Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
23-05-1976 - Giornata: 36 - Cremona - Giovanni Zini


Cremonese US - Alessandria Calcio US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 49. Mondonico [Cr]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Cazzola Fabio, Di Brino Marcello, Reja Edoardo, Colombo Antonio [31. Maggioni Gian Luigi], Borghi Ambrogio, Pileggi Danilo, Pillon Giuseppe, Galassi Stefano, Vanara Elio, Marullo Michele A disp.:(P) Favot Sergio, Sacchi Luciano All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
CREMONESE US: Bodini, Cesini, Talami, Sironi, Miani, Cassago, Minini, Prandelli, Mondonico, Finardi, Chigioni [82. Frediani]. A disp.: Maiani, Bocchio. All.: Rota Battista Giovanni

Arbitro: Gazzari Antonio (Macerata)
Note
Espulso 88. Reja [A]. Ammoniti: Cesini [C]; Minini [C]; Cassago [C]; Bodini [C] Inizio gara ore 16.00

Commento
I SACCO DECISI A SMOBILITARE A FINE STAGIONE Tifosi in piazza per salvare l’Alessandria dal disfacimento? Arriva la Juventus, viva la Juventus. Allo sportivo alessandrino resta la sola soddisfazione di applaudire la "Madama”, orbata dello scudetto, e voltare pagina. E’ la dura realtà quotidiana che torna a galla ogni qualvolta si parla dell’altra vecchia signora, l’Alessandria, ormai ridotta al ruolo di parente povera del campionato di serie C. La scorsa domenica i grigi hanno racimolato la dodicesima sconfitta in trasferta, solo Belluno e Trento hanno fatto peggio dei grigi. Mister Viviani costretto dagli eventi (squalifiche di Frigerio, Giani e Alberti) e con Dolso infortunato, ha messo in campo la miglior formazione: buona in difesa e centrocampo, ma nettamente scarsa in fase di conclusione come era facile prevedere. L’Alessandria ha l’ultima possibilità di migliorare la magra classifica la prossima domenica contro il derelitto Trento poi, con le armi spuntate, affronterà l’ultima fatica in casa del Padova. L’undici mandrogno conclude nel grigiore generale un campionato nettamente sottotono, insufficiente. Le prospettive del domani sono ancora peggiori, basta tastare il terreno per averne sentore. Paolo Sacco è decisamente orientato a vivacchiare sui prestiti (quattro) altri cercherà di averli camuffati da comproprietà. Un suicidio classico, senza ombra di dubbio davanti al quale è necessaria una sollevazione popolare per ricordare che l’Alessandria appartiene ad una città invece che ad una famiglia. E’ il solito ritornello, ma nella casa dell’industriale spinettese certe realtà sono dure da comprendere, da vivisezionare. La situazione va delineandosi, tutto appare chiaro all’orizzonte. Fallito miseramente l’obbiettivo della promozione (si è rischiato la retrocessione per due terzi della stagione) si pensa a tamponare le falle macroscopiche. La politica seguita sarà di vendere il più possibile cercando di ricavare i1 massimo. L’Alessandria in altre parole è all’asta: tutti i giocatori sono cedibili, nessuno escluso. Pure Arrigo Dolso che nelle intenzioni dell’ing. Remo doveva in giardino deliziare i figli con i suoi pezzi alla Pelè. Quanto si ricaverà dalla svendita o dal saldo di giugno? Duecento - trecento milioni di lire, occorrerà essere ben ferrati per sbolognare alcuni pezzi. Il « presidentone » è al lavoro, ha aperto contatti, sta tastando il terreno per movimentare il mercato visto che quest’anno dovrà fare veramente da solo. Gli intermediari, i direttori sportivi lo conoscono, nessuno intende avere a che fare con l’estemporaneo responsabile della società mandrogna. L’eco delle imprese passate ha fatto il giro della Penisola, ma nel Meridione c’è ancora possibilità di strappare qualche milione in più. Nel giro di cessioni mancherà il centravanti Biloni passato Io scorso settembre al Grosseto. L’Alessandria come è risaputo, mettendo all’incasso un assegno di cinquanta milioni di lire dato in garanzia, oltre a buscarsi