Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1973/1974
Serie C
28-10-1973 - Giornata: 7 - Trento - Briamasco


Trento AC - Alessandria US 0 - 1 (0 - 0)
RETI: 83. Mazzia B.[A]

Alessandria US Pozzani Flavio, Di Brino Marcello, Unere Giuseppe, Reja Edoardo, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Musa Ezio, Volpato Angelo, Baisi Sergio Pietro, Dalle Vedove Giampiero [70. Mazzia Bruno], Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Manueli Luigi All.: Ballacci Dino

Formazione avversaria
TRENTO AC: Borghese, Larini, Fabbro, Vergani, Apostoli, Gava, Bertogna, Rampanti, Scocchi, Andreatta (I) Tullio, Mongitore. A disp.: Caliari, Marchi, Milanese. All.: Bozzato Giorgio

Arbitro: Schena Francesco Paolo (Foggia)
Note
Angoli: 7-5 Spettatori: 5000 Inizio gara ore 14.30

Commento
Dal « Briamasco » di Trento una notizia attesa ; 1’Alessandria ha gli uomini e i mezzi per battersi ad armi pari per la promozione in serie B. La sconfitta di Belluno prima, il pareggio interno con la Gavinovese poi, avevano scosso non poco la tifoseria, piuttosto facile alla critica, e sempre poco ottimista. Ai grigi necessitava una prova maiuscola, un successo per ripresentarsi al « Moccagatta » con le carte in regola. Il Trento era l’avversario più indicato: le cinque reti messe a segno a Legnano lasciavano chiaramente intendere che la squadra di Bozzato disponeva di elementi validi per impegnare severamente qualunque avversario. Ballacci alla vigilia non si era scoperto molto. « Un pareggio mi starebbe bene, aveva detto, e lo sottoscriverei subito. Sul campo tuttavia le cose potrebbero andare in modo diverso ed allora il punto che non disdegno oggi potrebbe starci stretto ». Sul rettangolo di gioco le cose sono andate nel modo sperato dal tecnico e, alla fine, invece del primo tempo ne sono giunti due. Il successo oltre a consentire di compiere un ulteriore passo in avanti in classifica e di restare agganciati alla sempre più sorprendente Pro Vercelli, migliora la media inglese. Quel meno due stonava maledettamente per una compagine che sin dalia vigilia viene indicata come una delle bigs una vedette che da anni cerca la sua stagione di gloria. L’uno a zero di Trento rinverdisce gli allori del vecchio e mai domo orso mandrogno. La settima giornata dei girone di andata ha registrato diverse sorprese. L'imbattuto Venezia è caduto a Vercelli: le bianche casacche pur non avendo ambizioni di primato stanno marciando veramente forte. Ne sanno qualcosa i lagunari i quali, dopo essere passati in vantaggio sono stati trafitti per altre due volte. Caduta la capolista, il Belluno che poteva trarne profitto si è trovato davanti una Soibiatese in netta ripresa e il disco è rimasto rosso per l’intera partita. Miglior fortuna ha avuto il Lecco a Sottomarina: l’undici lariano ha salvato l'imbattibilità, ma senza restare a braccetto con le bianche casacche vercellesi. C’era il Monza, il tanto decantato Monza che dopo la scoppola di Lecco tre reti incassate si è lasciato mettere la museruola da un Legnano deciso a scrollarsi di dosso l'incomoda posizione che occupa. I lombardi hanno tentato inutilmente di avere ragione dell’ospite che doveva — secondo i più — avere una difesa di... burro. La realtà è stata più dura dei previsto e i monzesi sono scesi a meno due. Egregiamente si è comportato il Mantova in quel di Trieste campo che era ancora imbattuto. I virgiliani aggiudicandosi i due punti restano nel folto gruppo delle favorite mentre alle spalle rinvengono altre formazioni che cercano di approfittare del momento per mettere più fieno possibile in cascina in attesa dei tempi di carestia. Campionato apertissimo a tutte le soluzioni a circa metà girone di andata. Le più forti si esprimeranno nei prossimi mesi quando saranno messi a punto gli ingranaggi non dei tutto lubrificati. L’Alessandria come abbiamo detto si è scrollata di dosso il timore riverenziale e, rischiando qualcosa, è riuscita ad aggiudicarsi il successo. La partita ha avuto la svolta decisiva nella fase finale quando entrambi i contendenti parevano soddisfatti del