Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1971/1972
Serie C
04-06-1972 - Giornata: 36 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Solbiatese AS 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 87. Mantellato B.[A] 3. Geremia [So]

Alessandria US Vincenzi Silvano [46. Ciceri Santino], Di Brino Marcello [19. Sassaroli Gianni], Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Tommaso Gianni Loris, Paparelli Ezio, Magri Pier Luigi, Mantellato Bruno, Proietti Farinelli Vincenzo, Bergamo Paolo, Lorenzetti Giuseppe, Vanzini Franco All.: Pietruzzi Mario

Formazione avversaria
SOLBIATESE AS: Borghese, Castiglioni, Invernici, Bellotto, Fiorini, Crespi, Dalle Crode, Volpati, Geremia, Pezzotti, Foglia. A disp.: Zecchina, Lissi. All.: Trapanelli Piero

Arbitro: Panzino Giuseppe (Catanzaro)
Note
Ammoniti Volpati [S], Bergamo [A] Spettatori: 3000 Angoli: 6-3 Inizio gara ore 16.00

Commento
LA SOLBIATESE AFFOSSA I SOGNI DEI GRIGI: LECCO IN B L’Alessandria suda per 85’ prima di agguantare i lombardi © I lariani, battendo il Legnano, guidano con quattro punti di vantaggio © Altra deludente prestazione dei mandrogni, privi di mordente IL LUNGO CAMPIONATO "SBAGLIATO”, tra polemiche, accuse c sospetti, sta volgendo al termine: due partite c poi il sipario calerà definitivamente sul torneo 1971-72. Dopo la Reggiana, il Lecco: la prima vinse con la forza, spuntandola, dopo un esaltante duello, sull’Alessandria; il secondo torna in B ringraziando i grigi per i regali che hanno elargito durante questi mesi. I lariani, senza troppo sudare, si trovano in B: l’Alessandria resta in C a meditare, per il sesto anno consecutivo. La terzultima di campionato ha praticamente laureato i lariani, i quali, dopo la vittoria del Legnano per 3-1 godono di un vantaggio di quattro punti. I mandrogni hanno infatti regalato un altro punto, il decimo per la cronaca. Alessandria Solbiatese che doveva essere la gara dell’orgoglio, è finita in rissa o quasi. A farne le spese questa volta è stato Lorenzetti che sino allo scorso anno era l'idolo. Nel calcio quando le cose vanno a rovescio i tifosi hanno la memoria corta; se poi, come è accaduto, vengono pure insultati, allora tutto va a ramengo o quasi. Il clima è di quelli tesi, per cui ba. sta un nonnulla per scatenare la bagarre, per trasformare il dopo.partita in uno scontro di pugilato. Parliamo dell’incidente finale che caratterizza questo momento, in cui tutto va storto o quasi. 43’ del. la ripresa: i grigi dopo avere invano bussato alla porta di Borghese, portiere dei lombardi, riescono finalmente a fare centro con Mantellato, messo in corsa da una puntata offensiva del "libero” Magri. L’incubo della prima sconfitta stagionale interna si dissolve. Lorenzetti che sino a quel momento non è stato certamente un mostro di bel gioco, esplode. Rivolto ai tifosi compie un gesto che suona offesa ai fedelissimi che, sotto un sole da canicola, hanno sorbito quel deludente spettacolo. La reazione è immediata: attendono pazienti il loro uomo all’uscita dello spogliatoio. Così quando la bionda mezz’ala fa la comparsa la contestazione si fa sentire. Un folto gruppo di aficionados stringe minacciosamente il giocatore: volano parole grosse accompagnate da qualche schiaffo. « L’imputato » reagisce e buon per lui che inter. viene la forza pubblica. Il Beppe può allontanarsi, seguito dai più scalmanati ai quali non è andato a genio la provocazione. Alessandria Solbiatese è finita in questo clima arroventato. I dirigenti se ne erano già andati per cui gli I esagitati si sono arresi davanti all’evidenza del... risultato. Per la decima volta, come scritto, i grigi hanno