Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1972/1973
Serie C
26-11-1972 - Giornata: 11 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Udinese AC 3 - 1 (2 - 0)
RETI: 35. Bianchi B.[A], 38. Berta M.[A], 59. rig. Bianchi B.[A] 79. rig. Blasig [Ud]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Mayer Bruno, Berta Massimo, Paparelli Ezio, Salvadori Roberto, Musa Ezio, Manueli Luigi, Bianchi Bruno, Lorenzetti Giuseppe, Vanzini Franco A disp.:(P) Croci Claudio, Di Brino Marcello All.: Marchioro Giuseppe

Formazione avversaria
Udinese: Zanier, Zanin, Bonora, Galeone, Pighin, Zampa, Pavoni, Dedè, Blasig, Giretti, Pelizzari [60. Mendoza]. A disp.: Zaina. All: Comuzzi Luigi

Arbitro: Menicucci Gino (Firenze)
Note
Ammoniti: Girelli [U], Dedè [U], Bonora [U]. Spettatori: circa 10.000, di cui 7496 paganti per un incasso lordo di lire 12.302.200 Angoli: 10-3 Giornata di sole, fondo del campo perfetto. Inizio gara ore 14.30

Commento
IL COMMISSARIO STRAORDINARIO ING. SACCO ERA VISIBILMENTE SODDISFATTO Grigi in undici due gol, in dieci: una rete - Splendidi Allo scadere dei novanta minuti di Alessandria - Udinese: ci ha stretto calorosamente le mani senza profferire parole, ma negli ocelli si leggeva la gioia del successo, conquistato dai suoi ragazzi con una carica agonistica che mai si era vista negli ultimi campionati. La vittoria conquistata dai grigi sull’Udinese è stata la più bella perchè la più sofferta. I dieci ragazzi erano stremati, alla fine, ma sui volti si intravvedeva la felicità per avere superato l’ostacolo pure in condizioni del tutto particolari. A Marchioro il grande merito di avere saputo preparare un undici che sa giocare e, lottare quando è necessario. L’Alessandria costretta ad affrontare in dieci uomini tutta la ripresa per l’espulsione di Musa (giusta la decisione del sig. Menicucci) non ha mai ceduto l’iniziativa alle zebrette: ha continuato a tenere in soggezione i rivali, li ha costretti a compiere frettolose coperture. Alla fine pure l’Udinese, nonostante il vantaggio del giocatore in più, era spremuta come u n limone. Sul tre a zero i friulani hanno accettato la sconfitta come un fatto inevitabile preoccupandosi più di evitare altri gol che di offendere. Per questi motivi non esitiamo un istante a ribadire che Alessandria - Udinese è stata la migliore prestazione fornita dai ragazzi del mister. Prima di addentrarci nel commento della gara soffermiamoci un momento a dare un’occhiata a quanto è accaduto nell’undicesima giornata. Il Venezia, seppure a fatica, è riuscito a spuntarla sul Trento mentre la rivelazione Legnano si è fatta infilzare, sul proprio terreno, da un Vigevano — fanalino di coda — ma che in occasione della sua visita al Moccagatta aveva impegnato i "nostri” assai duramente. Insiste invece il Savona il cui portiere è imbattuto ormai da 700 minuti: i liguri hanno incasellato i due punti su una Solbiatese sempre coriacea, portandosi a quota 14: mercoledì nel ricupero ohe giocheranno a Vigevano avranno la possibilità di agganciare il Venezia, lomellini permettendolo. La classifica è di quelle che contribuiscono a rendere affascinante il campionato. Pensate che dopo undici giornate almeno cinque squadre sono ancora nel giro di promozione. L’importante, per il momento, come diceva Marchioro, è che i ragazzi credano nelle loro possibilità che non sono poche. L’Alessandria p are avere instaurato la regola del tre: dopo avere infilzato i padovani all'Appiani con un tris di reti, ha fatto il bis con l’Udinese. I bianconeri erano giunti ad Alessandria fidando molto sulla tradizione che in passato era stata loro molto amica. Solo nello scorso campionato i grigi erano riusciti a prevalere, di misura. Questa volta hanno dato un colpo di spugna imponendosi senza riserve anche