Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
12-01-1975 - Giornata: 15 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Reggiana AC 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Mazzia Bruno, Colombo Antonio, Franceschelli Paolo, Manueli Luigi, Snidaro Gian Carlo, Dalle Vedove Giampiero [73. Faedda Giovanni], Dolso Arrigo A disp.:Baretta Giancarlo, (P) Croci Claudio All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
REGGIANA AC: Memo, Parlanti, D'Angiulli, Donina, Carrera, Stefanello, Francesconi, Savian, Meucci [85. Restelli], Passalacqua, Vitale. A disp.: Alessandrelli, Malisan. All.: Corsi.

Arbitro: Mattei (Macerata)
Note
Ammoniti: Francesconi [R], Savian [R], Dolso [A]. Angoli: 12-5. Spettatori: 3.074 paganti, 541 abbonati, incasso L. 8.608.400. Cielo coperto, terreno buono ma viscido per la pioggia Inizio gara ore 14.30

Commento
Moccagatta; 0-0 con la Reggiana I GRIGI PAREGGIANO La squadra di Castelletti era tuttavia largamente incompleta IL PROLOGO — La partita per l'Alessandria oggi inizia in anticipo, di primo mattino. Dalle Vedove, centrocampista di ruolo, si sveglia con un occhio gonfio e l'altro semichiuso per un'allergia dalle cause ignote, e Castelletti a questo punto è già nei guai. Fuori Baisi e Reia per i noti infortuni, fuori Volpato per un principio di pubalgia, fuori Barbiero per l'ingrossamento di una vena del polpaccio, l'allenatore dell'Alessandria rischia di non avere nemmeno il quattordicesimo da portare in panchina. Allora incominciano le telefonate, i tentativi di recuperare in extremis il giovane Berretta che sta a casa, mentre Dalle Vedove viene sottoposto ad un'energica quanto debilitante cura a base di antibiotici e cortisone: l'occhio comincia a sgonfiare, il giocatore mostra di reagire positivamente al trattamento, l'allenatore respira di sollievo. Una preoccupazione in meno. C'è però da risolvere ancora il problema del libero, che deve essere atleta capace di chiudere spazi ma anche di impostare. Castelletti pensa a Vanara, ma quando ti bravo mediano confessa titubante che in quel ruolo, al Perugia, ha giocato una sola volta buscando quattro o cinque gol, allora punta il dito su Mazzia che si mette sull'attenti e fa cenno di sì col capo. In attacco giocherà il giovane Snldaro, al centro, con Franceschelli a destra e Manueli con il numero otto. Sulla lavagna un modulo a tre punte, forse un po' troppe per una squadra che in campo dimostra di non averne praticamente nessuna. Quando inizia la partita vera e propria dunque, Castelletti la sua l'ha già giocata da un pezzo. LA PARTITA — Sul terreno l'Alessandria (considerate le premesse e l'oggettiva carenza di uomini) si comporta forse meglio del previsto, andando addirittura assai vicina alla vittoria. Gioca male, è vero, di fronte ad una Reggiana che altro non possiede se non un'onesta geometria a centrocampo, ma soprattutto nel primo tempo potrebbe segnare almeno un paio di volte, soltanto che non ci si mettessero di mezzo l'imprecisione degli attaccanti, un palo, la testa di un difensore avversario, la sfortuna, le decisioni di un arbitro non sempre felice e tempista nelle scelte. Vanara (malgrado una dura botta al ginocchio in apertura di gara), Dalle Vedove (prima di essere svuotato dentro dall'azione degli antibiotici) e Dolso fanno buon filtro a centrocampo e aprono spesso 11 gioco sulle ali dove a turno, finché hanno fiato nei polmoni, si inseriscono i terzini Maldera e Di Brino, la cui imprecisione nelle conclusioni è però, purtroppo, pari alla loro generosità. Indietro Mazzia, dopo un'avvio a singhiozzo, se la cava benino, con quel suo calcio pulito e razionale, mentre Colombo soffre non poco dietro al guizzante Vitale e si accontenta di spezzare il gioco dell'avversarlo