Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
15-12-1974 - Giornata: 12 - Genova - Luigi Ferraris


Genoa CFC - Alessandria US 1 - 1 (0 - 0)
RETI: 71. Rizzo [Ge] 65. Mazzia B.[A]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Mazzia Bruno, Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo [70. Franceschelli Paolo] A disp.:(P) Croci Claudio, Unere Giuseppe All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
GENOA CFC: Girardi, Bittolo, Mosti, Chiappara, Mutti, Rosato, Perotti, Rizzo, Pruzzo [63. Canzanese], Arcoleo, Corradi. A disp.: Lonardi, Della Bianchina. All.: Vincenzi Guido

Arbitro: Vannucchi Vittorio (Bologna)
Note
Ammoniti Chiappara [G], Corradi [G] Spettatori: 28 mila circa di cui 19.741 paganti più 5.625 abbonati per un incasso di 42 milioni 123 mila lire Angoli: 6-1 Inizio gara ore 14.30

Commento
MAZZIA FA TREMARE IL GENOA E BOIDI RINGRAZIA... E VA La compagine di Castelletti mentre in crisi la squadra di Vincenzi, che si salva con l'autorete di Volpato. Ennesima crisi in casa grigia: l'amministratore unico invitato da Sacco a lasciare ad altri le responsabilità. Neppure il Genoa ’’carrozzato” Vincenzi, forte dei suoi Pruzzo, Simoni e Rosato è riuscito a piegare le ginocchia al vecchio rullo compressore alessandrino. Poco è mancato che dallo stadio di Marassi uscisse la sorpresa più clamorosa della dodicesima giornata, la sconfitta dei rosso-blu. Per evitarla il ’’grifone” si è affidato ad una punizione di Rizzo e ad una... coscia dì Volpato che ha spiazzato Pozzani. Il vecchio orso, senza alcuna pretesa di promozione, sta creando grossi fastidi agli squadroni che vanno per la maggiore. Ha ragione Castelletti: l’Alessandria modulo trasferta fa tremare le compagini che sono favorite per la promozione. Il bilancio di otto punti in sei trasferte (che in media inglese corrisponde a + 2) è più che eloquente. « Sinora si è detto e scritto, sosteneva il mister con alcuni colleghi liguri, che gli avversari dei grigi non erano in forma, che erano incappati in una giornata storta. Dopo sei gare penso che il giudizio debba essere necessariamente riveduto e corretto. Nessuno si è mai domandato se le magre rimediate dagli avversari debbano ascriversi all’abilità dei nostri giocatori? ». Il Genoa, squadra più che blasonata è tra le grandi favorite nella lotta per la promozione, ha provato a proprie spese qual’è la carica agonistica dei piemontesi. Domenica poi, Barbiere e compagni erano maggiormente impegnati in quanto intendevano dimostrare all’avv. Lino Boidi, amministratore unico dell’Alessandria S.p.A. tutta la loro solidarietà. Prima di addentrarci nel commento di Genoa-Alessandria, è indispensabile aprire una breve parentesi su quanto sta accadendo nelle sfere dirigenziali della società mandrogna. Remo Sacco maggiore azionista, e conseguentemente padrone dei grigi, ha deciso di cambiare timoniere. Sulle sue vere intenzioni, ha mantenuto il massimo riserbo, lasciando tuttavia intravvedere di avere idee ben precise su come intende agire. Una decisione indubbiamente grave, visto che Boidi ha sinora operato nei migliori dei modi, riuscendo a quadrare bilanci con i soli proventi degli incassi. Le colpe, se così le possiamo definire, consistono nell'essersi opposto alla cessione di Dalle Vedove al Monza (la società avrebbe ricevuto in cambio 60 milioni di lire più Panucci, dirottato poi in quarta serie), dato il beneplacito all'acquisto di Vanara e di non avere infine tenuto in evidenza i consigli. Il neo amministratore unico a luglio, invece di vendere ad esempio Di Brino e acquistare Facco, ha preferito muoversi sul certo invece che poggiare i piedi sulle sabbie mobili dell’incertezza. Sono tante piccole cose che non sono risultate gradite e il risultato lo si è visto nell’esplicita richiesta avanzata dall’industriale di Spinetta di lasciare ad altri una poltrona clic attira più del micie. L’Alessandria S.p.A. avrà quanto prima un nuovo amministratore: diciamo che la scelta fatta da Sacco sarà molto indicativa sul futuro