Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
16-03-1975 - Giornata: 24 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Arezzo US 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 82. Di Brino M.[A] 9. Pienti [Ar]

Alessandria US Croci Claudio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Reja Edoardo, Mazzia Bruno, Colombo Antonio, Vanara Elio, Manueli Luigi, Franceschelli Paolo, Dalle Vedove Giampiero [70. Volpato Angelo], Dolso Arrigo A disp.:(P) Pozzani Flavio, Snidaro Gian Carlo All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
AREZZO US: Ferretti, Marini, Vergani, Righi, Papadopulo, Cencetti, Burgassi [74. Bartalesi], Pienti, Villa, Odorizzi. Di Prete. A disp.: Candussi, Baglioni. All.: Rossi Mario

Arbitro: Lazzaroni Giorgio (Milano)
Note
Ammoniti: Vergani [Ar] Spettatori: 5.000 circa dei quali 3.962 paganti per un incasso lordo di 10.670.500 lire oltre a 541 abbonati. Inizio gara ore 15.00

Commento
L'AREZZO DUE TIRI DUE GOL METTE IN CRISI I GRIGI Gli ospiti, subito in vantaggio per un errore di Croci, costringono i’ASessandria ad un duro inseguimento © Di Brino evita la sconfitta, ma restano inquietanti interrogativi sul futuro della squadra © La compagine gioca al limite delle possibilità, creando azioni da rete in continuazione senza concretizzarle © Meglio Vanara di SVSazzia nel delicato ruolo di ’libere” © Le assenze ... pesanti di Volpato, Barbero, Pozzani e Unere © La trasferta In quel dì Parma di domenica prossima Avevano scritto nelle scorse settimane: Arezzo, Parma, Spai, Novara e Taranto saranno le partite determinanti per raggiungere il traguardo salvezza. Archiviato il primo confronto, restiamo con la stessa opinione: se nelle prossime quattro gare i grigi non riusciranno a racimolare cinque punti la situazione, critica, diverrà drammatica nel vero senso della parola. L’Alessandria nelle ultime sei partite ha raccolto poco, due punti; un bilancio veramente catastrofico. Diciotto punti ad una giornata dalla conclusione del girone di ritorno, venti alla ventiquattresima, come a dire squadra in piena crisi. Nel calcio la matematica ha un peso predominante, ma pochi sono i dirigenti e gli appassionati a rendersi edotti della dura realtà. Proseguendo sulla strada percorsa nelle ultime domeniche, si rischia di raggiungere il fondo in un lasso di tempo relativamente breve e senza destare troppo rumore. Davanti ad una graduatoria sempre più deficitaria è indispensabile aprire gli occhi, esaminare il momento, correre celermente ai ripari. In caso contrario conviene prepararci al ritorno tra i semiprofessionisti. Siamo convinti che Paolo Sacco la pensi diversamente, che le voci sul disimpegno dell'industriale di Spinetta Marengo non abbiano fondamento: se così fosse non esiteremmo un solo istante a correggere il tiro, a denunciare pubblicamente le manovre tendenti a declassare nuovamente i grigi. L’ultimo confronto giocato dai grigi al Moccagatta, ha lasciato lo sportivo sbigottito, incredulo. Erano mesi che si attendeva il rilancio della squadra, il ritorno ad uno schema di gioco accettabile; la realtà, ancora una volta è risultata amara. L'undici affidato alle cure di Sergio Castelletti ha deluso le aspettative dei fans non certo per volontà, per voglia di vincere. Sul campo sono venute meno le premesse della vigilia e i fedelissimi invece di una compagine amalgamata, hanno visto un undici privo di idee, arrembante, ma disarticolato; generoso ma privo della chiarezza indispensabile p e r avere ragione di un antagonista preoccupato di uscire dalla contesa con il minore danno possibile. L'Arezzo privo di cinque titolari (Fara, Maggioni, Casone, Zazzaro e Muiesan) non