Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1989/1990
Serie C1
08-04-1990 - Giornata: 27 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Chievo AC 2 - 2 (1 - 1)
RETI: 39. rig. Mariani S.[A], 52. Carrara M.[A] 12. Folli [Ch] , 51. Maran [Ch]

Alessandria Calcio US Caniato Massimiliano Giovanni, Chiti Flavio, Di Bin Riky, Riccitelli Onesto, Manetti Maurizio, Lazzarini Marco, Mariani Stefano [62. Mazzeo Lorenzo], Sacchetti Luigi, Briaschi (II) Alberto, Sereni Simone [46. Carrara Marco], Tortora Giuseppe A disp.:Briata Roberto, (P) Conti Roberto, De Gradi Giuseppe All.: Melani Renzo

Formazione avversaria
CHIEVO AC: Zanin, Maran, Montagni, Nicoli, Seeber, Perlina [65. Maraner], Cossato, Lazzarin, Curti [70. Galli], Genovasi, Folli. A disp.: Biasi, Moretto, Pertusi. All.: Bui Gianni

Arbitro: Rivola Massimo (Roma)
Note
Ammoniti: Folli [C]; Briaschi [A] Angoli: 7-2. Spettatori: 3.000 circa (2.012 paganti, incasso L. 26.561.000). Inizio gara ore 15.30

