Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1971/1972
Serie C
23-04-1972 - Giornata: 30 - Savona - Valerio Bacigalupo


Savona FBC - Alessandria US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Vincenzi Silvano, Maldera (II) Attilio Benedetto, De Luca Sergio, Magri Pier Luigi, Paparelli Ezio, Paesanti Paolo, Proietti Farinelli Vincenzo, Di Pucchio Claudio, Bergamo Paolo [63. Sassaroli Gianni], Lorenzetti Giuseppe, Vanzini Franco A disp.:(P) Ciceri Santino All.: Pietruzzi Mario

Formazione avversaria
SAVONA FBC: Merciai, Arnuzzo, Ballotta, Budicin, Capra, Rossi, Marcolini, Sangoi [77. Canepa], Balestrieri, Vivarelli, Caiazza. A disp.: Ferioli. All.: Volpi Ezio

Arbitro: Gialluisi Pasquale (Barletta)
Note
Ammoniti: Ballotta [D], De Luca [A] Spettatori: 3800 circa, di cui 2912 paganti. per un incasso di L. 3.276.000. Angoli: 5-5 Giornata di sole, temperatura calda, terreno leggermente allentato per la pioggia del giorno precedente. Inizio gara ore 15.00

Commento
I GRIGI RINUNCIANO ALLA LOTTA E ACCETTANO DI DIVIDERE LA POSTA L’Alessandria senza concentrazione rischia grosso, ma non osa © I severi giudizi dell’ing. Sacco e di Arm ano sono al quanto eloquenti «NON CI SONO SCUSANTI, ABBIAMO PERDUTO UN PUNTO. I RAGAZZI NON HANNO RESO SECONDO LE ASPETTATIVE NONOSTANTE LE SOLLECITAZIONI». Il Commissario straordinario Remo Sacco era veramente deluso come Io erano Rinaldo Borasio, Sacco junior, Boidi, Cassinelli e i restanti componenti il clan dirigenziale. Si è parlato, non a torto, di tradimento e, questa volta, non erano certo parole gettate al vento. Armano, come pubblichiamo in altra parte del giornale, non ha mendicato scuse: ha detto chiaro e tondo quanto pensava, senza mezze frasi. Nessuno, insomma, ha cercato di nascondersi dietro il dito. G inetto non è tipo che si tiene sul gozzo quel che pensa. Concordiamo con quanto d etto nel post-partita; concordiamo perchè crediamo — al disopra delle polemiche che sovente ci hanno diviso — che né Sacco né i suoi più stretti collaboratori, un tale affronto. Diciamo di più — e il discorso è rivolto a quei giocatori che avessero la memoria corta — che l’Alessandria è un a delle poche società italiane che paga regolarmente, e salatamente, gli stipendi, i premi di partita. Cosa pretendono dunque i giocatori per dimostrare che tanta fiducia non è male riposta? Dopo la sospensione di Mario David si pensava che quei giocatori — di cui cono, sciamo bene i nomi — che imputavano al tecnico responsabilità ben definite, si rimboccassero le maniche. La realtà, come abbiamo visto, è stata più amara del previsto. A Savona contro un undici che irresistibile non era, i grigi h anno disputato un a partita senza infamia e senza lode, evitando di pigiare sull’acceleratore per non rovinare.... il motore. Dal naufragio si sono salvati alcuni giocatori ai quali va il plauso degli sportivi che ancora una volta, numerosi, hanno seguito i beniamini con la certezza che avrebbero sputato l’anima pur di fare risultato pieno. I dirigenti trarranno certamente le debite conclusioni, ma a noi interessa sapere se la strada della promozione è ancora aperta o meno. Il Lecco ha piegato disinvoltamente il Treviso, mentre il Venezia si è fatto infilare da una Udinese che seppure tagliata fuori dalla lotta, non vuole cedere terreno. Matematicamente i friulani sono ancora in lizza e, a differenza dei grigi, non intendo, no gettare alle ortiche le loro chances. L’Alessandria ferma in media inglese a —6, giocherà cinque partite al Moccagatta e tre in trasferta. Per rispettare la tabella dei 52 punti i ragazzi di Armano e Pietruzzi devono assolutamente conquistare i dieci punti casalinghi e almeno quattro su sei nei restanti confronti esterni. Il ruolino di marcia è di pretta marca grigia se i giocatori sapranno veramente dimostrare quell’attaccamento ai colori sociali che quest’anno p are latitare. L'impresa è possibile nella misura in cui gli atleti che saranno chiamati in causa