Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1971/1972
Serie C
09-04-1972 - Giornata: 28 - Padova - Silvio Appiani


Padova AC - Alessandria US 2 - 2 (1 - 0)
RETI: 25. Frisoni [Pa] 62. Vanzini F.[A], 70. aut. De Luca S.[A], 80. rig. Proietti Farinelli V.[A]

Alessandria US Vincenzi Silvano, Di Brino Marcello [73. Sassaroli Gianni], Maldera (II) Attilio Benedetto, De Luca Sergio, Paparelli Ezio, Paesanti Paolo, Proietti Farinelli Vincenzo, Di Pucchio Claudio, Bergamo Paolo, Lorenzetti Giuseppe, Vanzini Franco A disp.:(P) Ciceri Santino All.: Pietruzzi

Formazione avversaria
PADOVA AC: Buso, Panisi, Gatti, Collavini, Chiodi, Grava, Lazzaro [73. Bigon], Frisoni, Boscolo, Fraschini, Filippi. A disp.: Galassi. All.: Matè Elvio

Arbitro: Lenardon Fiorenzo (Siena)
Note
Spettatori: 8000 circa Angoli: 7-5 Terreno di gioco in perfette condizioni, temperatura primaverile Inizio gara ore 15.00

Commento
INCREDIBILE: I GRIGI IN VANTAGGIO RIMONTANO ALL'APPIANI L’Alessandria, facendo appello alle doti di fondo, ha costretto i ”biancoscudati” alla divisione dei punti TOGLIAMO TANTO DI CAPPELLO A QUESTA ALESSANDRIA CHE, PER BEN DUE VOLTE IN SVANTAGGIO, RIESCE A RICUPERARE CONTRO UNO SCATENATO PADOVA. Un punto d’oro, che consente ai grigi di dare uno sguardo al futuro con minori apprensioni. Il calendario parla mandrogno dopo questa terribile trasferta: sei gare al « Moccagatta » e quattro in campi esterni. L’obiettivo dei 52 punti (che può significare la promozione) è quanto mai a portata di mano. Dall’Alessandria di Pietruzzi e Armano si attendeva una prova d ’orgoglio, una prova che fugasse ogni dubbio sulle capacità di reazione dei giocatori troppe volte tacciati di abulia o assenteismo. All’« Appiani », i ragazzi dell’ingegner Sacco, hanno letteralmente sputato l’anima contro un avversario che cercava il risultato di prestigio per pacificarsi con i propri tifosi. I biancoscudati partiti alla garibaldina hanno trovato sulla loro strada una squadra che facendo appello alle doti di fondo è riuscita ad agguantare un pareggio quanto mai utile per la classifica. La graduatoria del girone A è aperta dal Lecco con 37 punti, seguito dal Venezia con 36, dall’Alessandria e dalla Solbiatese con 35 e dalla Cremonese con 34. L’incontro clou era sulle rive del lago dove il Lecco ospitava la sorprendente Solbiatese. I lariani hanno sudato le sette proverbiali camicie per avere ragione del battagliero avversario, piegato solo al 18’ della ripresa con un calcio di rigore che l’ex grigio Chinellato è riuscito a mettere a segno. La massima punizione è stata propiziala da quel granellino di pepe che risponde al nome di Marchi. Il Lecco, superato di misura l’avversario, conduce con un punto sul Venezia: pure i neroverdi non sono andati più in là di una vittoria con il minimo scarto contro un Legnano che in trasferta sa sempre farsi rispettare. Ha deluso invece la Cremonese che ha diviso la posta con una Imperia che lotta con tutto il fiato che ha in corpo per sfuggire alla retrocessione. Sorprendente invece la sconfitta dell’Udinese ad opera del Seregno, squadra che pare avere ritrovato il momento miglio, re in questa parte finale del campionato. Cinque squadre in un fazzoletto con il Lecco leggermente avvantaggiato, ma che sin dalla prossima domenica si reca a Vercelli dove i bianchi, resi euforici dalla vittoria sulla Pro Patria, intendono ripetere il colpo così ben riuscito mesi orsono contro il lanciatissimo Venezia. Pure il Venezia ha le sue gatte da pelare visto che si trasferisce a Seregno fresco vincitore a Udine: le zebrette con questa sconfitta hanno visto compromesse le speranze di agganciarsi alle prime. L’Alessandria, che domenica riceverà al « Moccagatta » il Trento, ha disputato una delle migliori partite di questo campionato. L’impegno per l’undici di Pietruzzi-Armano era di quelli proibitivi, considerata la "ruggine” che caratterizza gli scontri tra i mandrogni e i patavini. Una partita dunque assai delicata in quanto una sconfitta avrebbe creato una situazione psicologica assai pesante. I tecnici alessandrini, per non correre rischi, avevano confermato la squadra vincitrice sul Belluno con le sole modifiche di Vincenzi tra i pali e di Di Brino al posto di Fusi. Al giovane terzino il compito più arduo, quello di tenere a bada un Filippi che rappresenta