solo ha posto in difficoltà i padroni di casa, ma per ottantadue minuti lo ha tenuto sul filo minacciando di travolgerlo. Cosa è accaduto durante i fatidici novanta minuti? L'undici mandrogno ha attaccato in continuazione, ha creato azioni da gol, ma l'inesauribile prodigarsi e lo spreco di energie è servito unicamente ad evitare il tracollo 0 la catastrofe, come meglio la si vuol chiamare. La squadra da domenica sera si trova in posizione tutt’altro che invidiabile, con tre avversarie alle calcagne pronte a farne un sol boccone. Le critiche sono servite a poco, diciamolo onestamente, a nulla. Ignorando i suggerimenti si sono gettate le basi per un declino irreversibile, per un lento, graduale ritorno alla serie C. Esiste un responsabile, un uomo sul quale fare ricadere le responsabilità? La domanda merita una risposta se non altro per la fiducia dimostrata dai tifosi, da quelli veri per intenderci. Premesso che la nostra non vuole essere una polemica sterile aggiungiamo le nostre perplessità davanti a certi silenzi, colpevoli, a certe prese di posizioni. Mesi orsono davanti alle critiche tendenti unicamente a rilanciare 1 colori alessandrini, abbiamo trovato incomprensione e disinteresse. Oggi più di ieri constatiamo di avere visto giusto, senza essere delle Sibille, degli aspiranti maghi. L'Alessandria attraversa un periodo delicato; i giocatori pur dando il massimo non riescono ad esprimersi compiutamente; il malcontento serpeggia tra le file, si insidiarono sospetti deleteri. Come si è giunti alla rottura dell’equilibrio? Si è incominciato con il "caso” Unere, si è proseguito con il "caso" Volpato; domani parleremo con molte probabilità del ’’caso" Barbiero. Perchè tanto insistenza nel richiedere l'inserimenti in squadra del difensore? Unicamente per concedere ai compagni di respirare, di riprendersi dallo stress di un campionato logorante. Castelletti davanti alle insistenze ha continuato ad ignorare la realtà per dimostrare di non piegarsi né davanti al pubblico, né davanti alla stampa. Chiudendo la porta al Beppe sono state create le premesse per altri malintesi, buon ultimo quello di Volpato, considerato sino a ieri il regista insostituibile della compagine. Per motivi tattici inspiegabili, Angelo è finito in panchina e, con molte probabilità resterà ancora per diversi mesi. Le cause dell'inspiegabile comportamento sono ignote; restano tuttavia i risultati a ribadire le carenze del complesso, precipitato nello spazio di due mesi nel baratro della bassa classifica. La squadra logorata dal folgorante inizio di stagione, arranca faticosamente pur battendosi al meglio. L ’AREZZO Davanti ad un quadro fallimentare è necessario adottare le contromisure se realmente si intende sopravvivere. I tifosi hanno espresso apertamente il loro giudizio, in alcuni casi lo hanno documentato per non essere tacciati di disfattismo. La cocciutaggine non serve come i recenti risultati confermano; occorre a vere il coraggio di riconoscere gli errori, di coprirsi il capo di cenere e di ricominciare da capo. Sbagliare è umano, è stato scritto, perseverare è diabolico. La nostra impressione è che si voglia proseguire a dispetto di ogni suggerimento per dimostrare un proprio punto di vista errato. L’esempio più lapalissiano Io troviamo analizzando, a mente fredda, l’ultimo incontro di sputato al Moccagatta contro un avversario direttamente in lizza per la salvezza. Sin dalla vigilia sportivi e tecnico erano concordi su un punto: la vittoria a tutti i costi per allontanare una diretta contendente rendendole la vita difficile per non dire impossibile. L’Arezzo tartassato dagli arbitri e dalla sfortuna giungeva ad Alessandria largamente