risultato bianco. I giallo-blu dopo avere invano bussato alla porta di Pozzani, senza impensierirlo troppo, avevano concluso che il pareggio poteva stargli bene. Non è forse l’Alessandria nel novero delle grandi? I grigi dal canto loro controllata senza troppa fatica la sfuriata iniziale dei padroni di casa sonnecchiavano augurandosi che una possibile distrazione li potesse innalzare dalla polvere agli altari. L’occasione si è presentata puntuale all'83’. Il Trento stanco e forse sfiduciato per non essere riuscito a ripetere l’exploit delle precedenti domeniche, tira i remi in barca. Retrocede, concede ampi spazi, allenta le marcature convinto clic il contendente non sarà così ingenuo da scoprirsi per il gusto di cercare una vittoria che potrebbe costare cara. Il ragionamento è dei più sbagliali e ad accorgersene sono i tifosi che dagli spalti cercano di suonare la diana. Il pericolo è nell’aria, ma nessuno dei giocatori sembra rendersene edotto. Da un’azione ristagnante a centrocampo scaturisce l'unico gol della giornata. Dolso inseritosi in una delle sacche sguarnite, sulla sinistra del campo, ha il pallone. L’ala cerca subito di liberarsene con un lancio in profondità, ma la sfera viene ribattuta dalle natiche di un trentino che più che contrarre l’avversario era intento a precipitarsi in retroguardia per dare manforte ai difensori. Arrigo con tutta tranquillità riprende il pallone e lo lancia nuovamente al centro dell'area di rigore dove, l'astuto Mazzia si è proiettato approfittando che il suo angelo custode si è volatizzato. Il ’’tredicesimo" con la difesa quasi "congelata” si butta sulla sfera e prima che tocchi terra con l'interno del piede destro la indirizza, quasi dolcemente. alle spalle di Borghese che si protende invano sul pallonetto diabolico che si insacca alla sua destra. Per l'Alessandria è la classica sferzata energetica; per il Trento una mazzata che stronca le gambe ed annebbia le idee. Il gioco è veramente fatto tanto che i giallo-blu smarriscono completamente il senno favorendo il non gioco degli ospiti i quali badano essenzialmente a mantenere il pallone nella zona centrale, ben lontano dai legni di Pozzani il quale, per la verità, sta molto all’erta se non altro per difendere il primato di imbattibilità che ha superato i 500 minuti, per la precisione 514. Così l’Alessandria ha siglato la prima vittoria stagionale esterna. dopo il pareggio di Padova e la magra di Belluno, questa volta complice l'arbitro Marino di Taranto, un nome che nessun sportivo mandrogno dimenticherà facilmente. Come hanno costruito i grigi il prezioso successo? Fallito o quasi l'esperimento delle tre punte, varato in occasione del derby con la Gavinovese, Ballacci è tornalo sul vecchio modulo con Baisi e Musa a cercare il goal. Ancora indisponibile Maldera — sulla via della completa guarigione tanto che domani giocherà al Moccagatta contro la Gavinovese nella partita di ritorno dei sedicesimi di finale di Coppa Italia — l’allenatore richiama in squadra Unere per fare coppia con Di Brino. Dalle Vedove è il mediano di spinta con Musa che dovrebbe muoversi come aia pura. Passiamo al responso del campo che annulla i se e i ma della vigilia. Il Trento sostenuto da seimila tifosi con decine e decine di bandiere gialloblu si affida al ritmo per saldare il centrocampo alessandrino. La tattica potrebbe essere quella buona a condizione che scaturisca il gol. In caso contrario c’è il pericolo — come la partita dimostra — di pagare lo scotto piuttosto salatamente. Sin dalle prime battute l’impressione è che il blocco centrale dei grigi regga. Gran parte del merito spetta a Reja e a Volpato che oltre a mantenersi in posizione di attesa non se ne sta fermo ad attendere cosa può accadere. Quando ha la palla avanza, cerca di dialogare mantenendo il più possibile la manovra a respiro ampio. Il centrocampista si muove senza tregua ben sostenuto dai compagni. Dalle Vedove si getta su ogni palla cogliendo ogni occasione per inserirsi negli spazi che gli aprono davanti stante la posizione di Baisi che si muove in continuazione sulle ali. II