sempre una spina nel fianco di ogni difesa. L’impostazione tattica dell’ultima partita di campionato è stata ribadita: un forte centrocampo per proiettarsi in avanti a sostegno delle punte, ma anche per inaridire la fonte del gioco avversario. Sin dalle prime battute si è arguito che i biancoscudati volevano il risultato. E ’ stato proprio il centrocampo, che ha avuto in Di Pucchio un regista intelligente e mobile, a parare i colpi dei padroni di casa. I grigi non disponendo di un uomo-gol, devono curare la manovra corale, cosa che hanno fatto, riuscendo in più di una occasione a portare in area Lorenzetti, Vanzini o Proietti. L’apporto di Paesanti è risultato veramente notevole in quanto il mediano dà vivacità alla manovra con lunghe sgroppate che inducono i compagni a cercare lo smarcamento. Quando Di Pucchio e Paesanti "girano” la squadra, pure nei momenti critici, riesce a trovare quella verve indispensabile per tenere in soggezione l’avversario. Domenica i grigi hanno poi avuto un Lorenzetti dal tiro facile tanto è vero che il portiere Buso è stato costretto in più di una occasione a compiere vere acrobazie per neutralizzare i bolidi del mezzo sinistro alessandrino. La "sfinge bionda” con le sue punizioni al fulmicotone, con le improvvise serpentine, si è autorevolmente inserito nel vivo della difesa dei veneti. Sulle fasce laterali Proietti e Vanzini, dando fondo alle loro energie, hanno creato i presupposti per tenere in costante allarme i patavini, desiderosi di passare, ma non così sprovveduti da rischiare l’osso del collo. Abbiamo lasciato per ultimo Bergamo: il centravanti che sfondatore non è, non ha mai rinunciato alla lotta, ma solo in rare occasioni si è avuto la sensazione che sarebbe riuscito a passare. Il primo tempo dei grigi è stato molto accorto in quanto Paparelli dovendo vedersela con un Boscolo veramente scatenato e che si è confermato attaccante di sicuro avvenire, ha preferito non rischiare. Lo stopper ha fatto appello a tutto il bagaglio tecnico e al mestiere per mettere la museruola allo scatenato avversario. Alle sue spalle un De Luca, forse meno brillante che in altre occasioni, ma sempre puntiglioso; un Maldera poco fluidificante, m a attento a non lasciarsi trafiggere da un Frisoni sempre pronto a sfruttare l’occasione propizia ed infine Di Brino non al meglio della condizione, ma con una volontà di ferro. L’Alessandria nonostante la "grinta” dimostrata ha chiuso il primo tempo in svantaggio di una rete. Un malaccorto passaggio all’indietro di Paesanti non ha trovato pronto all’appuntamento Paparelli e Frisoni, sempre in agguato, ha centrato il bersaglio. Da segnalare che in precedenza Di Pucchio, su suggerimento di Proietti, aveva colpito la base del palo. Tutto da rifare dopo 45’ di gioco e con un avversario che intravvedendo il successo "vendetta” si fa ancora più accorto L’Alessandria però si presenta con un volto veramente nuovo e non è affatto disposta ad accettare il verdetto della prima frazione di gioco. I grigi veramente pungolati nello spirito si distendono nell’area veneta e i sintomi della riscossa si hanno sin dai primi minuti quando Lorenzetti con una bordata centra il palo. Il gol è nell’aria e il via lo dà Paesanti che pesca Di Pucchio; il cross del capitano è per la testa di Vanzini, che seppure con le spalle rivolte verso la porta, riesce ugualmente a fare secco Buso. Finalmente i ragazzi di Pietruzzi sembrano toccare il cielo con un dito, ma ancora una volta la dea dai denti verdi è in agguato. Un innocuo tiro di Filippi incoccia De Luca che im prime alla sfera una falsa traiettoria: per Vincenzi — autore di buoni interventi — non c’è proprio nulla da fare. Il tempo stringe, ma i grigi non intendono affatto arrendersi. Pietruzzi e Armano decidono di giocare la loro carta: esce Di Brino ed entra Sassaroli. Paesanti retrocede a fare coppia con Maldera mentre il Gianni spazia nella fascia centrale. E ’ evidente che gli alessandrini non intendono difendersi sperando unicamente nel contropiede: vogliono strappare il pari. La volontà dimostrata in questa parte finale della contesa è premiata al 36’ quando Lorenzetti viene "steso” in area: Lenardon non indugia e nonostante le proteste dei locali accorda la massima punizione. La responsabilità è affidata a Proietti che finta, poi scocca il tiro. Buso