Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1973/1974
Serie C
18-11-1973 - Giornata: 10 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Venezia Calcio 1 - 1 (1 - 1)
RETI: 8. Di Brino M.[A] 13. De Cecco [Ve]

Alessandria US Pozzani Flavio, Di Brino Marcello, Unere Giuseppe, Colombo Antonio, Barbiero Valeriano, Dalle Vedove Giampiero, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Baisi Sergio Pietro, Mazzia Bruno, Dolso Arrigo A disp.:Cribio Alessandro, (P) Croci Claudio, Maldera (II) Attilio Benedetto All.: Ballacci Dino

Formazione avversaria
Venezia: Seda, Bisiol, Sabbadin [62. Ardizzon], Bassanese, Ronchi, Flaborea, Trevisanello, De Cecco, Bellinazzi, Scarpa, Modonese. A disp.: Fornasiero, Bianchi. All.: Volpi Ezio

Arbitro: Ciulli Massimo (Roma)
Note
Ammonito Flaborea [V] Angoli: 6-1 Spettatori: 8000 circa di cui 5.685 paganti per un incasso lordo di 12 milioni 710 mila lire. Inizio gara ore 14.30

Commento
DI BRINO ACCENDE LE SPERANZE MA IL VENEZIA HA L'AMULETO I lagunari, sfruttando un clamoroso errore di Pozzani, rimediano il pareggio Entusiasmante duello tra le due squadre © I grigi dominano a centrocampo, ma difettano in fase conclusiva © Un gruppo di facinorosi contesta Carlo Sacco, dopo che gli ottomila avevano dato prova di vera sportività © Domenica a Vige vano per vincere e ricuperare il punto malamente perduto in ’’media inglese Deve essere scritto lassù: tra Alessandria e Venezia è di prammatica il pari. Sono anni che i grigi cercano di aggirare Postacelo, ma il risultato non muta. I lagunari, qualunque sia la posizione in classifica, riescono sempre ad andarsene dal « Moccagatta » con un punto. Sfatata la leggenda al « Penzo » di Sant’Elena, è rimasta in vita quella allo stadio mandrogno. Domenica pareva la volta buona : un gol stupendo di Di Brino in partenza, squadra attenta, pronta a ribattere colpo su colpo. Meglio di così non si poteva sperare alla vigilia. L’imponderabile era in agguato sotto form a di un pallonetto beffardo che, pure un bambino dell’asilo, sarebbe riuscito a fermare. Non è stato altrettanto facile per Pozzani che si ricorderà fin che capa di quanto accadutogli domenica 18 novembre 1973. De Cecco, da fuori area, spara al volo verso la porta e ne scaturisce un tiro senza pretese. J li genietto maligno entra in scena: la sfera piuttosto viscida sfugge dalle mani del portiere, gli passa tra le gambe ed entra in rete faticosamente. Un regalo così i veneziani non se io troveranno più per tutto il campionato. L’errore è fatale perchè giunge come una mazzata, tra capo e collo, dei giocatori e del pubblico che quasi non crede ai propri occhi. Su questo infortunio di Pippo gli ospiti costruiscono il pareggio e se ne tornano a casa con un punto che, visto come sono andate le cose, è veramente d ’oro. Bloccati i grigi, è tornata nuovamente alla ribalta la sorprendente Pro Vercelli che è invece riuscita a dribblare il Derthona la cui posizione in classifica si è fatta veramente critica. Bianchi e grigi in cima alla graduatoria del raggruppamento settentrionale, m a i vercellesi hanno dalla loro la media inglese. Alle spalle del duo piemontese insiste, oltre al Venezia, il Lecco che è riuscito ad evitare in extremis a Mantova la prima sconfitta stagionale. Berta e compagni in svantaggio sino a pochi minuti dal termine, hanno compiuto la prodezza di agguantare il pareggio. I virgiliani vedono la posizione aggravarsi sempre più: non sono soli nella sventura, pure il Monza non riesce a fare meglio. Delle nobili decadute solo i lariani mantengono le promesse della vigilia. Il campionato è ancora lungo, ma le incertezze possono essere pagate duramente nel finale come è accaduto a più di una squadra. Dopo dieci giornate di scontri nessuna compagine è riuscita ad imporre la propria legge e, come stanno le cose, è facile prevedere una b attaglia senza esclusione di colpi sino alla prossima primavera. Poi con i primi caldi, quando la fatica peserà sui muscoli, la formazione che avrà più "birra ” salirà in cattedra. Ballacci dice che una di queste compagini sarà certamente l’Alessandria il cui passo non è mai travolgente. « L’importanza è restare incollati alle prime, possibilmente al secondo terzo posto per non dare troppo nell’occhio. Il campionato, ne sono certo, si deciderà nelle ultime quindici giornate ». Se sarà vero