Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
02-02-1975 - Giornata: 18 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Foggia US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 28. aut. Doldi [Fo]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Baisi Sergio Pietro, Manueli Luigi, Mazzia Bruno [65. Volpato Angelo], Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Snidaro Gian Carlo All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
FOGGIA US: Trentini, Cimenti, Colla, Fumagalli, Sali, Borgo, Pavone, Inselvini, Bresciani, Villa Luigi [63. Fabbian], Doldi. A disp.: Giacinti, Bruschini. All.: Maldini Cesare

Arbitro: Zanchetta Giuseppe (Treviso)
Note
Ammoniti: Villa [F], Inselvini [F] Pavone [F], Bresciani [F] Angoli: 2-6. Spettatori: 6.199 paganti, 541 abbonati, incasso L. 16.616.200 Giornata di sole, temperatura fredda. Inizio gara ore 15.00

Commento
Secondo successo dei grigi in casa L'ALESSANDRIA SUPERA IL FOGGIA CON UN AUTOGOL Seconda, sofferta vittoria dei grigi In casa. Vittima (0 a 1) il Foggia che si è affossato da solo con un'autorete di Doldi, malgrado avesse un bisogno disperato di punti per tenersi agganciato alla parte alta della classifica e poter continuare a sperare nella promozione. Più che una partita è stata una battaglia, accesa al 28' del primo tempo quando l'estrema sinistra foggiana ha avuto la sventura di mandare il pallone nella propria rete. « Volevi 30 milioni di reingaggio — hanno urlato disperati numerosi tifosi pugliesi dopo la conclusione dell'incontro allo sfortunato Doldi — non farti più vedere a Foggia! ». Ma la colpa di questa sconfitta non va certo ad un solo giocatore. II Foggia, pur dimostrandosi un complesso molto forte, ha avuto la presunzione di poter rimediare alla malfatta caricando a testa bassa, senza ragionare, dimenticandosi forse di non avere in campo uomini come Pirazzini, Lodetti, Lorenzetti ed Enzo. L'Alessandria ha lasciato fare, ha sopportato una discreta bastonatura (Villa, Pavone e Bresciani si sono beccati ammonizioni varie per gioco scorretto e proteste) ma, una volta conseguito il punto, non ha più mollato un pallone, ha offerto una prova gagliarda sul piano agonistico rinunciando però troppo a giocare. Cosi, cercando soltanto di parare i colpi, i grigi hanno dovuto trasformarsi in gladiatori, faticando sino all'ultimo istante, mettendo i propri tifosi nella condizione di morire d'infarto. Il punto centrale dell'incontro è stato certamente il duello fra il terzino Di Brino e l'ala del Foggia Pavone, ex del Torino. L'irruenza dell'attaccante pugliese, la sua mobilità, in alcune occasioni la sua cattiveria non hanno avuto ragione dell'indomito Di Brino che ha francobollato il rivale dal principio alla fine, neutralizzandolo quasi in ogni occasione. Ma del resto tutta la difesa piemontese ha giocato all'altezza della situazione. Colombo ha avuto il suo da fare con il ventenne Bresciani, un ragazzo dall'elevazione eccezionale, tecnicamente validissimo che ha solo il difetto di essere ancora acerbo e di non sapersi controllare a modo, facendosi pescare in falli plateali nell'area avversaria. Bresciani è di proprietà della Fiorentina che farà bene a farlo rientrare presto in sede. Un po' di sgrossatura e certamente sentiremo ancora parlare di questo attaccante. Tornando alla difesa alessandrina un «bravo» va anche a Maldera che ha rincorso Doldi per tutto il campo senza lasciargli spazio ed a Barbiero sempre preciso. In quanto a Vanara bisogna dire che è stato se non il migliore In campo, sicuramente fra i migliori. Si è battuto come un leone ed ha avuto spunti felici sia in difesa che in fase di alleggerimento o d'attacco. Note dolenti, invece, per centrocampo e punte. Ad un Dolso opaco, troppo discontinuo, carente forse d'allenamento per l'infortunio appena superato, si è aggiunto un Dalle Vedove ancora fuori palla, appena l'ombra del magnifico cursore visto in altre occasioni. Con questi motori inceppati, poco hanno potuto fare Manueli e Franceschelli, soli in balia alla furia foggiana. Nella ripresa Castelletti ha sostituito al 65' Mazzia, sino a quel momento abbastanza positivo ma colpito duramente un paio di volte, con Volpato. Questi ha dato un po' più di ordine, ma quando ormai i remi erano in barca. Del Foggia abbiamo detto. Potenzialmente è una grande squadra poiché in tutti i reparti è forte, a partire dal portiere Trentini per finire a Doldi. Con una parentesi per Luigi Villa che ha