Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
23-02-1975 - Giornata: 21 - Perugia - Santa Giuliana


Perugia AC - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 86. Picella [Pe]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Reja Edoardo [63. Unere Giuseppe], Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Vanara Elio, Manueli Luigi, Mazzia Bruno, Volpato Angelo, Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Franceschelli Paolo All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
PERUGIA AC: Malizia, Raffaeli, Baiardo, Savoia, Frosio, Amenta [54. Marchei], Scarpa, Tinaglia, Sollier, Picella, Pellizzaro. A disp.: Marconcini, Sabatini. All.: Castagner Ilario

Arbitro: Terpin Roberto (Trieste) [Driussi, Lenarduzzi]
Note
Rigore parato al 67. a Picella [P]. Ammoniti Barbiero [A], Colombo [A]. Angoli: 9-2. Spettatori: 11.000 (7.200 paganti, 2.800 abbonati, incasso L. 25.480.000) Giornata serena, ma ventosa, terreno in buone condizioni Inizio gara ore 15.00

Commento
SEMPRE DECISIVI LA "ZONA CESARINI” E L'ARBITRO La sfortuna, più che il Perugia, stronca il vecchio Orso La decisione all’86’ su punizione di Picei la per un inesistente fallo di Manueli ® Terpin ’’regala” un rigore agli umbri, ma Pozzani lo neutralizza # Gran lavoro della difesa e dei centrocampisti: all’attacco solo due conclusioni pericolose © Momento difficile per la Società: fronte unico dei tifosi per vincere contro l’Atalanta Il vento gelido, insistente che prendeva d’infilata il ’’Santa Giuliana” ha giocato ai grigi uno scherzo di pessimo gusto favorendo oltre misura la squadra di casa arrembante alla disperata ricerca del goal della vittoria. Per il Perugia era la diciassettesima partita utile e le apprensioni si leggevano sul volto dei tifosi. Alla cabala tutti dicono di non credere, una all’atto pratico ognuno fa i debiti scongiuri toccando, se possibile, l’amuleto. L’Alessandria pareva proprio un rebus, nonostante Castelletti avesse fatto sapere di non disporre di Franceschelli l’unica vera punta. Al ’’Santa Giuliana” trasformato dai supportes umbri in un padiglione da fiera — sfilata di un carro allegorico, banda, striscioni, inno ufficiale composto all’ultimo momento di Giancarlo Guardabassi della RAI-TV — l’undici di Castelletti ha fronteggiato un avversario disposto a fare un solo boccone, ma nello stesso intimorito oltre misura dal ’’diciassette” numero fatidico. La partita nonostante l’imprevedibilità di Terpin pare proprio confermare i dubbi della vigilia: Pozzani che neutralizza il rigore, Marchei che colpisce l’incrocio dei pali ribadivano il peso della cabala? Sul pareggio non esistono più dubbi. Castagner si agita per settanta minuti per impartire disposizioni, poi rinuncia convinto dell'ineluttabilità del destino. La sfortuna, beffarda, c in agguato trasformando una punizione innocua in un’arma micidiale per trafiggere Pozzani. La spinta alla sorte la dà Terpin concedendola, dieci metri fuori dall’area di rigore, a vantaggio degli umbri, dimenticando che il fallo era stato compiuto su Manueli. Incaricato dei tiro è Picella. Il centrocampista fa spiovere al centro dell’area un pallonetto senza eccessive pretese, ma il vento e un perugino propiziano il gol mettendo fuori causa Maltiera. Il pallone scivola beffardamente tra i piedi di difensori ed attaccanti ingannando Pozzani: la sfera lenta mente, ma inesorabilmente si adagia in fondo al sacco. I giocatori perugini sembrano increduli davanti ad un regalo per nulla preventivato. Non altrettanto i tifosi: lo stadio si trasforma in una bolgia; l’incubo del pareggio si è dissolto come