intuisce la traiettoria, m a il pallone è già nel sacco. Sul due a due il Padova non vuole rischiare il gol beffa e gli ospiti dal canto loro si accontentano del punto che torna assai comodo per la classifica. Un pareggio veramente voluto da una squadra che ha dimostrato di essere in grado di fronteggiare avversari che vanno per la maggiore. Giusta la soddisfazione nel clan grigio dopo il triplice fischio di Lenardon. « I ragazzi hanno disputato all’"Appiani” una bella partita, ci ha dichiarato il vice Borasio, e il pareggio ne è la conferma. Non abbiamo rubato proprio nulla. Quello che maggiormente mi ha colpito è la concentrazione che non deve venire meno per i prossimi impegni. L’Alessandria ha adottato la tattica di difendersi attaccando e il punto incasellato è la dimostrazione più lampante che si è sulla strada giusta. Abbiamo segnato due reti .abbiamo colpito due pali, abbiamo avuto non meno di quattro-cinque occasioni per fare centro: più di così credo non si possa pretendere ». Il cambiamento di rotta deciso dopo il derby con il Derthona, sta dando i suoi frutti: i ragazzi hanno compreso che non sono ammesse giustificazioni, ragion per cui si battono con tutta la determinazione possibile. Padova rappresentava per i grigi una svolta molto importante per la promozione: 1’ hanno superata facendo appello al senso di responsabilizzazione. Il cammino resta ancora arduo, ma meno drammatico perchè è stato dimostrato che l’undici mandrogno non è secondo a nessuno neppure nei momenti più delicati di una contesa. Domenica giunge il Trento, avversario sempre scorbutico, che non può e non deve essere sottovalutato. Pietruzzi e Armano con i loro ragazzi non lo sottovalutano: la preparazione settimanale sarà pertanto condotta coscienziosamente. La media inglese impone ai grigi la vittoria e vittoria sarà perchè i giocatori potranno avvalersi dell’apporto psicologico degli sportivi rappacificati con i loro ragazzi e con i responsabili della dirigenza. Con il Trento tifo alle stelle dunque, tanto più che la promozione più di ieri sembra veramente a portata di mano. (Il Piccolo - Il Gattopardo) L'ALESSANDRIA A PADOVA RIMONATA DUE VOLTE Il pareggio definitivo dovuto a un dubbio rigore - Ma i grigi avevano colpito un palo, regalato un gol ai veneti e segnato pure un'autorete L'Alessandria e riuscita a strappare un punto contro il Padova, dopo aver rischiato la sconfitta e avere a tratti meritato la vittoria. A partita conclusa, commento generale dei grigi: « E' stata ima grossa impresa segnare quattro reti a Padova! li. Un commento amaro, che possiede una certa dose di verità in quanto l'Alessandria ha letteralmente « regalato » il primo gol e s'è vista beffardo da un'autorete di De Luca in occasione del secondo. Una partita sfortunata, quindi? Tutto sommato no, perché il pareggio finisce per premiare meritatamente le due squadre e per non far torto a nessuno, ma resta il fatto che i grigi, proprio nella prima parte della gara, hanno colpito un palo con Di Pucchio a portiere nettamente battuto. Se il pallone fosse finito in rete, la partita avrebbe preso ben altra piega, ma il Padova può recriminare per il rigore concesso ai suoi danni a dieci minuti dalla fine, per un fallo perlomeno veniale. Tutto sommato, il conto torna. Urano di fronte due squadre dal gioco c dall'impostazione diametralmente opposti. L'Alessandria più organica, più sicura, più riflessiva, abituata a non rischiare e pronta a colpire d'incontro. Il Padova che si affidava soprattutto all'estro dei suoi due attaccanti Boscolo e Filippi. Ad un osservatore superficiale la dinamica, la verve e le giravolte di Filippi possono fare una grossa impressione: in realtà, servono esclusivamente a sveltire un gioco che Fraschini è portato a rallentare, tanto che a conti fatti tutto il gran correre di Filippi non ha portato che rari pericoli alla porta di Vincenzi. Di Brino ha dovuto dannarsi a marcarlo, inseguendolo per tutto il campo, ma nel complesso le iniziative di Filippi si sono ridotte a poca cosa. Un gioco fine a se stesso, che può incantare le platee della serie C, ma che impedirà ad un giocatore — altrimenti promettentissimo — di salire oltre, se non impara a disciplinarsi. L'Alessandria non poteva sfoggiare assoli di singoli. La sua carenza offensiva è perlomeno preoccupante, tanto vero