Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
10-11-1974 - Giornata: 7 - Ferrara - Comlunale


S.P.A.L. - Alessandria US 0 - 1 (0 - 1)
RETI: 42. Dalle Vedove G.[A]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Franceschelli Paolo, Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Mazzia Bruno, Unere Giuseppe All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
S.P.A.L.: Zecchina, Reggiani, Lievore, Boldrini [71. Manfrin], Gelli, Fasolato, Sartori, Mongardi, Paina, Luchitta, Pelliccia. A disp.: Nonni, Piacenti. All.: Caciagli Mario

Arbitro: Gialluisi Pasquale (Barletta)
Note
Espulso: 87. Palma [S]. Ammoniti Dolso [A], Maldera [A], Reggiani [S] Spettatori: 12.500 circa di cui 5.319 abbonati più 5.308 paganti per un incasso di 12 milioni 549 mila Inizio gara ore 14.30

Commento
AI GRIGI PER VINCERE NECESSITA UNA SPAL...LATA DI DALLE VEDOVE A Ferrara non faremo le barricate », aveva annunciato Castelletti prima della partenza per l’Emilia. La promessa è stata mantenuta e la Spai, sorpresa dall'ardire dell'ospite che invece di restare alla finestra spaziava a tutto campo, ha finito per perdere la tramontana. L'impostazione tattica dei grigi, in maglia rossa, ha infognato i bianco azzurri i quali dopo avere subito l'iniziativa sono passati all'arrembaggio in modo disordinato, senza uno schema, favorendo l'undici che si difendeva. L’allenatore Caciagli per rimediare ad una situazione che andava sempre più deteriorandosi non ha esitato a fare uscire il libero Boldrini inserendo Manfrin. Non è cambiato nulla: la Spai sempre più farraginosamente ha ultimato la gara nella metà campo alessandrina senza essere riuscita a passare. L’Alessandria imponendosi al Comunale di Ferrara, per uno a zero, ha ribadito le caratteristiche di undici corsaro che approfitta delle distrazioni — e se vogliamo, della troppa sicurezza dei padroni —- per piazzare le proprie fiondate che non sono affatto male. Conquistando il secondo successo stagionale esterno, l’undici di Castelletti ha compiuto un ulteriore passo in avanti nella classifica, una classifica « pianificata » perché ad eccezione del Verona nesr suna squadra possiede la marcia in più per staccare l’antagonista. Osserviamo brevemente la graduatoria: Verona in vetta a quota 12 (prezioso il pareggio conquistalo sul difficile campo genoano) poi il sorprendente Perugia due punti più sotto. Gli umbri partiti in sordina fanno cose egregie e, il successo strappato sul campo del Brescia, lo conferma. Le rondinelle oltre a Berluzzo dispongono di un organico di elevata consistenza: se il Perugia è riuscito a passare indenne significa che non si tratta di sola fortuna. A quota nove, vale a dire a tre punti dalla prima, la coppia Genoa - Parma. 1 grifoni reduci da due sconfitte consecutive hanno bloccato la capolista dopo averla fatta tremare mentre il Parma ha liquidato con il classico due a zero il Brindisi. I biancocrociati presentano molte lacune, principalmente in difesa e gli sportivi alessandrini lo hanno constatato. Un terzo posto alquanto transitorio. Proseguendo la disamina sulla classifica attuale giungiamo al quartetto incollato alla zona alta, vale a dire Alessandria, Taranto. Brescia e Novara. Sorprende la rimonta degli jonici che, partiti male, ricuperano con gli stivali delle sette leghe il terreno perduto alle prime battute. Sul Brescia ci siamo soffermati: non restano che Alessandria e Novara le quali la prossima domenica si affronteranno in un derby che si preannuncia ricco ed interessante sotto ogni profilo. I cugini novaresi non rendono secondo le previsioni tanto che non mancano le critiche a Seghedoni. La scorsa domenica gli azzurri hanno vinto, ma per raggiungere i due punti sono ricorsi ad un calcio di rigore. L’UNDICI MANDROGNO LE CUI