarsene a casa almeno con un pareggio. Insistere sulla cronaca del primo tempo sarebbe, a nostro modesto avviso, una inutile perdita di tempo. Per la... gioia del lettore condensiamo i primi quarantacinque minuti in queste poche note: nessun tiro nello specchio della rete difesa da Piotti durante 38’ di gioco; due conclusioni di Frigerio tutt’altro ohe imprendibili allo scadere: un solo calcio d’angolo a favore. TROPPO POCO PER UNA SQUADRA chiamata, davanti al pubblico amico, a cercare la strada del gol per consolidare la graduatoria. Fortunatamente nella ripresa il volto dell'Orso grigio si è rischiarato improvvisamente. Lo sfogo di Viviani ha avuto certamente un peso non indifferente sugli elementi più tiepidi. La compagine a differenza del primo tempo in cui era emersa solo la volontà di lottare — poco importava come — sveltiva i temi tattici affrontando il Bolzano con la indispensabile coordinazione per cercare la botta vincente. Viviani nell'evidente tentativo di dare maggior peso agli attaccanti attraverso la maggiore mobilità del centrocampo ha chiamato in causa Baisi. La mossa è risultata azzeccata sia sotto il profilo pratico che del morale. Ad un minuto esatto dall’entrata in campo di Piero i grigi sono finalmente riusciti, con una discussa rete a spianarsi la strada verso il successo. Solita punizione di Dolso con pallonetto calibrato per la testa di Baisi il quale riesce a sfiorare il pallone rallentandone la corsa: Marullo appostato alle spalle dei difensori biancorossi controlla il pallone con il petto saettando nella porta. E’ un pallone carico di rabbia, un uppercut per intenderci. La sfera colpita la traversa ricade dietro a Piotti indi torna in gioco mentre il pubblico impreca la jella. SONO IN POCHI A VEDERE il guardalinee appostato alla sinistra della tribuna partire come un furetto con la bandiera a mezz’altezza verso il centro campo. 11 collaboratore dell’arbitro dice che il pallone è ricaduto oltre la fatidica linea bianca e le proteste degli ospiti cadono nel vuoto. Lazzaroni indica il centro e sugli spalti la gioia fa dimenticare le critiche del primo tempo, la paura di una botta a freddo degli altoatesini. Marullo liberato dal complesso del gol si trasforma, trova finalmente la freddezza per districarsi nella ragnatela difensiva, per cercare altre soddisfazioni. L’impennata del ragazzo è seguita con interesse, l’applauso finalmente accompagna il diciassettenne nei tentativi di legittimare con una rete lineare quella fantasma sulla quale si discuterà a lungo. L’Alessandria finalmente respira, il centrocampo trova voglia e volontà di arrischiare qualcosa in più catapultando verso l’opposta area le punte. Fluidifica pure Borghi mentre Vanara acciaccato sorveglia la zona davanti a Zanier. Per i locali è il momento propizio per mettere al sicuro il risultato, ma la paura torna ad aleggiare sinistra sul rettangolo verde. Dolso si trasforma in una calamita ed il fraseggio perditempo aumenta d’intensità. Il pubblico stavolta rifiuta la melina, fischia e protesta. Il rinunciare all’offesa in altre occasioni si è risolto in una specie di karakiri, i due punti sono troppo vitali per gettarli dalla finestra. La contestazione generale scuote gli alessandrini, sollecitati pure da Viviani, e gli attacchi sono incisivi anche se rari. Il fischio dell’arbitro Lazzaroni giunge come un sollievo per tutti, per i giocatori e il pubblico tutt’altro che soddisfatto della partita. I giocatori escono dal campo soddisfatti, gli applausi sono radi. GLI SPETTATORI PRENDONO ATTO della vittoria: sul gioco preferiscono evitare di trattenersi. A proposito degli spettatori: domenica al Moccagatta si è registrato il record dell’incasso negativo. Sugli spalti 1369 persone per un introito di due milioni 940 mila lire Una desolazione o quasi a con ferma che gli alessandrini pretendono dai dirigenti una squadra di alta classifica, capace di fare divertire e non di ingrossare il fegato. Viviani prende atto