Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1971/1972
Serie C
09-01-1972 - Giornata: 17 - Solbiate Arno - Felice Chinetti


Solbiatese AS - Alessandria US 2 - 1 (2 - 0)
RETI: 23. Geremia [So] , 34. Bellotto [So] 89. Sassaroli G.[A]

Alessandria US Ciceri Santino, Maldera (II) Attilio Benedetto [61. Paesanti Paolo], De Luca Sergio, Di Pucchio Claudio, Colombo Antonio, Magri Pier Luigi, Proietti Farinelli Vincenzo, Zambianchi Domenico, Sassaroli Gianni, Lorenzetti Giuseppe, Vanzini Franco A disp.:(P) Vincenzi Silvano All.: David Mario

Formazione avversaria
SOLBIATESE AS: Borghese, Castiglioni, Rossi, Bellotto, Fiorin, Crespi, Dalle Crode [57. Invernici], Rampanti, Geremia, Pezzotti, Foglia. A disp.: Zecchina. All.: Trapanelli Piero

Arbitro: Ciulli Massimo (Roma)
Note
Ammoniti: Lorenzetti [A], Maldera [A] Angoli: 6-2 Spettatori: duemila circa, di cui 1710 paganti. Giornata soleggiata, terreno di gioco in ottime condizioni. Inizio gara ore 14.30

Commento
MANCANDO IL MOVIMENTO» I GRIGI FANNO IL HARAKIRI I "nero-azzurri”, sfruttando velocità e coesione, costringono alla resa gli alessandrini che hanno attaccato disordinatamente per l’intera ripresa IL DICIASSETTE, COME IL TREDICI LO SCORSO ANNO, PORTA DECISAMENTE SFORTUNA AI GRIGI che dopo quattordici giornate utili sono stati costretti alla resa in quel di Solbiate Amo. Una sconfitta che brucia, pensando alla smagliante vittoria del Venezia sul Trento (5-0), della Cremonese, rimaneggiata, sul Padova (2-1) e al pareggio del Lecco in quel di Legnano. I "neroverdi” si trovano a condurre nuovamente con quattro punti di vantaggio mentre alle loro spalle inseguono gli altri avversari per nulla disposti a cedere le armi. L’Alessandria è caduta malamente contro i "nerazzurri”, senza attenuanti almeno per quanto concerne il gioco. Parleremo anche dell’arbitro Ciulli di Roma che ha diretto in modo scandaloso, ma ciò non intacca la prestazione opaca dell’undici di David, reduce da tre vittorie consecutive che lo avevano portato a stretto contatto con le primattrici del girone A della serie C. Erano bastati pochi successi per fare esplodere nuovamente il tifo: sugli spalti erano infatti mille e forse più i mandrogni. Erano calati a Solbiate Arno (3104 abitanti) con la ferma convinzione di tornarsene a casa con una vittoria o quantomeno un punto, considerato il valore dell’avversario che, la domenica precedente a Tortona, aveva costretto i "leoncelli” a dividere la posta. Purtroppo non è accaduto nulla di quanto sperato: musi lunghi e critiche a non finire al fischio finale della partita. I giudizi sono stati unanimi: Di Pucchio e compagni, indipendentemente dall’arbitraggio, hanno pagato duramente la sufficienza e la mancanza di un solido impianto di gioco. Contro un avversario che aveva nella velocità Tarma migliore, gli alessandrini si sono lasciati trafiggere con una facilità irrisoria. Qualcuno ha persino ceduto ai nervi, e le cose più semplici sono divenute improvvisamente difficili. All’Alessandria è mancata quella determinazione che è l’arma migliore per giungere al successo. Non è la prima volta che i "nostri” commettono errori così macroscopici. I mandrogni, contro una Solbiatese che aveva nell’anticipo Tarma migliore, hanno smarrito la tramontana e neppure nella ripresa, quando gli avversari paghi e stanchi hanno rallentato il ritmo, sono riusciti a dare l’impressione di potercela fare. Cosa è dunque accaduto ai ragazzi di David il cui morale era in netto rialzo? Si potrebbe rispondere nulla, visto che la squadra ha affrontato la gara con gli stessi uomini e la stessa disposizione tattica di Vercelli e Piacenza. I padroni di casa ben sapendo di avere davanti un avversario più che titolato hanno iniziato, come si suole dire, alla garibaldina, nel vero senso della parola. Centrocampo ben guarnito, palla toccata di prima, fiondate sulle ali dove Delle Crode, in particolare, era in giornata di vena. Un gioco semplice, elementare fin che si vuole, ma che ha costretto gli alessandrini a retrocedere davanti a Ciceri lasciando in avanscoperta il solo Sassaroli con la mezza spalla di Vanzini. Sono stati proprio i rapidi scambi a mettere in difficoltà