Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1973/1974
Serie C
30-09-1973 - Giornata: 3 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Seregno FBC 1913 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 59. Musa E.[A]

Alessandria US Pozzani Flavio, Colombo Antonio, Unere Giuseppe, Reja Edoardo, Barbiero Valeriano, Dalle Vedove Giampiero, Volpato Angelo, Mazzia Bruno, Baisi Sergio Pietro [73. Manueli Luigi], Dolso Arrigo, Musa Ezio A disp.:(P) Croci Claudio, Di Brino Marcello All.: Ballacci Dino

Formazione avversaria
SEREGNO FBC: Banfi, Corbetta, Citterio, Arienti Gian Angelo, Dorini [63. Vanazzi], Dellagiovanna, Monti, Pozzoli, Fagnani, Erba, Canzi. A disp.: Spreafico, Ferrerio. All.: Ghioni Livio

Arbitro: Celli Luigi (Trieste).
Note
Spettatori: settemila circa dei quali 5.035 paganti per un incasso di 8 milioni 386.700 Angoli: 9-1 Inizio gara ore 15.00

Commento
BAISI E MUFFA BUSSANO: BANFI APRE L'ALA SEGNA, I GRIGI RESPIRANO Alessandria, autarchica, realizza con il contagocce e porta a cinque i punti © Pozzani, dietro agli scudi di Barbiero e Colombo, mantiene l'imbattibilità © Il Seregno resiste, ma il gioco corto dei padroni di casa gli annebbia le idee © Il felice esordio del centravanti salutato da fragorosi applausi © I mandrogni fanno soffrire con i molti centrocampisti, ma per il momento fanno centro © Domenica ancora in casa con la Solbiaetse Terza giornata del campionato di serie C: le posizioni si vanno delineando con il trascorrere delle domeniche. Siamo solo nella fase di avvio in cui le squadre sono ancora alla ricerca della forma migliore, del passo giusto, ma le più forti si affacciano alla finestra più o meno perentoriamente. Alla guida della classifica il Monza che si è assunto il non facile impegno di guidare il gruppo, per nulla preoccupato clic le tappe per tagliare il traguardo I lombardi hanno liquidato un antagonista più che ferrato, vale a dire l’Udinese che, proprio nella giornata inaugurale, aveva colto l’unico successo in trasferta. Alle spalle del battistrada troviamo un terzetto composto da Mantova. Lecco e Alessandria. I virgiliani che non nascondono le ambizioni di promozione, sono incappati in una giornata storta e, contro il Savona, hanno diviso la posta perdendo in media inglese il punto conquistato la scorsa domenica a Seregno. Per le grandi le partite casalinghe costituiscono sempre un handicap, piuttosto serio, in quanto la vittoria è d’obbligo pure contro le form azioni che giocano a « testuggine » badando prima a difendersi poi ad offendere. Il Mantova ha così pagato lo scotto contro un Savona che si avvale di giocatori capaci, alla distanza, di farsi valere. Tagnin che si è assunto il gravoso compito di guidare i liguri incomincia a respirare. Un'altra squadra che sta mantenendo le promesse della vigilia è senza dubbio il Lecco, che ha rispolverato Berta mediano di propulsione. I lariani sono passati all’Appiani di Padova dove invece i grigi erano stati costretti a dividere la posta. L’ultima del novero delle favorite l'Alessandria di Dino Ballacci, squadra oltremodo parsimoniosa che con soli due gol all’attivo e nessuno subito, ha raggranellato cinque punti marciando in perfetta media inglese. I grigi dopo la vittoria sul Legnano e il pareggio di Padova, erano particolarmente attesi alla prova per una verifica di quel fiato corto che, se valido in trasferta, da sempre qualche preoccupazione quando si gioca tra le mura amiche. Il provino c risultato positivo in quanto il risultato è oltremodo bugiardo: un tre a zero avrebbe meglio rispecchia. t^ i valori in campo, pur dando atto alla combattibilità del Seregno, che, se si eccettua il gioco intimidatorio di Corbetta — ammonito — ha giocato e lasciato giocare senza abbandonarsi ad ostruzionismi. Il mister ha sintetizzato la caratteristica dei grigi in poche parole: una squadra solida, che costruisce una mole di gioco notevole senza rischiare più del lecito. Un ’’rullo compressore” che procede senza cambiare marcia, ma che ricupera assai bene in pianura il terreno perduto quando si presentano le asperità più dure. Una specie di fuoristrada, forse brutto in apparenza, ma che possiede un motore con molti cavalli, che sa districarsi quando il percorso è costellato da cunette e acquitrini. Il volto dell’Alessandria edizione 1973-74 non è cerio quello dell’undici che