Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
02-05-1976 - Giornata: 33 - Venezia - Pierluigi Penzo


Venezia Calcio - Alessandria Calcio US 2 - 1 (1 - 1)
RETI: 29. Sartori [Ve] , 35. aut. Bassanese [Ve] , 75. De Cecco [Ve]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Cazzola Fabio, Di Brino Marcello, Ghezzi Ivan [76. Baisi Sergio Pietro], Alberti Antonio, Borghi Ambrogio, Giani Pierluigi, Reja Edoardo, Marullo Michele, Dolso Arrigo, Frigerio Emilio A disp.:(P) Favot Sergio, Maggioni Gian Luigi All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
VENEZIA CALCIO: Seda, Bisiol, Santarello, Bassanese, Lesca, Rossi M., Lorini, De Cecco, Bianchi, Seno [65. Rossi V.], Sartori. A disp.: Furlanetto, Aschettino. All.: Lupi Luciano

Arbitro: Lanzotti Massimo (Viterbo).
Note
Ammoniti: Cazzola [A]; De Cecco [V] Spettatori: 2000 Inizio gara ore 16.00

Commento
LAGUNA AMARA PER I GRIGI ... ECONOMICAMENTE DEPRESSI Scialba prestazione dell’undici alessandrino, sconfitto nel finale© La squadra grigia, rassegnata, accetta supinamente il responso del campo © Sui domani della compagine si accumulano grosse nubi. I Sacco, aventiniani, si accingono alla smobilitazione? Dimenticate frettolosamente le promesse, si cerca di appianare il catastrofico deficit. Contro la Pro Patria si teme una astensione dei tifosi Undici sconfitte, quattro pareggi, una vittoria; è il desolante ruolino di marcia dell’Alessandria lontano dal « Moccagatta ». Un bilancio fallimentare, ricordando che l’unico successo é stato ottenuto sul campo del fanalino di coda Belluno. La serie nera delle trasferte proibite é proseguita al « Sant’Elena », dove i grigi hanno collezionato l’undicesimo risultato negativo. Alia conclusione del campionato mancano altri tre viaggi: a Seregno, Cremona e Padova, per cui è facile prevedere un... miglioramento del record. A parte gli scherzi, le ultime gare della stagione ribadiscono la povertà atletica e tecnica di una compagine che resta in « C » grazie al cedimento del Vigevano nuovamente sconfitto a Vercelli. Gli sportivi da tempo in rotta accettano il risultato, evitando ulteriori commenti: sull'Alessandria è stato detto e scritto tutto. La compagine sollecitata ripetutamente da Viviani evidentemente ha i riflessi appannati e incapace di trovare il periodo favorevole come, ad esempio, hanno avuto gli stessi lomellini. Tenere unita la compagine, evitare il tracollo è la sola speranza del triste campionato edizione 1975-76. L’orso grigio pare avere speso gli ultimi spiccioli di agonismo per cui è giocoforza adeguarsi alla dura realtà. Le vicissitudini attraverso le quali la squadra è passata giustificano in parte la mancanza dei risultati, !e continue delusioni. Ad ogni trasferta si spera nella riscossa, ma l’attesa resta delusa; i proponimenti della vigilia restano lettera morta. Altro che finale incandescente per dimenticare le cocenti delusioni. I giocatori hanno limiti oltre i quali è assurdo sperare; sono limiti ripetutamente denunciati sin dall’inizio della stagione. L’Alessandria è paragonabile ad una zattera di naufraghi, solo il vento può aiutarla a raggiungere la sponda. Le delusioni si susseguono a ritmo vertiginoso tanto da indurre gli sportivi a volgere altrove lo sguardo. Raggiunta per forza ’d’inerzia la salvezza altri interrogativi si aprono sul domani della squadra. I Sacco nel tentativo di sganciarsi (si fa per dire) dal sodalizio stanno minandone pericolosamente le basi con conseguenze assai gravi. L'ALESSANDRIA HA PRATICAMENTE cessato di essere tale il giorno stesso in cui conquistò la promozione in serie