Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
24-11-1974 - Giornata: 9 - Taranto - Salinella


Taranto AS - Alessandria US 1 - 2 (0 - 0)
RETI: 63. Romanzini [Ta] 48. Franceschelli P.[A], 90. Franceschelli P.[A]

Alessandria US Pozzani Flavio, Di Brino Marcello, Unere Giuseppe [70. Baretta Giancarlo], Vanara Elio, Barbiero Valeriano, Maldera (II) Attilio Benedetto, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Franceschelli Paolo, Mazzia Bruno, Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Faedda Giovanni All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
TARANTO AS: Cazzaniga [71. Restani], Biondi, Stanzial, Romanzini, Capra, Nardello, Morelli, Montefusco, Listanti, Selvaggi [70. Jacomuzzi], Aristei. A disp.: Lambrugo. All.: Mazzetti Guido

Arbitro: Menegali Gianfranco (Roma).
Note
Spettatori: 12 mila circa di cui 8.175 paganti per un incasso di 19 milioni 320 mila lire più quattromila abbonati. Inizio gara ore 14.30

Commento
L’ALESSANDRIA TRAVOLGE IL TARANTO CON IL SUO INCONTENIBILE CONTROPIEDE Grigi: terza vittoria in trasferta © Si scatena Franceschelli e per due volte va a segno © Le manovre "rosso-blù " sventate dal centrocampo mandrogno ® Strepitose parate di Pozzani e conferme per Unere e Mazzia ® Il pubblico pugliese attende i giocatori e Si applaude calorosamente ® Il "complesso " del « Moccagatta » sarà superato contro il Brescia? © L'undici di Castelletti non è un bluff: i tifosi chiamati a so sten ere gli splendidi protagonisti della parte iniziale del campionato Mille chilometri per vedere i grigi; mille chilometri di speranza; poi, la realtà del risultato vincente. L’Alessandria, confermandosi per l’ennesima volta squadra corsara, ha colto sul difficile terreno tarantino uno dei successi più significativi. Sconfitta nel derby con il Novara con cento attenuanti, mutilata dalle assenze di Reja, Baisi, Dalle Vedove e Colombo, mister Castelletti giocava una grossa carta. Per il giovane tecnico casalese era un punto d’orgoglio, con una formazione largamente rimaneggiata, tornarsene a casa, se non con un pareggio, almeno con il conforto della critica. Taranto poteva significare una tappa importante nel futuro della compagine alessandrina, ridotta all’osso per gli infortuni a catena, abbattutitisi dall’inizio del campionato ad oggi. Occorreva conseguentemente andare controcorrente, cancellare con un colpo di spugna 1-2 con il Novara, rilanciare la compagine verso il centro classifica in attesa della prossima casalinga con il Brescia e con la duplice trasferta di Verona e Genova. L’Alessandria chiamata a compiere l’impennata, a verificare le proprie capacità, in un momento tra i più delicati, ha risposto con lo spirito del gladiatore che non si arrende pur valutando le difficoltà che lo attendevano. L’Alessandria ha vinto, meritatamente, anche se i due punti sono giunti in zona ultracesarini. I tifosi rosso-blu (una magnifica e commovente platea di oltre dodicimila persone sugli spalti) hanno accettato il responso molto responsabilmente e, l ’applauso che alla fine ha salutato i protagonisti della contesa, è il riconoscimento più valido. Cosa significa per i grigi e Castelletti la terza vittoria esterna? Non solo una iniezione di fiducia per i prossimi impegni, ma la consapevolezza che i mandrogni possono proseguire il cammino con sicurezza e con la certezza di raggiungere l’obiettivo salvezza con sempre maggiori chances. Queste ed altre cose il confronto con i rossoblu ionici ha evidenziato, un confronto che pareva nato all’insegna dell’incertezza per i motivi ai quali abbiamo accennato: le numerose assenze e l’innesto di uomini che sinora avevano disputato con i compagni solo piccoli scampoli di partite. La premessa è doverosa prima di affrontare l’andamento dei 94 minuti (l'arbitro Menegali ha ricuperato oltre quattro minuti prima di porre fine alla contesa) giocati con rabbia dagli ionici reduci della sconfitta piuttosto consistente di Verona. Castelletti erudito dalla dura realtà del