Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
25-05-1975 - Giornata: 34 - Reggio Emilia - Mirabello


Reggiana AC - Alessandria US 2 - 0 (1 - 0)
RETI: 7. Beccati [Re] , 55. Passalacqua [Re]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Vanara Elio, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Baisi Sergio Pietro [66. Mazzia Bruno], Dalle Vedove Giampiero, Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Snidaro Gian Carlo All.: Giorcelli Anselmo

Formazione avversaria
REGGIANA AC: Memo, Parlanti, D'Angiulli, Donina, Montanari, Carrera [72. Marini], Passalacqua, Sacco, Beccati, Savian, Francesconi. A disp.: Brighi, Monari. All.: Di Bella Carmelo

Arbitro: Ciacci Giulio (Firenze)
Note
Ammoniti: Carrera [R], Manueli [A], Dolso [A] Spettatori: 11.000 circa di cui 2.700 abbonati 6.852 paganti per un in casso di 17.503.400 lire Inizio gara ore 16.00

Commento
GIORNATA NO DEI SENATORI GRIGI BATTUTI DALLA MODESTA REGGIANA Il 2 a 0 fa cadere nel fondo della classifica la squadra di Giorcelli L'Alessandria continua la sua fatica di Sisifo senza riuscire a risollevarsi in modo durevole dal fondo della classifica. Il macigno che la squadra grigia sospinge faticosamente su per l'erta inesorabilmente rotola giù di nuovo e per i piemontesi ricominciano ogni domenica le ansie, le fatiche, le sofferenze. Quella di Reggio Emilia contro una diretta rivale nella lotta sul fondo poteva essere la partita decisiva per la salvezza dell'Alessandria: un pareggio sarebbe bastato per tenere i granata emiliani ancorati sul fondo e per dare ai grigi la spinta decisiva per riemergere verso il centro classifica. L'occasione e stata mancata con un netto 0-2 che ricaccia in pieno la squadra di Giorcelli nel vivo della mischia e rida un po' di respiro alla Reggiana. Un risultato che non ammette discussioni ed è legato purtroppo ad una giornata no collettiva di una buona parte dei « senatori » dell'Alessandria a cui l'atmosfera pesante e afosa ha forse fatto sentire d'un colpo il peso degli animi e la logorante fatica di una stagione alquante tormentata. Il commovente Vanara e Volpato con la collaborazione di Maldera e Barbiero hanno invano tentato di arginare le falle della squadra e di ricucire il gioco senza però trovare una passabile collaborazione in compagni che. subito stupidamente un gol dopo sette minuti di gioco, hanno continuato a giocare quasi in trance: i grigi non sono riusciti a togliere l'iniziativa ad una Reggiana in tutto degna, salvo che per il lodevole agonismo della squallida posizione in classifica che occupa. Durante il primo tempo i granata emiliani con il piccolo Passalacqua che lo spento Di Brino non riusciva a fermare se non con falli in serie e con i sistematici inserimenti offensivi del terzino Parlanti (a cui Dolso « assisteva » quasi infastidito), hanno dominato il campo sfiorando in più occasioni un 2 a 0 che non sarebbe stato certamente contrario all'andamento del gioco. A questa massa offensiva l'Alessandria ha opposto solo qualche sterile manovra che non trovava mai l'uomo pronto al tiro e una stangata di Dalle Vedove parata da Memo. Il suo collega Pozzani, che al 7' si era fatto malamente buggerare (forse perché coperto) da un tiro non irresistibile di Beccati, si è riabilitato proprio allo scadere del tempo deviando in angolo d'istinto una gran staffilata al volo dello stesso centravanti emiliano. Nella ripresa la Reggiana è sensibilmente calata di tono offrendo ai grigi la possibilità di riconquistare il controllo del centrocampo e di dar vita ad una serie di controffensive purtroppo sterili e a tratti addirittura indisponenti per la massa di errori compiuta nella costante reciproca ricerca di evitare la responsabilità del tiro. Un gran tiro di Dolso, al 51' bloccato in due tempi, una stangata di Baisi al volo altissima al 54'. una entrata a vuoto di Manueli al SO' su esatto centro di Barbiero sono la prova purtroppo eloquente dei limiti di una Alessandria chiaramente al di sotto del suo pur non eccelso standard di gioco. Nemmeno quando il fumoso Baisi ha ceduto il posto a Mazzia, le cose sono migliorate per l'Alessandria, anche se i granata