rischiato l'espulsione per la sua rabbia espressa in calcioni. sostituito opportunamente da Maldini al 63' con Fabbian. Ma non fa stupire la posizione dei pugliesi a metà classifica se sinora (concedendo le attenuanti per le assenze) ha sempre giocato in questo modo così confuso, con un arrembaggio che non può dare molti frutti. La cronaca, con il gioco che è stagnato per lo più a centrocampo è piuttosto povera di spunti. I maggiori pericoli li ha comunque corsi Trentini. Il portiere foggiano è dovuto intervenire con un gran tuffo al 6' quando Fumagalli ha deviato involontariamente con le terga un gran tiro di Franceschelll. Al 20' lo stesso difensore ha parato un tiro al volo di Manueli in corsa, ma non ha potuto fare nulla al 28' sull'azione dell'unico gol della giornata. C'è stata una punizione sulla sinistra a favore dell'Alessandria. Ha battuto Mazzia che ha messo al centro per Vanara. Questi ha lasciato partire un tiro che Doldi, in posizione arretrata ha bloccato in piena area con un braccio. Mentre si gridava al rigore (l'arbitro forse ha lasciato correre applicando la regola del vantaggio), lo stesso Doldi ha ripreso immediatamente cercando di calciare in corner. Ma ha avuto la sfortuna di battere verso la rete. Il pallone è prima andato a finire sulla base del palo e poi in rete. Trentini con un tuffo alla disperata non ha fatto che sospingere la sfera, già entrata, ancora più forte nella porta. La reazione del Foggia è stata persino esagerata e in qualche momento troppo nervosa. Al 42' Bresciani con un colpo di testa perfetto su lancio dal corner ha messo nella rete di Pozzani ma l'arbitro Zanchetta aveva già fischiato per gioco pericoloso dello stesso centravanti. Nella ripresa, nonostante la foga di entrambe le contendenti, non c'è più stato un tiro in porta. Pozzani è intervenuto un paio di volte su palloni trasversali alti e nulla d'altro. Solo all'ultimo minuto Pavone,imbeccato da Bresciani è riuscito a sfuggire a Di Brino che da mezz'ora circa zoppicava con una caviglia gonfia come un melone, ma il bravo portiere alessandrino gli si è tuffato sul piedi bloccando l'azione. (La Stampa - Ed. Sport - Cristiano Chiavegato) DOLDI SBAGLIA PORTA E L'ORSO ESULTA PER LA SECONDA VITTORIA La ’’mancina” foggiana inganna il proprio portiere, sbloccando il risultato © La retroguardia grigia sempre sugli scudi, con Pippo Pozzani in vena di prodezze (sventa al novantesimo l’ultima incursione di Pavone) e di primati (403 minuti di imbattibilità) © L’Alessandria a quota diciotto sorpassa il Genoa, distanziando la quartultima di cinque punti © Ritorna Volpato mentre Reja si appresta al rientro I ’’grigi”, battendo i ’’satanelli” del Foggia, hanno compiuto un ulteriore passo in avanti sulla strada della salvezza. A quota diciotto, in compagnia degli stessi pugliesi e dell’Avellino, si respira aria piu salubre. La classifica dei mandrogni rispetta appieno il ruolino di marcia fissato all’inizio del campionato, un punto a partita. Con la prossima domenica si giunge alla sommità del girone di andata, un girone che ha visto Barbiero e compagni farla da padrone sui terreni altrui come dimostra il ruolino di marcia. Le tre vittorie esterne e gli altrettanti pareggi hanno consentito all’Alessandria di controbilanciare l’emorragia dei punti perduti o scialati al ≪ Moccagatta ≫. Con un pizzico di fortuna quota venti era alla portata della compagine che, alla vigilia dell’esordio tra i cadetti, era guardata con un certo qual sospetto. La matricola si è ben comportata, come hanno fatto sia il Pescara che la Sambenedettese, tanto da mettere in soggezione sia il Perugia che lo stesso Verona per non parlare del Genoa. Sono considerazioni sulle quali occorre riflettere nel prossimo futuro. Come è stato possibile raggiungere una meta così ambita nonostante gli infortuni a Reja, Baisi e Volpato? La serietà e la responsabilità dei giocatori, chiamati ad un impegno di tutto rispetto, sono alla base del successo. L’Alessandria non ha nelle fila l'uomo faro sul quale si accentra il gioco dei compagni, ma tante pedine pronte a muoversi, senza badare eccessivamente al risparmio di energie. L’amalgama, il desiderio di ben figurare, di conquistare le simpatie dei tifosi è la molla che spinge gli atleti a comportarsi come veri professionisti. Occorre dare atto ai ragazzi di quanto di buono hanno saputo fare sinora per rammentare l’utilità di non adagiarsi eccessivamente sugli allori. Il campionato è ancora lungo