se alla fine Comuzzi, allenatore dei bianconeri era piuttosto seccato, in quanto la sua squadra non era riuscita a risalira la china nonostante lo svantaggio dei due gol. Comuzzi ancora, sotto choc non h a trovato di meglio che affermare: « L’Alessandria è una buona squadra, non ho però visto niente di trascendentale ». Evidentemente il mister friulano avrebbe preferito parlare di un’Alessandria maiuscola solo nel caso i suoi ragazzi fossero riusciti a pareggiare. Bene ha fatto Marchioro, a fine contesa, a non commentare la prestazione degli avversari. A volte il silenzio è d ’oro, m a evidentemente Comuzzi a cui bruciava la "legnata ” 10 ha dimenticato. Alessandria - Udinese era la g ara clou dell’undicesima giornata: con i grigi in vetta e l'ospite ad un solo punto c’era di che preoccuparsi. L’intossicazione di Colombo aveva creato alla vigilia più di un problema per il trainer che non voleva concedere alcun vantaggio, neppure psicologico, al collega Alla fine h a mosso le pedine con quell’acume che lo contraddistingue. N on potendo schierare il capitano ha richiamato in squadra Mayer — ristabilitosi dall’infortunio patito nella prima giornata di campionato a Piacenza — affidandogli la maglia n. 3, non certo per fare 11 terzino. Mayer è un libero e appena Menicucci ha fischiato il via ha assunto la posizione naturale. Contemporaneamente Paparelli, da stopper, si è trasformato in terzino collocandosi su Pavoni. Conoscendo lo spunto di Blasig, Marchioro gli ha posto alle calcagne Maldera che diviene un mastino quando lo si in carica di sorvegliare a vista un uomo. Alle loro spalle c’era Mayer che non si limitava solo a spazzare la propria area: il "gigante ” sa fluidificare e domenica lo ha ampiamente dimostrato anche se alla fine ' crampi lo hanno attanagliato. Cosi schierati gli alessandrini, in maglia rossa per dovere di ospitalità, hanno iniziato la gara mantenendola, per i primi dieci minuti, su un ritmo piuttosto sostenuto. Con il trascorrere dei minuti Berta, che pareva piuttosto nebuloso, è salito piano piano in cattedra se non altro per dare lustro ai gradi di capitano. Manueli che sta crescendo tecnicamente con il trascorrere del tempo, si è imposto all’attenzione del pubblico per la chiarezza delle idee, per quel suo caracollare che pare quello di una lumaca, ma che in realtà è di una progressione notevole. Accanto ai due " fari” , Bianchi sornione, ma sempre pronto a farsi largo nella retro guardia avversaria; Salvadori ben appostato nella propria centrocampo; Vanzini non brillante come in precedenza, ma sempre incisivo; Lorenzetti nella fascia centrale a fare da suggeritore fine per Musa, incisivo, ma troppo driblomane. Con un complesso così orchestrato era ovvio che solo un avverso destino avrebbe potuto frenare la marcia ascensionale dei padroni di casa. L’Udinese che badava più a coprirsi che ad offendere, ha accettato questo tipo d i gioco, anche a largo raggio, nella convinzione di tenere per poi fiondare in contropiede. E’ stato questo il grave erro re dei bianconeri che al 35’ h anno pagato lo scotto, dopo avere rischiato grosso su una fulminante azione in d u etto tra M usa e Lorenzetti conclusa d alla mezz’ala con un tiro al fulmicotone che Zanier ha deviato sopra la traversa. Correva appunto il 35’ quando improvvisa — per l’Udinese si intende — è giunta la classica zampata dei mandrogni. Inizia la sarabanda Berta che invita alla manovra M usa il quale cerca di fare filtra re la sfera per Bianchi. Il pallone subisce una leggera deviazione a seguito dell’intervento di un difensore ma giunge ugualmente a Bianchì che pare incespicare: il centravanti finge il tiro, inganna il portiere poi, da un metro lo costringe alla resa. I diecimila che sono sugli spalti impazziscono, ma non hanno neppure il