emiliani, bloccati dalla paura o coi muscoli ormai appesantiti, facevano barriera con un disordine e una approssimazione di interventi di cui non sarebbe stato difficile approfittare. Il « professore » ha pennellato un paio di inviti per i compagni purtroppo inutili e al 75' Volpato è stato messo giù mentre stava entrando in area e il tollerante dacci ha fatto proseguire il gioco. All'83' infine Di Brino, dopo un doppio scambio di Vanara proiettatosi in avanti su lancio dì Mazzia, ha malamente svirgolato il pallone a tre metri dal portiere. Una prodigalità crudelmente punita perché a cinque minuti dal termine, mentre l'Alessandria era tutta proiettata in avanti. Passalacqua è riuscito a saltar via Barbiero in contropiede e a costruire con la collaborazione della difesa alessandrina l'azione del secondo gol. L'ala destra emiliana è riuscita a entrare in area palla al piede, ma il disperato ricupero di Barbieri gli Ha fatto perdere il pallone. L'azione sembrava finita, ma Colombo ha coronato una disastrosa prestazione mancando il rinvio e restituendo il pallone all'attaccante avversario: da tre metri Passalacqua ha staffilato inesorabilmente in rete. (La Stampa - Ed. Sport - Gianni Pignata) LA REGGIANA VEDE ROSSO E L’ORSO GRIGIO VACILLA L’arrembaggio degli emiliani è fatale ad un’Alessandria impacciata e priva di mordente © La negativa giornata di Di Brino, Dolso, Colombo e Baisi determinante ai fini del risultato © Volpato, il migliore in campo, atterrato in area, ma l’arbitro non vede © Troppa accademia e pochi tiri a rete © La difficile situazione della compagine grigia impegnata domenica prossima alla «Favorita» di Palermo Pareggiare o vincere per non... perire © I tifosi attendono una pronta riscossa Disarticolata, inconcludente, a tratti rassegnata l’Alessandria ha disputato la peggior partita della gestione Giorcelli. Le attenuanti? Ne potremmo trovare a rosa, ma nel calcio nel senno di poi son piene le fosse. Le recriminazioni servono unicamente a rendere meno amara la pillola, ma sul piano della praticità si dissolvono come neve al sole. La sconfitta di Reggio Emilia (0-2) non fa una grinza. I granata hanno vinto meritatamente sfruttando gli errori degli avversari più che i meriti propri. Al Mirabello i grigi sono caduti malamente e da domenica sera la situazione in classifica è divenuta preoccupante per non dire fallimentare. Le direttive avversarie, ad eccezione del Novara che giocava in casa hanno com piuto un ulteriore passo in avanti incom inciando dall'Arezzo per finire al Parma, alla Sainbenedettese, al Brindisi che continua a sbalordire per l’incredibile rimonta concretatasi in sei vittorie consecutive, prim ato stagionale. Solo Novara (pareggio casalingo) e Avellino (sconfitto tra le mura amiche dal Palermo) hanno eguagliato la giornata nera dei grigi. A Reggio Emilia si sono infranti i sogni degli alessandrini? E’ troppo presto per gettare la spugna, per arrendersi, per rinunciare alla bagarre finale. La sconfitta, è fuori discussione, ha lasciato il segno, se non altro per il modo in cui è maturata. Alla vigilia dell’incontro si sapeva quanto importante fosse la posta in palio: pareggiare significava mantenere a distanza i granata: perdere ripiombare in una posizione tutt'altro che allegra considerati i futuri impegni, Palermo la prossima domenica, indi il Pescara in casa, il Foggia in trasferta e ancora la Sambenedettese nella giornata di chiusura al "Moccagatta". Partendo da tali presupposti Giorcelli ha impostato la tattica migliore: accorta difesa sulla tre-quarti, due uomini in avanscoperta. L’obiettivo era di bloccare la prevedibile offensiva degli emiliani per poi passare in contropiede onde indurre i padroni di casa a manovrare accortamente senza prestare il fianco agli improvvisi alleggerimenti. Lo schema è saltato dopo otto minuti per un doppio errore di Colombo e Pozzani e, su quel gol galeotto è maturata la debacle della squadra alessandrina. Prima di esaminare le prestazioni dei singoli conviene soffermarsi brevemente sul comportamento della compagine. DOMINIO STERILE L'Alessandria freddata dalla rete in apertura di gioco si è disunita, ha prestato