d’incanto. Una città festeggia l'avvenimento; la serie A è sempre più a portata di mano. Gli alessandrini sono sgomenti davanti ad una rete-beffa. Il pareggio, il punto faticosamente meritato, è spazzato via dal vento; sul campo esultano solo gli atleti in maglia rossa. Diciamolo senza cattiveria: è Tanno del Perugia, agguantare il risultato per i capelli, con l’incondizionato appoggio della buona sorte, è senz’altro un segno di benevolenza piovuto dal cielo. L’Alessandria, scornata da tre domeniche, alla disperata ricerca di un risultato positivo piomba in zona... radar. Inesorabili Brindisi, Reggiana e Arezzo rosicchiano il vantaggio dei grigi riducendo il distacco a due sole lunghezze. Le tre sconfitte hanno lasciato il segno c, la posizione di centro classifica registrata alla fine del girone di andata, si è deteriorata paurosamente. L’Alessandria perdendo il ritmo del punto a partita deve stringere i denti per risalire la china iniziando dalla prossima domenica con l'Atalanta, un’avversaria la cui posizione in graduatoria non è certo confortante, pur disponendo di un parco giocatori assai più consistente del mandrogno. Abbiamo parlato di sfortuna: le cronache dell’incontro rendono giustizia ai grigi per la saggia condotta. Moralmente Barbiero e compagni sono usciti dal Santa Giuliana con l’onore delle armi, soddisfazione platonica che può incidere sul morale, ma non sulla classifica ancorata a quota diciotto. Analizziamo con animo distaccato i novanta minuti del con franto che, stando alle previsioni della vigilia doveva essere caldissimo, agonisticamente parlando. RIENTRA REJA I guai per Castelletti erano iniziati con notevole anticipo e precisamente venerdì sera, nel momento in cui Franceschelli denunciava un improvviso attacco febbrile. Privato dell’unica vera punta, il mister si è trovato in una situazione veramente impossibile: dodici difensori e un solo attaccante, il giovane Snidaro. Studiata la formazione ha dato il via a Reja, reduce dal ben noto infortunio ripromettendosi, nella ripresa di lanciare Unere, retrocedendo a centrocampo Mazzia. Giocando Sollier in posizione arretrata, in pratica secondo centravanti e con soventi diversioni sulle estreme, ha piazzato alle costole dell’ex vercellese Di Brino mentre sull'ala Pellizzaro, la vera punta si è appiccicato Colombo. Reja è rimasto in zona ad attendere il diretto avversario, Amenta. La disposizione tattica di Edoardo è stata determinata dal desiderio del tecnico di non costringere 'l'alessandrino ad impegnarsi in contrasti duri c pericolosi. Sulla fascia centrale operavano inoltre Manueli (Baiardo), Doiso (tenuto a bada prima da Raffaeli e poi Amenta) e Vanara (Tinaglia) nonché Mazzia sorvegliato da Frosio, uno stopper assai fluidificante proprio per il gioco del "professore” altalenarne tra l'area grigia e quella dei rossi. Gioco a zona per Picella e Volpato, i registi degli opposti schieramenti. Lo schieramento alessandrino nella prima parte della gara non è rigido nel senso che le incursioni verso Malizia sono condotte con una certa decisione grazie agii inserimenti di Di Brino pronto a sganciarsi da Sollier per cercare il colloquio con i compagni. 