Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1971/1972
Serie C
19-03-1972 - Giornata: 26 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Derthona FBC 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Ciceri Santino, Di Brino Marcello, Maldera (II) Attilio Benedetto [46. Fusi Giuseppe], Di Pucchio Claudio, De Luca Sergio, Paparelli Ezio, Mantellato Bruno, Proietti Farinelli Vincenzo, Sassaroli Gianni, Lorenzetti Giuseppe, Vanzini Franco A disp.:(P) Vincenzi Silvano All.: David Mario

Formazione avversaria
DERTHONA FBC: Domenghini U, Consolandi, Spinelli, Cipelli, Gastaldi, Consonni, Martini, Ardemagni, Solbiati, Bonacina, Beltrame. A disp.: Speretta, Ghidoni. All.: Campagnoli

Arbitro: Martinelli (Roma)
Note
Ammoniti: Sassaroli [A], Beitrame [D], Di Pucchio [A] Angoli: 5-9 Spettatori: circa 12 mila, di cui paganti 8 mila 292, per un incasso lordo di L. 13.068.600 Giornata di sole, fondo del campo ottimo, però in qualche zona viscido Inizio gara ore 15.00

Commento
IL ” DERBISSIMO ” SI E’ CONCLUSO CON UN SALOMONICO ZERO A ZERO e, a fare bella mostra, sono stati i ” leoncelli i quali hanno posto in tutta evidenza le pecche dei ” grigi ”. L’Alessandria ha perduto così l’ennesima occasione per inserirsi al comando della classifica del girone A dove nessuno, diciamo nessuno, vuole assumersi il ruolo di lepre. Le grandi avanzano con il fiato grosso, mentre dalle retrovie si sono fatte sotto l’Udinese e il Belluno che, guarda caso, domenica prossima sarà ospite al "Moccagatta”. In testa alla graduatoria troviamo ben quattro squadre: Lecco (pareggio a Savona), Solbiatese (pari a Busto Arsizio) Venezia (vittoria di stretta misura sul Rovereto) e Cremonese (uno a zero sul Verbania) hanno trenta tre punti; staccata di una lunghezza l’Alessandria alle cui spalle ha fatto capolino l’Udinese. Classifica dunque apertissima, ma sino a quando durerà questa altalena? La domanda è di prammatica considerato che i grigi dopo l’esaltante prova di Cremona, si sono lasciati imbavagliare dai "cugini” tortonesi. Le occasioni che l’undici d: David perde con il trascorrere delle domeniche sono molte e alla fine potrebbero pesare più del previsto. I punti che le squadre si sono portate via dal "Moccagatta" hanno ormai raggiunto quota sette, un po’ troppi non c’è che dire. Aggiungiamo che quello di domenica è il settimo zero a zero dei grigi e il quarto al cospetto del pubblico amico. A dodici giornate dalla conclusione è veramente giunta l’ora di rimboccarsi le maniche perchè, a differenza di quanto accadeva nel girone di andata, i punti perduti sono difficilmente ricuperabili. La media inglese (— 6) non è molto confortante in quanto nelle gare in trasferta sarà assai difficile andare più in là di un pareggio. Pure , le ultime della classifica, avvicinandosi il momento della resa dei conti, si fanno in quattro per imbrogliare le carte alle più forti. Nessuna insomma vuole arrendersi prima del tempo. Il campionato invece di indicare le favorite si diverte a complicare le cose: al momento attuale ben sei squadre hanno la possibilità di involarsi verso il traguardo di giugno. Non era mai accaduto, da quando l’Alessandria è in serie C. Il ragionamento dei tifosi a questo proposito è assai chiaro: se non si riesce a fare centro quest’anno la serie B resterà un sogno ancora per diverso tempo. Il loro ragionamento non fa una grinza in particolare dopo avere assistito al dsrby tra Alessandria e Derthona. Se in campo vi era una squadra che aveva assolutamente bisogno di punti questa era l’Alessandria. In realtà le cose sono andate in modo assai diverso: sono stati i leoncelli per gran parte della partita a condurre la danza, a mettere in chiara difficoltà l’undici di David. Dopo avere assistito a Cremonese-Alessandria c’è da domandarsi quale metamorfosi è avvenuta durante la settimana in casa grigia. Dopo un inizio abbastanza convincente, con azioni fiondanti in profondità, il comando delle operazioni è passato nelle mani dei tortonesi che dimostrando una preparazione atletica perfetta hanno assunto il dominio della metà campo incuneandosi più volte in area mandrogna. L’Alessandria che non pensava di trovarsi davanti un undici così baldanzoso, ha perduto lo smalto messo in evidenza in altre occasioni