lasciato nelle mani dell'avversario un punto senza sapere se il Lecco avrebbe vinto o perduto. Una squadra che lotta per il primato non può concedersi di questi lussi che alla fine pesano. Dopo lo zero a zero con il Piacenza, l’uno a uno con la Solbiatese: due partite casalinghe, altrettanti punti che hanno fatto scivolare verso il basso la media inglese. Uno sfacelo o quasi anche se rientravano Proietti e Vanzini che avrebbero dovuto dare più vivacità ad un quintetto che quest’anno fatica oltre misura per andare a rete. A riposo Paesanti e Di Pucchio, Armano e Pietruzzi sono finalmente ricorsi ad un giovane, quel Di Tomaso, che così bene aveva impressionato nelle poche partite disputate. Il diciannovenne è stato uno dei pochi a salvarsi dal naufragio. Avrà commesso delle ingenuità, ma si è battuto vigorosamente con molta volontà. Lo avessero imitato gli altri, le cose sarebbero andate in modo alquanto diverso. L’infortunio che ha tolto di mezzo Di Brino, dopo un solo quarto d’ora di gioco, ha indotto i tecnici a richiamare indietro Di Tomaso che, opposto ad un Foglia piuttosto vi. vace, si è battuto con onore senza uscirne con le ossa rotte. La politica dei giovani non sempre è fallimentare. Senza Di Pucchio a fare da regista e, con un Sassaroli subentrato come tredicesimo, che sfarfalleggiava per il campo senza sapere quale era la posizione giusta, il centrocampo si è dissolto come neve al sole. Un ingrato compito spettava a Proietti, ma il nostro uomo, pur dannandosi l’anima non riusciva a cucire i due tronconi. La Solbiatese che teneva costantemente le mezze ali arretrate, non poteva augurarsi di meglio. Assunto il dominio della fascia centrale filtrava le puntate avversarie spedendo in avanti ora Bellotti, ora Crespi a dare una mano a Dalle Crode. Geremia e Foglia. Ai nerazzurri bastavano quattro passaggi per trovarsi in area alessandrina, ai nostri decine di tocchi brevi per consentire alle ali di involarsi sulle fasce laterali. All’attacco il solito volenteroso Bergamo sempre intento a cercare la via del gol; l’altrettanto solito Vanzini che si batte con gagliardia, ma che preferisce mantenere la sfera con decine di dribbling invece di effettuare lanci in profondità. Sul settore destro un Mantellato in giornata di vena, con lo spunto bruciante, ma costretto sovente a retrocedere per conquistare la palla da portare in avanscoperta. Dulcis in fundo Lorenzetti, sempre pronto a sfruttare i cross dei compagni, ma inspiegabilmente arretrato ai limiti della propria area di rigore invece che in quella avversaria. Se a questo campionario di deficienze si aggiunge l’assenza quasi totale del "movimiento" che consente gli smarcamenti, si ha un quadro tutt’altro che positivo. Per ottantacinque minuti i grigi hanno attaccato disordinatamente in questo modo senza variare di una sola virgola i loro temi. Poche manovre coordinate, molte le azioni improvvisate nate dall’inventiva di questo o quel giocatore. Fortunatamente, a differenza di quanto era accaduto con il Piacenza, sia capitan Magri che lo stopper Paparelli sono riusciti a porre un freno agli scatenati avversari i quali, a dire il vero, dopo il gol realizzato, sono apparsi paghi del risultato. E’ stato questo il solo neo della condotta dei lombardi che sono apparsi assai più incisivi dei nostri pur non avendo altra ambizione che quella di concludere il campionato in ottima posizione. Dopo nove mesi di singolar tenzone, gli alessandrini non sono riusciti a darsi un gioco o almeno una parvenza di tattica, se non altro per imbrogliare la matassa nelle mani dell’avversario. E ’ finita in parità, ma per 85 minuti l’ombra della sconfitta ha