Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
02-03-1975 - Giornata: 22 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Atalanta Bergamasca Calcio 1 - 1 (1 - 0)
RETI: 38. rig. Manueli L.[A] 76. Vernacchia [At]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Reja Edoardo, Barbiero Valeriano [71. Vanara Elio], Colombo Antonio, Franceschelli Paolo, Manueli Luigi, Gobbetti Adriano, Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Snidaro Gian Carlo All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
ATALANTA BERGAMASCA CALCIO: Cipollini, Percassi, Divina, Rocca, Andena, Mastropasqua, Vernacchia, Scala, Musiello, Russo, Rizzati. A disp.: Tamburrini, Lugnan. All.: Piccioli Angelo

Arbitro: Panzino Giuseppe (Catanzaro)
Note
Ammonito Rocca [At], Dalle Vedove [Al] Spettatori: 6.000 circa dei quali 4.309 paganti e 541 abbonati per un incasso di 12.105.200 lire. Inizio gara ore 15.00

Commento
LA SOLITA PUNIZIONE GALEOTTA ANNULLA IL PENALTY DI MANUELI L’Alessandria domina la scena, ma l’Atalanta strappa il pareggio © Le carenze dell’attacco, sempre alla ricerca dell’uomo-gol © Il rientrante Dalle Vedove non è bastato a fare saltare la serratura dei ’’nerazzurri” © La situazione sempre più difficile dopo le tre sconfitte e il risultato nullo di domenica: la trasferta di Catanzaro ricca di incognite © Castelletti procederà a qualche avvicendamento ? Sono cadute le ultime illusioni. I grigi chiamati ad affrontare la prova d’appello dopo tre sconfitte consecutive non sono riusciti a superare lo scoglio rappresentato dall'Atalanta. Andati in vantaggio sono stati raggiunti nella seconda parte della ripresa. Il margine di sicurezza conquistato nel girone di andata sta sempre più assottigliandosi: l’Arezzo, terz’ultimo in graduatoria, arranca a due punti. L’undici mandrogno non riesce più ad andare in gol senza l’aiuto del calcio piazzato. La carenza di una punta si fa sentire; i problemi si moltiplicano. Il domani è sempre più buio ma al momento attuale sarebbe sciocco rassegnarsi, accettare supinamente. E ’ giunta l'ora di mostrare la forza di reazione, di ribellarsi ai contraccolpi del destino, di riprendere la strada con maggiore determinazione. La classifica si è appesantita, ma non tutto è perduto. L’Alessandria affronterà la prossima domenica il Catanzaro poi inizierà la serie di scontri diretti, prima l'Arezzo, poi il Parma. Per l’Alessandria saranno le gare veramente decisive per la sopravvivenza nella serie cadetta. L’ultima casalinga con i nerazzurri bergamaschi ha ribadito quanto si sapeva da mesi: i giocatori danno il massimo, non rinunciando alla bagarre senza trovare lo spunto per tradurre in concreto la superiorità territoriale. E’ il difetto di sempre accentuatosi negli ultimi mesi considerato che in passato la stessa squadra riuscì a racimolare preziosi punti, in particolare in trasferta. Valga l’esempio di Como, di Ferrara con la Spai e con il Taranto. Esaurita l’ondata di entusiasmo iniziale, la compagine ha incominciato a registrare battute a vuoto, incertezze e titubanze. Qualcosa nella squadra è venuto meno, non si può spiegare altrimenti il calo improvviso. E’ giunto il tempo di adoperare il bisturi, di procedere agli avvicendamenti, di rischiare con giudizio. Una squadra che in quattro confronti, pur impegnativi, racimola un solo punto necessita di una revisione, anche se può apparire ingiusto per l’impegno profuso dai singoli. E’ un problema di difficile soluzione, pienamente d’accordo, da affrontare con sangue freddo e responsabilmente. Proseguire sulla stessa strada, fingere di ignorare la realtà è di cattivo gusto. Abbiamo parlato di bisturi: nei momenti più delicati è indispensabile avere il coraggio di affrontare la realtà, di sviscerarla, di adottare le contromisure, l’antidoto. Continuare a sperare nel domani senza tentare ogni soluzione possibile significa avvicinarsi al baratro. Prima di precipitarvi ogni soluzione va studiata e adottata; nulla deve essere lasciato al