dei grigi. L’industriale spinettese, in un incontro con i giornalisti, ha escluso che i papabili siano i figlio Paolo o Carlo: il primo da Barcellona avrebbe fatto sapere di non volere assumere un tale incarico. Il tempo si incaricherà di avvalorare o smentire l’affermazione. All’avv. Lino Boidi, qualunque sia l’esito finale della vicenda, grottesca, va la solidarietà degli sportivi i quali, proprio a Genova, gli hanno tributato una calorosa manifestazione di simpatia. Il professionista avrebbe meritato miglior fortuna, ma nel mondo del calcio, la volubilità è una delle componenti del carrozzone il cui deficit va sempre più accrescendosi con il trascorrere degli anni. Torniamo a Remo Sacco chiamato più volte in causa circa la posizione personale nella conduzione e nei confronti della società, clic ha inviato la precisazione a fianco pubblicata. Incominciamo col dire che la perdita di gestione dell ’Alessandria U.S. ammonta a un miliardo 12 milioni di lire e che il bilancio, si è chiuso in pareggio come dispone la Lega, valutando il capitale giocatori in 635 milioni di lire. Partendo dal presupposto che l’incremento degli incassi non ammortizza le spese di gestione è indispensabile attuare la politica... dell’osso. Abbiamo esposto brevemente la situazione della gestione Sacco iniziatasi nel giugno 1967 con una perdita di gestione aggirantesi, se non andiamo errati, sui 380 milioni di lire. Le prospettive future si preannunciavano da austerity in quanto per non accrescere il deficit, a fine campionato, sarà indispensabile ’’falcidiare” il parco giocatori ed in particolare i giovani. Nell'attesa che le dimissioni di Boidi si ufficializzino e che Sacco provveda a trovargli un sostituto, torniamo al calcio giocato invece che alla polemica o alla contestazione dei tifosi. L’Alessandria non ha tradito, davanti ai trentamila di Marassi, la fiducia degli sportivi trasferitosi con ogni mezzo nella città ligure per accertarsi se le prove maiuscole dei grigi, lontano dal Moccagatta, sono vera gloria o meno. Il risultato fa giustizia: i ragazzi di Castelletti imbrigliando i rossoblu sulla trequarti non solo sono riusciti nell’intento di chiudere i corridoi verso la rete di Pozzani, ma hanno creato le premesse per i veloci contropiedi. I grigi non si sono limitati a difendersi rinunciando alla controffensiva. Ogni qualvolta si è presentata l’occasione Mazzia, Dalle Vedove e Manueli si sono gettati verso l’opposta area. Mettendo sul piatto della bilancia le occasioni da gol potremmo concludere che il pareggio è da ritenersi equo, ma se valutiamo la caratura delle due squadre, allora bisogna convenire che gli ospiti hanno perduto un punto invece di guadagnarlo. L’Alessandria era partita per Genova nettamente chiusa dal pronostico: neppure il più ottimista dei tecnici pensava ad una performance così incisiva della compagine mandrogna. Castelletti, come era avvenuto a Verona, ha studiato a lungo le marcature prima di scegliere gli uomini idonei alla bisogna. Rinunciando a Franceschelli operante per lo più in fase prettamente offensiva, il tecnico ha creato le premesse per rinforzare ulteriormente il centrocampo senza pregiudicarsi la possibilità di fiondare in avanti ogni qualvolta si presentasse l'occasione. A svolgere la delicata mansione è stato chiamato il ’’professore” Mazzia, un giocatore esperto conoscitore della serie B. Bittolo che lo aveva in custodia pur tenendolo d'occhio ha finito con il perderlo di vista al momento decisivo, vale a dire al 65’ quando i grigi hanno usufruito di un calcio di punizione per un fallo su Manueli. Incaricato del tiro il solito Volpato, ormai specializzato nel fare spiovere al centro dell'area palloni alti per la testa di Dalle Vedove. Sulla sfera. hanno infatti tentato di portarsi in elevazione sia l’alessandrino e altri tre genoani, mancando l’appuntamento. Mazzia appostato alle spalle, con calma olimpica e al volo, non ha indugiato un solo istante ad azzeccare il tiro .vincente, lasciando di stucco non solo i