11 terzino è abile in alcune occasioni, ma la tanto sospirata collaborazione di Manueli praticamente non esiste. Il Gigi appare svogliato, gli manca la grinta per mettere l’avversario in soggezione. Potrebbe sfruttare alcune ottime palle, ma il ragazzo è timoroso sia nei contrasti che nelle proiezioni offensive. Vanara e Reja trovano modo di lanciarlo con palloni perfetti, ma la punta alessandrina invece di lanciarsi in avanti, attende il compagno per appoggiargli la palla con le conseguenze facilmente immaginabili: il Perugia chiude i varchi e riparte con tocchi corti e per linee laterali. Maldera, Barbiero e Colombo affiancati da Dolso bloccano sulla trequarti il "binario" entro il quale si gettano con una notevole cocciutaggine sia Scarpa che Tinaglia. L’offesa dei marchigiani è per lo più portata sul settore destro dove Dolso non ha difficoltà a interrompere il dialogo poi, sui traversoni c’è sempre la testa di Reja a fare piazza pulita. La compagine di Castelletti regge senza eccessive preoccupazioni al continuo forcing dei padroni di casa abili nel creare 'l’azione ma nebulosi al momento della conclusione. E’ difficile intravedere nel complesso umbro quel continuo tourbillon sulle fasce che ha fatto tante vittime. I rossi senza Curi faticano tanto più che Sollier è titubante; ha buoni punti, ma la guardia serrata di Di Brino gli impedisce di trovare lo spazio. Il contestatore allarga sovente sulle estreme per crearsi un trampolino di lancio per il decollo. La difensiva dei grigi non può paragonarsi al tanto discusso svizzero, manovrando il centrocampo alessandrino lontano dall'area di Pozzani il quale corre ben pochi rischi. Solo nel finale, sospinti dall'incitamento costante dei tifosi, i rossi premono sull'acceleratore con alcuni traversoni di Pellizzaro sfuggito al marcamento di Colombo. Per due volte Picella ha la palla buona, ma le conclusioni sono fuori porta. E l‘Alessandria? Oltre la metà campo il contropiede grigio è piuttosto titubante poiché l’uomo che dovrebbe lanciarsi verso Malizia difficilmente ha la possibilità dello scambio. Deve attendere il compagno e i perugini non fanno complimenti; retrocedono i centrocampisti e lo spazio viene improvvisamente a mancare. Eppure Manueli e lo stesso Volpato potrebbero tentare la via della rete. Si registra solo un alleggerimento di Mazzia anticipato al momento di concludere e di Colombo nettamente a lato. Si riprende con un duetto Mazzia - Vanara - Mazzia, ma il portiere neutralizza senza troppe difficoltà. Il Perugia fa uscire Amenta innestando Marchei onde evitare l’infoltimento nella zona centrale del campo. Libero da impegno pure Frosio inzucca di testa e la sfera sibila sopra la traversa. Al 67’ il rigore letteralmente ’'regalato” da Terpin. Vanara esce dalla propria area effettuando un passaggio di ritorno al proprio portiere: Scarpa scatta mentre Pozzani respinge. Nella zona calda si porta di Brino e, mentre il pallone esce a lato, i due contendenti si scontrano cadendo. Terpin indica il dischetto del rigore tra la sorpresa generale. Al momento del fallo Scarpa non era in possesso del pallone e l'azione conclusa. Picella calcia a mezz'altezza e Pozzani, avendo intuito l’intenzione del perugino, respinge in angolo. Lo scampato pericolo non ricarica i grigi, almeno in fase offensiva. C'è però una buona occasione al 79': l'arbitro punisce un fallo su Di Brino e Dolso batte il calcio piazzato con un pallonetto mal destramente respinto da un difensore perugino sul settore destro dell’attacco alessandrino. Unere liberatosi di Sollier avanza, poi tenta la botta con pallone sibilante sopra la traversa. IL GOL BEFFA Replica del generoso Vanara all'83’: l’alessandrino resiste ad una serie di falli poi traversa al centro tagliando l’intero schieramento di retroguardia. Dolso portatosi al centro giunge sulla sft ;ra spremuto come un limone e per Savoia è un gioco da ragazzi evitare ulteriori preoccupazioni. Brivido per gli alessandrini all’84’ per una gran stangata di Marchei con palla che colpisce l’incrocio dei pali. E’ il campanello d’allarme preannunziarne la beffa. 