Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
06-10-1974 - Giornata: 2 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Perugia AC 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Baisi Sergio Pietro, Dalle Vedove Giampiero [46. Franceschelli Paolo], Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Mazzia Bruno All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
PERUGIA AC: Marconcini, Raffaeli, Baiardo [67. Nappi], Petraz, Frosio, Picella, Marchei, Curi, Tinaglia, Vannini, Scarpa. A disp.: Ricci, Pellizzaro. All.: Castagner Ilario

Arbitro: Mascia Ruggero (Milano)
Note
Ammoniti: Curi [P], Marchei [P]. Angoli: 6-1. Spettatori: 7.000 (paganti 5.836, incasso L. 15.656.500) Giornata di sole, temperatura buona. Inizio gara ore 15.00

Commento
I tifosi s'aspettavano un'altra vittoria L'ALESSANDRIA CONTRO IL PERUGIA DOMINA MA NON VA IN GOL Al tifosi dell'Alessandria, ipercritici per natura e per giunta accarezzati contropelo dai prezzi piuttosto salati praticati al «Moccagatta», questo pareggio a reti inviolate dei grigi nell'esordio casalingo con il Perugia, non dev'essere piaciuto troppo. L'allenatore Castelletti, per il quale il campionato è soprattutto una questione aritmetica, di punti In classifica da sommare l'uno all'altro, conta sulla mano e constata che due (di Como) più uno (di oggi) fa tre. Non può quindi, per coerenza con se stesso, essere insoddisfatto della prova dei suoi uomini, non tanto come gioco quanto come aderenza al giustificato realismo di chi si accontenta soprattutto di non perdere. Del resto non si può dire che l'Alessandria abbia tradito se stessa: gioca a memoria, con una sincronia di scambi perfetta, è sicura in difesa, poderosa — a livello di eccellenza — a centrocampo, ma non può Inventare «punte» che non possiede, le quali possano sfruttare l'abile lavoro di regìa di Volpato e di Dolso e fare da spalla allo spumeggiante ma troppo solo Manueli. Le partite in casa del grigi insomma, con l'attuale organico, saranno sempre una sofferenza, alla ricerca di quel gol che un notevole volume di gioco in fase di costruzione senz'altro giustificherebbe ma che non trova sul proprio campo, dove c'è minor spazio per i contropiede, uomini pronti alla realizzazione. L'Alessandria, date le sue caratteristiche, potrà anche rifarsi in trasferta di quello che spreca in casa ma è duro, per i tifosi, accontentarsi di leggere quello che non possono vedere. Il Perugia, con una formazione zeppa di centrocampisti per supplire alle assenze dello squalificato Savoia e degli assenti Amenta, Sabbatini, Sollier e Vitulano, ha messo in difficoltà l'Alessandria soprattutto per la presenza del lungo interno Vannini, efficace soprattutto in fase di rottura, al punto da impedire al suo «controllore» Di Brino le consuete proiezioni offensive. La squadra ha opposto al centrocampo dei grigi un assetto centrale altrettante valido, almeno sul piano dell'interdizione e la partita si è praticamente dipanata nella zona centrale del rettangolo di gioco, con pochissime proiezioni in zona di tiro. La prima vera azione da gol è stata annotata al 16', per una puntata sulla destra dello sgusciante Manueli (il migliore tra i grigi) con tiro-cross respinto a mani aperte da Marconcini e ribattuta di Volpato alta sulla traversa. Un minuto dopo lo stesso Volpato serve Baisi, sul cui tiro violentissimo il portiere perugino perde la palla, allontanata alla speraindio dal terzino Baiardo. Al 24', in un improvviso rovesciamento di fronte, il Perugia sfiora a sua volta il gol: il numero 11 Scarpa salta con un pallonetto Colombo e serve Marchei a sette-otto metri dal portiere alessandrino: Pozzani esce alla disperata, chiudendo lo