AMBIZIONI sono ben note ha sinora camminato con una regolarità da fare invidia a un cronometro svizzero. L’Alessandria ha un solo obiettivo: raggiungere quota 54 — che significa salvezza — entro il più breve tempo possibile. Dopo sette giornate mancano 26 punti, indubbiamente molti, ma l’assotigliamento è regolare. La media del punto a giornata è rispettata se la prossima domenica Barbiero e compagni riescono ad acciuffare la prima vittoria casalinga, non esitiamo ad affermare che il gioco è quasi fatto. Raggiungendo quota dieci i grigi affronteranno i pesanti quattro impegni futuri (Taranto in trasferta, Brescia in casa, Verona e Genoa in trasferta) con molta tranquillità e, tutti sanno quale sia il vantaggio psicologico della squadra che non ha il bisogno impellente di fare punti. Il discorso sulla situazione attuale e sulle prospettive future ha allontanato il discorso sul tema obbligato che resta il confronto tra Spal e Alessandria. Rivedendo i « fotogrammi » della partita ci si convince ancor più che gli alessandrini nulla hanno rubato ai padroni di casa, anzi.... I biancoazzurri reduci da tre successi consecutivi, hanno pagato lo scotto della baldanza iniziale, accorgendosi troppo presto che la pelle dell’Orso era più indigesta di quanto si era pensalo alla vigilia. L’undici di Mazza partito come si suol dire, alla garibaldina, ha trovato sulla trequarti uno sbarramento insuperabile che oltre a contrarre, si distendeva improvvisamente in avanti costringendo i difensori locali ad affannose rincorse. A mettere nei pasticci Boldrini sono risultati i centrocampisti i quali sganciando a tu no Dalle Vedove, stesso Volpato in Franceschelli e vano in crisi Dolso e lo appoggio a Manueli, pone l’intero assetto difensivo. Preoccupati di non lasciarsi trafiggere in contropiede Mongardi e i suoi colleghi, sono retrocessi nella loro metà campo risucchiando ovviamente i difensori ospiti. Reggiani incaricato di sorvegliare Dolso si è trovato in chiara difficoltà: il terzino davanti al non facile dilemma di seguire come un'ombra l’alessandrino oppure attenderlo in zona, gli ha concesso lo spazio vitale non solo per sostenere il gioco difensivo, ma per impostare il contropiede. Sono state le prime battute di gioco a confermare che Dolso in giornata di vena avrebbe fatto il bello e il cattivo tempo. Arrigo muovendosi a suo agio si inseriva con facilità negli ampi spazi vuoti che si a" privano tanto che all’ottavo si trovava sui piedi la palla gol. Era il solito .Manueli ad avanzare sulla sinistra portando Io scompiglio nella retroguardia spallina che si apriva paurosamente proprio come gli alessandrini prediligono. Il mobile Gigi ne approfittava per effettuare un calibrato traversone per Dolso il quale al volo colpiva la sfera mandandola a colpire la parte inferiore della traversa. Il pallone invece di scivolare in rete, come accade solitamente, tornava in campo originando una furiosa mischia. Dalle Vedove era il più lesto ad impossessarsi del cuoio, ma il tiro si perdeva sopra la traversa con grande soddisfazione dei dodicimila spettatori, di fede spallina, in ansiosa attesa della conclusione della manovra. Era il classico campanello d’allarme preannunciante momenti sempre più difficili per Zecchina. Con il trascorrere dei minuti era l’Alessandria ad accentuare a dismisura i difetti di una Spai incapace di liberarsi dalle strette marcature alle quali la sottoponevano gli ospiti. Mongardi. il cervello pensante dei ferraresi, tallonato da Volpato, ogni qualvolta si trovava in possesso del pallone era nel" l’impossibilità di smistarlo. I compagni indecisi se proiettarsi in avanti o partire da lontano operavano praticamente senza una tattica ben definita a vantaggio dell’avversario che mostrava di gradire il regalo. IL