piuttosto che cercare l'appoggio dei compagni. Le cose migliori questa volta vengono però dall'attacco, dove Manueli dimostra di trovarsi a suo agio nella posizione di interno. La mezz'ala parte quasi sentire da lontano, in serpentina e in progressione, per presentarsi poi ai limite, pronto al tiro, dopo uno scambio con i compagni di linea che si muovono a pendolo creandogli spazi; ma gli scatti ripetuti, le folli volate verso rete, appesantiscono i muscoli dell'attaccante che perde man mano la lucidità nelle conclusioni. In ginocchio Manueli, per l'Alessandria non c'è più nulla da fare; perché Franceschelli e Snldaro, poco serviti, non ce la fanno a sfondare, perché Dolso, bravo a centrocampo, parte troppo da lontano, perché il giovane Faedda, subentrato a Dalle Vedove, dimostra fisicamente di non essere ancora pronto per la serie B. La Reggiana, guidata da Passalacqua, impone il suo gioco al piccolo trotto e senza fatica, ma anche senza meriti, si porta a casa lo zero a zero. LE OCCASIONI — Al 4' Snidaro scende sulla sinistra e taglia un bel pallone per Manueli scattato in area, ma lo stop non è perfetto e l'azione sfuma sul fondo. Al 21' Vanara, fuori area, tocca a lato per Franceschelli che si libera di un avversario e calcia rasoterra, ma il portiere tocca con la punta delle dita e devia sul palo. Al 28' e 32' due belle conclusioni di Manueli con palla fuori bersaglio, poi, 5 minuti dopo. Dolso calcia a rete: il portiere è battuto ma sulla linea salva di testa Carrera. Al 39' Di Brino spara al volo di sinistro con palla alta di poco e ancora Manueli, al 57', si vede respingere dallo stinco di un difensore un gran tiro dal limite. Poi, fino alla fine, un caotico assalto: ma parlare di occasioni mancate, in questa fase, sarebbe a dir poco sfacciata partigianeria. IL COMMENTO — «Non si poteva — dice negli spogliatoi Castelletti — chiedere di più ad una squadra che mancava oggi di ben quattro titolari. La partita volevo vincerla, ovvio, ma anche il pareggio non mi dispiace. In fondo la Reggiana non si è poi dimostrata tanto debole. Speriamo piuttosto di recuperare al più presto tutti t nostri infortunati, e allora verrà anche la vittoria». (La Stampa - Ed. Sport - Carlo Coscia) Sfortuna e errori tattici condizionano l' Alessandria DOLSO E VANARA NON BASTANO PER SUPERARE UNA MODESTA REGGIANA Ul altro punto perduto in casa mentre dalla retroguardia sono in diversi ad avanzare. Pericolo in vista? E’ fuori discussione che è consigliabile rimboccarsi le maniche, altrimenti si rischia di... affogare. Per l’Alessandria edizione 1974-75 del campionato di serie B non è nato sotto i migliori auspici: infortunatosi ancor prima del via Reja è seguita la botta di Baisi. Tutto finito? Neppure per sogno. In settimana dopo la secca sconfitta di Avellino ecco il colpo gobbo dell’indisponibilità di Volpato, Puoino regista della squadra. Una pubalgia, niente di grave, ma il giocatore osserverà una ventina di giorni di riposo prima di riprescntarsi all’appuntamento con i compagni. Castelletti posto in stato d'allarme, sabato mattino ha ricevuto sul capo la quarta tegola, quella di Barbiero. Il giocatore durante l’ultima settimanale sgroppata. ha accusato un improvviso indolenzimento ad un polpaccio tanto che il medico ne ha consigliato un breve quanto prudenziale riposo. Le sorprese non erano finite in quanto domenica il mister si è trovato con il quinto uomo in difficoltà, Dalle Vedove. Il centrocampista nella notte aveva denunciato una leggera intossicazione, di probabile natura alimentare, per cui è stato gioco-forza fare gli scongiuri per evitare che pure il pullman di ”Paleto” forasse una ruota durante il viaggio di trasferimento da Acqui ad Alessandria. Con l’organico fortemente ridotto