centravanti nel suo continuo vagolare, non sempre con idee nitide, costringe i difensori a mantenersi in stato di guardia. Musa che dovrebbe operare sull'estrema destra, il settore meno servito, non trovando valida spinta si porta al centro dove la sorveglianza dei trentini è particolarmente ferrea. Le azioni alessandrine si snodano per lo più sulla sinistra dove Unere, abbandonando la guardia di Bertogna, si inserisce in azione offensiva trovali do un valido collaboratore in Volpato veramente inesauribile. Occorre rilevare che la mossa tattica di Ballacci è indovinata: avanzando il terzino, Doiso retrocede a coprirgli le spalle onde evitare che l'attaccante abbia ad incunearsi mettendo in crisi l’intero reparto difensivo. Di Brino che se la deve vedere con Mongitore, altro piccoletto, suda più del previsto, ma non molla. Commette pure qualche fallo veniale, ma la consegna viene rispettata nel migliore dei modi e Mongitore, nonostante gli sforzi, non passerà. Barbiero libero spazzatutto tiene botta rompendo le trame avversane ed impostando l'offesa mentre Colombo ha il suo da fare per evitare che Scocchi combini qualche guaio serio. Lo stoppar non è al meglio, in caso contrario potrebbe pure giocare con una gamba sola. Con queste marcature i grigi tengono duro per tutto il primo tempo, uscendo in qualche occasione dal guscio pronti a pungere il portiere Borghese che tiene gli occhi molto bene aperti. 1 padroni di casa dopo avere dato fondo all’agonismo sembrano essere paghi, ma la loro pausa denota una certa stanchezza. Il dispendio di energie è stato notevole e qualche giocatore accusa nettamente la fatica come Larini che nella prima mezz'ora si era portato più volte in avanti per servire con lunghi cross Bertogna che si è rivelato un attaccante assai insidioso. E’ il momento dell’Alessandria che gradatamente sta prendendo in mano le redini del gioco. Gli unici a non accorgersene sono i giocatori giallo-blu; il pubblico che ha compreso la solfa si spolmona per incitarli alla riscossa. Il finale del primo tempo è di pretta marca alessandrina. Volpato è inesauribile nello sgattaiolare nelle maglie difensive mentre Unere lo asseconda da un lato, mentre dall’altro c’è un Doiso sornione che non attende altro che il momento propizio per scattare in avanti. Nel finale Unere trova pronto Volpato che traversa verso l’area: sul pallone è pronto Baisi che stanga costringendo Borghese ad un intervento precipitoso con deviazione in calcio d ’angolo. E’ il classico campanello d ’allarme che preannuncia quanto accadrà nella ripresa. I trentini bruciano le ultime energie poi l’Orso passa decisamente a comandare il gioco. E’ il centrocampo mandrogno a stroncare sul nascere ogni velleità offensiva e a impostare la manovra d ’attacco. La svolta decisiva della partita giunge tuttavia al 60’ quando i padroni di casa beneficiano di una punizione dal limite per uit fallo di Dalie Vedove. Lo batte quella vecchia volpe di Bertogna: il pallone carico d ’effetto sembra uscire poi sbatte contro il palo alla sinistra di Pozzaiti ritornando in campo. Mongitore si butta in tuffo aiutandosi pure con una mano, ma l’arbitro Seliena a pochi passi Io pesca comandando la punizione a vantaggio degli alessandrini. Su questa azione si spengono le ultime ambizioni dei giallo-blu che divengono titubanti. Il gioco dell'Alessandria li ha proprio sfiancati tanto che ora le manovre si tingono sempre più di grigio. E’ un susseguirsi di attacchi molli dei quali non raggiungono l’esito sperato per una certa qual sufficienza di qualche elemento "nostrano". Dalle Vedove toccato duro alla coscia destra in fase di gioco appare claudicante tanto che Ballacci al 70’ chiama in campo Mazzia. Il "professore” si presenta subito evidenziando una classe cristallina, a volte sin troppo sopraffina per cui sul piano della praticità lascia a desiderare. L'importante è che il dialogo con Dolso diviene subito spontaneo. Si giunge al fatidico 83’ che segna il crollo dei trentini. Per l'Alessandria è tutto un fuoco d ’artificio mentre per i ragazzi di Bozzato, ormai sfiduciati, un