Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1970/1971
Serie C
18-04-1971 - Giornata: 30 - Reggio Emilia - Mirabello


Reggiana AC - Alessandria US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Ciceri Santino, Paparelli Ezio, De Luca Sergio, Magri Pier Luigi, Colombo Antonio, Paesanti Paolo, Mantellato Bruno, Di Pucchio Claudio [74. Berta Massimo], Sassaroli Gianni, Lorenzetti Giuseppe, Vanzini Franco A disp.:(P) Binelli Pietro All.: Manente Sergio

Formazione avversaria
REGGIANA AC: Boranga, Zuccheri, Giorgi, Vignando, Barbiero, Stefanello, Spagnolo, Picella, Galletti [46. Passalacqua], Zanon, Rizzati. A disp.: Bandieri. All.: Galbiati Ezio.

Arbitro: Ciacci Giulio (Firenze)
Note
Espulso 88. Paparelli [A]. Ammoniti: Sassaroli [A], Picella [R], Di Pucchio [A]. Angoli: 6-2. Spettatori: 13.550 circa di cui 5.000 alessandrini; incasso L. 19.289.400. Controllo antidoping per Boranga, Zuccheri, Rizzati, Ciceri, Paparelli, Vanzini. Infortunio all’ 85. per Boranga colpito da involontariamente da Sassaroli. Ferita al ginocchio destro suturata con 3 punti. L'attesa per questa partita era tale che, in questa occasione, forse per la prima volta nella storia, la trasmissione radiofonica “Tutto il Calcio Minuto per Minuto” effettuò un collegamento anche da un campo di Serie C. Cielo coperto, terreno in ottime condizioni Inizio gara ore 15.30.

Commento
HA TREMATO L’ALESSANDRIA SUL CONTROPIEDE “GRIGIO” Il Big match disputato davanti a quattordicimila spettatori (cinquemila i fans alessandrini si è risolto senza reti – Solo la bravura di Boranga ha salvato gli emiliani dalla sconfitta – La grande partita id Ciceri: scattante come un ventenne – Le palle gol di Sassaroli e lo strano arbitraggio (nervoso) di Ciacci nella ripresa – Domenica tutti a Busto Arsizio. “Pomeriggio di fuoco” avevano scritto i giornali di Reggio Emilia alla vigilia del big-match del girone A della serie C; ed ancora; ≪ Una partita che vale il primato ≫. Atmosfera dunque da suspence a poche ore dall’inizio del confronto disputato in una cornice grandiosa di pubblico; pensate: 14.500 sugli spalti, per un incasso superiore ai diciannove milioni di lire. Stadio nereggiante di folla e tensione alle stelle nei due clan. II ≪ pomeriggio di fuoco ≫ si e risolto con uno zero a zero, un risultato di parità che soddisfa tutti o quasi. La Reggiana, ovviamente, sperava di più, perché battendo i tradizionali avversari, si sarebbe insediata in una posizione di vantaggio, mantenendo inalterata nel contempo la media inglese che in virtù del pareggio interno è scesa a -1. Ai granata è toccato l’ingrato compito di scendere in campo per fare il risultato pieno a tutti i costi: si sa come va a finire in questo caso. Se i padroni non ce la fanno a passare, si innervosiscono ed il gioco esce dai binari della regolarità. Manente ed i suoi ragazzi a conoscenza che gli emiliani, in particolare nel primo tempo, avrebbero giocato tutte le loro carte migliori, hanno adottato una tattica prudenziale, diminuendo il numero delle punte e infoltendo il centrocampo. Praticamente i grigi si sono trovati ad operare con Sassaroli ed a turno con Vanzini e Mantellato, soccorsi nel contropiede da Lorenzetti, Di Pucchio e da Paesanti. La tattica si è dimostrata azzeccata, in particolare nel primo quarto d’ora, quando Spagnolo e compagni sostenuti a gran voce dal pubblico amico si sono rovesciati nell’area di Magri decisi a fare saltare la barriera difensiva. E’ stato appunto in questo frangente che le punte granata, pur dimostrando di sapere manovrare, hanno confermato i loro limiti nelle conclusioni a rete. I tiri più pericolosi sono venuti dai mediani, i veri propulsori delle manovre offensive. Colombo confermandosi tra i migliori, ha subito avuto ragione di Galletti che, con un mastino alle calcagna, ha smarrito la strada del goal. Il nostro stopper ha dominato, imponendosi per chiarezza di idee e tempismo, tanto che il diretto avversario si è arreso senza condizioni. Attento, come