Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
30-03-1975 - Giornata: 26 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - S.P.A.L. 1 - 2 (0 - 1)
RETI: 51. rig. Manueli L.[A] 30. Paina [S.] , 68. Manfrin [S.]

Alessandria US Croci Claudio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Mazzia Bruno, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Snidaro Gian Carlo [60. Franceschelli Paolo], Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo A disp.:(P) Pozzani Flavio, Unere Giuseppe All.: Castelletti Sergio

Formazione avversaria
S.P.A.L.: Grosso, Reggiani, Lievore, Boldrini, Galli, Croci, Luchitta, Mongardi, Paina, Manfrin, Pezzato A disp.: Zecchina, Sartori, Piacenti. All.: Capello Guido

Arbitro: Moretto Mario (San Donà di Piave)
Note
Ammoniti: Dolso [A} Spettatori: 5.000 circa di cui 3.816 paganti per un incasso lordo di 10.610.000 Inizio gara ore 15.30

Commento
L'ALESSANDRIA SENZA IDEE E GIOCO PRECIPITA IN ZONA RETROCESSIONE La Spai, battagliera e corsara, umilia sul piano della manovra i grigi © Il fallimento dell’esperimento di Mazzia nel ruolo di libero ©Un gruppo di tifosi assedia l’accompagnatore ufficiale © La ’’piazza” in agitazione teme la retrocessione Il ’’mister” ammette le incertezze della difesa, promettendo immediati rimedi Il «derby» con il Novara decisivo per le sorti future del sodalizio mandrogno L’appello ai fans per costituire un fronte unico onde superare l’ attuale crisi La delusione per la sconfitta con la Spai era domenica chiaramente visibile sul volto degli sportivi, indipendentemente dall’accesa contestazione finale. L’uno a due ha riportato i supportes grigi alla cruda realtà di una stagione che minaccia di trasformarsi in un calvario senza fine. Pasqua triste per l’appassionato, accorso al « Moccagatta » certo di assaporare la gioia dei terzo successo stagionale casalingo. I ferraresi hanno sepolto ogni illusione, hanno evidenziato le pecche dei padroni di casa, hanno documentato le carenze ripetutamente denunciate. Le critiche delle scorse settimane si sono rivelate esatte nella drammatica realtà del momento. L’Alessandria sconfitta, ha perduto il vantaggio conquistato faticosamente e la Reggiana, battuto l’Arezzo, incalza ad una sola lunghezza. Condanna inequivocabile per le maglie grigie a dodici giornate dalla conclusione del campionato? Seppur tacciati di disfattismo, di volere minare alla base la società, rispondiamo negativamente certi dell’affermazione della compagine alessandrina. Il cammino della salvezza o della speranza, sarà difficile, è fuori discussione, ma non impossibile. La lunga fase calante della squadra (otto partite , tre soli punti) dovrebbe essersi chiusa con i biancocelesti emiliani. « Peggio di così — commentava mestamente un tifoso — non andremo ». L’undici locale h a toccato il fondo, ora si deve assolutamente risalire. Le parole ed i buoni proponimenti non bastano; da domenica conteranno unicamente i fatti. Le riserve avanzate da queste colonne negli ultimi mesi avevano uno scopo preciso, evitare il tracollo. Ripetiamo quanto scritto in altre occasioni: passano gli allenatori, i dirigenti, i giocatori, ma l’Alessandria resta. Considerazione retorica fin che si vuole, d’attualità oggi come ieri. Essendo l’Alessandria patrimonio comune, è indispensabile la collaborazione di ognuno; le istanze devono essere recepite perchè tendenti a risollevare il sodalizio dal baratro della retrocessione e dell’anonimato. I suggerimenti furono sempre tesi a contribuire al rilancio della squadra, mai a minarne le fondamenta. Passiamo alla concretezza, ai dati di fatto incontro vertibili. L’Alessandria prima di affrontare la Spai guadagnò tre punti in sette partite , pochi per mantenersi al