Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1973/1974
Serie C
21-10-1973 - Giornata: 6 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Gavinovese US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Pozzani Flavio, Di Brino Marcello, Colombo Antonio, Reja Edoardo, Barbiero Valeriano, Dalle Vedove Giampiero [66. Mazzia Bruno], Manueli Luigi, Volpato Angelo, Baisi Sergio Pietro, Dolso Arrigo, Musa Ezio A disp.:(P) Croci Claudio, Unere Giuseppe All.: Ballacci Dino

Formazione avversaria
GAVINOVESE US: Chiaravalle, Nervi, Aimone, Avere, Sobrero, Unere Carlo, Giacomelli [71. Zunino], Gittone, Mannino, Pacciani, Ulivieri. A disp.: Gennari, Schiesari. All.: Hanset Enrico

Arbitro: Baldoni Mattia (Ancona)
Note
Rigore parato al 65. a Musa [A], Espulso 88. Gittone [G]. Ammoniti Gittone [G], Dalle Vedove [A], Giacomelli [G], Dolso [A] Angoli: 22-0 Spettatori: oltre ottomila di cui 6.518 paganti per un incasso di 10 milioni 791 mila lire. Inizio gara ore 14.30

Commento
CILECCA DEL RAZZO MANDROGNO CONTRO IL BUNKER GAVINOVESE Il primo ’’derby” non ha avuto né vinti né vincitori © Musa fallisce un rigore, poi Nervi respinge sulla linea di porta © Novanta minuti all’insegna del non gioco. La condizione atletica ha la meglio sulla tecnica © Sulle fasce laterali i grigi non insistono e l’avversario ne approfitta © Il problem a della mezz’ala di punta © La dura trasferta di Trento, mentre la capolista Venezia saggia le forze della Pro Vercelli Sesta di campionato: il girone A della Sene C ha la sua ’’volpe” nel Venezia che, battendo il Bolzano di stretta misura, è riuscito a sedersi sulla poltrona di capo classifica. Per la capolista neppure il tempo di tirare il fiato che già si preannuncia uno scontro ad alto livello, quello della prossima domenica con la sorprendente Pro Vercelli. E’ questo il confronto che polarizzerà l’attenzione della settima giornata. Lo scorso turno ha riservato pili di una sorpresa: l’Alessandria che pareggia al « Moccagatta » il ’’derby” ; il Monza che si fa trafiggere per tre reti a zero dal Lecco e, ancor peggio, il Mantova Solbiatese. Pure il Belluno dopo avere piegato i grigi grazie alla compiacenza dell’arbitro Marino di Taranto, ha diviso la posta contro una Triestina garibaldina. Una giornata rivoluzionaria che ha ridimensionato molte ambizioni e che riapre inquietanti interrogativi nonostante il cammino per tagliare il traguardo di giugno sia molto lontano. Senza sindacare troppo cosa è accaduto in casa altrui, diamo uno sguardo al derby disputato al ’’Moccagatta” e conclusosi a rete inviolate. L’attesa era 'vivissima negli ambienti sportivi, desiderosi di sapere come si sarebbero comportati i beniamini in un confronto sempre ricco di incognite, come è appunto un derby. Ottomila spettatori sugli spalti e molte speranze che, è bene dirlo subito, sono andate deluse. Il pubblico che si assiepava all’uscita degli spogliatoi ha che cede di schianto alla accolto i giocatori con commenti piuttosto salaci. Nelle parole dei tifosi c’era molta stizza per quanto accaduto in campo; per quel gioco al rallentatore messo in mostra durante novanta minuti. E’ fuori discussione che l’Alessandria impostata nello scorso luglio non ha il brio di un cavallo da corsa, ma piuttosto l’andatura di un... Orso che alterna la corsa al passo. Lo si è visto chiaramente nelle prime uscite degli alessandrini che, in una sola occasione, quella con la Solbiatese, sono straripati; per il resto molta parsimonia, per non dire troppa. La grande forza risiede nel pacchetto difensivo che anche nei momenti critici riesce a contenere la foga degli avversari, a limitare al minimo i guai. Così dopo sei partite nella casella delle reti subite ne troviamo solo una e per di più regalata o quasi. Basta la difesa per vincere un campionato che si preannuncia tra i più duri c incerti degli ultimi anni? E’ la domanda che abbiamo cercato di rivolgere al mister evidenziando che il clichè del complesso lascia prevedere molte sofferenze e poche gioie. Dopo il derby si discute sul numero delle punte: meglio due o tre ? La domanda è interessante, in quanto Ballacci ha lasciato chiaramente intendere che è meglio optare