Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
20-10-1974 - Giornata: 4 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Catanzaro US 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 49. Baisi S.[A] 30. Palanca [Ca]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Reja Edoardo [9. Vanara Elio], Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Baisi Sergio Pietro, Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Franceschelli Paolo All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
CATANZARO US: Pellizzaro, Silipo, Ranieri, Vignando, Maldera I L., Vichi, Arbitrio, Banelli, Spelta, Braca, Palanca [73. Nemo] A disp.: Di Carlo, Garito. All.: Di Marzio Giovanni

Arbitro: Mascali Gaetano (Desenzano)
Note
Ammoniti: Barbiero [A], Palanca [C], Ranieri [C], Vichi [C], Vignando [C], Spelta [C]. Spettatori: circa 8.000 di cui 6.670 paganti per un incasso lordo di 17.568.200 lire Inizio gara ore 14.30

Commento
IL SOGNO DEI "GIALLOROSSI" CATANZARESI E' DURATO CINQUANTA MINUTI All'ingenuità di Barbiero e Maldera risponde Baisi con un gol capolavoro Ad un primo tempo opaco i grigi oppongono una ripresa disputata all’insegna dell’agonismo © Reja, nuovamente infortunato, costretto a cedere il posto a Vanara A Baisi, Colombo e Doiso la palma dei migliori © Squalificato il campo dell’Arezzo? Sergio Baisi puntava, alla vigilia di Alessandria-Catanzaro, molte delle "chance" sull'ultima gara prima della riapertura ufficiale della campagna novembrina, anticipata di una decina di giorni non si sa bene con quale recondito scopo. Il centravanti alessandrino, goleador nello scorso campionato di serie C, non aveva trovato sinora lo sprint indispensabile per fare valere le effettive doti. Le notizie del probabile arrivo di un "collega" contribuivano a renderlo ancora più nervoso se non altro perché, seppure indirettamente, ribadivano la scarsa vena di uomo gol. Un piccolo dramma per un calciatore che da quando milita in maglia grigia ha sempre compiuto il proprio dovere. Baisi non è il classico centravanti di sfondamento, ma un atleta che in campo si impegna, lotta, non preoccupandosi troppo delle energie necessarie per reggere allo sforzo Per tranquillizzarlo non sono neppure bastate le parole di Castelletti: Sergio sceso in campo con i nervi a fior di pelle, deciso a dimostrare che non è un bluff, ha ultimato la partita stressato ed esausto, ma con il sorriso sulle labbra. Travolto nel primo tempo dallo sfavorevole andamento della contesa, nella ripresa ha dato sfogo alla rabbia repressa, al desiderio di rivalsa contro la stessa dea bendata la quale, negli ultimi tempi, non gli è mai stata prodiga. Tanto agonismo ha trovato il giusto premio nel gol capolavoro che ha consentito ai grigi di agguantare il pareggio e di sfiorare in altre due occasioni il raddoppio. Abbiamo volutamente puntato il nostro obiettivo su Sergio Baisi non solo per elogiarne il carattere e il desiderio di riscossa, ma per ribadire, se una conferma era necessaria, l’agonismo che anima gli atleti in maglia grigia, chiamati a difendere i colori di una città che per tanti anni ha sognato ad occhi aperti la serie cadetta. L’undici di Castelletti costretto ad inseguire il risultato per uno svarione del pacchetto difensivo, si è letteralmente trasformato aggredendo i calabresi, stringendoli nella loro area, cercando senza pause prima il goal del pareggio ed infine il vincente. Se la vittoria non è giunta, non si può imprecare contro i giocatori costretti a lottare, oltre che con un avversario agguerrito, contro la tradizione che è sempre stata dalla parte dei giallorossi. Castelletti alla vigilia" della partita