derby, ha schierato le pedine nel modo più congeniale badando di non prestare il fianco ai contropiede e ancor più alle impennate. Lo schieramento alessandrino d’emergenza lo conoscete: Pozzani; Di Brino. Unere; Vanara, Barbiero, Maldera; Manueli, Volpato, Franceschelli, Mazzia e Dolso. Prima preoccupazione del mister è stata di bloccare Morèlli e Listanti oltre ad Aristei. Su Listanti a fare buona guardia è andato Maldera che, nella veste di stopper ha ribadito di avere grinta, di sapere lottare e soffrire. Il risultato lo si è visto alla distanza quando Listanti è andato gradatamente perdendo la lucentezza indispensabile ad una punta vera che cerca disperatamente il gol. I rossoblu privi della punta di diamante al quale andava la responsabilità di chiudere il triangolo sono stati costretti a girare al largo, ad impostare la manovra al rallentatore per favorire gli spunti di Morelli e Aristei. Sulla destra giocava Di Brino, un Marcello vecchia maniera il quale non si accontentava solo di contrarre l’avversario, ma partiva in appoggio alle punte senza tergiversare. Le puntate in avanti del terzino oltre a costringere Morelli ad affannose rincorse scompaginava la difesa locale sulla quale pesava l’incubo di un Unere che. partito come angelo custode di Aristei abbandonava il rossoblu per raccogliere sulle fasce il suggerimento per mettere in movimento sia Manueli che Franceschelli. Quello di Unere è stato un ritorno positivo: peccato che i crampi nella seconda parte della ripresa gli abbiano attanagliato i muscoli. L’ex novarese e tarantino, sino al momento in cui ha disposto dei mezzi fisici, ha svolto una mole di lavoro veramente notevole sia in fase difensiva che di impostazione. Parlando di Unere è giusto accennare alla prestazione di Mazzia, il ’’professore” che ha ufficialmente esordito nel torneo 1974-75. Il "senatore” della compagine grigia ha disputato novanta minuti all’insegna dell’intelligenza tattica, forse concedendo poco alla platea, ma molto al gioco collettivo. Appostato su la fascia centrale ha tenuto costantemente lo sguardo verso la porta avversaria sganciandosi solo nei momenti in cui aveva la matematica certezza di non lasciare sguarnito il proprio settore. In più di una occasione lo abbiamo visto portarsi oltre la metà campo, ma alle spalle il centrocampo impostato su un Volpato attento e preciso e un Vanara che si batteva con il coltello tra i denti, era in grado di reggere con una certa disinvoltura le ’’ondate” offensive dei tarantini. Volpato il ’’regista” per antonomasia avendo spazio per la manovra non solo riusciva ad impostare, ma a mantenere le file dei gioco pure nei pressi dell'area avversaria. Su Vanara pensiamo di non spendere altre parole: l'alessandrino, acquistato all’ultimo momento, sta rivelandosi una pedina importante per tutta l’economia del gioco alessandrino sia esso d'offesa che di difesa. L’avv. Bridi e il dott. Testa che si sono battuti per averlo hanno azzeccato un... tredici. Ed eccoci alle tante discusse punte, croce e nessuna delizia — quando si gioca al Moccagatta — dei tifosi mandrogni. Per Manueli ripeteremo il discorso di sempre: un ragazzo atleticamente e tecnicamente dotato al quale difetta la continuità. Riesce tuttavia a supplire all'handicap con impennate improvvise che disorientano l’avversario proprio perchè imprevedibili. Il Gigi nella ripresa, ad esempio, si è esibito in uno show di alta classe che lo ha portato vicinissimo alla rete. Il ragazzo scattando da metà campo e sulla fascia destra si è letteralmente "bevuto" o "saltato” tre avversari presentandosi solo davanti all’area avversaria. Allungatasi troppo la palla non ha concluso con la consueta potenza, ma la difesa è stata costretta a rifugiarsi precipitosamente in corner. Subito dopo la prima rete alessandrina, Unere, sempre dalla destra gli ha servito una palla-gol meravigliosa: il ragazzo sempre alla ricerca della finezza, invece del tiro improvviso, ha cercato di sgusciare tra i due avversari e