CENTRAVANTI PAINA francobollato da vicino da Colombo tentava, ma senza troppa fortuna, di scrollarsi di dosso l’angelo custode che lo premeva a corta distanza innervosendolo oltremisura. Lo stesso Pelliccia, confermatosi fra i più attivi in fase offensiva doveva durare fatica per aggirare Maldera deciso a difendere il proprio posto in squadra. Il terzino battendosi con notevole determinazione riusciva a manovrare al di fuori della propria area di rigore consentendo ai compagni di perfezionare le marcature. Analogo il discorso per Di Brino alle prese con Sartori: discreto nella propria area, ma piuttosto balbettante ogni qualvolta si trattava di sostenere l’azione in fase di propulsione. A crescere alla distanza era l’Alessandria grazie anche alla buona tenuta di Colombo che se la vedeva con un Paina troppo lezioso. Bastava una improvvisa incursione di Manueli per originare sull’opposto fronte allarme e confusione. Era proprio in occasione di una ennesima incursione che scaturiva il gol della vittoria alessandrina. Era l’attivo Manueli a dialogare con Volpato il quale senza indugio appoggiava la sfera su Dolso ben appostalo al limitare dell’area di rigore. L’alessandrino iniziava una serie di finte e contro finte che disorientavano l’avversario poi. il passaggio su Dalle Vedove il quale non aveva difficoltà a sorprendere Zecchina. La rete non era che la conclusione logica di una superiorità maturata con il trascorrere del tempo. All’Alessandria non restava che controllare la reazione di un avversario piuttosto giù di tono e che per quarantacinque minuti aveva cercato affannosamente di trovare il bandolo della matassa. La Spai rovesciandosi in massa nei pressi di Pozzani riusciva a costruire nella ripresa una sola azione da gol con Paina: il colpo di testa del centravanti, con l’estremo difensore spiazzato, trovava pronto Di Brino sulla fatidica linea bianca a respingere. Per i grigi — in maglia rossa — non mancavano le occasioni per raddoppiare il bersaglio. La prima era di Franceschelli al 53’ lanciato da Volpato in contropiede. Il centravanti liberatosi di Gelli si spostava sulla destra prestando il fianco all’intervento di un secondo avversario che lo bloccava in prossimità dell’area. Era poi Dolso ad avere tra i piedi la palla buona per Di Brino scattato verso rete: Arrigo in questa occasione ciabattava in profondità, ma non nella direzione del compagno. L’illustrazione della partila si conclude con l’espulsione di Paina reo di avere tentato di punire, a gioco fermo, Colombo e con la Spai senza idee al punto da non riuscire a costruire una sola azione. L’Alessandria ha largamente meritato i due punti prima per averli cercati, poi difesi con decisione senza ricorrere alle solite barricate che si trasformano sovente in pericolosi boomerang. Per Castelletti si è trattato in poche parole di un successo conseguito non da un singolo, ma dall’intero collettivo. Una diagnosi più che esatta e che nel contempo fotografa l'Alessandria attuale, abile nel contrare l’avversario è smaliziata nel condurre i contropiedi. ASCOLTIAMO I PARERI DEI PROTAGONISTI incominciando da Sergio Castelletti: « Una vittoria meritata e che giunge al momento giusto — esordisce il tecnico — in quanto siamo alla vigilia del derby. Incomincerò con il dire che la partita è stata vinta dalla squadra che si è battuta senza denunciare cedimenti. L’Alessandria passata in vantaggio dopo avere sfiorato più volte la rete avrebbe dovuto temporeggiare maggiormente nella ripresa. Sono cose che si dicono a fine gara, ma quando l’avversario attacca senza darti tregua il discorso è diverso ». La matricola ormai si è fatta le ossa, è pronta insomma ad affrontare il futuro.... « Diciamo che l’Alessandria non è solo una squadra fortunata come da qualche