Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
25-04-1976 - Giornata: 32 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Union Clodiasottomarina FBC 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 66. Giani P.[A]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Cazzola Fabio, Di Brino Marcello, Alberti Antonio, Colombo Antonio, Borghi Ambrogio, Giani Pierluigi, Reja Edoardo, Marullo Michele, Dolso Arrigo [86. Baisi Sergio Pietro], Frigerio Emilio A disp.:(P) Favot Sergio, Ghezzi Ivan All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
UNION CLODIASOTTOMARINA FBC: Fongaro, Gardiman, Visentin [59. Lomonte], Serami, Biasio, Varnier, Mazzarella, Tassara, Pin, FLora, Inferrera. A disp.: Navazzotti, Tiozzo. All.: Fongaro Livio

Arbitro: Zuffi Bernardo (Ravenna).
Note
Ammoniti: Pin [U], Visentin [U]; Alberti [A]; Serami [U]; Mazzarella [U]. Spettatori: 1.500 di cui 1.171 paganti per un incasso di 2.581.500 lire Inizio gara ore 15.00

Commento
Recuperi: Vigevano – S.Angelo 1-1 UN SUCCESSO SALUTATO DAI.. FISCHI Il Sottomarina affonda ma i grigi fanno acqua Decide un’incornata di Giani, dopo 65’ di sbadigli. L’Alessandria denuncia la mancanza dell’uomo d’ordine © Contestato Viviani da un gruppo di sportivi. Secca replica dell’allenatore alle accuse © Gli appassionati disertano il «Moccagatta»: millecinquecento sugli spalti e record negativo di incasso. La pesante gestione si dilata e a farne le spese sono i giocatori, in attesa della busta paga e dei premi® L’Orso domenica in trasferta sul campo veneziano: rientrerà Vanara? A cinquecentoquaranta minuti dalla conclusione del campionato la lotta per la retrocessione pare definitivamente conclusa. Il Vigevano sconfitto dal Bolzano sul proprio terreno viaggia staccato di sette lunghezze dal gruppetto composto da Alessandria, Albese, Sant'Angelo Lodigiano. Dopo Belluno e Trento pare non sussistano altri dubbi sulla terza squadra designata a retrocedere in serie D. I lomellini matematicamente possono giungere, vincendo le sei restanti partite, a quota 35, ma considerato lo scoramento, la rassegnazione, tale ipotesi resiste solo negli animi dei tifosi che si affidano al miracolo come ultima spiaggia per evitare di parlare di quarta serie in forte anticipo. L'Orso grigio piegando di misura il pugnace Clodiasottomarina può dire di essere riuscito nell'impresa di sollevarsi dal baratro con notevole anticipo. L'operazione salvezza risulta accelerata dai demeriti altrui più che mai meriti propri; nel calcio accadono sovente tali contraddizioni. II raggiungimento o quasi della quota salvezza è giunto nella giornata forse più nera dell’intera stagione; negativa per l’affluenza del pubblico e per il gioco evidenziato durante i consueti minuti del calvario domenicale. Quasi uno scherzo del destino aggiungendo la contestazione finale nei confronti dell’allenatore Franco Viviani pesantemente attaccato per colpe altrui, assunte tuttavia in prima persona come si conviene ad un galantuomo. Sulle pochezze tecniche della squadra abbiamo scritto abbondantemente dall’inizio del campionato: le raccolte del giornale lo confermano. Facile spezzare conseguentemente una lancia a favore del tecnico pur assegnando allo stesso un trenta per cento di responsabilità sulla composizione della rosa e sulla successiva conduzione. I grandi colpevoli delle disavventure alessandrine sono lontani dal Moccagatta da mesi; i contatti li tengono solitamente telefonicamente come i grandi managers del mondo della finanza. Operare in una società dove latita la mente è tutt’altro che facile, diciamo impossibile se viene meno la saldezza dei nervi. Il merito dell’allenatore