caso, all'imponderabile. Le prime tre giornate del girone di ritorno sono oltremodo fallimentari: due sconfitte e un pareggio, in media inglese significa meno quattro. Cosa riserva il domani all'Orso grigio? La domanda se la sono posta le migliaia di fans alessandrini al termine del confronto con l’Atalanta, una squadra ricca di nomi dal passato illustre, ma senza troppa gloria, come il responso del campo ha ribadito. La partita era attesa con impazienza se non altro per valutare la caratura della compagine, sconfitta a Perugia più che dall’avversario dalla mala sorte. Castelletti disponendo dell’intero organico (ad eccezione di Baisi il cui rientro in squadra è previsto per metà aprile, salvo complicazioni dell'ultima ora) compreso Dalle Vedove al quale la disciplinare ha ridotto la squalifica ad una sola giornata, ha escluso Volpato impiegando Mazzia a centrocampo per consentire a Manueli e Dalle Vedove di sostenere con maggiore incisività l'azione di Franceschelli. Una formazione sulla carta e sul campo apprezzabile per l’agonismo, la determinazione sia in fase di difesa che di offesa. I grigi hanno costruito un volume di gioco non indifferente, ma al momento di tirare le somme si sono trovati con un solo uomo capace di cercare il gol, Dalle Vedove. E’ stato il fromboliere della compagine alessandrina anche se sul piano pratico ha raccolto parzialmente i frutti. Scorriamo il notes alla ricerca delle condizione alessandrine: la splendida girata al volo di Dalle Vedove in occasione della rete annullata, il rigore trasformato da Manueli; nella ripresa una deviazione di Danny e allo scadere un doppio tiro di Dolso. In pratica quattro tiri verso la rete di Cipollini su un arco piuttosto lungo di tempo, novanta minuti. Una inezia considerato il fattore campo, la levatura non certo da gigante degli atalantini. Franceschelli che è pur sempre una mezza punta, seppure schierato con funzioni di attaccante, ha giostrato a tutto campo; ha collezionato una serie di punizioni a vantaggio dei compagni, non trovando lo spazio per il tiro. Analogo il discorso per Manuali, un ragazzo dotato di un sinistro al fulmicotone come ha dimostrato in occasione del calcio di rigore. Gigi partendo da posizione arretrata ha sfruttato buone palle sulla fascia laterale, ha stretto perentoriamente al centro rinunciando alla possibilità di sfondare. Restano Mazzia e Dolso. Il "professore” è rimasto per lo più in zona onde evitare di essere "tagliato” dai contrattacchi avversari mentre Dolso partendo dalla propria area di rigore solo nel finale ha avuto la possibilità di Fondare con decisione nella rete atalantina. Una compagine che crea gioco, ma che purtroppo non sa raccogliere i risultati sotto forma di gol, gli unici a contare in una partita di calcio. Non si scopre la luna nel pozzo ricordando agli sportivi la composizione della rosa formata essenzialmente da centrocampisti, da uomini votati più a costruire le azioni invece di concluderle. IL DILEMMA Mancando le punte vere è giocoforza sfruttare le propensioni offensive degli elementi aventi tali caratteristiche. Non è la prima volta che accade sui campi di gioco. L’allenatore è oggi davanti ad un dilemma di non facile soluzione: ridare completa fiducia agli uomini brillanti protagonisti del girone di andata o variare i temi tattici. Davanti all’urgente necessità di fare punti la seconda tesi prevale sulla prima. Il discorso diviene oltremodo polemico, ma nel calcio — c non lo scopriamo oggi — valgono e risultati più dei buoni proponimenti. Il sostenere a fine contesa che la sfortuna continua a bersagliare la propria squadra, è una giustificazione accettabile parzialmente. Il discorso è valido per alcune partite c non certo per l’intero arco del campionato. Castelletti ha assolto, molto sportivamente, i ragazzi ribadendo l’impegno profuso nel corso della partita poi, per troncare la discussione ha aggiunto: « Le eventuali colpe sono le mie. I giocatori si sono impegnati, hanno lottato. Cosa pretendere