Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1974/1975
Serie B
15-06-1975 - Giornata: 37 - Foggia - Pino Zaccheria


Foggia US - Alessandria US 3 - 3 (1 - 1)
RETI: 31. Cimenti [Fo] , 55. Lorenzetti [Fo] , 80. Bresciani [Fo] 21. Baisi S.[A], 63. Dalle Vedove G.[A], 93. Colombo A.[A]

Alessandria US Pozzani Flavio, Vanara Elio, Di Brino Marcello, Reja Edoardo, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Baisi Sergio Pietro, Dalle Vedove Giampiero, Mazzia Bruno [69. Unere Giuseppe] A disp.:(P) Croci Claudio, Dolso Arrigo All.: Giorcelli Anselmo

Formazione avversaria
FOGGIA US: Trentini, Cimenti, Colla, Pirazzini, Sali, Fumagalli, Pavone, Lodetti, Bresciani, Lorenzetti, Stefanelli [69. Borgo]. A disp.: Brunelli, Piemontese. All.: Maldini Cesare

Arbitro: Mascali Gaetano (Desenzano) [Lascialfari, Rossi]
Note
Ammoniti: Baisi [A] Angoli: 7-7. Recuperi: 0.+ 3. Spettatori: 836 paganti, 7.245 abbonati, incasso L. 8.062.000 Giornata calda, terreno in buone condizioni Inizio gara ore 17.00

