Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
13-10-1974 - Giornata: 3 - Bergamo - Comunale


Atalanta Bergamasca Calcio - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 83. Marchetti [At]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Baisi Sergio Pietro, Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo [46. Reja Edoardo] A disp.:(P) Croci Claudio, Franceschelli Paolo All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
ATALANTA BERGAMASCA CALCIO: Cipollini, Percassi, Divina, Mastropasqua, Andena, Marchetti, Scala, Gaiardi, Musiello, Russo, Rizzati. A disp.: Taminelli, Lugnan, Vernacchia. All.: Heriberto Herrera.

Arbitro: Falasca Antonio (Chieti)
Note
Ammoniti: Russo [At], Vanara [Al], Maldera II At. [Al]. Angoli: 7-2. Spettatori: 13.000 Giornata splendida, terreno perfetto. Inizio gara ore 15.00 Inizio gara ore 15.00

Commento
ATALANTA E H.H. TREMANO PER 83' POI MARCHETTI...ROMPE LE UOVA I bergamaschi solo a sette minuti dalia conclusione, sfruttando una serie di rimpalli favorevoli, si aggiudicano l’incontro # Pozzani strepitoso alla fine del primo tempo (tre interventi consecutivi da distanza ravvicinata) si lascia sorprendere nei finale © L’esordio di Reja e la tattica ultra difensivistica @ L’ottima vena di Manueli, Volpato e Dalle Vedove © Domenica, ore 14,30: battere il Catanzaro ! L’imbattibilità di Pippo Pozzani è durata esattamente 263’ ed è crollata nel modo più banale, incredibile. Diciamolo apertamente: la sconfitta di Bergamo con l’Atalanta brucia proprio perché maturata quando si stavano tirando i remi in barca. Una serie di rimpalli sfavorevoli hanno consentito a Marchetti di mettere a segno la rete che ha condannato i grigi. L’Atalanta non ha rubato nulla, ma il pareggio sarebbe stato risultato giusto perché, se è vero, che i "nerazzurri” hanno stretto d’assedio gli ospiti nella ripresa, è documentato che l’undici di Castelletti si è difeso con ordine i ragazzi del contestato Heriberto Herrera, candidati alla promozione, non sono m ai riusciti ad imporre i loro schemi di gioco. Hanno attaccato nel momento in cui l’Alessandria ha rinunciato a contrarli sulla trequarti, ma disordinatamente fidando più sull’estro dei singoli che sul gioco collettivo. Il giudizio espresso nelle scorse settimane resta valido: Barbiero e compagni possono reggere al confronto con gli avversari più blasonati senza correre il rischio di essere travolti, surclassati. La riprova viene dal Comunale di Bergamo dove, nella prima frazione di gioco, i grigi hanno messo più volte in difficoltà l’avversario, bloccandone il centrocampo, costringendo le due punte Musiello e Rizzati a girare costantemente sulle fasce laterali visto che al centro non sarebbero mai riusciti a passare. Sconfitta onorevolissima per la matricola che ha compiuto errori di presunzione i quali non saranno certamente ripetuti in futuro. L’esperienza insegna e Castelletti ne siamo certi ne trarrà le logiche conseguenze. La sconfitta non deve demoralizzare né i giocatori i quali hanno svolto appieno il compito affidatogli, né i dirigenti, né tantomeno i tifosi. Prima di addentrarci nel commento dettagliato esprimiamo dalle colonne de "Il Piccolo” un plauso agli ’’ultras” del club ’’Fedelissimi” presenti al comunale con striscioni e, quel che più conta, con tanto fiato. In più di una occasione il grido ’’forza grigi” si è levato dagli spalti, sicuro, incisivo come mai avevamo registrato su altri campi. E ’ la conferma che l’Orso grigio ha trovato il suo pubblico. Il confronto tra bergamaschi e alessandrini era particolarmente atteso dopo le polemiche che avevano caratterizzato la settimana dei nerazzurri, culminata con le dimissioni del presidente Bortolotto; Heriberto Herrera, non nuovo ad incidenti del genere si giocava contro i grigi la permanenza nella città lombarda. Come avrebbero reagito gli atleti? Lo choc non ha inciso in modo determinante come i novanta minuti hanno dimostrato: i ragazzi in maglia nerazzurra pur cercando