Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
27-04-1975 - Giornata: 30 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Verona Hellas FC 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi [51. Baisi Sergio Pietro], Volpato Angelo, Mazzia Bruno, Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Unere Giuseppe All.: Giorcelli Anselmo

Formazione avversaria
VERONA HELLAS AC: Porrino, Nanni, Sirena, Taddei, Gasparini, Maddè, Vriz, Busatta, Luppi, Franzot, Turini. A disp.: Giacomi, Cozzi, Mazzanti. All.: Mascalaito Luigi

Arbitro: Levrero Pierluigi (Genova)
Note
Inizio gara ore 15.30

Commento
FRA I GRIGI E I GIALLOBLU'LA MELINA PROGRAMMA LO 0-0 Scarso l'impegno, il pareggio faceva comodo ad entrambe le squadre - Tra i piemontesi è tornato in campo il centravanti Baisi, assente per una frattura da quasi sei mesi - Per un curioso equivoco l'arbitro Levrero ha rischiato di non poter entrare allo stadio Zero a zero e tutti contenti: il Verona che, in uno schieramento rabberciato per una serie di infortuni, non si fidava poi troppo di quest'Alessandria disperata o quasi; i grigi che, un passo alla volta, accontentandosi con umiltà dell'obiettivo minimo, mettono un'altra domenica fra loro e lo spauracchio della retrocessione. Ovviamente molto meno contento il pubblico, cui i superiori interessi della classifica che giustificano certe partite col ramoscello d'ulivo in mano, non fanno dimenticare che il calcio è — o almeno dovrebbe essere — uno spettacolo e non una ninna nanna: chi paga, insomma, vorrebbe averne per i suoi soldi, vorrebbe che la sua squadra mordesse i polpacci agli avversari, anziché giocare a « palla prigioniera » come nel cortile di un collegio di educande. Di questa parodia di partita il risultato è tuttavia ufficiale e legittimo e fa comodo ad entrambe le contendenti: i gialloblu veneti proteggono agevolmente il loro secondo posto in classifica — una posizione per cui vai la pena di provocare qualche sbadiglio e di meritare qualche fischio — mentre l'Alessandria, imbattuta per la quarta domenica consecutiva, tiene a rispettosa distanza la terzultima poltrona. Ed anche per i grigi, vale più che mai, il discorso sugli sbagli e sui fischi. L'arbitro Levrero, in pratica, e stato duramente impegnato soltanto prima dell'incontro quando, uscito fuori dallo stadio per fare due passi lasciando la valigia nello spogliatoio, ha avuto qualche difficoltà a rientrare, senza documenti che dimostrassero la sua identità. Per il direttore di gara genovese in campo invece è stato tutto facile. dopo un inizio abbastanza combattivo che lo ha indotto ad ammonire per scorrettezze prima Maldera (il quale, già diffidato, è maturo per la squalifica) e poi il veronese Taddei. Nei primi quarantacinque minuti l'Alessandria, sia pure senza discostarsi dal suo modulo di oculata prudenza, ha generosamente cercalo di far qualcosa per meritarsi la vittoria. L'impegno e la vivacità di Vanara — protagonista di un ottimo rientro — l'estro e l'abilità di p-alleggio di Bolso, l'aggressività di Manueli e l'accorto tempismo di Mazzia hanno consentito ai grigi di arrivare al riposo di metà tempo con la convinzione di aver messo in mostra qualcosa più dell'avversario: una palla difficile mancata da Manueli al 13', un colpo di testa alto di Mazzia su uscita a vuoto di Porrino al 23', un altro colpo di testa dell'alessandrino parato dal portiere veronese al 44' sono gli esempi salienti della maggior continuità aggressiva dell'Alessandria, a cui il Verona ha potuto opporre soltanto un paio di « punizioni » sballate di Vriz e un tiro sbilenco di Sirena. Nella ripresa Giorcelli, convinto ad osare questa carta da una contusione riportata da Manueli, ha ripresentato in campo, dal 55', il centravanti Sergio Baisi, pienamente recuperato dopo la frattura ad una gamba riportata quasi sei mesi fa, il 3 novembre scorso, nella partita