una querela, ha perduto praticamente la comproprietà dell'attaccante. Ricordiamo all’ignaro lettore che Biloni è costato all’Alessandria qualcosa come ottanta milioni di lire che il presidente ha gettato dalla finestra, ha sacrificato ingenuamente in quanto gli servivano 50 milioni di cocuzze per tamponare le falle. Agli ottanta milioni di Biloni, sfumati si aggiungano i 10 milioni pagati a Giacomo Losi per la stagione in corso. Sono novanta milioni di lire che aumentano il non indifferente passivo che, secondo ammissioni dello stesso interessato. si aggirerebbe sul miliardo e trecento milioni - un miliardo e mezzo. Cose da far tremare le vene ai polsi dello sportivo che ogni domenica tira fuori dalla tasca le duemila lire per assistere alle scadenti esibizioni della compagine. ALLO SPORTIVO CHE CHIEDEVA per quale ragione i Sacco dovrebbero regalare la società rispondiamo: « per quale misterioso fato i padroni hanno gettato alle ortiche tanti milioni di lire? E’ giusto che un nuovo gruppo debba accollarsi un deficit cresciuto paurosamente per l’allegra conduzione? ». I debiti contratti ognuno deve, pagarseli da solo, altrimenti sarebbe troppo facile fare il presidente di una società di calcio. Troppi i milioni sperperati, come lo sono stati i favolosi premi (da società di serie A) distribuiti lo scorso campionato quando era possibile, con l’acquisto di un solo giocatore, restare nella serie cadetta. Ecco uno dei motivi di centro perchè nessuno si fa avanti per rilevare una squadra che tra somma richiesta e spese di gestione verrebbe a costare l’ingenuo appassionato qualcosa come un miliardo di lire e, tutto, nello spazio di una stagione. Tornando a bomba (la puntualizzazione era necessaria per rispondere alla sparuta schiera che si scandalizza se all’orizzonte non appare nessun kamikaze disposto a gettare quattrini con i tempi che corrono) ricordiamo gli intendimenti dell’attuale presidente. Fallito il connubio Alessandria - Varese non resta che costruire una squadra basata sul risparmio. Il nostro Paolone si muove in tal senso: ha fatto una capatina a Torino dai responsabili juventini per chiedere soccorso indi ha sollecitato Riccardo Sogliano a passargli qualche giovane. Altrettanto farà con altre compagini che vanno per la maggiore. Quindici ragazzotti prima che il campionato si inizi riuscirà a trovarli, così dicasi dell’allenatore. Rumignani tesserato per il prossimo anno pare decisamente intenzionato a salvarsi dal crucifige. La ”piazza” alessandrina lo attende con il fucile spianato: mancando il presidente le accuse si riverseranno unicamente sul tapino che avrà il coraggio di sedere in panchina. Il giovane Rumignani, da buon friulano vuole dormire sonni tranquilli, evitare nei limiti del possibile gli incubi. Negli ultimi contatti avuti con il presidente ha cercato in tutti i modi di essere disposto a rinunciare alla guida dell’Alessandria a vantaggio di un altro collega. Il figlio dell'industriale - miliardario sapendo di avere il coltello dal manico ha fatto il diavolo a quattro. « Come, un allenatore che rinuncia all’onore di guidare i grigi? Scherziamo! I contratti vanno rispettati, guai a non tenervi fede ». Il malumore del mutevole ragazzo si è poi spostato sull’altro reprobo, il signor Pedemonte collaboratore di Sogliano il quale raccolte in fretta e furia le sue cose è partito per Messina dove si respira un’aria meno greve. Dimenticavamo di rendere edotto il lettore che il Varese sfumata la possibilità del matrimonio con i grigi ha decisamente optato per il Messina partecipante al campionato di serie C. SOGLIANO IN ALTRE PAROLE è riuscito a salire sull’autobus in tempo nonostante il tempo perduto per il... fidanzamento interrotto bruscamente nelle scorse settimane. Il ”presidentissimo” liquidato con gli onori che si conviene ad un onesto uomo Franco Viviani si trova veramente con