sempre Magri che doveva liberare l’area quando le punte riuscivano ad inserirsi tra le maglie difensive: il libero faceva buona guardia ergendosi davanti a Ciceri. Spagnolo, l’uomo vincente della Reggiana, doveva vedersela con un De Luca che in giornata di vena lo teneva sempre a portata, impedendogli ogni manovra che potesse creare le premesse per pericolose incursioni. Dall’altra sponda un Paparelli arcigno, non perdonava Rizzati il quale soffriva maledettamente quell’incollatura che gli impediva di scorrazzare sulla fascia laterale e, pertanto, di effettuare pericolosi cross al centro. Un compito ingrato spettava a Paesanti che si sfiancava nel dare man forte alla retroguardia senza trascurare il settore di punta. Il mediano non ha brillato come di consueto appunto per la mansione che doveva svolgere che gli imponeva di occupare una larga fascia di terreno. Sette polmoni non bastavano per tenere il passo degli arrabbiati granata che mordevano il freno contro una squadra ben decisa a fare valere il suoi diritti che non erano pochi. Dal canto suo Di Pucchio, piuttosto nervoso, si manteneva a centro campo pronto a suggerire o a fare da filtro sia alle incursioni dei padroni di casa che per gli spunti offensivi dei compagni. Il mister aveva ben collocato le pedine, compresa quella di Lorenzetti che, pur non attraversando una delle giornate migliori, rappresenta sempre un costante pericolo per la retroguardia . . . nemica. Rimangono le punte: Sassaroli si è mosso abbastanza bene e i suoi tiri sono quelli che hanno posto in più seria difficoltà Boranga. Le due estreme, contro una difesa piuttosto abbottonata, non hanno mai mollato spingendosi sovente sottoporta per trovare lo spiraglio. Il primo tempo è stato indubbiamente il migliore sotto il profilo dell’agonismo. Era evidente che la Reggiana cercava la rete in questa prima frazione per poi controllare il contendente nella ripresa. Solo forzando la saracinesca nei primi 45’, era possibile sperare in un risultato pieno: Galbiati aveva ben catechizzati gli uomini a tale proposito. L’Alessandria, sull’altra sponda, non poteva rischiare se non sul contropiede. Cosi agli attacchi in massa degli emiliani, gli alessandrini hanno risposto con rapidi capovolgimenti di fronte. E’ stato appunto al 19’ che Mantellato. con un preciso pallone ha appoggiato sullo smarcato Di Pucchio, accorrente sulla sinistra che ha calciato un pallonetto a mezza altezza che è uscito di poco. La mezz’ala avrebbe forse potuto avanzare ancora di qualche metro prima di concludere. Quattro minuti dopo era Sassaroli che falliva la deviazione a pochi metri da Boranga. Il centravanti al 25’ aveva nuovamente sul piede la palla buona per fare centro. Vinceva un rimpallo — dal quale usciva piuttosto malconcio per una pallonata in pieno stomaco — trovandosi libera la strada verso la porta: staffilava con tutta la rabbia che aveva in corpo e Boranga gli rispondeva da gran campione alzando quella vera cannonata. Nello spazio di sei minuti, l’Alessandria avrebbe potuto fare suo il risultato se gli avanti avessero agito con minore precipitazione. Era però possibile pretendere tanta calma in quell’ambiente surriscaldato? La Reggiana che sino a quel momento credeva di poterla fare da padrona si innervosiva ulteriormente. Era veramente pericoloso scherzare con il fuoco. Zanon, indubbiamente il migliore nelle file granata, era l’artefice di un gran tiro nell’angolino basso alla sinistra di Ciceri. Il portiere che già in precedenza era stato pronto a dire di no ad un’altra incursione della stessa mezz’ala, questa volta era davvero portentoso. Si distendeva e in due tempi la palla era tra le sue mani. Gli applausi questa volta si sprecavano sia per l’attaccante che per il difensore. Replicava prontamente l’Alessandria con Vanzini che da destra ’’tagliava ” un pallone sul quale Boranga si distendeva per deviarlo in angolo. Un pallonetto insidiosissimo che faceva venire il brivido ai tifosi locali. Pronta reazione della