Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
09-02-1975 - Giornata: 19 - San Benedetto del Tronto - Fratelli Ballarin


Sambenedettese US - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 79. rig. Berta [Sa]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio [46. Volpato Angelo], Franceschelli Paolo, Manueli Luigi, Mazzia Bruno, Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo A disp.:Baretta Giancarlo, (P) Croci Claudio All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
SAMBENEDETTESE US: Martina, Romani [65. Bianchini], Catto, Agretti, Anzuini, Castronaro, Ripa, Berta, Pasquali, Simonato, Basilico. A disp.: Migliorini, Bianchini. All.: Bergamasco Marino

Arbitro: Lapi Giancarlo (Firenze)
Note
Espulso 31. Mazzia [A - doppia ammonizione]. Ammoniti 16. Mazzia [A], 45. Vanara [A], 53. Barbiero [A] Angoli: 7-0 Spettatori: 8.000 Inizio ore 14.30

Commento
IN LI...BERTÀ LA SAMBENEDETTESE AUSPICE LA COLLABORAZIONE DI LAPI L’arbitro fiorentino ha punito oltremisura i grigi, privandoli dopo mezz’ora di gioco di Mazzia - Serio incidente a Colombo a metà tempo - L’Alessandria, pur ridotta in dieci e con Dalle Vedove nel ruolo di stopper, ha ceduto su calcio di rigore a 10’ dal termine - La grande soddisfazione di "Fumino" che ha interrotto il primato di Pozzani - Sportivi mobilitati per il confronto con il Como di Marchioro Amara conclusione dei girone di andata per i grigi sul rettangolo del « Ballarin » di San Benedetto del Tronto. Una sconfitta le cui ripercussioni vanno oltre i punti perduti: Mazzia, espulso; Colombo, seriamente infortunato; Vanara, zoppicante; Maldera e Manueli, colpiti duramente. Per l’esordiente Lapi di Firenze tutto regolare: è uscito dallo stadio con tante strette di mano da parte dei dirigenti locali, dicendosi dispiaciuto per la espulsione di Mazzia, ma soddisfatto per « avere applicato alla lettera il regolamento ». Per l’Alessandria, come è stato scritto, il danno e le beffe. Il brucio è ancora maggiore per il gol subito a dieci minuti dalla conclusione ad opera di Massimo Berta, un ex — tra i migliori in campo — trasformatosi in rigorista. L’Alessandria, seppure sconfitta, conserva una posizione di classifica buona, ma più che l' oggi preoccupa non poco il domani. Sin dalla prossima domenica bussa al Moccagatta il Como, rigenerato dall’exploit di Verona, poi ad una settimana di distanza la trasferta nella tana della capolista Perugia. Con Mazzia tra coloro che son sospesi e senza Colombo, i problemi si moltiplicano per Castelletti che ha ricuperato Volpato ed è in attesa di Reja. Il campionato 1974-75 non può dirsi nato all’insegna della buona sorte: la serie di incidenti e le ultime disavventure, confermano ampiamente le difficoltà sinora incontrate dalla compagine mandrogna. Prima di proiettare lo sguardo nel futuro, analizziamo l’ultima gara del girone di andata con la Sambenedettese, una compagine il cui obiettivo era e resta la salvezza. Sin dalla vigilia si sapeva della pericolosità dei rosso-blu anche se privi di uomini del calibro di Chimenti e Trevisan. I marchigiani ogni qualvolta giocano sul proprio terreno si trasformano, danno il meglio, cercano — sotto la spinta del pubblico — il successo a tutti i costi. Castelletti per non correre rischi ha ripetuto Pescara: centrocampo abbottonatissimo davanti alla difesa, con Manueli in posizione più avanzata per appoggiare le puntate di Franceschelli. Una disposizione tattica tendente a rompere il gioco avversario, ad addormentare la gara onde creare le premesse al contropiede. Sullo schieramento sin troppo prudenziale si può discutere a lungo, ma nell’impossibilità della controprova non resta che analizzare il rendimento del complesso prima e dei singoli poi. Ricuperato capitan Barbiero, gli alessandrini si sono schierati con la consueta formazione, impiegando Mazzia come centravanti arretrato per concedere maggiore respiro al pacchetto difensivo. La Sambenedettese si è chiaramente trovata in difficoltà non riuscendo a sganciare le proprie punte né al centro, né sulle fasce laterali dove