disopra della mischia. Dopo la sconfitta di San Benedetto del Tronto evidenziammole carenze della compagine derivanti principalmente dall’impostazione tattica troppo rinunciataria. I rilievi non trovarono riscontro a nessun livello; si accentuarono invece i malintesi, le prese di posizione a danno del complesso. Il bilancio dopo otto partite è da .... retrocessione. La difesa continua a subire reti, il centrocampo annaspa, le punte non trovano la via del gol. L’organico dei grigi si conosce, gli errori compiuti a luglio poco servono per risollevare le sorti della form azione grigia. Partendo dalla considerazione di base secondo la quale non servono né i "se”, né i "m a” devono essere individuate le carenze nel tentativo di porvi rimedio. La Spal vista domenica al Moccagatta ebbe un avvio disastroso tanto da fare temere il peggio. Mazza, presidente della società ferrarese, poco convinto sulle carenze dei suoi ragazzi, si affrettò ad adottare le contromisure con i risultati noti. « Giocavamo in punta di piedi trascurando il gol — ha confidato l’allenatore Capello — che nel calcio ha una importanza basilare. I giocatori dovevano essere maggiormente responsabilizzati. Sfruttandola migliore disciplina di gioco e l’eccellente condizione atletica raccogliamo i frutti. Cinque vittorie consecutive suffragano la diagnosi. I ragazzi entrano in campo convinti delle proprie capacità, lottano al meglio e i risultati compensano largamente la fatica ». Passiamo da Capello a Castelletti. « La Spal gioca bene come si sapeva. L’Alessandria è mancata in qualche giocatore e nel gioco. I ragazzi sentivano troppo la partita e l’orgasmo li ha traditi. La difesa ha pasticciato, m a i singoli si sono battuti senza denunciare cedimenti. La voglia di vincere ad ogni costo è risultata fatale ». Ribattiamo pronta ¬ m ente: « Sul pareggio raggiunto con il rigore di Manueli perchè i grigi nettamente inferiori sul piano di gioco agli spallini hanno continuato a premere sull’acceleratore invece di accontentarsi del punto. Contrando l’avversario sulla tre quarti la suddivisione della posta era raggiungibile ». Era un ottimo risultato, ma gli sportivi la pensavano diversamente. L’Alessandria voleva raggiungere i due punti e nessuno intendeva rinunciarvi. SENZA SCHEMI I giocatori hanno forzato la mano al tecnico nella speranza di riuscire a conquistare oltre ai punti il consistente premio partita ? Lasciamo trarre la conclusione al lettore. La morale si condensa in due parole pronunciate dal tecnico che ha definito la « situazione pesante ». E’ fuori discussione, la sconfitta della scorsa domenica ha gettato i grigi in p iena zona retrocessione alla vigilia del derby con il Novara. Riandando con il pensiero ai novanta minuti di Alessandria - Spai balzano evidenti alcune considerazioni di fondo. La compagine mandrogna gioca senza uno schema preciso. Gli scambi sono approssimativi, non c ’è una manovra corale. La Spai operava in attacco sfruttando le fasce tenute saldamente in mano dai terzini pronti a raccogliere i palloni cadenti in zona morta. Lo spazio lasciato vacante d a Pezzato, convergente al centro, trovava sempre un uomo pronto a coprirlo onde evitare l’interruzione de] gioco. Mantenendo Mongardi e Manfrin a centrocampo, le punte riuscivano a macinare azioni su azioni costringendo centrocampisti e punte avversarie a retrocedere sulla linea dei terzini a dare manforte a Maldera, Di Brino, Colombo e Mazzia. Conseguentemente nei capovolgimenti di fronte erano gli spallini ad essere in vantaggio: Dolso, Manueli e lo stesso Snidare partendo dall'area alessandrina consentivano agli ospiti il ricupero indispensabile per restringere lo spazio della manovra. Convergendo gli alessandrini verso