Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1975/1976
Serie C
06-06-1976 - Giornata: 38 - Padova - Silvio Appiani


Padova AC - Alessandria Calcio US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 85. Ballarin [Pa]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Cazzola Fabio, Di Benedetto Glauco, Vanara Elio, Colombo Antonio, Alberti Antonio, Baisi Sergio Pietro [78. Maggioni Gian Luigi], Pileggi Danilo, Marullo Michele, Giani Pierluigi, Frigerio Emilio A disp.:(P) Favot Sergio, Sacchi Luciano All.: Viviani Franco

Formazione avversaria
PADOVA AC: Bartolini, Moruzzi, Scalabrin, Sanguin, Berti, De Petri, Manservigi [80. Bertoli], Mocellin, Vendrame, Lazzaro, Ballarin. A disp.: Galli, Coramini. All.: Beraldo Eros

Arbitro: Manfredini Tullio (Pavia)
Note
Ammoniti: De Petri [P]; Colombo [A]; Giani [P] Spettatori: oltre 2000 di cui 1.635 paganti per un incasso di 3.638.300 lire. Inizio gara ore 17.00

Commento
Recuperi: Monza – Udinese 3-0 FINALMENTE E' CALATO IL SIPARIO L'Alessandria pronta a settembre a ripartire (naturalmente) da zero Finalmente le luci si sono spente sullo scenario del campionato di serie C: la stagione si è conclusa dopo dieci mesi, una cavalcata attraverso le quattro stagioni dell’anno. Il campionato di calcio è finito: promosso il Monza in serie B, retrocesse Belluno, Trento e Vigevano; salgono tra i semiprofessionisti Biellese, Pergocrema, Triestina. Per i rossoalabardati un ritorno gradito, dopo una permanenza di pochi anni in quarta serie. II grande "barnurn” del calcio si ferma in attesa di movimentarsi nelle prossime settimane con la campagna acquisti, a cui seguiranno le inevitabili previsioni sull’annata 1976-1977. L’Alessandria ha abbassato il sipario della triste annata con l’ennesima sconfitta in trasferta, per la precisione, la tredicesima. La storia è vecchia, la squadra si batte con determinazione senza riuscire a fare risultato. Il bilancio delle diciannove partite disputate lontano dal « Moccaggatta » è eloquente: una vittoria, cinque pareggi, tredici sconfitte. Un consuntivo da squadra da retrocessione. A differenza di quanto accaduto nella scorsa stagione, Trento e Vigevano, hanno fatto a gara per spianare ai mandrogni la strada della permanenza in serie C: un gradito regalo che gli uomini di Viviani hanno certamente apprezzato. L’Alessandria nel girone di ritorno ha fatto peggio che nell’andata, solo quindici punti racimolati contro i diciotto. Quello appena finito si può chiamare, senza ombra di smentite, il campionato della grande delusione, delle promesse non mantenute. I grigi raggiunta la sicurezza matematica della permanenza tra i semiprofessionisti, invece di proseguire in scioltezza si sono arenati completamente racimolando solo sconfitte. Nelle ultime tre giornate si sono registrati altrettanti rovesci, un finale da dimenticare frettolosamente. Il traguardo di giugno trova i grigi al quartultimo posto della classifica, peggio di così proprio non poteva andare. Le delusioni si sono assommate sino alla fine, nulla è stato fatto da parte dei giocatori per porvi rimedio. Abbassiamo un pietoso velo sulla stagione cercando, se possibile, di intravedere cosa riserva il domani. Durante i dieci mesi di campionato, attraverso le colonne de « Il Piccolo » il "Gattopardo” ha cercato, settimana dopo settimana di illustrare i molti difetti ed i pochi pregi della compagine e le grossolane responsabilità della -dirigenza. Un inutile predicare, un vano tentativo di indurre presidenti e dirigenti di raddrizzare un albero che cresceva sempre più storto nonostante i tentativi di Viviani di evitare il peggio. I risultati si constatano al momento della verità, nel momento in cui si tirano le somme: la classifica con le aride cifre condanna irrimediabilmente gli atleti alessandrini, grandi solo in alcune occasioni. Gli errori si sono pagati duramente, sia attraverso le scialbe esibizioni della compagine, sia con