Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1971/1972
Serie C
17-10-1971 - Giornata: 6 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Cremonese US 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 48. rig. Vanzini F.[A] 42. Morosini [Cr]

Alessandria US Ciceri Santino, Maldera (II) Attilio Benedetto, Paparelli Ezio, Magri Pier Luigi, De Luca Sergio, Paesanti Paolo [60. Di Brino Marcello], Manueli Luigi, Proietti Farinelli Vincenzo, Bergamo Paolo, Lorenzetti Giuseppe, Vanzini Franco A disp.:(P) Vincenzi Silvano All.: David Mario

Formazione avversaria
CREMONESE US: Grassi, Maianti, Cesini, Piatto, Guarneri, Sironi, Cantoni, Morosini, Carminati, Dalle Donne [45. Velmini], Guarnieri. A disp.: Uccelli. All.: Rota Giovan Battista

Arbitro: Agnolin Luigi (Bassano del Grappa)
Note
Ammoniti: Lorenzetti [A], Carminati [C], Morosini [C], Vanzini [A]. Angoli: 6-5. Spettatori: 6.000 (4.908 paganti, incasso L. 7.180.000) Giornata di sole, temperatura fredda, terreno ottimo. Inizio gara ore 14.30

Commento
GRIGI SOFRTUNATI E SENZA GIOCO CEDONO UN PUNTO ALLA CREMONESE L’Alessandria priva di sei titolari (determinante l’improvvisa assenza di Di Pucchio) alla deriva: a fatica giunge il pareggio su calcio di rigore Un rigore accordato dall'arbitro al 48' ha salvato l'Alessandria. L'espressione è esatta perché solo la massima punizione poteva permettere ai grigi di segnare e raggiungere faticosamente il pareggio. La squadra è apparsa opaca, senza idee che non fossero dettate dall'entusiasmo e quindi approssimative ed il giudizio sarebbe pesante se non si dovesse tener conto delle assenze di Nimis, Colombo, Zambianchi e Sassaroli alle quali si è aggiunta all'ultimo momento quella di Di Pucchio. Troppi uomini fuori per un giudizio in assoluto, ma l'impressione negativa resta. La squadra evidentemente non è piaciuta neppure a David il quale ha preferito evitare il consueto dialogo con i giornalisti. E' stato sostituito da un consigliere l'avvocato Boldi, il quale ha parlato genericamente di sfortuna, di periodo nero e di momentanee difficoltà da superare. Ha però accuratamente evitato di affrontare un discorso tecnico, asserendo che problemi del genere sono di esclusiva competenza dell'allenatore. Circa il futuro di David, il consigliere ha smentito qualsiasi provvedimento a suo carico, aggiungendo però di non poter esprimersi che per l'attuale momento. La situazione dell'allenatore è difficile, ha il pubblico « contro », la squadra che non gira e soltanto i dirigenti che per ora lo appoggiano. Evidentemente, dovrà cercare efficaci .rimedi e sperare in risultati favorevoli, altrimenti il suo posto potrebbe vacillare. Tenuto in debito conto delle assenze, l'Alessandria di oggi è apparsa ben poca cosa. All'attacco i soli Lorenzetti e Vanzini hanno messo in mostra qualcosa di positivo, mentre a centrocampo la squadra è completamente naufragata. La Cremonese ha avuto un solo torto e determinante: di aver cercato di conservare il pareggio quando è stata raggiunta, senza insistere all'attacco. Nel finale, la squadra di Guarnerl si è dimostrata nettamente superiore all'avversarla, anche sul piano del ritmo. Evidentemente, però, aveva preventivato un pareggio e non ha voluto osare di più. Da tener d'occhio i suoi due terzini, Maianti e Cestai, due giovani che faranno certamente strada. La oronaca delle due reti. 42' dopo molte discussioni - e due giocatori ammoniti - Morosini riceve da Carminati su punizione e batte imparabilmente Ciceri. Al 48' Maianti, nel tentativo di liberare, colpisce nettamente il pallone con il braccio in piena area e Vanzini trasforma l'inevitabile calcio di rigore. (La Stampa) Dopo il Venezia pura la matricola Cremonese ha guadagnato un punto al « Moccagatta », divenuto in questi ultimi tempi alquanto prodigo per le squadre che giungono a farvi visita. Mezzo passo falso