andando gradatamente alla deriva. Campagnoli ha detto: « Nella prima mezz’ora i grigi sono apparsi validi per il gran movimento poi, sono andati gradatamente calando. Non si può pretendere dalle ali un vero gioco d’attacco quando le stesse sono costrette a retrocedere. Alla fine si spompano. Direi che tra i grigi manca la convinzione nella propria forza ». Questa la diagnosi del tecnico che sta dall’altra parte. Campagnoli ha indubbiamente colto nel segno in quanto conoscendo le nostre estreme è praticamente impossibile che resistano per l’intero arco della partita. Partendo dalla propria area di rigore, le idee si annebbiano tremendamente quando si arriva in quella avversaria. Lo stesso discorso vale per Lorenzetti che sovente abbiamo notato sulla linea dei terzini, quando praticamente l'Alessandria poteva avvalersi di un difensore (Maldera) che si trovava libero da marcature giocando Beltrami arretrato per dare manforte ai difensori e ai centrocampisti. La "sfinge bionda” che non è certamente apparsa all’apice della forma, costretta a compiere lunghe sgroppate raramente ha operato lo scatto decisivo. Occorre domandarsi se nelle gambe aveva la birra indispensabile per riuscire, dopo avere caracollato per tutto il campo, a mettere in difficoltà Domenghini. Nella ripresa quando finalmente l’allenatore lo ha tenuto in posizione veramente di attacco, le punte hanno avuto al loro arco maggiori frecce, anche se erma! difettava la convinzione nella possibilità di ottenere il risultato pieno. I problemi dell’Alessandria sono ormai ben noti a tutti: difesa e centrocampo reggono autorevolmente pure nei momenti più critici, mentre le punte ansimano ogni qualvolta si deve concretizzare il volume di gioco in reti. Sassaroli che pur si batte sempre con molta determinazione non è l’uomo goal: scorazza per il campo alla ricerca di spazio, ma quando lo si mette nel vivo della mischia manca sempre l’attimo fuggente. Come era accaduto a Cremona il numero nove ha avuto a disposizione alcune palle goal, ma gli avversari sono stati assai più lesti nell’intervenire. Mancando l’uomo che riesce a fare centro è indispensabile trovare una punta in grado di imprimere alla manovra il tocco finale. Non si può infatti cincischiare a lungo nell’area avversaria mentre i difensori vanno ammassandosi davanti al proprio portiere. Le partite si vincono con le reti e non con il bel gioco e neppure con azioni troppo leziose come sovente accade di vedere al ”Moccagatta”. Se alla mancanza di penetrabilità da parte del centravanti si aggiunge la posizione mantenuta dalle ali, costrette a partire sempre dalla loro metà campo, si ha il quadro per nulla lieto delle possibilità che hanno le punte di esprimersi. Vanzini che non era all’apice della forma ha corso molto, è vero, ma dopo lunghissime sgroppate finiva per lo più nel dovere cedere la palla all’avversario. Mantellato sulla destra era molto più fluidificante, ma raramente i compagni si ricordavano di lanciarlo con palle in profondità. "Calimero” è stato costretto, in più di una occasione, a spostarsi sulla sinistra per ricevere qualche invito: dal suo piede sono maturati i cross più interessanti. Peccato che al centro nessuno fosse pronto a sfruttarli con la necessaria bravura. Con un Lorenzetti non certo al meglio, con un centravanti che raramente si sganciava dal diretto controllore e con le ali impiegate in un lavoro piuttosto pesante il goal con il trascorrere dei minuti è divenuto un pio desiderio. In qualche occasione ci ha provato pure Proietti (ancora tra i migliori) ma senza eccessiva fortuna. Il ragazzo doveva badare pure alla zona di centrocampo dove i tortonesi imponevano o quasi la loro volontà. L’avere portato Fusi in panchina ha costituito indubbiamente un serio handicap considerato che si trattava di una partita casalinga. Si è ad esempio ignorato Manueli che a Cremona era stato uno dei punti di forza della squadra. Con la giovane mezz’ala in panchina David avrebbe potuto manovrare più liberamente le proprie pedine in particolare dopo che Lorenzetti aveva dimostrato i propri limiti. Non sta a noi indicare i mutamenti che si sarebbero potuti operare con Manueli in veste di tredicesimo. E’ indubbio che si continuano a commettere errori veramente ingenui