e tutto può accadere. L’ottima classifica non deve trarre in inganno alcuno: occorre stringere i denti, battersi con la stessa determinazione, non lasciarsi ingannare dallo specchietto delle allodole. Il livello delle squadre della zona bassa pare ancora più basso dello scorso torneo, ma le rimonte del girone di ritorno sono sempre clamorose. Non è la prima volta che si assiste a risvegli clamorosi di squadre senza nerbo ed al crollo di altre, mattatrici nella fase ascendente, il discorso è valido proprio in considerazione delle venti restanti gare. Sono in palio complessivamente quaranta punti e, non sono pochi. Affrontando il ritorno oltre ad accendersi la singoiar tenzone per la salvezza divamperà la bagarre per la promozione. Sono almeno sei le compagini aspiranti al passaggio di categoria anche se Perugia e Verona sembrano le grandi mattatrici. Nessuna distrazione, nessun cedimento prima di avere la matematica certezza della permanenza in serie B. La penultima del girone di andata ha dimostrato un certo risveglio tra le squadre interessate alla sqpravvivenza: la Reggiana dopo il cambio dell’allenatore è finalmente pervenuta alla prima vittoria stagionale; l’Arezzo ha letteralmente surclassato il Novara complesso di prim’ordine intenzionato a non mollare la terza posizione in classifica. Brindisi, Spal e Taranto invece sono rimaste al palo a tutto vantaggio delle altre concorrenti. L’Alessandria pur con i suoi malanni è riuscita a dire la sua con i pugliesi aggiudicandosi un successo veramente prezioso. Ancora una volta la volontà ha prevalso sulla tecnica, sul potenziale atletico. Le vicissitudini del Foggia si conoscono: la squadra retrocessa dalla serie A è stata impostata per un pronto ritorno nella massima categoria. I dirigenti non hanno badato a spese rinforzando la compagine sia a luglio che ad ottobre. Non sempre basta acquistare per creare la squadra vincente: se le pedine non sono al punto giusto si rischia di fare delle figuracce. A pagare lo scotto del mancato rilancio in orbita è stato Toneatto, un allenatore capace, profondo conoscitore delle cose del calcio italiano. Gli è succeduto Cesare Maldini il ’’secondo” di Rocco al Milan. Il neo trainer si è rimboccato le maniche, ma sinora il miracolo non è arrivato: in due partite non ha racimolato che un punto e per di più tra le mura amiche. Privo di Pirazzini, Lodetti, Lorenzetti ed Enzo che sono un po’ le colonne dei ’’satanelli”, Maldini ha imbastito una formazione efficiente nella manovra, ma claudicante nelle conclusioni. L’obiettivo non dichiarato, ma evidente era il pareggio se non altro per rispettare la media inglese. Il Foggia ha impostato la gara più sul centrocampo che sull’offesa convinto di riuscire a passare grazie alla maggiore mobilità di Bresciani e Pavone. Castelletti ancora alle prese con le assenze dei tre uomini principi del complesso ha preferito non arrischiare troppo accontentandosi, se del caso, del pareggio. Il tecnico alla vigilia della contesa non aveva esitato a riconoscere che il pareggio pareva il risultato più giusto anche se in cuor suo sperava nel successo pieno per riportare tranquillità nell’ambiente. Lo schieramento prudenziale assunto sin dalle prime battute è stato mantenuto durante i novanta minuti, accentuandosi dopo l’autorete di Doldi. Bloccate le tre punte rossonere, Castelletti ha creato un ulteriore sbarramento a tre quarti avvalendosi di Vanara, Dolso e Dalle Vedove. Per generosità Elio ha superato i compagni dalla cintola in su, gettandosi su ogni palla, contrastando vigorosamente l’avversario e tentando di eliminare la frattura esistente tra la retroguardia e le punte. Un andarivieni massacrante per cucire i due tronconi stante la posizione arretrata di Dolso e Dalle Vedove. Per l'intera gara l’alessandrino ha ribattuto colpo su colpo all'avversario proteso in avanti alla ricerca dello spazio per piazzare la botta vincente. Nella veste di regista arretrato Dolso ha lavorato molto per mantenere il controllo della palla fiancheggiando l’azione di Barbiero e Di Brino chiamato a tenere sotto sorveglianza Pavone, una ala scattante e che sa liberarsi nello spazio di un fazzoletto. Ormai di Arrigo si conoscono pregi e difetti: non mancano i pezzi di bravura tali da scatenare l’applauso, ma sul limitare dell’area di rigore i giochetti fanno sempre venire il brivido. Certi cincischiamenti sono inopportuni e assai pericolosi. Non avendo problemi di sostegno alla manovra