dei grigi dunque che scendono in media inglese a - 3: il cammino verso la promozione incomincia a farsi arduo se non si adottano le necessarie contromisure. E’ indubbio che la sfortuna si diverte con questa Alessandria, partita con la ben nota etichetta di squadra da battere a tutti i costi. Si è iniziato con la prima giornata quando Nimis accusò la distorsione al ginocchio; la domenica seguente fu la volta di Colombo. Poi giunsero, tra capo e collo, la chiamata per il servizio militare per Zambianchi e il malanno, che pare divenuto cronico, di Mantellato. A complicare maledettamente le cose ecco l’avvio poco felice di Sassaroli e buon ultimo, quando ormai si era deciso di tentare la carta Bergamo, l’improvviso forfait del regista Di Pucchio. Niente di grave, un semplice ascesso dentario, che però ha impedito al forte giocatore di scendere in campo. Per fare fronte alla tegola caduta improvvisa, a David non è rimasto che affidare la maglia numero otto a Proietti chiamando all’esordio davanti al pubblico amico il diciannovenne Manueli. Con una formazione rabberciata alla meglio e in condizioni di spirito tutt altro che buone, l’Alessandria è scesa in campo per contendere alla matricola Cremonese i due punti. La squadra capitanata dall’ex interista Guarneri, imbattuta dopo cinque giornate ha confermato di essere una matricola di lusso. Mettendo in mostra un gioco arioso, una perfetta preparazione atletica (non si spiega altrimenti il costante anticipo dei suoi uomini sui grigi) ha subito gettato le premesse per aspirare quanto meno alla divisione della posta. C’è riuscita pienamente, senza avere nulla rubato: semmai questa accusa i tifosi della città del torrone possono ritorcerla sui mandrogni. Veniamo subito all’episodio del calcio di rigore che ha consentito a capitan Ciceri e ai suoi compagni di mettere una pezza ad una partita che stava veleggiando verso un mare piuttosto burrascoso. La svolta della partita, quella decisiva, si è avuta non al 48’, ma bensì al secondo minuto di gioco quando dalla sinistra Proietti ha fatto spiovere verso la porta di Grassi un pallone ’’tagliato” per l’accorrente Bergamo che si è avventato prontamente sulla sfera. Maianti era però più lesto nello stenderlo in area con il consenso di Agnolin che vedeva nell’azione tutto regolare. La mancata concessione della massima punizione, ovviamente, ha inciso negativamente sull’economia del gioco della non troppo omogenea formazione alessandrina. C'è stato, come abbiamo detto, il compenso del rigore concesso al terzo della ripresa. Su calcio d'angolo Maianti, nel tentativo di liberare la propria area e nella foga di anticipare l’accorrente Lorenzetti, ha colpito con il braccio la sfera. Involontario? A dire il vero si deve rispondere affermativamente, ma l’arbitro appellandosi alla famosa legge della compensazione (che è sbagliata) ha subito indicato il dischetto del rigore. Vanzini, il miglior uomo in campo, non ha fallito il bersaglio fintando sulla destra e insaccando di precisione sulla sinistra. Non è stata questa la sola lacuna di Agnolin, promosso proprio quest’anno a dirigere incontri nella serie semiprofessionistica. Paesanti al 6’ ormai lanciato a rete viene platealmente sgambettato da Morosini: un fallo da espulsione considerata la gravità. Il tutto invece è stato risolto con una semplice ammonizione. Sgombrato il campo da queste giuste premesse non resta che esaminare la strana gara dell'Alessandria, che viaggia ora a tre lunghezze da una Solbiatese che pare intenzionata a mettere nei guai le più titolate avversarie. Ai grigi è mancato clamorosamente il centrocampo: l’assenza di Di Pucchio giustifica in parte questa considerazione che pare sin troppo ovvia. Analizziamo ora il complesso visto all’opera contro la Cremonese. Uomini dalle idee piuttosto confuse, quasi fermi, tanto è vero che nove volte su