specchio della porta e deviando in angolo col corpo il pallone di Marchei. Il Perugia non sembra tuttavia imperforabile e Castelletti, negli spogliatoi, decide di rischiare qualcosa in più, mandando in campo la «punta» Franceschelli a rimpiazzare un centrocampista di troppo. Tocca a Dalle Vedove rimettersi in borghese, ma forse il riposo anticipato sarebbe giovato di più a Dolso, che aveva già fatto molto nel primo tempo e incominciava a mostrare segni di scarsa autonomia atletica. Il gioco si faceva più aperto, per una maggiore proiezione offensiva dei grigi che, lasciando maggiore spazio agli avversari nel tentativo di andare in gol, correvano pure parecchi rischi in più. Al 53' ad esempio Marchei va via in contropiede obbligando Pozzani a una bella parata, mentre al 56' su centro di Vanara, Marconcini perde la palla ma Baisi st fa anticipare da un'entrata a scivolone di Balordo che mette in angolo. Al 63', la recluta Franceschelli, magistralmente servito di testa da Baisi, spara al volo altissimo, quando avrebbe avuto tutto il tempo di controllare il pallone e prendere la mira. Un'altra grossa occasione fallita dai grigi al 77': testa di Franceschelli, tiro di Baisi, Marconcini respinge a mani aperte e recupera poi il pallone anticipando Manueli. Un minuto dopo un tiro-cross di Manueli attraversa tutto lo specchio della porta, senza che nessuno sia pronto a metterci piede. E' l'ultimo segno del destino, che consacra lo 0-0. (La Stampa - Ed. Sport - Gianni Pignata) IL “TOURBILLON,, DEI GRIGI SI SPEGNE IN AREA DI RIGORE L’undici di Castelletti ha dominato per due terzi senza trovare io spunto risolutore Franceschelli sciupa nella ripresa due magnifiche palle-gol © L’infortunio a Dalle Vedove condiziona il centrocampo© Con la presenza di un uomo-gol il rendimento della squadra aumenterebbe di un buon trenta per cento © Per l'Alessandria più facile giocare in trasferta che al «Moccagatta», dove è d’obbligo la ricerca della rete © Secondo viaggio in Lombardia per incontrare l’Atalanta: obiettivo un punto Il sogno degli sportivi di salutare i grigi capolista è durato lo spazio di una domenica. L’impatto con il Perugia, primo avversario di turno al « Moccagatta », non ha portato l ’auspicata vittoria. Diciamo che l’Alessandria, lanciata clamorosamente dal successo di Como, ha assorbito solo parzialmente il salto di categoria. Nella serie cadetta le sorprese sono all’ordine del giorno e la seconda giornata del girone di andata lo ha confermato. Vita difficile per tutti, pure per le grandi le quali non hanno ancora trovato la giusta carburazione. Giocando in casa o in trasferta non solo occorre restare con gli occhi aperti, ma fare appello all’agonismo, alle doti di fondo per avere la meglio sull'antagonista. Un campionato difficile, costellato di molte illusioni per la maggioranza delle compagini. Il discorso si complica ancor più parlando dell'Alessandria la quale, non ha altra ambizione se non quella di concludere in una zona possibilmente tranquilla. La compagine di capitan Barbiero viaggia dopo le gare d’avvio con tre punti, in perfetta media inglese. Il pareggio deve, conseguentemente essere considerato risultato positivo sotto ogni profilo. Analizzando il risultato in bianco tra Alessandria e Perugia emergono delle considerazioni. Gli umbri allarmati dal risultato di Como sono venuti ad Alessandria con una squadra imbottita di centrocampisti e difensori ben decisi a puntare sulla divisione della posta. L’Alessandria, come imponeva il fattore campo, ha assunto immediatamente il comando delle operazioni e, per due terzi della gara, ha dominato l’avversario stringendolo nella propria area di rigore. Nel primo tempo il volume