dimostreranno di volere dare veramente il massimo, indossando, se necessario, il saio dell’umiltà. Scendendo in campo con la convinzione di essere grandi non si concluderà assolutamente nulla. Sul rettangolo ognuno deve dare il meglio anche se sa di trovarsi davanti ad un avversario che gli è nettamente inferiore. Queste sono le uniche premesse per tradurre in realtà i sogni degli sportivi i qua. li vedono sfumare, avvicinandosi la scadenza di giugno, il traguardo della serie B. I tecnici dal canto loro devono trarre le debite conclusioni non guardare in faccia ad alcuno; escludere senza patemi d’animo coloro che si eredono grandi solo quando passeggiano per corso Roma; d are fiducia a coloro che pur non possedendo un grande bagaglio tecnico sputano l’anima pur di contribuire al successo finale. Il periodo delle incertezze è finito: il tempo stringe e il campionato si accorcia sempre più. Sulla non partita di Savona abbiamo accennato all’inizio. I bianconeri che m anca, vano di Governato e del costante appoggio del loro pubblico, hanno giocato una onesta partita senza dannarsi troppo l’anima per strappare l’intera posta. L’Alessandria è sempre un undici che incute timore per cui il trainer Volpi non ha voluto correre eccessivi rischi. I padroni di casa si sono disposti secondo il consueto modulo, infoltendo il centro campo e lasciando a sole due punte il compito di andare a bersaglio. Una disposizione tattica che favoriva in certo qual modo Di Pucchio e compagni quali avevano la possibilità, volendolo, di fiondare in profondità. Il terreno favoriva in fatti queste incursioni veloci che avrebbero avuto il potere di scompaginare la retroguardia bianconera. Si è iniziato al piccolo trotto come se fosse una amiche, vole: il Savona non aveva in fatti alcun interesse a "surriscaldare’' l’andamento del confronto. Con il trascorrere dei minuti in. vece dei grigi sono venuti alla ribalta i liguri i quali hanno sfiorato il gol su una temeraria uscita di Vincenzi che ha lasciato completamente sguarnita la propria porta. Poteva essere questo un campanello d allarme per indurre Di Pucchio e compagni a premere con maggiore insistenza. Purtroppo non è accaduto nulla di quanto atteso. Proietti mantenendosi in posizione arretrata ha risucchiato a centrocampo il diretto avversario, ma si è venuto a trovare in una posizione dalla quale difficilmente sarebbe riuscito ad inserirsi con prepotenza sulla fascia laterale di sua competenza. A Vanzini è così spettato l’ingrato compito di svariare sia a destra che a sinistra, sempre con due avversari alle costole. Mentre Di Pucchio in questa prima frazione della gara teneva abbastanza diligentemente la posizione di regista, Lorenzetti scorrazzava alla ricerca della giusta posizione, arretrando notevolmente e faticando negli inserimenti nelle maglie dell’opposta difesa. Il volenteroso Bergamo (che ancora una volta ha fallito il gol domenicale) non bastava certo per demolire una retroguardia che giocando sul velluto non si lasciava prendere dall’orgasmo. Con due punte vere e una mezza punta, rappresentata da Lorenzetti, le incursioni davanti a Merciai erano piuttosto prive di mordente. Qual, che sprazzo improvviso, ma nulla più. Logico attendersi dopo un primo tempo giocato al risparmio una ripresa al fulmicotone tanto più che Sacco, nell’intervallo, aveva esternato ai giocatori il proprio pensiero. La realtà, come sovente accade, è stata assai più amara. Dopo un pallido accenno di risveglio i grigi, dimentichi della necessità di fare propria la gara hanno lasciato ai savonesi il dominio del centrocampo. Incredibile, ma vero. I bianconeri si sono insediati stabilmente in questa fascia di campo comandando le azioni offensive. Fortunatamente Magri e compagni facevano buona guardia. Con il trascorrere dei minuti il tono generale del gioco alessandrino è calato paurosamente. Di Pucchio che nel. la prima parte della con. tesa era riuscito a tenere la posizione di