la scarsa affluenza del pubblico alle diciannove gare giocate al Moccagatta. VIVIANI SUBENTRATO A GIACOMO LOSI, allenatore durato poche settimane, ha cercato invano di mettere ordine, di dare una parvenza di squadra ad un collettivo nato male e cresciuto peggio. Fortunatamente il campionato, è finito, togliendo i tifosi dalla precarietà della situazione originata dalla sequenza di risultati negativi, inammissibili. Dimenticata la stagione è giocoforza proiettare lo sguardo oltre, verso il domani, al dodici settembre prossimo quando le squadre torneranno in campo per riprendere nuovamente il cammino della speranza. Cosa sarà dell’Alessandria? E’ la domanda che sovente ci siamo posti cercando di indovinare la risposta. La scorsa settimana il presidentisslmo dei grigi, in una intervista concessa alla « Gazzetta del Popolo », ha detto chiaro e tondo che resterà alla guida della società perchè « nessuno si è fatto avanti ». Ha aggiunto a chiare lettere che l’Alessandria U.S. è sempre in vendita e che se non subentrerà alcuno sarà indispensabile attuare una politica di sacrifici attraverso massicci rientri. « I momenti sono difficili: è necessario rivedere i piani; strutturare la società su basi diverse, più realistiche. Avendo il preciso dovere morale verso la città resto al mio posto cercando di trovare le soluzioni idonee ». I Sacco contrariamente alle previsioni restano alla guida della barca grigia rischiando ovviamente l’osso del collo. Il momento è difficile, le prime avvisaglie si sono avute nella partita con il Trento conclusasi con la dura contestazione a Franco Viviani l’unico ad essere rimasto sulla breccia nella buona e nella cattiva sorte. Il presidentissimo ed i collaboratori evidentemente non sono rimasti per nulla scossi dalla reazione del pubblico che colpendo Viviani intendeva raggiungere i veri responsabili della debacle grigia. Il testo dell’intervista che pubblicheremo ne è la conferma. Pare che tra i Sacco e l’Alessandria esista un impegno scritto con il sangue: assieme sino alla morte. A fare le spese del connubio sono ovviamente i grigi precipitati nel limbo del calcio. Le quotazioni alessandrine sono scese verticalmente ad ogni livello; della gloriosa Alessandria è rimasto solamente il nome, troppo poco. 11 colloquio con il presidente dei grigi è oltremodo eloquente in quanto l’intervistato pare non tenere conto di quanto accaduto in precedenza, dei risultati negativi, delle continue contestazioni silenziose del pubblico che. stanco di subire, ha reagito con l’unica arma disponibile: l’assenteismo. IL NUMERO DEGLI SPETTATORI è diminuito gradatamente con il trascorrere delle domeniche sino a raggiungere il poco invidiabile numero di 800. Erano anni che non si scendeva tanto in basso, ad una quotazione da squadra dilettantistica. Evidentemente Paolone Sacco ha ignorato, o finto di ignorare la realtà delle cifre, le uniche a rammentare uno stato di cose disastroso, da fallimento o quantomeno da... amministrazione controllata. Esistono motivi reconditi che sfuggono al profano? Evidentemente la risposta merita un esame ampio, ma mancano riscontri oggettivi per inoltrarsi in una discussione oltremodo interessante quanto delicata. Veniamo all’intervista del presidente sotto certi aspetti emblematica conoscendo i retroscena che hanno caratterizzato la stagione agonistica appena conclusa con una nuova sconfina. Lasciamo al lettore trarre le conclusioni sulle parole del presidente; di tentare una analisi logica per prevedere il futuro tuttora alquanto incerto. Entriamo nel vivo del colloquio tra il presidente che vorremmo, chiamare della rinascita o del definitivo tramonto ! della società grigia: il prossimo anno, infatti il destino dei grigi si compirà, l’attuale stato confusionale non può protrarsi più a lungo. — Gli sportivi, delusi dalla stagione, attendono di conoscere dai presidente le intenzioni sul domani, può anticiparle? « Ho un