il successo non hanno mai dato l’impressione di volersi dannare troppo l’anima per mettere a tacere le voci polemiche. Solo nella ripresa, intravista la possibilità dei successo pieno, hanno accentuato l'impegno più per soddisfazione personale che per togliere le castagne dal fuoco all’allenatore. Un’Atalanta ancora alla ricerca prima del morale poi del gioco tenuto conto che raramente si è assistito ad azioni collettive. Molti gli spunti isolati, m a al momento di dialogare le pecche sono balzate evidenti pure all’occhio del profano. L’Alessandria ha cercato di trarre vantaggio dalla situazione ambigua, sfruttando il più possibile il reparto di centrocampo e l’amalgama derivante da più di un cimento affrontato nella scorsa stagione. IL GIOCO E’ PIENAMENTE RIUSCITO nel primo tempo ed in modo egregio se si considera che le conclusioni a rete sono equamente divise. La tattica di Castelletti è stata favorita dalle riserve di Heriberto Herrera il quale non ha inteso ripetere gli errori della gara d’esordio con il Verona. Proprio per non prestare il fianco ai contropiedi degli ospiti ha lasciato in avanti due sole punte, Musiello e Rizzati piazzando a centrocampo Scala con funzioni di regista. A dargli manforte dovevano alternarsi, senza scoprirsi troppo le spalle Gaiardi e Russo. Mantenendosi Dolso in posizione arretrata disponeva di u n ’altra punta, Divina. La tattica perfetta sulla lavagna si è rivelata piuttosto imperfetta sul campo avendo Castelletti disposti i propri uomini sulla trequarti pronti sì a difendersi, ma ad appoggiare gli avanti ogni qualvolta partiva il contropiede. Alternandosi in appoggio Volpato o Dalle Vedove, Dolso o Vanara i collegamenti si sono dimostrati validi al punto che Cipollini è sfato più volte chiamato in causa. Manueli, ancor più di Baisi trovava spazio per lanciarsi in profondità tanto da mettere in difficoltà Percassi che in più di una occasione non ha trovato di meglio che al ridarsi ad interventi intimidatori per indurre a più miti consigli l’alessandrino. Il tanto contestato Gigi è risultato tra i migliori in campo in quanto rapporto è stato costante non solo in fase di offesa, ma pure nei momenti in cui necessitava retrocedere per dare manforte ai difensori. Lo stesso Baisi costantemente sorvegliato da Andana trovava il modo di rendersi utile svariando sulle estreme per lasciare spazio agli inserimenti di Dalle Vedove che pare avere ritrovato la verve di un tempo. Un’Alessandria impostata sulla difensiva, m a pronta a sfruttare ogni errore per tentare il contropiede e la rete a sorpresa. L’elasticità delle azioni consentivano inoltre ai difensori di riprendere fiato in quanto Musiello e Rizzati sono pur sempre attaccanti con i quali non si può scherzare. Sul centravanti restava incollato Colombo che lo pressava da vicino, onde togliergli spazio, mentre Maldera incaricato di sorvegliare Rizzati lottava come un leone. Per Attilio il compito si complicava ogni qualvolta concedeva qualche metro di vantaggio all’ex parmense, che è un cliente sempre pronto a puntare verso rete. Sottoposto ad uno stress continuo il terzino, per evitare spiacevoli sorprese, ha abusato nei falli tanto da indurre l’arbitro Falasca ad estrarre il cartoncino giallo dell'ammonizione. Per evitare sgradevoli sorprese il difensore ha agito con maggiore accortezza, ma con lo stesso risultato. Troppi i falli commessi al limitare dell’area di rigore compreso quello che ha consentito ai bergamaschi di aggiudicarsi l'intera posta. In fase difensiva la coppia Maldera - Di Brino non è ancora sullo standard dello scorso campionato. Il discorso critico vale anche per Di Brino che giocando su Scala che si manteneva nella zona centrale poteva incunearsi con maggiore facilità nelle azioni offensive. Marcello lo si conosce: è un ragazzo pieno di agonismo, che si batte su ogni palla senza badare molto alla quantità di energie necessarie per scorazzare sul rettangolo. Gli manca tuttavia lo "stacco” messo in evidenza nella