difensori genoani, ma l’intera platea rosso-blu. Se Mazzia è risultato il coordinatore della regìa di Volpato, in primo piano sono da collocare difensori e centrocampisti. La forza del Genoa si esprime, come si sa, attraverso le doti di sfondamento di Pruzzo, un centravanti che a detta dello stesso Corso dovrebbe offuscare la fama di Boninsegna. Un ragazzo mobile, pronto a sfruttare ogni errore, ad incunearsi negli spazi liberi per fiondare o alleggerire sul compagno. Una vera punta per intenderci, di quelle che ad Alessandria non si vedono da anni, vale a dire dai tempi di Fanello o Cappellaro. Sul panzer genoano Castelletti ha piazzato il ’’tigre” Colombo, un ragazzo che sa lottare e, se necessario, gettare il cuore oltre l’ostacolo. Tra i due si è acceso un duello duro, a volte spigoloso, ma sempre mantenuto nei limiti della leicità. Se Colombo è stato un vero toreador, Maldera non gli è stato inferiore sul piano agonistico. Corradi è un brutto cliente, non solo per le ben note qualità di uomo-gol, ma per quel pizzico di cattiveria che lo contraddistingue. Spigoloso, dalla lingua sciolta si batte come un leone spazientito tentando di coinvolgere nella rissa l’avversario. L'ottimo Vannucchi di Bologna ha richiamato entrambi i contendenti poi, dopo avere sopportato oltre al lecito !e plateali dimostrazioni del genoano lo ha ammonito. Attilio mai come in questa occasione ha dovuto dare fondo ad ogni energia, alle riserve di fiato e di... pazienza per evitare che il capelluto rosso-blu riuscisse ad andare a bersaglio. Dietro ai due gladiatori ha fatto buona guardia Barbiero, questa volta su uno standard di gioco accettabile. L’importanza della posta in palio lo ha esaltato e, nel clima infuocato di Marassi, si è espresso nel migliore dei modi senza mai lasciarsi cogliere dall’orgasmo. Una buona partita, insomma che ha rinverdito gli allori dello scorso campionato. Esaminiamo brevemente la prestazione degli altri grigi, da Manueli a Franceschelli subentrato per concedere a Dolso di tirare il fiato. L’ala alessandrina che ha giocato in avanscoperta ha alternato, come di consueto, improvvise sgroppate a brevi pause. Sul rientrante Volpato c’è poco da aggiungere: il regista alessandrino pur non brillando di vivida luce ha comandato il gioco con chiarezza confermandosi in più di un’occasione l'uomo dall’ultimo tocco. Così è stato all’inizio del tempo con Dalle Vedove, come nell’occasione della rete di Mazzia: nel finale ha avuto tra i piedi la palla vincente, ma tentando di cogliere Pangolino alto alla destra di Girardi ha sbagliato nettamente il bersaglio. Note liete per Dalle Vedove che ha giocato novanta minuti all’insegna della volontà e della chiarezza. Nei contropiedi è risultato assai sbrigativo (come del resto lo è stato Di Brino, apparso lucido come non mai) mentre sulla fascia del centrocampo non ha mai concesso troppo spazio all’avversario. Nel gioco aereo infine non ha avuto uguali. Positivo e senza riserve il giudizio su Dolso chiamato a manovrare sulle estreme, ad intercettare sulla trequarti gli attaccanti rossoblu. Nella ripresa, Castelletti lo ha rilevato con il più fresco Franceschelli, unicamente per motivi tattici e non certo per scarso impegno. Ultimo, ma non certo nella graduatoria, Elio Vanara, un ex che merita una citazione particolare per quanto ha saputo fare per i colori sociali. Un acquisto quanto mai indovinato portato a termine dalla coppia Boidi-Testa con personale impegno di quest’ultimo sul piano finanziario. Il dott. Testa che non ha esitato a farsi garante del passaggio nelle file mandrogne dell’ex.... alessandrino merita un plauso. E’ facile prevedere cosa sarebbe accaduto a seguito del forzato forfait di Reja, considerato a ragione uno dei punti di forza dello squadrone grigio edizione 1973-74. Vanara ha saputo inserirsi nel tessuto della compagine senza creare scompensi e sinora il rendimento è risultato pressoché costante. Esaurito il commento sulla gara con il Genoa non resta che guardare al ricupero che andrà