preciso dovere verso la città; la voglia o non voglia di restare — esordisce Paolo Sacco — si annulla davanti alla responsabilità morale. Negli scorsi mesi ho posto in vendita l’Alessandria, parlo di cessione non di svendita. Il gruppo di persone che pareva intenzionato a rilevare la squadra si è ritirato per cui mi si pone l’obbligo e il dovere di proseguire alla guida della società ». — Può anticipare il programma della prossima stagione? « Il più severo possibile sia per i momenti difficili che attraversiamo sia perché l’Alessandria deve assolutamente rientrare ». — Pur muovendosi in regime di austerità è possibile costruire una squadra capace di soddisfare le esigenze degli sportivi. « Se sarà possibile non ci lasceremo sfuggire l’occasione — prosegue il presidente — per allestire una formazione valida, capace di disputare un campionato onorevole ». — Sulla conduzione tecnica quali decisioni ha assunto? « Ho proposto a Franco Viviani la riconferma per tre anni, ma sino ad oggi non ho ricevuto una risposta definitiva. Mi auguro che Viviani accetti perchè ha avuto il merito di salvare la squadra dalla retrocessione. Come presidente debbo evidenziarlo ». — Il gemellaggio con il Varese è definitivamente tramontato come l’assunzione di Rumiguani? « Le trattative non sono andate a buon fine. La venuta dell’allenatore Rumignani era legata all’accordo con la società lombarda ». — Per i suoi molteplici impegni intende avvalersi di un direttore sportivo oppure responsabilizzerà maggiormente l’allenatore non solo sotto il profilo tecnico. Una specie di generai manager all’inglese ». « E’ impossibile rispondere in quanto al momento non ho programmi definiti, sono tracciati, ma per concretizzarli occorrerà qualche settimana. Le linee di intervento necessitano di essere rodate prima di passare alla fase pratica onde evitare gli errori del passato ». — Ogni decisione è pertanto rinviata? « Appena possibile agirò in un senso o nell’altro sciogliendo le riserve. Aggiungo di essere veramente dispiaciuto dell’andamento fallimentare della stagione: tengo a precisare che non è una frase fatta. Sono e resto il primo tifoso dell’Alessandria ». — Ancora una domanda: il campionato appena concluso ha ribadito che il pubblico va allo stadio se c’è un incentivo. La scorsa stagione gli incassi furono soddisfacenti (n.d.r.: 304 milioni lordi più 150 milioni di contributo da parte della Lega professionisti) tanto che il bilancio si chiuse in parità o quasi. Facile dedurre che solo con una squadra in lizza per le prime piazze della classifica è possibile richiamare il pubblico e contenere il disavanzo di bilancio. « Ribalto la domanda: perché il gruppo che intende rilevare l’Alessandria non si muove allo scoperto? Sono disposto ad accettare la trattativa, non sono un despota. Sono felicissimo di trovare persone più entusiaste e capaci: in ouesto caso sarò il primo a prendere la tessera in tribuna d’onore ». — li gruppo di cui si varia sarebbe disposto ad entrare al cinquanta per cento.... « Preciso che non accetto comproprietà. Sono disposto, ripeto. a trattare per cedere. Confermo ancora una volta l'intendimento di lasciare l’Alessandria non di disfarmene. L’Alessandria calcio è una società gloriosa che non si può svendere al primo offerente. Contrariamente a quanto si pensa non sono intenzionato a contrastare ’ desideri degli sportivi. Bene dunque se qualche persona si fa avanti per trattare, per mettere nero su bianco ». II PRESIDENTE NON ha PURTROPPO indicato ma si paria di 700 milioni di lire una cifra ritenuta sproporzionata al reale valore della società. Il nuovo gruppo che aveva in animo di assumersi il grave onere di guidare i grigi davanti ad una tal cifra ha preferito ritirarsi in buon ordine dopo avere sondato il terreno. Spendere 700 milioni di lire per diventare i proprietari dell’Alessandria, significa impiegarne altri cinquecento nella campagna acquisti e nelle spese