Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1990/1991
Serie C2
24-02-1991 - Giornata: 21 - Tortona - Fausto Coppi


Derthona FBC - Alessandria Calcio US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria Calcio US Bianchet Paolo, Galparoli Dino, Accardi Giuseppe, Bencina Claudio, Mazzeni Paolo, Torri Giampietro, Fiori Francesco [63. Galli Giuseppe], Zanuttig Andrea, Mazzeo Lorenzo, Venturi Claudio, Mariani Stefano All.: Sabadini Giuseppe

Formazione avversaria
DERTHONA FBC: Corona, Bergo, Terzi, Lussignoli [81. Cecilli], Tedoldi, D'Angelo, Paini [64. Zaffiri], Piccini, Picasso, Bellatorre, Guerra. All.: Fossati Natalino

Arbitro: Nepi Carlo (Ascoli Piceno)
Note
Ammoniti Piccini [D], Bergo [D], Lussignoli [D], Galli [A]. Angoli: 4-7. Spettatori: 2500 circa, per un incasso di 36 milioni Giornata primaverile. Terreno in non perfette condizioni. Inizio gara ore 15.00

Commento
FINISCE A RETI BIANCHE IL DERBY FRA DERTHONA E ALESSANDRIA Un punto, poco gioco, molta noia Leggero predominio dei leoncelli, ma per i portieri solo ordinaria amministrazione — Sabadini, soddisfatto, guarda al futuro: «La promozione a quota 44» Un brutto derby, un buon punto. Fra Derthona e Alessandria poche emozioni e un risultato quasi annunciato alla vigilia, anche se Sabadini ci tiene a sottolineare che «la squadra è scesa in campo per disputare la sua gara e i bianconeri hanno fatto la loro parte». Il pubblico record del ‘Fausto Coppi’ - qualcuno in tribuna ricordava che solo la Juventus aveva richiamato un tal numero di spettatori sul Castello - sicuramente si attendeva qualcosa di più, visto l’ottimo ruolino di marcia in trasferta dei grigi e il tentativo dei leoncelli di risalire una graduatoria ancora ‘pericolosa’. Ma una ‘stra provinciale’ è sempre una gara a se, e poi un pari, in fondo, accontenta entrambe le contendenti, che mantengono inalterati gli opposti obiettivi di salvezza e promozione. Qualcosa in più ha fatto il Derthona, ma la difesa grigia è apparsa il reparto più m forma. L’attacco, invece, non è stato all’altezza di altre prove esterne, privato, dopo poco più di un quarto d’ora, dell’apporto di Fiori, infortunatosi m un contrasto a metà campo con Paini. Per lui una leggera distorsione al ginocchio e la possibilità, che sarà verificata oggi, di recuperarlo per la partita con il Prato. «Non dimentichiamo - aggiunge Sabadini che Mazzeo è sceso in campo con la febbre e lo stesso Galli risentiva ancora dei postumi di un attacco influenzale». «Qualche buona manovra l’abbiamo costruita – continua il mister - anche se ammmetto che forse è mancato lo spettacolo offerto in altri incontri. Ma voglio ricordare che abbiamo giocato in trasferta e non sempre si può vincere. Le due squadre, sia pure per ragioni diverse, hanno affrontato l’impegno piuttosto tese e molti hanno risentito di questa prima giornata primaverile». Primi caldi, tensione, importanza della posta in palio. E sul taccuino del cronista pochi episodi da ricordare. In apertura sembra prevalere l’Alessandria, ma al quarto d’ora il Derthona sale di tono e Guerra fallisce di un soffio la deviazione su assist di Lussignoli. I leoncelli aumentano il ritmo del gioco e prima Piccini e poi Picasso si avvicinano pericolosamente all’area grigia. Alla mezzora la difesa libera su un’incursione del mobilissimo Paini. La prima conclusione ospite di una certa consistenza porta la firma di Mariani che, di prima al volo, alza sulla traversa la sfera appoggiata all’indietro da Zanuttig. Il tempo si chiude con un