sulla coppia Baisi - Musa che su un terzetto formato da Baisi - Musa - Manueli. Gli attaccanti a disposizione si contano sulla punta delle dita, se poi si osservano ai raggi x ci si accorge che solo uno ha nel piede la castagna del goal. Servire due punte è più facile che impostare la manovra offensiva su tre o quattro. Resta da stabilire se con così poche frecce è possibile andare in goal con più rapidità. Di squadre come la Gavinovese, al ’’Moccagatta”, se ne vedranno altre, per cui è facile dedurre che se non si trova il rimedio diversi preziosi punti prenderanno il largo. All’AIessandria continua a mancare una mezz’ala di punta che, pur partendo da centrocampo, sia in grado di incunearsi negli spazi creati da Musa e Baisi. Mancando il jolly, tutto diviene difficile, anche se nell’arco dei novanta minuti si trova lo spiraglio per giungere quattro o cinque volte a contatto con il portiere avversario. Novembre bussa alla porta, ma per il momento la dirigenza grigia non sembra affatto disposta a dare al tecnico quel giocatore che risolverebbe molti dubbi. Pur nutrendo fiducia negli uomini a disposizione di Ballacci, restiamo scettici sulla possibilità che la formazione attuale possa ’’esplodere” improvvisamente mettendo a tacere ogni critica. Con i centrocampisti ci si può difendere, controbattere con decisione alle punte dell’ avversario, ma difficilmente costruire vittorie nette che non prestino fianco alla critica. Siamo nella fase d ’avvio per cui ci sembra logico puntare il dito sulla piaga perchè allo stato attuale si può trovare un rimedio; domani potrebbe essere troppo tardi. L’intelaiatura della squadra è solida, nessuno lo discute, ma è proprio partendo da questo presupposto che non si può chiudere gli occhi davanti alla realtà. Al sig. Ballacci manca il tassello per finire il mosaico, un tassello che ovviamente deve combaciare perfettamente con quelli che sono al posto giusto. Nel corso della partita, pur con una difesa abbottonatissima si può anche subire una rete, come accadde nel Veneto; in questo caso occorre disporre delle armi per risalire la china senza avere il fiato grosso. Nell’unica occasione in cui si è trattato di rimontare i grigi hanno fallito. D’accordo, è solo una partita, ma quante altre se ne presenteranno durante il campionato ? Il lungo preambolo intende richia- i mare le responsabilità che ; non possono essere scaricate in blocco sull’allenatore. La premessa era indispensabile prima di addentrarsi nel commento della partita con la Gavinovese, una partita — se vogliamo — che avendo in sé il germe dell’incontro stracittadino, non si può giudicare con lo stesso metro delle altre. Per vincere o pareggiare le partite, due possono essere le tattiche, indipendentemente dagli accorgimenti tecnici che i maghi delle panchine adottano. La prima è di disporre le pedine sfruttando al massimo il bagaglio tecnico che è patrimonio di diversi atleti che oggi indossano la maglia grigia. La seconda è la condizione atletica che è un po’ l’arma dei .. . poveri. Hanset allenatore novese, ha applicato quest’ultima con risultati più che soddisfacenti. « Contro un’Alessandria tecnicamente perfetta era indispensabile effettuare marcature a tutto campo — conferma il mister dell’altra sponda — impedirle insomma di fare del gioco ». Partendo da questo presupposto Hanset ha incollato i suoi uomini agli alessandrini chiudendo loro ogni corridoio, restringendo al massimo lo spazio per la manovra. In ciò è stato avvantaggiato da quel gioco corto, fatto di passaggi laterali che ha il pregio di dare agli uomini di centrocampo la possibilità di avanzare, ma anche alla retroguardia ’’nemica” di rientrare, di prepararsi con molta calma a respingere l’offesa. Il presupposto tattico per vincere la gara era quello di sfruttare le fasce laterali sia per portare avanti la palla, sia per indurre gli ospiti ad aprire le maglie. Si è invece operato lungo l’asse centrale del campo dove maggiore era la concentrazione di uomini, dove il fare filtrare un pallone era impresa non solo ardua, ma impossibile. Per i primi 45’ si è insistito in quella che potremmo definire una tattica suicida, la tattica che portava