l’azione è sfumata. Manueli pur con i limiti — che sono ben conosciuti — resta sempre un giocatore il cui peso si fa sentire in particolare quando l’Alessandria opera in trasferta. Ed eccoci all’eroe della giornata, a Franceschelli autore della magnifica doppietta. Sull’ex varesino molto si è scritto e molto si è detto nelle ultime settimane, cioè da quando gli è piovuta addosso la responsabilità di sostituire l’infortunato Baisi. Un impegno gravoso che ha disorientato non poco il ragazzo chiamato a trasformarsi in una punta vincente in un match-winner. La metamorfosi è stata sinora lenta, ma graduale e, se fosse possibile un parallelo tra il derby con il Novara e il confronto con il Taranto, diremo che il miglioramento è stato visibile ad occhio nudo. Il centravanti dopo un avvio piuttosto incerto, alla ricerca di una posizione che non riusciva a trovare, appena si è accorto delle debolezze di Capra che stopper non è nonostante la buona volontà, ha iniziato a sganciarsi, a cercare l'affondo con decisione. La prima rete è risultata un capolavoro; una esecuzione da professionista con sulle spalle una lunga carriera. Soffermiamoci sul gol che ha ammutolito un pubblico, tra i più rumorosi e appassionati della serie cadetta. Dal piede di Volpato parte il solito suggerimento vincente: il regista intravisto Di Brino libero, sulla sinistra, lo "pesca” con un dosato passaggio. Il terzino si proietta in avanti, liberissimo avendo abbandonato Morelli, poi con perfetta scelta di tempo lascia partire un calibrato traversone sul quale si avventano sia Franceschelli che Capra. L’alessandrino si distende quanto è lungo ed in tuffo incorna la sfera che si insacca sfiorando il palo alla sinistra del portiere. E’ una marcatura che fa zittire lo stadio, che rilancia improvvisamente ie azioni dell’Alessandria, undici dal contropiede folgorante. La rete della vittoria arriva a tempo scaduto. Menegali, arbitro che non si è certamente lasciato intimorire né dal pubblico, né dai giocatori — due alessandomi, Vanara e Volpato sono finiti sul suo taccuino — ricupera. Poco fuori dall’area rosso-blu Montefusco è a terra, ma il gioco prosegue in quanto nessun compagno si preoccupa di segnalare l’inconveniente all’arbitro. Il gioco ristagna a metà campo dopo che la retroguardia alessandrina ha respinto un ennesimo assalto alla baionetta dei padroni di casa. E’ il solito Volpato a intravedere sulla sinistra Franceschelli appostato oltre la metà campo, ma non in fuori gioco avendo davanti Montefusco. Il centravanti impossessatosi della sfera caracolla per una quarantina di metri vanamente stretto da Capra: stringe verso il paio di sinistra, resiste alle cariche e di destro infila il sacco. Per l’Alessandria è il gol dell'insperata vittoria, per il Taranto la doccia fredda della sconfitta. I restanti tre minuti non cambieranno più il volto della contesa nonostante il pubblico, tutto in piedi, continui ad incitare, a spronare i beniamini verso la rete di Pozzani. Franceschelli è esploso in una partita considerata non a torto tra le più difficili tenuto conto del valore dell’avversario che in casa aveva liquidato con perentorietà prima il Brescia e poi il Genoa. Lo attende la prova di appello con il Brescia antagonista che va per la maggiore. Se il ragazzo riuscirà a trovare l ’incitamento del pubblico o, ancor più la comprensione dei fans. altri gol si aggiungeranno al bottino personale. E’ un atleta che sta maturando e, proprio per questo deve essere seguito e compreso. Solo così l'Alessandria disporrà nel futuro di una punta che, pur non avendo le caratteristiche dell'uomo gol, sa trovare lo spunto per andare a segno. E’ indubbio che i compagni devono favorirlo cercando di metterlo in condizione di operare a largo raggio: nello spazio di un fazzoletto non riuscirà mai a trovare lo spunto vincente. Parliamo di Dolso, il tanto discusso Arrigo che in casa non riesce a convincere, ma che in trasferta pare trovare il trampolino ideale per mettere in soggezione