Commento
Colpa, secondo il capo ufficio stampa della Regione, della società e del tecnico SALVIO E' CRITICO: "AI GRIGI MANCA TUTTO" Due volte in svantaggio, l'Alessandria, impegnata ieri al «Moccagatta» contro il Chievo, è riuscita entrambe le volte a recuperare, prima grazie ad un rigore realizzato da Mariani e poi con un bel gol di testa di Carrara. Il punto conseguito può essere prezioso nella lotta per la salvezza, tenuto conto anche dei risultati delle formazioni invischiate negli ultimi posti della classifica, ma il pareggio non ha certo soddisfatto la tifoseria mandrogna sempre meno numerosa sugli spalti: ieri i paganti erano appena 2012, con un incasso di poco superiore ai 26 milioni. Non è stata una bella prova quella fornita dai «grigi», che troppo spesso hanno subito la pressione e la velocità dei veneti a centro campo e non hanno convinto né per tecnica né per grinta. Decisamente contrariati i tifosi, che hanno spesso rimbeccato i giocatori ed alla fine hanno salutato la loro uscita dal campo con bordate di fischi ed urli di bidoni e buffoni. Molle le critiche anche al presidente Gino Amisano ed all'allenatore Renzo Melani che anche domenica, com'è ormai sua abitudine, ha lasciato la panchina qualche minuto prima del triplice fischio di chiusura. In tribuna, a soffrire per la squadra del cuore, il dipo ufficio stampa della Regione Piemonte, l'alessandrino Roberto Salvio. «A questa squadra - ha commentato a fine gara Salvio - manca quasi tutto, tra l'altro la difesa si presenta poco sicura e non esiste un vero libero. Poi, va sottolineato, è la formazione che ha realizzato meno gol in tutta la sericei. Le due reti contro il Chievo, non a caso, sono un episodio del tutto casuale e non devono certamente far pensare ad un attacco prolifico». Alla luce del mediocre pareggio con i veneti quali le possibilità di salvezza dell'Alessandria? «Le speranze di salvezza - dice Salvio - ci sono ancora, anche perché ci sono almeno cinque e sei squadre a pari livello che lottano per il terz'ultimo ed il quartultimo posto in classifica. Bastano pochi episodi isolati per risolvere la salvezza, un pareggio a Trento, nella trasferta di sabato prossimo, potrebbe già essere un risultato determinante, a favore dei grigi». La precaria situazione in classifica può essere, in qualche modo, addebitata alla società, che pure ha avuto il grande merito di risollevare la squadra dalla disastrosa gestione Bertoneri, portandola tra l'altro, lo scorso campionato, in C1. Secondo Roberto Salvio «la società può avere delle colpe nella campagna acquisti non adeguata alle esigenze di un campionato in C1». «Ma - aggiunge subito - resta da stabilire se la responsabilità sia stata dei dirigenti o piuttosto dell'allenatore. Probabilmente gli acquisti sono stati decisi secondo il modulo di gioco caro a Melani, noto per la sua tattica utilitaristica, che in C1 non basta. Sarebbe stato necessario avere qualche individualità in più». Tra i tifosi anche Michele Sandroni, ex presidente e da sempre super tifoso dei «grigi». «L'Alessandria - dice Sandroni - potrà salvarsi, ma questo soltanto perché ci sono squadre ad un livello più basso». Di chi le responsabilità maggiori? «Dell'allenatore, è stato certamente l'elemento più negativo in assoluto». (La Stampa - Stampa Sera - Franco Marchiaro) LA DURA CONTESTAZIONE DEI TIFOSI Grigi, così non va Fischi e insulti del pubblico che disapprova il risultato ma prima ancora il non gioco di Alessandria e Chievo, ad una decina di minuti dal termine richiamate addirittura dall’arbitro per scarso impegno. Ma ai giallo-blu veronesi, che puntano ormai tutto sulla Coppa Italia, va davvero bene ogni risultato. Resta invece da dimostrare quanto potrà servire il pareggio di domenica ad un’Alessandria sempre più invischiata nelle zone basse delle classifica, pericolosamente avvicinata da Prato e Vicenza che sfruttano al meglio il fattore campo. Sarà redditizia la politica dei piccoli passi, ma forse questa volta si è esagerato, rinunciando a cercare la vittoria fin dai primi minuti della ripresa e sacrificando lo spettacolo non si sa bene a che cosa. Non certo alle esigenze di una classifica adesso deficitaria quasi quanto il gioco. E l’Alessandria, attesa alla vigilia di Pasqua al ‘Briamasco’ di Trento, trema. Il momento è difficile; una sconfitta contro la formazione dell’ex Bongiorni potrebbe far precipitare la situazione prima della sosta del 22 aprile. Intanto il pubblico, si diceva, è rimasto malissimo. I cori «Venduti, venduti», i fischi rabbiosi ed il richiamo dell’arbitro ai due capitani, Manetti e Montagni, sono fatti e non parole. Gianni Bui, che gentilissimo si è presentato ai giornalisti subito dopo la fine della gara, ha dato la sua versione dei fatti, dicendo, tra l’altro: «Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più dall’Alessandria, ma ognuno si gioca le sue carte come meglio crede. Il richiamo dell’arbitro? Legittimo, però lo capisco fino ad un certo punto. Nella ripresa ho visto due squadre stanche. Noi, tra l’altro, pensavamo alla gara di Coppa con la Lucchese: sembra strano ma questo è l’obiettivo primario della società». Melani, invece, ha battuto ogni record. Dopo essere uscito dal campo con due minuti di anticipo, l’allenatore dei grigi si è fatto attendere fino alle 18 dai cronisti che, questa volta, lo hanno snobbato. Non lo hanno invece ignorato i tifosi, che lo hanno atteso nell’antistadio per contestarlo. Forse lo stesso tecnico si rende conto della difficoltà attraversata dalla squadra e gli viene difficile anche ribadire ai pazienti frequentatori della sala stampa le croniche carenze della sua formazione. Anche per Melani, dunque, protagonista di uno dei momenti più esaltanti della recentissima storia dell’Alessandria, il momento è difficile. Preoccupato dalla vivacità dei centrocampisti veronesi, il mister di Fucecchio ha inserito nella formazione di partenza l’indecifrabile Sereni, escludendo Carrara per far posto a Sacchetti. Ma dopo 12’ il Chievo era già il gol grazie a Folli, pescato a centro area da un cross di Curti che il longilineo Lazzarini stentava a tenere. Immediato cambio di marcature, con Lazzarini su Cossato, Di Bin su Curti e Riccitelli su Perlina. In fase di contenimento l’Alessandria migliora, ma per segnare è necessario un autentico regalo dell’arbitro, che intravvede gli estremi per concedere un calcio di rigore in un normalissimo contatto in area tra Seeber e Mariani. Ed è il primo pareggio, siglato da un puntiglioso Mariani, purtroppo sempre alle prese con noie al ginocchio. Ripresa, si ripete il copione. Questa volta è Maran a riportare in vantaggio il Chievo con un tiro da 25 metri su cui Carnato parte in ritardo e con scarsa convinzione. Ma subito dopo c’è il gol del 2-2: cross dalla sinistra di Mariani e inzuccata da due passi di Carrara. Siamo al 52’ e la partita si dovrebbe riaprire per la squadra di casa, mentre dagli altri campi arrivano notizie poco confortanti per chi, come Manetti e compagni, deve conquistare la quota salvezza. I grigi si spengono con il passare dei minuti («Sentivamo troppo l’importanza della posta in palio» dirà poi Mariani negli spogliatoi) e anche il Chievo, preoccupato per l’imprevedibile svolgersi della gara, accetta il risultato che viene via via delineandosi con il passare dei minuti. Sul fronte alessandrino il solo Di Bin cerca di cambiare il ritmo della gare con qualche isolata accelerazione. Ma i collegamenti sono difficili. Gigi Sacchetti che è in grado di dare ordine alla manovra, è spesso ignorato dai compagni. Inizia la sequela di errori a metà campo, partono i primi fischi. Entra Mazzeo e riesce a sua volta a meritarsi una insufficienza: gli arriva una buona palla aerea che Zanin non raggiunge, su cross di Tortora, e non riesce neppure a toccarla. Il quadro negativo è purtroppo completo. Il pubblico? Scarso e sconcertato. Dopo aver lasciato intravedere qualche possibilità di ripresa, l’Alessandria inizia a perdere colpi e punti nel momento più difficile della stagione e la gente teme il tracollo finale. E lo ‘spettacolo’ di domenica è davvero poco incoraggiante (Il Piccolo - Roberto Gilardengo) RISULTATI: Piacenza – Arezzo 0-1 Empoli – Carpi 0-0 Prato – Casale 2-1 L.R.Vicenza – Derthona 4-0 Montevarchi – Lucchese 0-0 Carrarese – Mantova 0-0 Modena – Spezia 0-0 Venezia – Trento 2-2 CLASSIFICA: Lucchese, Modena p. 37; Empoli 35; Piacenza, Venezia 32; Chievo 29; Carpi 28; Carrarese, Spezia 27; Arezzo, Mantova 26; Casale 25; Alessandria 24; Prato, Vicenza 23; Trento 22; Montevarchi 20; Derthona 16; MARCATORI: 15 RETI: Cornacchini (Piacenza). 13 RETI: Tovalieri (Arezzo), Paci (Lucchese). 12 RETI: Fiorio (Chievo). 11 RETI: Carboni (Montevarchi). 10 RETI: Nitti (Modena) Il punto sul campionato Pareggio, senza reti, delle prime tre squadre in classifica. In vetta sempre a braccetto Lucchese e Modena hanno pareggiato le loro rispettive sfide contro Montevarchi e Spezia cosi come l’Empoli che non è andato oltre lo 0-0 contro il Carpi. Il Venezia, fermato sul pari dal Trento, ha agganciato il Piacenza, sconfitto in casa dall’Arezzo al quarto posto in classifica.