col Parma. Ovviamente timoroso nei contrasti, Baisi non ha potuto far molto di più che completare, giocando, il suo rodaggio, anche perché il suo ingresso in campo ha praticamente coinciso con la tacita decisione di entrambe le squadre di rimboccarsi le coperte e di schiacciare un pisolino fino al novantesimo minuto. Spetta tuttavia a Baisi la paternità dell'unico episodio concreto di questi secondi quarantacinque minuti di stucchevole melina: al 70' il centravanti, ben servito dì testa da Mazzia dopo uno scambio con Dalle Vedove, ha scoccato un gran tiro di destro dal limite ed una gamba di Gasparini ha mandato il pallone in angolo, evitando ulteriori fastidi al portiere Porrino. Dopo questo scampato pericolo, lo 0-0 è apparso al Verona come un grosso risultato ed i gialloblù hanno accentuato la loro tendenza a muoversi con piedi di piombo, prontamente Imitati dai grigi, tra i quali qualcuno — Dalle Vedove, ad esempio — i piedi di piombo li aveva davvero, forse per effetto del primo caldo. Venti minuti di sbadigli, di passaggi a circolo chiuso, di irritante I « gnagnera », con i giocatori in campo che sembravano, in realtà, i veri spettatori della partita. Ci sarebbe voluto, per dare il giusto sottofondo musicale a questa pantomima, quell'ingenua filastrocca di Sergio Enarigo « par fare un pari, ci vuole un flore, per fare un flore ci vuole un albero... » ecc. Il fiore in mano ce l'avevano tutti, compreso il signor Levrero che al 76' quando Dolso, per eccesso di sicurezza, ha passato il pallone in area a Pozzani stoppandolo un po' col petto e un po' col braccio sinistro, non ha fatto una piega. Dormiva anche lui, poveretto, non si è accorto dì niente e neppure i veronesi hanno creduto opportuno rompere quell'atmosfera di idillio con una protesta. Dopo dì che ripresero tutti il sonno interrotto, fino a che la sveglia, pardon il fischietto, di Levrero, non diede il segnale della fine del... riposo. (La Stampa - Ed. Sport - Gianni Pignata) ALESSANDRIA-VERONA: TANTO NOIA MA PER I GRIGI UN PUNTO CHE VALE La paura di perdere ha fatto . . . zero a zero © Gli scaligeri accettano la belligeranza, evitando il rischio © Infortunato Manueli, sostituito da Baisi, tornato in squadra dopo sei mesi © Giorcelli difende la tattica e i ragazzi: «Erano i ”gialloblu” che dovevano dare spettacolo - Perchè rischiare come in passato e poi piangere sulla sconfitta? » © All’incontro hanno assistito oltre novemila spettatori per un incasso di circa ventun milioni di lire © Grande attesa per l’incontro con il Genoa La buriana continua: ad otto giornate dalla conclusione del campionato sei squadre sono invischiate nella zona di bassa classifica. II ’’giro” si é allargato a Parma e Taranto m entre poco più sopra arrancano faticosam ente altre compagini che sino a ieri parevano sicure di giungere il 22 giugno in assoluta tranquillità. L’Alessandria proseguendo la politica utilitaristica ha aggiunto un altro punto in classifica pareggiando con il Verona, un risultato bianco che dà la stura a molti interrogativi. I novemila spettatori presenti al « Moccagatta » e i milioni di telespettatori davanti al video, sono rimasti perplessi nel constatare come le due compagini abbiano affrontato i novanta minuti riuscendo a scongiurare, in anticipo, ogni pericolo per le rispettive porte. La paura che aleggiava ha fatto veramente ’’novanta”, inducendo la più forte (il Verona) e la più debole ( l’Alessandria) a restare in trincea in attesa degli eventi. La conclusione poteva essere una sola, il risultato ad occhiali. A gara ultimata è facile fare i critici, scoprire i punti deboli dei contendenti, suggerire le necessarie contromisure. Del senno di noi, son piene le fosse. « Alla vigilia avremmo sottoscritto in massa il pareggio — faceva rimarcare Giorcelli al termine della contesa — conoscendo la levatura dell’avversario, ora invece il punto sta