aleggiato sul Moccagatta; poi è venuto il gol quasi inatteso di Mantellato, a riequilibrare le sorti di una contesa che ha posto in luce i pochi pregi ed i molti difetti di questa compagine che ha veramente tradito le aspettative dei tifosi e dei dirigenti. Non resta che tirare le somme ora che pure la matematica, se non in senso assoluto, di. ce che il capitolo promozione è definitivamente chiuso. Poche le speranze che accompagnano l’ultima trasferta della squadra in quel di Verbania. C’è aria di smobilitazione psicologica, in particolare dopo l aperto dissidio in atto tra pubblico e atleti. Da parte di questi ultimi ci sono indubbiamente grosse responsabilità, ma ciò non deve indurre alcuno ad infierire perchè, ricordiamolo, si tratta pur sempre di sport. Il Commissario straordinario Sacco ne trarrà indubbiamente le conclusioni: a fine campionato molti cambieranno società e non è detto che trovino altri dirigenti pronti ad allargare facilmente i cordoni della borsa. Alla conclusione ancora due gare: prima a Verbania e poi in casa con il Rovereto. Sfumata la possibilità del primo posto si deve difende, re la seconda poltrona: pur trattandosi di una soddisfazione onorifica non la si può sprecare. Confermata l’insensibilità di alcuni senatori che scendono in campo con la mentalità dei fuoriclasse, rimane sempre aperta la strada dei giovani. Di Brino prima e Di Tomaso poi hanno confermato di essere in grado di svolgere il loro dovere senza sfigurare. Il loro contributo è stato sovente determinante. In naftalina c’è ancora Manueli, poi Michelini. Non saranno dei fuoriclasse, ma l’opportunità che si offre loro di vestire la maglia della prima squadra potrebbe mettere veramente le ali ai piedi. Inutile continuare ad illudersi. Nell'interesse della società si deve mutare indirizzo in quanto risultati peggiori non si potranno certamente ottenere. L’attenzione degli sportivi è ora polarizzata verso l’ing. Sacco che contraria, mente al suggerimento di qualcuno resterà ancora alla guida della barca alessandrina. Il Commissario straordinario deve innanzitutto risolvere il non facile problema dell’allenatore: solo con un tecnico preparato si potranno gettare le basi per un’Alessandria che intenda vera, mente risalire la china. Dopo sette anni di purga, torio in C i tifosi chiedono veramente una compagine che lotti a viso aperto, che dimostri sul campo le reali possibilità. E ’ proprio impossibile compiere questo miracolo? Gli aficionados alessandrini sono nuovamente pronti a scendere compatti al Moccagatta per incitare i beniamini, a condizione che non sia perpetrato un altro tradimento. Il campionato di questo anno passerà alla storia come uno dei più tormentati dal dopoguerra ad oggi. Questa considerazione amara non deve tuttavia costituire un handicap per il futuro, non deve deteriorare i rapporti con i dirigenti che hanno creduto sino all'ultimo nel miracolo che non si è avverato. Da parte di questi ultimi non c’è stato tradimento(Il Piccolo - Il Gattopardo) L'ALESSANDRIA SI SALVA SOLO NEL FINALE Ancora un pareggio casalingo dei grigi ma stavolta il punto è stato contrastato da un'abile e forte avversaria e guadagnato dall'Alessandria con una dignitosa prestazione collettiva. L'uno a uno è stato strappato a tre minuti dalla fine e già parte dei pubblico, ingenerosamente, si stava abbandonando a scene di isterismo. L'addio al titolo da parte dei grigi è di difficile digestione, ma i tifosi non possono addossare colpe o rilassamenti all'Alessandria vista ieri. Le vicende delle ultime settimane sono ormai acqua passata. Riaprire vecchie ferite è insensato. Il torneo è alla sua conclusione, la