di gestione. Un campionato disputato all’insegna dell’avanguardia tra stipendi e premi costa sui 250 milioni di lire; per rimpolpare l’organico ne occorrono dai trecento ai quattrocento. I calcoli sono presto fatti. Partendo da questi presupposti il gruppo che aveva in animo di tentare l’avventura ha preferito rientrare frettolosamente sapendo che non si poteva giocare ulteriormente a rimpiattino con gli sportivi la cui sopportazione è giunta al limite di rottura. Paolo Sacco assai disinvoltamente dice di restare alla guida dell’Alessandria pur attuando la ben nota mitica del rientro, sperimentata lo scorso ottobre. Contrariamente a quanto afferma venderà la maggior parte dei giocatori ed in particolare quelli che hanno pesato notevolmente sul bilancio con stipendi superiori al milione di lire. Cercherà in altre parole di turare le grosse falle finanziarie apertesi all’interno della società. L’Alessandria versa in uno stato di indigenza paurosa: i giocatori attendono lo stipendio da due mesi, i creditori bussano alla porta chiedendo i saldi. I creditori, spiace riconoscerlo, sono in molti per non dire troppi. Con le cessioni il presidente cercherà di turare le falle più grosse, ma dopo cosa resterà? Lo stesso Viviani tace. Pur avendogli Paolo riconfermato la fiducia, il tecnico appare titubante nel mettersi a disposizione. Viviani intende avere garanzie per evitare di trovarsi allo scoperto a campionato iniziato. Il presidente nell’intervista parla di programmi, senza enunciarli a conferma dell’incertezza che regna tuttora nel clan grigio. L’Alessandria comunque vadano le cose inizierà a settembre nuovamente da.... zero. Il campionato appena concluso ha dimostrato che peggio di così non si può andare; lo ribadiscono i trentatre punti conquistati in 38 partite, l’esibizione della squadra grande solo con le.... grandi. L’ALLENATORE VIVIANI è stato costretto suo malgrado nel corso della stagione a immettere in campo ben ventisei giocatori, un record. Molti i giovanissimi lanciati in prima squadra per frenare la discesa perpendicolare verso il baratro della quarta serie. Viviani ha il merito di avere dato fiducia a molti "primavera” con risultati a volte soddisfacenti. Ricordiamo Pillon, Alberti, Fileggi, Maggioni, Marnilo, Favot la maggioranza dei quali ha ottenuto l’investitura sul campo. Certo, se le giovani leve avessero trovato "senatori” maggiormente coscienziosi il risultato sarebbero stati migliori. Purtroppo la politica dei giovani non sempre è stata assecondata dagli anziani. A campionato concluso è giusto tirare le somme, cercare di analizzare le singole responsabilità per spiegare le cause di una debacle tanto clamorosa. L’Alessandria ha giocato a pieno regime tre - quattro partite, le altre le ha snobbate con i risultati ben noti. L'ultima delusione, come accennavamo all'inizio, è giunta da Padova dove la squadra pur disputando una partita onesta è tornata a mani vuote. « Non siamo capaci a sfruttare il lavoro dei centrocampisti, ammette Viviani, teniamo il campo senza trovare lo spunto per andare in gol. La musica si ripete puntuale ad ogni gara ». Effettivamente i grigi manovrando discretamente a centrocampo, ma faticando tremendamente a trovare il momento per sfruttare la superiorità. L’allenatore per ovviare all'inconveniente ha schierato ben ventisei giocatori; ha sperimentato ogni modulo possibile per trovare la... quadratura del cerchio trovandosi sempre con un pugno di mosche. Nell’ultima trasferta l’Alessandria ha retto sulla fascia centrale dove Vanara si è mosso con la consueta autorevolezza, ma è stata incapace di mettere in pericolo la j opposta rete. I bianco scudati che non giocavano certo alla morte sono infine pervenuti al successo in piena zona Cesarini grazie ad un grossolano errore di Cazzola. Inutile soffermarci oltre sulla partita. Approfittiamo dell’incontro con mister Viviani per chiedergli notizie sul futuro. « Giocheremo