l’area di rigore di Grosso i difensori giostravano con una certa tranquillità certi che dalle linee estreme non sarebbe mai partito un cross destinato a Dalle Vedove o Snidare. Di Brino ottimo nel portare avanti il pallone, perde di lucidità al m omento fatale della conclusione; Maldera difensore avanza oltre la metà campo. Senza le ali e privi di difensori in grado di trasformarsi in punte è impossibile trovare la strada del gol o crearne le premesse. Gli alessandrini confermando un vizio divenuto cronico, tentano raramente il tiro da fuori area preferendo il passaggio sul compagno che, a sua volta, indugia ulteriormente scatenando l’ira dei tifosi. L’AGGRESSIONE Classico l’esempio dell’azione registratasi al 70’: pronta imbeccata di Volpato per Dalle Vedove appostato nell’area di rigore spallina. Il centrocampista marcato a distanza avrebbe il tempo di arrestare la sfera o di cercare la conclusione al volo, ma stranamente preferisce appoggiare di testa sull’accorrente Manueli ed i ferraresi ringraziano del regalo. Quante volte Manueli è venuto a trovarsi nella posizione ideale per fiondare a rete? Certamente molte, m a i tiri si contano sulle dita di una sola mano. Giocherellando in prossimità della porta avversaria i gol diventano una specie di pia illusione. Illustrate le deficienze in fase conclusiva resta da considerare la resa del centrocampo ritenuto la vera forza dell’Alessandria. Mancando Reja, con Dalle Vedove chiaramente annaspante e Dolso in posizione piuttosto ibridalo ’’sbarramento ” perde di consistenza. L’impegno di Vanara encomiabile per la insistenza e volontà resta sterile, inutile. L’alessandrino preoccupato dalle incertezze difensive raramente rischia lo sganciamento preferendo stazionare in una posizione che gli consente di marcare a zona. Privi del ’’filtro ” e con un libero (Mazzia) titubante sui palloni si completa il quadro di una squadra arrembante sul piano dell’agonismo, ma non della praticità . Domenica sono stati compiuti, q u asi non bastasse, diversi errori tecnici. Maldera ad d etto alla sorveglianza di Pezzato raramente ha trovato l’anticipo necessario per bloccare lo scattante avversario. Doveva re sta re incollato alle sue costole per avere Probabilità di successo; l’alessandrino invece gli ha concesso spazio con le risultanti note. Perchè Castelletti h a rinunciato all’inversione dei ruoli affidando la ’’mancina ” a Di Brino? Analoga la domanda sulla sostituzione di S n id are con Franceschelli. Le caratteristiche tecniche del giovane attaccante sono note: è un ragazzo da sfrutta re in area di rigore senza costringerlo a rientrare a centrocampo per cercarsi la palla come è accaduto domenica. Impiegato con compiti di impostazione non riuscirà mai a trovare io spunto bruciante per presentarsi solo davanti al portiere. Chiamando in causa Franceschelli è apparsa evidente ai cinquemila spettatori presenti sugli spalti, la volontà di acciuffare la vittoria. Tentando di forzare i tempi per mettere sotto la Spai si è favorito l’avversario. Confermando Snidaro e inserendo un difensore poteva essere controllato con maggiore determinazione il centrocampo apparso sino a quel momento evanescente e inesistente. Sommando gli errori, le lacune succintamente evidenziate è difficile trarre favorevoli auspici per il domani. Come uscire dalla secca prima del naufragio? Impostando la squadra sul vecchio modulo del girone di andata: centrocampo infoltito con sganciamenti a turno a supporto del contropiede. E’ Tunica arma ancora valida per rovesciare la situazione, per riprendere fiato in attesa di tempi migliori. Gli sportivi in stato d'allarme da diverse domeniche, al termine della partita sono esplosi rumorosamente bersagliando il tecnico e