Magri e compagni. Maldera e De Luca si sono trovati a disagio, in particolare il primo che una discutibile decisione arbitrale, ha innervosito più del lecito. La confusione subito registratasi nelle file grigie, è sfociata nel gol di Geremia che ha spalancato le porte ai "nerazzurri" i quali non si attendevano certo di andare a segno con tanta facilità. Sulle ali dell’entusiasmo è poi giunta la seconda rete (propiziata con azione impostata sulla fascia laterale da Delle Crode) forse evitabile da parte di Ciceri. Sullo zero a due, l’Alessandria è stata forzatamente costretta ad uscire dal proprio guscio per cercare di porre rimedio alla batosta che si stava profilando. Lo ha fatto in maniera disordinata, mettendo in mostra pecche di una certa gravità. I grigi, come è ormai risaputo, hanno ripudiato sin dall’inizio del campionato le ali fisse. Il modulo prevede due punte stabili (Sassaroli e Vanzini, ma l’ala è costretta sovente a retrocedere), la mezza punta Lorenzetti che deve appoggiare le rapide puntate in profondità mentre Proietti e Zambianchi dovrebbero sganciarsi, a turno, per aprire sulle estreme o incunearsi nei varchi aperti dalle "divagazioni” di Sassaroli. Se il meccanismo si inceppa sono dolori, tanto più che gli uomini disponibili a cercare il gol da fuori area, sono da cercarsi con il lanternino. Condizione prima perchè si possa giungere con successo davanti al portiere avversario, è la velocità della manovra che non deve certo avvenire per linee orizzontali, ma verticali. Il regista è Di Pucchio, un ragazzo oltremodo generoso, ma che "porta" la palla invece di smistarla rapidamente. Rallentando il ritmo gli avversari possono retrocedere, stringere i corridoi e controbattere decisamente. A Solbiate Arno su un campo - mini si doveva dunque manovrare senza titubanze, giocando di prima, senza fraseggiare inutilmente. Lasciandosi anticipare e senza la possibilità di presentare uomini smarcati, era ovvio che l’impresa di rimontare sarebbe stata assai ardua come in realtà è poi accaduto. L’undici di David si è gettato allo sbaraglio sconsideratamente, affidando ogni azione all’inventiva dei singoli e non alla manovra corale. Gli auspicati inserimenti di Zambianchi (che pareva svuotato di ogni energia) e di Proietti (piuttosto nebuloso) sono avvenuti in ben poche occasioni. Sassaroli, che come colpitore di testa non è certo un ” dio ”, costretto ad operare in avanscoperta e tra un nugolo di avversari ha potuto fare ben poco. Lorenzetti ha tentato in più di una occasione di uscire da quel nugolo di avversari che non lo mollava un istante, senza riuscirvi. Quasi non bastasse i si è accentuato il difetto ormai cronico degli alessandrini che è quello di i attaccare a colpi d'ariete. Nessun aggiramento sulle ali, ma tre - quattro uomini tutti raggruppati in un fazzoletto davanti allo specchio della porta. Per passare, in simili frangenti, occorre una buona dose di fortuna che per il momento manca alle maglie grigie. Per tutta la ripresa — e dopo che allo scadere del primo tempo era stata fallita una occasione più unica che rara per accorciare le distanze — l'Alessandria ha bussato davanti alla porta del Solbiate. Solo quando sono state cercate soluzioni da fuori area con tiri improvvisi, Borghese ha dovuto sfoderare alcuni interventi di un certo qual peso. Per il resto nebbia assoluta o quasi. Con una retroguardia che aveva i nervi a fior di pelle; un centrocampo che invece di Sondare deciso in avanti preferiva appoggiare la sfera sul compagno più vicino; uno Zambianchi e un Proietti che non riuscivano ad uscire dalla mischia, sarebbe stato veramente un miracolo mettere una pezza alla partita nata storta. Solo allo scadere dei novanta minuti, dopo tanto bussare alla porta avversaria, la consolazione, m agra, del gol della bandiera. Veniamo all’arbitro, il rom ano Ciulli, che con le sue cervellottiche interpretazioni ha finito per fare perdere le staffe ai grigi. Ha aperto la serie degli errori non concedendo il rigore nel primo tempo per l’atterramento di Vanzini; ha proseguito sulla stessa strada inventando un fallo su Maldera. L’ex milanista ha perduto le staffe e a dire il vero non si può certo