di gioco è risultato considerevole se si ricorda che i grigi giocavano con la stessa formazione dello scorso campionato. Nei primi venti minuti la girandola delle azioni è proseguita senza tentennamenti con l’evidente scopo di mettere k. o. l’ospite prima che riuscisse ad organizzarsi. Proprio in tale frangente si è evidenziata l’assenza di un fromboliere, dell’uomo-gol pronto a sfruttare i suggerimenti dei compagni o a mettere a profitto gli errori altrui. L'Alessandria non disponendo di un match winner, deve necessariamente elaborare gli schemi a vantaggio dell’avversario operante in fase difensiva. Il fraseggio nella zona centrale del campo diviene ancora più fitto in quanto la ricerca dell’uomo sul quale poggiare la sfera per il tiro finale è cosa necessariamente assai laboriosa, il Perugia sfruttando le stesse armi dei grigi, fuori dal Moccagatta, ha imbrigliato le punte tanto da riuscire ad evitare conclusioni pericolose. La superiorità territoriale dei padroni di casa si è quasi sempre infranta al limitare dell’area di rigore. Il pareggio non intacca minimamente i piani dei grigi che sono poi quelli di disputare un campionato il più onorevole possibile, I primi risultati confermano che il complesso ha le carte in regola per affrontare le altre avversarie senza tremare, operando ad armi pari. (Il Piccolo - Il Gattopardo) RISULTATI: Arezzo - Taranto 2-1 Brescia - Avellino 0-0 Foggia - Pescara 1-0 Novara - Como 1-1 Palermo - Atalanta 1-1 Reggiana - Catanzaro 1-1 Sambenedettese - Parma 2-1 Spal - Genoa 1-2 Verona - Brindisi 0-0 CLASSIFICA: Genoa p. 4, Alessandria, Brescia, Foggia, Perugia, Sambenedettese, Verona 3, Arezzo, Avellino, Catanzaro, Novara, Palermo 2, Atalanta, Brindisi, Como, Parma, Pescara, Reggiana, Spal, Taranto 1. MARCATORI: 2 reti: La Rosa (Palermo); Bonci (Parma), Zigoni (Verona); 1 rete: Ghio (Novara); Musiello e Rizzati (Atalanta); Bertuzzo (Brescia); Vignando e Maldera (Catanzaro); Doldi e Enzo (Foggia); Manueli (Alessandria); Bittolo, Mosti e Pruzzo (Genoa); Marchei e Frosio (Perugia); Meucci e Francesconi (Reggiana); Nobili (Pescara); Chimenti, Basilico, Simonato e Trevisan (Sambenedettese); Pezzato e Mongardi (Spal); Listanti (Taranto). Il punto sul campionato II quintetto di testa della serie B, grazie ad una serie di pareggi in casa, si è sciolto. Anche l'Alessandria, reduce dalla vittoria di Como, ha dovuto dividere i punti con il Perugia. Una soddisfazione a metà per i tifosi alessandrini, che tuttavia si trovano in buona compagnia, visto che anche il grande Verona ha dovuto accontentarsi dello 0-0 col modesto Brindisi ed il Brescia ha fatto altrettanto con l'Avellino. Al vertice della classifica è rimasto quindi, solo, il Genoa, del quale si può dire certamente — senza tuttavia disconoscere i meriti dei rossoblu e di Vincenzi — che il vento della fortuna gli soffia costante in poppa. Allo stentatissimo successo di domenica scorsa con l'Arezzo si è aggiunta difatti la vittoria «di rapina» in trasferta a spese della Spal. Lo stesso Vincenzi, un trainer che non nasconde mai la verità, ha riconosciuto che i ferraresi non meritavano la sconfitta. I rossoblu temevano, per i noti guai di inquadratura, l'inizio del campionato che invece, auspice la buona sorte, li vede pienamente all'altezza del ruolo di primattori affidato loro dai pronostici. La fortuna che ha aiutato il Genoa ha invece voltato le spalle al Novara che ha mancato la vittoria casalinga sul Como per colpa di una disgraziatissima autorete a dieci minuti dalla fine. Gli azzurri meritavano di vincere e non sarebbe giusto quindi dar troppo peso ad un mezzo insuccesso che, all'inizio del torneo, non lascia grosse conseguenze. (La Stampa)