tempo di gustare il gol che giunge il secondo. E’ Manueli, il quale raccolta una corta respinta chiama subito in causa Berta che avanza dalla sinistra: il capitano entra in area poi scocca la bordata dal basso in alto con tutta la dinamite che ha in corpo. Il pallone, come un razzo, si infila nel sette della porta senza che Zanier possa porvi rimedio. Il discorso con l’Udinese potrebbe chiudersi a questo punto se due fatti, imprevisti, non aprissero un altro discorso pieno di incognite. Vanzini al 33’ si infortunava e l’ala restava in campo per spirito di bandiera: in panchina c'è sempre Di Brino se non giungesse, come abbiamo detto il colpo di fulmine. M usa al 43’ subisce un fallo ad opera d i Bonora e l’arbitro tarda ad intervenire. L’alessandrino, che ha sempre i nervi a fior di pelle, non trova di meglio che scalciare il terzino che si abbatte... "stecchito". Marchioro dirà, a ragion veduta che si è trattato di « una grossa ingenuità » di quelle destinate a non ripetersi. La scena costa, come logica vuole, l’espulsione dell’ala. Conoscendo l’Udinese, il vantaggio di un uomo costituisce sempre un pericolo tanto più che si aggiunge uno stiramento per il Pappone, vale a dire Lorenzetti. La ripresa ‘con Di Brino al posto di Vanzini, conferma però che quando ci si batte con volontà si può sopperire ad ogni genere di sventura. Il mister nell’intervallo ha parlato chiaro ai ragazzi: « restare tranquilli, tenere la palla il più possibile, inserirsi al momento giusto, suddividersi il lavoro equamente per non finire senza fiato in corpo ». I grigi hanno capito la lezione e lo dimostrano sin dalle prime battute. Sono dieci ragazzi che hanno deciso di non lasciarsi invischiare dal gioco avversario: la vittoria non la si può gettare alle ortiche per l’espulsione di Musa (che dopo la partita ha preferito allontanarsi dal campo, umiliato, per non costituire il bersaglio dei tifosi) visto che il vantaggio di due goal è di quelli che consentono un certo respiro. Di Brino si mette subito in luce portando lo Scompiglio nell’area udinese appoggiato da Manueli. E’ poi la giovane mezz’ala ad esibirsi in una di quelle azionissime che ti tengono con il fiato in sospeso. Dalla zona centrale si erge intanto, dalla cintola in su Berta al quale gli fa da buon scudiero Salvadori che conscio delle proprie responsabilità e del compito affidatogli diviene un matador. L’Alessandria non solo resiste agli ospiti, ma gli impone il gioco tanto che Salvadori al 14’ può inserirsi sulla sinistra e centrare per Bianchi il cui angelo custode Pighin non trova di meglio che stenderlo. E’ rigore ed infatti Menicucci non esita un solo istante ad indicare il dischetto. E' lo stesso Bianchi — assente Musa — a fare giustizia: il centravanti finta bene ed il portiere si tuffa sulla sinistra mentre il pallone viaggia a destra verso la rete. Non passano che tre minuti e i goal potrebbero aumentare a quattro se Pighin non si sostituisse al portiere proprio sulla linea bianca. Il tiro di Bianchi, imbeccato da Berta, era stato forse un po’ tardivo. I grigi seppure in dieci sono stati nella seconda frazione di gioco encomiabili: nessuno ha rinunciato alla par. te di lavoro che gli spettava. La pressione Udinese, seppure disordinata, si è sempre infranta contro il muro degli alessandrini che si trasformavano in difensori o in attaccanti a seconda dell’andamento della contesa. La rete di Blasig al 34’ (fallo di Salvadori su Dedè) non ha messo in discussione il risultato. L’Alessandria era troppo concentrata e fiduciosa nei propri mezzi per lasciarsi sfuggire i due punti. Il caloroso applauso dei tifosi i ragazzi di Marchierò se lo sono veramente meritato. Mai, come abbiamo detto, vittoria è stata più meritata di questa. Alessandria dunque in paradiso o quasi, se