stretto. Resta da vedere cosa sarebbe accaduto se avessimo stuzzicato i nostri avversari ». Fa eco Edoardo Reja rimasto in tribuna: « Un punto guadagnato anche se il gioco ha latitato. Gli sportivi devono rammentare una cosa importantissima: gli scaligeri hanno uomini capaci di risolvere, singolarmente, le sorti di una partita. sere riusciti ad evitare una tale eventualità è un dato, positivo ». il Verona... istradato dall'Alessandria ha preferito alla bagarre un confronto piano, senza sussulti con notevoli vantaggi sotto il profilo atletico. Gli ultimi mesi di campionato sono i più duri, il pericolo di crolli improvvisi è sempre presente. Gli allenatori conseguentemente cercano di trarre il maggior utile con la minore fatica. Sapremo tra non molte domeniche se il punto incamerato da Alessandria e Verona è da considerarsi positivo o meno. Nell'attesa dell’inappellabile responso torniamo alla partita disputata davanti ad un pubblico appassionato come da tempo si attendeva. Novemila spettatori, oltre venti milioni di incasso, un felice preludio alla partitissima della prossima domenica con il Genoa. Giorcelli alle prese con il grosso interrogativo rappresentato da Reja, lo ha risolto alla vigilia inserendo Vanara e chiamando in panchina Baisi lontano dai terreni erbosi da circa sei mesi. Disponendo di un organico assai limitato, il mister bada a non scombussolare eccessivamente l’intelaiatura della compagine, la cui grande forza è rappresentata dal centrocampo. « L’importante è racimolare punti: l’avessimo fatto prima — aggiungeva l’avolo Sacco — affronteremmo il finale di campionato con ben altro spirito. Mi conforta tuttavia la determinazione dei ragazzi pronti a battersi, a stringere i denti per superare la china. Nessuno scandalo se capitan Barbiero e compagni mirando al pareggio hanno badato al concreto evitando di correre inutili rischi ». Sin dalla vigilia gli opposti contendenti avevano lasciato chiaramente intravedere la possibilità di un incontro ’’ragionato” per evitare il rischio di sottoporsi a faticose rimonte. Sul campo tutto si è svolto secondo copione: grigi e giallo-blu al fischio di inizio di Levrero hanno infoltito i rispettivi centrocampi onde evitare infiltrazioni da parte della punte. L’Alessandria preoccupata delle possibili reazioni dell’avversario, ha mantenuto costantemente Vanara e Dalle Vedove arretrati con il sostegno di Mazzia. Sul settore sinistro in linea con Barbiero, il tecnico alessandrino ha piazzato Dolso per evitare possibili scorribande di Vriz e Turini. A fungere da regista, come sempre, Volpato tornato su uno standard accettabile dopo le ben note traversie. L’unica freccia, Manueli pur incuneandosi sulle due fasce ha badato a non provocare eccessivi vuoti alle spalle. I padroni di casa chiusa la cerniera sulla trequarti hanno badato a contrare senza lasciarsi sedurre dalla prospettiva di operare più decise incursioni verso la porta di Porrini. LEVRERO Il Verona chiuso nella propria metà campo ha accettato il gioco, per non svegliare il... can che dorme. La carica offensiva delle compagini si è così dissolta al limite delle aree sovraffollate da difensori pronti ad intervenire con sicurezza per spegnere sul nascere le possibili sfuriate scaturite più dall'iniziativa dei singoli che dalla volontà del collettivo. L’intendimento di addormentare la partita ha trovato protagonisti disposti ad assecondare le intenzioni dei ’’generali” in panchina. Nella ripresa, come prevedibile, il tono della contesa è scemato ulteriormente: moltissimi passaggi laterali, nessun tentativo serio di portarsi in zona tiro. La tattica rinunciataria ha ottenuto il risultato di scatenare la platea, ma i giocatori hanno ignorato fischi e incitamenti proseguendo sullo stesso metro sino al fischio finale di Levrero, direttore di gara tranquillo, senza patemi d'animo. La cronaca della partita si esaurisce