gli accompagnatori di epiteti vari, sputi e insulti. La contestazione è proseguita nel dopopartita e, a farne le spese, è stato Carlo Sacco. All’uscita dallo spogliatoio un gruppo di tifosi lo ha stretto da vicino cercando di rovesciargli l'autovettura. A difesa del dirigente sono intervenuti Giorcelli, Armano, Ressia ed altri. La mischia è durata, fortunatamente, pochi minuti poi ha prevalso il buonsenso. La serie negativa minaccia di fare esplodere la piazza, di trasformare il Moccagatta in un campo di battaglia. Gli sportivi credendosi vittima di ima congiura minacciano rappresaglie. L’Alessandria è un barile di polvere, basta una scintilla per provocare lo scoppio. Un brutto sintomo, il preludio a nuovi scontri. I RESPONSABILI La folla cerca i responsabili, difende accanitamente la promozione in serie B. Davanti ad una situazione drammatica più che la contestazione, lo sfogo aperto e a volte inconsulto, servono nervi di ferro. L’Alessandria, lo ripetiamo, può salvarsi: la sconfitta ha peggiorato la situazione senza renderla irreparabile. A Paolo Sacco e a Castelletti la responsabilità e l’onore di compiere il miracolo atteso dalle migliaia di sportivi. Occorre avere il coraggio di chinare la testa, di riconoscere gli errori, di riprendere il cammino da quota zero tornando all'antica. L’esempio della Spai dimostra che non tutto è perduto quando si ha veramente volontà di riprendere il viaggio. L’Alessandria più che in punta di piedi deve giocare per il risultato avvalendosi delle prestazioni degli uomini più in forma. Il derby della prossima domenica è il giusto trampolino di lancio per concretizzare le coerenze di riscossa. Il Novara esaurita la carica iniziale attraversa un periodo tutt’altro che favorevole. Sconfitto in casa dalla Spai ha rimediato un secondo risultato negativo a Pescara. L’Alessandria scottata a sua volta sul terreno di casa cerca un punto per resistere all’offensiva scatenate dalle ultime. Avrà Castelletti il coraggio di varare una formazione veramente valida lasciando in disparte quei giocatori che da alcune domeniche segnano il passo per avere dato il meglio nelle precedenti partite? Rimediare una sconfitta a Novara significa preparare i bagagli per la retrocessione. Gli sportivi si ribellano ad una tale eventualità convinti che alle carenze del collettivo si possa rimediare. Castelletti avendo ottenuto la piena fiducia di Paolo Sacco e la promessa di un rinnovo del contratto non può sottrarsi alle sue responsabilità. Il tecnico deve fare seguire alle parole i fatti, in caso contrario la sollevazione della piazza sarà inarrestabile. I giocatori, ne siamo certi, non verranno meno al loro dovere: in più di una occasione hanno dimostrato attaccamento ai colori sociali, volontà di superare la crisi. Al di sopra delle polemiche delle scorse settimane è indispensabile unirsi attorno alla squadra per contribuire alla tanto attesa riscossa. E ’ la condizione prima per scongiurare il tracollo, per guardare ai futuri impegni con altra determinazione. La rassegnazione è una cattiva consigliera: rimbocchiamoci le maniche e... andiamo a Novara per strappare l’indispensabile punto per puntellare le speranze. (Il Piccolo - Il Gattopardo) GRIGI NUOVAMENTE IN PERICOLO DOPO L'INATTESO 1-2 CONTRO LA SPAL La squadra di Castelletti si è lasciata tradire dall'orgasmo con cui ha cercato a tutti i costi la vittoria L'ombra della retrocessione si affaccia minacciosa sull'Alessandria. Risultato a parte (2-1 per la Spal) i grigi hanno forse domenica toccato il fondo sul piano del gioco, presentandosi con una squadra dalle idee confuse e molti uomini fuori condizione. Con queste prospettive il futuro non può che essere incerto, pieno di interrogativi, considerato