aveva ponderato a lungo sulla scelta degli uomini da mandare in campo ed alla fine, aveva deciso. « Giocheranno gli stessi che hanno portato l'Alessandria in serie B. Reja collaudato a Bergamo, aggiunse, è pronto a riprendere il proprio posto ». Cosi è stato esattamente per nove minuti poi, Edoardo, che poco prima contendendo la palla all’avversario era scivolato malamente accusando dolori al ginocchio infortunato due mesi orsono, era costretto a dichiarare forfait. Per l’ex palermitano un’altra mazzata che ne condiziona il ritorno in squadra in un lasso di tempo relativamente breve e, per Castelletti un altro non facile problema si aggiunge a quelli di ordine tecnico - tattico. Uscendo Reja dalla scena ed entrando Vanara, il centrocampo ne ha sofferto più sotto il profilo psicologico, che nel gioco vero e proprio. Vanara è un atleta che non si ’’molla” davanti alle difficoltà: lotta senza badare troppo al sottile, contrasta con decisione l’avversario, non si concede un attimo di tregua. Perchè ciò si concretizzi gli necessita un periodo di rodaggio, una concentrazione che il giocatore in panchina difficilmente riesce ad avere pur restando sempre sul chi va là. L’infortunio a Reja ha conseguentemente determinato uno sbandamento che ha coinvolto Finterò complesso a vantaggio degli ospiti, gente spigolosa, che punta al sodo anche se ciò comporta l’intervento dell’arbitro come confermano le quattro ammonizioni distribuite dal signor Museali di Desenzano. COSI’ DOPO UN AVVIO CAUTO, COME LOGICA IMPONEVA, ma deciso, la squadra è andata gradatamente alla deriva dando l’impressione di non reggere al ritmo imposto dall’avversario trovatosi inaspettatamente in vantaggio per una serie di ingenuità compiute, nell’ordine, da Barbiero, Maldera cd infine da Pozzani. Una squadra piuttosto spenta, ottima a centrocampo, ma titubante in difesa, slegata in fase di offesa anche per le non perfette condizioni fisiche di Dalle Vedove, incappato in una di quelle giornate in cui ogni cosa va storta. Solo la ripresa avrebbe risposto ai mille interrogativi che si erano sommati nel corso dei quarantacinque minuti. Il Catanzaro, squadra esperta, rinunciando ad infoltire il centrocampo, aveva attuato una tattica quanto mai incisiva: stretta copertura con improvvisi lanci in profondità su Spelta e Palanca, uomini che uniscono alla prestanza fisica un’ottima falcata. Ogni rilancio della retroguardia giallorossa si trasformava in un pericoloso contropiede, sostenuto dai mediani e dagli stessi terzini i quali riuscivano a ’’saltare” Io sbarramento centrale alessandrino. Palanca pareva un satanello: si muoveva con scioltezza sulla linea laterale, si incuneava al centro: riprendeva la posizione iniziale spostandosi nuovamente sull’opposto settore. Per Maldera che lo aveva in custodia un lavoro massacrante che evidenziava maggiormente i pregi e i difetti di Attilio impegnato a condurre un duello a distanza con il fratello primogenito assegnato alla guardia di Baisi. Fortunatamente Colombo, stopper di lusso, dominava la scena con lo sgraziato Spelta il quale oltre a tenere d’occhio il pallone non disdegnava di lavorare con i gomiti il diretto antagonista. Gli scontri erano conseguentemente all’ordine del giorno con reiterati interventi dell’arbitro al quale non sfuggivano le... scintille che si sprigionavano ogni qualvolta i due venivano a contatto. Colombo non si spaventa certo davanti ad avversari che si affidano alla prestanza atletica per farsi luce per cui non ha mollato: stringendo i denti lo ha stretto da vicino, applicando gli stessi metodi e per Spelta la via del gol è restata un pio desiderio. Contenuta la pressione