indipendentemente dai risultati conseguiti è di essere rimasto al timone della fragile barchetta alessandrina nei momenti critici, di essere riuscito a tenere un ambiente esplosivo, come quello dei calciatori, a bagnomaria eliminando possibili contrasti, deleteri per approdare alla spiaggia della salvezza. PUNTUALIZZATO L’OPERATO DEL MISTER è indispensabile rivedere la condotta dei dirigenti allontanatisi frettolosamente dalla scialuppa in procinto di affondare. E’ verso questi ultimi che gli sportivi devono dirigere parte degli strali, del risentimento (sportivo) per le promesse non mantenute. All’Alessandria nella stagione 1975-76 si è sbagliato troppe volte per dare credito ai pentimenti tardivi, alle giustificazioni propinate nell'arco che va da luglio a fine ottobre, cioè dal momento della retrocessione in serie C allo "sfoltimento” motivato dalla necessità di risanare un bilancio il cui deficit attuale si aggira, secondo fonti attendibilissime, sul miliardo e mezzo di lire. Il rigonfiamento, l’abbondante raddoppio nell’arco di due soli campionati se le cifre rese pubbliche dopo l'avvenuta promozione a giugno 1974 — rispondono alla realtà come crediamo, per la serietà degli uomini che lo resero pubblico. Il deficit all’inizio della grande avventura in serie B era di poco superiore ai 600 milioni di lire interamente coperto dal capitale giocatori calcolato sulla base minima. Bastano le poche cifre per confermare l’allegra gestione che ha portato la società a toccare il tetto del miliardo e mezzo di lire, seppure in periodo di svalutazione della lira. Una serie di errori marchiani che vanno dal mancato acquisto di un attaccante all’inizio della stazione 1974-75 all’erogazione di premi partita degni di giocatori in lotta per lo scudetto (una vittoria costò alla società un esborso di 15 milioni di lire); all’infelice scelta di Giacomo Losi definito da Paolo Sacco « l’uomo giusto »: alla catastrofica campagna acquisti in cui furono spesi fior di milioni per giovani rivelatisi dei bluff; alla decisione di sfoltire per ridurre la gestione. L’elenco potrebbe continuare, ma pensiamo di non tediare oltre il paziente lettore che ci segue condividendo o meno quanto scriviamo. Una squadra di calcio è un delicato ingranaggio: per farlo funzionare occorrono diverse componenti psicologiche senza le quali neppure il miglior Radice, attuale allenatore del Torino, riuscirebbe a raddrizzare le sorti del complesso. A molte incongruenze era possibile ovviare con una dose di buon senso, di equa valutazione dei fatti. PURTROPPO SI E’ PREFERITO RISPONDERE adottando una posizione intransigente, di attesa. La squadra è venuta a trovarsi completamente isolata, in balia delle risultanze non sempre positive del campionato, senza possibilità di trovare il necessario equilibrio per rimettersi sulla giusta carreggiata. La salvezza quasi raggiunta può definirsi un piccolo miracolo, un avvenimento da festeggiare con un lauto banchetto. La conseguenza visibile, primaria, della politica della lesina si è riscontrata domenica sugli spalti del Moccagatta semi deserti. Nello scorso campionato, neppure nei momenti di maggiore contestazione, si era assistito a spettacoli del genere: era accaduto l’inverso. All’incontro Alessandria - Clodiasottomarina hanno assistito 1.171 persone, la punta minima dell’intera stagione con un incasso di 2.582.500, un introito miserello per fare fronte agli impegni assunti con i giocatori i cui emolumenti superano largamente il milione di lire mensile. Assurdità sulle quali molto si potrebbe discutere considerato il rendimento della maggioranza dei "senatori”, dei salvatori della Patria. Lo sportivo deluso, stanco