inevitabilmente al nulla di fatto. Ne volete la riprova ? Le occasioni migliori della Alessandria sono scaturite, guarda caso, da inserimenti sulle linee laterali. Ogni qualvolta Volpato si trasformava in ala la cerniera novese diveniva fragile: da due aperture sulle fasce è nato il rigore e un traversone che Baisi, in tuffo, per poco non trasforma. Prendiamo la stessa posizione di Manueli che nelle intenzioni del mister doveva essere la famosa terza punta di cui molto hanno parlato i giornali nei giorni di vigilia del derby. Il ragazzo scende in campo occupando una striscia di terreno che, guarda caso, è quella di altri suoi compagni. Invece di scattare in avanti attende il passaggio da un metro per poi scambiare con Io stesso compagno o stringere nuovamente al centro. Il disagio è evidente tanto è vero che sia Musa quanto Baisi si vedono costretti a ritornare la sfera al collega che lì ha m essi in movimento. I grigi macinano gioco, fra n tu ¬ m ano le p u n tate della Gavinovese, m a invece di concretizzare la superiorità territoriale, indiscussa, subiscono i contropiedi che mettono in allarme Barbiero e il settore arretrato. Per registrare un tiro — che si possa definire tale — bisogna attendere il 40’ quando Manueli, sceso sulla destra, mette al centro un pallone per Dolso il quale saetta e, per poco, non nasce il goal. La Gavinovese cosa ha fatto di veramente eccezionale ? Diremmo poco, meglio si è adattata al gioco dell’Orso; si rin serra a riccio; fa barricate, se è il caso, pronta a imbastire nuovamente la azione di alleggerimento. Cosa è dunque mancato all’Alessandria ? Le stesse cose che lo scorso campionato difettarono a Marchioro nella fase introduttiva del campionato; un uomo che sappia veramente fare l'ala. Marchioro trovò Vanzini che lo sollevò da tanti dubbi mentre Ballacci è ancora alla ricerca dell’uomo jolly che gli consenta di sfruttare quella miniera di gioco che il centrocampo è in grado di approntargli. Il mister fidava molto in Dalle Vedove, m a l’ex tornato all’ovile sembra che snobbi queste contese. Il passo è piuttosto incerto; l’impegno a sua volta lascia trasparire alcune riserve. Stando ai « si dice » Dalle Vedove m ira ad un trasferimento novembrino. Il ragazzo del resto non ha mai fatto mistero sul fatto che la serie C non si ad atta ai suoi mezzi tecnici e atletici. Volpato fa il proprio dovere fino in fondo, nessuno lo discute, ma a volte il gioco corto pare non calzi a pennello con i suoi intendimenti di giocatore che non disdegna, per sua ammissione, la puntata verso la rete avversaria. Il gran lavoro di Reja che dà fondo ad ogni energia per cercare di legare i tari reparti sparisce così nel nulla o quasi. Le note liete le troviamo sempre in difesa dove Pozzani continua a mantenere la propria inviolabilità e Di Brino sembra crescere di statura ad ogni partita. Capitan Barbiero resta l'autentica colonna: sempre freddo, spezza il gioco degli altri e imposta sul compagno senza m ai sciupare. Colombo quando è libero da marcature trova la voglia per puntare verso l’opposta sponda alla ricerca di un goal che pare gli stia molto a cuore. Alessandria dai due volti o quasi considerata l’apatia che la contraddistingue in fase di avvio e la maggiore mobilità che evidenzia nella ripresa. I secondi 45’ del derby hanno consentito di vedere un’Alessandria più grintosa anche se non sempre la chiarezza di idee l’accompagna. La maggiore grinta poteva trovare il premio dei due punti se Musa non avesse balordamente calciato il pallone fuori dalla porta di Chiaravalle. Il ragazzo che la recente polemica deve avere reso particolarmente nervoso si esibisce con i nervi a fior di pelle o quasi. Non sta al cronista cercare le cause del male che sembra minare il goleador. Acqua passata non macina più, dice un vecchio proverbio. Il pareggio nel primo derby stagionale è all’archivio; si deve pensare al domani cercando di non ripetere gli errori del passato. La trasferta di Trento si presenta per l’Alessandria con tutte le caratteristiche di un’esame di matematica. I trentini la scorsa domenica si sono imposti vistosamente a Legnano mettendo nel sacco dell’avversario qualcosa come