avversaria nei primi quarantacinque minuti, l’Alessandria si è rimboccata le maniche al fischio della seconda frazione di gioco. Castelletti, piuttosto preoccupato dalla piega degli avvenimenti, nell’intervallo, aveva parlato chiaro ai ragazzi. « Solo impegnandosi al massimo raddrizziamo il risultato: se indugiamo oltre, il rischio di concludere a mani vuote il confronto diverrà certezza. Faccio affidamento sul vostro attaccamento ai colori sociali, sull’agonismo di cui avete dato prova in precedenti confronti ». PUNGOLATI NELL’ORGOGLIO GLI ALESSANDRINI hanno tirato fuori le unghie, hanno incominciato a salire gradatamente la china gettando alle ortiche quel certo timore panico che sembra aleggiare sinistro sulla squadra quando esiste l’imperativo di aggredire l'avversario per cogliere i due punti. Un undici completamente trasformato, sicuro dei propri mezzi, trascinato da un Baisi ben deciso a convincere i fans sulle sue possibilità. Il centrocampo con il trascorrere dei minuti ha ritrovato la grinta e la compattezza dei tempi migliori, sostenendo lodevolmente il lavoro delle punte, costrette a lottare per aprirsi un varco nelle strette maglie giallo-rosse. Il gol del pareggio realizzato da Baisi, con uno di quei tiri che lasciano di stucco il portiere avversario, ha contribuito in maniera determinante alla resurrezione dei grigi. Mentre Colombo accentuava la propria superiorità su uno Spelta sempre più falloso, Di Brino — sulla via della miglior forma — accentuava gli inserimenti verso rete allargando sulle fasce la manovra d’offesa. A dargli man forte ecco un Dolso nuovo modello che si batteva con il cuore in mano; che non si arrendeva nei contrasti più duri e che stringendo i denti trovava la forza di portarsi in area avversaria partendo dalla propria metà campo. Finalmente l’Arrigo dei tempi migliori, altruista come il gioco collettivo impone, tetragono allo sforzo che si accentuava con il trascorrere dei minuti. Volpato e Vanara, dal canto loro centuplicavano l’apporto alla manovra. recuperando palloni sulla fascia centrale per rilanciarli in avanti. Una girandola di azioni come mai non si era visto e, quel che più conta, molta chiarezza. Finalmente l’Alessandria, ritrovando la vecchia concentrazione, riusciva ad imporre il proprio gioco invece di subirlo. Con Manueli e Di Brino sempre pronti a dialogare sulle fasce per costringere il Catanzaro ad aprirsi, l'offensiva assumeva una fisionomia ben precisa. A trarne i maggiori vantaggi era proprio Baisi il quale seppure con Maldera sempre alle calcagne, trovava lo spunto sia per contendergli con successo i palloni aerei nonché per anticiparlo su quelli a filo d’erba. Il primo saggio di bravura il centravanti lo forniva al cinquantesimo in un improvviso capovolgimento di fronte. A lanciarlo con la consueta precisione era il regista Volpato il quale sfruttando un suggerimento di Vanara, gli scodellava una palla in profondità come Sergio predilige. Il centravanti lanciato in progressione lasciava partire una fiondata da una trentina di metri: la palla scavalcato il portiere e sfiorata la traversa si insaccava trasformando lo stadio in una bolgia mentre i tifosi calabresi accusavano nettamente. la botta. L’Alessandria salita finalmente in cattedra confermando di possedere gli uomini per reggere l’urto anche con le compagini che vanno per la maggiore. Trascorrevano solo pochi minuti e Baisi era nuovamente nel vivo della retroguardia avversaria. L’azione partiva da Dolso il quale ricuperata una palla che pareva irrimediabilmente perduta la rimetteva sulla fascia laterale dove Manueli la raccoglieva rimettendola al centro, proprio