nelle note piuttosto scarne, nel grigiore generale dei novanta minuti. Avvicinandosi la fine del campionato, sia le squadre in lotta per la promozione, come quelle impegolate nei meandri della bassa classifica si trasformano in complessi utilitaristici. Gli allenatori ragionano in proiezione futura, guardando al traguardo mentre i giocatori vanno oltre, al mercato di luglio. E’ una dura legge che ogni anno si impone sulla quasi totalità de campi nazionali. Alessandria - Verona, partita da ”no contest” sul piano della valutazione globale, ha portato ai grigi un punto che consente di agganciare Parma e Taranto nonché di intravedere la zona di centro classifica. Torniamo ad Anselmo Giorcelli allenatore del nuovo corso grigio con quattro partite utili e un bottino di cinque punti. « L’Alessandria ancor prima di entrare in campo aveva un obiettivo d’obbligo: restare imbattuta. Se in campo c’era una squadra che doveva dare spettacolo era il Verona e non i grigi. In precedenza si era cercato di affrontare gli avversari con l’intendimento di guadagnare l’intera posta. Conoscete i risultati: sconfitta con il Como e successivamente con la Spai. Avessimo nella casella i due punti perduti al Moccagatta potremmo permetterci qualche licenza. Giocando con modestia ed umiltà — prosegue Giorcelli — si sono racimolati cinque punti: Parma e Taranto ci precedono di una lunghezza, Novara e Sambenedettese di due. Queste ultime due alcune settimane orsono parevano fuori della mischia: scialando alcuni punti devono stringere i denti per evitare il peggio. Tra i cadetti l’importante è non perdere; incocciando nella serie nera si rischia il tracollo, il naufragio come accade al Novara ». GIORCELLI Gli sportivi avrebbero voluto — domandiamo al mister — un pizzico di determinazione in fase offensiva, nella parte finale della contesa.... « L’Alessandria come si sa arriva al gol attraverso la manovra. Se disponesse di punte il discorso sarebbe diverso. Ragionando in concreto e non in astruso, è risaputo che per giungere nell’area avversaria Manueli necessita della collaborazione di tre compagni. Il Verona operando con due attaccanti si sarebbe trovato in condizioni di vantaggio. Rientrare precipitosamente nella propria metà campo è più faticoso di quanto si possa pensare. Avessimo dei giovani, degli scattisti potremmo osare di più, ma con i se, non si fanno punti. Il Parma quindici giorni orsono ha giocato contro i veronesi un primo tempo gagliardo insistendo nella ripresa, convinto di riuscire a passare. Al fischio finale gli emiliani si sono trovati con il classico pugno di mosche. Cosa sarebbe accaduto nella malaugurata ipotesi della sconfitta? Avremmo pianto, recriminato sui due punti perduti. Per evitare la disperata rincorsa al ricupero abbiamo preferito giocare coperti, controllare le puntate giallo-blu. Sono d’accordo nel riconoscere che il gioco non ha completamente soddisfatto: è la nostra posizione di classifica che impone di procedere con prudenza poco concedendo alla platea. Gli sportivi scuseranno le pecche; il nostro obiettivo resta la salvezza, la permanenza in serie B. Il prossimo anno il discorso, sono convinto, sarà diverso ». Conseguentemente il risultato lo soddisfa.... « Nel primo tempo i ragazzi si sono battuti con orgoglio e volontà. Occorre sottolinearlo. Pur operando in stretta copertura i grigi hanno creato alcune buone occasioni, come sempre accade. Nella ripresa perduto Manueli era un suicidio gettarsi allo sbaraglio. Teniamo presente la pericolosità del Verona, complesso giovane, con molte energie, pronto a sfruttare gli errori dell’avversario. Proiettandosi in avanti alla ricerca del gol si correva il pericolo di finire spompati, senza possibilità di difendersi. E’ deleterio cercare l’emozione se c’è di mezzo la classifica. Con 29-30 punti potremmo dare spettacolo, osare, se si vuole fare gli eroi. La