della vittoria e, a fatica, esprime il giudizio sui novanta minuti. « Piegando il Bolzano si è compiuto un altro passo in avanti forse decisivo ai fini della salvezza. II nervosismo ha serpeggiato nelle file grigie, non si spiegano altrimenti le incertezze davanti alla porta avversaria. I ragazzi lottano con i denti, ma al momento di raccogliere i frutti si smarriscono ». Nella prossima trasferta di Vigevano, domandiamo, senza l’assillo di fare risultato ad ogni costo, gli orsacchiotti dovrebbero finalmente dimostrare quanto valgono. « Me lo auguro perchè i ragazzi sanno giocare con buona tecnica. Fuori dalla mischia il cammino è meno arduo. L’Alessandria deve concludere il campionato in bellezza se non altro per ripagare i tifosi che li hanno seguiti durante la stagione. E’ un impegno che ci assumiamo collegialmente ». PARLIAMO DEL GOL DI MARULLO: dentro o fuori? « Il segnalinee era l’unico in grado — replica Viviani -— di vedere dove la palla era ricaduta dopo avere colpito la parte bassa della traversa. Il collaboratore di Lazzaroni non ha avuto incertezze nell’assegnare ai grigi la rete. Nel calcio sono cose che accadono. L’Alessandria nel finale avrebbe potuto legittimare il gol, le occasioni ci sono state. La « melina » non mi ha soddisfatto, è pericoloso trastullarsi con la palla davanti all'area di rigore: basta una disattenzione per rovinare ciò che è stato faticosamente costruito nei novanta minuti ». L’Alessandria con i quattro punti racimolati nelle ultime due gare ha messo una pezza ad una situazione divenuta critica nella fase centrale del campionato. Basta un piccolo sforzo per uscire definitivamente dalle sabbie mobili della zona calda, per agganciarsi alle squadre di centro. Domenica è giorno di derby, il penultimo della stagione. Il Vigevano sconfitto a Treviso ha l’acqua alla gola pur dovendo ricuperare una partita con il Sant’Angelo Lodigiano. I lomellini si giocano con i grigi gli ultimi spiccioli della salvezza. Sarà pertanto una gara tiratissima e spigolosa. L’Alessandria a differenza dei padroni di casa parte da una posizione di vantaggio: deve solo controllare, evitare di scoprirsi per concedere via libera agli attaccanti. Senza l’assillo di dovere fare punti ad ogni costo il pareggio pare a portata di mano. Sulla formazione Viviani deciderà nei prossimi giorni stante le precarie condizioni di Vanara e di Reja che dovrebbe avere ricuperato. IL MISTER VAGLIERÀ’ le condizioni dei singoli nell’allenamento che l’Alessandria disputerà oggi pomeriggio con l’Avellino. Sul domani dell’Alessandria ancora nessuna novità di rilievo: molte le alternative possibili, ma si è ancora in fase di discussione, di progetto. Il campionato edizione 1975-76, uno dei più neri dell’undici mandrogno dovrebbe avere insegnato qualcosa. Gli incassi globali superano a malapena di 70 milioni di lire lordi, un record negativo pensando agli introiti degli ultimi dieci anni. Un vero fallimento con ripercussioni negative sia sull’assetto societario che sugli atleti lasciati praticamente in balia del destino. Occorre in \| altre parole ristrutturare concretamente la società partendo dalle fondamenta. Il lavoro è tutt’altro che facile dovendosi sradicare situazioni divenute croniche sia a livello di settore giovanile che di prima squadra. Alla conclusione della stagione mancano nove gare, poi si chiuderà il libro passando a quella successiva. MOLTE SOCIETÀ’ semiprofessionistiche hanno in tasca i programmi futuri per cui gli ulteriori indugi concorreranno unicamente a rendere il quadro più complesso. Le domande che gli sportivi si pongono sono essenzialmente due: sarà rafforzata la compagine, sarà riconfermato Viviani? Una decisione in merito deve essere assunta a breve scadenza per consentire all’appassionato di vagliare il vero intendimento del presidente alessandrino i cui impegni di lavoro (sic) lo tengono costantemente lontano dalla squadra. Lo sportivo si augura che dopo quanto accaduto si imbocchi