delle promesse non mantenute punisce i responsabili con l’unica arma rimastagli a disposizione, l’assenteismo, il silenzio, l’indifferenza. Il numero degli spettatori è destinata a diminuire nelle restanti due casalinghe in programma, con la Pro Patria e il Trento. L’ANNO NERO DELLA SOCIETÀ’ di via Gentilini ha una ripercussione negativa oltre che sulla valutazione dei giocatori sulla situazione finanziaria. Le previsioni d’inizio campionato si avverano con regolarità cronometrica a svantaggio non solo dei dirigenti, ma della squadra in generale costretta ad operare in condizioni particolari. Succintamente risultano elencate le motivazioni per cui Viviani fa fatica e fatica tuttora, più del previsto, per giungere alla scadenza del contratto — il 30 giugno prossimo — senza l’esaurimento nervoso. Tenere in efficienza un colosso con i piedi d’argilla è impresa da titani, sovrumana. Veniamo all’ultima partita che ha fruttato due preziosi punti per toccare la fatidica quota 30, sommità dalla quale si può proseguire per un finale meno drammatico. L’Alessandria si è espressa nettamente al disotto delle proprie possibilità. L’appassionato avrà certamente notato la differenza di grinta tra l’amichevole con il Milan di mercoledì, conclusasi con la striminzita vittoria dei rossoneri grazie al gol di Chiarugi, e il Clodiasottomarina. Se nella partita infrasettimanale i grigi si erano impegnati al massimo e al meglio della condizione fisica e atletica, contro i veneti si è operato al risparmio o quasi, con una esibizione risultata chiaramente insufficiente pure per lo spettatore meno intransigente. Viviani costretto a rinunciare ancora una volta a Vanara e nell’impossibilità di schierare Pillon e Ghezzi atleti che attraversano un periodo di offuscamento ha richiamato in squadra Reja affidandogli il centrocampo lasciando invece a Borghi il compito di inserirsi, di appoggiare l'azione offensiva. Tatticamente la suddivisione del lavoro non presta il fianco ad alcuna critica. Purtroppo Fintendimento del tecnico si è dissolto per il totale assenteismo di Dolso, i limiti attuali di Reja, le esibizioni a corrente alternata di Giani autore dell'unica preziosa rete. 'LE PRESTAZIONI DI ARRIGO da diverse settimane risultano chiaramente emblematiche: come spiegare la metamorfosi tra l’amichevole con il Milan e la non partita con il Clodiasottomarina? Praticamente fermo, privo di idee ha giocato — raramente — per la platea, mai per i compagni, il collettivo che si attende dal suo estro l'imbeccata, lo spunto per avviare uno schema d’offesa. Con un Dolso irriconoscibile la squadra va inevitabilmente alla deriva in quanto viene meno l'unico uomo in grado di assumersi la responsabilità di orchestrare le manovre, di impostare l’azione geometrica. Sia Reja che Borghi sono centrocampisti di propulsione, mai di impostazione. Il giocatore - regista deve creare le condizioni favorevoli ai compagni, pennellare il passaggio, cercare lo stimolo per indurii a scattare verso la porta avversaria, li discorso è noioso perchè portato ripetutamente alla ribalta, ma è il fulcro attraverso il quale si può discutere, impostare la pedana di lancio di ogni azione sia essa di offesa o di interdizione. L’Alessandria ha giocato, mancandogli l'uomo idoneo, praticamente senza una valida rete di protezione a centrocampo per cui durante gli improvvisi rovesciamenti di fronte i granata sono venuti a trovarsi, ripetutamente, a diretto contatto con il portiere Zanier come ribadisce la cronaca dell’incontro. L’AVVERSARIO "SALTANDO” IL CENTROCAMPO oltre a mettere in crisi la retroguardia mandrogna costringeva quest’ultima ad avviare un dialogo formato