11 Perugia si fa più intraprendente costringendo l’avversario a retrocedere nella propria area di rigore. Si accendono mischie favolose risolte con tempismo prima da Colombe e poi da Volpalo. 11 pubblico deluso incomincia a sfollare, ma è all’86’ che il destino gioca un brutto tiro a Pozzani. Picella da una ventina di metri sfrutta una punizione per fare spiovere nell’area dei piemontesi una palla piuttosto innocua se il vento non si incaricasse di accompagnarla in rete. Trafitta inopinatamente l’Alessandria rischia il tutto per tutto rischiando il raddoppio poi al novantesimo l’ultima speranza. Maldera di testa appoggia su Unere che attraversa la metà campo, si avvicina all’area e di sinistro colpisce con ogni residua energia il pallone. Una mazzata che piega le mani al portiere che si salva in corner. La cronaca piuttosto succinta dei novanta minuti ribadisce il solito, cronico difetto dei grigi: difesa e centrocampo abbottonatissimi, ma carenza totale in contropiede. Le conclusioni a rete dell’undici di Castelletti si contano sulle dita di una mano e solo due di esse possono definirsi pericolose. I problemi del mister non sono facilmente risolvibili stante l’assenza di una punta come Baisi. Difendersi, in particolare con il Perugia, è legittimo, ma rinunciare all’offesa è un suicidio nel vero senso della parola. Il batti e ribatti dell'avversario prima o poi finisce per trovare lo spiraglio con le conseguenze che gli sportivi conoscono. L’Alessandria deve uscire allo scoperto, potenziare maggiormente l’offesa senza tuttavia prestare il fianco alle reazioni della squadra che si affronta. Proseguendo sull’attuale linea, si rischia il peggio tanto più che l’eccessiva copertura viene mantenuta con complessi di levatura non eccelsa. Nell’infausta partita di Verona pur difendendosi, i grigi crearono più di un pericolo ai padroni di casa e, solo la cattiva giornata di Dolso evitò agli scaligeri guai veramente gravi. La classifica impone la massima concentrazione e da parte del tecnico uno schema accorto per meglio sfruttare le caratteristiche degli uomini senza tuttavia tralasciare la possibilità di cercare il gol con uomini come Manuali, Dalle Vedove, Mazzia e Unere che, pur non essendo attaccanti puri, hanno notevole esperienza in materia oltre ad un tiro piuttosto bruciante. Manueli, ad esempio, più che al dribbling prolungato può cercare il gol da fuori area con maggiore determinazione. Singolare la posizione dell’attaccante il quale pur disponendo di un sinistro da... dieci gol ha collezionato in ventun partite due reti di cui una fortunosa e l’altra su calcio di rigore. Le possibilità del ragazzo sono certamente superiori, occorre solo... costringerlo a variare il solito clichè di gioco. Il giocatore ha fisico e tecnica — in precedenza lo abbiamo evidenziato ripetutamente — bastante per competere con altri colleghi della serie cadetta: aggiungiamo che si tratta di un fatto psicologico. Castelletti concedendogli fiducia gli ha dato, come si suole dire, una mano: al ragazzo il compito di contraccambiare il favore. Il prossimo obiettivo grigio è l’Atalanta squadra sempre alla ricerca di un gioco accettabile e fruttifero. Nell’andata i bergamaschi si imposero in maniera fortunosa grazie ad un gol di Marchetti a sette minuti dalla conclusione. La vittoria è veramente d’obbligo per tenere a bada le concorrenti molte delle quali godono del fattore campo. GLI ARBITRI L’impresa è senz’altro ardua avendo i giocatori l’assillo dei due punti, ma raggiungibile se i grigi riconfermeranno la grinta di sempre. Per