in scena tra poche oro a Verona. Saprà l’Alessandria ripetersi? (Il Piccolo - Il Gattopardo) I "grigi,, impongono il pareggio (1-1) ad un Genoa che trema L'ALESSANDRIA HA FATTO TUTTO DA SOLA Il goleador rossoblu Pruzzo, per un infortunio, messo fuori combattimento un mese o forse più - Mazzia, di sinistro, segna al 65' - I padroni di casa si buttano in avanti e Rizzo pareggia al 71' (deviazione di Volpato) - La difesa piemontese ha retto bene Il Genoa trema ancora. Ha perso il suo «goleador» Roberto Pruzzo, per un fortuito incidente che lo terrà lontano dai campi di gioco un mese o forse più, ed ha rischiato di perdere anche la partita con i grigi. Dal tabellino si vede infatti che l'Alessandria ha fatto tutto da sola: ha segnato al 65', quando Volpato ha battuto da tre quarti campo sulla sinistra una punizione per fallo su Manueli, Dalle Vedove è saltato a vuoto liberando l'accorrente Mazzia che, al volo di sinistro, ha messo imparabilmente in rete; ha subito il pareggio cinque minuti dopo per una punizione dal limite battuta da Rizzo e con il pallone irrimediabilmente messo fuori dalla portata di Pozzani da un'involontaria deviazione di Volpato che, leggermente spostato rispetto alla barriera, si era fatto avanti per bloccare il tiro. Dopo aver raggiunto il pareggio in questa maniera decisamente fortunosa, i rossoblu liguri hanno creduto di poter rovesciare addirittura le sorti dell'incontro negli ultimi venti minuti, e si sono buttati animosamente all'arrembaggio. L'Alessandria non chiedeva di meglio, non voleva che spazi larghi per poter tentare la sorpresa in contropiede sfruttando al massimo le ridotte possibilità della sua prima linea forzatamente zeppa di centrocampisti. A sei minuti dalla fine uno spiovente di Vanara, servito da Dalle Vedove, è uscito oltre la traversa quando già Girardi stava cercando margherite; due minuti dopo Volpato, ben lanciato da Vanara, ha fallito banalmente il tiro da ottime posizione. All'89' infine il genoano Corradi ha provocato l'ultimo urlo di dispetto da parte della «gradinata nord» effettuando di testa un preciso passaggio a Barbiere, anziché tirare a rete da tre metri. La partita si è ravvivata soltanto dopo i due gol realizzati entrambi su calci piazzati ma prima della svolta provocata dall'astuta zampata di Mazzia si era trascinata abbastanza stancamente, con l'Alessandria che riusciva molto più agevolmente del previsto ad imporre il suo gioco tipo esportazione, fatto di una fitta ragnatela di scambi a metà campo, di una saggia amministrazione della palla, di improvvisi «a fondo» nei quali — per difetto di veri e propri specialisti del contropiede — si cercava di far correre il pallone più che l'uomo. Il Genoa in questa ragnatela si trovava invischiato e non era certo colpa dei grigi se Pruzzo, solitamente il trascinatore dei rossoblu, appariva in giornata di scarsa vena, al punto da essere controllato con una certa disinvoltura da Colombo senza nemmeno dover avere la meglio, permettendo di eccedere in interventi scorretti, Con l'attacco spuntato, con i centrocampisti ridotti a portar ciecamente la palla non riuscendo a creare corridoi per azioni in profondità, il Genoa ha dovuto accontentarsi di una sterile pressione, tradottasi solo in una lunga teoria di calci d'angolo. Dopo i primi 45 minuti insomma la perfetta organizzazione dell'Alessandria aveva avuto nettamente la meglio, permettendo oltretutto di notare punte di eccellenza nell'inesauribile Vanara e nell'estroso Dolso, dal cui piede partivano tutti gli inviti per i rovesciamenti di fronte. Con un Pruzzo cosi annacquato rispetto al solito non si vedeva insomma come i rossoblu di Vincenzi potessero riuscire ad aggirare lo sbarramento alessandrino, uno sbarramento — ripetiamolo — non in fase solo distruttiva, ma effettuato sulla fascia centrale del campo, in zona adatta quindi per rovesciamenti subitanei di situazione. Al 58', intervenendo fuori tempo su Pozzani in uscita, Pruzzo sì è seriamente infortunato. E' rimasto in campo, respirando