da una ragnatela di passaggi che consentivano l’immediato rientro dei centrocampisti spintosi nell’opposta metà campo. Per sbloccare il risultato si è resa necessaria una prodezza prima di Borghi e poi di Giani e una... mezza papera di Fongaro portiere - allenatore dei lagunari. L'Alessandria nei quarantacinque minuti iniziali ha cercato vanamente di trovarsi, di darsi una impostazione tattica secondo il tema preparato in precedenza. La giornata "no” degli uomini chiamati ad assolvere i compiti principali ha praticamente impedito l’avvio di una gara impostata su una offensiva ragionata, consistente nel controllare il gioco avversario a centrocampo per favorire il rilancio di Marullo e Frigerio. L’avversario manovrando in fase prettamente offensiva, mantenendo il centravanti più in posizione arretrata, ma con Mazzarella appostato in continuazione al centro e il volpone Inferrera sulla sinistra ha trovato in almeno due occasioni la possibilità di centrare il bersaglio, li primo a sciupare banalmente è stato Mazzarella imitato nel finale da Inferrera. L’ala destra granata raccolta una corta respinta di Alberti si è incuneato in area presentandosi solo davanti a Zanier: gran brivido per i pochi spettatori e palla nettamente a lato. Nel finale, a porgere la palla gol agli avversari è stato Di Brino — tra i migliori — pasticciando al limite dell’area. L’irriducibile e spigoloso Mazzarella ricuperato il pallone ha prontamente smistato sulla destra dove Inferrera ha lasciato partire un gran diagonale. Zanier ha risposto alla grande deviando il bolide, salvando i compagni da ulteriori patemi d’animo. E l'Alessandria? IL CONSUETO GRAN PREMERE con ammassamento di uomini nell'area veneta, ma di concreto ben poco. Osserviamo gli appunti: Frigerio calcia a lato dopo un minuto poi si ripete al 10’; Colombo staffila da fuori area sopra la traversa e, dulcis in fundo un pezzo di bravura di Cazzola impegnato a litigare con Mazzarella e a chiudere i varchi. Il terzino alla mezz’ora parte dalla propria area con il pallone incollato al piede, supera tre avversari lungo il tragitto verso l'opposta sponda indi, giunto sulla linea di fondo, stringe calciando su Fongaro uscito dai pali per chiudergli lo spazio. Troppo poco per una squadra scesa in campo con il dichiarato obiettivo di andare a bersaglio, di conquistare la posta in palio per raggiungere la fatidica quota trenta oltre la quale è possibile scorgere un orizzonte meno grigio. Le rimostranze degli sportivi sono pienamente giustificate. La squadra denuncia una rassegnazione spaventosa; la paura di sbagliare attanaglia le gambe sia degli anziani quanto dei giovani. Prendiamo ad esempio Dolso stagnante in una zona del campo che gli consente di gettarsi sulle palle... morte, ma nel contempo gli impedisce di essere veramente d'aiuto nella impostazione dell» manovra. GIOSTRANDO BORGHI in appoggio alle punte il centrocampo è affidato oltre a Dolso ai rientrante Reja che copre un’area piuttosto ampia alle cui spalle solitamente si nota il vuoto. Il Clodiasottomarina approfitta della debolezza dell’avversario lanciando a turno gli attaccanti verso la porta di Zanier. La manovra grigia è priva di determinazione, stagnante. I centrocampisti e gli stessi attaccanti sono costretti ad appoggiare la sfera all’indietro invece che in avanti non trovando alcun compagno smarcato pronto ad intessere il dialogo offensivo. Uno spettacolo chiaramente provinciale o da oratorio. Nella ripresa il tono è tutt’altro che.... allegro. I veneti fiutando la possibilità del colpaccio accelerano nella speranza di trovare il gol: le possibilità si realizzerebbero se riuscissero ad avere in