l’Alessandria ogni partita è una battaglia, una battaglia senza esclusioni di colpi; è da dura legge del campionato cadetto. Castelletti, sperando nella buona sorte ha tempo per riordinare le idee, per giocare le carte nel modo migliore senza rischiare soluzioni affrettate. Mancherà Dalle Vedove, ma in compenso rientrerà Franceschelli: la restante parte la faranno i "senatori” sui quali ricade l’onere e l’onore di raddrizzare le sorti. Gli sportivi, come nelle precedenti occasioni, saranno presenti compatti per incitare i beniamini in una partita dai mille risvolti. Imporsi sui bergamaschi significa chiudere la polemica, riportare il sereno in un ambiente teso a seguito degli infelici arbitraggi. Dopo Lapi (assediato a Barletta), Gialluisi (domenica a riposo forzato) ecco Terpin con una direzione di gara a senso unico, a vantaggio della compagine più forte, il Perugia. L’Alessandria riuscirà ad avere dalla prossima settimana un fischietto imparziale? E’ la speranza dei giocatori e del pubblico, pronto ad esplodere. (Il Piccolo - Il Gattopardo) IL PERUGIA CON UN GOL MOLTO FORTUNOSO SCONFIGGE UN'ALESSANDRIA APPANNATA La capolista vince con una rete di Picella su punizione a 3' dal termine In una confusione terribile, fra cori carnascialeschi, vessilli biancorossi d'ogni tipo, raffiche furiose di vento, gente che si pesta i piedi in tribuna per potere vedere almeno una fetta di campo, l'Alessandria perde a Perugia anche quel punto per cui aveva pazientemente lottato durante tutta la partita. Siamo all'87', e il Perugia, in favore di vento, butta nella mischia le energie rimaste in corpo. Gli schemi, le marcature, non esistono più, c'è soltanto un assalto che va a folate, come l'aria che infila di traverso il campo. Manueli, in posizione arretrata, trattiene un pallone, e anziché respingerlo, tenta il dribbling e commette fallo. Batte Picella, almeno dieci metri fuori area, sulla sinistra. La palla spiove in area, tesa, e portata dal vento, Sollìer salta, ma non tocca, Pozzani, fuori dai pali in tuffo, è ingannato. Un gol strano, poco pulito, che fissa il risultato di una partita strana, poco pulita, dove di gioco, onestamente, se n'è visto ben poco, sta dall'una che dall'altra parte. L'Alessandria, è naturale, e si vede subito, gioca per il pareggio: in campo ci sono quattro difensori, cinque centrocampisti e una sola punta. Franceschelli, colpito da un attacco febbrile durante la notte, va in panchina, e Castelletti, con un altro attaccante in meno, non può fare altro che adottare uno schema privo di velleità offensive. Maldera e Di Brino, i terzini, giocano su Scarpa e Sollier; Colombo controlla Pellizzaro, Barbiero sta dietro a tutti; a centrocampo, Vanara, fìnta ala, segue Tinaglia, mentre Volpato, Reja, Mazzia e Dolso fanno barriera. Fin qui tutto bene, perché il Perugia, bravo nel gioco largo e nelle puntate in profondita, è costretto a rallentare il ritmo e a rendere orizzontale il suo schema. Picella e Amenta, anime della squadra di Castagner, non ce la fanno a lanciare con precisione le punte, le quali, malgrado il gran movimento, trovano avversari ovunque si spostino. L'Alessandria in difesa è forte, decisa, attenta. Soprattutto Di Brino, favorito in parte dalla posizione arretrata di Sollier, offre una grande prova, spingendosi anche spesso in attacco per sfruttare il contropiede. Avanti, però, le cose vanno meno bene. Manueli, solo soletto, può fare ben poco, se non rincorrere a turno gli avversari che si sganciano per l'appoggio: quando poi si trova fra i piedi palle giocabill, forse psicologicamente influenzato dall'assetto difensivistico