lo constateremo il prossimo anno; al momento attuale non resta che guardare in faccia la realtà. Gli sportivi hanno risposto in pieno all’invito del mister: nessun cartello polemico, nessuna contestazione a fine gara. Gli ottomila si sono concentrati unicamente sulla partita, dal primo al novantesimo minuto. E’ mancato, è vero, il pubblico delle grandi occasioni (aumento dei biglietti di 500 lire ha inciso più del maltempo) ma i presenti non hanno fatto mancare ai beniamini l’incitamento. Il pubblico meritava qualcosa di più: sarà per u n ’altra volta. Il mister dopo la movimentata settimana si è trovato con un... Reja in meno. Il forte centrocampista colpito da mal di gola con febbre ha dato forfait. Il ragazzo avrebbe pure giocato, ma bene ha fatto il tecnico a rinunciare al suo apporto disponendo di Dalle Vedove che ha rinunciato al trasferimento ad Avellino. Il giocatore chiamato ad affrontare una partita di grande impegno non ha deluso l’aspettativa. Si è gettato nella mischia con determinazione deciso a dimostrare che l’averlo ancora in grigio non è affatto un errore. Per novanta minuti ha percorso in lungo e in largo il rettangolo per frantumare le azioni dei neroverdi e per dare una mano agli attaccanti piuttosto scarsi in verità. Se non è riuscito ad andare in qol la colpa è della signora dai denti verdi che ha fatto tutto il possibile perchè l'ex barese non andasse a segno. Seppure senza il sigillo del gol la prestazione di Dalle Vedove è stata di cucile che meritano le tre stellette come i vini di pregio. Unico rilievo: porta troppo la palla, ma è anche vero che non sempre trova un compagno smarcato per assegnargli l'incombenza di proseguire la manovra. Aggiungeremo ancora che nel primo tempo non sempre è stato servito come si conveniva. L’Alessandria ha affrontato l’avversario con la consueta tattica: centrocampo munitissimo, le solite due punte (Baisi e Manueli) nel vivo della retroguardia. Il Venezia gioca raccolto nella propria metà campo pronto a scattare in avanti. L’obiettivo dei lagunari lo ha precisato il Presidente Bigatton: vin. cere. L’impresa si dimostra ardua, se non impossibile tanto più che il pacchetto difensivo mandrogno è in giornata di vena. Le carenze degli alessandrini i quali indossano la maglia grigia fregiandosi del dischetto tricolore quali vincitori di Coppa Italia, balzano subito all’occhio. Nel primo tempo in particolare quando le squadre si affrontano ad armi pari sciorinando un gioco veramente accettabile. Il centrocampo continua a macinare azioni su azioni affidandosi all'esperienza di Dalle Vedove, Volpato e ancor più di Mazzia che ha il senso della posizione innato ed inoltre è maestro nel contrasto. Il gioco corto pone in difficoltà gli ospiti che non riescono ad uscire dal guscio. All’Alessandria m anca tuttavia il pizzico necessario per sfruttare tanta superiorità territoriale. Baisi che non è centravanti di sfondamento oltre ad avere bisogno di spazio, crea varchi, ma nessuno entra con decisione. Il numero nove cerca la via del gol solo con inzuccate. Troppo poco. Resta Manueli che stranamente si mantiene in posizione arretrata per cui quando i compagni effettuano calibrati cross nessuno è pronto a sfruttarli. La palla attraversa quasi sempre la luce di porta senza creare pericoli per l’estremo difensore Seda. A fare da match winner avanza Dalle Vedove il solo che possieda la castagna, ma disgraziatamente per la squadra le conclusioni non hanno fortuna. Come potrebbe averla con un avversario tradizionale come il Venezia che, quando arriva al Moccagatta, sembra baciato in fronte dalla dea bendata e dall'intera schiera di protettori che stanno in cielo? Replica Ballacci quando gli facciamo notare il... neo: « Sono i nostri limiti: ne parleremo sino alla fine del campionato. Se fossimo riusciti a mantenere il Venezia in svantaggio avremmo senz’altro raddoppiato. Invece c’è stato l’infortunio di Pozzani il cui effetto psicologico si è ripercosso sull’intera squadra. Dico subito che non è stato un gol drammatico: altri portieri dal passato più illustre sono incorsi in errori del genere. Non facciamone una tragedia ». Le speranze sono riposte in Di Prospero, il centravanti ottenuto dall’Arezzo, un giovane che p u r senza essere un fenomeno dovrebbe risultare assai utile per curare la sterilità di un attacco che il gol