B. L’ultima trovata gli sportivi la conoscono: affidare la squadra al Varese tramite Sogliano. L’operazione avviata celermente negli scorsi mesi e portata a conclusione è improvvisamente "saltata” sabato scorso quando l’imprevedibile mister Paolo Sacco si è sottratto per l’ennesima volta agli impegni con il nuovo partner. Il direttore sportivo varesino che è tipo tutt’altro che malleabile se n’è andato sbattendo la porta, ribadendo quanto sia difficile trovare punti di contatto. Congelata la trattativa con i lombardi (parlare di rottura è rischioso conoscendo il carattere del presidente, un carattere molto simile alle banderuole) è arduo fare previsioni. Stando alle affermazioni di Paolo, l’Alessandria disputerà il prossimo campionato con una formazione di ragazzini i cui stipendi saranno ridotti all’osso. Il condottiero grigio, passerà in altre parole, da stipendi da un milione in su, a cento mila lire in... giù. Una formazione tipo Belluno per intenderci se abbiamo ben compreso con l’obbligo, da parte degli sportivi di assistere in massa agli incontri casalinghi pena in caso di disobbedienza, il ritiro... dal campionato. Il signor Paolo Sacco evidentemente non ha ben compreso che la pazienza ha un limite, che gli impegni vanno rispettati. Gli sportivi sono persone in possesso da tanta pazienza, ma un giorno potrebbero perderla con conseguenze facilmente immaginabili. II deficit dell’Alessandria si aggira sul miliardo e mezzo di lire ricuperabile in minima parte con il capitale giocatori. Un amministratore saggio, sfogliando — se ha memoria labile — le statistiche recenti nota che gli incassi sono proporzionati al rendimento della compagine per cui è facile trarre le conclusioni. Approntando una squadra decente con un programma biennale o triennale si riuscirà a bloccare il passivo; affidandosi all’improvvisazione si rischia di raggiungere al termine de! prossimo campionato i due miliardi di lire. L’accumulo passivo è avvenuto senza che l'Alessandria abbia raggiunto, come accadde in passato, la massima divisione. Ciò significa che l’attuale gestione ha sinora seguito una politica personalistica, infischiandosene delle rigide regole di mercato. Nella fretta di spendere e spandere gli interessati si sono dimenticati che impegnavano soldi tratti dal patrimonio personale. Il pretendere una rifusione del danno da parte di terzi è non solo improponibile, ma contro ogni logica. Quando i Sacco Chiedono per cedere la società mezzo o un miliardo di lire sanno perfettamente di barare. Innanzitutto la somma potrà essere richiesta e pretesa solo nel momento in cui l’Alessandria tornerà a veleggiare tra i cadetti dove la prelevò anni orsono l’ing. Remo troppo in fretta ritiratosi nella capitale per dedicarsi alle molteplici attività. Se l'Alessandria retrocesse gran parte della responsabilità ricade sul "patriarca” di Spinetta Marengo che male amministrò il proprio capitale (ma è poi vero?) acquistando ad esempio un Nicole ormai avviato verso il viale del tramonto ed altri giocatori di ugual tacca che evitiamo di nominare. RIPORTATA L'ALESSANDRIA IN SERIE B gli stessi dovranno dimostrare come il debito della società, nello spazio di due sole stagioni, sia salito vertiginosamente con la stessa rapidità con cui la lira scende Perchè mai i bilanci dell’Alessandria sono tuttora avvolti nel più fitto mistero? Sarebbe interessante spulciarli, controllarli voce per voce. L’analisi interessantissima consentirebbe di fare piena luce sul dilatarsi del debito. Purtroppo i bilanci restano tabù tanto è vero che nella sede di via Gentilini pare non se