della partita, l'attaccante si dimostra incerto e poco pronto a puntare a rete. In simili condizioni, costretta per quasi tutto l'incontro a tamponare l'iniziativa del Perugia, l'Alessandria deve chiedere al suo centrocampo più di quanto questo possa dare. Vanara, ex perugino, svolge il suo compito, oscuro e difficile, con ordine e continuità; Reja, al rientro dopo l'operazione al menisco, chiude i corridoi con intelligenza, e contrasta anche, dimostrando di essere perfettamente guarito. Manca forse ancora un po' la condizione atletica e la tenuta, per cui viene sostituito nel finale da Unere. Volpato, opposto a Picella, difende e cerca di costruire, mentre Mazzia su Frosio e Dolso sul pericoloso Raffaeli riescono quasi sempre a spezzare l'iniziativa degli avversari diretti. Il Perugia, oggi più nervoso e più discontinuo del solito, deve vincere, e attacca subito. Per un po' riesce ad aggirare bene sulle ali, poi, chiusa quella zona del centrocampo alessandrino, tenta con i cross: ma, se si fa eccezione per un colpo di testa di Picella fuori di poco allo scadere del primo tempo, l'arma non ha efficacia. Barbiero, Maldera e Di Brino in area, sui palloni alti, sono imbattibili. Potrebbe comunque passare in vantaggio il Perugia al 67', quando Terpin, arbitro dal fischietto imprevedibile, offre con un inchino un rigore che non esiste: Vanara appoggia indietro corto al portiere, cui Scarpa ruba il tempo, poi sulla palla che sta finendo fuori intervengono in due, Pozzani e Maldera e Scarpa improvvisamente cade a terra. Il fischio dell'arbitro sorprende tutti. Batte Picella, sulla destra, ma Pozzani in tuffo manda fuori. Una gioia effimera, che durerà solo altri venti minuti. (La Stampa) Il vento gelido, insistente che prendeva d’infilata il ’’Santa Giuliana” ha giocato ai grigi uno scherzo di pessimo gusto favorendo oltre misura la squadra di casa arrembante alla disperata ricerca del goal della vittoria. Per il Perugia era la diciassettesima partita utile e le apprensioni si leggevano sul volto dei tifosi. Alla cabala tutti dicono di non credere, ma all’atto pratico ognuno fa i debiti scongiuri toccando, se possibile, l’amuleto. L’Alessandria pareva proprio un rebus, nonostante Castelletti avesse fatto sapere di non disporre di Franceschelli l’unica vera punta. Al ’’Santa Giuliana” l’undici di Castelletti ha fronteggiato un avversario disposto a fare un solo boccone, ma nello stesso intimorito oltre misura dal ’’diciassette” numero fatidico. La partita nonostante l’imprevedibilità di Terpin pare proprio confermare i dubbi della vigilia: Pozzani che neutralizza il rigore, Marchei che colpisce l’incrocio dei pali ribadivano il peso della cabala? Sul pareggio non esistono più dubbi. Castagner si agita per settanta minuti per impartire disposizioni, poi rinuncia convinto dell'ineluttabilità del destino. La sfortuna, beffarda, è in agguato trasformando una punizione innocua in un’arma micidiale per trafiggere Pozzani. La spinta alla sorte la dà Terpin concedendola, dieci metri fuori dall’area di rigore, a vantaggio degli umbri, dimenticando che il fallo era stato compiuto su Manueli. Incaricato dei tiro è Picella. Il centrocampista fa spiovere al centro dell’area un pallonetto senza eccessive pretese, ma il vento e un perugino propiziano il gol mettendo fuori causa Maldera. Il pallone scivola beffardamente tra i piedi di difensori ed attaccanti ingannando Pozzani: la sfera lentamente, ma inesorabilmente si adagia in fondo al sacco. I giocatori perugini sembrano increduli davanti ad un regalo per nulla preventivato. L’Alessandria, scornata da tre