Reggiana ancora con Zanon, ma pure Ciceri imitava il collega confermando che sapeva fare buona guardia alla sua rete. Un primo tempo dunque equilibrato, ma le migliori occasioni erano state degli attaccanti mandrogni. Nella ripresa Galbiati puntava su Passalacqua visto che Galletti non sarebbe mai riuscito a liberarsi di Colombo. La prudenza per questi ultimi 45’ minuti era di prammatica. La Reggiana si era accorta che poteva pure buscarle, ragion per cui la sua manovra diveniva più accorta. L’iniziativa era ancora di Zanon che giocava il tutto per tutto, ma la difesa alessandrina era con gli occhi bene aperti. Non si poteva certo gettare alle ortiche quel punterello veramente d’oro. Picella al 17’ saggiava ancora una volta le capacità di Ciceri, ma il capitano era prontissimo nel respingere con i pugni. Il clima si surriscaldava non solo per una spericolata rovesciata di De Luca su Passalacqua, ma per le strane interpretazioni dell’arbitro Ciacci. il direttore di gara, piuttosto casalingo, fischiava punizioni a tutto spiano e a binario unico, vale a dire contro gli alessandrini. A farne le spese, nella maggior parte dei casi, erano De Luca e lo stesso Paparelli che al 41’ finiva anzitempo l’incontro. Un’entrata fallosa su Vignando — ma in precedenza se ne era vista una su Mantellato che era finito gambe all’aria contro la rete di recinzione — e Ciacci senza esitazione indicava la via dello spogliatoio. I brividi non erano tuttavia finiti mentre il nervosismo aumentava tanto da fare temere il peggio; Sassaroli su un bel lancio entrava solo in area e Boranga usciva alla kamikaze. Salvava il risultato, ma non un ginocchio. Altra esplosione di ira, poi l’arbitro, senza ricuperare neppure un secondo, rinviava tutti negli spogliatoi. Soddisfazione nel clan grigio, meno in quello granata che credeva molto in questo confronto che avrebbe dovuto segnare l’avvio di quella operazione distacco dalla coinquilina. L’Alessandria poteva pure vincere, ma doveva rischiare grosso con una tattica più garibaldina. L’≪undici ≫ pur senza mettere a repentaglio il risultato è andato, più degli avversari, vicino al goal: è mancato come sempre il pizzico di fortuna. Negli spogliatoi, a fine gara, soddisfazione generale. Non sono mancate ovviamente le critiche al direttore di gara da parte di quegli appassionati che sono vicini all’ambiente dirigenziale. Il presidente Sacco che con il vice Borasio, Testa, Boidi, Cassinelli, Armano, i due Sacco iunior avevano compiuto il viaggio in pullman con i giocatori per essere loro vicini, hanno espresso pareri lusinghieri sui ragazzi, chiamati ad una di quelle prove in cui si può valutare la caratura non solo atletica, ma psicologica. Nelle scorse settimane avevamo scritto che una delle prerogative per imporsi in questo duro torneo sarà appunto quella della resistenza non solo fisica, ma morale. A Reggio Emilia abbiamo visto una squadra che sa giocare tenendo i nervi ben saldi, senza mai lasciarsi trasportare dall’orgasmo. Ad otto giornate dalla conclusione i grigi, tornando imbattuti dall’Emilia, hanno indubbiamente rafforzato le speranze di tornare in serie B. Il conto con la Reggiana è pari: sia noi che loro abbiamo quattro confronti in casa e altrettanti fuori. Lo scoglio maggiore per Ciceri rimane quello di Padova contro una squadra che dopo avere tenuto validamente testa al duo Alessandria-Reggiana, ha incominciato a perdere terreno nel girone di ritorno, come del resto ha fatto il Parma. ≪ Pensiamo alla Pro Patria ≫, ha detto domenica sera Borasio: l’ostacolo che ci attende nel prossimo turno è appunto quello dei bustocchi. E’ una delle squadre che ha l’acqua alla gola e che si impegnerà allo spasimo per non uscirne con le ossa rotte. Manente dovrà risolvere probabilmente il problema di Paparelli espulso: il sostituto è pronto. Si tratta di Fusi che smania dalla voglia di dimostrare che può dare molte soddisfazioni al tecnico e agli sportivi. Per il resto non ci dovrebbero essere novità: Di Pucchio