Maldera e Di Brino si battevano con notevole determinazione. A rompere le uova nel paniere era Lapi: al 31’ il direttore di gara, dimostrando una severità inconsueta indicava a Mazzia la via degli spogliatoi. Cosa era accaduto? II « professore » già ammonito per gioco falloso, per sventare un lungo lancio era intervenuto sulla traiettoria fermando il pallone con una mano. Per l’arbitro era gioco ostruzionistico e, sommando le due ammonizioni, espelleva l’alessandrino. Nulla da eccepire sull'applicazione del regolamento, ma molte riserve possono invece essere avanzate sulla severità del secondo richiamo. Sui campi di gioco raramente un giocatore viene ammonito quando interrompe l’azione. Uscendo Mazzia lo schema tattico ha accusato più di una smagliatura per l'infortunio di cui era stato protagonista poco prima Colombo. Lo stopper, in elevazione, spinto alle spalle da Pasquali, cadeva rovinosamente accusando un risentimento al nervo sciatico. Stringendo i denti Antonio trovava la forza per battersi sino alle scadere dei primi quarantacinque minuti poi, gettava la spugna. Sino al momento dell’incidente l’alessandrino era riuscito a tenere a freno la baldanza di Pasquali sganciandosi ripetutamente in avanti, per sostenere il contropiede. Ridotti in dieci e con Colombo claudicante, le probabilità di uscire indenni dal ’’Ballarin” si sono ridotte di un buon cinquanta per cento. DALLE VEDOVE Castelletti nell’intervallo ha tentato, attraverso un ennesimo accorgimento di rendere ancora più difficile le conclusioni a rete del rossoblu. Dalle Vedove è retrocesso sul ’’lungo” Pasquali mentre Volpato ha occupato una posizione intermedia per raccogliere i rilanci della difesa ed impostare su Franceschelli o Manueli. La Samb, incitata a gran voce dal pubblico, ha iniziato un lungo lavoro ai fianchi dell’avversario per riuscire a scardinare il catenaccio grigio. Capitan Barbiero ben coadiuvato dai compagni è riuscito a tamponare le falle in modo egregio, tanto da creare le premesse per agguantare il pareggio. Il sogno si è però infranto all’ottantesimo nel momento in cui Volpato si è appoggiato su Bianchini (subentrato a metà ripresa in sostituzione di Romani) che tentava di intervenire di testa su un lungo cross proveniente dalla destra. Il marchigiano ha ingigantito la portata dell’intervento del centrocampista grigio e Lapi non ha esitato un solo istante ad indicare il dischetto del calcio di rigore. A battere la massima punizione Bergamasco ha scelto Berta — sino a quel momento tra i migliori in campo — e l’ex alessandrino con un pallonetto alla destra di Pozzani ha fatto giustizia. Un gol galeotto che ha letteralmente stroncato gli alessandrini encomiabili per la volontà profusa. Era possibile fare meglio? l’enigma non è di facile soluzione proprio perchè l’Alessandria priva di Mazzia ha scelto l’unica strada possibile per salvarsi da una sconfitta divenuta inevitabile nel momento in cui il ’’professore” imboccava il sottopassaggio. Castelletti a fine partita ha difeso con vigore il proprio operato. « La prestazione dei ragazzi è risultata stupenda non ho da muover loro alcun appunto. Si accusa l’Alessandria di essersi difesa ad oltranza, ma cosa potevamo fare? La Sambenedette se ha creato molto gioco, ma quante occasioni da gol ha avuto durante i novanta minuti? Disponessimo di un maggiore potenziale d’attacco avremmo rischiato qualcosa in più. Lottiamo per la salvezza e non possiamo limitarci a divertire il pubblico. Giocando aperto avremmo incassato tre gol: non sarebbero mancati gli elogi, ma sul piano della praticità non avremmo tratto alcun vantaggio. La fortuna non è stata dalla nostra parte, ma la strada sinora seguita ha consentito alla squadra di racimolare ben nove punti lontano dal Moccagatta ». Le giustificazioni del tecnico non prestano il fianco a critiche, ma resta pur sempre aperto il grave problema della sterilità degli avanti. Sono sei partite — se si eccettua il regalo del Foggia — che i grigi rincorrono senza troppa fortuna la via della rete. Un primato negativo da cancellare al