realtà la conoscete: con il punto guadagnato siamo a contatto di gomito con altre squadre anche se abbiamo perduto un punto nei confronti della Reggiana, del Brindisi e dell’Arezzo ». Giorcelli bada al sodo, lotta per portare l’Alessandria in salvo, compito assuntosi nel momento in cui Paolo Sacco lo ha chiamato a prendere le redini della squadra. Il tecnico rifugge dalle tentazioni, frena i ragazzi, manovra per evitare paurosi tracolli. « Veniamo da una serie di partite utili e il morale dei ragazzi è buono. Intravista la possibilità di portarsi in zona di sicurezza — prosegue Giorcelli — nessuno si tira indietro. I giocatori in campo danno il massimo, lottano certi di spuntarla. Alla conclusione del campionato mancano otto gare e la lotta si protrarrà sino all'ultima giornata. E’ inutile farsi illusioni: la realtà alla quale accennavo prima consiglia di cercare il punto, domenica per domenica. Riuscissimo a racimolarne otto saremmo senza problemi. Archiviata la partita con il Verona pensiamo al Genoa, altro antagonista da prendere con le molle. La nostra fortuna è che i giocatori sono concentrati, desiderosi di fare bene ». MANUELI L’Alessandria mantiene intatte le chances anche se il mister affronta ogni settimana problemi nuovi derivanti dalla limitatezza dell’organico di sedici uomini. All’interrogativo rappresentato da Reja si aggiunge l’infortunio a Manueli duramente colpito dall’avversario al quadricipite sinistro. Inoltre Maldera è stato ammonito: essendo diffidato rischia la squalifica di una giornata. L’assenza di Gigi, unica vera punta dello schieramento mandrogno, creerebbe più di una difficoltà. Le speranze di ricuperarlo sono molte: il ragazzo subito preso in cura dal prof. Mazza si è detto sicuro di essere pronto per l’attesissimo confronto casalingo con i cugini genovesi. Manueli nei cinquantadue minuti della gara con gli scaligeri ha ribadito di attraversare un momento felice: le improvvise incursioni hanno messo in chiara difficoltà la retroguardia ospite. Per i ’’pacchetti” difensivi Gigi rappresenta una spina nel fianco, come ha dimostrato in più di una occasione. Apriamo una parentesi su Baisi tornato finalmente in squadra dopo un’assenza di sei mesi. Un esordio attesissimo dalla stragrande maggioranza dei tifosi che guardano a Piero convinti della nuova linfa vivificatrice che certamente apporterà. Chiamato a sostituire Manueli, l’attaccante grigio si è comportato onorevolmente: lo scatto, la forma si acquisiscono in campo, nelle partite ufficiali. Sentiamo cosa dice Reja del compagno: « Piero ha difeso la palla con sicurezza trovando spazio per un tiro pericoloso deviato da un difensore giallo-blu. Un ritorno positivo nell'attesa di trovare la falcata dei tempi migliori ». L’attaccante alessandrino impacciato appena entrato in campo si è ripreso alla distanza confermando di essere una pedina importante nel momento in cui è necessario stringere i denti. I compagni, come scritto all’inizio, hanno lottato senza concedersi particolari licenze. Volpato ad esempio è in ripresa; Vanara si è difeso bene senza fare rimpiangere Reja; Colombo ha tenuto sotto controllo Luppi, un attaccante pericoloso pronto a sfruttare ogni varco. La squadra come rilevava Giorcelli sa battersi, sa dare fondo alle energie senza soffrire complessi di inferiorità davanti ad avversari quotati come è il Verona. Per domenica le incognite sono molte. Le condizioni di Reja sono critiche e difficilmente sarà ricuperato; quelle di Manueli destano preoccupazione anche se il mister, grazie alle cure di Mazza, spera di averlo a disposizione. Sulla squadra pesa poi la spada di Damocle della possibile squalifica di Maldera. II difensore già diffidato è stato ammonito da Levrero. Per Giorcelli sarà un’altra settimana al calor caldo perchè con il Genoa è d’obbligo, o quasi il successo pieno. Domenica si è rivisto in tribuna Dino Ballacci, l'allenatore della promozione. 