rimaneggiato e con un solo obiettivo: tornarsene a casa con un punto. Castelletti analizzata la gara di Taranto, non ha esitazioni di sorta e, sin dal mercoledì, vara la formazione. Pozzani cede il posto al giovane Croci eterno "dodicesimo", Barbiero andrà in tribuna a fare compagnia ad Uncre mentre in panchina a fungere da rincalzi sceglie Snidaro e Volpato. La scelta degli uomini lascia molto titubanti se non altro perchè Mazzia nel ruolo di libero è in netta difficoltà. Inoltre la compagine deve sveltire il settore d ’attacco stante l’idiosincrasia di Franceschelli a tentare la strada del gol. Il buon senso consiglia una mossa naturale: il rilancio di Unere nel ruolo di mediano d ’attacco, libero da impegni di marcatura. Il ragazzo possiede un buon tiro, sa destreggiarsi sulla linea laterale (il confronto con il Como non ha proprio insegnato nulla?) contribuendo ad allargare le maglie difensive dell’avversario. La presenza di Volpato assicurerebbe la regia a centrocampo, la migliore orchestrazione delle trame d ’offesa. Castelletti la pensa diversamente convinto di riuscire a dimostrare sul campo l’assurdità delle critiche e dei suggerimenti. Sarebbe la risposta migliore per dimostrare agli sportivi e a "certa stampa locale" la malafede. Una rivincita naturale e logica se riuscisse. Lo spettacolo si ripete e dopo soli nove minuti i grigi inseguono il risultalo. Sfortuna vuole che Croci fallisce il primo intervento nella partita d ’esordio e l ’errore causa un primo trauma psicologico. L’Arezzo squadra mediocre, costretto a ricorrere ai giovani della Primavera, si trasforma in mostro: rinchiuso nell’arca di rigore gioca alla paesana, non fa complimenti. Abusa della prestanza fisica e Lazzaroni sorvola a danno dei padroni di casa. La controffensiva grigia è pronta, a volte commovente, m a è disordinata, senza idee. L’Alessandria preme al centro, gioca in un fazzoletto dimenticando di sfruttare le fasce laterali per consentire al "lungo" Dalle Vedove ad inserirsi di testa o di piede. Vanara sgamba senza un attimo di tregua, ma alle spalle di Franceschelli i compagni convergono verso la porta di Ferretti dimenticando di creare le premesse al tiro. Il nervosismo serpeggia evidente tra i giocatori indispettiti dal momento nero; I ognuno vorrebbe andare in gol, annullare lo svantaggio. Dalle retrovie avanzano Mazzia e lo stesso Maldera deciso a contribuire alla riscossa. L’undici mandrogno balbetta mancandogli il suggeritore. Basterebbe avanzare Mazzia, sfruttare la grande giornata di Dolso smanioso di tornare al livello più elevato della graduatoria di merito. L’attesa va delusa, si prosegue senza mutare di una virgola lo schema tattico iniziale. Per due volte Di Brino e Manueli (in sospetta posizione di fuori gioco) si trovano in area davanti a Ferretti, ma l ’indugio è fatale. li terzino ciabatta a filo di montante, l’attaccante si affida al pallonetto per superare Ferretti e il portiere ringrazia due volte perchè Di Brino lo grazia m andando alto a porta sguarnita. L ’ARREMBAGGIO Cli schemi sono saltati e l ’improvvisazione dei singoli non basta per fare breccia in una difesa super abbottonata poco disposta a fare concessioni. Le mischie in area amaranto sono furibonde e senza esito. Difficilissimo superare lo sbarramento: nessuno tenta di filtrare da fuori area e si arriva al riposo con l’aperta contestazione a Castelletti. La sospirata mossa tattica è attuata con l'inizio della ripresa: avanza Mazzia e Vanara si apposta davanti a Croci. L'Arezzo intravista la possibilità di tornarsene a casa a punteggio pieno, preferisce restarsene nella propria m età campo evitando di pungolare eccessivamente 