Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1972/1973
Serie C
03-12-1972 - Giornata: 12 - Solbiate Arno - Felice Chinetti


Solbiatese AS - Alessandria US 1 - 1 (0 - 0)
RETI: 70. Fumagalli [So] 50. Salvadori R.[A]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Mayer Bruno, Berta Massimo, Paparelli Ezio, Salvadori Roberto, Vanzini Franco, Manueli Luigi, Bianchi Bruno, Lorenzetti Giuseppe, Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio All.: Marchioro Giuseppe

Formazione avversaria
Solbiatese: Zecchina, Larini, Rossi, Antonioli, Fiorin, Crespi, Tosetto, Pezzotti, Fumagalli, Invernici, Brusati. A disp.: Caccialanza, Fruggeri. All: Trapanelli Piero

Arbitro: Turiano Antonio (Reggio Calabria)
Note
Spettatori: 3000 circa, di cui 2000 alessandrini. Angoli: 4-7 Fondo del terreno di gioco viscido e pesante, per la pioggia caduta prima e durante l'incontro Inizio gara ore 14.30

Commento
Recuperi: Vigevano - Savona 1-1 Derthona - Verbania 1-0 DOPO DODICI TURNI L’ALESSANDRIA CONTINUA A MANTENERE LA PROPRIA IMBATTIBILITÀ’ Partita «balorda» dei «grigi» a Solbiate: dominio sterile Un dato statistico indubbiamente positivo, considerato che in questi tre mesi i ragazzi di Marchioro sono passati su campi piuttosto minati. Dopo le sonanti e convincenti vittorie conseguite a spese del Padova e dell’Udinese, si guardava alla trasferta di Solbiate con una certa apprensione. I "nerazzurri”, in passato, diedero più di un grattacapo ai grigi: lo scorso anno ci inflissero una dura sconfitta proprio nel momento in cui la squadra stava producendo il forcing per agganciarsi alle prime. Marchìoro costretto a richiamare in squadra Dolso, a causa della squalifica di Musa (un turno) aveva contro pure la cabala: i 17 punti sinora raggranellati sembravano condizionare alla vigilia, almeno sotto il profilo psicologico, l’intera squadra. A Solbiate l’Alessandria ha conquistato un altro punto portando il bottino a quota 18, seppure in comproprietà con il Venezia che seppure faticosamente è riuscito a spuntarla sul fanalino di coda Verbania. Analizzando la partita si può aggiungere che con maggiore determinazione si sarebbe conquistato finterà posta. Un punto perduto? E ’ quello che vedremo nei prossimi mesi, quando si dovrà fare il consuntivo generale. Per il m omento .non resta che prendere atto del risultato, positivo, considerato che la media inglese parla ancora a favore dei mandrogni sempre fermi a +1. La dodicesima giornata è risultata fatale a molte squadre che sinora avevano tenuto il passo dell’Alessandria. Parliamo del Savona caduto malamente a Cossato, un campo sul quale i grigi erano passati a vele spiegate; del Legnano che dopo un avvio veramente sorprendente, ha inanellato la seconda sconfitta consecutiva; dell’Udinese e del Padova che non sono andate più in là di un pareggio a conferma che fuori casa è sempre problematico riuscire ad imporre la propria legge. Alle spalle della coppia regina Alessandria - Venezia non è rimasta che la Cremonese la quale espugnando il Valmaura di Trieste si è portata a quota 16. I grigio-rossi i quali dispongono di una solida intelaiatura, potrebbero dare seri dispiaceri se, sapranno reggere al ritmo del campionato. Alla conclusione del girone di andata mancano ancora sette turni e, ovviamente, tutto può accadere, in particolare nel mondo del calcio dove la palla, come si sa, è rotonda. Nonostante queste incognite i ragazzi del Commissario straordinario Sacco, continuano a restare i grandi favoriti del girone A in quanto dispongono oltre che di un allenatore preparato e capace, di un organico in grado di reggere il confronto con le avversarie più titolate. La conferma l’abbiamo avuta proprio a Solbiate Arno dove i locali, a scanso di equivoci, hanno affrontato gli ospiti con tutte le cautele del caso. I nerazzurri