dieci, sono stati anticipati dagli avversari. Lo stesso Maldera che sinora era stato uno dei migliori, senza la copertura del centrocampo ha finito con lo smarrirsi, con il perdere il senso dell’anticipo. Sovente è stato messo in difficoltà dal diretto avversario, per cui ha dovuto ricorrere alle maniere forti per salvarsi. Non parliamo poi di Paparelli che contro il Venezia aveva messo in evidenza una padronanza di palla notevole. Quello visto all’opera sembrava veramente l’ombra: discontinuo, con i nervi a fior di pelle sudava le sette proverbiali camicie per tenere a bada la sua ala. Tra cotanta babilonia brillava la calma di Magri, neppure lui, a dire il vero, all’apice della condizione atletica. Per ben quattro volte il nostro libero è stato letteralmente "’saltato”, cosa che raramente accade. De Luca dal canto suo ha messo sul piatto della bagarre tutta la "birra” che aveva in corpo visto e considerato che lo abbiamo veduto diverse volte in zona gol. Un suo tiro per poco non fa centro. Paesanti, il ’’cavallo matto” della squadra è stato uno dei pochi a salvarsi; poi è giunto l’incidente a dimostrare che la sua assenza pesa. Non ha il piede centrato, ma quando c’è da tirare fuori le unghie non si mette certamente in disparte. E’ uno dei pochi a capire che è necessario l’inserimento sulle ali per potere forzare il blocco: lo stesso Proietti, che ha il difetto di non essere nato con il pallino del regista, si è sganciato più volte sulla sinistra nell'attesa di un passaggio che solo raramente lo ha raggiunto. Se scorriamo la cronaca ci si accorge che le puntate più pericolose sono partite proprio dal suo piede. Un ragazzo che merita di essere segnalato anche se, lo ripetiamo, non ha la stoffa del centrocampista, ruolo che ha occupato per... forza maggiore a seguito dell’assenza di Di Pucchio. Veniamo all’altro punto dolens, l'attacco che riesce a passare unicamente su calcio di rigore. Si doveva tentare l’esperimento Bergamo, considerato il particolare momento psicologico di Gianni Sassaroli. L’ex milanista non ha convinto indipendentemente dal naufragio della squadra: ha un buon gioco di testa, ma per il resto sono dolori piuttosto cocenti. Prima di.... condannarlo è tuttavia necessaria una prova d’appello, visto che ha smesso il grigioverde da pochi giorni. Nell’attesa di questo tanto sospirato mese di novembre non resta che ripiegare su Sassaroli. Gli sportivi devono rinfoderare i loro strali e dare una mano a Gianni i cui nervi sono come quelli di un violino. Il ragazzo è scosso, teme il pubblico, ma nonostante ciò lotta contro la dea bendata e i fischi. Sarà un centravanti ’’bell’uomo” ma durante l'arco dei novanta minuti riesce pure a trovare il modo di mettere in condizione il compagno di tentare la via del gol. Veniamo a Lorenzetti, l’ombra dell’attaccante che ammirammo lo scorso anno. Pure domenica il biondino è rimasto alla finestra come solitamente sogliono fare i capi politici che non intendono impegnarsi. Se fosse un corridore si potrebbe dire che ha corso da... indipendente. Neppure i cinque minuti al tritolo che costituivano una sua caratteristica riesce più ad accendere durante la gara. Le cause? Al tecnico identificarle e annullarle. Manueli ha iniziato abbastanza bene, poi con il trascorrere dei minuti si è scordato della verde età tanto da fare concorrenza in fatto di forma ai senatori. Niente di grave o irreparabile: è un giovane che possiede i mezzi atletici per fare dimenticare questa brutta esibizione. Il migliore è stato indubbiamente Vanzini che si è spompato senza disarmare. Si è trasformato persino in terzino: si può dire, senza tema di smentite, che ha ricoperto durante i novanta minuti tutti i ruoli. Per un ’’vecchio” non c’è male: ha dimostrato che con la volontà si può sopperire a molte lacune. Capitan Ciceri ’’freddato” sulla punizione di Morosini, si è