che i pericoli per Buso sono venuti dai tiri da fuori area di Lorenzetti. nonostante quest'ultimo giochi piuttosto arretrato. Con il gioco che i grigi sanno produrre basterebbe l'inserimento d'umi « punta » vivace per raccogliere molto sotto rete. Così, la squadra stenta, manovra egregiamente a centrocampo, è abbastanza sicura in difesa (svarioni di ieri a parte), ma cede quando cerca di creare l'occasione da gol. Nonostante ciò, ieri è riuscita a rimontare per due volte lo svantaggio, cosa che non è di poco merito. La partita si presentava difficile per i grigi, anche per tante polemiche, lontane e recentissime, che l'avevano preceduta. In realtà, poteva finire anche in modo piuttosto drammatico, soprattutto grazie all'operato dell'arbitro signor Lenardon. che prima aveva decretato troppe punizioni a lavare dei padroni di casa cadeva spesso nelle simulazioni » di Filippi), per poi accordare il calcio di rigore all'Alessandria per un fallo piuttosto discutibile. A questo punto la folla aveva la solita scontata reazione, volavano In campo un paio di bottigliette. Di Pucchio finiva ammonito, ma tutto rientrava abbastanza in fretta nella normalità. Segnava per primo il Padova, dopo avere a lungo premuto, ma l'azione era conclusa da un autentico passaggio smarcante della difesa alessandrina: Paparelli al 25' cercava di passare il pallone indietro al proprio portiere e finiva per darlo a Frisoni, che non aveva difficoltà a segnare. L'Alessandria aveva poco prima mancato ti gol, quando Di Pucchio aveva colpito il palo, con Buso ormai fuori causa. Nella ripresa subito un brivido per i grigi. Al 46' Filippi indovinava lo scatto e « infilava » tre avversari per crossare al centro, dove il liberissimo Boscolo era anticipato d'un soffio dalla deviazione di Vincenzi. Pareggio dei grigi al 62': Di Pucchio lanciava Paesanti sulla destra, centro per Vanzini che di testa sorprendeva Buso. Al 70', dopo una lunga e disordinata azione del Padova, Filippi riusciva a tirare dal limite e De Luca correggeva la traiettoria del pallone, ingannando Vincenzi che era pronto alla parata. Ultimo brivido, a dieci minuti dalla fine: Panisi e Lorenzettl si scontravano in area e l'arbitro non aveva esitazioni nel concedere il calcio di rigore, con una decisione tanto drastica quanto inaspettata. Realizzava Proietti ed era il definitivo pareggio. Per il pubblico, un pareggio nel nome di Rivera, in quanto il calcio di rigore veniva considerato come un autentico regalo dell'arbitro. Cosa che non è del tutto esatta: il signor Lenardon, dopo aver molto sbagliato, lui cercato — forse inconsciamente — di pareggiare il conto. (La Stampa - Ed. Sport - Cristiano Chiavegato) Risultati: Belluno - Verbania 0-2 Cremonese - Imperia 0-0 Derthona - Rovereto 1-0 Lecco - Solbiatese 1-0 Pro Patria - Pro Vercelli 0-1 Savona - Treviso 2-0 Trento - Piacenza 3-1 Udinese - Seregno 1-2 Venezia - Legnano 1-0 CLASSIFICA: Lecco p. 37; Venezia 36; Solbiatese, Alessandria 35; Cremonese 34; Udinese 32; Trento 31; Padova, Derthona 30; Belluno 29; Verbania 28; Savona Seregno 26; Legnano 25; Piacenza 23; Rovereto, Treviso, Pro Vercelli 21 ; Imperia, Pro Patria 20. Marcatori: 12 reti: Boscolo (Padova); 10 reti: Chinellato (Lecco) e Foglia (Solbiatese); 9 reti: Calloni (Verbania), Bellinazzi (Venezia), Silva (Cremonese); 8 reti: Goffi e M archi (Lecco), B ordon (Udinese), Ciclitira (Venezia); 7 reti: Giordano (Imperia), Tonelli (Pro Vercelli), Mazzoleri (Seregno) Il punto sul campionato Grande prova di carattere della Pro Vercelli che ha avuto la meglio sulla Pro Patria: il successo ha premiato il maggior coraggio dei piemontesi nonostante un primo tempo confuso. Due punti meritati per il Verbania che ha cosi riscattato la sconfitta dell'andata vincendo sul campo del Belluno grazie a una attenta difesa. Il Derthona ha battuto il Rovereto con un gol di Martini negli ultimi secondi della sfida: una vittoria meritata anche se ai tortonesi manca il gioco brillante che aveva contraddistinto molte partite precedenti. L'Imperia ha continuato con successo la sua battaglia per la salvezza: non l'ha fermata neanche la Cremonese che non è andata oltre il pareggio. Con una doppietta di Vivarelli il Savona ha battuto il Treviso: i due gol sono stati segnati nello stesso modo su punizione battuta poco fuori dall'area di rigore.