domeniche, alla disperata ricerca di un risultato positivo piomba in zona... radar. Inesorabili Brindisi, Reggiana e Arezzo rosicchiano il vantaggio dei grigi riducendo il distacco a due sole lunghezze. Le tre sconfitte hanno lasciato il segno e, la posizione di centroclassifica registrata alla fine del girone di andata, si è deteriorata paurosamente. Abbiamo parlato di sfortuna:le cronache dell’incontro rendono giustizia ai grigi per la saggia condotta. I guai per Castelletti erano iniziati venerdi sera, nel momento in cui Franceschelli denunciava un improvviso attacco febbrile. Privato dell’unica vera punta, il mister si è trovato in una situazione impossibile: dodici difensori e un solo attaccante, il giovane Snidaro. […] L'INESISTENTE RIGORE. La difensiva dei grigi non può paragonarsi al tanto discusso verrou svizzero, manovrando il centrocampo alessandrino lontano dall'area di Pozzani il quale corre ben pochi rischi. Solo nel finale, sospinti dall'incitamento costante dei tifosi, i rossi premono sull'acceleratore con alcuni traversoni di Pellizzaro sfuggito al marcamento di Colombo. Per due volte Picella ha la palla buona, ma le conclusioni sono fuori porta. E l‘Alessandria? Oltre la metà campo il contropiede grigio è piuttosto titubante poiché l’uomo che dovrebbe lanciarsi verso Malizia difficilmente ha la possibilità dello scambio. Deve attendere il compagno e i perugini non fanno complimenti; retrocedono i centrocampisti e lo spazio viene improvvisamente a mancare. Eppure Manueli e lo stesso Volpato potrebbero tentare la via della rete. Si registra solo un alleggerimento di Mazzia anticipato al momento di concludere e di Colombo nettamente a lato. Si riprende con un duetto Mazzia - Vanara – Mazzia, ma il portiere neutralizza senza troppe difficoltà. Il Perugia fa uscire Amenta innestando Marchei onde evitare l’infoltimento nella zona centrale del campo. Libero da impegno pure Frosio inzucca di testa e la sfera sibila sopra la traversa. Al 67’ il rigore letteralmente ’'regalato” da Terpin. Vanara esce dalla propria area effettuando un passaggio di ritorno al proprio portiere: Scarpa scatta mentre Pozzani respinge. Nella zona calda si porta di Brino e, mentre il pallone esce a lato, i due contendenti si scontrano cadendo. Terpin indica il dischetto del rigore tra la sorpresa generale. Al momento del fallo Scarpa non era in possesso del pallone e l'azione conclusa. Picella calcia a mezz'altezza e Pozzani, avendo intuito l’intenzione del perugino, respinge in angolo. Lo scampato pericolo non ricarica i grigi, almeno in fase offensiva. C'è però una buona occasione al 79': l'arbitro punisce un fallo su Di Brino e Doiso batte il calcio piazzato con un pallonetto maldestramente respinto da un difensore perugino sul settore destro dell’attacco alessandrino. Unere liberatosi di Sollier avanza, poi tenta la botta con pallone sibilante sopra la traversa. IL GOL BEFFA Replica del generoso Vanara all'83’: l’alessandrino resiste ad una serie di falli poi traversa al centro tagliando l’intero schieramento di retroguardia. Dolso portatosi al centro giunge sulla sfera spremuto come un limone e per Savoia è un gioco da ragazzi evitare ulteriori preoccupazioni. Brivido per gli alessandrini all’84’ per una gran stangata di Marchei con palla che colpisce l’incrocio dei pali. E’ il campanello d’allarme preannunziante la beffa. Il Perugia si fa più intraprendente costringendo l’avversario a retrocedere nella propria area di rigore. Si accendono mischie favolose risolte con tempismo prima da Colombe e poi da Volpato. 