scorsa stagione, la sicurezza, meglio la consapevolezza delle proprie possibilità che non sono poche. Aprendosi varchi Barbiere e Colombo devono conseguentemente raddoppiare la vigilanza richiedendo nel contempo l’apporto dei centrocampisti. Capitan Barbiero ha diretto la regia difensiva con la consueta tranquillità uscendo dalle mischie con molta sicurezza. A CENTROCAMPO LA SOLITA CERNIERA impostata su Volpato, Vanara, Dalle Vedove e Dolso che costituisce il fulcro dell’Alessandria. I nerazzurri nella prima frazione di gioco hanno bussato vanamente sulla zona centrale del campo senza riuscire a trovare lo spiraglio entro il quale incunearsi per puntare verso la rete di Pozzani. Volpato giocando davanti al pubblico della sua città non ha lesinato il proprio contributo muovendosi in continuazione sia per rimediare agli errori dei compagni, sia per impostare la manovra di contropiede che ha trovato in Dalle Vedove un ottimo esecutore anche se a "Danny" difetta il guizzo indispensabile per concludere sui rapidi capovolgimenti di fronte. E’ apparso tuttavia chiaro che il centrocampista è sulla buona strada, dopo le vicissitudini derivanti dai malanni registrati nella fase di precampionato. Deciso, seppure inferiore come resa, Elio Vanara impiegato nel primo tempo su Gaiardi. Senza pecche la prova di Dolso seriamente impegnato sulla trequarti a interrompere le trame degli atalantini. Dopo le polemiche, le riserve, Arrigo ha ribadito di potersi sacrificare per il gioco collettivo che sovente comporta molti oneri e pochi onori. Proprio per essere riuscito ad arginare le puntate avversarie, la decisione di Castelletti di ripresa, con Reja ha sorpreso non poco. L’Alessandria inserendo con forte anticipo Edoardo ha rinunciato in partenza a tenere viva la fiammella del contropiede. L'ex palermitano, alla ricerca della forma migliore, dopo due mesi di assenza dai campi di gioco, è uomo da sfruttare più in fase di copertura che di appoggio. Il mister ne ha giustificato la presenza con la necessità di spostare Vanara su Divina che nel primo tempo, sfruttando la posizione difensiva di Dolso, era sceso più volte sulla fascia laterale effettuando numerosi cross per Musiello e Rizzati. La mossa tattica apparentemente ineccepibile si è rivelata invece determinante sotto il profilo del rendimento del complesso. Accentuando il difensivismo si è creata una frattura netta sul centrocampo con il completo isolamento di Baisi. Inoltre i difensori nerazzurri, tenuti in apprensione nel primo tempo dal costante pericolo del contropiede, sono venuti a trovarsi in posizione di netto vantaggio in quanto, installandosi a centrocampo, hanno praticamente raccolto le respinte dei grigi rilanciando i compagni in un continuo arrembaggio. REPLICA CASTELLETTI: la statura di Reja meglio si addiceva per contrastare il gioco aereo degli avversari. « In fase di copertura, aggiunge il mister, la torre serviva in area di rigore e noi potevamo disporne di due, Reja e Dalle Vedove ». Il guaio è che i due non sempre sono riusciti ad assolvere il compito affidato loro appesantendo il centrocampo al punto che raramente, nella ripresa, si è assistito agli sganciamenti in avanti degli alessandrini. I centrocampisti grigi nel momento stesso in cui venivano in possesso della sfera facevano melina senza riuscire a sganciare un solo uomo per sostenere Manueli e Baisi. Si potrebbe obiettare che più realistico sarebbe stato servirsi di un’altra punta proprio per costringere l'avversario a restare costantemente con gli occhi bene aperti per non lasciarsi beffare durante i capovolgimenti di gioco. Più che su Reja si poteva puntare su Franceschelli il quale oltre a difendere bene la palla dialoga molto più spigliatamente di Reja. L ’Alessandria dispone di molti difensori e centrocampisti ragion per cui una punta — anche se difetta del guizzo o della stoccata improvvisa — garantisce una maggiore vivacità al collettivo anche se quest'ultimo bada più a bloccare l’iniziativa