più che preoccuparsi di battere la prima della classe, con un gioco alla garibaldina, hanno preferito affidarsi ad una tattica alquanto rinunciataria. L’Alessandria pur con alcuni elementi al disotto delle loro reali possibilità, sono andati più volte vicinissimi al gol mancandolo per un soffio. Realizzata la rete e subito il pareggio, hanno proseguito sulla loro strada evidenziando alcune individualità che da sole hanno messo in soggezione i padroni di casa. Un undici che nelle giornate di m agra riesca ugualmente a fare tremare l’avversario che gli sta di fronte, merita ogni considerazione. E ’ questo uno dei motivi per cui gli alessandrini restano ugualmente i favoriti nonostante il mezzo passo falso compiuto in Lombardia. Per la prima volta in questo campionato, i grigi hanno disputato la partita su un terreno reso viscido c pesante dalla pioggia. Le avverse condizioni climatiche non hanno costituito un grave handicap sotto il profilo della tenuta atletica. Quello che è mancato all’Alessandria a Solbiate, è stato il centrocampo che solo raramente è emerso. In compenso si sono viste molte buone individualità. E’ noto che la squadra di calcio raggiunge l’optimum solo quando il gioco è corale; quando gli scambi e le triangolazioni impegnano l’intero complesso. Domenica invece è accaduto il contrario: più che sulla coesione si è puntato sugli spunti individuali e, visto che i padroni di casa badavano più a difendersi che ad offendere, sono stati in parecchi a cercare la gloria del gol. E ” stata la stessa tattica della Solbiatese a creare i presupposti per questo arrembaggio che ha sortito l’effetto di un topolino. Marchìoro non ha esitato un istante a definire il confronto « una partita balorda, da dimenticare al più presto ». II mister che è sempre molto realistico, non ha trovato scusanti nel giudicare il comportamento dei ragazzi. Incasellato il punto, lo sguardo dell’allenatore non si è fermato al risultato positivo ma è andato, giustamente oltre. « Le manovre migliori, ha ancora aggiunto Marchioro, sono state il frutto di iniziative individuali e non certo di un fraseggio elaborato con la compartecipazione dell'intera compagine ». L’analisi del tecnico è stata serena, ma incisiva visto che ha messo subito il dito sulla piaga con la certezza che gli errori compiuti non si devono ripetere oltre, incominciando dalla prossima domenica che ci riserva il secondo derby dell’anno, quello con le bianche casacche vercellesi umiliate nella prima partita di coppa Italia con quattro gol di ottima fattura. L’arma dell’Alessandria è il dinamismo senza del quale non si riesce a combinare nulla di buono. La dinamicità è indubbiamente l’arma non certo segreta, m a valida che ha consentito di strappare significative vittorie e mantenere l’imbattibilità che dura dall'agosto scorso quando incominciò la disputa della Coppa Italia. Sul rettangolo dell’ottima. compagine nerazzurra B erta e compagni non sempre hanno tenuto presente questa massima con il risultato che tutti conoscono. Non è il caso di strapparsi le vesti per il successo mancato: in trasferta il pareggio — e la media inglese lo conferma — è sempre risultato di prestigio. Il calcio è bello anche per queste cose, per gli alti e bassi che accompagnano pure gli squadroni i quali, tuttavia, al momento giusto sanno sempre tirare fuori le unghie. Gli orsacchiotti grigi, come i fatti dimostrano, non sono mai venuti meno a questa prerogativa quando c’era veramente odor di polvere da sparo. Cosa dire della partita seguita da oltre duemila alessandrini giunti a Solbiate con ogni mezzo? Sino alla vigilia Marchioro aveva in animo di lanciare il diciannovenne Michelini, un giovane che occupa il ruolo di centravanti, non di classe eccelsa, ma dotato di tanta buona volontà. Molti lo avrebbero visto volentieri