non ci fosse Marchioro a riportare tutti alla realtà. « Sono preoccupato per la perfetta forma dei ragazzi. Mantenerli nelle stesse condizioni non è impresa facile. Fortunatam ente ho atleti — prosegue, che sanno amministrarsi saggiamente. Il resto dovrò farlo io curando gli allenamenti ». Quando è stato espulso Musa credeva di farcela? « Sul due a zero si può sempre stare tranquilli. Occorre solo mantenersi calmi, non perdere la tramontana » E per domenica? « Abbiamo tempo a parlarne. Sia Vanzini che Lorenzetti sono ricuperabili. Pure Cini che sabato si infortunò a Novi Ligure potrà allenarsi. II prof. Mazza che lo ha visitato, ha detto che non si tratta di uno stiramento, ma solo di una infiammazione muscolare ». Marchioro l’antidivo viene sequestrato dai colleghi della RAI: il guidare una squadra che vince e domina Comporta anche altre incombenze alle quali il tecnico si assoggetta volentieri. Il campionato non concede tregua: dopo l’Udinese ecco spuntare all’orizzonte della dodicesima giornata la Solbiatese, undici corsaro. I lombardi sono sempre pericolosi per cui occorrerà stare con gli occhi bene aperti. Marchioro a questo proposito è sempre categorico: « di avversari facili non ne ho ancora incontrati » per cui adotterà le sue brave contromisure per tornarsene a casa senza danno e, se possibile con altri due punti per restare sempre in cima alla classifica. A risentirci... dopo Solbiate. (Il Piccolo - Il Gattopardo) Dominata l'Udinese (3-1) al Moccagatta GRIGI INARRESTABILI ANCHE IN DIECI Convince la squadra di Marchioro davanti a diecimila spettatori. Si attendevano dall'Alessandria una conferma del bel gioco fatto vedere nelle ultime partite e la prima convincente vittoria interna. I grigi non soltanto hanno risposto pienamente alle aspettative ma, battendo l'Udinese con un netto 3 a 1, hanno fornito una prova di carattere che garantisce la fondatezza delle ambizioni di promozione della squadra dì Marchioro. Con questo successo i piemontesi hanno infatti mantenuto invariato il vantaggio di un punto sul Venezia, relegando a tre lunghezze la stessa .Udinese, il Legnano, la Cremonese ed il sorprendente Savona. Non era una partita facile quella con i bianconeri. Benché privi di due titolari del valore di Giàcomini e Potuti, i friulani per il loro gioco serrato, per la solidità dell'impianto rappresentavano un serio pericolo per i grigi che fra l'altro dovevano anche battersi contro una tradizione sfavorevole ed il fastidioso blocco psicologico delle partite casalinghe. Invece tutto si è risolto nel migliore dei modi, anche se l'andamento dell'incontro non i stato certamente dei più tranquilli. Quattro gol, due rigori, un'espulsione sono infatti il bilancio di una partita spettacolare che ha colmato di emozioni i circa diecimila spettatori venuti a gremire il "Moccagatta". In sintesi i novanta minuti di gioco hanno visto l'Alessandria spingersi invano all'attacco per la prima mezz'ora, poi passare in vantaggio con due gol di Bianchi e Berta, quindi rimanere in dieci uomini per l'espulsione di Musa al 43', successivamente aumentare il.bottino con un penalty messo a segno da Bianchi ed infine concedere una rete, ancora su rigore, agli avversari. Abbiamo parlato di una prova di carattere. Ebbene, se non è carattere portare in porto in maniera così magistrale un simile incontro, giocato con uri uomo, in meno dal 43' del primo tempo, allora questo non esiste più da nessuna parte. E' vero che la «prova» è iniziata quando i grigi avevano già segnalo due gol, e che il terzo è arrivato su rigore, ma se l'Alessandria fosse stata un'altra squadra o più semplicemente anche l'Alessandria dell'anno scorso, l'epilogo avrebbe potuto essere ben diverso. L'Udinese è, scesa in campo con l'evidente intenzione di strappare un