ne trovi traccia. I Sacco avendo speso tanti milioni — senza per altro presentare le pezze giustificative — pretendono mano libera nel demolire la società. L’intenzione di colpire lo sportivo è evidentissima, lapalissiana. Gli ingenui, ma non troppo, si prepararono a giocare un altro scherzo agli sportivi dimenticando che pure la pazienza dei santi ha un limite oltre la quale è pericoloso spingersi. La famìglia Sacco nel tirare le somme dell’attuale campionato dovrà valutare attentamente le future conseguenze. L’assenteismo dei tifosi — per domenica è previsto un altro incasso da partita tra celibi e ammogliati — è un campanello d’allarme eloquente. L’ignorarlo sarebbe un gravissimo errore specie da parte di persone abituate a tenere in mano le fila di un piccolo impero industriale che si estende dall’Italia al principato di Monaco, dalla Spagna all’Africa. L’improvvisa "miseria” sopraggiunta in casa grigia lascia chiaramente intendere un ben preciso disegno consistente nel manovrare il giocattolo a seconda delle convenienze. Nel frattempo continua il calvario della squadra nuovamente sconfitta in trasferta nella giornata in cui le poverelle della classifica (leggi Belluno e Trento) riescono a racimolare inutili punti. L’Alessandria a cinque giornate dalla conclusione del campionato si trova solitaria al quartultimo posto della graduatoria a sette lunghezze dallo scompaginato Vigevano. La retrocessione per merito del terzetto di fondo classifica è scongiurata, senza gloria. AL SANT’ELENA I GRIGI HANNO RICONFERMATO le pochezze ben note: la squadra ha giocato un primo tempo accettabile — a detta dello stesso allenatore avversario — indi nella ripresa è crollata subendo il gol della sconfitta c rinunciando alla possibilità di conquistare in extremis il pareggio. Sono bastate le assenze scontale di Vanara e Colombo per determinare il crollo. Elio e capitan Antonio rappresentano le vere bandiere dei grigi non solo per l’astuzia che li contraddistingue sul campo. Sanno battagliare, stringere i denti a differenza di tanti altri compagni, sacrificarsi pur di difendere il prestigio delle logore maglie grigie. Nell’impossibilità di disporre delle "stelle” l’allenatore ha inserito in mediana Ghezzi confermando Reja come uomo di interdizione e spinta. L’andamento della partita ha dimostrato alla resa dei conti quanto sia difficile per la squadra reggere al confronto con un avversario privo di ambizioni: bastano alcune impennate per mandare a gambe all’aria ogni proponimento. Sulla compagine pesa una sorta di maledizione che attanaglia le gambe dei giocatori anziani e giovani. Difficile spiegare altrimenti le scialbe prestazioni di Dolso, Cazzola. Reja, Marullo a Frigerio. La pagella pubblicata in altra parte del giornale meglio individua la prestazione dei singoli sul campo dei nero verdi tradizionali avversari. Particolare curioso: alla partita hanno assistito 263 spettatori compresi gli abbonati, li pubblico veneziano evidentemente non indugia troppo sui mugugni del presidente Bigatton; se la squadra naviga nella zona bassa della classifica preferisce rivolgere altrove gli sguardi. La stessa solfa si ripeterà la prossima domenica al Moccagatta: gli alessandrini sono stanchi di essere presi per il bavero della giacca. Abbiamo parlato di Dolso. Il centrocampista ha classe e numeri per primeggiare anche a livello professionistico come dimostrato nella scorsa stagione. Purtroppo nelle ultime domeniche il rendimento è sceso paurosamente e a nulla sono valsi gli incitamenti, il costante pungolo dell’allenatore. Il giocatore pare avere perduto