nella ripresa quando è apparso evidente che Dolso era più di peso che di appoggio ai compagni. L’ex laziale ripescato a seguito del forfait di Musa è stato schierato con la maglia numero 11 con compiti di raccordo nella fascia centrale. Il desiderio di conquistarsi i galloni ha finito per giocargli un brutto scherzo: si è intestardito nel volere trovare lo spunto risolutore attraverso un dribbling stretto che non faceva altro che favorire non solo il diretto avversario, ma l’intera retroguardia che aveva la possibilità di correre ai ripari chiudendo ovviamente quegli spazi liberi entro i quali avrebbero dovuto gettarsi i compagni d ’attacco. Ogni qualvolta Dolso ha avuto tra i piedi la sfera l’azione è inevitabilmente sfumata in quanto su un terreno scivoloso che rende il pallone pesante i giochetti di prestigio non servono proprio a nulla. Se Dolso ha lasciato alquanto a desiderare, Manueli che doveva fungere da vero regista in quanto a lui spettava il compito di lanciare Bianchi, Vanzini o Lorenzetti, lo ha seguito — seppure in modo diverso — sulla stessa strada. Il ragazzo che aveva così bene impressionato nelle ultime domeniche, si è lasciato coinvolgere in un tipo di gioco che non si addice infatti alle proprie capacità. Mancando di ivi uomo che sapesse "pescare” con palloni in profondità gli uomini gol, Vanzini e Bianchi sono stati costretti a vedersela con un numero sempre maggiore di avversari i quali “inevitabilmente gli sbarravano la via verso la porta di Zecchina, il portiere nerazzurro. Se Vanzini ha cercato l’alleggerimento svariando sugli opposti settori, Bianchi è rimasto impegolato nella rete dei difensori locali i quali sfruttando la sua poca mobilità hanno avuto la vita piuttosto facile nello sbarrargli la via verso la rete. Lorenzetti, più degli altri, ha invece risentito dello stato del terreno e ancora più dell'isolamento in cui veniva a trovarsi. Le puntate alessandrine sono vissute più sull’improvvisazione di un singolo atleta che sul dialogo corale come si era visto e apprezzato in altre occasioni. Le puntate offensive sono scaturite da improvvise impennate, da spunti a volte brucianti, ma che non erano affatto coordinati. L’esempio lo abbiamo proprio dallo splendido gol messo a segno da Salvadori al quinto della ripresa. Il forte mediano che nella prima parte della partita era andato vicinissimo alla rete, raccolta la palla nel cerchio del centrocampo ha puntato verso la porta senza troppo curarsi di quanto accadeva sulle fasce laterali. Salvadori "saltati” tre o quattro avversari, giunto al limite dell’area di rigore ha scoccato un forte tiro di destro, a mezz’altezza, cogliendo di sorpresa Zecchina che non si attendeva certo un tale "botto”. Diciamo subito che Salvadori è stato uno dei punti di forza dell’Alessandria unitamente a Berta con il quale forma una coppia che si può senz’altro definire vincente. Il sostegno delle punte ha gravato per lungo tempo su questi due uomini che sembrano veramente dotati di polmoni paragonabili a quei vecchi mantici che un tempo si ammiravano dai mani scalchi. A Salvadori e Berta potremmo aggiungere Mayer che non si è certo fatto pregare per fluidificare avvantaggiato dalla copertura che gli forniva ogni qualvolta il capitano. Il "libero” è un ragazzo fisicamente dotato che non teme la fatica e che in futuro si inserirà ancora più incisivamente nel modulo che Marchioro ha scelto per spianare la via verso la promozione. Maldera si è impegnato con la consueta grinta spingendosi sovente verso l ’area avversaria per sfruttare il suo ottimo stacco di testa mentre Paparelli ha tenuto validamente il campo anche se in qualche occasione è apparso forse un po’ falloso. Pozzani nonostante la rete subita è senza colpa: sul tiro ravvicinato di Fumagalli era praticamente impossibile intervenire. L’Alessandria