uscito al 28’ della ripresa (Berta lo ha sostituito degnamente) dovrebbe riprendersi in tempo. Prima di chiudere queste note sul big-match, una parentesi dedicata agli sportivi. Al ’’Mirabello” erano circa cinquemila, giunti da tutta la provincia per essere vicini alla squadra del cuore. Non hanno badato a sacrifici pur di non mancare all’atteso confronto. E’ stata una grande prova di fiducia sia verso la squadra che i dirigenti. La passione sta contagiando un po’ tutti: sugli spalti abbiamo visto visi nuovi il che dimostra che l’intera provincia crede nella squadra. Folta pure la rappresentanza della giunta comunale: Barberis, Cocito, Ferretti ai quali si è aggiunto l’assessore Provera. Archiviato il confronto si prepara l’esodo per Busto Arsizio: dopo questa seconda trasferta consecutiva, si potrà tirare il fiato, in vista della partita casalinga con il Trento (Il Piccolo – Il Gattopardo [Giuseppe Zerbino]) PER I GRIGI CONTRO LA REGGIANA UNO 0 A 0 CHE CONTA PARECCHIO Occasioni sprecate da ambo le parti - Nervosismo in campo Una sfida con i nervi a fior di pelle. Come quasi sempre accade quando la posta è molto importante (ieri era in palio una grossa fetta di promozione), l'orgasmo ha rovinato in parte lo spettacolo. E l'arbitro — fischiando troppo, spesso a sproposito — ha contribuito a rendere tutti ancora più nervosi: a due minuti dal termine ha poi espulso Paparelli, colpevole di un duro fallo su Vignando. Ma ormai l'Alessandria aveva in tasca un prezioso 0-0, la Reggiana non aveva più tempo di cercare il colpo a sorpresa. Un risultato giusto, che lascia immutata la classifica: grigi ed emiliani sono ancora in testa, alla pari, la sfida continua. La Reggiana ha un gioco più metodico, più lineare, l'Alessandria è più astuta, improvvisa moito e meglio. Il reparto più solido dei « granata» è la difesa (sette gol al passivo in trenta partite, quasi un record): Boranga è uno dei migliori portieri di tutta la Serie C, Barbiero è un « libero » di classe, Stefanello è uno stopper ostico per qualsiasi attaccante. A centro campo la Reggiana dispone di un giocatore. Zanon, che oltre a macinare chilometri come un vero maratoneta, sa dosare i passaggi come pochi altri. I guai vengono invece all'attacco, che manca di un vero sfondatore e diventa evanescente se ha a che fare con difese robuste, grintose. Contro una squadra del genere, attaccare a testa bassa sarebbe stato un suicidio: si sarebbe corso il serio pericolo di non concludere nulla e di venire poi beffati in contropiede. In sostanza, si sarebbe fatto il gioco degli emiliani. Manente, piccolo mago della panchina, ha fatto adottare ai suoi una tattica molto intelligente: difesa chiusa, con marcature molto strette; attacchi improvvisi, di sorpresa, condotti anche da cinque o sei uomini pronti poi a ripiegare in fretta. E ritmo veloce dal primo all'ultimo minuto, in modo da impedire agli avversari di imporre il loro gioco, più razionale, più ragionato. La partita, insomma, nei piani di Manente avrebbe dovuto decidersi sul piano fisico, più che su quello tecnico. L'Alessandria, giocando fuori casa, aveva un vantaggio psicologico: quello di poter considerare lo 0-0 come un risultato positivo, mentre la Reggiana aveva la grande occasione di balzare da sola al comando della classifica e non voleva assolutamente farsela sfuggire. Gli emiliani attaccavano con orgasmo, i grigi si difendeveno con ordine, quasi sempre senza affanno. E ogni tanto, qualche rapido capovolgimento di fronte faceva zittire i tifosi granata, che in due o tre occasioni hanno temuto addirittura la sconfitta. è successo al 19', ad esempio, quando Di Pucchio, per troppa precipitazione, ha calciato fuori da favorevole posizione; poi al 25', quando Sassaroli ha tirato in corsa con violenza, costringendo Boranga ad una difficile respinta; ed ancora al 35', quando il portiere emiliano ha dovuto tuffarsi per deviare in corner un preciso tiro di Vanzini. Ciceri, dal canto suo, al 33' e al 38' ha dovuto