più presto. Il compito di Castelletti non è semplice, ma qualcosa occorre pur fare se non altro per evitare altri insuccessi. Tra i’Alessandria della prima fase di campionato e quella attuale c’è una differenza notevole: mentre prima si sfruttava maggiormente il contropiede, ora si punta essenzialmente sulla difesa lasciando Franceschelli senza la collaborazione di un compagno. VANARA La scorsa domenica gli alessandrini hanno impegnato il portiere avversario complessivamente due volte: una per tempo e non sempre con conclusioni al fulmicotone. Una condotta leggermente più aperta gioverebbe pure alla retroguardia costretta a svolgere un lavoro massacrante. Al ’’Ballarin” Maldera e Di Brino e lo stesso Barbiero hanno dato il meglio. Una nota di merito spetta senza ombra di dubbio a Maldera, un vero mastino. Attilio ha lottato veramente con il cuore in mano per contenere le sfuriate dei rossoblu: si è battuto senza mai ricorrere ad ostruzionismi di sorta. Aveva le lacrime gli occhi quando Lapi ha decretato il rigore: gli pareva impossibile la sconfitta dopo avere dato il meglio. Altrettanto hanno fatto Barbiero e Di Brino. Su Marcello si era posato sin dall’inizio lo sguardo del direttore di gara: « Se interviene ancora una volta duro, gli aveva detto Lapi, dopo soli tre minuti, la sbatto fuori ». Il difensore seppure sotto la minaccia del grave provvedimento ha ribattuto colpo su colpo senza incorrere in infrazioni di sorta. Battagliero e generoso come sempre Vanara è risultato il grande matador della giornata. Gli avversari non hanno fatto complimenti, ma Elio non si è arreso anche se alla fine zoppicava vistosamente. Nel clima surriscaldato dello stadio marchigiano non bisogna dimenticare la prova di coraggio fornita da Dalle Vedove chiamato nella ripresa a controllare il "lungo” Pasquali II, un Marc’Antonio ottimo nel gioco aereo come negli scatti. Le preoccupazioni sulla prestazione di Giampiero si sono immediatamente dissolte: alcuni interventi volanti hanno fatto chiaramente intendere che il rossoblu non sarebbe passato con facilità. Pure Volpato immesso nella bolgia si è immediatamente inserito ricuperando palle al limite dell’area per impostarle a vantaggio di Franceschelli e Manueli. Lo stesso Dolso non ha rinunciato a rincorrere l’avversario, a stringere i denti per mantenere il più possibile il controllo della sfera. Un’Alessandria da elogiare in blocco per la resistenza opposta all’avversario, ma purtroppo tanto sacrificio si è dissolto al vento a dieci minuti dal termine. Nulla da eccepire sulla prestazione di Pozzani il cui record di imbattibilità si è fermato a quota 483 minuti: per fargli piegare la schiena c’é voluto un calcio di rigore. Il portiere sino al momento della massima punizione si era battuto con una notevole carica salvando la propria rete in più di una occasione. Splendido poi l’intervento al 69’ in occasione di una punizione a due in area: Pippo con notevole prontezza era riuscito a respingere un tiro ravvicinato di Castronovo. Le preoccupazioni più che alla classifica vanno al ricupero degli infortunati. Colombo domenica sera faticava a reggersi in piedi: una botta piuttosto dura. Solo attraverso il responso dei medici sarà possibile stabilire l’entità del danno. La presenza di Antonio con il Como riveste una importanza di primo piano: Ulivieri non è mai riuscito a siglare un gol con lo stopper alessandrino alle costole. Nel malaugurato caso lo stopper non riuscisse a ristabilirsi, Castelletti sarà costretto a rivoluzionare il pacchetto difensivo. L’altro interrogativo concerne Mazzia: solo mercoledì sera si conosceranno le decisioni del giudice sportivo. Gli esperti dicono che sarà ammonito: speriamo. Gli altri giocatori seppure acciaccati saranno pronti ad affrontare l’undici lombardo, esploso domenica con la vittoria a sorpresa sul campo del Verona. I ragazzi di Marchioro nelle ultime domeniche hanno ricuperato il terreno perduto e l’aggancio con le terze in classifica non è impossibile se supereranno l’ostacolo dell'Orso grigio. L’Alessandria pur con i