1’avversario. L'Alessandria appare più spigliata nei movimenti e gli attacchi si susseguono in continuazione. Franceschelli ha la palla gol tra i piedi, ma la gran paura di fallire gli gioca il solito brutto scherzo. La rete di Ferretti è letteralmente sottoposta ad un continuo prolungato bombardamento dai grigi decisi a ricuperare lo svantaggio. E ' un assedio commovente se non altro per la volontà dimostrata dai ragazzi in maglia grigia. L'enorme volume di gioco trova finalmente il premio nel gol di Marcello Di Brino. Il pareggio ha l ’effetto di un sedativo sui tifosi: un punto è sempre prezioso e lo è ancor più dopo la non certo esaltante prestazione. Quanto è costato il nullo agli alessandrini? Un dispendio di energie notevolissimo, un arrembaggio protrattosi per u n ’ora. Il lettore può trarre le sue conclusioni, stabilire esattamente se esistono responsabilità tecniche. Si parla molto di collaborazione, di atmosfera distesa: la comunione di intenti la si ottiene attraverso la reciproca fiducia. Sfogliando i giornali degli scorsi mesi si evidenziano precise prese di posizione del tecnico, sfociata nei ben noti casi Unere, Volpato e Barbiero. La normalità deve essere ristabilita incominciando dalla squadra. LA RISCOSSA L’Alessandria come è stato giustamente detto manca della mentalità vincente e quest’ultima non la possono dare né i giornalisti, né gli sportivi. Il compito spetta unicamente all’allenatore che, davanti ad una serie di risultati negativi, ha la respon. sbilità e il dovere di intervenire, di scuotere l’ambiente. Indipendentemente dalle ultime disastrose avventure la compagine grigia possiede le capacità e le caratteristiche per rimontare, per riacciuffare le squadre di centro classifica. La riscossa è d obbligo per ridare fiducia alla tifoseria locale delusa dalle ultime prestazioni. Domenica scorsa al Moccagatta erano presenti meno di quattromila spettatori paganti: cosa significa? Il pubblico chiede alla squadra e all’allenatore una prova d’orgoglio, convinto che pur con le ben note carenze la meta salvezza è raggiungibile. La risposta alle aspirazioni degli alessandrini, speriamo, giunga sin dalle prossime domeniche. Cosa ne pensa il mister? « Ai giocatori non si può rimproverare nulla, ha commentato Castelletti, hanno lottato in modo favoloso. Purtroppo per raggiungere il pareggio i ragazzi hanno speso molte energie. Troppi i gol sbagliati: la troppa voglia di segnare è risultata fatale indipendentemente dagli errori compiuti ». Sul gol subito? « La ruota del destino gira sempre in senso inverso. Si è trattato di un errore di Croci, ma le disgrazie capitano sempre a noi. L’Arezzo con due tiri in porta ha portato a casa un punto. I toscani sono stati opportunisti come non mai e la buona sorte gli ha dato una mano ». Castelletti ha insistito sul gol a freddo che ha scompaginato le file alessandrine. « Partire in svantaggio costituisce sempre un serio handicap — ha proseguito. Nella ripresa la squadra ha svolto un volume di gioco impressionante mettendo chiaramente in difficoltà gli aretini. Nel girone di andata pur giocando meglio non eravamo riusciti a fare breccia: al Moccagatta si è ripetuta la stessa gara, ma pur avendo creato occasionissime non siamo riusciti a spuntarla ». La ventiquattresim a giornata ha segnato la riscossa delle compagini in lotta per la salvezza. La Reggiana ha inchiodato il Novara al ' ’M irabello’' mentre il Brindisi ha conquistato i due punti a spese dell’Atalanta. La rimonta delle ultime è lenta, ma regolare mentre Spai e Taranto proseguono verso il centro classifica. L’Alessandria viaggia con due lunghezze di vantaggio su emiliani ed aretini e quattro sui brindisini. A