dargli torto. Ha fischiato decine e decine di falli inesistenti o quasi, costringendo i giocatori ad evitare ogni contatto con l’avversario per non subire la punizione. Un arbitraggio pessimo che ha danneggiato l’Alessandria, una squadra che non aveva certo bisogno di un tale handicap, tenendo presente la scarsa vena di alcuni suoi uomini. Gli errori m adornali dell’uomo in giacchetta nera non modificano però il giudizio nostro e dei tifosi sulla prestazione dei grigi che si sono lasciati trafiggere da una squadra battagliera, ma che non è certamente una università di tecnica calcistica. La Solbiatese, a differenza dei grigi, ha semplicemente giocato come la serie C richiede: uno scontro maschio basato essenzialmente sugli scambi veloci e non sugli inutili fraseggi che non sono mai redditizi. Il discorso sull’Alessandria resta sempre lo stesso anche se le giornate, meglio le domeniche, trascorrono lente. Non ci stancheremo di ripetere che solo aprendo il gioco sulle estreme e non restringendolo al centro si riuscirà ad andare a bersaglio. Non è d’obbligo sapere se l’ala è Di Pucchio o Zambianchi, l’importante è che si trovi all’appuntamento al momento giusto. Sino a quando Sassaroli, rilanciato nei capovolgimenti di fronte, si troverà sempre solo con due angeli custodi alle calcagna e senza la possibilità di appoggiare la sfera su un compagno che deve rientrare precipitosamente dalle retrovie, non vi sarà possibilità alcuna di giungere a rete. La difesa ad oltranza serve solo nei casi disperati, quando l’avversario è veramente più forte dalla cintola in sù. Per il momento non abbiamo ancora avuto l’onore di vedere una squadra monstre, per cui una revisione tecnico tattica si impone, considerato che disponiamo di un parco giocatori agonisticamente valido. Il segreto ovviamente sta nel saperlo impiegare, cosa questa che è di competenza del tecnico. La sconfitta non ha certamente bruciato le ali per la rincorsa alla B: è stata un campanello d’allarme di cui si dovrebbe tenere conto in futuro. L’insistere potrebbe essere assai deleterio più di quanto gli ottimisti ad oltranza pensano. Partendo proprio dalla considerazione che l’Alessandria, al momento attuale non può certo definirsi lo spauracchio della serie C, sarà bene rivedere i piani di gioco a suo tempo tracciati. In particolare si dovrà pure stabilire perchè i giocatori, pur avendone i mezzi, non sempre riescono a tenere il ritmo degli avversari. Domenica i grigi tornano dopo una lunga assenza al « Moccagatta » per ricevere un Verbania sempre battagliero, ma che non dovrebbe impensierire un ’Alessandria che non può certo indugiare dopo la sconfitta di Solbiate. La vittoria è d’obbligo in quanto le dirette avversarie giocando in trasferta potrebbero compiere qualche passo falso. Anche se il campionato è lungo è utile non concedere troppa... corda in considerazione del fatto che avviandosi verso i mesi caldi pure le ultime della classifica moltiplicano i loro sforzi per non affogare nelle sabbie mobili della retrocessione Per il prossimo turno potrebbero esserci delle novità nella formazione grigia visto che Paparelli e Nimis sono pronti a riprendere il loro posto in squadra, senza dimenticare Paesanti che potrebbe essere assai prezioso in questo periodo invernale. La "legnata” di Solbiate Arno servirà certamente a David per rivedere i suoi piani, ora che deve rimboccarsi nuovamente le maniche per inseguire Venezia e Cremonese che non sembrano accusare la fatica di un inizio di campionato piuttosto sostenuto. La speranza è che qualcosa si inceppi nel loro ingranaggio che, per il momento, resiste all’usura. (Il Piccolo - Il Gattopardo) Una doccia fredda per la squadra di David INCERTA LA DIFESA ALESSANDRINA VIA LIBERA PER I LOMBARDI: 1 a 2 Troppi difetti dei piemontesi - Sassaroli (suo il gol) isolato all'attacco, marcature allentate dei difensori - L'allenatore torna al mutismo L'Alessandria, sconfitta ieri a Solbiate per 2 a 1, ha interrotto una serie positiva che negli ultimi tre incontri aveva lasciato bene sperare nelle possibilità future della squadra. David, l'allenatore, è precipitato nuovamente nello sconsolato mutismo della sconfitta. Si