limiti e le carenze offensive, sa offrire il meglio contro le compagini di primo piano. Il pubblico è chiamato ancora una volta a dare un mano ai beniamini con un incitamento costante. Superando senza eccessivo danno gli azzurri la trasferta di Perugia sarà affrontata con ben altro spirito. Capitan Barbiero e il suo manipolo, beffati a San Benedetto del Tronto dall’arbitro prima e dalla sorte dopo, sono intenzionati a bissare il successo del girone di andata. Per il clan grigio sarebbe veramente una grossa soddisfazione. (Il Piccolo del 12 febbraio 1973 - Il Gattopardo [Giuseppe Zerbino]) UN AMARO RIGORE UMILIA L'ALESSANDRIA MENOMATA Espulso Mazzia, il centrocampo piemontese è rimasto sguarnito - Infortunio di Colombo, lunghi minuti di noia, poi il discutibile penalty Il girone di andata, per i grigi, è finito con una sconfitta (0-1), nel peggiore dei modi. Fino al 32' dei primo tempo, quello di San Benedetto sembrava dover essere un incontro senza storia. L'allenatore rossoblu Bergamasco, alla vigilia, aveva ammesso tranquillamente che si sarebbe accontentato di Un pareggio. Castelletti, nonostante l'ottima Impressione suscitata sempre dal grigi in trasferta, aveva impostato per la trasferta marchigiana una squadra chiaramente difensivistica. Per più di mezz'ora non si era registrata un'occasione da gol, un tiro in porta, uno sbilanciamento offensivo; un leggero predominio, soltanto, dei padroni di casa, incapaci però di concretizzarlo sorprendendo l'attenta difesa piemontese. Al 32', appunto, l'arbitro fiorentino Lapi espelle Mazzia per una doppia ammonizione (la prima era stata fischiata al 16'): i grigi rimangono scoperti a centrocampo, dove il giocatore operava, con la maglia numero nove, come falso centravanti, e la Sambenedettese si trova «costretta» ad attaccare per sfruttare la sua superiorità numerica. Ne farebbe forse a meno Bergamasco, vista la solidità della retroguardia ospite, ma il pubblico incita a gran voce i giocatori all'attacco e 1 marchigiani non possono sottrarsi al dovere di tentare la conquista del due punti. Non cambia molto agli effetti pratici, lo svolgimento del gioco: l'Alessandria infatti continua a difendersi con ordine, pasticciando solo in fase offensiva e i rossoblu attaccano ma con malagrazia, senza mal mettere In difficoltà Maldera e compagni. Pozzani rimane inattivo per lunghi minuti, mentre il suo collega Martina vede soltanto avversari lontani e potrebbe tranquillamente abbandonare i pali. Se non vengono le occasioni da gol, non manca però lo spettacolo a centrocampo, dove le due squadre si danno battaglia senza esclusione di colpi. Alla fine saranno i grigi ad avere sulle gambe i segni più profondi e il rosso del sangue, ma anche i padroni di casa devono ricorrere in abbondanza a bende e cerotti. Costretta a difendersi ancor più del previsto, l'Alessandria, per colmo di sfortuna, nel primo tempo perde anche lo stopper Colombo. Il difensore infatti, sul finire della prima frazione di gioco, dopo un contrasto volante con il centravanti Pasquali, ricade pesantemente sul terreno riportando una forte contusione al nervo sciatico. Nella ripresa. Castelletti è cosi costretto a lasciarlo negli spogliatoi, arretrando Delle Vedove al controllo di Pasquali e inserendo Volpato a centrocampo. E' un incidente che sminuisce ulteriormente le capacità difensive dei grigi. La Sambenedettese non può contare, però, su Chimenti, 11 centravanti titolare, squalificato, e l'ex granata Pasquali non appare ben amalgamato con il resto della squadra. Ripa, Basilico, Simonato, lo stesso Pasquali non riescono, insomma, ad approfittare delle molte situazioni favorevoli, dando invano l'assalto all'area dei grigi. La spinta continua frutta soltanto un buon numero di calci dal limite e di corner, sui quali Pozzani è chiamato ad intervenire ma senza mai dare l'impressione di correre rischi eccessivi. Vengono ammoniti ancora Vanara, al 45'. per avere trattenuto un avversarlo per la maglia, e Barbiero, al 53', per proteste. I grigi si battono senza risparmio di energie per annullare