11 mister approfittando che la Pistoiese aveva giocato sabato — e vinto — ha voluto essere accanto ai ragazzi nel momento più delicato del campionato. La venuta o meglio il ritorno di Ballacci alla corte alessandrina sembra scontato, solo un terremoto può mandare all'aria i piani. Paolo Sacco è deciso a presentarsi all’appuntamento del prossimo campionato con una formazione da alta classifica. Occorrono ovviamente uomini esperti e Ballacci sa dove mettere le mani. L'importante è salvarsi poi le... sofferenze dei tifosi avranno termine. Ballacci interpellato sulle possibilità di riprendere le redini della conduzione tecnica è scivolato nel gioco... corto senza confermare né smentire i propositi futuri. Una mossa diplomatica la sua che ha riconfermato le indiscrezioni trapelate alcune settimane orsono. Prima di Ballacci occorre risolvere il problema salvezza sul quale Paolo Sacco non ha dubbi. « Con giocatori decisi a battersi ogni domenica al meglio della condizione — ha detto — i dubbi si sono dissolti da tempo. Che dire poi del pubblico così vicino ai ragazzi? Meritano un riconoscimento ». Lo sguardo è rivolto al prossimo confronto con i "cugini” genovesi reduci dall'imprevisto successo di Bergamo. Sarà una battaglia dura. ma l'Alessandria è decisa a non fare concessioni (Il Piccolo – Il Gattopardo) Risultati: Atalanta-Genoa 0-1 Brindisi-Avellino 1-0 Catanzaro-Novara 1-0 Como-Taranto 3-0 Foggia-Arezzo 1-1 Palermo-Sambenedettese 3-1 Perugia-Parma 0-0 Pescara-Brescia 1-1 Reggiana-Spal 2-1 CLASSIFICA: Perugia p.41; Verona p.38; Como, Catanzaro, Palermo 36; Genoa 31; Brescia, Foggia 30; Avellino, Pescara, Atalanta, Spal 29; Novara, Samben. 28; Parma, Taranto 27; Alessandria 26; Reggiana 24; Arezzo 23 Brindisi 23 Marcatori: 10 RETI: Bertuzzo (Brescia); Chimenti (Sambenedettese); Bonci (Parma), Pruzzo (Genoa) 9 RETI: Pezzato (Spai); Bresciani (Foggia); Zigoni (Verona) - 8 RETI: Paina (Spal); Ferrari (Avellino) 7 RETI: Boccolini (Brindisi); Serato e Nobili (Pescara); Scanzani (Como); Simonato (Sambenedettese) 6 RETI: Mazzia, Manueli (Alessandria); Rizzati (Atalanta); Pellizzaro, Vannini (Perugia); La Rosa (Palermo); Turella (Novara). Nulla di nuovo nella zona alta della serie B. Ormai al riparo da ogni rischio, la capolista Perugia si è permessa di fare un po' di beneficenza al Parma ed il Verona lo Ha imitato ad Alessandria, sottoscrivendo uno 0-0 che fa comodo sia ai veneti che ai grigi piemontesi. Il terzetto del terzo posto non ha ancora espresso una pretendente alla promozione più quotata delle altre: il Como ed il Palermo hanno battuto facilmente il Taranto la Sambenedettese, più faticoso invece il successo del Catanzaro su un Novara che, fermo a quota 28, e meno fuori dai zona di quanto si creda. Gli azzurri di Seghedoni non hanno giocato, In Calabria, peggio che in altre occasioni: perdendo per una sola rete segnala nel finale su calcio piazzato si può dire anzi che siano stati sfortunati e ovviamente assolvibili, dato il valore dell'avversario. Ma certi punti malamente buttati pesano, soprattutto ora che il Novara non ha più adeguato spirito di reazione. In molte squadre v'è una tendenza alla concentrazione e se ciò non ha portato finora danno all'Atalanta, battuta In casa da un Genoa non irresistibile ma almeno volitivo, questo fenomeno può sensibilmente allargare, in futuro, il contagio del pericolo di retrocessione. Sull'onda infatti nessuno si rassegna: all'Alessandria che ottiene — non importa il modo — un altro punto prezioso a spese del Verona, rispondono infatti la Reggiana clic riduce il distacco a due punti battendo la Spai, l'Arezzo che pareggia a Foggia, il Brindisi che batte l'Avellino. Dalla squadra irpina, teoricamente tranquilla, all'ultimo posto, ci sono solo sei punti. Il campionato si svolge sul fondo, ma il fondo dove incomincia? (La Stampa)