il fianco a più di una offensiva dei granata, ha smarrito la strada per riportare in parità le sorti della contesa. Per 82’ i grigi hanno cercato la strada del gol contro un avversario modesto nella manovra corale, ma, deciso e volonteroso sotto il profilo dell’agonismo e della carica derivantigli dall'obbligo di vincere o di perire. All'undici di Giorcelli è venuto meno l’impeto necessario per mettere alle corde i padroni di casa battaglieri, ma carenti nell’impostazione della manovra se si accentuano alcuni uomini al di sopra della media. Così dopo avere dominato sterilmente l’antagonista ,gli uomini di Giorcelli si sono trovati al termine della contesa non con una, ma due reti sul groppone. La Reggiana sfruttando per la ennesima volta le indecisioni della difesa ha raggiunto il risultato della sicurezza. A quattro giornate dalla conclusione la lotta per la salvezza vede i grigi occupare una posizione tutt’altro che soddisfacente. Alle spalle della compagine troviamo Arezzo, Reggiana e Parma e, con l'Alessandria gli irpini dell'Avellino scornati dai rosanero, poco più sopra tre squadre. Brindisi, Taranto c Novara. Otto formazioni in un fazzoletto protese a sganciarsi dal terzultimo posto. L’Alessandria è tra le compagini maggiormente inguaiate dovendo la prossima domenica rendere visita ai palermitani tornati a galla con l’inaspettato successo esterno. A preoccupare più che la sconfitta è il modo con cui Barbiero e compagni hanno affrontato i padroni di casa. Da una squadra appollaiata sugli ultimi gradini della classifica, si attende nel finale una particolare concentrazione, una carica agonistica tale da sopperire alle deficienze tecniche. Giocando alla garibaldina come sta facendo il Brindisi (e come ha fatto la Reggiana) è possibile sovvertire il pronostico, mettere in difficoltà l'antagonista. Purtroppo domenica si c vista una squadra arruffona, indecisa che preferiva avanzare con passaggi laterali invece che tentare la via del gol con fiondate in profondità. La Reggiana che mostro non è, passata in vantaggio, ha accelerato il ritmo degli ospiti seppure con il fiato grosso ha contenuto le sfuriate passando con decisione in contropiede. Parlanti e Passalacqua erano in continuo movimento, in particolare il difensore che scendeva con frequenza sulla fascia laterale destra portando lo scompiglio tra la retroguardia grigia. Sfruttando il maggior movimento ogni qualvolta 1 granata superavano la metà campo erano dolori nel vero senso della parola. 11 pacchetto difensivo alessandrino incerto sin dalle prime battute è letteralmente crollato alla distanza. La gran volontà di Barbiero, commovente e encomiabile, è servita a poco: a dargli man forte non c’era che Maldera armato di tanto agonismo. Sul settore sinistro Di Brino e Dolso facevano acqua come un calobrodo tanto è vero che i pericoli maggiori si sono registrati in continuazione nel loro settore. 11 cedimento di Di Brino era nell'aria e, le prime avvisaglie si erano avute nella partita con l'Avellino. Marcello domenica ha toccato veramente il fondo: aveva il viso trasvolto e, pur stringendo i denti non riusciva a frenare un Passalacqua ottimo sul piano atletico, ma non per questo inarrestabile. Scombussolato il piano difensivo della vigilia con il gol a freddo di Beccati (doppio errore di Colombo e Pozzani) il terzino si c smarrito davanti alla tenuta dell’avversario. Ad incidere ulteriormente sul calo fisico sono poi venute due conclusioni da... brivido. Il ragazzo due volte davanti a Memo invece di centrare lo specchio della porta ha spedito il pallone verso la bandierina del calcio d'angolo: incredibile, ma vero. Onestamente, pur rimarcando l’esibizione negativa di Marcello, rifuggiamo dal gettargli la croce addosso: le responsabilità non sono sue. Per mesi dalle colonne de « Il Piccolo » sottolineammo la necessità e l’utilità di concedere turni di riposo, ma gli inviti caddero nel vuoto. La candidatura di Unere fu considerata a torto "partigiana”, a volte addirittura ’’interessata”. L E PECCHE Il settore difensivo è il solo che si presta a rotazioni senza incidere sull’equilibrio delicato, della compagine. La