ammirammo con Manente e successivamente con Marchioro. Quest'ultimo puntò su una formazione che creava gioco ed andava anche sovente a rete, ma la proiezione offensiva andava a discapito della tenuta difensiva. La controprova la si ha dai 27 goal subiti che, per un complesso in lotta per la promozione, sono sempre troppi. L'undici varato per tentare, per l’ennesima volta l’assalto alla diligenza della serie B, si evidenzia da quelli del passato proprio per la manovra scarna, la assenza di funamboli che accendono i vari fotogrammi della partita con "a soli” da primattori. E’ indubbiamente, come lo stesso Ballacci ha detto, « una squadra che fa soffrire il pubblico abituato a ben altro ritmo, ma che alla resa finale dei conti si presenta sempre con risultanze attive ». Con questo non si vuole dire che la manovra sia ormai standardizzata sul modulo applicato in queste prime fatiche di campionato. Alcuni ritocchi sono indubbiamente indispensabili, in particolare in fase offensiva dove m anca quella che il mister definisce la "tor. re”, vale a dire il giocatore di buona taglia atletica, capace di sfruttare convenientemente i cross. Sarebbe un grosso errore quello di non reperirlo sul mercato con la riapertura delle liste novembrine. I primi successi non devono trarre in inganno, tanto più che è la stessa lunghezza del campionato a richiedere quei ricambi indispensabili quando la fatica incomincia a pesare. Non bisogna ignorare che gli incidenti e le squalifiche hanno sempre un peso notevolissimo, in particolare quando si deve manovrare per raggiungere un determinato obiettivo che non è certo quello del centro classifica. Con un’attaccante che si inserisca nella manovra attuale dei grigi si può tranquillamente proseguire il cammino senza troppe titubanze. L’incontro con il Seregno ha detto chiaramente che l’Alessandria dispone di un centrocampo validissimo e, di una difesa altrettanto granitica, mentre per l’attacco il successo è legato alla vitalità di due soli uomini e precisamente di Baisi e Musa. Stante l’assenza di Maldera, sottoposto la scorsa settimana ad intervento chirurgico a] setto nasale — al bravo Attilio formuliamo da queste colonne vivissimi auguri per una pronta guarigione — Ballacci ha rivoluzionato completamente quello che era stato il volto dell’Alessandria della Coppa Italia e delle prime due partite di campionato. La necessità di inserire Dalle Vedove e Baisi ha consigliata il tecnico di schierare una formazione che vedeva Colombo a guardia di Canzi e Unere alle costole di Fagnani che è il centravanti. Giocando Monti arretrato, Volpato lo ha tenuto costantem ente d ’occhio seguendolo come un'ombra. Sulla fascia centrale Reja e Dalle Vedove appoggiati da Mazzia e Dolso, il quale doveva coordinare la manovra a vantaggio degli uomini gol. Un’Alessandria con molti centrocampisti assai bravi nel creare uno sbarramento oltre il quale era difficile andare, meno invece quando si è trattato di sostenere la manovra offensiva. Dolso, Mazzia, Reja e Volpato hanno il solo torto di non sfruttare adeguatamente le fasce laterali, sulle quali è assai più facile avanzare per poi appoggiare sul compagno smarcato. Ne! primo tempo si è notato questa deficienza, riscontrata dallo stesso Ballacci il quale, ha riconosciuto che il quartetto non ha ancora la mentalità tattica di allargarsi nelle zone dove le marcature avversarie sono più allentate. Se l’allenatore riuscirà a creare questo abito mentale ai nostri centrocampisti, sarà l’intero complesso a trarne vantaggio anche per quanto si riferisce al gioco collettivo. Proprio perchè il campionato impegna un lasso di tempo che intercorre tra l’autunno e l’estate, si deve cercare di ridurre la fatica, Io spreco di energie al minimo per non finire arrostiti come sovente è accaduto in passato. Il tempo per inculcare nei giocatori questi concetti non mancano anche se quest’anno è indispensabile mantenere una tabella promozione che lascia poco spazio per gli esperimenti. Monza, Lecco. Mantova sono squadre pronte a sfruttare il minimo errore, ma i anche per le bigs — e la i cosa è inevitabile — non mancheranno di compierne a vantaggio dei grigi. L’Alessandria ha fornito domenica una prova abbastanza aderente alla realtà futura: un gioco piuttosto compassato, poche fiammate di gioco spumeggiante, molto lavoro al corpo dell’avversario. Il "rullo compressore” grigio procede con un ritmo che a volte sembra blando, ma che con il trascorrere dei minuti incide notevolmente sull’avversario, costretto a dare fondo alle energie per districarsi da quel dedalo di avversari sempre pronti ad inserirsi — seppure con manovra elaborata — verso la porta. Quella miriade di passaggi che nella maggior parte dei casi il pubblico poco gradisce, dà i suoi frutti come i novanta minuti della partita hanno dimostrato. Il primo tempo dell’Alessandria non è stato esaltante: pochi tiri in porta; qualche sgroppata improvvisa, ma nulla di trascendentale. Una fase di studio nel corso della quale i centrocampisti l’hanno fatta da padrone, tanto che Pozzani ha svolto il proprio lavoro senza troppo affanno. Quando ’’girano” Barbiero e Colombo, per gli incursori, il compito diviene quanto mai proibitivo. L’intelligenza tattica di Barbiero non si discute: il capitano ha compiuto due soli errori, uno nel primo tempo e il secondo nella ripresa. Un passaggio balordo sulla sinistra quando invece poteva appoggiare su Dolso e u n ’altra indecisione della fase finale della contesa. Nelle altre occasioni disco rosso per le poco convinte punte azzurre, più preoccupate di non svegliare l’Orso che dorme che di punzecchiarlo con azioni ficcanti. La sicurezza di Barbiero si propaga a tutto il reparto e Pozzani, con un tale compagno che blocca sul nascere gli intendimenti dell’antagonista, non ha troppi patemi d ’animo. Lo dimostra il fatto che l’estremo difensore né in Coppa Italia, né in questi primi 270 di gioco, si è chinato per raccogliere in fondo, alla propria rete un solo pallone. Se Barbiero dimostra di essere un libero al quale non fa difetto l’esnerienza, Colombo sta riscattandosi ampiamente dalle disavventure che lo hanno costretto al palo per ben due campionati. Lo stato attuale di form a è veramente smagliante: si direbbe che Antonio ha ritrovato se stesso dono una lunga parentesi. Gli si faceva carico di non essere scattante, di lasciarsi battere sul tempo: per non incorrere in questi errori, gioca costantemente d’anticipo sia di piede che di testa. Quel che più conta è che agisce con sicurezza: che non ha titubanze neppure nei momenti cruciali della contesa. Quando il Seregno attaccava, la sua testa svettava sempre più in alto delle altre poi. proprio per confermare che la tenuta atletica non difettava, entrava perentoriamente nell’azione per concedere quell’apporto che i centrocampisti, a volte, facevano mancare ai giostratori di prima linea. Dopo le molte incertezze della vigilia, Colombo ha conquistato sul campo il diritto a far parte della nuova Alessandria. Bene anche Unere il quale commette però ingenuità imperdonabili per un atleta della sua esperienza. La troppa fiducia nei propri mezzi a volte può essere fatale per cui è bene non abusarne. I tifosi attendevano con una certa qual impazienza di rivedere all’opera Dalle Vedove. Il ragazzo non ha brillato: ha incominciato in sordina; ha fallito diversi passaggi e solo nel finale della ripresa ha accennato ad un certo risveglio. L’ex barese che gli sportivi conoscono per aver militato nell’Alessandria possiede doti atletiche assai più consistenti di quelle messe in mostra domenica. Diciamo allora che ancora a corto di preparazione e che il passo è incerto. A sua scusante la considerazione clic era la prima partita ufficiale in cui veniva occupato e con compagni che sono tuttora alla ricerca dell'affiatamento. Altrettanto si potrebbe dire di Reja la cui esperienza non si discute, come è fuori discussione quella di Mazzia che solo ram ente estrae dal suo cappello pezzi di bravura, come è stato in grado di fare nella parte finale della partita, quando operava in scioltezza. L’ex juventino non è certo un podista tanto che Ballacci gli ha affidato compiti di regia che l’interessato svolge con quel passo da maratoneta che sovente non gli consente di inserirsi nella manovra corale. Un ottimo palleggiatore non c’è dubbio, ma dato che difetta in progressione c’è da augurarsi che sappia emergere quando la pesantezza del terreno costringerà a fare viaggiare più speditamente la palla che l'uomo. La lieta sorpresa della giornata è venuta dal tarito discusso Baisi che dopo avere fatto le bizze per diverse settimane ha esordito in maniera autorevole tanto da meritarsi applausi a scena aperta. Gli manca