di più? ». Difficile interpretare le parole del tecnico pronunciate sotto lo choc del pareggio interno e dopo avere conosciuto il responso degli altri campi sui quali erano impegnate le squadre in lotta per la sopravvivenza. Alessandria - Atalanta, la partita del rilancio delle casacche grigie, non ha dunque portato il bel tempo, la schiarita attesa da più parti in vista della trasferta di Catanzaro. Un altro appuntamento importante è andato deserto. Nuove complicazioni si aggiungono alle precedenti con il risultato di rendere più problematica la battaglia per non retrocedere. Pur nella difficoltà del momento siamo ugualmente convinti della rimonta dei grigi, una rimonta attesa dagli appassionati nonostante la delusione del momento. Perchè tanta certezza nonostante i passi falsi compiuti nel nuovo anno? L’Alessandria dispone, come sottolineato in altre occasioni, di un organico ridotto all'osso, ma composto da giocatori seri e preparati. Prendete ad esempio Colombo: lo stopper sta disputando un campionato maiuscolo sotto ogni profilo. Ogni domenica contrasta con decisione l’avversario di turno, si applica al massimo deciso a contribuire al rilancio della squadra. Con Colombo ricordiamo Vanara, Maldera, Pozzani, insomma l’intero organico. IL PASSATO La coesione, la volontà sinora dimostrata costituiscono una garanzia per il futuro. L’Alessandria può recitare un ruolo non indifferente nel campionato a condizione che le pedine siano sfruttate nel migliore dei modi e senza preconcetti di sorta. L’infelice parentesi aperta a San Benedetto del Tronto deve chiudersi al più presto incominciando sin dalla prossima domenica. Potremmo parla re degli errori compiuti a luglio ed ottobre con il mancato rafforzamento della compagine, ma è troppo tardi per rimpiangere il passato. La lezione dovrebbe servire in futuro; gli errori, speriamo, di non pagarli con la retrocessione perchè sarebbe un vero tradimento consumato a danno degli sportivi. Più di ieri si deve fare appello alle doti dei singoli giocatori concedendo agli stessi la massima fiducia. Alla conclusione del campionato mancano sedici giornate: trentadue punti sono in palio. Il cammino della salvezza dei grigi inizia con il turno numero quattro, vale a dire con la difficile trasferta di Catanzaro, un avversario certamente forte, ma non monstre. L’Alessandria affronterà poi l’Arezzo (in casa) il Parma (in trasferta) ed ancora un’altra pericolante tra le mura amiche, la Spai. Molto dipenderà dalle prossime quattro partite al termine delle quali sarà più facile stilare un pronostico sul capitolo retrocessione. Tornando alla gara con l’Atalanta riepiloghiamo i fatti salienti della contesa disputata davanti a seimila spettatori. Sullo schieramento alessandrino ci siamo soffermati: analizziamo il comportamento degli uomini in campo incominciando dalla retroguardia posta sotto accusa per il gol subito su punizione. Pozzani ha indubbiamente compiuto un errore piuttosto marchiano nel formare la barriera lasciando completamente sguarnito il secondo palo. Vcrnacchia non ha avuto difficoltà a centrale il bersaglio. Maldera e Di Brino si sono battuti con notevole concentrazione, in particolare il primo che ha neutralizzato senza troppi patemi d’animo Rizzati tenendo a bada, successivamente, un Gattelli assai mobile. Su di Brino molte ombre e poche luci: Vernacchia non si è rivelato sul campo Io spauracchio tanto temuto per cui il difensore ha avuto più di una occasione per sganciarsi. E’ in fase di propulsione che emergono le carenze di Marcello sempre encomiabile per volontà, ma non altrettanto per rendimento. La preparazione atletica ha indubbiamente una notevole importanza, così dicasi della grinta, ma non è tutto. 