coppia Maldera - Di Brino era ed è intercambiabile, disponendo il tecnico di Vanara e del tanto discusso Unere. Era inevitabile che lo stress del campionato finisse per incidere su un ragazzo volonteroso, commovente, ma impreparato ai cimenti di un campionato come è quello cadetto. A lunga scadenza i fatti più delle parole confermano inequivocabilmente che si è sbagliato — più in passato che oggi — mandando allo sbaraglio un giovane che per mantenersi al giusto livello ha speso più del previsto. Non aggiungiamo altro perché centinaia erano gli sportivi presenti al Mirabello. Concesse le dovute attenuanti a Di Brino il discorso investe Arrigo Dolso. Il funambolo grigio ha letteralmente mandato in bestia i supporters grigi giocando al piccolo troppo come se la squadra dovesse difendere il risultato invece di inseguirlo. Arrigo ha giocato a centrocampo da fermo: palla incollata sul sinistro ha indugiato lungamente alla ricerca del compagno preferendo nella maggioranza dei casi il passaggio corto alla fiondata in profondità. Un tocchettare esasperante, impossibile che favoriva la retroguardia granata che poteva rinchiudere a proprio piacimento i corridoi verso Memo. Conoscendo Dolso diciamo che sa esprimersi in ben altro modo pur disponendo di un unico piede, il sinistro. L'Alessandria ha necessità di uomini disposti a sacrificarsi, a sputare l’anima invece di giocolieri che divertono unicamente i tifosi avversari. Dolso come ha dimostrato ripetutamente ha la tecnica per superare gli avversari e rendersi veramente utile al collettivo. Dimenticando le doti che gli sono peculiari finisce per trasformarsi in peso morto a vantaggio dell’antagonista. Al giocatore vorremmo suggerire di essere maggiormente determinato, di evitare i gesti plateali, di insistere maggiormente sulla palla invece di simulare falli in area di rigore che finiscono per indisporre direttore di gara e pubblico. La "strigliata” è d’obbligo perchè i compagni molto si attendono dalla sua regìa: indossare il saio dell’umiltà è d’obbligo: ulteriori licenze possono significare la fine di una speranza che si trascina dall'inizio del campionato. A differenza di Di Brino e Dolso, vorremmo citare l'orgoglio di Maldera e Barbiero. Attilio messo alla frusta da Francesconi ha giostrato per novanta minuti senza concedersi un solo attimo di tregua: ha sbagliato in alcune occasioni, ponendovi immediato rimedio. Analogo il discorso per il puntiglioso Barbiero tornato a calcare il tappeto erboso del Mirabello. Il "libero” meno brillante del solito è tuttavia riuscito a dare una impronta all'esibizione battendosi con il cuore in mano. Superato nelle azioni di contropiede ha insistito con determinazione togliendo agli ex compagni più di un pallone difficile. VOLPATO : 7 E LODE E’ caduto sul piano del gioco più che della volontà, Colombo. Il centravanti granata Beccati non è certamente un fuoriclasse, ma Antonio dopo avere mancato l’intervento sul primo pallone gol, si è disunito tanto da concedere ampio spazio al numero nove reggiano. Nel finale pasticciando davanti a Pozzani ha regalato a Passalacqua la palla del raddoppio. Indubbiamente una giornata storta per lo stopper, forse la prima gara sbagliata nell'arco del campionato. Con una retroguardia balbettante, incerta nelle marcature il centrocampo, ovvero il reparto ’’forte” dei grigi ha finito con il risentirne oltremisura. Fortunatamente al di sopra di tutti, dalla cintola in su per dirla con Dante, l’Alessandria ha trovato Angelo Volpato. 11 regista ha giocato una partita all’insegna della vivacità e dell’impegno sacrificandosi in un incessante andarivieni tra difesa e attacco. Per novanta minuti ha contrato le puntate avversarie ripartendo al contrattacco cercando — a volte inutilmente — il compagno libero. La prestazione dell’alessandrino meritava miglior fortuna come in occasione dell'atterramento in area granata. Ciacci ha chiuso entrambi gli occhi forse ritenendo regolare il duplice intervento dei difensori. Se Volpato ha dominato la scena distinguendosi per la determinazione e, diciamolo pure, l'entusiasmo teso a galvanizzare i compagni, Manueli poco sfruttato sulla fascia