il fondo, ma sino ai momento in cui la fatica non gli ha tagliato le gambe ha svariato sulle fasce laterali con notevole insistenza proprio per creare corridoi per la "spalla” Alusa. Un centravanti che preferisce la manovra allo sfondamento, ma che svolge la sua mansione con molta determinazione sempre pronto a scoccare il tiro ogni qualvolta gli si presenta l’occasione propizia. Il palo colpito poco prima della rete di Musa lo conferma. Dopo tanta astinenza è tornato a segnare il goleador dello scorso campionato: una rete da manuale. Potevano essere due se la traversa non gli avesse respinto una incornata magistrale. Rotto il ghiaccio non mancheranno altre soddisfazioni in particolare quando gli scambi con Baisi diverranno più spontanei e naturali. Il discorso si chiude con Dolso sempre bravo quando non si lascia tentare dal desiderio di strafare a tutti i costi. La mezz’ala ha evidenziato alcune impennate di prestigio a conferma che Arrigo può fornire un contributo non indifferente in particolare ora che si gioca su terreni ancora soffici. Di Volpato diremo che ha accusato qualche sbandamento, ma in complesso si è impegnato in un gioco di raccordo che richiede molto spreco di energie. Concludiamo con Manueli che pur avendo avuto sul piede due palle gol le ha sciupate più per inesperienza che incapacità. Esaurito secondo i programmi il secondo impegno casalingo si profila all’orizzonte la Solbiatese, squadra garibaldina che ogni anno riesce ad impressionare per la tenuta. Quest’anno non ha ancora fornito l'esatta misura delle proprie capacità ragion per cui la si deve affrontare con tutte le cautele del caso. Le squadre senza ambizioni di primato, non devono mai essere sottovalutate per non trovarsi con il classico pugno di mosche. L’obiettivo, inutile nasconderlo, sono i due punti proprio per mantenere sempre integra la media inglese. Battendo la Solbiatese, domenica sera potremmo trovarci anche al primo posto della classifica. Una posizione che scotta per cui non c'è da augurarci che il Monza riesca a fare bottino pieno: gli sportivi sono però di diverso avviso. Con l’Alessandria attuale si può affrontare il futuro con notevole tranquillità a condizione che nessuno salga in cattedra. I peccati di presunzione devono essere banditi: Ballacci ed i suoi ragazzi lo sanno. (Il Piccolo - Il Gattopardo) Vittoria (1-0) un pò faticosa con il Seregno AI GRIGI BASTA UNA RETE PER SALIRE IN CLASSIFICA Il gioco è il solito: difesa sicura, centrocampo attivo, attacco al rallentatore e pochi gol Un gol dell'Alessandria al Seregno con tanta fatica. «Questa squadra — ha ietto negli spogliatoi il trainer Ballacci, sorridendo — ci farà tanto soffrire». Ballacci si riferiva giustamente alle difficoltà dei grigi nell'andare a rete. In tre partite l'Alessandria ha segnato due gol, uno dei quali su autorete. Cinque punti raggranellati in classifica con il punteggio minimo indispensabile. Il gioco della squadra non pare gran che cambiato rispetto alla scorsa stagione. Mutano i giocatori e la conduzione tecnica, ma l'impostazione è la solita. Questo non significa che l'Alessandria non abbia potenzialmente qualità per portare avanti ancora una volta il discorso della promozione. La difesa appare ora più sicura dell'altr'anno, con il buon rendimento di Unere, di Colombo, di Barbìero. I ritocchi della campagna acquisti in questo settore sono apprezzabili. Pozzani quindi ha meno lavoro, può prendere fiato e intervenire, al momento con autorità. I compagni di reparto del resto gli danno affidamento. Le gioie e i dolori dei grigi stanno in parte nel centrocampo... L'Alessandria è squadra di centrocampisti: da Reja a Dalle Vedove, Volpato, Mazzia, Dolso, per non citare nuovamente i nomi dei difensori che spesso amano abbandonare posizioni statiche per tentare appoggi, inserimenti, pressioni offensive. Anche con il Seregno si so¬ no notate le abituali difficoltà. Fino alla trequarti campo la squadra macina un numero impressionante d'azioni. Ma non è mai una manovra veloce, in profondità. E' un passo cadenzato, quella «marcia in meno» che permette agli ospiti di prendere adeguate contromisure, di distruggere costantemente i dialoghi interessanti. L'Alessandria ha lavorato ai fianchi il Seregno per un'ora prima di andare in gol. Una fitta ragnatela di passaggi orizzontali, poche puntate sulle fasce laterali