cinque goal. II successo ha consentito loro di appaiarsi ai grigi. Contro un avversario che ha le carte in regola per disputare un campionato di primo piano i ragazzi di Ballacci devono dimostrare ai tifosi quale è la loro tempra. Un insuccesso avrebbe ripercussioni incalcolabili più sul piano m orale che su quello per il primato. Un pareggio lascerebbe i dubbi che angustiano i tifosi anche se un punto, in una trasferta così ardua, è sempre prezioso. Il successo pieno potrebbe allontanare molte nuvole e nel contempo migliorare una media inglese che c divenuta insufficiente essendo precipitati a meno due dopo avere disputato quattro gare casalinghe e sole due trasferte. E’ presto per avanzare indicazioni sulla probabile form azione. I possibili rientri di Unere o Maldera non contribuiranno certo a dipanare la matassa dell’incertezza; sono le punte che devono fornire una prova positiva. Quale la strada ? Torniamo al discorso iniziale, alla constatazione che si può mescolare il mazzo a piacimento, ma le carte saranno sempre le stesse. Sono validi e bastanti questi assi ? Lo sapremo indubbiamente nel prossimo confronto. L’ Alessandria dopo due mesi di campionato, non può restare avvolta in una cortina fumogena; i tifosi vogliono sapere se il materiale umano è bastante per la B o se invece è indispensabile qualche ritocco. La domanda è logica e pertinente visto che sino a ieri si è parlato di promozione. Pienamente d’accordo sulle considerazioni di Ballacci che non dispera, m a basta ciò per rassicurare i tifosi ? Il pareggio con la Gavinovese forse non dice nulla, ma le ombre è sempre meglio cancellarle subito, senza troppi indugi. Colui che è rimasto scottato difficilmente si lascia indurre a tuffarsi nuovamente nell’acqua anche se questa è gelida (Il Piccolo - Il Gattopardo) Al calor bianco il primo derby al Moccagatta ALESSANDRIA, TIFOSI ESASPERATI, MUSA "GRAZIA" LA GAVINOESE Il goleador dei grigi sotto accusa ha sbagliato un rigore - Schieramento di agenti Ad Alessandria si ricorderà a lungo questo derby con la Gavinovese, il primo ufficiale della storia delle due squadre. E' finita infatti 0 a 0, risultato ottimo per la neo promossa, deludente per i grigi. È bisogna dire che se si voleva instaurare una tradizione e un clima a livello di Incompatibilità tra le due squadre non si poteva trovare una maniera migliore. Dentro i novanta minuti della partita si sono messi tutti gli ingredienti per eccitare il pubblico In maniera negativa: falli odiosi, non gioco, un rigore sbagliato, polemiche continue. Cosi II pubblico del Moccagatta ha avuto modo di prendersela con entrambe le protagoniste. Con l'Alessandria che non è stata capace di vincere, con la Gavinovese che si è difesa forse con troppa energia. Gli ospiti hanno dovuto partire con il loro pullman scortato da un centinaio circa tra agenti e carabinieri, tra gli insulti dei tifosi, mentre alcuni giocatori dei grigi hanno ricevuto la loro parte di improperi, né è stato risparmiato il trainer Ballacci. Musa, addirittura, reo di aver fallito un penalty che poteva decidere l'Incontro, ha dovuto andarsene alla chetichella, uscendo da una porta laterale perché un gruppo compatto di contestatori lo attendeva minaccioso davanti all'uscita dagli spogliatoi. L'attaccante, capocannoniere del torneo l'anno scorso e goleador della squadra anche quest'anno, è al centro di un'antipatica controversia che lo ha reso inviso ai supporters alessandrini che lo accusano di aver sbagliato appositamente il tiro del rigore per farsi mandare via. Dopo essersi messo in vista nel 1972 Musa deve aver ricevuto qualche allettante offerta da una società di serie A (si parla di Sampdoria, Bologna e Verona) e nell'estate avrebbe chiesto di essere ceduto. L'Alessandria, invece, ha preferito assicurarsi nuovamente il suo apporto e l'attaccante è stato riconfermato. Per rimanere, comunque, l'ala sinistra avrebbe voluto una maggiorazione degli emolumenti, ma pare che la società da quest'orecchio non abbia sentito storie. La situazione si è quindi via via deteriorata al punto che sabato scorso Musa non parti con la squadra per Belluno, ma raggiunse poi i compagni all'ultimo