definitivamente la voglia di giocare, di lottare, di sacrificarsi. IL SAIO DELL’UMILTÀ’ gli sta stretto ed i risultati si rivelano catastrofici. Su Arrigo pesano fattori psicologici ancor prima di essere atletici o tecnici. I buoni proponimenti enunciati alla vigilia si dissolvono nel momento stesso in cui esce dal sottopassaggio. L’Alessandria, come ripetutamente sottolineato da Viviani, deve assolutamente uscire dall’oscurantismo, dimostrare di aver la spina dorsale. Per riuscirvi necessita di uomini validi, di gente capace di lottare e sacrificarsi, in caso contrario le delusioni continueranno ad assommarsi. L’allenatore ha il dovere di afferrare i bisturi e di intervenire senza timore delle reazioni. Gli sportivi sono stanchi di assistere ad esibizioni incolori, a partite disputate al rallentatore, inframmezzate da qualche spunto isolato. Gli uomini i cui piedi sono di creta devono ritirarsi in buon ordine dietro le quinte lasciando il posto ai colleghi desiderosi di farsi luce. Il campionato dei grigi iniziatosi all’insegna della mediocrità non può concludersi nel buio pesto, senza un bagliore sull’esempio di quanto accaduto con il Monza o l’Udinese. Borghi, Reja il giovane Marullo hanno l’obbligo di rimboccarsi le maniche, di stringere i denti per uscire dall'anonimato in caso contrario a fine stagione gli emolumenti subiranno certamente un grave salasso. 11 discorso è valido pure per Frigerio, un ragazzo sul quale si appuntavano le speranze dell’allenatore c della maggioranza degli sportivi. NELLE RESTANTI CINQUE PARTITE si deve evitare di leggere giudizi che si commentano da soli come « Alessandria priva di idee » oppure « Squadra senza nerbo ». Stralciamo da due giornali alcuni brani assai eloquenti. Scrive « La Gazzetta del Popolo »; « Venezia ed Alessandria hanno fatto sbadigliare i 263 spettatori paganti al Sant’Elena e quei pochi altri che ormai hanno pagato all’inizio dell’anno e non sono ancora arrivati al punto di buttar via l’abbonamento. E ciò, nonostante la partita sia stata ravvivata da tre gol, il che non accade troppo di frequente: ciò significa che, tolti i tre brividi, il resto è stato veramente sonnolento, con una serie di errori da una parte c dall’altra che chiamavano talvolta alla mente gustose scene di Ridolini. Solo nel finale si è vista un po’ di animosità in campo con l’Alessandria che non aveva più nulla da perdere è di conseguenza si è buttata in avanti a testa bassa per riagguantare il pareggio e con il Venezia che ha saputo manovrare più piacevolmente ed efficacemente in contropiede approfittando degli spazi liberi ». Con il titolo « I grigi dormono, il Venezia segna » la « Stampa sera » fotografa il servizio sulla partita. « Partita quasi soporifica, che l'Alessandria ha perduto — scrive il corrispondente — senza potere troppo recriminare sul risultato. Dopo avere avuto una prima volta alleata la fortuna (è stato al 35’ allorché un’azione solitaria di Giani si è conclusa con un tiro che rimpallando sul libero nero verde Bassanese, ha tradito la guardia del portiere Seda, si è infilato all’incrocio dei pali) i piemontesi hanno forse creduto di conservare facilmente il pareggio, stante la scarsa predisposizione dell’impegno da parte dei lagunari. E’ accaduto invece che ad un quarto d’ora dal termine De Cecco ha cavato « l’acuto » giusto superando Zanier. Dopodiché, a nulla è valsa, per l'Alessandria, l’entrata in campo della punta Baisi al posto di Ghezzi; anzi il Venezia veleggiando in contropiede, ha sfiorato tre volte nel finale il terzo gol... per il resto si è trattato di una partita di