Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1992/1993
Serie C1
08-11-1992 - Giornata: 10 - Carpi - Sandro Cabassi


Carpi AC - Alessandria Calcio US 2 - 0 (2 - 0)
RETI: 1. Rossini [Ca] , 40. Carpineta [Ca]

Alessandria Calcio US D'Amico Alessandro, Bertotto Valerio, Maddè Emiliano, Zanuttig Andrea, Tonini Devis, Lenisa Alessandro, Perugi Paolo, Sabato Antonio, Serioli Gianfranco, Didonè Oreste, Banchelli Giacomo [65. Alfano Giuseppe] A disp.:(P) Battistini Graziano, Bonadei Fabio, Maurino Romano, Mezzetti Lorenzo All.: Sabadini

Formazione avversaria
CARPI AC: Rovito, Papone, Zironi, Turcheschi, Carpineta, Cevoli, Rossini [73. Cognini], Di Matteo [85. Leonardi], Corrente, Casonato, Vessella. A disp: Martinelli, Barbi All.: Ciaschini Giorgio

Arbitro: Giove Raffaele (Bari)
Note
Ammoniti: Rovito [C]; Rossini [C]; Casonato [C]; Vessella [C] Angoli: 5-4 Spettatori: 1.100 circa (di cui 645 paganti) Cielo coperto, terreno allentato Inizio gara ore 14.30