squadra qualche uomo in vena. Purtroppo, per il Clodia, la consistenza tecnica della compagine è tutt’altro che invidiabile: si gioca, insomma, tra poveretti. Gli sbadigli si susseguono, gli sprazzi di bel gioco sono un pio desiderio. Il solito Borghi tra tanto grigiore cerca affannosamente di imbeccare i compagni con ii passaggio vincente. L’ex varesino ci riesce al 65' quando dalla destra effettua un cross millimetrico per la testa di Giani appostato al vertice dell’area piccola. L’alessandrino lasciato inspiegabilmente solo e con un Fongaro indeciso sul da farsi, incorna con decisione centrando lo specchio della porta. La rete galvanizza i giocatori in maglia grigia e Giani preso di mira in precedenza trova modo di scaldare l’ambiente con un gesto di ripicca. L'ALESSANDRIA STAVOLTA è abile nel difendere il vantaggio, nell’amministrare saggiamente il vantaggio. I veneti si rimboccano le maniche, arrischiano lo sbilanciamento in avanti per riportarsi in parità scoprendo la difesa. I locali potrebbero andare a segno almeno tre volte, ma i difetti sono cronici. Marnilo al 76’ fa tutto da solo sulla fascia sinistra poi scodella la sfera al centro dove Baisi subentrato a Dolso è troppo impacciato per concludere e il raddoppio diviene chimerico. Rilancio di Giani e perfetto "taglio” per Frigerio anticipato di un soffio dal portiere ed ancora un duetto Frigerio - Giani con intervento finale della difesa. L’ospite subisce, ma sfiora clamorosamente il pareggio con Inferrera che, tutto solo davanti a Zanier spedisce la sfera sopra la traversa. I grigi proprio allo scadere vanno a segno: Frigerio inizia l’azione scambiando con Baisi lesto a tornargli la palla: l'ala anticipa il portiere realizzando, ma l’arbitro su indicazione del segnalinee annulla per fuorigioco dello stesso giocatore. IL FINALE E’ GIALLO per la contestazione di un gruppo di sportivi verso Viviani. L’allenatore stavolta reagisce verbalmente, è stanco di fungere da calamita. Nello spogliatoio l’allenatore vuota il sacco. « E’ un anno che giochiamo male, la gente deve comprendere il particolare stato d’animo della squadra. L’importante è avere vinto. 1 tifosi hanno pienamente ragione nel criticare: prima salviamo la squadra e poi discutiamo. Anch'io avrei molte cose da dire, le tengo nel gozzo per il bene dell’Alessandria. Ho un contratto che scade il trenta giugno ed intendo rispettarlo sino alla fine. La squadra da troppo tempo gioca con i nervi a fior di pelle: l’essere riusciti a raggiungere quota trenta è un obiettivo di rilievo ». A "refrigerare” l'ambiente giunge la notizia della sconfitta interna del Vigevano: i volti si illuminano anche se la realtà è tutt'altro che tinta di... rosa (Il Piccolo - Il Gattopardo) SOFFERTO 1-0 DEI GRIGI Al Moccagatta battuto il Clodia - L'Alessandria ha deluso ancora una volta sul piano del gioco, anche se non è mancato l'impegno Con una rete di Giani al 65' (una seconda di Frigerio è stata annullata). l'Alessandria ha avuto oggi ragione al «Moccagatta» di un Clodia Sottomarina quanto mal cattivo e scorretto. Una vittoria che vuol dire molto per i grigi: è stata raggiunto quota 30 — La salvezza viene Indicata a 34 punti — e negli ultimi 6 incontri ancora do disputare, alcuni contro avversari non troppo difficili, non dovrebbero più esserci preoccupazioni eccessive. Si può ben affermare dopo la vittoria odierna, che l'Alessandria ha quasi la certezza della salvezza, a meno.ovviamente, di crolli imprevisti. Vittoria si, ma non una bella partita. I grigi, specialmente nel primo tempo, sono apparsi ben lontani da quel tipo di gioco sfoderato mercoledì sera nell'amichevole con il blasonato Milan. Allora ha