nonostante che il campionato sia giunto in una fase piuttosto critica. Altro neo riscontrato: Di Pucchio, che in ogni partita dà il meglio, continua a portare la palla invece di fiondare decisamente in avanti spostando il gioco sulle fasce laterali. Sono pecche che tornano puntualmente a galla ogni qualvolta si affrontano avversari di una certa levatura tecnica. Nulla invece da eccepire sulla retroguardia dove l’attento stopper Paparelli ha controllato autorevolmente Solbiati, uno dei leoncelli più pericolosi. Una nota di merito pure per Di Brino che doveva fronteggiare un Martini veramente imprevedibile. A questo prosito giova ricordare lo splendido intervento di Ciceri sull’azzeccato colpo di testa dell’ala che per poco non fa centro. Ci è parso invece piuttosto incerto De Luca che complessivamente ha fatto il proprio dovere. Nulla da eccepire dunque sul punto che i leoncelli si sono guadagnati, meritatamente. Il Derthona nulla ha rubato: ha giocato una partita accorta, tatticamente valida (ancora complimenti a Campagnoli che ha tenuto a precisare che non si tratta di undici « brocchi », ma di una rosa di giocatori che trovata l’amalgama disputa un campionato con tanto merito con la possibilità di ben figurare in altre compagini di serie C e B) riuscendo nel primo tempo ad imporre la propria volontà ad un’Alessandria che voleva la vittoria. A differenza di quanto era accaduto in passato i leoncelli non hanno fatto ostruzionismi di sorta giocando e lasciando giocare l’avversario. Sulla correttezza della gara occorre aggiungere che il pubblico (oltre dodicimila persone per un incasso di tredici milioni) si è comportato in modo esemplare nonostante il campanilismo che serpeggia in questi scontri stracittadini. La conclusione? I grigi hanno perduto oltre alla possibilità di insediarsi in vetta alla classifica, un altro punto in media inglese. Altro dato negativo viene dai goal sinora messi a segno: ventitré in 26 partite. La Pro Vercelli, fanalino di coda ha messo a segno una rete in meno; la Pro Patria due. Sono queste constatazioni piuttosto amare in quanto non frutto di idee preconcette, ma di fatti reali e pertanto incontrovertibili. Alla fine della partita abbiamo ascoltato alcuni commenti di dirigenti alessandrini. Commenti, diciamo subito, molto amari che confermano uno stato d’animo piuttosto depresso. Qualcuno si è domandato cosa era accaduto nella settimana che è intercorsa tra Cremona e il derby. Molto sportivamente, ed occorre evidenziarlo, nessuno ha mendicato scuse: lo stesso Armano si è recato nello spogliatoio tortonese per stringere la mano a Campagnoli e dirgli bravo. Ginetto Armano ha così voluto dimostrare che nello sport bisogna sapere riconoscere i meriti degli avversari quando questi ultimi si sono battuti lealmente. Una cosa è certa: nell’Alessandria si parla troppo e il rilasciare dichiarazioni nella maggior parte dei casi avventate non fa altro che creare nervosismo. Tutto è lecito quando ciò avviene da una sola parte; non lo è invece quando si riportano le impressioni dei tifosi che quest’anno dimostrano di essere assai vicini ai grigi. Nel futuro sarà molto interessante che siano i fatti e non le parole a caratterizzare il cammino della squadra. Alla conclusione del torneo non restano che dodici gare: lo vogliamo veramente stringere un patto di « non aggressione » tra giornalisti e pubblico da una parte e dirigenti dall’altra? E’ questo l’invito che rivolgiamo da queste colonne all’ing. Sacco per chiarire una volta per sempre i contrasti veri o immaginari che interessano una intera città. Il tempo stringe, per cui solo con un ambiente veramente disteso si possono raggiungere quegli obiettivi che sono venuti sinora meno. Per l’impegnativo e quanto decisivo incontro di domenica prossima con il Belluno, ci auguriamo di trovare un ambiente veramente sereno non solo sugli spalti, ma ovunque. Lo sport insomma, deve veramente trionfare. La parola è ai dirigenti. (Il Piccolo) I venti chilometri circa che dividono Alessandria da Tortona sono una distanza troppo breve per non invitare ad una 'trasferta in massa i tifosi del Derthona per il derby. Così la società grigia, favorita dalla prima vera giornata primaverile, fa il record stagionale degli incassi con oltre 