Commento
Anche a Carpi i grigi offrono una modesta prestazione e soccombono 2-0 L'Alessandria cede il passo (2-0) al Carpi che si allontana sempre più dalle zone basse della classifica. I grigi di Sabadini riconfermano invece la loro scarsa attitudine a giocare in trasferta: in cinque partite disputate sinora hanno raccolto la miseria di un solo punticino. La società è decisa a correre ai ripari, ingaggiando un difensore. Trattative sono in corso per avere Ferrarese, Ramponi o Seeber. Chi si aspettava due squadre rassegnate e disposte a un pareggio a reti bianche, è stato ben presto smentito. Dopo un solo minuto di gioco, infatti, i padroni di casa hanno sfruttato la prima azione offensiva e si sono portati in vantaggio. Di Matteo si involava sulla fascia destra, Rossini cadeva in area ma aveva il tempo di rialzarsi e di controllare il pallone, prima di scagliarlo verso la porta piemontese e di trafiggere a fil di palo D'Amico. Come logico, l'Alessandria si gettava in avanti a capofitto ma la ragnatela del Carpi a centrocampo resisteva al meglio e mai i grigi riuscivano ad impensierire il portiere carpigiano Rovito. Al 12' i padroni di casa si facevano rivedere con una insidiosa punizione calciata da Carpineta e parata con sicurezza da D'Amico. Era la prova generale del raddoppio che giungeva pochi minuti prima dello scadere, dopo un tiro dalla distanza di Serioli che metteva in difficoltà il Carpi. Carpineta usufruiva di un calcio di punizione da 30 metri per battere il portiere D'Amico e segnare il suo terzo gol stagionale, sempre su calcio piazzato. Sterile il tentativo di rimonta dell'Alessandria che può recriminare soltanto per un fallo di reazione di Vessella su Perugi avvenuto verso la metà del primo tempo, punito dall'arbitro solamente con il cartellino giallo. Nella ripresa il Carpi, seppur in vantaggio, non modificava il proprio assetto di gioco e l'Alessandria non riusciva a trovare varchi nello schieramento biancorosso. Le consegne date da Ciaschini ai suoi erano rispettate al massimo. Di Matteo accettava di stare in copertura senza mai creare un varco sull'out destro. Casenato, rispetto alla posizione tradizionale, arretrava il proprio raggio d'azione di una ventina di metri; Turcheschi attaccava tutti i portatori di palla avversari che gli capitavano a tiro; Vessella svolgeva lo stesso lavoro di Di Matteo sul fronte opposto anche se rispetto al compagno godeva di maggiore libertà in fase offensiva. Corrente si dimostrava essenziale per il gioco della squadra e Rossini, dopo aver segnato il gol iniziale, aveva il merito di non eclissarsi mai dalla manovra. La difesa del Carpi era impeccabile. Cevoli sulle palle alte appariva incontrastabile. Carpineta dava sicurezza sia a Rovito che a tutti i compagni di linea. Zironi si confermava su livelli notevoli e Papone in coppia con Di Matteo formava un tandem che non concede nulla agli avversari. L'Alessandria, invece, dava segni di sbandamento in più di ogni occasione e raramente poteva spingersi in avanti ad impensierire Rovito. Al 50' l'occasione più ghiotta per accorciare le distanze l'Alessandria la trovava con Banchelli che, incuneatosi tra Cevoli e Carpineta, sparava dalla distanza una cannonata che sfiorava l'incrocio dei pali. Il Carpi amministrava il vantaggio con molta intelligenza. Ciaschini dava spazio per la prima volta a Cognini e Leonardi e alla fine era festa. (La Stampa - Ed. Sport - Paolo Vecchi) SI INTERROMPE A CARPI LA SERIE POSITIVA DEI GRIGI Una pericolosa caduta Sabadini annuncia: "A Verona gente da combattimento" Cade l’Alessandria. Uno scivolone improvviso, quando ormai c’era la convinzione che questa squadra stesse gradualmente rialzandosi. D’altra parte tre risultati utili consecutivi, la ritrovata via del gol di Serioli e Banchelli, certi progressi a centrocampo e sulle fasce - evidenti peraltro soprattutto con l’Empoli - avevano fatto ben sperare. Non che, con un colpo di bacchetta magica tutti i problemi fossero stati di colpo cancellati. Ma per molti di essi la squadra sembrava avviata verso una soluzione. E, invece, la battuta d’arresto in terra emiliana ha fatto riemergere vecchie difficoltà, meccanismi non ancora oliati, ruoli che in campo non vengono coperti a dovere. È il discorso, tanto per intendersi, del tornante: Perugi a Carpi ha giocato in quella posizione solo pochi scampoli di gara all’inizio. In pratica fino al contrasto con Vessella e alla reazione dell’undici biancorosso. Poi di nuovo a centrocampo, senza una posizione fissa. Mentre ad indossare di nuovo i panni del tornate ecco Zanuttig. Tutto come prima? Questa la spiegazione di un Sabadini buio in volto.