sui piedi del centravanti. L’attaccante la stoppava, la controllava resistendo all’intervento di Maldera I, lasciando partire una improvvisa sciabolata a mezz’altezza che, con novantanove probabilità su cento finiscono sempre nel sacco. Pellizzaro d’intuito si gettava sul bolide indirizzato a fil di palo riuscendo con i pugni a deviare la sfera. Il monologo grigio non accennava a calare anzi, proprio allo scadere era ancora l’onnipresente Baisi a dare un saggio della propria bravura con una spettacolosa girata a! volo di destro con sfera sibilante sopra la traversa. Un tiro che meritava miglior fortuna se non altro per la volontà dimostrata unitamente alla certosina ricerca della palla vincente. Un pareggio che, tirando le somme, può essere equo, ma piuttosto stretto per i grigi se non altro per il gran volume di gioco svolto. Castelletti e Barbiero devono rimboccarsi !e maniche cercando di ricuperare almeno un punto con l’Arezzo. L’undici toscano è in piena crisi dopo le dimissioni del presidente c gli incidenti che hanno caratterizzato il fine partita. E’ facile prevedere il pugno di ferro da parte del giudice sportivo con probabile squalifica del terreno di gioco almeno per una domenica. SE LE PREVISIONI SI AVVERANO l'Arezzo giocherà con l’Alessandria sul neutro di Livorno (impegnato a Novi) concedendo ai grigi un notevole vantaggio sotto il profilo psicologico. Gli alessandrini ancora alla ricerca del primo successo stagionale casalingo non possono lasciarsi sfuggire l’occasione propizia per mantenere la media inglese ad un livello accettabile in vista dei confronti con i bigs del campionato, vale a dire il Verona e il Genoa i quali continuano a mietere successi a tutto spiano. L’Alessandria, come evidenziato nel corso della rapida carrellata, si è sinora comportata lodevolmente anche se ha il potenziale per restare un gradino al disopra della mischia. Il lavoro di Castelletti è stato sinora lodevole, ma la squadra denuncia carenze eliminabili proprio in base all’esperienza derivante dalle prime quattro gare di campionato. Inspiegabile appare ad esempio l’autonomia del complesso limitata a soli quarantacinque minuti. L’Alessandria si esprime al meglio in una sola frazione di gioco. Esaminando le partite di Como, Perugia, Atalanta e Catanzaro ci si accorge che l’undici ha fornito prove eccellenti limitatamente ad un solo tempo. A Bergamo i grigi hanno retto magnificamente nella parte iniziale mettendo più volte in pericolo la rete avversaria; con il Catanzaro ad un primo tempo piuttosto incerto, ha fatto riscontro una ripresa condotta alla garibaldina, non solo sotto il profilo della tenuta atletica, ma della manovra corale. Non mancano le giustificazioni, è vero, ma è indispensabile ricercare le cause del doppio volto della compagine. Con il trascorrere delle giornate il male potrebbe divenire cronico ed in quest’ultimo caso sarebbe assai difficile cambiare la mentalità del giocatore. Sono problemi che Castelletti affronterà sin dai prossimi giorni in quanto per mantenere il ruolino di marcia è indispensabile conquistare i due punti sul terreno amico cercando poi di racimolarne il più possibile in trasferta. La media inglese, —2 non rispecchia al momento attuale la tabella tracciata a suo tempo. Concluso il periodo di rodaggio della squadra è assolutamente necessario affrontare i futuri impegni con la migliore predisposizione d’animo e con la convinzione di non essere affatto inferiori agli avversari. Passiamo alla consueta e rapida intervista con l’allenatore al termine dei novanta minuti. « La squadra ha dimostrato carattere — esordisce Castelletti — evidenziando nella ripresa un