Castelletti ha chiamato a raccolta le forze valide per varare la formazione anti-Reggiana. L’assenza di Volpato si è notata sin dalle prime battute nonostante il gran prodigarsi di Vanara e Dolso sulla fascia centrale. Il ’’professore” Mazzia, chiamato a far da jolly, pur dando fondo alla ben nota esperienza, ha faticato più del previsto prima di entrare nel ruolo del capitano: Barbiero occupa nel contesto della squadra un posto più delicato di quanto si possa pensare. Il libero oltre ad avere i riflessi pronti deve ragionare, muoversi e fare lavorare i compagni in sintonia, per non prestare il fianco ad improvvisi sbandamenti in particolare quando l’avversario tenta di dare fondo alle energie. Un ruolo che non si inventa dalla sera alla mattina, ma Mazzia non potendo Castelletti disporre di altre pedine, ha accettato l’ingrato compito svolgendolo senza infamia e senza lode. L’Alessandria in difficoltà per l’assenza di alcuni uomini cardini, quasi non bastasse, si è trovata davanti ad una Reggiana che, invece di fare barricate, ha piazzato le proprie pedine in modo di contrare i padroni di casa, il più lontano possibile dalla propria area di rigore, onde poi fare scattare le punte verso Pozzani. La tattica degli emiliani ha posto chiaramente in difficoltà lo schieramento alessandrino, piuttosto approssimativo a centrocampo per le non perfette condizioni fisiche di Dalle Vedove. Sin dalle prime battute sono apparse evidenti le carenze della compagine nonostante lo spirito agonistico dell’undici ed in particolare di alcuni giocatori come Manueli, Vanara, Francescheili e Dolso. Iniziamo con Gigi tornato dopo molti anni a ricoprire il ruolo di mezza punta che è poi quello che predilige. Il ragazzo non sa muoversi in spazi ristretti e neppure possiede, sotto porta, il fiuto dell’uomo gol. Partendo da centrocampo sfrutta la maggiore potenza atletica, scambia velocemente e, possedendo una forte ’’castagna” cerca con una certa insistenza la porta avversaria. Le premesse non sono venute meno sul campo in quanto Manueli è risultato la punta più pericolosa dell’attacco alessandrino anche se non sempre la fortuna è stata dalla sua parte. Ha manovrato a largo raggio, ha cercato lo scambio con Franceschelli, si è gettato nella mischia con una determinazione che da tempo non vedevamo. Nel primo tempo in particolare è sovente partito da una posizione forse troppo a rre tra ta per cui non sempre è riuscito a trovare al momento della conclusione la necessaria lucidità. Indipendentemente da tale considerazione Manueli ha giostrato con autorità, ma non sempre ha trovato compagni pronti ad assecondarlo nella manovra. Abbiamo detto di Franceschelli, ma ciò che è mancato ai grigi è la punta vera, cioè il centravanti. Snidare dopo il favorevole esordio con il Brindisi si è trovata la strada sbarrata da uno Stefanello che poco gli ha concesso. Controllandolo da vicino e, a volte aiutandosi pure con le mani, lo stopper granata è riuscito a disarmare l’alessandrino che è andato sempre più calando, scomparendo alla distanza. Un’inversione di ruoli tra Snidaro e Franceschelli poteva forse essere tentata se non altro per sfruttare le doti fisiche del ragazzo che sono notevoli. L’Alessandria priva di un uomo gol e puntando essenzialmente sugli scambi tra Manueli e Franceschelli, è tuttavia riuscita a creare nel primo tempo alcune azioni di ottima fattura che tuttavia non hanno trovato il sigillo della dea bendata. Ha iniziato Manueli sciupando un preciso traversone di Snidaro, ha proseguito Franceschelli con un forte tiro malamente respinto da Memo e finito sulla base del montante. La scalogna più nera ha avuto l'apice al 37’ quando su un calcio d’angolo la sfera è pervenuta allo smarcato Dolso appostato al limite