la strada della chiarezza tracciando un piano di rinascita biennale o triennale con l’impegno solenne di rispettarlo. Deve essere un impegno morale verso una città in troppe occasioni illusa e bidonata. I Sacco non possono e non devono trastullarsi oltre con l’orsacchiotto grigio (Il Piccolo - Il Gattopardo) GOL-FANTASMA DEI GRIGI Contro il Bolzano - Un tiro di Marullo rimbalza sotto la traversa Con un gol-fantasma, l'Alessandria ha avuto oggi ragione, al Moccagatta», del Bolzano, conquistando due preziosi punti che, almeno per il momento, permettono dì uscire dalla zona più pericolosa della classifica. Un gol che è giunto ad opera di Marnilo dopo un primo tempo veramente disastroso. Vediamo subito l'azione della rete, che per il Bolzano è inesistente. I grigi attaccano, cross al centro di Dolso, raccoglie Marnilo e calcia da pochi metri con forza: il pallone colpisce faccia bassa della traversa, rimbalza e sembra finisca fuori, tant'è vero che senza alcuna reazione dell'arbitro, il gioco tende a continuare, il segnalinee però, che si trovava proprio sulla linea della porta sbandiera correndo verso l'altezza della metà campo il direttore di campo allora ferma il gioco e concede il gol. Evidentemente — cosi almeno si deve pensare —la palla, secondo il segnalinee, dopo aver colpito la traversa, deve essere finita dentro la linea bianca della rete del Bolzano schizzando fuori. Nessuno ha potuto vederlo Gli altoatesini lo escludono. tant'é vero che il loro allenatore ha commentato a fine partita che si «può vincere anche senza sognare». Da parte sua Villani si limita ad osservare che l'unico in grado di giudicare era il segnalinee». L'uno a zero, quindi, per i grigi, che con questo punteggio si chiude la partita Una partita che dal punto di vista tecnico ha offerto ben poco, anche se sul piano agonistico i grigi si sono impegnati. Nel primo tempo gli alessandrini sono stati un vero disastro; centrocampo inconcludente, azioni senza un costrutto logico, passaggi sbagliati e occasioni favorevoli, poche inverso, mancate Sarti la tensione, la preoccupazione di far punti, certo che i grigi pensato di cosi di poter giocate. Il pubblico scarso (1369 paganti per un incasso di circa 3 milioni: record negativo della stagione è indispettito, fischia e protesta a più riprese invoca la presenza di Baisi, in panchina con il numero 14. Nell'intervallo — fuori dubbio — deve avere bruscamente sollecitato i suoi ragazzi alla ripresa del gioco, infatti la squadra ha trovato qualche spunto migliore. Al 61' poi, l'allenatore decide di sostituire Pillon con Baisi Un minuto dopo arriva il gol e. spinti dal risultato acquisito, gli alessandrini riescono ad esprimersi meglio anche se non annullano mancando una seconda rete, l'impressione di una vittoria non meritata. (La Stampa) Risultati: Clodiasott. - Padova 1-1 Cremonese - Belluno 2-1 Lecco - Albese 1-0 Mantova - Juniorcasale 0-0 Monza - Seregno 1-0 P. Patria - Udinese 1-0 P. Vercelli - Venezia 1-0 Trento - S. Angelo 1-1 Treviso - Vigevano 2-0 CLASSIFICA: Monza p.46; Treviso, Cremonese 37; Lecco 36; Udinese 33; Mantova, J. Casale, P. Vercelli 32; Venezia 30; Clodiasottom., Pro Patria 29; Bolzano, Seregno 28; Padova, Alessandria 27; S. Angelo L.* 25; Albese 24; Vigevano* 20; Trento 18; Belluno 8 *una gara in meno Marcatori: 12 reti: Basili (Clodiasottomarina)e Giavardi (Lecco) 10 reti: Sanseverino (Monza), Osellame (Treviso); reti: Motta e Polvar (Juniorcasale), Ballarin (Padova) Il punto sul campionato Al Robbiano dominio della Pro Vercelli opposta al Venezia, anche se il gol è arrivato soltanto all'85. L'Albese si è arresa contro il Lecco mentre, contro il Treviso, ha fatto tutto il Vigevano. Il Monza ha regolato il conto al cospetto dei cugini del Seregno infliggendo una sconfitta di misura: il gol della vittoria è stato siglato da Casagrande al 62' con un colpo di testa. La Junior con una grande prestazione in difesa, ha saputo imbrigliare gli attaccanti del Mantova.