avversaria che a creare il presupposto per infilarla approfittando del naturale sbilanciamento in avanti. Le nostre sono disquisizioni sulle quali molto si può discutere in quanto per provarne la validità è indispensabile la controprova: nel calcio non è possibile per cui il ragionamento resta condizionato dai se e dai ma che non fanno mai storia. Tornando al concreto dovremmo parlare della partita veramente maiuscola di Pippo Pozzani: il gol subito non offusca quanto fatto in precedenza. LA RETE E’ SCATURITA da una somma di fattori negativi o se volete dall'imponderabile che sempre sovrintende alle cose della vita. L’estremo difensore grigio nel primo tempo si è letteralmente superato. Proprio al 45’ è stato l’autore di una serie di interventi quasi incredibili se si considera la carica degli attaccanti locali certi di andare a bersaglio. La girandola l’inizia Musiello con un forte rasoterra sul quale il difensore interviene respingendo sulla sinistra dove è appostato Russo il quale rimette prontamente al centro. Raccoglie il suggerimento Scala che da non più di tre metri inzucca di testa, ma Pippo è pronto a ricacciare la sfera che carambola sulla sua destra dove Rizzati, in mezza rovesciata saetta a rete. Pozzani è sulla traiettoria e con l’agilità di un felino rimedia all’ultimo tentativo degli atalantini di passare. Tre interventi nello spazio di pochi secondi. Nella ripresa l’estremo difensore si ripete in più di un’occasione davanti alle punte avversarie che stringono l’area alessandrina da ogni parte. Se nel primo tempo i grigi si erano imposti oltre che per l’ordinata difesa, per le improvvise incursioni manovrate ottimamente da Manueli, nella ripresa la situazione si è completamente capovolta a vantaggio dei locali decisi a mettere sotto la Alessandria. Un continuo assedio all’area alessandrina con il Pippo sempre in trincea pronto ad ogni evenienza poi, la doccia fredda del gol-beffa che ti lascia con l’amaro in bocca. Sentiamo come hanno visto dalla panchina i due tecnici Alessandria-Atalanta. Incominciamo da Sergio Castelletti il quale riconosciuto che i grigi « hanno lottato come è nel loro carattere » aggiunge ancora « pensavo proprio al pareggio: ci sono rimasto veramente male ». Il mancato apporto difensivo di Reja e Dalle Vedove, secondo il mister, una delle componenti negative della ripresa: « L'inserimento di Reja è stato deciso sia per inserire nuovamente il giocatore nel clima che per dare maggiore peso. Inoltre con Edoardo ho spostato Vanara su Divina che nel primo tempo si era portato sovente in avanscoperta ». Un giudizio tecnico sul particolare sulle fasce: di fatto molto movimento in particolare sulle fasce: di azioni filtranti ne ha sviluppate poche. Nell’Alessandria sono stati quasi nulli gli sganciamenti quando i centrocampisti governavano la palla. Onestamente posso aggiungere che i nerazzurri non hanno rubato nulla, ma se avessimo pareggiato non si poteva certamente gridare allo scandalo ». Sul gol subito da Pozzani? Musiello è intervenuto fallosamente sul portiere, ma l'arbitro non ha rilevato l’irregolarità. Lassù era proprio scritto che dovevamo perdere. Un vero peccato visto che mancavano solo sette minuti ». Giriamo . . . pagina ed affrontiamo Heriberto Herrera. Il tecnico è visibilmente soddisfatto: la vittoria gli toglie molte castagne dal fuoco. Al suo apparire in campo non erano mancati i fischi. « Dedichiamo il successo a Bortolotti il nostro presidente. L’Atalanta ha disputato una buona partita. L’Alessandria è squadra dura, esperta, equilibrata, con un livello tecnico non indifferente. Abbiamo sofferto l'avversario, occorre riconoscerlo. Aggiungo una considerazione basilare. Nel primo tempo i nerazzurri hanno attaccato, si sono prodigati al massimo. Era logico credere in un calo nella ripresa invece i ragazzi sono usciti alla distanza stringendo al muro l'Alessandria. Il gol prima o poi sarebbe scaturito come è poi avvenuto ». Un Heriberto Herrera sicuro che nasconde le