pareggio od al massimo tentare, di «rapinare» una vittoria. Comuzzi ha presentato una squadra infoltita di difensori e centrocampisti La ragnatela bianconera ha resistito sino al 35' quando finalmente dopo una serie di tentativi Bianchi, confermando le sue doti di abile opportunista ha finalmente sbloccato la situazione. Lorenzetti si è districato fra un paio di avversari, cercando di passare la palla a Musa. Il tiro è stato intercettato da un difensore bianconero con un braccio. Mentre i grigi già reclamavano il caldo di punizione, l'arbitro faceva segno - di proseguire, concedendo, la regola del vantaggio perchè il pallone era finito fra i piedi di Bianchi, al centravanti continuava quindi l'azione, si, spostava di centro e, benché pressato da due udinesi, scoccava"un tiro secco soli - quale Zanier non poteva fare nulla. Non passavano tre minuti e c'era il raddoppio. Un corner corto di Vanzini per Manueli, e lancio calibrato al centro dell'area dove Berta, arrivato in corsa 'sparava un 'gran tiro che andava a colpire direttamente l'interno della rete. Sul 2 a 0 il gioco sembrava fatto ma al 43' Musa si faceva sorprendere dall'arbitro a colpire il terzino Bonora con un calcio. In verità l'ala grigia aveva subito in quella stessa azione almeno due pesanti falli ed il signor Menicucci avrebbe dovuto punire il difensore udinese. Invece, l'azione proseguiva e Musa indispettito non trovava di meglio che farsi giustizia da solo e veniva giustamente espulso. A questo punto era logico attendere la grande pressione dell'Udinese. All'inizio della ripresa Marchioro schierava Di Brino al posto di Vanzini che si era infortunato e l'Alessandria cominciava un gran tourbillon» che metteva ancora in difficoltà gli ospiti. In contropiede, ma anche premendo con tutte le sue possibilità, l'Alessandria otteneva il punto che praticamente metteva al sicuro il risultato. Bianchi al 59' veniva falciato in area da Pighin ed era lo stesso centravanti a trasformare la massima punizione concessa dall'arbitro. Venti minuti dopo per l'atterramento di Dedé da parte di Salvadori in area, l'Udinese controbilanciava la somma dei rigori, marcandone uno con Biasio e segnando il punto dell'onore. La partita però non aveva più storia. Ormai i grigi giocavano con una tale autorità che non era pensabile una rimonta udinese. Fare dei nomi non è facile. Dal rientrante libero Mayer al centrocampo, all'attacco tutti hanno disputato un'ottima partita con grande impegno e spirito di sacrificio. Le cavalcate di Berta, la regia di Lorenzetti, l'abilità del giovane Manuelì, la spregiudicata ed insieme altruistica prestazione di Bianchi non tolgono nulla agli altri alessandrini. (La Stampa - Ed. Sport - Cristiano Chiavegato) Risultati: Cremonese - Seregno 2-0 Legnano - Vigevano 1-2 Parma - Piacenza 2-1 Pro Vercelli - Derthona 0-0 Rovereto - Padova 3-1 Savona - Solbiatese 1-0 Triestina - Belluno 0-0 Venezia - Trento 1-0 Verbania - Cossatese 2-3 CLASSIFICA: Alessandria p.17; Venezia 16; Legnano, Savona, Udinese, Cremonese 14; Pro Vercelli 13; Parma, Seregno 12; Rovereto, Trento, Padova, Solbiatese 10; Cossatese, Triestina 9; Derthona, Belluno 8; Vigevano, Piacenza 6; Verbania 4 Una gara in meno Il punto sul campionato Il Savona ha continuato la sua scalata nei piani alti della classifica, il risultato avrebbe potuto essere più rotondo contro la Solbiatese se una serie di circostanze favorevoli non avessero impedito alle punte savonesi di segnare. La Pro Vercelli ha pareggiato nel match casalingo contro il Derthona: i novanta minuti d'assedio non hanno sortito l'effetto sperato. Con due reti di Schillirò il Vigevano è riuscito a cogliere una vittoria sul campo del Legnano. Successo della Cossatese sul campo del Verbania: tre reti segnate ma potevano essere il doppio.