colpo di testa a lato di Mazzeo. Il Derthona ci riprova nella ripresa e al 48’ Galparoli anticipa Lussignoli messo in azione da un ottimo suggerimento di capitan Terzi. Grosso brivido per i molti sostenitori di fede grigia al 55’ per un difettoso controllo di Venturi, che serve involontariamente Paini: la conclusione del numero 7 attraversa tutto lo specchio della porta senza che nessun compagno sia pronto alla deviazione. Si gioca in prevalenza a centrocampo, con rare puntate, soprattutto di marca bianconera. Alla mezzora Torri con grande sicurezza anticipa Zaffiri. Due minuti dopo Bianchet respinge un tiro di Guerra, ma la palla finisce sui piedi di Lussignoli che, a porta sguarnita (ma con Galparoli in recupero) spedisce a lato. Protestano all’.8..0.’ i‘ giocatori del Derthona per un presunto atterramento in area di Guerra, ma per il signor Nepi di.Ascoli Piceno non è calciò di rigore. A poche battute dal triplice fischio l’occasione che potrebbe dare il successo all’Alessandria: il tiro di Accardi dal limite, carico di effetto, sibila vicino al montante sinistro della porta difesa da Corona. Poi ancora un tentativo di rush del Derthona, senza esito. Cala così il sipario su una gara che ha offerto poco, sotto il profilo del gioco e del risultato. «L’importante – spiega Sabadini - è continuare così, rispettando la media inglese. Oggi abbiamo affrontato una squadra al completo che, per quanto espresso in campo, meriterebbe sicuramente una migliore classifica. Un elogio alle punte bianconere, molto abili nelle palle alte». Dopo i complimenti, non solo di rito, agli avversari un pensiero ai prossimi appuntamenti di campionato. «Sulla carta il calendario sembrerebbe esserci favorevole, anche se in questa fase del campionato tutte le squadre, in testa come in coda, cercheranno di far punti con ogni mezzo. La strada è ancora lunga e solo alla fine tireremo le somme. Visto l’equilibrio del girone ritengo che per la promozione potrebbe essere sufficiente raggiungere quota 44. Per essere sicuri, quindi – aggiunge Tato - di punti sarebbe meglio conquistarne 46». Nessun cenno particolare al gioco un po’ duro dei tortonesi. «Sono botte da derby». Il pari gli va bene. «Quando la squadra fa risultato sono sempre soddisfatto». Ma con il Prato sarà importante tornare alla vittoria: le inseguitrici non stanno certo a guardare. (Il Piccolo - Mimma Caligaris) Derthona-Alessandria senza emozioni, con i portieri rimasti inoperosi: 0-0 UN DERBY CON TROPPI FANTASMI Punte sotto accusa, negato un rigore ai locali Un derby senza emozioni, e quindi è giusto il pareggio a reti inviolate. I due portieri sono rimasti inoperosi per tutto l'arco della gara: mai sono stati chiamati in causa, le uniche volte che hanno partecipato al gioco è stato quando hanno dovuto rinviare la palla dal fondo. Il folto pubblico accorso al «Fausto Coppi» (circa 3 mila gli spettatori) senza dubbio è rimasto deluso. Il Derthona ha animato maggiormente il gioco e ha costruito le azioni migliori, non concluse causa l'imprecisione nei tiri. Al 75' l'arbitro ha sorvolato su un fallo in area compiuto da Mazzeni ai danni di Guerra. Tra i bianconeri ha brillato Bergo, che ha saputo neutralizzare prima Fiori e poi Galli; bene anche Bellatorre nel settore centrale del campo, Guerra, Paini e Picasso in quello avanzato. Nell'Alessandria si sono distinti Accardi, Zanuttig e Bencina. Gara abbastanza combattuta nella zona centrale del campo e sostanzialmente corretta, anche se il direttore di gara ha ammonito Piccini, Bergo