impegnarsi a fondo per neutralizzare due difficili tiri di Zanon; al 45', infine, Spagnolo ha sbagliato da pochi passi. Tante occasioni, insomma, ma nessun gol. Boranga e Ciceri paravano tutto, gli attaccanti commettevano parecchi errori, a volte gravi. Sassaroli più attivo del solito: cercava lo smarcamento, si scambiava spesso di posizione con Mantellato e Vanzini, alla ricerca di un varco (ma Stefanello lo seguiva come un'ombra. Lorenzetti, in genere bravissimo nei tiri da lontano, ieri sembrava invece piuttosto spento, non riusciva a trovare la giusta posizione. Dall'altra parte, Galletti (sostituito all'inizio della ripresa da Passalacqua) si è trovato di fronte Colombo, un mastino che non gli ha dato tregua. De Luca ha avuto qualche difficoltà nel neutralizzare Spagnolo ma Magri è stato tempestivo nell'allontanare ogni pericolo. Difese fortissime ed attacchi poco incisivi, pericolosi soltanto a tratti. La ripresa ha seguito la falsariga del primo tempo. Con una differenza, però: la Reggiana, che aveva speso molto, si è un po' affievolita; e l'Alessandria, superiore dal punto di vista atletico, ha controllato la situazione con maggiore facilità (Ciceri è stato chiamato ad interventi impegnativi solo due volte: all'8' su tiro di Passalacqua e al 17' su tiro di Picella). Molto nervosismo, molte scorrettezze da ambo le parti . Gioco ancora veloce ma piuttosto frammentario, anche perché spezzettato di continuo dall'arbitro. E, alla fine, uno 0-0 che accontenta più l'Alessandria che la Reggiana (ma i grigi, è bene sottolinearlo, non hanno rubato assolutamente nulla). Alla fine, Manente ha detto: «Con un pizzico di fortuna in più, avremmo potuto vincere. E adesso saremmo con un piede in Serie B». Ma per vincere bisogna segnare, e da due partite i grigi mancano il bersaglio. Forse si tratta solo di un appannamento momentaneo, forse non è il caso di prooccuparsi: ieri l'Alessandra, anche senza gol, ha dimostrato di meritare in pieno il suo primo posto in classifica. (La Stampa - Ed. Sport - Maurizio Caravella) Sul campo della titubante Reggiana una squadra che Manente ha disposto con eccellente senso tattico UNA “SIGNORA” ALESSANDRIA (0-0) Gran bella Alessandria, nel complesso quasi perfetta. Ha giocato con eccezionale determinazione la partita che poteva esserle fatale. Ha pure rischiato, un paio di volte, non di più, ma senza scomporsi. Ribattendo anzi colpo su colpo, per finire proiettata in avanti. Ci è piaciuto soprattutto come Manente ha affrontato l'impegno, cautelandosi, senza disdegnare il gioco. Le 4 punte di sempre si sono ben presto tramutate in due, con Vanzini centrocampista puro e Lorenzetti … quasi. Poi nessuna pietà per l'avversario, spazi ridotti al minimo. Il solo Paesanti in posizione falsa (lui tutto sinistro a destra), ma non poteva essere altrimenti. Al mediano si chiedeva di sacrificarsi al marcamento, non di impostare e risolvere. Mantellato portava a spasso Giorgi, spesso sulla fascia laterale destra dove il mancino accusava grossi disturbi. Sassaroli impegnava Stefanello in 90 minuti duellati senza esclusione di colpi. Sul piano tecnico la gara non toccava vertici elevati, ma su quello agonistico era l'eccellenza. E che ritmo! Né si poteva pretendere che non serpeggiasse tra le file un certo nervosismo. La posta in palio era troppo alta. Grevi, direttore tecnico granata, pensava che una vittoria significasse la B al 80%. La Reggiana l'avevamo immaginata diversa. Più razionale, quasi calma, grazie alla maggiore esperienza degli uomini chiave. Fin dall'inizio appariva preoccupata. Preoccupata di vincere per forza. Vignando cercava subito Di Pucchio, costringeva Zanon ad agire per qualche minuto a destra (!). Picella si dannava su Lorenzetti, più avanzato di Vanzini. All'undicesimo Zuccheri veniva portato sull' interno grigio e Picella sull’ala. Lo statico Galletti anziché attirare Colombo a centrocampo, giocava centravanti vero, magari sempre con le spalle alla porta di Ciceri. Il centrocampo