parte si è rilevato. E’ una compagine capace di mettere in difficoltà l'avversario costringendolo a dare il massimo. Se riusciamo a tanto significa che abbiamo qualcosa; che i giocatori rispondono alle sollecitazioni. Senza montarci la testa c tenuto conto delle assenze siamo in grado di proseguire con le nostre forze con una certa tranquillità. Nella serie cadetta è d’obbligo restare sempre con gli occhi aperti in quanto bastano alcune incertezze per rovinare quanto di buono è stato fatto in precedenza ». Castelletti domenica scorsa era doppiamente felice per la vittoria dei suoi ragazzi in quanto nel 1956 quando esordì in serie A con il Torino giocò a Ferrara. Fu una domenica oltremodo amara in quanto i biancoazzurri liquidarono il Toro. A distanza di diciotto anni e grazie a capitan Barbiero e compagni è giunta la... vendetta postuma. Per Angelo Volpato invece, si è trattato di una riconferma: l’ultima volta che affrontò la Spai vinse per uno a zero. « Il ricordo del successo conquistato era di buon auspicio. Come allora si è vinto uno a zero e, meritatamente. Pensando al volume di gioco svolto nel primo tempo, la messe di reti doveva essere su* periore, ma nel calcio si deve guardare al concreto. Resta tuttavia il fatto che i padroni di casa si sono resi pericolosi in una sola occasione, con Paina ». La conquista dei due punti ha nuovamente scosso la tifo" seria mandrogna preoccupata per le assenze di Reja e Baisi. Il derby della prossima domenica con i cugini novaresi, avrà certamente una cornire di pubblico adeguata visto che a Ferrara gli sportivi al seguito sono stati contati sulle dita delle due mani. Troppo pochi se guardiamo alla classifica dei grigi per nulla fallimentare. Due parole sull’atteso confronto tra due nobili decadute del calcio italiano. L'ultimo confronto tra grigi e azzurri risale al campionato 1969'70. I novaresi retrocessi due anni prima approntarono una formazione di tutto rispetto staccando nettamente il Lecco di quattro punti. Nell’andata si imposero per uno a zero e, al Moccagatta bissarono il successo. Era il 10 maggio 1970 e la rete vincente fu messa a segno da Vivian. Dei protagonisti di quel confronto ne sarà presente solo uno — di parte grigia — lo stopper Colombo. Alessandria e Novara si ritrovano davanti nella serie superiore, ma a differenza di quattro anni orsono, le compagini sono appaiate. Risulterà determinante il fattore campo? E’ una domanda interessante considerato che i grigi hanno sinora vinto in trasferta e mai sul terreno amico. L’undici di Castelletti è intenzionato a rompere il ghiaccio: la spinta morale per riuscirvi non manca. (Il Piccolo - Il Gattopardo) Gli uomini di Sergio Castelletti vincono (1-0) contro la Spal UNA SCALTRA ALESSANDRIA LA SPUNTA A FERRARA L'Alessandria trova a Ferrara il classico vaso pieno di lucenti monete d'oro, ma nella pietra non incespica per caso. Costruisce il suo successo con pazienza certosina, con scaltra intelligenza, con rabbia anche, lottando su ogni palla, costruendo gioco, chiudendo corridoi, buttando nella mischia tutti i più nascosti residui di energia. Va in gol al 42' con Dalle Vedove, che devia d'istinto con la punta del piede un tiro cross di Dolso (veronica al limite, con due avversari ad inseguire un pallone che non c'è), ma all'intervallo il vantaggio potrebbe essere di 3-0 visto che una traversa colpita da Dolso (8') e una miracolosa presa a terra di Zecchine su girata di Dalle Vedove (25') sembrano dar ragione a quanti da tempo parlano di sfortuna nera dell'Alessandria. Nella ripresa la Spal attacca, porta avanti il libero, i terzini, le sue puntate offensive si fanno più pressanti, come la nebbia, che minaccia di coprire da un momento all'altro il campo. Ma Mongardi, in altre occasioni più autoritario, detta