e Lussignoli del Derthona; Galli per l'Alessandria. Scendono in campo più preoccupati i grigi (in maglia verde per l'occasione), e il Derthona già dalle prime battute riesce a costruire buone triangolazioni che purtroppo si spengono quasi tutte al limite dell'area di rigore avversaria. Al 15' Lussignoli riceve palla dalla sinistra e in mezza rovesciata riesce a servire Guerra che entra in area ma manca di poco l'aggancio con la sfera. Al 20' è Piccini ad avere l'occasione favorevole per un suggerimento di Bellatorre, ma spreca banalmente. Il Derthona continua a premere, specie per merito del tandem Picasso-Paini, ma senza risultati apprezzabili. Solo al 40' l'Alessandria si affaccia in avanti, con Mariani, che dalla lunga distanza spara sul fondo. Al 44' ancora i grigi in attacco. Questa volta, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, si mette in evidenza Mazzeo che è pronto a saltare più in alto di tutti; la sua deviazione è a lato di qualche metro. Nella ripresa il Derthona torna a dominare a centrocampo e a costruire azioni pericolose che comunque si smorzano' quasi tutte o al limite dell'area di rigore, oppure sul fondo. Solo all'80' c'è l'azione del fallo da rigore su Guerra che però l'arbitro non concede. Un pareggio che premia forse troppo un Alessandria che non ha giocato all'altezza della posizione che occupa in classifica e danneggia un Derthona generoso che non merita di trovarsi in zona retrocessione. (La Stampa - Ed. Sport - Enrico Regalzi) Adesso è di moda l’aggettivo “annunciato”. Una volta si sarebbe detto "previsto” . Bene: tra Derthona ed Alessandria c’è stato un pareggio previsto e annunciato. Il che non significa niente di strano, soprattutto niente che non possa essere detto a voce alta. E allora lasciatemi gridare, in sintonia con i numerosi urlanti dalla tribuna e dalle gradinate. Lasciatemi urlare, chiaro e forte che le due squadre avevano posto il traguardo sullo stesso risultato: un pareggio che non avrebbe fatto, e che non farà male a nessuno, nè al Derthona - cui il rischio negativo di una possibile sconfitta era enormemente più grande, più sostanzioso, del rischio positivo di una vittoria -: né all’Alessandria alla quale, si attaglia perfettamente la norma secondo cui un pareggio in trasferta è sempre un risultato accettabile. Di qui una sorta di decisione intelligente (dove il termine è usato in modo volutamente enfatico, come quando si parla ad esempio, di partenze intelligenti). Ora non è che i tifosi non apprezzino l’intelligenza, che, oltretutto è merce sempre il più rara, anche in tempi di cervelli elettronici. Ma questi tifosi quando si recano allo stadio preferirebbero vedere e sentire cose intelligenti durante gli altri giorni della settimana, magari anche nelle altre ore della stessa domenica. Ma quando vanno allo stadio, ci vanno per divertirsi, per godere di uno spettacolo, per vivere emozioni. Può darsi che, trascorso il tempo necessario per decantare le emozioni, questi stessi tifosi siano disposti a riconsiderare il loro atteggiamento, ad apprezzare la famosa intelligenza (anche perchè si troverà a fare questo pensiero nel tempo giusto, avendo già chiusa la parentesi che aveva sperato di dedicare ad un pizzico di follia). Ecco, cos’è mancato domenica: quel tanto di sana pazzia, quel pizzico di coraggio, che fosse capace di dare sapore al cibo (stavo per dire alla torta) preparato con cura e con scrupolo in base a ricette prestigiose dai due allenatori. Questo preambolo per dire che, se le partite