l’acqua alla gola, ma state certi riuscirà ad uscire dal vicolo con gli onori delle armi, o almeno crede. L’Alessandria edizione 1976-77 si presenterà ai nastri di partenza con il novanta per cento di probabilità di retrocedere e il dieci per cento di vincere il campionato. Proprio tutto finito? Pare di sì, se sin dalla prossima domenica (è l'ultima occasione che presenta agli sportivi) la platea non alzerà le barricate per fare conoscere il proprio parere in merito. L’Alessandria può risollevarsi unicamente se i Sacco mutano rotta agendo in due direzioni: rinforzare convenientemente la compagine o vendere lasciando al sindaco o ad altra persona il compito di trovare nuovi dirigenti. Altre alternative non sono possibili. L’ing. Remo Sacco pur essendo il vero padrone della società attende fiducioso una impennata del primogenito ignorando i molti danni provocati in passato e che causerà in futuro. All’industriale di Spinetta evidentemente non garba che lo sportivo sfoghi la propria ira sul rampollo. Abilissimo negli affari (i miliardi documentano una intelligenza e un bernoccolo degni della massima considerazione) spregiudicato nel guidare un’azienda che esplica l'attività in diverse branche si trova in difficoltà ogniqualvolta è costretto a ragionare di calcio. Diciamo che la palla rotonda è il grande neo, il punto debole. Eppure, solo se volesse, potrebbe - alla stregua di un mago - riportare in auge la società, ottenere nuovamente la fiducia e la stima dell’intera massa degli sportivi. Riuscisse a ravvedersi in tempo, a togliere di mano ai figli il pericoloso giocattolo, la normalità tornerebbe d’incanto. Sarebbe il miracolo tanto atteso, ma nel mondo del calcio i miracoli sono sempre più rari. Torniamo alla realtà, guardiamo o cerchiamo di intravedere quanto accadrà alla fine della prossima stagione. Stante il proposito di Paolo Sacco le prospettive di un rilancio dell’Alessandria sono ridotte al lumicino. I reclami di promozione ribaditi dopo la sfortunata partita di San Siro con la Reggiana sono un pio desiderio. Paolone quelle parole le ha cancellate con un preciso colpo di spugna. Ha sbagliato clamorosamente lo scorso anno e non intende ripetersi, indi farà una campagna all’insegna del risparmio, della saggezza. Con la lira che continua a scivolare verso il basso cosa volete di più dal rampollo? Gli sportivi, come dicevamo all’inizio, hanno le armi idonee per cercare di forzare i tempi per evitare il definitivo tracollo delle vecchie e gloriose maglie grige. Solo gli appassionati con un’azione coordinata possono riuscire nell’intento di salvare l'Alessandria; le sfortune non vengono mai sole ed il tecnico si è trovato nel corso della partita a rinunciare prima a Colombo, colpito duro e sostituito da Maggioni e successivamente di Borghi che ha denunciato il riacutizzarsi del vecchio dolore. La formazione seppure rabberciata ha retto nei primi quarantacinque minuti cedendo all’inizio della ripresa sul solito calcio di punizione. Zanier splendido in altre occasioni si è lasciato "ipnotizzare” da Mondonico e per l'Alessandria e scesa la notte. Tre bordate di Borghi trasformatosi nell’attaccante più pericoloso sono state neutralizzate dall’estremo difensore grigio-rosso mentre gli altri tentativi sono naufragati. Le assenze di Giani e Frigerio, i frombolieri, si sono fatte sentire. Centrocampo e difesa hanno retto, secondo le previsioni, l’attacco dal canto suo ha denunciato le consuete carenze Un collettivo incompleto al quale non basta la grinta per respingere gli assalti avversari. ED ECCOCI BREVEMENTE alla rassegna stampa. Apriamo con la « Gazzetta del Popolo » che dedica il titolo di apertura. «... In altre parole un risultato di parità, scrive, meglio avrebbe smetizzato il poco di buono e il tanto di cattivo che la Cremonese ha fatto vedere in una giornata balorda e la disinvoltura dinamica e