11 giovane difensore alle prese con avversari maggiormente dotati si esprime con difficoltà tanto da suscitare più di una perplessità. Su tutti ha troneggiato Colombo e per lo stopper la menzione onorevole è d’obbligo. Discreto il lavoro svolto da Reja il cui tono va gradatamente evidenziandosi: il ragazzo giocando troverà entro breve tempo la condizione migliore ed il centrocampo ne trarrà notevole giovamento. In difficoltà ed a volte incerto capitan Barbiero: negli ultimi tempi in conseguenza del malanno al polpaccio ha lasciato alquanto a desiderare. Castelletti ha parlato « di titubanza sulla palla » ed effettivamente il ’’libero” ha denunciato incertezze preoccupanti. In almeno tre occasioni è stato "saltato” con irrisoria facilità dalle punte bergamasche, in altre ha ribattuto la palla con eccessiva precipitazione senza tentare l’impostazione Il Barbiere) edizione 1974-75 appare sottotono rispetto allo scorso campionato. Sui centrocampisti pensiamo di spendere poche parole: Dolso impiegato sulla linea dei terzini si è sacrificato in un duro lavoro di interdizione riuscendo ad impostare buone palle per i compagni. Nel finale catapultato verso l’area avversaria si è mosso con determinazione trovando lo spunto per insidiare la rete di Cipollini con un fortissimo tiro. Su Mazzia il giudizio è positivo se non altro per l’impegno profuso e l’esperienza dimostrata: men bene invece nel ruolo di ’’libero” che Bruno cerca di assimilare il più celermente possibile. IL REBUS MANUELI In rapida sintesi un giudizio su Franceschelli, Dalle Vedove e Manueli sui quali ci siamo soffermati in precedenza. Franceschelli pur non essendo un fuoriclasse e non possedendo il fiuto del gol sa battersi con incisività: ha collezionato numerose punizioni a vantaggio della squadra, denunciando carenze al momento di concludere. Lo si è chiaramente visto nella ripresa quando ha trovato lo spunto per proiettarsi verso re te. Invece di insistere e di fiondare ha cercato il compagno, nel nostro caso Manueli, e l’azione è sfumata. La punta più insidiosa, nel vero senso della parola, è stato_Dalle Vedove ricuperato in extremis. Giampiero ha tentato ripetutamente la via del gol andando a bersaglio dopo un quarto d’ora di gioco — ma il giocatore ha ammesso di avere compiuto il fallo anche se involontariamente — poi ha fallito nella ripresa il raddoppio consentendo ai bergamaschi di acciuffare il pareggio. L’alessandrino resta conseguentemente la punta di diamante in attesa del rientro di Baisi. Su Manueli le solite riserve divenute croniche. Il ragazzo gioca, trova lo spunto per farsi largo, ma perde di lucidità al momento di Fondare verso la porta. Il discorso è logoro, pienamente d’accordo, ma è proprio impossibile ottenere una maggiore determinazione? I mezzi atletici e tecnici non gli mancano e neppure il tiro, un tiro carico di dinamite come si è visto in occasione del calcio di rigore. Un’Alessandria ricca di idee, che sa manovrare sino al limite dell’area di rigore, che non va oltre. Il gran prodigarsi dei ragazzi resta per io più senza premio. I riconoscimenti platonici, ribadiamo, servono solo per meglio indorare l'amara pillola. Davanti ad una situazione estremamente delicata è spontaneo domandarsi se c ’è possibilità di uscire dal tunnel? La domanda posta all’inizio della disamina della partita con l ’Ataianta. A Castelletti la responsabilità di suonare la diana, di ricaricare la compagine sotto ogni profilo, di operare gli avvicendamenti ritenuti indispensabili per dare uno scossone all’ambiente reso piuttosto difficile a seguito degli ultimi rovesci. Le pedine di ricambio sono limitate, ma pur sempre valide incominciando da Vanara. Volpato, Unere per finire al giovane Snidare, la sola punta con Franceschelli deii'organico grigio. Nel momento in cui il pericolo incombe maggiormente osare è d’obbligo pur non perdendo di vista la realtà. 