un calcio orizzontale, Luchitta con Vanara non ce la fa proprio, Sartori corre troppo, dribbla troppo, sbaglia troppo, Fasoiato commette gli errori di Mongardi, Pelliccia quelli di Sartori. Al povero Paina, solo in mezac all'area- non resta che saltare a vuoto sul mezzi cross che tutti, non sapendo che altro fare, fanno spiovere nella zona del bravo Pozzani. L'Alessandria controlla, lascia venti metri di terreno in più agli avversari, ma guarda alla loro area di rigore con la stessa simulata indifferenza di un gatto che osservi sornione la graduale uscita del topo dalla sua tana. Peccato che gli uomini di Castelletti non abbiano la punta da contropiede, il giocatore in grado di concludere a rete le improvvise eleganti triangolazioni offensive del centrocampisti. Una carenza che costerà all'Alessandria} alte line del campionato, almeno,, sai punti in classifica. Perche' la squadra c'è, e anche il gioco, l'intesa fra i reparti, l'intelligenza tattica. Manca soltanto lui, il goleador, l'uomo di peso, l'uomo da centrocampo, da lanciare, da mandare in porta. La difesa non ha grossi problemi con Maldera e Di Brino, forse un po' grezzi ma tenaci sull'avversario e generosi nelle puntate in avanti, con Barbiere tempista e gran colpitore. Vanara e Colombo lottano e appoggiano, attaccano e retrocedono, lavorano di fino e di potenza; Volpato e Dalle Vedove, a centrocampo, tanno da filtro, recuperano palloni impossibili, rallentano il gioco quando è necessario, costruiscono trame offensive con lucida intelligenza. Manueli come mezza punta si dà da fare, corre, aiuta i compagni, in molte occasioni si rende pericoloso con suoi cross dalla destra, cosi come Franceschelli, chiamato al duro compito di sostituire l'infortunato Baisi. Resta Dolso, genio e sregolatezza, che imposta e conclude. E' lui. ancora una volta, il primo della classe. Negli spogliatoi, al termine, Castelletti non sa nascondere la sua gioia: « Ha vinto la squadra — dice — il collettivo, la generosità. Sono stati tutti bravissimi, dal primo all'ultimo. Un successo che dedichiamo a Baisi, con il cuore » (La Stampa - Ed. Sport - Carlo Coscia) Risultati Arezzo-Reggiana 0-0 Brescia-Perugia 0-1 Como-Catanzaro 0-0 Genoa-Verona 1-1 Novara-Pescara 1-0 Palermo-Foggia 1-0 Parma-Brindisi 2-0 Sambenedettese-Avellino 0-0 Taranto-Atalanta 1-0 CLASSIFICA: Verona p.12; Perugia 10; Parma, Genoa 9; Taranto, Alessandria, Brescia, Novara 8; Pescara, Catanzaro, Spal 7; Avellino, Atalanta, Palermo, Foggia 6; Brindisi, Como, Sambenedettese 5; Arezzo, Reggiana 4 Marcatori: 5 RETI: Bonci (Parma) e Sirena (Verona) - 4 RETI: Pruzzo (Genoa) - 3 RETI: Ghio (Novara); Luppi e Zigoni (Verona); Marchei (Perugia) - 2 RETI: Dalle Vedove (Alessandria); Marchesi (Pescara): Mosti (Genoa); La Rosa, Vanello (Palermo); Musiello e Mastropasqua (Atalanta); Schillirò, Ferrari (Avellino); Palmi (Spal); Listanti (Taranto); Berluzzo (Brescia); Nubile (Pescara); Simonato (Sambenedettese); Pelliccia (Spal). Il punto sul campionato L'incubo Verona per i tifosi del Genoa è durato appena 3' grazie al gol del cannoniere Pruzzo il cui tiro è stato respinto da una gamba del portiere veronese. Gli ospiti hanno reagito al gol con il piglio della grande squadra pervenendo al pareggio con Busatta. Con un pò di affanno il Novara è riuscito a battere il Pescara, vittoria di misura stiracchiata ottenuto grazie ad un rigore tirato da Vivian quasi allo scadere del primo tempo. Il Taranto ha battuto l'Atalanta con un gol di Montefusco a 6' dalla fine, ma va subito detto che i bergamaschi avrebbero meritato almeno un pareggio visto che la squadra di casa si è trovata spesso in difficoltà. Ancora una volta il Como ha mancato l'appuntamento con la vittoria: ad imporre il secondo pareggio è stato il Catanzaro.