momento. Questo fatto ha costretto Paolo Sacco, ad indire in settimana una conferenza stampa per chiarire che ogni controversia era stata appianata e che Musa avrebbe continuato a giocare nelle file dell'Alessandria. Oggi Paolo Sacco ci ha confermato che Musa non sarà ceduto e che ogni motivo di attrito è caduto. I tifosi, tuttavia, hanno interpretato l'errore del giocatore nel tirare la massima punizione come un tentativo di ribellione per farsi cacciare via e andare in un'altra squadra e lo hanno considerato un traditore. Il rigore concesso dall'arbitro Baldoni è stato casuale e in molti frangenti, nelle mischie sottoporta, I novesi si sono salvati sia per fortuna che per abilità. Dal canto suo l'Alessandria, che oggi provava per la prima volta un modulo a tre punte (Manueli, Baisi e Musa), non ha avuto la necessaria lucidità per impostare manovre determinanti. Ha provato con i dribbling, con I lanci lunghi, con le triangolazioni, con I passaggi laterali, ma ha sempre dovuto fermarsi di fronte alla barriera composta da almeno nove uomini. Il portiere Chiaravalle è stato molto bravo su un gran tiro improvviso di Dolso e poi se l'è cavata egregiamente nell'ordinaria amministrazione e in mischia. Nervi, Aimone, Avere, Sobrero e Unere, con l'aiuto di Gittone e Pacciani, hanno spazzato tutto quello che hanno potuto, mentre Ulivieri (neutralizzato molto bene da Colombo) e Mannino (forse il migliore in campo) hanno assolto il compito di alleggerire ogni tanto la pressione, risultando anche pericolosi in due o tre occasioni. La cronaca dei primo tempo si limita a registrare il tiro di Dolso al 40' che Chiaravalle ha parato con un gran balzo a fil di palo. Nella ripresa l'Alessandria è apparsa più Incisiva e veloce, ma senza risultato. Al 20' il rigore. C'è un'azione Balsi-Volpato conclusa con un lancio In area. Il pallone giunge sulle mani di Nervi e l'arbitro decreta la punizione. Musa tira, ma il suo calcio è fiacco e il pallone rotola sulla sinistra della porta suscitando l'entusiasmo tra i novesi già disperati. Nei restanti 25 minuti i grigi avrebbero parecchie occasioni per segnare, ma nel batti e ribatti il pallone esce sempre fuori. Al 39' è Nervi a salvare sulla linea di porta, sul tiro di Musa che cercava di farsi perdonare lo sbaglio. Tre minuti dopo l'arbitro espelle Gittone per un ennesimo fallo plateale. Nel corso della partita sono stati ammoniti Gittone, Giacomelli, Dalle Vedove e bolso, quest'ultimo per aver « camminato con i tacchetti sulla schiena di Giacomelli, costretto poi ad abbandonare sostituito da Zunino. Una partita, insomma, da dimenticare per l'Alessandria, mentre per la Gavinovese il punto guadagnato con la battaglia viene più che utile. (La Stampa - Ed. Sport - Cristiano Chiavegato) CLASSIFICA: Risultati: Belluno . Triestina 2-2 Clodiasott. . Derthona 0-0 Lecco - Monza 3-0 Legnano - Trento 1-5 Mantova - Solbiatese 0-1 Pro Vercelli - Savona 3-0 Seregno - Vigevano 2-0 Udinese - Padova 1-1 Venezia - Bolzano 1-0 CLASSIFICA: Venezia p.10; Pro Vercelli, Belluno, Lecco 9; Trento, Alessandria, Monza 8; Mantova 7; Bolzano, Solbiatese 6; Udinese, Padova, Gavinovese, Triestina 5; Clodiasott., Derthona, Vigevano 4; Seregno, Savona 3; Legnano 2 Marcatori: 5 reti: Zanella (Mantova); 4 reti: Dalla Bella (Belluno); 3 reti: Inferrerà (B elluno), Marchi (Lecco), Rossi (Pro Vercelli), Mongitore e Vergani (Trento), Bianchi e Bellinazzi (Venezia); 2 reti: Musa (Alessandria), Tedoldi e Mutti (Bolzano); Stella (Clodiasottomarina); Bonacina (D erthona); Foglia (Lecco); Ardemagni (Monza); Guarnieri, Rossetti, Sollier e Maioni (Pro Vercelli); Panucci (Savona); D’Alessi e Schillirò (Triestina); Modenese (Venezia) Il punto su campionato Ancora una esaltante prestazione della Pro Vercelli, tre a zero al Savona, molte trame di gioco, agonismo e determinazione, c'è stata qualche pausa nella ripresa ma il punteggio ormai era in cassaforte. Punto importante conquistato dal Derthona sul campo del Clodia grazie ad una organizzazione di gioco pulita e razionale. Prima vittoria stagionale per il Seregno: affermazione che non ha dato adito a dubbi avendo questa volta, la formazione brianzola, dominato il derby.