fossero tutte come quella di domenica, il calcio sarebbe già sulla strada che porta al camposanto. Questo “ business” deve pur sempre riferirsi ad un unico apporto fondamentale, che è quello del pubblico: un pubblico che ha soltanto un motivo per preferire lo stadio alla televisione in salotto: la speranza di vivere in diretta non solo le emozioni del risultato, ma tutto un quadro scenico, che si suppone godibile per gli occhi. Ma i 3000 tifosi che domenica hanno assiepato gli spalti del “Fausto Coppi” non hanno visto niente di tutto questo: soltanto una gara scialba, da allungare le gambe e cercare l’ispirazione per un pisolino scaccia-sonno. Colpa del Derthona? Demerito dell’Alessandria? Di entrambe. Dalla capolista ci aspettavamo qualcosa di più. I grigi reduci da cinque vittorie consecutive sono apparsi quasi prigionieri della paura, più prudenti che autoritari. Ma non è forse cosi che si vincono i campionati? Il Derthona, dal canto suo, ha commesso l’errore di non osare, di non credere nella possibilità di poter superare gli odiati cugini che a Tortona non perdono dal lontano 17 ottobre 1982 (1 a 0 con rete di Molteni all’87’). Affrontando la prima della classe Fossati ha optato per una tattica prudente, mirando soprattutto a non perdere. Mirando alla conquista di almeno un punto. Bene, questo punto, con il pareggio in bianco verificatosi allo scadere dei 90 minuti, l’ha ottenuto. Obiettivo raggiunto quindi? Visti i risultati ottenuti dalle dirette concorrenti nella lotta per evitare il declassamento tra i dilettanti, rispondiamo di no. Il successo (imprevisto) del Cecina a Gubbio e l’exploit del Tempio a Novara spogliano di ogni valore questo risultato. L’unico motivo di soddisfazione (parziale) arriva dalla sconfitta rimediata dal Montevarchi sul terreno del Livorno. Proprio il Montevarchi sarà il prossimo avversario dei leoncelli. Nell’andata i rossoblu di mister Lazzarini lasciarono l’intera posta sul terreno del Fausto Coppi, il che costituisce comprensibilmente un motivo in più per i toscani per prendersi una rivincita. Il Montevarchi deve vincere per eliminare una pericolosa rivale; il Derthona non può perdere. Un’eventuale sconfitta lo farebbe precipitare a 5 punti dalla quota salvezza. Un distacco difficile da colmare. Vedremo domenica sera come sarà andata a finire. (Il Popolo Derthonino) RISULTATI: Gubbio – Cecina 1-2 Livorno – Montevarchi 1-0 Ponsacco – Poggibonsi 0-0 Novara – Tempio 1-3 Oltrepò – Prato 1-0 Olbia – Pontedera 1-0 Sarzanese – Massese 0-1 Viareggio – Cuneo 1-1 CLASSIFICA: Alessandria p.29; Viareggio* 28; Massese 25; Livorno* 24; Cuneo, Poggibonsi 23; Olbia 22; Tempio, Novara, Gubbio 21; Pontedera, Ponsacco 20; Prato 19; Montevarchi, Cecina 18; Derthona 15; Oltrepò* 14; Sarzanese* 13 Ogni * = 1 gara in meno. MARCATORI: 9 RETI: Valori (Viareggio, 2). 8 RETI: Pisasale (Livorno, 2). 6 RETI: Mazzeo (Alessandria), Pazzini (Poggibonsi), Matticari (Ponsacco). 5 RETI: Orofino (Novara), Mariotti 1, Parlanti (Pontedera), Ennas (Tempio), Tatti (Viareggio, 1). Il punto sul campionato La mezza frenata dei grigi a Tortona non ha cambiato la situazione al vertice del girone A di C2, dal momento che sorprendentemente il Cuneo ha bloccato sul pareggio il Viareggio sul proprio campo. I versiliesi rimangono quindi staccati di tre lunghezze, ma con una partita da recuperare. Chi invece ha accorciato le distanze dalla capolista Alessandria sono la Massese e il Livorno, vincitori di misura su Sarzanese (fuori campo) e il Montevarchi. (La Stampa)