mercoledì (ri. d.r., stasera) a Serravalle Scrivia contro la locale squadra indi scioglierò le file. Penso sia inutile insistere, meglio rilassarsi, pensare al futuro. La stagione purtroppo non è stata delle migliori come la classifica finale conferma ». Resterà in grigio! o approderà ad altri lidi? « Alcuni giorni di riposo prima di prendere la decisione non guastano. Lo avete scritto: sono felicissimo di restare in grigio, ma debbo cautelarmi. Mi ritengo un allenatore ancora giovane e vorrei dimostrare l’abilità con un campionato di primo piano. In settimana avrò un incontro con Paolo Sacco: cercherò di mettere a fuoco il problema. E’ necessario un programma chiaro, ben definito, per evitare malintesi. Gli sportivi giustamente sono sul piede di guerra, pretendono una squadra capace di farli divertire. Penso sia possibile con un piccolo sforzo finanziario. L’anno zero dell’Alessandria è finito a Padova, bisogna assolutamente agire per creare il supporto necessario al rilancio. Il presidente Sacco pare avere compreso tale necessità per cui penso sia possibile rilanciare l’Alessandria attraverso un programma biennale o triennale». Lo sportivo deve forzatamente attendere l’evolversi della situazione. Il momento è ancora più critico di ieri, guai a lasciarsi travolgere dagli avvenimenti. I responsabili dell’Alessandria devono muoversi con circospezione: la platea li attende con il fucile spianato. Sapranno fare tesoro dell’amara esperienza della scorsa stagione? Sbagliare significa dare fuoco alle polveri, creare una frattura definitiva con gli sportivi (Il Piccolo - Il Gattopardo) PADOVA-ALESSANDRIA 1-0 E' finito il lungo torneo della C. Monza, Rimini e Lecce sono le compagini promosse nella serie cadetta. Retrocedono Belluno,. Trento e Vigevano, Ravenna, Chieti e Montevarchi, Casertana, Acireale e Potenza. Nel girone A era tutto deciso da qualche settimana. In testa c'è stato il dominio del Monza. La squadra sin dalle prime battute ha conseguito risultati positivi e si è presto capito che per le concorrenti non c'era nulla da fare. A metà torneo il vantaggio della capolista appariva ormai incolmabile. Il ritorno non ha rappresentato che una conferma. ÀI terzo posto troviamo la Pro Vercelli. L'inizio delle bianche casacche è stato molto sofferto (quattro sconfitte consecutive), già si incominciava a parlare di retrocessione. La squadra ha trovato un valido assetto, di domenica in domenica ha risalito, la corrente. Soddisfacenti sono apparse anche le prestazioni di Junior casale e Albese. La rappresentativa delle Langhe, neopromossa, ha amministrato con saggia prudenza le energie ed è riuscita a salvarsi, il che costituiva il suo obiettivo. Ha invece deluso l'Alessandria. Era tra le favorite, si è trovata a lottare per le retrocessione. La squadra grigia, privata di alcuni uomini di punta dalle decisioni di Paolo Sacco che non saranno mal sufficientemente criticate, è apparsa senza personalità. Quale sarà il suo destino l'anno prossimo? (La Stampa) Risultati: Albese - Udinese 0-0 Cremonese - Clodiasott. 1-0 J. Casale - Treviso 3-0 Lecco - Vigevano 2-1 Padova - Alessandria 1-0 P. Vercelli - Bolzano 1-0 S. Angelo L. - Belluno 3-0 Seregno - Mantova 0-0 Trento - Pro Patria 0-2 Venezia - Monza 1-1 CLASSIFICA: Monza p.60; Cremonese 46; Lecco, P. Vercelli 44; Treviso 43; Mantova 42; Udinese, Seregno, J. Casale 41; Venezia 39; Bolzano, Padova 38; Albese 37; S. Angelo L., Clodiasott. 36; Alessandria, Pro Patria 33; Vigevano 26; Trento 25; Belluno 17 Marcatori: 15 reti: Ballarin (Padova); 14 reti: Giavardi (Lecco). Canzi (Seregno) e Skoglund (Sant’Angelo Lodigiano); 13 reti: Sanseverino (Monza). 12 reti: Basili (Clodia), Polvar (Juniorcasale), Tosetto (Monza), Osellame (Treviso); 11 reti: Motta (Juniorcasale). Il punto sul campionato Promosso il Monza in serie B, retrocesse Belluno, Trento e Vigevano; salgono tra i semiprofessionisti Biellese, Pergocrema, Triestina.