l’avversario. Come era accaduto a Ferrara contro la Spai, il funambolo grigio si è sacrificato in un duro lavoro di spola a tutto vantaggio del collettivo. Su un terreno molliccio che tagliava le gambe, la mancina alessandrina ha fornito più di un saggio delle proprie capacità indossando il saio del portatore d’acqua invece del primattore che pretende solo collaborazione. Novanta minuti disputati all'insegna della lotta, senza una sola in certezza. Particolarmente quando maggiore era la pressione degli ionici, Arrigo ha sputato l ’anima bandendo il funambolismo a vantaggio di interventi sbrigativi proprio per non concedere alcun vantaggio alla squadra che attaccava, che tentava disperatamente un aggancio. Facciamo un passo a ritroso tornando al settore difensivo al quale spetta nella maggiore parte dei casi un compito gravoso che non consente di raccogliere molti elogi. Pippo Pozzani in serie positiva ha fatto esclamare ai fans locali: « Quello è un fenomeno. Impossibile riuscire a batterlo ». L’estremo difensore ha estratto dal suo cappello interventi strepitosi. Basti pensare all'improvvisa cannonata di Aristei da fuori area, un bolide, meglio una saetta destinata ad insaccarsi sotto la traversa. Pippo con perfetta scelta di tempo c con un improvviso colpo di reni ha intuito il tiro e respinto la minaccia. Nella ripresa quando maggiore era la pressione dei padroni di casa, Pozzani ha proseguito la serie di interventi sia tra i pali che con uscite spericolate. Su queste ultime non ha fallito una sola volta tanto da scoraggiare anche il più accanito tifoso pugliese. Se a Pippo va molta parte del merito per il successo non possiamo dimenticare capitan Barbiero, il "libero” dai sette spiriti che si batte con il cuore in mano. Gli assalti rossoblu . seppure disordinati costituivano pur sempre una costante minaccia alla rete di Pozzani. Davanti agli attacchi in massa Barbiero era sempre al posto giusto pronto a togliere la palla all’avversario ai quale si era spianata la via verso la porta. Nelle ultime battute ha fornito il meglio tanto da concludere in bellezza, senza accusare la fatica, lo stress di una partita giocata in un clima infuocato. Vogliamo a questo punto aprire una breve parentesi sui tifosi pugliesi. Non ci era mai accaduto di assistere ad un incontro con fans così scatenati, così concentrati. Dal fischio d’inizio di Menegali e sino al 94’ l'incitamento è stato costante, senza una pausa, neppure dopo che Franceschelli era riuscito, per la prima volta, a portare gli alessandrini in vantaggio. Solo se gli alessandrini sapessero circondare la squadra di un tal calore, nessuna meta sarebbe impossibile. Cosa dire dell’undici di Castelletti che in nove partite di cui cinque giocate in trasferta è riuscito a raggranellare sette punti lontano dal Moccagatta e solo tre in casa? L’Alessandria squadra corsara predilige, come dimostrano i risultati, operare in contropiede, lasciare all’antagonista l’iniziativa per poi perforarla appena scopre il fianco. Castelletti a fine partita sprizzava gioia da tutti i pori: la sconfitta contro II Novara gli era rimasta nel gozzo. Era convinto che i ragazzi avrebbero reagito come sempre, prontamente, senza indugio, ma gli necessitava la prova del campo. « Domenica conclusa la partita avevo ringraziato i ragazzi per quanto avevano fatto: oggi non ho trovato altre parole per esternare loro il riconoscimento personale e dei tifosi. Un’Alessandria veramente maiuscola, commovente. Cosa pretendere di più dai ragazzi? ». Effettivamente l’A'lessandria pur non disponendo dell’idolo — ed è bene — è una squadra che darà altre soddisfazioni non solo per l’apporto fornito dai veterani, ma pure dai giovani. A Taranto è stata la volta di Baretta, un ragazzo che secondo i tecnici ha un sicuro avvenire. Subentrato ad Unere colto dai crampi, ha retto con grinta inserendosi più volte nel vivo della manovra senza preoccuparsi della maggiore esperienza dei più maturi avversari. Una giornata trionfale per il