scarso interesse tecnico ed agonistico, vivacchiata per Io più a centrocampo senza troppi spunti particolari da segnalare ». Un’Alessandria nettamente sottotono, incapace di scrollarsi di dosso l’apatia e di aggredire l’avversario con piglio autoritario per dimostrare di meritare qualcosa in più dell’attuale magra classifica. Il ruolino di marcia dei grigi prosegue domenica con la penultima casalinga con la Pro Patria a cui seguiranno due trasferte consecutive, Seregno e Cremonese. La stagione si concluderà al Moccagatta con la penultima fatica (ospite il Trento condannato alla retrocessione) e all’Appiani di Padova. Due casalinghe e tre trasferte prima di approdare al traguardo del 6 giugno. Riuscirà l’undici mandrogno a racimolare almeno quattro punti per accomiatarsi dagli sportivi con animo meno colpevole? E’ la domanda che giriamo ai giocatori prima ancora del tecnico. L’EMBLEMATICA PARTITA DI VENEZIA indurrà certamente Viviani ad apportare, per l’ennesima volta, altre varianti allo schieramento. Sicuramente punterà al ricupero di capitan Colombo e de! generoso Vanara per concedere un turno di riposo ad elementi stanchi quali Dolso, Reja e allo stesso Marullo le cui ultime prestazioni lasciano alquanto a desiderare. Probabile l’innesto di un altro giovane se non altro per cercare attraverso la nuova linfa, di scrollare l’apatia generale. Un successo sulla Pro Patria sarebbe gradito dalle poche centinaia di sportivi che domenica Varcheranno per la diciottesima volta i cancelli del Moccagatta. I bustocchi sopravanzano i grigi di un punto: l’occasione è buona per agganciarsi nuovamente al gruppo ancorato con le compagini di centro-classifica. L’Alessandria chiamata a fare dimenticare le cocenti delusioni riuscirà almeno per una domenica — pagando ad ognuno la giusta mercede — a trasformarsi in una compagine grintosa c volonterosa? Sono i giocatori a dovere rispondere all’interrogativo posto dagli appassionati, dai fedelissimi pronti a spellarsi le mani per celebrare l’avvenimento. Nel frattempo il clan attenderà le decisioni della famiglia Sacco sul futuro della diseredata società di via Gentilini. La stagione sta avviandosi rapidamente alla conclusione per cui è indispensabile tirare le fila, dire in parole chiare cosa si intende realmente fare per rilanciare i grigi o affossarli definitivamente. Alessandria sportiva attende con ansia il lancio del fatidico dado... dopo deciderà (Il Piccolo - Il Gattopardo) I GRIGI DORMONO IL VENEZIA SEGNA Partita quasi soporifera, che l'Alessandria ha perduto senza poter troppo recriminare sul risultato. Dopo aver avuto una prima volta alleata la buona sorte (è stato al 35', allorché un'azione solitaria di Giani si è conclusa con un tiro che rimpallando sul libero neroverde Bassanese, ha tradito la guardia del portiere Seda, e si è infilato all'incrocio del pali), i piemontesi hanno forse creduto di conservare facilmente il pareggio, stante la scarsa predisposizione all'impegno da parte dei lagunari. E' accaduto, invece, che ad un quarto d'ora dal termine De Cecco — che dall'Inizio del campionato era ancora alla ricerca del suo primo successo personale — ha cavato l'« acuto » giusto, impossessandosi del pallone ai margini dell'area grigia e sferrando un rasoterra vincente, da sinistra a destra, che ha preso in contropiede il portiere Zanier, coperto da difensori amici ed attaccanti avversari. Dopodiché, a nulla è valsa, per l'Alessandria, l'entrata in campo della punta Baisi al posto di Ghezzi: anzi il Venezia, veleggiando in contropiede, ha sfiorato tre volte nel finale il terzo gol, due