regista, ha perduto completamente la tramontana non riuscendo ad azzeccare un passaggio. Ogni lancio è invariabilmente finito sul piede dell’avversario. Fuori misura Di Pucchio, il biondo Lorenzetti lo ha seguito sulla stessa strada mentre Proietti si è intestardito a mantenere una posizione che non dava vantaggi né alla difesa, né ai compagni dell’attacco. Paesanti pur prodigandosi oltre misura è finito invischiato nel marasma generale per cui il gran correre non è servito proprio a nulla. Maldera dalle retrovie si è portato in avanti, ma troppa era la confusione per riuscire a cavare qualcosa di buono. Le propulsioni in avanti del terzino erano lettera morta in quanto nessun compagno era in grado di smarcarsi, di puntare con decisione verso la rete di Merciai. Il duo Vanzini. Bergamo lasciato al proprio destino è andato perdendo ogni m ordente. La "staffetta ” di Sassaroli non ha mutato di molto l’andamento della partita inesorabilmente avviata sullo zero a zero dopo il secondo salvataggio di Maldera sulla linea di porta a seguito di una uscita mozzafiato di Vincenzi. Senza il centro campo funzionante era utopistico a t. tendersi un risveglio tipo Trento. Si è così proseguito sino alla fine senza troppe emozioni anche se i savonesi erano in netta posizione di vantaggio. Neppure nel finale si è riusciti ad in travedere un pizzico di grinta nel complesso alessandrino: il pareggio, pareva dicessero i giocatori, è risultato più che utile. Perchè dannarsi l’anima considerato che l’avversario potrebbe giocarci qualche brutto scherzo? Un punto per uno, punto però che soddisfa i savonesi, ma non certo il clan grigio per i motivi che abbiamo brevemente elencato. Non conosciamo le giustificazioni dei diretti interessati, ma crediamo che la linea difensiva sia alquanto precaria. Quando sul campo si rinuncia alla lotta, non si sfrutta ogni possibilità c’è di che rammaricarsi. L’Alessandria vista a Savona non è certo squadra che sente la responsabilità della promozione; non è squadra che vuole battersi fino in fondo per conquistare la testa della classifica. Ci auguriamo che la gara di domenica non faccia testo: è tuttavia chiaro che proseguendo sulla stessa strada, il ricongiungimento e lo scavalca mento del Lecco resta un fatto veramente utopistico. I tifo, si, giustamente, non vogliono accettare questa realtà, e fanno bene. Vedrem o domenica con la Pro Patria che essendo impegolata in piena zona retrocessione non farà concessioni. Contro i bustocchi occorrerà rimboccarsi veramente le maniche; occorrerà dare tutto e non solo a parole. La vittoria è indispensabile alla vigilia dello scontro diretto con il Lecco che potrebbe essere veramente determinante per le sorti future dei grigi. (Il Piccolo - Il Gattopardo) Se i grigi non reagiscono la promozione sfuma ERA UNA PARTITA DA VINCERE, OTTENUTO, A FATICA, LO 0-0 Occasione perduta degli alessandrini contro gli incompleti liguri Deludente, inaspettata e sconcertante la prestazione dell'Alessandria die ha pareggiato a Savona contro una squadra che mancava di parecchi dei suoi uomini migliori e non poteva quindi esprimersi al massimo. Più che giustificato, quindi, il malumore dei dirigenti grigi al termine della partita, le accuse di scarsa serietà rivolte ai giocatori sono apparse comprensibili; non è il pareggio in sé che può preoccupare, abbiamo visto i grigi conquistare a Padova lo stesso risultato e li abbiamo giudicati più che positivamente bensì il modo con cui sono arrivati a questa conclusione deludente. Il Savona e in precaria posizione di classifica, mancava, come già accennato, di Rosso, Governato e Canepa — autentici suoi punti di forza — eppure ha affrontato l'impegno con commovente volontà, accettando consapevolmente il divario di classe nei confronti dell'avversario. Esistevano insomma per i grigi le premesse per un incontro da condurre in porto senza troppe preoccupazioni. Il potenziale offensivo del Savona non è notevole e tale da impensierire