l'inferiorità numerica e il risultato sembra destinato a rimanere immutato. All'80' il direttore di gara, però, riscontra una irregolarità nell'intervento in piena area di Volpato su Bianchini, e l'ex alessandrino Berta, da poco in forza alla Sambenedettese, trasforma abilmente il successivo penalty (1-0), tra le vane proteste degli ospiti. Vistisi sfuggire il risultato positivo, per i dieci minuti finali Dolso e compagni si proiettano all'attacco, ma il loro coraggio frutta soltanto, a qualche secondo dal termine, un calcio di punizione dal limite, che Manueli spara sul difensori. Comprensibile, negli spogliatoi, l'amarezza di Castelletti, che non vorrebbe rilasciare dichiarazioni e parla soltanto dopo essersi calmato con profonda riflessione. Castelletti elogia il secondo tempo dell'Alessandria, arresasi soltanto al fischio finale di Lapi; recrimina sulla decisione dell'arbitro; ammette sportivamente il merito degli avversari, abili nel gioco d'insieme, la cui unica pecca offensiva si spiega con l'assenza di un centravanti autoritario come Chimenti. (La Stampa - Ed. Sport - Salvatore Rotondo) RISULTATI: Brindisi - Arezzo 3-1 Foggia - Reggiana 1-1 Genoa - Avellino 1-1 Novara - Perugia 0-0 Palermo - Catanzaro 0-0 Parma - Brescia 2-0 Pescara - Atalanta 1-1 Spal - Taranto 2-0 Verona - Como 1-3 CLASSIFICA: Perugia p.28; Verona 26; Brescia, Novara 23; Palermo, Catanzaro 22; Como 21; Pescara 20; Avellino, Foggia, Sambenedettese 19; Atalanta, Alessandria, Genoa 18; Parma 17; Taranto 15; Spal 14; Reggiana, Arezzo 13; Brindisi 12 MARCATORI: 8 RETI: Pruzzo (Genoa), Zigoni (Verona); 7 RETI: Ferrari (Avellino), Nobili (Pescara); 6 RETI: La Rosa (Palermo): Palna (Spal): Turella (Novara); Boncei (Parma); Simonato (Sambenedettese): 5 RETI: Boccolini (Brindisi); Sirena (Verona), Vannini e Scarpa (Perugia); Bertuzzo (Brescia); 4 RETI: Ghio (Novara): Luppi (Verona): Sollier, Pellizzaro (Perugia); Listanti (Taranto); Bresciani (Foggia), Chimenti (Sambenedettese), Musiello (Atalanta); Scanziani Como); Villa (Arezzo), Sento (Pescara), Pelliccia (Spal). Il punto sul campionato Il girone di andata del torneo di serie B si conclude con la giusta conferma del Perugia come capolista e quindi campione d'Inverno, e con una clamorosa sorpresa che viene da Verona. La squadra gialloblù ha salutato male il ritorno del presidente Garonzi incassando la prima sconfitta casalinga della stagione, un Indiscutibile 3-1 ad opera del Como. Una giornata nera che non lascia tracce sulla classifica, tanto più che il Perugia, pareggiando meritatamente sul campo del Novara, aveva tolto ogni discussione sulla legittimità del suo primato: il Verona resta saldamente ancorato al suo secondo posto, con tre lunghezze di vantaggio sulle inseguitrici. D'ora innanzi il Novara, che si è riportato nuovamente in terza posizione a fianco del Brescia, per la sconfitta dei lombardi a Parma, dovrà tener conto di un fronte di avversari che si va sempre più allargando: oltre al Brescia, anche il Palermo e il Catanzaro (che hanno chiuso a reti inviolate alla « Favorita ») ed ora anche il ritrovato Como. Il Genoa, passato sotto la guida di Simoni, non ha ancora ritrovato ti gioco ma almeno è riuscito a porre un argine alla crisi chiudendo alia pari (1-1) con l'Avellino dopo aver fallito un calcio di rigore. I rossoblu erano in formazione di netta emergenza che tronca sul nascere qualsiasi commento negativo, rimandando ogni giudizio sulle possibilità del Genoa di chiudere dignitosamente la stagione al momento in cui Simoni potrà contare almeno su Corso e Frazzo. L'Alessandria infine ha chiuso male, ma non senza attenuanti, il girone d'andata. Uno 0-1 (su rigore) a San Benedetto, in una partita disputata per quasi un'ora in dieci per l'espulsione di Mazzia, non è un dramma. Castelletti ha mancato di una lunghezza la media di un punto-partita giudicata da lui indispensabile per restar fuori dalla mischia della retrocessione. Ma se i grigi si voltano indietro, hanno ben sette squadre alle spalle: questo è già molto, per chi bada solo a restare a galla. (La Stampa)