vecchio orso grigio che qualcuno aveva affossato dopo la sconfitta nel derby: evidentemente era stato dimenticato il carattere di una compagine alla quale bene si attanaglia il detto: « uno per tutti, tutti per uno ». Cosa aggiungere alla prestazione di Taranto, un campo tabù per compagini come il Brescia, il Genoa e l’Atalanta? Il discorso potrebbe proseguire, ma pensiamo basti il risultato ad illustrare il significato di una impresa che alla vigilia pareva impossibile. Mentre stendiamo queste note la comitiva grigia si riposa: avremmo voluto intervistarli uno ad uno, ma pensiamo che nulla abbiamo ad aggiungere a quanto scritto. Per i magnifici ’’quindici” guidati da Castelletti e Ciceri il ricordo della contesa di Taranto non si esaurirà nello spazio di pochi giorni proprio perchè i due punti valgono il doppio. (Il Piccolo - Il Gattopardo) IL VOLENTEROSO TARANTO PIEGATO DAI PIEMONTESI Un'Alessandria dalle idee molto chiare ha vinto 2 a 1 Dopo Como e Ferrara, l'Alessandria espugna anche Taranto. I grigi hanno imposto alla squadra pugliese un 2 a 1 che non fa una grinza, anche se ottenuto al 91' di gioco. E' la terza vittoria in trasferta dei ragazzi di Castelletti, e questo è già da solo un grosso risultato. Se poi si considera che alla formazione-tipo mancavano quattro uomini del valore di Dalle Vedove, Reja, Colombo e Baisi, il successo assume proporzioni ancora maggiori. Senza dimenticare inoltre che l'Alessandria veniva da una sconfitta, quella contro il Novara, che brucia ancora adesso e che avrebbe potuto piegare il morale di qualsiasi squadra. Invece i grigi, combattendo contro un avversario coriaceo, hanno dimostrato un carattere, una preparazione e una tenuta di fondo eccezionali. In sostanza, l'Alessandria ha giocato nel migliore dei modi, coperta in difesa, senza tuttavia chiudersi troppo e con una visione sempre chiara dell'andamento della partita. Dire che qualche giocatore abbia meritato più di v.r altro forse sarebbe un'ingiustizia. Tuttavia è necessario sottolineare che l'uomo-gol è stato questa volta Franceschelli, ventenne centravanti in prestito dal Varese. Il Taranto, forse frastornato, forse perché non si attendeva una simile Alessandria e forse perché ancora sotto lo choc del 4 a 0 subito a Verona, è stato al disotto delle aspettative. I tifosi se ne sono andati delusi da una squadra che, potenzialmente veloce e forte, ha giocato con esasperante lentezza, obbligata da un Montefusco pasticcione e impreciso ad imbastire manovre che si sono quasi sempre spente su linee orizzontali. E nulla hanno potuto i virtuosismi dì Listanti o dell'altra «punta», Morelli, bloccato da una difesa che non ha concesso spazio. Poi, quando i pugliesi sono riusciti a passare in altre maniere, tirando da lontano, è stato Pozzani a ergersi come ultimo ostacolo insormontabile davanti alla propria porta. L'incontro si è iniziato con un ritmo piuttosto blando anche se i grigi hanno fatto subito vedere di essere di una pasta difficile da manovrare. Manueli è andato subito in gol al 2', ma la sua rete, viziata da un netto fuorigioco, non è stata neppure presa in considerazione dall'arbitro Menegali, che ha fischiato l'offside ancor prima che l'attaccante scoccasse il tiro. Quindi è stato il Taranto ad avere due buone occasioni. Al 14' Aristel ha messo fuori di poco un colpo di testa su lancio di Nardello Pozzani si è fatto successivamente ammirare per un doppio intervento al 26': prima ha respinto un forte tiro a media altezza dello stesso Aristei su punizione da poco oltre il limite, e quindi si è ripetuto ire tuffo su un tiro di Listanti, che si è buttato sul pallone che carambolava in area. Il primo tempo si è concluso così sullo 0 a 0. Il primo gol dell'Alessandria è arrivato subito do po l'inizio della ripresa. Al 49', azione di Volpato che «pesca» Di Brino smarcato in avanti; cross precisissimo del terzino in area pugliese e Franceschelli in tuffo, benché pressato da Capra, metta in rete a fil di palo. Subito dopo, in