con Lorini (35' e 36') e una con De Cecco, che ha sprecato il raddoppio personale giusto in chiusura, quando è stato liberato a rete da Bisiol. Non va dimenticato che anche nel primo tempo, prima cioè dell'autorete di Bassanese, il Venezia si era dimostrato più incisivo degli avversari, andando a segno con una splendida azione al 29': triangolo RossiDe Cecco-Rossi sulla sinistra, violento tiro diagonale del mediano e respinta alla disperata di Zanier verso destra, dove però era In agguato Sartori, il quale ha infilato la palla in rete con uno spettacolare tuffo di testa. Tutto ciò, dopo un periodo di gioco quasi sonnolento, nel quale l'Alessandria si era fatta viva con un paio di calci franchi di Dolso e Ghezzi (5' e 24') e il Venezia con un tiro di Lesca, su punizione a due, ben parato da Zanier al 16'. Non si può però dimenti care che la vera occasione per portarsi in vantaggio era capitata agli ospiti al 12': sugli sviluppi di un calcio d'angolo, Dolso, a un metro da Seda, aveva la palla buona per segnare, ma di testa la spediva proprio fra le braccia del pronto portiere lagunare. Per il resto, come si è detto, si è trattato di una partita di scarso valore tecnico e anche agonistico vivacchiata per lo più a centrocampo senza spunti particolari da segnalare. Il Venezia ha messo in rilievo la prestazione di qualche difensore, come Santarello e Lesca; l'Alessandria la vivacità di Frigerio e anche di Manilio, mal sostenuti però dalle retrovie. Po co felice pure la direzione arbitrale. (La Stampa - Ed. Sport - M.R.) Risultati: Albese - Belluno 1-1 Bolzano - Monza 0-0 Clodiasott. - Treviso 2-1 Juniorcasale - Udinese 0-0 Lecco - Trento 1-1 Mantova - Padova 0-0 Pro Patria - Cremonese 2-2 Pro Vercelli - Vigevano 2-0 Seregno - S. Angelo L. 1-1 CLASSIFICA: Monza p.52; Lecco, Treviso, Cremonese 39; Pro Vercelli 37; Mantova, Udinese 36; J. Casale, Seregno, Bolzano, Venezia 34; Padova, Clodiasott. 33; S. Angelo L. 32; Albese, Pro Patria 31; Alessandria 30; Vigevano 23; Trento 22; Belluno 11 Marcatori: 13 reti: Giavardi (Lecco), Ballarin (Padova); 12 reti: Basili (Clodiasottomarina); Skoglund (Sant’Angelo Lodigiano), Canzi (Seregno); 11 reti: Sanseverino (Monza) e Osellame (Treviso). 10 reti: Motta (Juniorcasale) e Pozzi (S. Angelo); 9 reti: Bortot (Cremonese) Polvar (Juniorcasale), Tosetto (Monza). Il punto sul campionato Il Monza ha conquistato a Bolzano quel punticino che gli ha dato la matematica certezza di salire in Serie B; entrambe le squadre hanno giocato per il pareggio scoprendosi raramente. Il Vigevano è stato battuto nettamente a Vercelli: i locali hanno giocato una gara prevalentemente d'attacco mentre l'attacco ospite è stato troppo rinunciatario. Il S.Angelo è riuscito a pareggiare con Skoglund le sorti di un incontro dominato a lungo dal Seregno sia sotto il profilo tecnico che agonistico. La Junior ha ottenuto il pareggio contro la forte compagine dell'Udinese dimostrando un notevole miglioramento rispetto alle gare precedenti: i monferrini hanno subito l'iniziativa avversaria solamente nella prima frazione di gioco, nella ripresa le parti si sono invertite. L'Albese non è riuscita ad andare al di la del pareggio contro il fanalino di coda Belluno: è stata una partita assai brutta, giocata dall'Albese ad un ritmo molto blando per cui i bellunesi sono riusciti a fare una buona figura. Un pò troppo deconcentrato contro una squadra ormai rassegnata, il Lecco ha faticato moltissimo: nel primo tempo è uscito soccombendo di un gol in contropiede da parte di Prati. I padroni di casa hanno dovuto fruire dell'aiuto di Di Giovanni.