13 milioni che entrano in cassa per circa 12.000 spettatori al Moccagatta, di cui ottomila paganti. Si rivive quindi il clima più acceso dei confronti tradizionali quasi stracittadini e non si sfugge alla consuetudine che vuole la parità. Alessandria e Derthona hanno disputato una bella partita ma non sono andate oltre lo 0 a 0. Un risultato che conferma la pochezza dei grigi negli incontri interni ed allo stesso tempo dà l'esatta misura del valore del Derthona, squadra giovane che sta venendo fuori alla distanza e che, dopo aver parlato a lungo di salvezza, sembra addirittura affacciarsi alla zona alta della classifica. Se si toglie infatti il periodo iniziale del campionato, necessario per il rodaggio di una formazione quasi completamente rinnovata, i tortonesi hanno accumulato dalla settima giornata del torneo a ieri più punti di qualsiasi avversaria del girone. Imbattuti sul proprio terreno, gli uomini di Campagnoli incutono rispetto anche di fronte alle squadre più quotate in trasferta. Anche ieri ad Alessandria Ardemagni e colleghi non sono venuti meno alla fama acquisita ed hanno giocato un confronto aperto, per nulla intimoriti dai forti « cugini ». Diremmo anzi che il Derthona ha disputato un primo tempo eccezionale sul piano del ritmo e del gioco che non ha peccato di sicuro per inventiva e tecnica ma soltanto in fase di esecuzione. Basterebbe al Derthona un pizzico di esperienza in più per trasformarla da una bella squadra in una grande squadra. Detto ciò è doveroso parlare dell'Alessandria. Ancora ima volta i grigi hanno perso il treno del primato. Una vittoria li avrebbe portati al comando della classifica alla pari con le altre quattro capoliste, invece essi si trovano ancora distanziati di un punto. Ed è con questi punti persi cioè quelli calcolati sulla carta, perché per quanto riguarda l'incontro gli alessandrini non hanno nulla da recriminare per il risultato) che alla fine di una stagione ci si accorge di non essere arrivati alla promozione. Ma veniamo alla cronaca. L'Alessandria schiera De Luca libero (Magri ha avuto qualche giorno di riposo) Di Brino e Maldera terzini, Paparelli stopper e Di Pucchio in posizione di mediano. Cinque uomini sono praticamente all'attacco: Proietti e Lorenzetti mezze ali, Mantellato, Sassaroli e Vanzini punte. Questa formazione offensiva non impensierisce il Derthona che schiera soltanto due uomini fissi in avanti, ma inserisce continuamente tutti gli altri escluso il libero Consonni. Le occasioni più grosse vengono al 28' quando Ardemagni e Solbiati fuggono in tandem e il secondo, solo davanti alla porta tira addosso a Ciceri che devia in angolo. Sempre per il Derthona, al 30' della ripresa su un cross di Solbiati, Cipelli manca clamorosamente la conclusione a pochi passi dalla rete. L'Alessandria avanza più volte con tutti i suoi attaccanti ma il bravo Domengnini è sempre pronto, anche in spericolate uscite a terra e sull'uomo. (La Stampa) Risultati: Udinese - Imperia 1-0 Savona - Lecco 0-0 Seregno - Legnano 3-1 Belluno - Piacenza 3-2 Trento - Pro Vercelli 1-0 Venezia - Rovereto 1-0 Pro Patria - Solbiatese 0-0 Padova - Treviso 1-0 Cremonese - Verbania 1-0 CLASSIFICA: Lecco, Solbiatese, Cremonese, Venezia, p. 33; Alessandria, 32; Udinese 31 ; Belluno 29; Padova, Derthona, Trento 28; Verbania, Legnano, Savona, Seregno 24; Piacenza, Treviso, Pro Patria 20; Rovereto 19; Imperia 18; Pro Vercelli 17 *una gara in meno Marcatori: 11 reti: Boscoto (Padova); 9 reti: Chinellato (Lecco), Bellinazzi (Venezia), Foglia (Solbiatese) e Silva (Cremonese); 8 reti: Goffi (Lecco), Ciclitira (Venezia), Bordon (Udinese) Il punto sul campionato Vigorosa prova del Savona che però non è riuscito a battere il Lecco: la squadra lombarda ha resistito al forcing con un accorto schieramento difensivo che non ha commesso un solo errore. Vittoria, di misura, della Cremonese contro il Verbania in un incontro dai due volti ben distinti: nel primo tempo netta superiorità dei locali mentre nella ripresa sono venuti fuori gli ospiti. C'è voluto un rigore a quindici minuti dalla fine perchè il Trento avesse ragione della Pro Vercelli. L'Imperia è stata l'espressione della timidezza sul campo dell'Udinese soprattutto nel è primo tempo dove è stata arroccata in difesa.