dell’area di rigore. Arrigo ha colpito di destro la sfera che si sarebbe insaccata nella porta sguarnita se Carcera non fosse retrocesso precipitosamente a deviare di testa sopra la traversa. Sfumata la grande occasione per portarsi in vantaggio i padroni di casa si sono arenati. Nell’Alessandria il protagonista è sempre risultato il centrocampo: venendo meno quest'ultimo il fragile equilibrio della compagine si spezza e le carenze si ingigantiscono nonostante l’impegno dei ragazzi. Priva di uomini come Reja e Volpato e senza il ’’cervello" di Mazzia ad impostare il gioco, la squadra ha smarrito il filo della manovra. Il gran prodigarsi di Vanara, ripetutamente colpito dagli avversari senza che l’arbitro intervenisse, e la generosità di Di Brino non è servita per ristabilire l’equilibrio. Sulla formazione varata da Castelletti ha notevolmente. pesato la giornata negativa di Dalle Vedove, il quale dopo avere lottato nella fase iniziale, ha finito per estraniarsi dalla realtà del gioco. (Il Piccolo -Il Gattopardo) RISULTATI: Como - Brescia 0-0 Foggia - Brindisi 1-0 Genoa - Sambenedettese 2-3 Palermo - Avellino 2-0 Parma - Catanzaro 0-0 Perugia - Atalanta 3-0 Pescara - Verona 2-1 Spal - Arezzo 0-1 Taranto - Novara 1-0 CLASSIFICA: Perugia p. 24; Verona 22; Brescia 20; Novara 18; Catanzaro, Foggia 17; Palermo, Pescara 16; Avellino, Genoa, Sambenedettese 15; Como, Parma, Alessandria 14; Atalanta 13; Taranto 12; Arezzo 11; Spal 10; Reggiana 9; Brindisi 3. MARCATORI: 8 reti: Pruzzo (Genoa), 7: Simonato (Sambenedettese), 6: Ferrari (Avellino), Bonci (Parma), Nobili (Pescara), Zigoni (Verona). Il punto sul campionato Il Perugia, liquidando con un secco 3-0 l'Atalanta, mentre 11 Verona era costretto ad Incassare, a Pescara, la sua terza sconfitta stagionale, riprende la fuga al comando della serie B. I veneti sono di nuovo a due punti, mentre segue, ancora distanziato di due punti, il solido Brescia che ha chiuso imbattuto la difficile trasferta di Como. Il Novara, che sperava di approfittare, nella trasferta di Taranto, di eventuali passi falsi delle « grandi », ha dovuto invece accettare una battuta d'arresto piuttosto amara. Un'amarezza che viene dalla dubbia validità della rete del pugliesi, messa a segno dall' « ex » Jacomuzzi dopo una carica al portiere. Sul piano del gioco, gli azzurri di Seghedoni hanno mostrato di meritare il pareggio ma purtroppo quell'episodio negativo ha pesato irrimediabilmente sul risultato. La sconfitta, tuttavia, non altera le possibilità del Novara, che 6 sempre In buona posizione alle spalle delle favorite per la promozione. Il Genoa, Invece, facendosi battere per 3-2 in casa dalla Sambenedettese, ha detto definitivamente addio a speranze che erano forse soltanto illusioni. Non solo 1 rossoblu non possono più pensare alla serie A, ma devono stare molto attenti a non sentire presto aria di serie C. La difesa ligure, sempre che Campidonlco non riesca a risolvere il problema con il suo ormai prossimo ritorno nei ranghi, costituisce un tale disastro da far diventare uno squadrone anche la Sambenedettese e da far apparire, di riflesso, pericolose anche le rivali più modeste. Cambiare allenatore non servirebbe a niente: forse servirebbe di più se Vincenzi potesse lavorare in pace, senza sentirsi alle spalle il fiato di chi, all'Hilton, aveva sbagliato tutto già quest'estate. L'Alessandria, Intanto, ha fallito l'obiettivo-vittoria anche contro la Reggiana, mostrando le consuete pecche di un'Inquadratura che non può consentire miracoli. I grigi, a quota 14, un punto dietro al Genoa, non sono ancora in zona di immediato pericolo, ma occorre un pronto riscatto in trasferta per evitare di finire in un gorgo da cui sarebbe poi estremamente difficile risollevarsi. (La Stampa)