11 pubblico deluso incomincia a sfollare, ma è all’86’ che il destino gioca un brutto tiro a Pozzani. Picella da una ventina di metri sfrutta una punizione per fare spiovere nell’area dei piemontesi una palla piuttosto innocua se il vento non si incaricasse di accompagnarla in rete. Trafitta inopinatamente l’Alessandria rischia il tutto per tutto rischiando il raddoppio poi al novantesimo l’ultima speranza. Maldera di testa appoggia su Unere che attraversa la meta campo, si avvicina all’area e di sinistro colpisce con ogni residua energia il pallone. Una mazzata che piega le mani al portiere che si salva in corner. La cronaca piuttosto succinta dei novanta minuti ribadisce il solito, cronico difetto dei grigi: difesa e centrocampo abbottonatissimi, ma carenza totale in contropiede. Le conclusioni a rete dell’undici di Castelletti si contano sulle dita di una mano e solo due di esse possono definirsi pericolose. I problemi del mister non sono facilmente risolvibili stante l’assenza di una punta come Baisi. Difendersi, in particolare con il Perugia, è legittimo, ma rinunciare all’offesa è un suicidio nel vero senso della parola. Il batti e ribatti dell'avversario prima o poi finisce per trovare lo spiraglio con le conseguenze che gli sportivi conoscono. (La Stampa - Ed. Sport - Carlo Coscia) RISULTATI: Atalanta – Palermo 0-0 Avellino – Brescia 2-0 Brindisi – Verona 0-0 Catanaro – Reggiana 1-1 Como – Novara 1-0 Genoa – Spal 1-0 Parma – Sambenedettese 2-0 Pescara – Foggia 2-0 Taranto – Arezzo 0-0 CLASSIFICA: Perugia p. 31, Verona 29, Como, Palermo 25, Novara, Brescia 24, Catanzaro 23, Avellino 22, Foggia 21, Parma, Genoa 20, Atalanta, Sambenedettese 19, Alessandria 18, Taranto, 17, Spal, Arezzo 16, Reggiana 15, Brindisi 14. MARCATORI: 8 reti: Pruzzo (Genoa), Zigoni (Verona), 7 reti: Bonci (Parma), Ferrari (Avellino), Nobili (Pescara), 6: Bresciani (Foggia), La Rosa (Palermo), Paina (Spal), Turella (Novara), Chimenti, Simonato (Sambenedettese). Il punto sul campionato Il Perugia continua ormai imprendibile la sua marcia solitaria in testa alla serie B. La capolista, come era prevedibile, ha faticato moltissimo per piegare la commovente resistenza dell'Alessandria che fino a pochi minuti dal termine ha accarezzato il miraggio del più clamoroso degli 0 a 0. Alla fine il destino si è compiuto secondo i pronostici, consentendo alla squadra umbra di aggiungere un altro punto ai suo vantaggio sul Verona, bloccato sul nulla di fatto a Brindisi. Il motivo conduttore del campionato resta tuttavia la lotta per il terzo posto, sempre più accanita, con continui rovesciamenti di fronte che sembrano escludere dal gioco l'una o l'altra pretendente, pronte invece a reinserirsi alla domenica successiva. Stavolta il turno « si » tocca al Como che ha scavalcato il Novara ed il Brescia affiancandosi al Palermo in terza posizione. I siciliani hanno ottenuto un punto prezioso a Bergamo ed il loro merito vale quello del Como che ha piegato, più nettamente di quanto non dica il minimo risultato, un Novara tenace e sfortunato ma anche chiaramente inferiore come ritmo e come individualità. II Como ha un Tardelli in più rispetto agli altri, un giocatore che sarà certamente il pezzo più conteso del prossimo mercato estivo. II Novara, pur sconfitto, resta ad un punto dalla coppia Palermo-Como alla pari col Brescia battuto ad Avellino. Le possibilità degli azzurri di Seghedoni di restare in corsa per la promozione non sono dunque cadute con la sconfitta in riva ai lago di Como. Il Genoa, col ritorno di Mariolino Corso, è riuscito anche a tornare all'appuntamento con la vittoria e a tirarsi fuori dalle acque pericolose. (La Stampa)