1 prossimi confronti saranno decisivi nel vero senso della parola in quanto le distrazioni potrebbero risultare fatali ai fini del rilancio della compagine verso posizioni più sicure. Condizione prima per riprendere quota è la fiducia verso i giocatori ed il tecnico. Il momento è difficile, ma non disperato perchè l’Alessandria ha il vantaggio di ricevete sin dalle prossime domeniche, sul proprio terreno, le squadre pericolanti: un’occasione propizia per rafforzare il vantaggio e prendere fiato. La massima concentrazione è basilare per chiudere l'infelice parentesi, per rimettersi in corsa verso il traguardo di giugno. A Catanzaro l ’undici dovrà difendersi senza trascurare la possibilità di offendere e non è detto che la jella continui a perseguitare Barbiere e compagni. Con un pizzico di buonasorte e molta carica agonistica la rimonta non è assurda, impossibile. All’allenatore e ai giocatori tradurre in concretezza ciò che attualmente è solo una pallida speranza. L’Alessandria, non può arrendersi supinamente, dopo avere dato prova del proprio carattere ed orgoglio (Il Piccolo - Il Gattopardo) L'ALESSANDRIA REGALA IL PAREGGIO ALL'ATALANTA Un amaro 1-1 provocato da un'ingenuo piazzamento in difesa su una punizione Un'altra giornata amara per l'Alessandria. I grigi non sono andati oltre il pareggio con l'Atalanta (1 a 1), in una partita che avrebbero potuto vincere con tutta tranquillità in quanto i bergamaschi hanno dato l'impressione di offrire i due punti in palio su un piatto d'argento: «Di questo incontro — ha detto l'allenatore dei nerazzurri Piccioli — mi va bene soltanto il risultato. Abbiamo giocato malissimo»; e che invece si è concluso con un punteggio che lascia un cattivo sapore in bocca a tutti, tifosi, dirigenti e giocatori della squadra piemontese. All'Atalanta è bastato infatti un solo tiro in porta in 90 minuti, su punizione, per riequilibrare le sorti di un match che sul piano del gioco, della combattività e del meriti in generale ha visto emergere soltanto l'Alessandria. Indubbiamente si tratta anche di sfortuna, di un momento nero del quale l'Alessandria non riesce a liberarsi in alcuna maniera. C'è stato pure un bellissimo gol di Dalle Vedove annullato dall'arbitro Ponzino, ma non ci sembra che le cause del «male» di Pozzani e compagni debbano essere cercale solo nella cattiva sorte. E neppure si può incolpare l'arbitraggio l'anche se qualche tifoso dopo la rete non convalidata ha cominciato a urlare frasi tipo questa: «Sono cinque domeniche che ci fregano vogliono rimandarci in serie C». Piuttosto sono ritornate lampanti alla ribalta le carenze della squadra di Castelletti, cioè una certa incapacità di concretizzare il grande volume di gioco svolto a centrocampo e alcune ingenuità in difesa che l'Alessandria paga sempre troppo care. Per spiegare meglio quest'ultima asserzione, dobbiamo parlare subito del gol che ha permesso all'Atalanta di pareggiare, al 75', dopo che al 38' l'Alessandria era andata in vantaggio su rigore con Manueli. La rete è stata messa a segno dall'ex granata Vernacchia, su punizione ottenuta dai bergamaschi quasi al limite dell'area Vernacchia è stato incaricato del tiro, mentre Pozzani da parte sua ha fatto disporre la barriera composta da cinque o se. uomini. Evidentemente i calcoli per i grigi sono stati fatti male in quanto il tiro diagonale del numero 7 nerazzurro è andato a infilarsi, di precisione a fil di palo. Non ci sono quindi colpe individuali, (e Castelletti del resto si assume tutte le responsabilità, difendendo i suoi giocatori) ma un difetto, in questo caso, di tutta la difesa che ha peccato d'ingenuità. Per quanto riguarda invece l'attacco che non trasforma in gol tutta la manovra del centrocampo, il discorso è vecchio. Manca l'uomo di rifinitura, il vero goleador. Il più pericoloso risulta sempre Dalle Vedove ma non basta. Bisogna sperare In un recupero veloce di Baisi che però potrà riprendere il suo ruolo al più presto fra 30-40 giorni. Ma torniamo alla partita. L'Atalanta presentatasi con i suoi nomi altisonanti, da Mastropasqua a Vernacchia, da Scala a Muslello (assente invece Marchetti, ancora sanzionato dalla disciplinare, un Manueli in buona giornata e tutta la squadra decisa nel complesso a vincere. E già al 13' i grigi andavano in gol con un magnifico tiro di Dalle Vedove che agganciava in area su passaggio