pecche della sua squadra esaltando l’avversario che gli consente di restare in sella. La sconfitta non lascerà strascichi proprio perché, come ribadito da Castelletti, ogni giocatore si è impegnato senza risparmio. Domenica arriva il Catanzaro e la vittoria, più che con il Perugia, è d’obbligo Tra le mura amiche non possono essere scialati altri punti ed i grigi, statene certi, non si lasceranno sorprendere. (Il Piccolo - Il Gattopardo) L'Atalanta vince 1-0 con un gol di Marchetti ALESSANDRIA SCONFITTA A SEI MINUTI DAL TERMINE L'ex juventino Marchetti, a sei minuti dal termine della partita, lui fatto crollare i sogni d'imbattibilità dell'Alessandria ed ha tolto dai pasticci Heriberto Herrera, la cui panchina, in un clima di accesa contestazione che prende origine al di fuori dell'ambiente sociale dell'Atalanta, appariva piuttosto in pericolo. Il risultato, anche se è giunto quasi per caso, in seguito all'unico errore del portiere alessandrino Pozzani, quasi sul finire di un incontro giocato prevalentemente a metà campo, va definito giusto. E' logico il rimpianto dell'Alessandria per aver visto sfumare a soli sei minuti dalla fine, uno zero a zero sino a quel momento sapientemente costruito con una fitta, esasperante melina a centrocampo. La prevalenza di gioco soprattutto nella ripresa, è stata tuttavia dei nerazzurri bergamaschi, senza contare che l'arbitro Falasco, già alla mezz'ora del primo tempo, aveva loro negato un gol di Rizzati, dopo un'azione viziata, secondo alcuni osservatori, da un fuorigioco del marcatore, e secondo noi, invece, da un fallo piuttosto dubbio di Musiello sul portiere alessandrino. L'Atalanta, sia pure con i nervi tesi, almeno inizialmente, in conseguenza dell'improvvisa crisi al vertice della società, ha esercitato una maggiore pressione che i grigi si sono accontentati di contrastare abilmente a metà campo, senza però far seguire alla monotona rete dei passaggi per tenere la palla, Va fondo improvviso per trasformare la melina in un insidioso contro¬ piede. L'undici dì Castelletti, in altre parole, dopo aver osato nei primi 45' qualche spunto in profondità, nella seconda parte delta gara, si è palesemente lasciato incantare dal miraggio dello zero a zero. Ciò ha consentito, agli avversari, di premere in area con maggiore insistenza sino a mettere a segno il gol decisivo. Nessun dramma comunque per questa sconfitta, dato il calibro degli antagonisti, per un'Alessandria il cui orizzonte si limita a guardare la classifica dal fondo sino a metà. Se l'Atalanta non è riuscita a corredare il risultato positivo, ciò è indubbiamente merito dell'attento, implacabile controllo dei grigi che hanno avuto in Barbiero, Vanara, Colombo e Volpato, gli elementi più continui ed efficaci, ed in Pozzani il quasi incolpevole protagonista dell'errore decisivo. Il portiere grigio non è riuscito a rimediare ad un errato intervento altrui, ma sarebbe ingiusto per questo, disconoscere le molte, efficacissime parate effettuate prima o dopo questo intervento, dal bravissimo numero uno alessandrino. La prima azione pericolosa è stata dei grigi al 13', con uno scambio tra Manueli e Dalle Vedove che ha obbligato il portiere bergamasco all'uscita. Cipollini ha perso la palla, ma il numero 10 alessandrino non e stato più in grado di controllarla e l'azione è sfumata. Dopo questa fiammata, il gioco ha ristagnato a metà campo, fino alla mezz'ora, quando Pozzani caricato da Musiello, ha perso la palla su un cross di Russo da sinistra e non ha potuto opporsi alla ribattuta in rete di Rizzali. Il segnalinee aveva sbandierato subito, ma l'arbitro ha lasciato che l'azione si concludesse prima di comandare la punizione a favore dei grigi. Di qui l'impressione di un fuorigioco di Rizzati Una vittoria dedicata al presidente che lascia Bergamo, Il comm. Achille Bortolotti, presidente dimissionario dell'Atalanta, non ha assistito alla partita. Aveva clamorosamente rinunciato al suo incarico ieri, in segno di protesta contro uno