operativa di un’Alessandria che Viviani aveva schierato in campo senza complessi né timori riverenziali, nonostante le assenze di ben quattro pedine cardini: Frigerio, Alberti, Giani e Dolso. L’unico gol della gara e "L’unica distrazione della nostra difesa” ha precisato il valido tecnico piemontese, è giunto al 4’ della ripresa in seguito ad una punizione battuta da Finardi per Mondonico, che insaccava con Zanier fermo tra i pali... Di contro l’Alessandria ha accentuato la sua pressione sulla fascia centrale ed ha operato un forcing vero e proprio davanti al quale la difesa grigio-rossa ha patito le pene dell’inferno ». « La Stampa » invece "scarica” la responsabilità della sconfitta sul "portiere in crisi”. L'esordio è eloquente: « Veramente sfortunata l’Alessandria, sconfitta a Cremona per 1-0 par colpa del proprio portiere stranamente fermo nell’azione che ha consentito ai locali di passare in vantaggio e vincere la partita... da un’Alessandria tartassata dalla malasorte non si poteva attendere molto e, in effetti, la squadra piemontese non ha mostrato un gioco particolarmente apprezzabile denunciando limiti e lacune vistose, sopratutto a centrocampo e in fase offensiva. Altrettanto deludente però è stata anche la prova della cremonese, stanca e priva di qualsiasi stimolo, desiderosa soltanto di mettere la parola fine ad un campionato mediocre ». Concludiamo con la « Gazzetta dello sport »: « L’Alessandria come squadra la si è vista in rarissime occasioni — scrive Alfredo Dono — Gran movimento, questo sì, ma costrutto zero, tanto è vero che gli unici tiri verso Bodini sono partiti dal piede di Borghi, durante la ripresa, quando il libero è stato costretto a spostarsi in avanti per il riacutizzarsi di uno strappo, cedendo il posto a Vanara. Sono stati tre i tentativi di Borghi e su uno, quello del 52’ Bodini ha dovuto disimpegnarsi di fino per deviare oltre la traversa la micidiale palla. Per il resto i grigi hanno vivacchiato alla meno peggio (un certo peso però bisogna addossarlo all'uscita dal campo di Colombo avvenuta al 210 mai raggiungendo l’affondo perentorio, mai pervenendo ad una conclusione manovrata. In soldoni la classifica è lo specchio fedele della squadra ». IL COLLEGA DONO conferma quanto ripetutamente scritto su queste colonne: l’Alessandria edizione trasferta lascia a desiderare, è nella maggioranza dei casi inferiore all'attesa, nell'impossibilità di costringere l’avversario ad accettare il proprio gioco. Gli elementi a disposizione non consentono altri voli pindarici. La penultima trasferta della stagione 1975-76 ha evidenziato la buona vena dei giovani ed in particolare del giovanissimo Pileggi il quale impiegato a centrocampo ha svolto una mole di gioco notevole anche se al ragazzo manca la necessaria esperienza per affermarsi. L’ultima scoperta di Viviani merita considerazione trattandosi di un diciottenne che potrebbe, se seguito con cura, percorrere molta strada. Il ricupero di Pillon è completo o quasi: il ragazzo si è rimesso dallo scadimento atletico susseguente allo stress di una stagione che lo aveva sempre visto primeggiare. Pure Maruiio è apparso più vivace e sbrigativo: il ragazzo pare decisamente orientato verso un finale di stagione di primo piano. L’Alessandria pagato lo scotto della sconfitta esterna torna in campo domani giovedì per affrontare, in un’amichevole di lusso, la Juventus orbata unicamente dai nazionali. I bianconeri tornano dopo anni di assenza a calcare le zolle del Moccagatta: inutile sottolineare che si tratta di un incontro da vedersi se non altro per smaltire le delusioni cocenti della presente stagione. MISTER VIVIANI RICUPERERA' i tre squalificati, Frigerio, Alberti e Giani, ma rinuncerà ancora a Dolso, Colombo e Borghi. Sarà, forzatamente, una formazione d’emergenza chiamata a fornire una prova accettabile in vista dell’ultima gara casalinga