“Dopo qualche contrasto ho preferito mettere Zanuttig su Vessella, per evitare che l’episodio si potesse ripetere, con il rischio che l'arbitro decidesse di estrarre qualche cartellino rosso. Loro hanno giocato condue elementi larghi, così Perugia all’occorenza ha controllato Turcheschi e dato una mano a Sabato”. Ma, così facendo, si sono creati i soliti corridoi - meglio definirli autostrade - che i grigi non sono riusciti a sfruttare. Non è detto che quello sia compito precipuo del solo Perugi. Ma, allora, perché i compagni, quando necessario, non lo sostituiscono, portando avanti palle poi giocabili dagli attaccanti? E uno di quei quesiti che restano, per il momento, senza una risposta precisa. Certo che l’intercambiabilità dei ruoli, la capacità di scalare quando un compagno avanza e viceversa, su cui Sabadini tanto insiste, a Carpi è rimasta lettera morta. C’è gente che si muove sul campo spaesato, come se non avesse incarichi precisi. E magari si ostina in dribbling che non portano a nulla, perché favoriscono il recupero degli avversari. Il riferimento è, ad esempio, a Didoné che, così facendo, non è di nessuna utilità al gioco della squadra. “Sì - ammette Sabadini - Didoné può dare di più. Il ragazzo deve imparare a tenere meno la palla, a non ostinarsi in azioni personali e, invece, a far giocare di più i compagni. Può farlo, ne ha lecapacità: deve solo metterselo in testa”. Poi c’è gente che si danna l’anima, che non rinuncia a lottare anche quando la squadra è sotto di due gol. E, per cercare palle giocabili, arretra a centrocampo, finendo per snaturare la sua vera funzione. Domenica Serioli ha fatto tutto questo: si è portato a spasso ogni volta almeno un paio di avversari, ma non è logico - e soprattutto non è produttivo - che un centravanti arretri così tanto e debba pensare prima a costruire l’azione e poi a finalizzarla. Uno dei due compiti alla fine non riesce poi a svolgerlo bene: ed è, non certo per colpa sua, quasi sempre il secondo. Una cosa è certa: non si possono concedere troppi vantaggi all’avversario, neppure al più modesto di questi, quale è il Carpi volenteroso ma di mezzi, nel complesso, non certo ecellenti. Quando Sabadini ha fatto alzare dalla panchina Alfano si è pensato all’inserimento della terza punta, magari proprio al posto di uno spento Didoné. “Inizialmente avevo effettivamente pensato di richiamare in panchina il numero dieci. Ma poi mi sono reso conto - spiega il tecnico - che Banchelli era stanco. Il ragazzo, con gli obblighi di leva, non fatto in pratica preparazione. E poi ho anche sperato che Didoné trovasse il guizzo giusto. Cerco sempre di dare una chance ai giocatori,ma non sempre ottengo le risposte che mi aspetto”. Certo, quel gol a freddo ha tagliato le gambe. Sono passati poco più di sessanta secondi quando una galoppata, apparentemente innocua, di Di Matteo sulla fascia e il successivo traversone al centro vedono la difesa grigia incredibilmente ferma e Rossini, quasi da terra, colpire la sfera che, carambolando sulla coscia di Zanuttig, mette fuori causa D’Amico. Dieci minuti dopo l’arbitro punisce con un semplice cartellino giallo la reazione la più ghiotta occasione per i grigi. L’Alessandria va in avanti e, quando viene messa sotto pressione, la retroguardia emiliana dimostra di non essere impenetrabile. Va al tiro Banchelli al 17’ e Rovito blocca; al 24’ la punizione potente di Serioli sibila vicino alla traversa con il portiere del Carpi bloccato in mezzo ai pali. Tre minuti dopo la difesa anticipa Maddé, pronto ad inserirsi sulla conclusione di Serioli non trattenuta. Alla mezzora prova generale del raddoppio: la prima punizione calciata da Carpineta finisce a lato, ma la seconda, otto minuti dopo, si infila nell’angolino basso alla destra di D’Amico, appostato sul palo opposto che vanamente tenta un tuffo disperato. Prima del riposo Rovito vola ad alzare sulla traversa un calcio piazzato di Didoné. Nella ripresa, dopo sei minuti, la più ghiotta delle occasioni: Serioli lancia bene Banchelli che batte subito a rete di contro balzo cercando di sorprendere Rovito, ma la sfera è a fil di palo. L’ultimo tentativo dei grigi è ancora su punizione: il rasoterra di Serioli da venti metri si spegne di poco a lato. “Anche noi abbiamo avuto le nostre occasioni,con Banchelli e anche con Serioli. Loro, in fondo - puntualizza Sabadini - hanno fatto due tiri, portando a casa altrettanti gol. La differenza è questa: gli altri sfruttano al meglio ogni occasioni, a noi questo non riesce”. Tato, comunque, è tranquillo. “Ho la coscienza a posto. Qualcuno però non sta rendendo a dovere. E non è escluso che a Verona, domenica, ci sia qualche cambiamento: sono intenzionato a gettare nella mischia gente da combattimento". Magari aspettando qualche novità da Cemobbio, oltre alla confermata fiducia da parte della società (Il Piccolo - Mimma Caligaris) Risultati: Como – Palazzolo 4-0 Leffe – Triestina 1-1 Massese, Sambenedettese 4-0 Ravenna – Arezzo 3-0 Siena – Empoli 0-0 Spezia – Carrarese 2-0 Vicenza – Pro Sesto 1-0 Vis Pesaro – Chievo 0-1 CLASSIFICA: Empoli, Vicenza p.15; Chievo 14; Triestina 13; Ravenna, Sambenedettese 12; Como, Carpi, Spezia 11; Pro Sesto 10; Siena 9; Leffe, Carrarese, Massese 8; Vis Pesaro, Alessandria 7; Palazzolo 6; Arezzo 3 Il punto sul campionato Decima giornata caratterizzata dall’aggancio in vetta del Vicenza all’Empoli: i veneti hanno sconfitto, di misura, la Pro Sesto mentre i toscani hanno pareggiato sul campo del Siena. Il Chievo si è stazionato al terzo posto grazie al successo sul campo del Vis Pesaro grazie al pari della Triestina sul campo del Leffe.In un incontro combattuto lo Spezia ha sconfitto la Carrarese, gol entrambi nella ripresa di Mosca e Pepe.