supplizio. L ’Alessandria può concedersi il lusso di giocare sul velluto, di mantenere la palla in campo come desidera, fiondare a rete senza troppe difficoltà. L ’esempio del pugilatore frastornato, "cotto" ben si attanaglia ai trentini veramente groggy. « La superiorità dell’Alessandria, eccettuati i primi venti minuti, è stata costante, dirà alla fine Dino Ballacci. L’unico guaio è che sbagliamo molte occasioni da gol per cui chi non assiste alle partite trae conclusioni errate ». Della contesa e del risultalo cosa può dire? « Poteva benissimo finire 0-0 oppure l-I: abbiamo vinto noi ma nessuno può dire che abbiamo rubato. Lo stesso pubblico. numerosissimo, alla fine ha fischiato i propri giocatori: nei nostri confronti non un grido ostile. La dimostrazione evidente che i due punti ce li siamo meritati ». Cosa significa questa vittoria? aggiunge ancora. « Un successo importantissimo per la squadra, i dirigenti e il pubblico. L'avere migliorato la media inglese è il fatto più positivo. Prima di chiudere vorrei elogiare gli atleti di entrambe le sponde per la grande correttezza dimostrata. Neppure un fallo cattivo, intenzionale ». Il mister non nasconde la propria soddisfazione, così come non la cela il segretario Santino Ciceri che ha sostituito in panchina lo squalificato Cario Sacco. Al seguito della squadra, per la prima volta in trasferta, il presidente Paolo Sacco che era raggiante. Lasciato solo, quasi allo sbaraglio, si è preso la sua piccola rivincita sui contestatori. Con il morale a mille per là prova positiva, il mister sta approntando lo schieramento per il prossimo impegno di Coppa in programma domani giovedì. Giocheranno sicuramente Croci, Maldera: Crinio. Manueli. Vaticini e gli uomini che abbisognano maggiormente di mantenersi in costante allenamento. Nella partita di andata la Gavinovese impose lo cero a cero ad un'Alessandria formato ridotto con molti giovani che. a dire il vero, si comportarono discretamente. Ai grigi basterebbe un gol per superare il turno. Ballacci più che alla Coppa guarda al campionato che sta entrando nel vivo della bagarre. Le favoritissime sono in gruppo. Per il prossimo turno arriva il Bolzano. complesso che non è da sottovalutare. La matricola non dispone di molti uomini di classe, ma si affida al ritmo che è l'arma dei poveri. I grigi dovranno badare agli avversari senza concedere loro troppa confidenza: queste squadre sono sempre pericolose anche se sulla carta sembrano avere un abito assai dimesso. Mentre l'Alessandria cercherà di strappare i due punti agli altoatesini, il Lecco non avrà vita comoda con la Triestina battuta sul proprio campo. Più facile appare il compito del Mantova che riceve un Derthona che non riesce ad ingranare. Le partite clou sono a Udine e Venezia. I friulani capitanati da Manente cercheranno di fermare la capolista. L’ex mister alessandrino un favore ai suoi ex ragazzi lo farebbe molto volentieri. Al Sant’Elena i neroverdi se la vedranno con un Monza che è meno terribile di quanto pareva all'inizio del campionato. Una giornata, l'ottava veramente interessante sotto ogni profilo. (Il Piccolo) UN'ALESSANDRIA AL RALLENTATORE MA BASTA PER PASSARE A TRENTO Uno a zero con rete di Mazzia a 8' dal termine - L'enorme potenziale della squadra di Ballacci - I grigi però non s'impegnano oltre lo stretto necessario: è il loro limite attuale Trento - Alessandria all'insegna della noia più totale: azioni pericolose zero, ritmo blando, impegno paraturistico. La vittoria dell'Alessandra non si discute, semmai il risultato è generoso con il Trento perché è abissale il divario di classe che divide le due squadre. L'Alessandria è salita in cattedra controllando ininterrottamente e a suo piacimento la partita, ma lo ha fatto nel modo più improduttivo possibile, con manovre lente e scontate, con una miriade di triangolazioni inutili e dì scambi all'indietro anche quando Musa e Baisi, soli e ben piazzati, imploravano la bontà di un passaggio che fosse uno. Ecco, si può dire che il grosso limite attuale della squadra sia proprio il suo enorme potenziale, che