senza dubbio ragione Viviani: ragazzi giocano in campionato con il groppo alla gola per la paura di sbagliare, di non vincere, e cosi danno un brutto spettacolo e falliscono facili occasioni da gol. E oggi le occasioni perse non sono state poche. D'altra parte però ci sembra eccessivo l'accanimento con cui un gruppo di tifosi, pochi ma scaldati. attacca l'allenatore Viviani. E' successo anche oggi, prima del gol decisivo di Giani, e dopo, quando la vittoria, pur giocando male, era stata conquistata. Sbagliano i tifosi quando lamentano la fiducia data da Viviani alla «linea verde»; se i giovani; — eccezion fatta per il bravo Alberti — spesso deludono, non bisogna però dimenticare che anche i «vecchi» non sono ad un livello i molto superiore. Oggi ad esempio, discorso a parte per l'infaticabile Colombo. Dolso nel primo tempo è apparso svuotato e privo di idee, Viviani lo ha sostituito con Baisi ed il giocatore si è mangiato un gol imperdonabile per uno che abbia la sua esperienza. Nulla di eccezionale è veruto do Rcja. Inizio con i grigi all'attacco, al secondo bella azione ReJa-Frigerio-Marullo-Frigerio. nulla di fatto. Al 10' il Clodia spreca un'occasione d'oro: Mazzarella raccolto un corto servizio di Alberti è solo in area, ma sbaglio o porto vuota. Ci provano i grigi con azioni poco convincenti e le occasioni sfumano con Manilio, Colombo e Cazzola. Al 44' altra occasione per gli ospiti; servito da Mazzarella, Inferrera calcio forte, ma Zanler salva la difficile situazione con uno bello respinta. Nella ripresa sostituito Dolso con Baisi i veneti ritirano Visentin per Lomonte, i grigi fanno qualcosa di meglio. Al 62' un bel tiro di Frigerio finisce alto sulla traverso, poi tre minuti dopo, la rete: Giani, servito da Borghi, sorprende Fongaro ed è il gol dello vittoria grigio. Potrebbe raddoppiare al 75', ma Baisi, su ottimo passaggio di Manilio e solo dinanzi allo porto e si «mangio» il gol. Qualche brivido per i tifosi alessandrini, poi all'89' azione Frigerio Baisi Frigerio che segna: l'arbitro annullo per un discutibile fuorigioco. (La Stampa - Ed. Sport - Franco Marchiaro) Risultati: Cremonese - Albese 0-1 Monza - Mantova 3-0 Padova - Juniorcasale 3 0 Pro Vercelli - Pro Patria 2-1 S. Angelo L. - Venezia 3 0 Trento - Belluno 2-1 Treviso - Seregno 2 2 Udinese - Lecco 2-0 Vigevano - Bolzano 0-1 CLASSIFICA: Monza p.51; Treviso 39; Lecco, Cremonese 38; Pro Vercelli, Mantova, Udinese 35; J. Casale, Seregno, Bolzano 33; Venezia, Padova 32; S. Angelo L., Clodiasott. 31; Alessandria, Albese, Pro Patria 30; Vigevano 23; Trento 21; Belluno 10 Marcatori: 13 reti: Giavardi (Lecco) e Ballarin (Padova); 12 reti: Basili (Clodiasottomarina) e Ganzi (Seregno); 11 reti: Sanseverino (Monza), Skoglund (Sant’Angelo), Osellaine (Treviso); 10 reti: Pozzi (Sant’Angelo Lodigiano), Motta (Juniorcasale). Il punto sul campionato Vittoria pulita e meritata dell'Albese che ha segnato una rete per tempo battendo la Cremonese volenterosa, pasticciona e inconcludente e molto al di sotto del proprio standard di gioco. Con tre reti a zero il Monza ha giustiziato anche il Mantova e galoppava con sempre maggior vigore verso la B. Settanta minuti di noia, contrapporsi a trenta minuti di brio, questo il succo di Pro Vercelli-Pro Patria, una partita che i piemontesi si sono aggiudicati con il minimo scarto, dopo aver rischiato di venire sconfitti. La Juniorcasale è caduta malamente sul rettangolo di Padova contro una formazione in gran giornata: partita che si è sviluppata su un solo binario. Il Vigevano con la sconfitta subita stava abbandonando la salvezza, anche contro il Bolzano è stato fatto di tutto per favorire gli avversari.