con il Trento di Mario David. L’allenatore guarda con interesse a quest’ultima gara che potrebbe proiettare la squadra a quota trentacinque, in una posizione meno critica in vista del viaggio - tabù in casa dei patavini. I bianco scudati dopo un girone di andata incerto hanno ingranato la quinta e da diverse domeniche dettano legge.. (Il Piccolo - Il Gattopardo) PORTIERE IN CRISI SCONFITTI I GRIGI Veramente sfortunata l'Alessandria, sconfitta, a Cremona, per 1 a 0 per colpa del proprio portiere, stranamente fermo nell'azione che ha consentito ai locali di passare in vantaggio e vincere la partita. Si era al quarto d'ora della ripresa e in seguito ad un fallo ai danni di Finardi l'arbitro aveva decretato una punizione a favore dei locali. Il pallone, piazzato a pochi metri dall'area di rigore dei piemontesi, net pressi della lunetta, veniva passato da Finardi a Mondonico, che aveva una breve esitazione e poi lasciava partire un tiro non troppo forte e non particolarmente angolato sulla destra da Zanier, immobile. Un autentico infortunio per il portiere alessandrino, forse abbacinato dal sole o coperto da un compagno di squadra nel momento in cui Mondonico ha scoccato il tiro decisivo. L'Alessandria poi ha dovuto rinunciare, dopo soli venti minuti di gioco, a Colombo e utilizzare per buona parte della gara Borghi, uno dei suoi uomini migliori vistosamente zoppo. 'A otto minuti dalla fine, poi, per completare l'opera, l'arbitro ha espulso Reja, reo di proteste dopo essere stato ammonito nel primo tempo. L'Alessandria ha terminato la partita, quindi, con soli nove uomini validi e Borghi efficiente al 50 per cento. Da un'Alessandria tanto tartassata dalla malasorte non ci si poteva attendere molto e, in effetti, la squadra piemontese non ha mostrato un gioco particolarmente apprezzabile denunciando limiti e lacune vistose, soprattutto a centrocampo e in fase offensiva. Altrettanto deludente, però, è stata anche la prova della Cremonese, stanca e priva di qualsiasi stimolo, vogliosa soltanto di mettere la parola fine su questo campionato mediocre. (La Stampa - Ed. Sport - G.S.) RISULTATI: Albese - Pro Patria 1-0 Belluno - Treviso 1-0 Juniorcasale - Bolzano 1-0 Lecco - S. Angelo 1-1 Monza - Clodiasottomarina 3-0 Padova - Udinese 2-0 Pro Vercelli - Mantova 1-1 Trento - Seregno 1-3 Venezia - Vigevano 1-1 CLASSIFICA: Monza* p. 55; Cremonese 43; Treviso, Pro Vercelli 42; Lecco 41; Mantova 40; Udinese, Juniorcasale, Seregno, Venezia 38; Bolzano, Padova 36; Albese, Clodiasottomarina 35; S. Angelo 34; Alessandria 33; Pro Patria 31; Vigevano 25; Trento 23; Belluno 15 una gara in meno NARCATORI: 14 reti: Ganzi (Seregno), Ballarin (Padova); 13 reti: Sanseverino (Monza) Giavardi (Lecco), Skoglund (Sant’Angelo); 12 reti: Basili (Clodiasottomarina), Osellarne (Treviso). 11 reti: Pozzi (S. Angelo) Il punto sul campionato Erano tre settimane che il Monza cercava l'occasione per festeggiare la promozione in Serie B ed ha avuto la possibilità di fare festa: ha disputato una gara degna del suo rango rifilando tre gol al Clodia. Positiva la prova del Casale anche se il Bolzano è apparso deludente: il risultato è stato determinato da una rete siglata da Polvar al 15'. Partita combattuta con poco gioco ma interessante: la Pro Vercelli ha perso in fluidità e in forza a centrocampo e pur muovendosi con una certa velocità è stato un muoversi in maniera confusa con le marcature che non hanno sempre retto e l'azione offensiva è stata casuale contro il Mantova. Al 15' del secondo tempo Rampanti ha segnato il gol, tiro dal limite dell'area che si è insaccato nel sette, ed è stata l'unica cosa bella di Albese-Pro Patria. Sul campo del Venezia, il Vigevano ha ottenuto il pari contro la formazione locale: i piemontesi hanno dimostrato di possedere un attacco veloce, una difesa arcigna e un centrocampo in grado di manovrare con sicurezza.