Commento
Grigi al cardiopalmo a Foggia PARI 3-3 A TEMPO ORMAI SCADUTO Vietato perdere. Chi oggi non avesse rispettato la norma, tra le squadre di coda, si sarebbe irrimediabilmente trovato in serie C. Nella giornata del pareggi però l'Alessandria ed il Foggia hanno scelto il modo più arduo, per una saggia divisione del punti, ed anche il più pericoloso, considerato che due minuti oltre il tempo regolamentare l'Alessandria si trovava in svantaggio per tre a due e solo al 93' 1 piemontesi sono riusciti a riequilibrare le sorti della partita. Un tre a tre assai poco credibile, accettato filosoficamente persino dalle migliaia di tifosi che sul tre a due, ad un fischio dell'arbitro Mascali, avevano invaso pacificamente il campo per festeggiare l'ultima partita interna dei propri beniamini. Bene, il signor Mascali ha fatto segno di no, con le dita, che la partita non' era ancora finita: il pubblico si è ritirato in buon ordine al bordo del campo, ha assistito al pareggio degli ospiti senza battere ciglio e senza neppure tentare di... linciare il direttore di gara. Al vero fischio finale nuova invasione e festeggiamenti per tutti, anche per Mascali che è uscito indisturbato con il pallone dimostrando inutile la precauzione di farlo circondare Immediatamente da quattro tutori dell'ordine, istruttori di karaté (cinture nere del corpo di ps). Una lode dunque al pubblico foggiano, tanto civile da accettare la strana partita sottolineando soltanto con bordate di fischi le fasi più evidenti di non gioco e non rinunciando poi alla tradizionale festa finale con la caccia alle maglie. In fondo la squadra di Maldini aveva dimostrato in altre occasioni il proprio valore e non era il caso di reagire al buon cuore dei rossoneri verso una squadra disperata. Una buona azione che magari i grigi sapranno « pagare », alla prossima occasione, restituendo il favore. Se tutto ciò meriti un'inchiesta non sta agli spettatori deciderlo, ma al responsabili del gran circo del calcio. Visto l'andamento delle altre .partite, comunque, non saranno certamente l'Avellino, la Reggiana o l'Arezzo a scagliare la prima pietra, col rischio magari che il sasso torni indietro e ferisca chi lo ha tirato. Pochi tifosi, del resto, avrebbero potuto lamentarsi per essere stati ingannati dopo aver pagato il biglietto. Al colpo d'occhio infatti gli spalti del campo erano occupati da più di diecimila spettatori. Al conteggio finale invece i paganti sono risultati 836, più 7245 abbonati (considerandoli tutti presenti), in totale ottomila persone. Per gli altri due o tremila le "maschere” evidentemente hanno chiuso un occhio. E illustriamo come Foggia e Alessandria siano riuscite a pareggiare per tre a tre una partita che nelle intenzioni tutti probabilmente erano disposti a chiudere con un risultato in bianco o al massimo con un uno a uno. Il primo «imprevisto» capita al 21' quando Reja Volpato e Baisi riescono a triangolare perfettamente ed il centravanti insacca da due passi. Abbracci festosi, ma neppure tanto. Scriviamo sul taccuino che ora i grigi hanno un grande vantaggio psicologico e non dovrebbero faticare a contenere la partita. Macché, l'Alessandria sembra quasi cercare il raddoppio concedendo larghi spazi alle manovre d'attacco degli avversari. Al 31' sembra giusto che il Foggia pareggi ed il terzino Cimenti, dopo aver dribblato mezza difesa piemontese, batte Pozzani in uscita. Si va al riposo con Stefanelli che sciupa in ultima battuta una felice triangolazione con Colla e Bresciani. Al 55' secondo imprevisto: Lorenzetti non dimentica di essere un ex alessandrino e cerca lo spunto personale; dotato di classe com'è lo trova facilmente liberandosi in acrobazia di Reja al limite dell'area e superando Pozzani, fuori dal pali di un paio di metri, con un tiro ben calibrato. Il portiere, in giornata nera, alza appena le mani, ma rimane incollato sul terreno. Si tratta ora di riagguantare il pareggio. Cinque minuti dopo Trentini non vuole essere più abile del collega e si fa passare in mezzo alle gambe un tiro da corta distanza di Dalle Vedove, ma Mascali aveva fischiato in precedenza il fuorigioco dello stesso Dalle Vedove. Ancora la mezz'ala al 63' può tirare indisturbato dal limite dell'area: un rasoterra che Trentini, coperto probabilmente da un compagno di squadra, non vede neppure partire. Per non perdere i conti siamo due a due. Dieci minuti al termine ed un cross di Sali coglie Bresciani smarcato ad un metro dalla porta avversaria. L'attaccante appoggia di testa verso Pozzani che si vede passare la sfera in mezzo alle braccia protese. Gli ultimi minuti si giocano, alla disperata: il Foggia non riesce a superare una volta la metà campo senza che i grigi rubino la palla dei tiri degli avversari per riportarla in avanti. Nel frattempo il pubblico si va assiepando ai bordi del campo: scade il novantesimo e l'Alessandria sembra proprio irreparabilmente in serie C. Un minuto oltre: altri errori della difesa. Due minuti: invasione pacifica respinta dall'arbitro. Tre minuti Colombo di testa, su cross di Manueli, mentre Pirazzini gli salta a fianco, manda la sfera alle spalle di Trentini. (La Stampa - Ed. Sport - Salvatore Rotondo) L’ALESSANDRIA (CON COLOMBO) VERSO LA SALVEZZA salvezza La drammatica partita di Foggia © L’altalena dei gol: Baisi, Cimenti, Lorenzetti, Dalle Vedove, Bresciani, Colombo (93’) © Domenica al « Moccagatta » (ore 17) la decisione Mobilitazione dei tifosi alessandrini con facilitazioni al gentil sesso e ai ragazzi Alessandria, ovvero ”il pericolo e il mio mestiere”. Ennesima partita sul filo del rasoio, un risultato al limite della rottura dell’aorta. Novanta minuti all’insegna dell’incertezza, del crollo psicologico o delia... pazzia. La sequenza delle reti, i1 rapido capovolgersi delle situazioni, lo spauracchio della retrocessione ha aleggiato sinistro allo ”Zaccheria” dopo la splendida perentoria rete di Bresciani che riportava i satanelli in vantaggio. Correva l’ottantesimo, per un attimo si e avuta la sensazione dellirreparabile. I grigi che sino a quel momento erano riusciti a contenere le puntate offensive dei padroni di casa denunciavano la botta subita nel momento più delicato della contesa, quando