quota ventidue troviamo tre squadre, Atalanta, Spai e Taranto (Il Piccolo - Il Gattopardo) DI BRINO HA SALVATO I "GRIGI" DAL K.O. L'alessandrino segna l'1-1 contro l'Arezzo. Gioco caparbio degli uomini di Castelletti La grande paura è finita all'82', quando una lunga palla di Di Brino si è insaccata alle spalle del portiere dell'Arezzo salvando l'Alessandria dalla quarta sconfitta casalinga. L'1-1 finale dunque, dopo il pericolo trascorso, deve ancora far tirare un sospiro di sollievo a tifosi, giocatori e dirigenti alessandrini. Si doveva vincere, capita però che nove minuti dopo l'inizio dell'incontro Croci (sostituto di un Pozzani fuori forma) commetta il più Incredibile degli errori facendosi passare sotto le braccia una palla inoffensiva, calciata su punizione da Pienti. Una papera madornale, talmente madornale da non poter essere attribuita all'incapacità del portiere, ma forse soltanto alla sfortuna. I grigi cosi partono per vincere da meno uno e si accorgono con il trascorrere dei minuti di non riuscire forse neppure a pareggiare. Un assalto continuo, incessante, un consumo straordinario di forze, attinte a chissà quali riserve fisiche. Eppure la porta di Ferretti è stregata. L'Arezzo fa mucchio davanti al portiere: si ribatte di piedi, di testa, col corpo, ci si aggiusta in un palo di occasioni anche con le mani. Raro nel calcio assistere ad uno spettacolo del genere. La sua parte naturalmente la fa anche il portiere Ferretti che sbaglia raramente e quelle poche volte, per sua fortuna, senza conseguenze. Il taccuino a fine gara dice che gli amaranto sono entrati quattro o cinque volte nella metà campo dei piemontesi: durante una di queste incursioni hanno fatto rete, un'altra volta, su contropiede, Croci ha salvato egregia, mente a tu per tu con Silvano Villa; per il resto la palla superava la metà campo soltanto sulle rimesse del portiere, ribattuta e giocata senza soste in direzione dell'area aretina. Occasioni a dozzine, mancate di un soffio o sventate miracolosamente dalla difesa. Inutilmente gli ospiti cercano di spezzare il gioco calciando la palla sugli spalti e recitando sofferenze atroci ad ogni contrasto di gioco più rude: l'Alessandria ogni volta riparte con più grinta e più determinazione Ad otto minuti dal termine, quando la speranza non è minimamente scemata, lo stadio esplode al gol di Di Brino. E i grigi trovano ancora la forza nelle gambe per cercare il 2-1. Per la vittoria Paolo Sacco aveva promesso 700 mila lire a testa: una cifra rara persino tra i «milionari» della massima serie. Più di questo evidentemente la società e Castelletti non potevano fare Una soluzione diversa in questo momento non sembra possibile. Né sembra logico l'attacco sferrato dalla stampa locale e da una certa parte di tifosi alla posizione di Castelletti: opinioni diverse, tutte comunque accettabili, espresse però forse intempestivamente, quando l'Alessandria avrebbe soprattutto bisogno di aiuto morale e magari anche di un buon amuleto contro l'insistente sfortuna. Non trova spazio la cronaca densissima di occasioni con protagonisti, in fase d'attacco, tutti e dieci gli uomini in grigio: su tutti forse Manueli, ma sarebbe ingiusto dopo questa prova di forza collettiva stilare una graduatoria di merito tra i grigi, compreso castelletti, che nel momento più delicato della partita, all'inizio cioè del secondo tempo, ha azzeccato la mossa dell'arretramento di Vanara, nel ruolo di libero, al posto di Mazzia, più utile nella costruzione offensiva. Una parola anche sull'Arezzo, forse fiducioso di poter intascare due punti troppo facilmente, ma capace di contenere per 82' l'impeto dei grigi, seppure con una squadra