laterale destra ha fornito un contributo a fasi alterne. L’attaccante alessandrino, pur avendo facile gioco su un D'Angiulli tutt'altro che irresistibile, si è trovato a disagio nel momento in cui cercava la spalla per proseguire l’azione. A seguirlo da vicino per l’interscambio c’era solo il sempre presente Volpato, ma Angelo non poteva certamente spomparsi oltremisura. Troppi gli scompensi in fase offensiva e non solo per gli spazi lunghi che si creavano tra centrocampo c punte: gli alessandrini rintuzzata la folata granata indugiavano nel seguire l’azione favorendo il ricupero avversario. Baisi ben lontano dalla forma dei giorni migliori, poco convinto delle proprie capacità pareva un pulcino bagnato; Dalle Vedove — il più incisivo — innervosito per la piega della partita pareva rassegnato al proprio destino. All’Alessandria è mancato improvvisamente la determinazione indispensabile per costringere la Reggiana ad una difesa affannosa. Le marcature piuttosto larghe (Parlanti fluidificava senza incontrare resistenza) erano vera manna per i padroni di casa per nulla preoccupati della presenza delle due punte alessandrine appostate a centrocampo. Ai grigi rinunciatari sulle palle (Dolso, Dalle Vedove e Baisi raramente hanno rincorso la sfera se la stessa non cadeva sui piedi) si contrapponeva una formazione decisa a difendere il gol conquistato in apertura. I giocatori in maglia granata, seppure confusamente pigiavano sull'acceleratore, quelli in maglia grigia invece ragionavano eccessivamente al punto di dimenticare che i gol possono essere messi a segno anche da fuori area. La manovra alessandrina leziosa a centrocampo si infittiva ulteriormente in prossimità della rete difesa da Memo: uno scambio fittissimo quanto inutile che si infrangeva contro il baluardo degli emiliani. Una specie di suicidio vero e proprio accentuatosi nella ripresa, nel momento in cui si doveva stringere i denti, stringere l'assedio, cercare la conclusione da ogni posizione. Dalla panchina sono partiti suggerimenti, inviti a sfrondare il gioco da inutili preziosismi: una voce nel deserto. La sconfitta brucia maggiormente analizzando l’andamento della contesa e la stessa levatura dell’avversario, un undici da premiare unicamente sotto il profilo della carica evidenziata nell’arco dei novanta minuti. La domanda di attualità è una sola: l’Alessandria attraversa un periodo di appannamento passeggero oppure i giocatori, troppo spremuti, danno fondo alle ultime energie per mantenersi a galla, per evitare l’affondamento a pochi metri dalla spiaggia che si profila all’orizzonte? Rispondere potrebbe essere facile esaminando le ultime partite, l’interna con l’Avellino e l’ultima di Reggio Emilia. Alcuni giocatori risentono dell'usura del campionato, del continuo stress. Giorcelli è veramente nei guai nel momento in cui si appella ai ragazzi per lo sprint finale. I punti balordamente perduti in casa (Novara, Arezzo, Reggiana, Atalanta, Spai) pesano maledettamente sul complesso. Le due uniche vittorie interne della gestione Castelletti (nel girone di andata era assai più facile stimolare i ragazzi, correggere gli errori) documentano una serie di errori evitabile. Purtroppo la megalomania di una ristretta schiera ha impedito il correttivo al momento giusto con le conseguenze note. Piangere sul latte versato serve a poco: è il momento di stringersi attorno ai ragazzi, di sperare nella buona sorte. L’Alessandria torna dopo dieci mesi alla Favorita di Palermo per quella che potrebbe essere veramente la gara decisiva del campionato. 1 siciliani ringalluzziti dal successo esterno di Avellino considerano la partita... facile, non può essere altrimenti. 1 grigi la pensano, come logica vuole, diversamente. Per l'undici di Giorcelli la prossima più di una partita è una battaglia nel vero senso della parola: soccombere significa scendere paurosamente nella classifica, disperdere le fatiche di tanti mesi. I giocatori hanno ribadito il convincimento di spuntarla seppure sotto lo striscione d’arrivo ed è un buon sintomo. La restante parte la farà Giorcelli rivedendo lo schieramento, apportando le modifiche indispensabili per irrobustire il settore difensivo. Le notizie provenienti dall’infermeria grigia sono abbastanza confortanti per Reja che la scorsa settimana si è recato a Bologna per un controllo dell’arto infortunato. 