rifatto con due splendidi interventi: di più, certamente, non poteva fare. (Il Piccolo - Il Gattopardo) L'ALESSANDIA SALVATA SOLTANTO DA UN RIGORE A dar spettacolo ha pensato l'ospite Cremonese Un rigore accordato dall'arbitro al 48' ha salvato l'Alessandria. L'espressione è esatta perché solo la massima punizione poteva permettere ai grigi di segnare e raggiungere faticosamente il pareggio. La squadra è apparsa opaca, senza idee che non fossero dettate dall'entusiasmo e quindi approssimative ed il giudizio sarebbe pesante se non si dovesse tener conto delle assenze di Nimis, Colombo, Zambianchl e Sassaroli alle quali si è aggiunta all'ultimo momento quella di Di Pucchio. Troppi uomini fuori per un giudizio in assoluto, ma l'Impressione negativa resta. La squadra evidentemente non è piaciuta neppure a David il quale ha preferito evitare il consueto dialogo con i giornalisti. E' stato sostituito da un consigliere l'avvocato Boldi, il quale ha parlato genericamente di sfortuna, di periodo nero e di momentanee difficoltà da superare. Ha però accuratamente evitato di affrontare un discorso tecnico, asserendo che problemi del genere sono di esclusiva competenza dell'allenatore. Circa il futuro di David, 11 consigliere ha smentito qualsiasi provvedimento a suo carico, aggiungendo però di non poter esprimersi che per l'attuale momento. La situazione dell'allenatore è difficile, ha il pubblico « contro », la squadra che non gira e soltanto i dirigenti che per ora lo appoggiano. Evidentemente, dovrà cercare efficaci .rimedi e sperare in risultati favorevoli, altrimenti il suo posto potrebbe vacillare. Tenuto il debito conto delle assenze, l'Alessandria di oggi è apparsa ben poca cosa. All'attacco i soli Lorenzetti e Vanzini hanno messo in mostra qualcosa di positivo, mentre a centrocampo la squadra è completamente naufragata. La Cremonese ha avuto un solo torto e determinante: di aver cercato di conservare il pareggio quando è stata raggiunta, senza insistere all'attacco. Nel finale, la squadra di Guarneri si è dimostrata nettamente superiore all'avversarla, anche sul piano del ritmo. Evidentemente, però, aveva preventivato un pareggio e non ha voluto osare di più. Da tener d'occhio i suoi due terzini, Maianti e Cestai, due giovani che faranno certamente strada. La cronaca delle due reti. 42' dopo molte discussioni — e due giocatori ammoniti — Morosini riceve da Carminati su punizione e batte imparabilmente Ciceri. Al 48' Maianti, nel tentativo di liberare, colpisce nettamente il pallone con il braccio in piena area e Vanzini trasforma l'inevitabile calcio di rigore. (La Stampa - Ed. Sport - Beppe Bracco) RISULTATI: Belluno – Treviso 0-1 Legnano – Solbiatese 2-3 Padova – Pro Vercelli 5-2 Piacenza – Derthona 1-0 Savona – Pro Patria 3-0 Seregno – Imperia 1-0 Trento – Lecco 2-2 Udinese – Rovereto 2-1 Venezia – Verbania 2-1 CLASSIFICA: Solbiatese p. 10, Cremonese, Treviso, Venezia, Udinese 8, Alessandria, Trento ,Seregno, Padova 7, Lecco, Belluno, Verbania 6, Savona, Piacenza 5, Rovereto, Legnano, Pro Patria, Derthona 4, Imperia, Pro Vercelli 3. MARCATORI: 4 reti: Ciclitira (Venezia); 3 reti: Gaiotti (Belluno), Lombardi (Rovereto), Mazzoleri (Seregno), Crespi e Bellotto (Solbiatese), Sigarini (Trento). Il punto sul campionato La sempre più sorprendente Solbiatese vince anche a Legnano ed allunga: la Cremonese ha pareggiato ad Alessandria ed è stata raggiunta da treviso, Venezia e udinese tutte vittoriose nei rispettivi incontri. La spenta Pro Vercelli di questo periodoriesce a far fare bella figura anche ad una squadra spenta come il Padova: i biancoscudati hanno messo a segno ben 5 reti. Al Savona basta metà tempo per aver ragione della Pro Patria mentre l'abulica prova negativa dell'Imperia a Seregno ha scatenato le ire del suo presidente che ha in mente di infliggere pesanti multe ai suoi giocatori.