granata, il reparto più forte, perdeva in compattezza. Per il resto siamo dell'avviso che Vignando, mezz’ala di fatto, non possa giovare alla causa dell'ordine, in una zona che lo esige. L'elemento è da disciplinare, non da lasciare a briglia sciolta. È un difetto, il suo limite attuale. E l'ordinato Di Pucchio lo ha dimostrato, ripetendo l'andata. Né portandolo dietro si sarebbe vietato al laterale di affondare e di far valere il suo pesante shoot. Picella, d'accordo, meglio mediano che mezzala, ma in altra formazione, senza Vignando. L'avvento di Zuccheri nel centro portava ancora … novità. Ecco che Galbiati e Grevi si trovavano forse per la prima volta subire a centrocampo, nel loro feudo. Questo non impediva alla squadra di ottenere un abbondante sufficienza, ma la Reggiana dalla cintola in su merita altra votazione. I singoli. Alessandria. Ciceri ottimo tra i pali, ha stentato in qualche uscita. Paparelli ha fatto vedere il pallone a Rizzati dopo … l'espulsione. Il compito comunque non era arduo. De Luca ha cancellato Spagnoli, mettendo a frutto la prestazione del Moccagatta. Quasi non gli ha permesso di girarsi. Magri, preciso, puntuale, uno dei pochi a non aver perduto la trebisonda. Colombo, una roccia color corvino. Paesanti, generoso cursore e al contempo disciplinato. Pericoloso quando si proietta in avanti. Gli è successo sul finire, ma il cuoio stava sul destro (!). Di Pucchio, tra i più nervosi, succube di Vignando sui palloni alti, padrone degli altri. Vanzini ha fatto temere sulla sua presenza fino all'ultimo, poi ha fatto dubitare che i timori fossero fondati. Lorenzetti: lo scontro non gli … piaceva. Mantellato, buon movimento. Sassaroli è in piena salute. Reggiana. Boranga, perché parlarne? Prendiamolo così con le sue stravaganze. Va sempre bene. Zuccheri si è dannato l'anima. Giorgi non al meglio. Stefanello ha marcato spesso Sassaroli standogli davanti (!). Forte in acrobazia, stopper di altra categoria. Picella lucido, lavoratore di lusso, ha provato a risolverla tre volte col destro. Prima ha sfiorato la trasversale, poi ho incontrato Ciceri. Vignando lo preferiamo … altrove. Se non in alcuni momenti è un super. Parte da metà campo e giunge in porta; parte appena fuori l'area di Boranga e va da Ciceri. Si innamora un po' della palla, ma ti fa chiedere perché gioca in C. Galletti, spento. Spagnolo, ovvero la colpa è di De Luca. Rizzati, assente. I 13. Passalacqua, qualcosa in più di Galletti, ma Colombo ha usato lo stesso metro. Berta, pochi minuti, piuttosto facili, piuttosto buoni. (Tuttosport - Claudio Nassi) RISULTATI: Derthona – Seregno 2-0 Lecco – Padova 0-0 Legnano – Parma 1-1 Piacenza – Trento 0-0 Rovereto – Monfalcone 0-0 Sottomarina – Verbania 1-0 Treviso – Triestina 2-0 Udinese – Pro Patria 3-1 Venezia – Solbiatese 1-0 CLASSIFICA: Reggiana, Alessandria p. 44, Padova 40, Parma, Venezia 35, Trento 34, Treviso 32, Lecco, Solbiatese 31, Udinese 29, Seregno 28, Legnano 27, Rovereto, Piacenza 26, Pro Patria, Verbania, Derthona, Triestina 25, Monfalcone, Sottomarina 19. MARCATORI: 17 reti: Zandoli (Padova), 13 reti: Rancati (Parma), 12 reti: Modonese (Padova), Fava (Parma), 11 reti: Ferrari (Seregno), Bellinazzi (Venezia), 10 reti: Sassaroli (Alessandria), Goffi (Lecco). Il punto sul campionato. Il big-match si è concluso in un nulla di fatto ed il Padova ha perso l'occasione per riportarsi sotto. Lo 0-0 di Lecco cancella molte delle speranze biancoscudate di reinserirsi nella lotta per la promozione. Passo avanti del Derthona che vincendo con il Seregno sfrutta appieno le contemporanee sconfitte di Pro Patria, Verbania e Triestina e le raggiunge in classifica al terzultimo posto. Importanti, anche se solo parzialmente profittevoli, gli 0-0 colti da Rovereto e Piacenza negli incontri casalinghi rispettivamente con Monfalcone e Trento. Il Sottomarina vince con il Verbania la sua quarta partita stagionale in casa e aggancia all’ultimo posto il Monfalcone. La salvezza, per entrambe, dista sei punti.