si intravedeva la possibilità di conquistare il punto, forse decisivo, ai fini della salvezza. Era il gol beffa che distrugge, che annichilisce. L’Alessandria raccolte le ultime energie si gettava in avanti con rabbia senza tuttavia perdere in lucidita. Era un assedio disperato che vedeva impegnato l’intero collettivo da Vanara a Colombo, da Manueli ad Unere. Il Foggia chiuso nella propria metà campo controllava con ordine, impostando il contropiede per assicurarsi la rete che lo ponesse al di fuori della mischia. Il lento trascorrere dei minuti lasciava poco spazio alla rincorsa degli alessandrini, commoventi nel gettarsi su ogni palla, nell'imbastire l’ennesima incursione verso la porta di Trentini. L'arbitro Mascali, perfetta la direzione, proseguiva oltre il novantesimo per ricuperare il tempo perduto a metà ripresa quando, uno spettatore della curva Nord, impossessatosi del pallone — deviato in angolo da un difensore rossonero — si allontanava precipitosamente. Altri supportes cercavano di dissuaderlo senza troppa fortuna per cui era necessario ricorrere ad un altro pallone per proseguire la contesa. Si giungeva al fatidico novantatreesimo minuto, agli sgoccioli della partita, con il pubblico pugliese assiepato alle spalle di Pozzani in attesa di sciamare per il campo all’assalto della maglia del campione prediletto. Un difensore foggiano per respingere l’assalto portogli da Baisi alleggeriva in calcio d’angolo, sotto la tribuna centrale. Toccava a Manueli battere dalla bandierina l’ultimo pallone utile in attesa del triplice fischio finale del direttore di gara. Ne scaturiva un tiro perfetto proprio al centro dell’area dove erano appostati non meno di dieci-dodici giocatori: Colombo rinvenuto dalla retroguardia, nell'ultimo disperato tentativo di rimonta, superava in elevazione colleghi e avversari inzuccando con precisione. La sfera leggermente deviata da Pirazzini si infilava nell’angolino alla destra dello stupefatto Trentini. PAREGGIO E... LAGRIME L’amministratore unico Ressia portava le mani al volto in un gesto di stizza: un dirigente foggiano lo aveva freddato dicendogli che il pallone era finito sopra la rete, non dentro. Era questione di attimi: Pozzani con uno scatto da centometrista raggiungeva la panchina volando letteralmente tra le braccia di Giorcelli; Carlo Sacco abbracciava Viganò ed i due finivano a terra: ne approfittava un ragazzino per sfilare le scarpe al massaggiatore e fuggire. Nell’area rosso-nera una scena indescrivibile con Colombo letteralmente sotterrato sotto l’abbraccio dei compagni mentre Lodetti imprecava a destra e a manca. Migliaia di tifosi si rovesciavano — termine improprio, ma che da l’esatta misura della fiumana multicolore di maglie sul tappeto verde — in campo alla caccia delle maglie. Uno spettacolo di folclore con Mascali a sbracciarsi per invitare gli "invasori” ad allontanarsi per concludere la partita. Trascorrevano oltre due minuti prima del triplice fischio finale, indi riprendeva l’assedio ai giocatori e non solo pugliesi. Pure gli alessandrini pagavano il contributo rientrando nel sottopassaggio a torso nudo mentre la buriana proseguiva. Nello spogliatoio grigi e accompagnatori avevano le lacrime agli occhi, increduli davanti alla zampata di Colombo — primo gol in campionato della carriera — in zona ultra Cesarini. (Il Piccolo - Il Gattopardo) RISULTATI: Brindisi – Reggiana 0-0 Genoa – Brescia 0-0 Novara – Arezzo 1-1 Palermo – Taranto 0-0 Parma – Avellino 0-0 Pescara – Perugia 1-1 Sambenedettese – Atalanta 1-1 Spal – Como 1-1 Verona – Catanzaro 1-0 CLASSIFICA: Perugia p. 47, Verona 45, Como 44, Catanzaro, Palermo 43, Atalanta, Foggia, Genoa 38, Brescia, Sambenedettese 36, Pescara, Novara, Spal 35, Brindisi 34, Taranto 33, Avellino, Alessandria, Reggiana, Arezzo 32, Parma (-3) 29. Parma 3 p. di penalizzazione. MARCATORI: 13 reti: Bresciani (Foggia), Bonci (Parma), 12: Pruzzo (Genoa), Chimenti (Sambenedettese), 11: Bertuzzo (Brescia), 9: Simonato (Sambenedettese), Pezzato (Spal), Zigoni (Verona). Il punto sul campionato Il nome degli assassini solo nell'ultima pagina, come in ogni buon «giallo» che si rispetti. Il penultimo turno della serie B ha dato al Perugia, con il pareggio faticoso di Pescara, la garanzia matematica della promozione, ma ha lasciato insoluti tutti gli altri interrogativi, sia in testa che in coda alla classifica. Il Verona, fermando la corsa del Catanzaro, è nuovamente rimasto solo al secondo posto, ed affida le sue speranze di ritorno in A all'esito dell'ultima trasferta, sul terreno del Como. I lariani hanno pareggiato a Ferrara e sono terzi a quota 44, precedendo di una lunghezza il Catanzaro e il Palermo: 1 siciliani, facendosi bloccare sullo 0 a 0 dal pericolante Taranto, hanno perso la più favorevole delle occasioni di riaggancio. Domenica prossima la promozione si deciderà con due confronti diretti, in pratica due autentici spareggi: a Como il pari può bastare anche al Verona In caso di analogo risultato a Catanzaro. Una sconfitta del Verona può invece consentire uno spareggio con i veneti ai vincitori della sfida calabrese. Una sconfitta del Como potrebbe proiettare in A il vincitore di Catanzaro o proporre un drammatico spareggio a tre in caso di risultato pari in Calabria. Un finale incredibile insomma, com'è allucinante quello che si prepara nei novanta minuti finali della lotta per la salvezza. Il Brindisi (punti 34) ed il Taranto (33) sono quasi salvi, ma senza garanzie matematiche. Quattro squadre restano a lottare a coltello, a quota 32, per evitare di condividere la sorte del Parma: l'Alessandria, dopo aver strappato in modo rocambolesco un preziosissimo punto a Foggia, sembra favorita, purché non si faccia tradire all'ultimo ostacolo casalingo contro la Sambenedettese. La Reggiana si giocherà tutto ospitando il Foggia, ma appare handicappata dalla differenza reti negativa, come del resto l'Arezzo che ospiterà il Brindisi. Proprio la differenza reti è l'arma più sicura per salvare l'Avellino (che riceve il Genoa) sempre nel caso di una simultanea serie di punteggi pieni da parte delle ospitanti. E' chiaro infatti che, a questo punto, un pareggio equivale ad una condanna. (La Stampa)