a fatica, per qualche minuto, ed ha ceduto il posto a Canzanese proprio un minuto o due prima che l'Alessandria, sfruttando accortamente il senso del piazzamento di Mazzia — il più lento ma il più intelligente dei suoi uomini — mettesse a segno quella che avrebbe potuto essere la botta vincente. Con Pruzzo forse il Genoa sarebbe riuscito a rimediare, senza il suo giovanissimo «panzer» la squadra rossoblu può già ritenersi soddisfatta di aver limitato i danni, grazie a quel pallone che ha beffardamente carambolato sul fianco di Volpato per infilarsi in rete. Ora nel «clan» del Genoa la porta è aperta alle più ampie recriminazioni: si pone l'accento sul fatto che, sullo 0-0, Corradi ha sbagliato una grossa occasione da pochi metri, si segnala che il gioco della squadra è apparso complessivamente in regresso. Pochi ricordano che l'Alessandria finora ha messo da parte ben otto punti in trasferta e che quindi non è poi un gran disonore essere costretti, contro i grigi, ad una figura non troppo brillante. E' già accaduto ad altri e — così spera Castelletti — capiterà ancora. (La Stampa - Ed. Sport - Gianni Pignata) Risultati: Brescia-Spal 3-0 Brindisi-Palermo 1-1 Catanzaro-Sambenedettese 0-0 Como-Parma 2-0 Foggia-Verona 1-0 Novara-Atalanta 1-1 Perugia-Taranto 3-1 Pescara-Arezzo 1-1 Reggiana-Avellino 0-0 CLASSIFICA: Perugia p.19; Brescia 17; Verona, Novara 16; Foggia, Genoa 14; Catanzaro 13; Pescara 12; Avellino, Como, Parma, Alessandria, Palermo 11, Sambenedettese 11; Atalanta 10; Taranto 9; Spal, Arezzo 8; Brindisi, Reggiana 7 *una gara in meno Marcatori: 6 RETI: Pruzzo (Genoa); 5 RETI: Nobili (Pescara); Vannini (Perugia); Ferrari (Avellino); Bonci (Parma); Sirena (Verona); 4 RETI: Buccolini (Brindisi); Ghio (Novara); Scarpa (Perugia); Simionato (Sambenedettese); Luppi (Verona); Bertuzzo (Brescia), La Rosa (Palermo); 3 RETI: Dalle Vedove (Alessandria); Fara (Avellino); Marchel (Perugia); Palna (Spal); Zigoni, Busatta (Verona); Iacolino (Brescia). Il punto sul campionato Il Perugia continua a vincere ed il 3-1 col quale la capolista di serie B ha liquidato il Taranto è un risultato che non ammette discussioni sul momento di vena della squadra di Castagner. E' chiaro tuttavia clic un giudizio sulla situazione nella lotta per la promozione non potrà essere completo che mercoledì sera, dopo la disputa del recupero Verona-Alessandria. I grigi, che hanno pareggiato a Marassi contro il Genoa, facendosi sfuggire per un soffio la vittoria piena, assumono Infatti il ruolo di spietati giudici del momento poco felice dei glalloblù veneti. L'undici di Cade ha perso a Foggia, ma il risultato In se stesso potrebbe non essere determinante, se ad esso non si accompagnassero notazioni poco favorevoli sull'appannamento della vena di Zigoni e compagni. Il Perugia è a 19 punti, 10 segue regolarissimo il Brescia, a 17, mentre il Verona è a quota 16, in coppia con un Novara che sta sprecando in casa quanto di buono aveva costruito In trasferta. Tre lunghezze di distacco, con una partita da recuperare, non sono poi un dramma, sempre che il Verona riesca a dimostrare, dopodomani, che non è stato il suo motore a perdere colpi, ma il motore del Foggia ad aver aumentato 1 giri, riproponendo la squadra pugliese — cosi come volevano le previsioni della vigilia — tra le più autorevoli candidate alla promozione. A questo punto del campionato non si può dire tuttavia che la lotta per il passaggio in A abbia già definito 1 suoi protagonisti: dal terzo posto al terzultimo ci sono sette punti, uno spazio In cui può ancora succedere di tutto. Lo stentato pari dei Genoa, che è ora a cinque punti dalla capolista, Impressiona negativamente più che per le conseguenze sulla classifica — sono in molti ormai, ad aver ceduto punti all'Alessandria — per le gravi ripercussioni del fortuito Incidente a Pruzzo. Quasi tutti I gol rossoblu sono stati finora segnati da Roberto: senza di lui sarà arduo tenere li passo di avversarle che, Verona a parte, viaggiano col vento in poppa. (La Stampa)