d’attacco l’apporto che riesce a dare nel contropiede è purtroppo limitato per non dire nullo. Giocando in casa una più frequente fluidificazione in avanti non rovinerebbe, anzi contribuirebbe a sostenere il lavoro offensivo. Per Dalle Vedove insistiamo nell’affermare che il ragazzo ha in serbo qualità tali che gli consentono di esprimersi ad un livello assai superiore. Sarà un nostro ’’pallino”, ma le diverse disposizioni tattiche, varianti gara per gara, influiscono non poco sul ragazzo le cui caratteristiche tecniche sono ben note. Nelle ultime domeniche ha giostrato come mezza punta avanzata o come centrocampista puro; raramente lo si è visto sganciarsi sfruttando la progressione e lo stacco sui palloni alti Diciamo che la posizione di Dalle Vedove meglio si stabilizzerà con il ritorno di Reja. Liberato dall’incarico di badare più alle spalle che in avanti Dalle Vedove troverà certamente la ’’carica” per assestarsi su un livello di rendimento assai più fruttifero. Nell’attesa non resta che affidarsi alla verve del ragazzo al quale riconosciamo una volontà notevole anche nei momenti in cui resta intrappolato tra le maglie dei centrocampisti avversari. L’Alessandria dopo 388' di sterilità è tornata ad assaporare le gioia del gol ad opera altrui. Per spezzare il ghiaccio si è resa necessaria una classica autorete di Doldi ’’punzecchiato” a fine partita dalla numerosa colonia pugliese presente, al Moccagatta con decine di bandiere. L’ala è incappata nel più grave infortunio della carriera: un innocuo pallone fermato con il braccio e poi il tocco traditore che spedisce la sfera invece che a lato nella propria rete. Trentini dopo che il pallone ha urtato la base del montante ciabatta con la mano dandogli il colpo di grazia. L’Alessandria grazie al regalo è riuscita non solo a tornare a galla, ma a costruire il successo finale compiendo un ulteriore passo in avanti verso il centroclassifica. La scarsa penetrabilità degli attaccanti grigi è proverbiale: assente Baisi un centravanti di manovra più che di sfondamento, ma sempre pronto a sfruttare l'errore dell’avversario, si sono sinora dimostratagli dal tecnico e dai compagni dovrebbe facilitare la crescita indispensabile per affermarsi tra i professionisti. (Il Piccolo - Il Gattopardo) RISULTATI: Arezzo - Novara 2-1 Atalanta - Sambenedettese 1-0 Avellino - Parma 3-1 Brescia - Genoa 1-0 Catanzaro - Verona 0-0 Como - Spal 2-0 Perugia - Pescara 2-2 Reggiana - Brindisi 2-0 Taranto - Palermo 1-2 CLASSIFICA: Perugia p. 27, Verona 26, Brescia 23, Novara 22, Palermo, Catanzaro 21, Como, Pescara 19, Avellino, Alessandria, Foggia 18, Atalanta, Genoa, Sambenedettese 17, Parma, Taranto 15, Arezzo 13, Reggiana, Spal 12, Brindisi 10. MARCATORI: 8 reti: Pruzzo (Genoa); 7: Ferrari (Avellino); Nobili (Pescara); Zigoni (Verona); 6: Zigoni (Verona); La Rosa (Palermo); Turella (Novara); Paina (Spa); Bonci (Parma); Simonato (Sambenedettese): Il punto sul campionato Bloccata sul pareggio la capolista Perugia dal vivacissimo Pescara con il Verona protagonista di un positivo zero a zero a Catanzaro, la distanza tra le due prim'attrici della serie B rimane di un punto, cioè invariata. La novità della giornata, per quanto riguarda la lotta nel settore promozione viene purtroppo dal Novara che, contro ogni previsione, è andato a perdere giocando male e fallendo pure un rigore, sul campo dell'Arezzo. La squadra toscana vale indubbiamente di più di quanto non dica la sua precaria classifica. Ma è chiaro che è stato il Novara, che s'è esibito decisamente sotto tono in tutti i reparti, ad offrire la vittoria agli avversari su un piatto d'argento e a perdere la più favorevole delle occasioni per rinsaldare il suo terzo posto e creare le premesse più allettanti per lo scontro di domenica prossima in casa col Perugia. Della battuta a vuoto dei novaresi ha approfittato il Brescia che, vittorioso di misura sullo sfortunatissimo Genoa, è risalito al terzo posto scavalcando la squadra di Seghedoni. Il Novara è quarto a un punto, ma alle spalle incalzano il Palermo meritatamente vittorioso a Taranto ed il Catanzaro che ha confermato le sue qualità pareggiando con il Verona. L'Alessandria intanto, grazie al secondo successo casalingo ottenuto a spese del Foggia, si è portata a metà classifica ed ha addirittura scavalcato il Genoa. E' questo indirettamente il migliore degli elogi per la squadra di Castelletti che continua il suo cammino con umiltà ed estrema dignità. (La Stampa)