tratta del solito atteggiamento ostruzionistico messo in atto nei confronti della stampa, colpevole di aver ficcato il naso nelle pecche tecniche dell'Alessandria. Intanto l'Alessandria ha perso, e non è stata sconfitta casuale. A Solbiate sono venuti a galla i soliti difetti, non solo, ma se ne sono rivelati dei nuovi. Non è una novità che i grigi manchino di un realizzatore o che l'unico realizzatore (Sassaroli) non. abbia sufficiente appoggio, è un fatto nuovo però che crolli la difesa, il reparto fino a ieri meglio organizzato di tutto il complesso alessandrino. Ciceri non è stato all'altezza della sua forma migliore, restio nelle uscite e meno sicuro del solito. Non si può tuttavia scaricare soltanto su di lui la responsabilità della sconfitta. Il resto della difesa, infatti, è stato troppo spesso a guardare, facilitando sovente il contropiede avversario. Per quanto riguarda le note positive a nostro avviso esistono solo da parte lombarda: la Solbiatese è una grossa realtà, con la vittoria sui grigi si è reinserita nel discorso della promozione, dopo esserne uscita con le sconfitte di Venezia e Cremona. I nerazzurri posseggono un potenziale offensivo notevole (22 reti) che mettono a frutto con un veloce e ficcante contropiede: un'arma risultata determinante nella giornata negativa della difesa piemontese. Peccato che i nerazzurri non siano appoggiati come meriterebbero dal pubblico di Solbiate: ieri praticamente l'Alessandria giocava in casa, i locali infatti ogni domenica allo stadio non superano i 6-700. La cronaca. Inizio favorevole agli ospiti con tentativi infruttuosi di Vanzini al 6' e Sassaroli al 9'; poi i nerazzurri assumono il comando e non mollano più: al 10' Foglia di testa manca la porta vuota, al 14' Ciceri salva su colpo di testa di Pezzotti, al 16' è Borghese a dare spettacolo bloccando un gran tiro di Proietti dopo un «liscio» di Rossi. Al 23' la Solbiatese passa in vantaggio con Geremia che sfrutta una deviazione di Foglia mettendo in rete di piatto; al 30' Bellotto raddoppia raccogliendo di testa un cross del terzino Rossi; sulla reazione dei grigi, al 35' Borghese blocca una cannonata di Sassaroli, irrompe Proietti e 11 portiere nerazzurro si infortuna leggermente. Nel secondo tempo De Luca rimedia in extremis ad un contropiede di Foglia e Delle Crode mettendo la palla in angolo; al 12' lo stesso Delle Crode, infortunatosi due minuti prima in uno scontro con Maldera, lascia il posto al tredicesimo Invernici. Ne approfitta David per mandare anche il terzino Maldera a riposo ed infoltire l'attacco con il numero tredici Paesanti: la mossa alla lunga distanza, porta al gol della bandiera; il centravanti Sassaroli accorcia infatti le distanze all'89' quando metà dei circa 1500 tifosi alessandrini sono già sulla via del ritorno. (La Stampa - Ed. Sport - Salvatore Rotondo) Risultati: Cremonese - Padova 2-1 Derthona - Belluno 3-0 Imperia - Pro Vercelli 1-1 Legnano - Lecco 0-0 Rovereto - Treviso 1-1 Seregno - Pro Patria 2-0 Udinese - Savona 2-0 Venezia - Trento 5-0 Verbania - Piacenza 0-0 CLASSIFICA: Venezia p.25; Cremonese 24; Lecco, Solbiatese 23; Alessandria 21; Padova, Trento , Belluno, Udinese 18; Verbania 17; Seregno, Derthona 16; Savona, Piacenza 15; Legnano, Treviso 14; Pro Patria, Rovereto 12; Imperia 11; P. Vercelli 10 Marcatori: 7 reti: Ciclitira e Bellinazzi (Venezia); Goffi (Lecco), Boscolo (Padova); 6 reti: Silva (Cremonese); Chinellato (Lecco), Modonese (Padova); 5 reti: Vanzini (Alessandria), G abetto (Imperia), Marchi (Lecco), Crespi e Bellotto (Solbiatese) Il punto sul campionato Verbania irriconoscibile, stucchevole e arruffone: è stato costretto al pareggio, contro il Piacenza ed ha anche rischiato il peggio. Nulla di fatto tra le squadre che si dividevano gli ultimi posti in classifica: un Imperia quanto mai fragile non ha saputo approfittare dell'occasione di avere in casa la diretta concorrente della Pro Vercelli e ha dovuto accontentarsi del pari. Con una splendida prestazione collettiva il Derthona ha sconfitto il Belluno, battendolo con un punteggio che non ha ammesso recriminazioni. Grande prestazione dell'Udinese contro il Savona con una rete per tempo.