squadra è vitale con qualche opportuno ritocco potrà ritentare tra alcuni mesi la ventura della promozione. Non è la sola squadra del resto, quest'anno nel girone A, a dover rinviare l'appuntamento. L'incontro con la Solbiatese ha avuto fasi di interesse per la validità ed esuberanza del contropiede dei lombardi ed emozione per gli assalti dei grigi distesi in attacco fin dalle prime battute. La Solbiatese, ritenuta fragile in difesa (ha subito 34 reti) si è invece disimpegnata con un oculato sbarramento. Le sfuriate dei padroni dì casa si sono infrante davanti ad un ottimo e fortunato Borghese e ai due robusti terzini. Per un po' è rimasto nelle retrovie anche Bellotto poi il mediano lombardo si è inserito a centrocampo prodigandosi in una instancabile spola. I grigi, nella presunzione di controllare le puntate di Geremia e Foglia e convinti di regolare il conto in poche battute, si sono scoperti in difesa. Dopo appena tre minuti il centravanti lombardo 11 ha trafitti con una perfetta deviazione di testa. Per l'Alessandria è incominciato il calvario del difficile recupero (aggravato dall'uscita al 19' di Di Brino per stiramento muscolare); ma è stata anche l'occasione per una dimostrazione di compattezza e generosità. Maldera e Magri con continue azioni di appoggio hanno trascinato il quintetto alessandrino in una eccitante gimcana di manovre. Mantellato, più ancora di Vanzini, e sgusciato più volte tra le retrovie nerazzurre. Lorenzetti ha tirato a rete sempre con precisione ma con scarsa fortuna; Bergamo e Proietti purtroppo, hanno fallito il bersaglio in circostanze incredibili. E' stato un lungo monologo dei grigi, almeno dieci volte vicini al gol. Hanno invece sofferto fino all'87' prima di poter pareggiare con Mantellato. La corsa al raddoppio si è dimostrata subito vana: nei pochi minuti di gioco rimasti a disposizione la Solbiatese ha richiamato tutti i suoi uomini in difesa e non si è più concessa distrazioni. (La Stampa - Ed. Sport - Eros Mognon) Risultati: Alessandria - Solbiatese 1-1 Belluno - Derthona 3-2 Lecco - Legnano 3-1 Padova - Cremonese 1-1 Piacenza - Verbania 1-0 Pro Patria - Seregno 2-1 Pro Vercelli - Imperia 3-1 Savena - Udinese 1-1 Trento - Venezia 3-0 Treviso - Rovereto 0-0 CLASSIFICA: Lecco p. 49; Alessandria 45; Udinese, Solbiatese, Cremonese 43; Venezia 39; Padova 38; Trento, Belluno 37; Verbania 36; Legnano 35; Derthona 34; Savona, 33; Seregno, Piacenza 32; Rovereto 31 : Treviso, Pro Vercelli 30; Imperia, 27; Pro Patria 26 Marcatori: 15 reti: Bordon (Udinese); 13 reti: Boscolo (Padova), Calloni (Verbania), Tonelli (Pro Vercelli): 12 reti: Marchi (Lecco), Bellinazzi (Venezia); 11 reti: Foglia (Solbiatese) Il punto sul campionato La Pro Vercelli ha continuato a sperare nella salvezza, per l'Imperia non ci è stato niente da fare, i vercellesi hanno praticamente condannato i liguri alla retrocessione. Raggiunta la salvezza da entrambe le squadre in anticipo allo stadio di Belluno si è assistito a un bell'incontro di calcio giocato a tutto campo sia dai padroni di casa che dal Derthona. Partita deludente tra Savona e Udinese, soprattutto da parte dei locali che ha risentito del caldo afoso: dai liguri era lecito aspettarsi un gioco più vivace e consistente. Il Piacenza, con una punizione da venticinque metri, battuta da Righetti, è riuscito a battere il Verbania e a raggiungere la quota salvezza: dal punto di vista tecnico non è stata una bella partita. Con una prodezza di Gambazza a 6' dal termine, la Pro Patria ha sconfitto il Seregno. Il Lecco ha fatto un altro passo in avanti verso la promozione, liquidando il Legnano consolidando il primato in classifica.