unica squadra dei tre gironi della serie C ancora immune da sconfitte ha mancato il colpaccio nella prima frazione di gioco quando ha sciupato le due-tre occasioni da gol che ha avuto a disposizione. Perduta la possibilità di mettere k.o. i’avversario, quando la freschezza atletica sorreggeva i singoli, i grigi sono andati gradatamente alla deriva senza soffrire eccessivamente il peso dell’avversario. L’avere strappato un pareggio su un campo che in passato pareva stregato, è senz’altro un buon sintomo perchè sta a dimostrare che anche quando il complesso non rende al massimo delle capacità ha sempre, rispetto all’avversario, una marcia in più anche se ridotta. Domenica tredicesima giornata, giornata che pare fatidica: è in arrivo la Pro Vercelli e Marchioro non ha alcuna intenzione di rinunciare alla vittoria. Con il rientro di Musa il mister ripresenterà l’Alessandria vecchia maniera: ora che il Venezia ci ha raggiunti non si possono compiere passi falsi tanto più che la media inglese da ai grigi, un vantaggio di ben due lunghezze sui lagunari che sinora hanno disputato ben sette partite su dodici sul terreno amico. I neroverdi si recano a Parma e il Tardini scotta visto che il Parma pare veramente avviato sulla strada della riscossa. La tredicesima potrebbe portare molta fortuna ai grigi: non è forse questo un numero fatidico tanto caro a qualche campione che raccolse le affermazioni più belle della propria carriera agonistica? (Il Piccolo - Il Gattopardo) UN'ALESSANDRIA MOLTO GRIGIA « Una partita da dimenticare » ha detto l'allenatore dell'Alessandria Marchioro negli spogliatoi al termine della gara e la sua affermazione può essere condivisa in pieno anche „ se il risultato è nel complèsso positivo. La cosa più logica è quella di pensare alla giornata-no di qualcuno degli elementi determinanti fra i grigi, altrimenti non si spiegherebbe la brillante posizione in classifica raggiunta. Una prova grigia — e non è un facile bisticcio con le maglie dell'Alessandria — dalla quale non si possono trarre indicazioni positive circa il gioco collettivo e la manovra; qualche buona individualità, invece, si è fatta sentire e soltanto grazie alle iniziative dèi singoli l'Alessandria ha potuto conseguire, il risultato. Era molto atteso Salvador!, di cui si dice un gran bene anche in fase di conclusione, e proprio' da lui sono partite le azioni che hanno permesso ai grigi di passare in vantaggio. Forse, se Salvadori in apertura di-partita fosse stato meno « riflessivo » ed avesse tirato in porta senza pensarci sopra, la partita avrebbe preso tutt'altra piega, perché la Solbiatese, che pure faceva dei tentativi a getto continuo, non dava l'impressione di poter segnare troppo presto. Erano appena trascorsi dieci minuti: Salvadori recuperava Un pallone in difesa è si proiettava verso l'area della Solbiatese. Scambio perfetto con Vanzini'che gli ri- 11 « grigio » Manuel! -, tornava la palla, a. pochi passi dal portiere. Tutti si aspettavano il tiro immediato, ma Salvadori, \ cercava », l'angolo sinistro del tutto fuori dalla portata di Zecchina. Purtroppo per i grigi, il'tiro finiva fuori radendo il palo. Si trattava dell'episodio chiave della partita: un'occasione unica per segnare, che i grigi sciupavano clamorosamente. La Solbiatese —che a centrocampo manteneva sempre l'iniziativa e che rischiava pochissimo in difesa — non dava l'impressione di distrarsi una seconda volta. Inoltre, l'attacco dell'Alessandria jipn .trovava- la 'misura, giusta: .Bianchi era intraprendente,, cercava .di', lanciare i: compagni, ma era troppo spesso fuòri dall'azione. Lorenzetti -Ajfer'il' quale il terreno pesantissimo, .costituiva un-handicap n.