la invoglia facilmente ai preziosismi e al calcio spettacolo, a danno però di un gioco che deve anche essere determinazione, velocità, sorpresa: doti che nell'Alessandria di oggi non si sono viste. Significativi a questo riguardo due episodi avvenuti alla mezz'ora di gioco: Volpato controlla la palla a metà campo, improvvisa apertura sulla sinistra per Unere che da tondo campo imbecca alla perfezione Baisi al centro dell'area: qualche minuto dopo un altro lungo cross di Dalle Vedove finisce sui piedi di Musa in posizione favorevole. Migliore dimostrazione per l'Alessandria della facilità di andare a rete non poteva esserci. Restavano i due unici esempi di un gioco portato in profondità. « Temevamo la velocità del Trento — dice l'allenatore Ballacci — logico che si sia cercato di addormentare la partita all'inizio, per poi incanalarla su di un ritmo a noi più congeniale; il risultato mi dà ragione. Questa è un'Alessandria che andrà molto lontano ». Ed è vero. Ma è vero anche che il gol dei due punti è venuto a otto minuti dalla fine e proprio ad opera di Mazzia, un elemento entrato negli ultimi venti minuti, che ha dato vivacità alle azioni e cambiato completamente il gioco dell'Alessandria. Forse sembreranno inopportuni tanti rilievi ad una squadra che pur ha vinto su uno dei campi ostici del girone, ma l'impressione è stata quella di un complesso dai grandi mezzi tecnici, infoltito di uomini esperti, ma portati a spremere dalla volontà lo strettissimo necessario. Può bastare per vincere un campionato? L'interrogativo sta tutto qui. E veniamo al Trento, una formazione tutta brio e velocità, almeno per quello che si è potuto vedere a tratti; per il resto troppo inconcludenti i suoi attaccanti per poter impensierire Barbiero e compagni. Contro l'Alessandria ha giocato i primi dieci minuti, poi ha rinunciato e ha badato a difendersi con ordine. Scarsissima la cronaca. Giornata di sole, seimila spettatori fanno il tutto esaurito allo stadio Briamasch ». All'8' Pozzani non trattiene un tiro teso centrale di Rampanti, ne nasce una mischia, ma Barbiero è pronto a liberare. La ripresa continua sulla falsariga del primo tempo, l'Alessandria svolge un volume impressionante di gioco mentre il Trento lascia all'attacco il solo Scocchi. Al 61' Bertogna su calcio di punizione al limite dell'area colpisce il palo alla sinistra di Pozzani; all'82' l'azione del gol: Dolse sulla tre quarti campo evita un avversario e apre sulla destra per Mazzia che da due metri Insacca al volo, a mezza altezza. (La Stampa - Ed. Sport - Franco Mognon) Risultati: Bolzano - Padova 0-0 Clodiasottom. - Lecco 0-0 Derthona - Vigevano 0-1 Gavinovese - Seregno 0-0 Monza - Legnano 1-1 Po Vercelli - Venezia 2-1 Savona - Udinese 1-0 Solbiatese - Belluno 2-1 Triestina - Mantova 1-2 CLASSIFICA: P.Vercelli p.11; Lecco, Venezia, Alessandria 10; Belluno, Monza, Mantova 9; Trento, Solbiatese 8; Bolzano 7; Padova, Gavinovese, Vigevano 6; Udinese, Clodiasott., Savona, Triestina 5; Seregno, Derthona 4 Legnano 3 Marcatori: 6 reti: Zanolla (Mantova) 4 reti: Inferrerà e Dalla Bella (Belluno); 3 reti: Marchi (Lecco); Rossi, Rossetti e Maioni (Pro Vercelli); Panucci (Savona); Mongitore e Vergarli (Trento); Bellinazzi, Bianchi e Modonese (Venezia) Il punto sul campionato Prima vittoria del Savona ai danni dell'Udinese: successo di stretta misura ottenuta anche con la complicità dell'arbitro che non ha visto il fuorigioco di un attaccante savonese. Il Lecco è uscito imbattuto anche dal non troppo facile campo lagunare del Clodia incamerando un prezioso punto. Quando ormai, sul campo della Triestina, il risultato si trascinava sul pareggio, il Mantova, con il suo centravanti Zanolla, trovava il gol della vittoria. A sette minuti dal termine del match il Vigevano ha agguantato la vittoria sul campo del Derthona apparso stranamente spento e poco combattivo. Partita dalle scarse emozioni e stranamente carente dal punto di vista tecnico quella che ha visto la Gavinovese opposta al Seregno: la gara è stata caratterizzata da difese accorte, rocciose e difficilmente perforabili.