soprattutto il calendario poco favorevole che metterà di fronte alla compagine di Castelletti le più forti del campionato nei prossimi turni a incominciare dal Novara che attende i cugini alla fine della settimana. In poche partite, dalla famosa quota 18 raggiunta prima della fine del girone d'andata la situazione si è capovolta. Un vero peccato perchè c'erano tutte le premesse per un campionato tranquillo. Ora sopratutto le colpe ricadono soprattutto su Castelletti e molti, sulla piazza, chiedono la testa del tecnico. In effetti il tecnico dei grigi a nostro avviso sta commettendo degli errori che possono avere due origini: o una non perfetta conoscenza dei giocatori a disposizione o la troppa libertà concessa in campo agli stessi. A commento degli incontri con i ferraresi Castelletti ha detto: "Quando non si può vincere, bisogna saper non perdere. Ho chiesto ai ragazzi di stare coperti ed invece sono stati traditi dall'orgasmo con cui hanno cercato la vittoria". Ora un allenatore deve poter imporre la propria volontà altrimenti significa che ha perso l'ascendente suoi propri uomini. Inoltre, specialmente in difesa, l'Alessandria si è dimostrata carente ed alcuni giocatori, a partire da Maldera per finire a Dalle Vedove hanno palesato una cattiva condizione di forma. Una squadra dunque piena di malanni che fa ancora esperimenti (Mazzia libero, Croci in porta) quando il torneo sta per concludersi. Meglio tornare al passato con una difesa più attenta, il centrocampo infoltito. Due nota di cronaca sulla partita. E' andata in vantaggio la Spal con una rete segnata in netto fuorigioco da Paina al 31' su invito di Pezzato. L'arbitro Moretto malgrado lo sbandieramento del segnalinee ha convalidato. Si è poi fatto perdonare (dagli alessandrini) concedendo al 56' un rigore trasformato da Manueli per un fallo inesistente sullo stesso giocatore. Gli ospiti hanno quindi siglato il successo al 67' con una rete di Manfrin che ha raccolto su respinta di Croci su tiro di punizione del suo omonimo ferrarese. Anche questa azione è nata dal un fallo involontario di mano dei grigi che l'arbitro ha punito ingiustamente. la Spal ha comunque meritato il successo ed ha anche colpito due pali con Manfrin, fra i migliori in campo e con Pozzato. A due minuti dal termine Reggiani ha respinto a portiere battuto sulla linea di porta un bel tiro di Manueli (La Stampa - Ed. Sport - Cristiano Chiavegato) Risultati: Atalanta-Taranto 1-0 Avellino-Sambenedettese 1-0 Brindisi-Parma 2-1 Catanzaro-Como 1-0 Foggia-Palermo 0-0 Perugia-Brescia 1-0 Pescara-Novara 1-0 Reggiana-Arezzo 1-0 Verona-Genoa 0-0 CLASSIFICA: Perugia p.35; Verona 33; Palermo 32; Catanz. 31; Como 30; Avellino 28; Genoa 27; Pescara, Atalanta, Novara, Spal 26; Samben., Brescia, Foggia 25; Parma, Taranto 24; Alessand. 21; Reggiana 20; Arezzo, Brindisi 18 Marcatori: 11 RETI: Pruzzo (Genoa): 9 RETI: Bonci (Parma) e Chimenti (Sambenedettese); 8 RETI: Paina (Spai); Ferrari (Avellino) e Zigoni (Verona); 7 RETI: Boccolini (Brindisi): Pezzato (Spal): Bresciani (Foggia); Serato (Pescara); Nobili (Pescara): 6 RETI: Pellizzaro (Perugia); Simonato (Sambenedettese): Scanziani (Como); La Rosa (Palermo): Turella (Novara). Il punto sul campionato Fra Genoa e Verona la gara è stata deludente: le due squadre che all'inizio dell'anno venivano già data come possibili promosse in Serie hanno a tratti messo in mostra un calcio deludente: meno colpe sono state attribuite al Genoa che giocava fuori casa e cercava un punto. Non è bastato al Novara un finale di gara orgoglioso e convincente per evitare la terza sconfitta consecutiva: i padroni di casa sono andati in vantaggio al 49' grazie al gol di Lopez che ha battuto Pinotti con un preciso diagonale.