di Dolso. Il signor Ponzino fischiava e correva verso il centrocampo. Ci pensavano però i giocatori dell'Atalanta a richiamare l'attenzione dell'arbitro sul guardalinee posto sulla destra del campo che aveva sbandierato, senza muoversi dalla sua posizione. Breve consulto e il gol veniva annullato e si riprendeva con una punizione a favore dei nerazzurri. Cosa era successo? Lo ha spiegato lo stesso Dalle Vedove. « Il fallo c'era — ha ammesso — ma era nettamente involontario. Nello stoppare con il petto in elevazione, il pallone mi era scivolato sulla spalla: credo che il punto non sia stato convalidato per questo ». Al 38' i grigi riuscivano nuovamente a passare, grazie ad un giusto rigore concesso per atterramento di Franceschelli da parte di quel Percossi che molti ricorderanno aver esordito in serie A, abbracciando per tutta una partita, anche quando il pallone era lontano cento metri, Altafini. Nessun dubbio per la massima punizione che Manueli trasformava con un tiro impeccabile. L'Alessandria cercava anche il raddoppio, mentre l'Atalanta non si sprecava per pareggiare. Falliva una grossa occasione ancora Dalle Vedove al 66' su lancio di Manueli e quindi veniva la doccia fredda al 75' con il pareggio di Vernacchia. (La Stampa - Ed. Sport - Cristiano Chiavegato) Risultati: Arezzo-Catanzaro 1-1 Brescia-Taranto 0-1 Foggia-Perugia 0-0 Genoa-Brindisi 2-0 Palermo-Como 1-0 Reggiana-Pescara 2-2 Sambenedettese-Novara 2-0 Spal-Parma 1-0 Verona-Avellino 0-2 CLASSIFICA: Perugia p.32; Verona 29; Palermo 27; Como 25; Avellino, Catanzaro, Brescia, Novara 24; Pescara 23; Genoa, Foggia 22; Samben. 21; Atalanta, Parma 20; Alessand., Taranto 19; Spal 18; Arezzo 17; Reggiana 16; Brindisi 14 Marcatori 10 RETI: Pruzzo (Genoa); 8 RETI: Zigoni (Verona); 7 RETI: Bonci (Parma); Ferrari (Avellino); Nobili (Pescara); 6 RETI: Chimenti (Sambenedettese); Serato (Pescara); Bresciani (Foggia); La Rosa (Palermo); Paina (Spai); Turella (Novara); Simonato (Sambenedettese); 5 RETI: Vannini, Scarpa, Picena (Perugia); Scanzlani (Como); Boccolini (Brindisi); Luppi, Sirena (Verona); Bertuzzo (Brescia), Pezzato (Spal). Il punto sul campionato Ormai non c'è dubbio, l'unica cosa chiara, in serie B, è clic il Perugia ha la promozione in tasca: non può fallire, se non si ferma da solo, mangiandosi i quattro punti di vantaggio sul Verona, addirittura sulla terza in classifica, che e ora il Palermo. Tutto il resto invece e nebbia, una nebbia che si è diffusa anche nella zona del secondo posto. Il Verona, un'altra squadra su cui si giurava ad occhi chiusi, ha incassato la terza sconfitta casalinga ad opera del sorprendente Avellino, orchestrato da quell'impronta che con troppa leggerezza le squadre di serie A hanno lasciato andare. Il Verona sente ormai la minaccia del Palermo (staccato di due punti) alla sua posizione. I rosaneri siciliani, sia pure con un fortunoso gol su punizione, hanno interrotto la serie positiva del Como e sono rimasti da soli al terzo posto, precedendo di una lunghezza i lariani (ovviamente sempre in corsa), mentre a tre punti dal Palermo fanno massa addirittura quattro squadre: l'Avellino, protagonista principale della giornata. Il Catanzaro che ha confermato la sua solidità anche ad Arezzo, il Brescia che si è fatto nuovamente sorprendere in casa dai Taranto, ed il Novara che nemmeno a San Benedetto del Tronto è riuscito a ritrovare lo smalto. II susseguirsi di colpi di scena di questo torneo allarga anziché restringere, la lotta per la promozione, che mantiene in corsa, a dispetto di prove deludenti in serie, anche gli azzurri di Seghedoni. Al limite, può tornare in lizza anche il Genoa che sotto la regia di Mariolino Corso e con un Pruzzo finalmente con le polveri asciutte, ha vinto giocando bene, sia pure contro un avversarlo piuttosto modesto. Per l'Alessandria invece nulla di nuovo. I grigi, con la complicità di un errore difensivo, hanno regalato il pareggio all'Atalanta, che avrebbe potuto raggiungere al 13» posto. (La Stampa)