completamente rivoluzionata da infortuni e squalifiche, a dimostrare di possedere una rosa di giocatori notevoli, tale da garantirgli perlomeno una discreta autonomia. I due gol: il primo, degli amaranto, è messo a segno su punizione da Pienti. La barriera formata da soli tre uomini non è ben piazzata, il tiro comunque è spento. Croci si tuffa per la più banale delle parate che invece si trasforma per il giovane, all'esordio stagionale, nella più atroce delle beffe. Il pareggio all'82', dopo un lungo batti e ribatti, viene su un tiro al volo da una ventina di metri di Di Brino. Ospite d'onore oggi nella tribuna alessandrina Ferruccio Valcareggi. L'ex et. della Nazionale azzurra è candidato alla panchina amaranto. (La Stampa - Ed. Sport - Salvatore Rotondo) Risultati: Brescia-Catanzaro 0-0 Brindisi-Atalanta 2-1 Foggia-Sambenedettese 2-1 Genoa-Taranto 0-0 Perugia-Como 0-0 Pescara-Parma 1-1 Reggiana-Novara 1-0 Spal-Avellino 1-0 Verona-Palermo 0-0 CLASSIFICA: Perugia p.33; Verona 30; Palermo 29; Como 28; Catanz. 27; Avellino, Novara 26; Brescia 25; Pescara, Genoa, Foggia 24; Parma, Samben. 23; Atalanta, Spal, Taranto 22; Alessan. 20; Reggiana, Arezzo 18; Brindisi 16 Marcatori: 10 RETI: Pruzzo (Genoa); 8 RETI: Chimenti (Sambenedettese); Ferrari (Avellino); Bonci (Parma); Zigoni (Verona); 7 RETI: Brescia (Foggia); Serato (Pescara); Palna (Spal); Nobili (Pescara); 6 RETI: Boccolini (Brindlsi); Scanziani (Como); La Rosa (Palermo); Pozzato (Spai); Turella (Novara); Simonato (Sambenedettese); 5 RETI: Vannini, Pelllzaro, Scarpa e Plcella (Perugia); Luppi, Sirena (Verona); Bertuzzo (Brescia); Spelta (Catanzaro); Pelliccia (Spai), Rizzati ( Atalanta). Il punto sul campionato Una serie di pareggi ha lasciato praticamente le cose come stavano al vertice della serie B. La capolista Perugia e stata bloccata sullo zero a zero In casa del solido Como, ma il contemporaneo ed analogo risultato della sfida tra Verona e Palermo ha consentito al grifoni di mantenere impregiudicato il loro vantaggio di tre punti sulla seconda in classifica. Anche il Catanzaro ha chiuso sullo zero a zero a Brescia, cosi che II quadro della graduatoria per le prime posizioni resta praticamente Immutato: Perugia 33, Verona 30, Palermo 29, Como 28, Catanzaro 27. Alla legge del pareggio si sono sottratti, ma a loro danno, l'Avellino che ha perso con il minimo scarto a Ferrara ed il solito enigmatico Novara clic ha fatto altrettanto a Reggio Emilia, annullando il vantaggio conseguito con la brillante vittoria di domenica scorsa sul Verona. La fortuna degli azzurri di Seghedoni è quella di Inciampare quando le avversarle sono al passo non quando corrono: il Novara quindi, a dispetto di tutto, è ancora In corsa pur se il suo ritmo a singhiozzo 6 ormai un fatto che indispettisce tutti. Il Genoa, nuovamente vedovo di Corso, non è riuscito a ripetere a spese del Taranto il successo ottenuto quindici giorni fa a Marassi sul Brindisi. La squadra rossoblù lotta generosamente, non si rassegna certo al peggio, ma senza il suo «professore» in cabina di regia è difficile far gioco ed è soprattutto difficile andare in gol. Nel settore di coda continua la disperata battaglia di un'Alessandria sempre prodiga di punti sul suo terreno. Anche contro l'Arezzo in una partita che valeva il doppio per la diretta rivalità per la salvezza, i grigi sono stati costretti ad un affannoso Inseguimento per rimediare almeno un pareggio dopo essersi fatti sorprendere nel primo tempo dalla rabberciata formazione toscana. L'Alessandria 6 sempre quart'ultima, non c'è nulla di compromesso, ma il clima del bassifondi si fa sempre più caldo ed i rischi domenica per domenica aumentano. (La Stampa)