ottimo calcio. Il Catanzaro passato in vantaggio per una nostra ingenuità difensiva si è confermato compagine solida e in ottima forma. Nella ripresa tuttavia lo abbiamo messo alle corde: favolose sono state le due conclusioni di Baisi dopo il gol del pareggio ». Cosa è accaduto a Reja? « Contendendo all'avversario il pallone, per evitare il segnalinee è scivolato malamente infortunandosi nuovamente al ginocchio. Un infortunio che apre molti interrogativi. Auguriamoci che il ragazzo sappia reagire alla paura e alla sfiducia. Un’annata veramente storta in quanto Edoardo era deciso a ben figurare, a riconfermare le ottime prestazioni della scorsa stagione ». Le prestazioni di Maldera e Di Brino sono parse ai più tutt’altro che buone. Cosa ne pensa? « A Maldera avevo affidato il compito di controllare Palanca, un attaccante spigoloso e veloce. Poi all’ala è subentrato Nemo, altro elemento scattante e per di più fresco. Attilio in fase difensiva ha risposto positivamente. Era piuttosto titubante in fase di fluidificazione, ma lo si deve giustificare considerata la statura degli avversari. 11 terzino in fase di copertura è stato ottimo. Avendo Di Brino in fase fluidificante è sempre pericoloso arrischiare oltre misura. Su Marcello aggiungo che è in ripresa anche se commette errori di ingenuità ». Un Castelletti soddisfatto sull’andamento della contesa dopo il.... brivido procurato dalla rete di Palanca propiziata da una serie di ingenuità dei nostri difensori. Archiviata la quarta partita di campionato c’è da affrontare l’Arezzo, scottato sul terreno amico dal Parma: l’avversario merita ogni considerazione anche se lo si affronterà sul terreno neutro. Sono previste novità? Siamo solo all’inizio della settimana, e il mister non intende scoprire le proprie batterie: con ogni probabilità, visto l’andamento della partita di domenica, saranno gli stessi uomini a battersi con i toscani (Il Piccolo - Il Gattopardo) L'undici di Castelletti fermato in casa dai calabresi (1-1) UN CATANZARO OPPORTUNISTA BLOCCA I GRIGI AD ALESSANDRIA Bella partita fra grigi e calabresi, conclusa con un salomonico uno a uno. Il Catanzaro ha avuto U giusto premio per una condotta accorta e opportunistica, mentre l'Alessandria ha pagato la sua sventatezza del primo tempo, tacendosi però perdonare con una ripresa giocata alla garibaldina, nella quale avrebbe anche potuto meritare più del pareggio. Gli uomini di Castelletti si sono presentati, per la prima volta nella stagione, a ranghi completi (cioè con la stessa squadra dell'anno scorso), ma hanno dovuto rinunciare subito a Reja, in quanto il giocatore ha risentito, per una botta, del dolore al ginocchio sinistro che lo blocca dall'inizio della stagione. A questo punto, anzi, varrebbe la pena di andare più a fondo sull'infortunio di Reja, con esami medici che escludano un danno grave del tipo «menisco». L'uscita del numero quattro, avvenuta al 9' di gioco, ha infatti avuto due esiti negativi: il primo, di costringere l'ottimo sostituto Vanara a «legarsi» alla partita con un certo affanno; il secondo, psicologicamente ancor più deleterio, di fare rimanere Castelletti in ansia per tutto l'incontro, nel timore di un altro incidente, non più rimediabile avendo utilizzato il tredicesimo giocatore troppo presto. Ma veniamo al confronto. Il Catanzaro si è presentato al «Moccagatta» per nulla intimorito e sostenuto, fra l'altro, da un pubblico per la metà giallorosso (circa ottomila i presentì). L'allenatore Di Marzio, pur non rinunciando a priori a un risultato pieno, ha schierato la squadra in modo prudente. I «cavalloni» Palanca e Spelta davanti, pronti ad approfittare di