1 sanitari hanno escluso complicazioni tanto che il giocatore stamane riprenderà la preparazione. Sarà in campo a Palermo con gli ex compagni? E’ difficile a dirsi nonostante il ragazzo lo speri ardentemente: nella coppa Italia fu costretto a dare forfait, ora la possibilità del rientro pare veramente a portata di mano. Il mister ricupera inoltre Unere costretto domenica a sedere in tribuna per un improvviso malessere. Il difensore sottoposto lunedì ad un esame radiologico è risultato sano come un... pesce. La comitiva alessandrina guidata da Giorcelli, a causa dello sciopero che interessa il perdonale delle linee aeree, partirà domani per Palermo. Inizialmente era in programma un’amichevole nei pressi di Catania, ma l’allenatore non ha voluto correre rischi cancellando l’impegno. Il confronto del prossimo turno è di vitale importanza per la compagine grigia alla disperata ricerca di un punto per puntellare la magra classifica. Tornando imbattuti dalla Sicilia l’orizzonte potrebbe nuovamente tingersi d’azzurro, in caso contrario le partite interne si trasformeranno in vere battaglie all’arma bianca (Il Piccolo – Il Gattopardo) Risultati: Arezzo - Spal 1-0 Atalanta - Perugia 2-1 Avellino - Palermo 0-1 Brescia - Como 0-0 Brindisi - Foggia 2-0 Catanzaro - Parma 1-1 Novara - Taranto 1-1 Sambenedettese - Genoa 2-1 Verona - Pescara 0-0 CLASSIFICA: Perugia p.44; Verona 42; Palermo, Catanzaro 40; Como 39; Atalanta, Genoa 35; Foggia 34; Spal, Brescia, Samben. 33; Pescara 32; Novara, Taranto, Brindisi 31; Avellino, Alessand. 30; Reggiana, Parma, Arezzo 29 Marcatori: 12 RETI: Bonci (Parma) e Chimenti (Sambenedettese) 11 RETI: Pruzzo (Genoa). 10 RETI: Bresciani (Foggia), Bertuzzo (Brescia), Pezzato (Spai). 9 RETI: Zigoni (Verona). 8 RETI: Pellizzaro (Perugia), Boccolini (Brindisi), Scanziani (Como), Palna (Spal) Ferrari (Avellino). 7 RETI: Manueli (Alessandria), Vannini (Perugia), Serato, Nobili (Pescara), Simonato (Sambenedettese). 6 RETI: Mazzia, Dalle Vedove (Alessandria), Vivian, Turella (Novara), Musiello, Rizzati (Atalanta), Scarpa, Sollier (Perugia), La Rosa, Barbami, Vanello (Palermo), Pelliccia (Spal), Cappellini (Como), Sirena, Luppi (Verona), Villa (Arezzo), Albanese (Avellino), Marchesi (Pescara), Manfrin (Spai), Marmo (Brindisi). Spelta (Catanzaro), Tacomizzi (Taranto). Mentre il Perugia conferma il suo momento critico perdendo la partita di Bergamo e vedendo ridotto a due punti il suo vantaggio sul Verona, il Palermo si riaggancia al terzo posto grazie ad un Brescia vittorioso che inguaia definitivamente l'Avellino. I siciliani hanno raggiunto il Catanzaro a cui il disperalo Parma ha imposto il pari e precedono di un punto il Como, che ha chiuso a reti inviolate a Brescia. Pur con continui colpi di scena, la lotta in zona promozione resta bloccata su questi nomi perche il Genoa perdendo a San Benedetto del Tronto ha visto sfumare l'ultima teorica occasione di riaggancio alla lesta delia classifica. La lotta divampa in pieno, invece, nel settore di coda avendo il più sorprendente protagonista nel Brindisi clic è alla sua sesta vittoria consecutiva; col successo sui cugini del Foggia, la squadra pugliese si è portata a quota 31 raggiungendo il Taranto e il Novara che hanno chiuso in parità l'incontro sul terreno piemontese. Per gli azzurri di Scghedoni si È trattato di una sconfitta evitata per un soffio grazie ad un gol del libero Vivimi negli ultimissimi minuti di gioco. E se il Novara avesse perduto sarebbe rimasto nella stessa posizione dell'Alessandria, quindi nei guai Ano al collo. I grigi, dopo la sconfitta di Reggio Emilia, determinata da una disastrosa giornata collettiva della squadra, si trovano a quota 30, alla pari con l'Avellino, battuto in casa dal Palermo. Il margine di sicurezza sul fondo della classifica è ridotto a un solo punto rispetto al Parma, alla Reggiana e all'Arezzo, squadre che continuano a battersi visto che non tutto e perduto. (La Stampa)