e un rifornimento discontinuo alle punte. Si tratta insomma di snellire il gioco (non si potrà ovviamente cambiare del tutto le caratteristiche naturali di certi giocatori), di renderlo di conseguenza più piacevole, e di assicurar- L'alessandrino Musa, un attaccante incisivo si una punta al mercato di novembre. Questa è anche l'attesa dei tifosi e l'intenzione della società. Con il Seregno si è visto l'esordio di Baisi. L'ex novarese ha iniziato bene la partita, dimostrando generosità e convinzione, poi lentamente è calato, tanto da dover chiedere la sostituzione alla mezz'ora della ripresa. Per Baisi comunque è soltanto questione di trovare la giusta condizione fisica e qualche gol per il morale. Il discorso della preparazione atletica vale anche per Dalle Vedove, che dopo un avvio stentato si è in parte ripreso. Anche Mazzia può e deve migliorare. E' parso ancora un po' appesantito, non del tutto a suo agio. Confortanti, invece, i guizzi di Musa e il notevole lavoro di «spola» di Dolso. La partita non ha offerto grosse emozioni nel primo tempo. Il Seregno era intenzionato a strappare almeno un punto e, dopo qualche iniziale incertezza tattica, ha preso le misure dell'Alessandria. Buona difesa, quella dei lombardi, che si basa sull'esperienza di Dellagiovanna per risolvere le situazioni più complicate. Un centrocampo che si è preoccupato più di bloccare le iniziative dei grigi che di abbozzare qualche offensiva. Quando l'ha fatto, Pozzali, Fagnani, Canzi hanno cercato di infastidire Pozzani, ma il peso di queste schermaglie è apparso troppo inconsistente. L'Alessandria, invece, ha avuto uno spunto pregevole al 29', in occasione di un pericoloso tiro-cross di Dolso. Baisi più volte ha tentato il tiro di prepotenza, ma è stato anche sfortunato per i continui rimpalli. Nella ripresa la prima insidia è per l'Alessandria. Al 53' infatti Pozzani si libera di un uomo e indirizza trasversalmente il pallone verso Pozzani che non trattiene. Canzi potrebbe approfittare della favorevole occasione, ma colpisce male la palla e l'azione sfuma. L'Alessandria inizia a premere. Al 58' Baisi tenta di sorprendere Banfi. Sull'intervento del portiere la palla carambola su un palo. Un minuto dopo il gol. Su azione di calcio d'angolo Musa appoggia a Reja, riceve ancora la sfera, entra in area di forza e fulmina Banfi con un tiro in diagonale. Il piccolo attaccante potrebbe raddoppiare al 70'. Su invito di Baisi, infatti, riesce a colpire la palla di testa che batte contro la traversa. Con qualche centimetro d'altezza in più, Musa non avrebbe certo avuto difficoltà a schiacciarla in rete. Il gioco nel secondo tempo è vivo. Il Seregno cerca il pareggio con l'azione a sorpresa, ma i grigi non si concedono eccessive distrazioni e potrebbero «chiudere» sul 2-0 se Manueli non fallisse per precipitazione un paio di ottimi inviti. (La Stampa - Ed. Sport - Ferruccio Cavallero) Risultati: Belluno - Legnano 1-1 Bolzano - Gavinovese 2-0 Clodiasottom. - P. Vercelli 1-1 Mantova - Savona 1-1 Mcnza - Udinese 1-0 Padova - Lecco 0-1 Solbiatese - Derthona 0-0 Venezia - Triestina 20 Vigevano - Trento 0-0 CLASSIFICA: Monza p.6; Lecco, Alessandria, Mantova 5; P. Vercelli, Trento, Belluno, Venezia 4; Udinese, Solbiatese, Clodiasottom. 3; Savona, Bolzano, Legnano, Vigevano, Gavinovese, Triestina 2; Derthona, Padova 1; Seregno 0 Marcatori: 4 reti: Zanolla (Mantova). 2 reti: Stella (Clodiasottomarina), Dalla Bella (Belluno), Ardemagni (Monza), Guarnieri (Pro Vercelli), Bellinazzi (Venezia) Il punto sul campionato Il Clodia e la Pro Vercelli si sono divisi la posta in palio: gli ospiti hanno giocato due tempi completamente diversi: primo tempo da manuale chiusa in difesa e ordinata, lucida a centrocampo mentre nella ripresa è mancata, la squadra ospite, sul profilo della tenuta atletica. Lo scontro tra due matricole della Serie C si è risolta a favore del Bolzano che è riuscito a raccogliere a spese della Gavinovese i primi due punti. Prima boccata di ossigeno e primo punto in classifica per il Derthona, nella ripresa i è vista anche un pò di grinta ma i problemi dei leoncelli sono tutt'altro che risolti. E' passato in vantaggio il Savona, ha pareggiato il Mantova: la gara, tecnicamente, è stata dominata dai padroni di casa ma combattuta e sofferta anche dal Savona che è riuscito a condurre in porto un utile pareggio.