òtevole — si tori seriva d{ racjo^. mentre, yanzirii era il solito'giocatore diligente, ma non certo in grado di risolvere da< solo.. Alle loro spalle, « l'incognita:» Dolso, elemento tranquillo,. abituato a. tenére il pallone in.modo addirittura'"esasperante, tutto' sinistro,, che sembrava a tratti giocare una partita esclusivamente sua. Neh esistevano, insomma, le premesse per un'offensiva in piena règola, come la rabbia accumulata dopo- il, gol' spagliato, à& Salvadori, avrebbe preteso. L'Alessandria riusciva .comunque ad andare in vantaggio proprio con Salvadori (al 50') che partiva da metà, campo, evitava tre, avversari, si presentava al limite dell'area e faceva partire un destro teso e radente contro il quale Secchina nulla. Bella prova di vigoria atletica e di controllo del pallone, che però aveva ben poco da spartire cori il gioco collettivo che l'allenatore — e con lui i tifosi calati, in massa da Alessandria — ha il diritto di pretendere dalla capolista. Il gioco continuava Sullo stesso tono finché la Solbiatese arrivava .al pareggio al 70. Era Dolso; che mandava, in corner in maniera perlomeno strana. Invernici faceva spiovere in area, qualcuno in mischia (Maltiera, Tosetto) deviava verso il centro dell'area dove si, trovava liberissimo il centravanti Fumagalli: tiro e rete. Il pareggio bastava alla Solbiatese, mentre non andava troppo, -bene all'Alessandria che però non trovava la forza — e soprattutto, l'opportunità — di reagire. Riusciva ancora a « smarcare » Vanzini, ma il portiere era bravo» a deviare in corner. Altro tentativo di testa di Lorenzetti, si perdeva alto. L'Alessandria chiudeva cosi sul pareggio una partita che sul piano del gioco ha detto pochissimo, mentre è più che accettabile per il risultato ottenuto. Le sue velleità di promozione non escono scosse da una prova nel complesso negativa. Si è detto spesso che le grandi squadre riescono a vincere, o perlomeno a pareggiare, anche quando non giocano al meglio. Sotto quest'aspetto, i grigi oggi si sono comportati davvero come una grande squadra. A patto, però, che se ne scordino a cominciare da domenica. (La Stampa - Ed. Sport - Beppe Bracco) Risultati: Belluno - Rovereto 3-1 Cossatese - Savona 1-0 Derthona - Legnano 1-0 Piacenza - Udinese 0-0; Seregno - Pro Vercelli 1-0 Solbiatese - Alessandria 1-1 Trento - Parma 0-0 Triestina - Cremonese 0-1 Venezia - Verbania 1-0 Vigevano - Padova 0-0 CLASSIFICA: Venezia, Alessandria p. 18; Cremonese, 16; Savona, Udinese 15; Legnano, Seregno, 14; Pro Vercelli, Parma 13; Derthona 12; Cossatese, Trento, Padova, Solbiatese 11; Rovereto, Belluno, 10; Triestina 9; Vigevano 8; Piacenza 7; Verbania 4 Marcatori: 7 reti: Prunecchi (Rovereto); 4 reti: Bianchi e Musa (Alessandria); Inferrerà (Belluno); Mondonico (Cremonese), Ciclitira (Padova), Maioni (Pro Vercelli), Ardemagni (Savona), Fumagalli (Solbiatese), Bergamo (Trento), Badari, Scarpa e Serate (Venezia); 3 reti: Lorenzetti (Alessandria), Poirè (Cossatese), Proietti e Mongitore (Legnano), Sega (Parma), Bonanomi (Pro Vercelli), Corbellini (Savona), D’Alessi (Triestina) Pellizzari e Politti (Udinese), Schillirò (Vigevano). Il punto sul campionato La Cossatese ha interrotto la serie positiva del Savona che durava da dieci turni su un terreno ridotto all'impraticabilità assoluta per la pioggia dei giorni scorsi. Con uno splendido gol del centravanti Bolla al 16' il Derthona ha battuto il Legnano, la vittoria non ha fatto una grinza, anzi il punteggio poteva essere più ampio. Immeritata sconfitta della Pro Vercelli a Seregno che ha segnato effettuando un solo turo in porta, grazie ad una serie di errori della retroguardia. Il Vigevano non è riuscito ad imporsi contro un Padova difensivistico soprattutto per una prodezza del portiere veneto. Prima sconfitta casalinga della Triestina superata dalla Cremonese, di misura, con il gol di Mondonico al 47'. Bella e meritata la vittoria del Belluno contro il Rovereto.