contropiede, Manueli, solo davanti alla porta di Cazzaniga, stoppa la palla con la gamba sbagliata e sciupa l'occasione di un immediato raddoppio. Il Taranto raggiunge il pareggio a. 63', quando un cross di Aristel viene raccolto da Romanzini di testa e messo in gol. E' questo l'unico grosso errore degli alessandrini, che in quest'occasione lasciano smarcati troppi uomini in area e non possono più correre ai ripari. Pagano con il pareggio, ma non si danno per vinti. Un minuto dopo Manueli va in fuga «saltando» due difensori, si presenta da solo davanti a Restanti che ha sostituito Cazzaniga infortunato (nel frattempo Castelletti ha anche mandato in campo Baretta al posto di Unere che risente di crampi alle gambe), ma sì fa anticipare dal portiere in uscita. Tre minuti dopo Restanti deve uscire anche su Dolso. L'Alessandria continua il suo forcing e raggiunge la vittoria al 91', in fase di recupero. L'azione il svolge così: Montefusco va a terra quasi a metà campo per un Incidente. L'arbitro lascia correre l'azione che vede all'attacco i pugliesi e non la ferma neppure poco dopo, quando l'Alessandria se ne va via in contropiede. Volpato sulla destra lascia partire ancora un pallone calibrato in piena area, e trova Franceschelli piazzatissimo che spedisce in rete di esterno destro. (La Stampa - Ed. Sport - Cristiano Chiavegato) Risultati: Avellino-Arezzo 4-1 Brescia-Verona 1-0 Catanzaro-Atalanta 1-0 Como-Pescara 1-0 Novara-Genoa 2-1 Parma-Foggia 0-0 Perugia-Palermo 2-0 Sambenedettese-Reggiana 3-0 Spal-Brindisi 0-0 CLASSIFICA: Verona, Perugia p.14; Novara 12; Brescia, Catanzaro, Genoa 11; Parma, Alessandria 10; Pescara, Foggla 9; Avellino, Spal, Palermo, Taranto 8; Atalanta, Como, Sambened. 7; Brindisi 6; Arezzo, Reggiana 5 Marcatori: 5 RETI: Ferrari (Avellino); Bonci (Parma); Sirena (Verona) Pruzzo (Genoa); 4 RETI: Ghio (Novara) Luppl (Verona); 3 RETI: Bertuzzo (Brescia); Simonato (Sambenedettese); Dalie Vedove (Alessandria); Zigoni (Verona); Marchel (Perugia), Nobili (Pescara); 2 RETI: Turella (Novara); Franceschelli (Alessandria); Mosti (Genoa); La Rosa, Vanello (Palermo); Musiello, Mastropasqua (Atalanta); Schllllro (Avellino); Paina, Pelliccia (Spai); Listanti (Taranto); Spelta e Palanca (Catanzaro); Corradi (Genoa); Busatta (Verona); Frosio, Vannini (Perugia); Trevisan (Sambenedettcse) Il punto sul campionato Anche il Verona ha avuto, in questa nona giornata ricca di sorprese, il battesimo della sconfitta. Dopo tante prove positive, la capolista ha sofferto la sua giornata-no sul campo di un'avversaria agguerrita come il Perugia: l'ha pagata con uno 0-1 (autore il « golden-boy » Bertuzzo) che pone fine alla sua solitudine in testa alla classifica. Al comando ora abbiamo una coppia non certo occasionale, poiché 1 meriti del Perugia, che ha affiancato i gialloblù veneti dopo aver battuto per 2-0 11 Palermo, non sono da scoprire oggi. La squadra di Castagner — un allievo che ieri ha battuto II suo maestro Viviani — è un'altra realtà di un campionato nel quale la lotta per la promozione resta apertissima. L'altra grande protagonista della giornata è stato li Novara che ha offerto la controprova del suo successo di Alessandria battendo senza discussione il Genoa sul terreno di casa. Gli azzurri, con questo trionfo, ottenuto grazie ad una sempre più completa maturità di gioco e all'avvedutezza tattica dell'allenatore Gianni Seghedoni, sono ormai allo scoperto: al secondo posto in classifica, a due soli punti dalla coppia di testa, non possono più rifiutare un ruolo di protagonisti del campionato che, del resto, tocca loro di diritto. Dal suoi guai riemerge invece, più viva che mai, l'Alessandria. I grigi, a Taranto, hanno ottenuto, in formazione rabberciata, la terza vittoria in trasferta, con un « doppietto » del più verde del loro uomini, lì ventenne Franceschelli. La squadra corsara della serie B tiene Insomma fede al suo ruolo e resta nella zona alta della classifica, ben lontano, per ora, dalla zona di pericolo. (La Stampa)