spiacevole clima di contestazione orchestrato nei confronti suoi e di Heriberto Herrera da un reuccio della stampa locale. Herrera, 1 giocatori c gli altri dirigenti hanno unanimemente dedicato la vittoria a Bortolotti, nella speranza di Indurlo, con questa manifestazione di solidarietà, a desistere dal suo proposito. La crisi dirigenziale dell'Atalanta verrà esaminata domani sera In una riunione del Consiglio direttivo. Tutto lascia credere che le dimissioni del presidente verranno respinte all'unanimità, che, francamente, non abbiamo visto. Nella ripresa, l'Alessandria ripresentava Reja lasciando negli spogliatoi Dolso e spostando Vanara nella posizione dì finta ala sinistra, occupata dapprima dallo stesso Dolso. Ci si aspettava un gioco più arioso in contropiede, ma l'appoggio di Reja (che ha tuttavia superato il collaudo dal punto di vista fisico) si limitava ad accentuare la capacità dei grigi nella melina, rallentando tuttavia la rigidità delle marcature. L'Atalanta cresceva di tono, premeva con sempre maggiore insistenza, l'Alessandria prendeva fiato ogni tanto congelando la palla a metà campo, senza riuscire tuttavia a rompere l'orizzontalità del suo gioco con sufficiente frequenza. I soli due contropiede dei grigi finivano con un tiro alto di Dalle Vedove e un gol di Baisi giustamente annullato per fuorigioco. Poi all'84', il colpo di scena decisivo. Su punizione a tre quarti campo, per un inutile fallo di Dalle Vedove su Russo, Pozzani, proiettatosi per raccogliere in presa alta lo spiovente dello stesso Russo, veniva sbilanciato da un compagno (forse Dalle Vedove) e perdeva la palla. Nella mischia il più pronto di tutti era Marchetti che metteva in rete a porta vuota. (La Stampa - Ed. Sport - Gianni Pignala) RISULTATI: Avellino - Verona 1-2 Brindisi - Genoa 1-2 Catanzaro - Arezzo 1-0 Como - Palermo 0-0 Novara - Sambenedettese 2-0 Parma-Spal 2-0 Perugia-Foggia 3-0 Pescara-Reggiana 0-0 Taranto-Brescia sosp. CLASSIFICA: Genoa p. 6, Perugia, Verona 5, Novara, Catanzaro 4, Brescia, Parma, Alessandria, Atalanta, Palermo, Sambenedettese, Foggia 3, Arezzo, Avellino, Como, Pescara, Reggiana 2, Taranto, Brindisi, Spal 1. Taranto e Brescia 1 partita in meno. Marcatori: 3 RETI: Bonei (Parma), Marchel (Perugia) e Zigoni (Verona); 2 RETI: Pruzzo (Genoa), La Rosa (Palermo); 1 RETE: Turella. Carrera, Ghio (Novara); Musiello, Marchetti e Rizzati (Atalanta); Salbini (Avellino); Bertuzzo (Brescia); Chiarenza (Brindisi); Vignando, Spelta, Maldera (Catanzaro); Bittolo, Mosti, Corradi (Genoa); Scarpa, Froslo (Perugia); Meticci, Francesconl (Reggiana); Nobili (Pescara); Chimenti, Basilico. .Simonato, Trevisan (Sambenedettese); Pezzato, Mongardi (Spai); Listanti (Taranto); Andreuzza (Parma), Sirena (Verona). Il punto sul campionato Terza vittoria del Genoa uscita vittoriosa dal campo del Brindisi, il risultato ha premiato il vigore e la volontà degli uomini di Vincenzi castigando l'ingenuità della squadra di casa, forse un pareggio sarebbe stato più equo e la capolista ha raccolto il frutto del lavoro svolto nei novanta minuti. Il Novara è sceso in campo un pò contratto e stentando ad ingranare le cose più semplici, sentendosi le gambe dure; poi è arrivato il gol del vantaggio e il raddoppio nella ripresa contro la Sambendettese. 0-0 Tra Como e Palermo che ha esattamente fotografato l'andamento del match, entrambe hanno, ancora una volta, mancato la prima affermazione stagionale. Il Verona ha vinto per 2-1 tra gli applausi del pubblico di Avellino; la squadra locale ha avuto il torto di fare giocare gli avversari e di dare troppa libertà ai suoi uomini. Due punti d'oro per il Catanzaro che non ha perso contatti con le battistrada: il risultato è stato striminzito ma poteva essere più vistoso. Il Parma ha conquistato la prima vittoria del torneo ai danni della Spal: la partita non è stata bella ma combattuta e ricca di emozioni. A Taranto la gara tra i locali e il Brescia è stata interrotta al 62' per impraticabilità del campo.