seriamente una difesa appena attenta, il centrocampo era decisamente a favore dell'Alessandria. Invece, all'Inizio del secondo tempo, si verificava un improvviso ed incomprensibile capovolgimento. Quelli che. nei primi 45 minuti, avevano dimostrato decisione e lucidità nei passaggi, calavano paurosamente. L'Alessandria, insomma, ha dato l'impressione di una squadra appannata, stanca, povera di idee. Tanto che il Savona, che pure si era rivelato appena degno della sufficienza, finiva per dimostrarsi ampiamente degno del pareggio. A questo punto, le speranze di promozione dei grigi subiscono una battuta d'arresto: nulla di definitivamente compromesso, ma resta il fatto che il Lecco, battendo il Treviso, si è portato a due lunghezze di distacco.- Queste considerazioni nulla" tolgono alla legittimità del pareggio conquistato dal Savona. Si è «battuto al massimo, ha avuto anche una buona dose di sfortuna in una conclusione iniziale e nella ripresa — forse con un certo stupore — ha finito per dominare incontrastato la partita. All'8', il grosso rischio per i grigi: lunga azione del Savona in mischia respinge Vivarelli sul tiro di Caiazza. riprende Sangoi e appoggia in rete a colpo, Paparelli fa in tempo a mettere in angolo. Conscia del pericolo corso l'Alessandria si scuote e Di Pucchio riesce a servire intelligentemente i suoi avanti. Tanto che al 19' si verifica la più colossale delle occasioni due calci d'angolo consecutivi, con Merciai che « pasticcia », riuscendo a liberare ancora in calcio d'angolo su Vanzini. La palla arriva a Di Pucchio che « libera » Bergamo oltre i difensori. Sembra gol fatto, ma il centravanti, con il portiere in uscita, non trova meglio che tirare sopra la traversa. A questo punto, l'Alessandria si potrebbe imporre con una certa facilità, ma il suo gioco ristagna, non appare incisivo, tanto che il più positivo dei suoi avanti finisce per risultare Vanzini, entrato in campo in condizioni menomate. Nel corso della seconda parte della gara — se si esclude un tentativo di Proietti che - scarta » anche il portiere ma mette sul fondo — non si verifica più nulla di interessante. Il Savona preme senza ordine, effettuando solo qualche tiro da lunga distanza. Alla fine, i suoi giocatori sono più che soddisfatti. Il presidente Sacco se ne va contrariatissimo: se qualcosa non cambia — e di corsa — il passaggio alla serie superiore rischia di diventare un bel sogno, ma niente di più. (La Stampa - Ed. Sport - Beppe Bracco) Risultati: Belluno - Imperia 2-1 Cremonese - Seregno 0-0 Derthona - Legnano 0-0 Lecco - Treviso 2-0 Padova - Rovereto 2-1 Pro Patria - Piacenza 0-0 Pro Vercelli - Solbiatese 3-0 Trento - Verbania 0-0 Venezia - Udinese 1-2 CLASSIFICA: Lecco p.40; Alessandria 38; Venezia 37; Solbiatese, Cremonese 36; Udinese 35; Trento, Padova 32; Derthona, Verbania, Belluno 31; Seregno 28; Savona, Legnano 27; Piacenza 26; P. Vercelli 24; Rovereto, Treviso 23; Imperia 22; P. Patria 21 Marcatori: 13 reti: Boscolo (Padova); 12 reti: Bordon (Udinese); 10 reti: Bellinazzi (Venezia), Chinellato (Lecco), Foglia (Solbiatese); 9 reti: Silva (Cremonese), Calloni (Verbania); 8 reti: Goffi c Marchi (Lecco), Ciclitira (Venezia), Tonelli (Pro Vercelli); 7 reti: Giordano (Imperia), Modonese (Padova), Mazzoleri (Seregno) Il punto sul campionato La Pro Vercelli indomabile ha sconfitto la Solbiatese come un ciclone, l'ha scossa con una sferzata offensiva e ha vinto un incontro decisivo per la sopravvivenza in C. La capolista Lecco ha faticato più del previsto a liberarsi del Treviso: dopo molte occasioni sprecate i padroni di casa hanno sbloccato il punteggio al termine del primo tempo. Il Derthona è ormai una squadra tranquilla togliendosi con netto anticipo dalla lotta salvezza: la gara con il Legnano non offriva spunti che di solito rendono interessanti questi incontri di fine stagione. L'Imperia è tornata a casa a bocca asciutta dal campo del Belluno a causa di errori decisivi in difesa.