ogni occasione favorevole, un centrocampo arretrato e infoltito, in modo da fare «muro» sugli attacchi dei grigi e, nello stesso tempo, capace di allargarsi a fisarmonica nel veloci contropiede, una difesa salda, nella quale il portiere Pellizzaro ha «giganteggiato» in maniera assoluta. Per contro, l'Alessandria ha mostrato, soprattutto nei primi quarantacinque minuti, quelle carenze già viste in passato. Troppi passaggi laterali, esitazioni pericolose, difficoltà nelle azioni sotto la porta avversaria, soprattutto nella parte centrale del campo. Questa situazione ha messo il Catanzaro nell'opportunità di passare per primo in vantaggio. Hanno Iniziato i calabresi le ostilità al 16', con un tiro alto di Braca su respinta corta del libero Barbiero. Poi. al 24' e al 25', risposta dell'Alessandria. Su azione Dolso-Dl Brino, Baisi prima e Manueli immediatamente dopo non hanno agganciato proprio davanti a Pelllzzaro. Un minuto dopo, Il portiere si è fatto applaudire per una bellissima parata in volo su un gran tiro improvviso di Volpato. Al 30', il gol del Catanzaro. Ancora Barbiero si fa intercettare il pallone e il barbuto Palanca fugge sulla destra. Maldera, invece di bloccare l'ala giallorossa, lascia spazio, tentenna e rimane fermo. Palanca, in corsa, lascia partire un gran tiro trasversale che Pozzani, in tuffo, non riesce a bloccare. Sullo 0-1, l'Alessandria ha qualche attimo di sbandamento ma si riprende subito. Di Brino costringe Pellizzaro a intervenire nuovamente, al 35', su un cross che finisce a fil di traversa. Il tempo si conclude con Colombo che salva su una pericolosa azione di Spelta. Nella ripresa appare un'altra Alessandria. Al 46' Dolso conquiste una palla e tira troppo centrale su Pellizzaro. Al 48', per uno sbaglio di Sllipo, Manueli colpisce l'esterno della rete. Dopo due minuti, è il 50', il gol del pareggio. Intercetta Vanara che dà a Volpato, passaggio giusto per Baisi il quale avanza di qualche passo e poi, da una trentina di metri, quasi sull'estrema destra del campo, lascia partire un pallone teso e calibrato che entra all'incrocio dei pali sulla destra di Pellizzaro. (La Stampa) Risultati: Arezzo - Parma 1-2 Brescia - Sambenedettese 1-0 Brindisi - Como 1-0 Foggia - Avellino 1-1 Genoa - Palermo 2-0 Pescara - Taranto 2-0 Reggiana - Atalanta 1-1 Spal - Perugia 2-1 Verona - Novara 5-2 CLASSIFICA: Genoa p.8; Verona 7; Perugia, Brescia, Parma, Catanzaro 5; Pescara, Alessandria, Novara, Foggia 4; Avelino, Brindisi, Reggiana, Palermo, Spal, Sambenedettese 3; Arezzo, Como 2; Taranto 1 *una gara in meno MARCATORI: 4 RETI: Bonci (Parma); 3 RETI: Pruzzo (Genoa), Zigoni e Sirena (Verona), Ghio (Novara), Markel (Perugia); 2 RETI: Luppi (Verona), Marchesi (Pescara), Mosti (Genoa) Il punto sul campionato La capolista Genoa ha avuto ragione del Palermo grazie ai gol di Pruzzo al 3' e di Mosti al 19', gli ospiti, trovatosi sotto di due gol in neanche venti minuti, sono stati a fare da cavia agli avversari. Tra Verona e Novara punteggio quasi tennistico, ha evidenziato un complesso di inferiorità da parte degli ospiti che gli ha impedito di contrastare i validi avversari con la lucidità necessaria. Primo successo in campionato della Spal dopo una vittoria conquistata di forza contro il Perugia che ha avuto il torto di sottovalutare gli avversari, non è stata una bella partita sotto il profilo del gioco. Il Foggia è stato costretto al pareggio dall'Avellino, passato in vantaggio con Schillirò; pareggio dei padroni di casa con Colla al 29' della ripresa. Il Brescia ha ottenuto un successo immeritato contro la Sambenedettese, grazie ad un tiro scagliato da Jacolino da fuori area.