lo mette a segno quasi ogni domenica, ma raramente va oltre. Il neo acquisto avrebbe dovuto andare in panchina, m a il segretario Ciceri ha atteso vanamente il telegramma della Lega: il possibile esordio è rinviato alla prossima domenica in quel di Vigevano. Tornando a Manueli rimarchiamo ancora una volta come il ragazzo soffra le partite casalinghe: contro il Venezia si è infine inciucchito in una serie di dribblings inutili quando invece poteva aprire sul compagno che lo seguiva nell’azione. Quando c’è da sfondare il ragazzo perde la tramontana, parte da troppo lontano, non rischia lo scatto in profondità. Di Pozzani abbiamo detto: un banale infortunio sul quale sarebbe diabolico insistere ulteriormente. Sugli scudi per l’ennesima volta Marcello Di Brino, un ragazzo che brucia veramente le tappe. L’oscar della popolarità gli spetta senza alcuna ombra. Domenica ha coronato la prima rete nella carriera semiprofessionistica. Una rete lungamente cercata e che è giunta a coronamento di uno scatto improvviso che ha bruciato l’intera retroguardia lagunare. Indipendentemente dalla marcatura che ha dato nuovo vigore all'atleta, vorremmo fermare l’attenzione del lettore sul duello con Modonese che, non a torto, è considerato un ’ala di quelle che insidiano in continuità la retroguardia opposta. Marcello lo ha contratto validamente non solo sui palloni bassi, ma su quelli aerei. In elevazione ha sempre avuto la meglio tanto che la mancina neroverde solo nel finale è riuscita a svincolarsi dalla stretta marcatura. La maturazione tecnica di Di Brino è in continua evoluzione per cui il ragazzo ha la possibilità di togliersi altre soddisfazioni. La serietà con la quale si dedica al calcio è veramente grande, una serietà che è senz’altro da evidenziare. Accanto al giovane terzino un veterano, lo stopper Colombo. I timori della vigilia erano più che giustificati tenendo presente la forza di Bellinazzi. Il centravanti neroverde era un po’ lo spauracchio della difesa mandrogna. Sul campo le cose sono andate in modo diverso: Colombo non solo si è difeso con ordine, ma ha annullato — questo è il termine giusto — la punta anticipandola su ogni pallone. Nel primo tempo e per buona parte della ripresa le ha impedito ogni movimento togliendo al Venezia una freccia che nel gioco offensivo della squadra ha un peso tutt’altro che trascurabile. Antonio dopo la serie di infortuni che lo bloccò negli scorsi campionati sta ricuperando il terreno molto rapidamente. Alle spalle, come sempre, un Barbiero che badando più al consistente che all’aleatorio registra in modo egregio il pacchetto difensivo. Non sempre il gioco è spumeggiante, ma quando il momento diviene difficile il suo piede è onnipresente. In ombra è invece parso Unere che possiede i mezzi per eccellere sia in difesa che in fase di appoggio sulla fascia laterale. Concludiamo con Dolso autore di pregevoli spunti. Peccato che nei momenti propizi sprechi palle d’oro nel volere fare tutto da solo. Il dirigersi con la testa bassa contro il "muro” avversario non serve: si hanno novantanove probabilità su cento di perdere il pallone e di consentire alla difesa di rilanciare il contropiede. Ultimo appunto al gioco di squadra: si manovra preferibilmente su un solo settore dimenticando l’opposto anche quando su quest’ultimo c’è un giocatore pronto a scattare verso rete. Il rovesciamento del fronte creerebbe notevoli difficoltà all’avversario sbilanciato praticamente su un fianco. Basterebbe un traversone per mettere in condizione il compagno di avanzare su una fascia dove si ha più ampia possibilità di avvicinarsi a rete. Cosa ha detto Ballacci negli spogliatoi? « E’ stata una partita interessarne tra due belle squadre. Avremmo avuto bisogno di un pizzico di fortuna. Avete visto il tiro al volo di Dalle Vedove? Non dimenticate che Baisi è stato strapazzato in area e che sull’ultima azione alessandrina il rigore era netto: il difensore neroverde ha corretto con il braccio la traettoria della sfera. Potremo avere delle disavventure, ma la squadra c’è. Non esistono preoccupazioni di sorta. Del Venezia dirò che gioca un buon calcio ». Ballacci non ha altro da aggiungere sulla contesa alla quale hanno assistito un buon pubblico. Si temeva la contestazione in massa e polizia e carabinieri avevano preso le loro brave contromisure. I fans accogliendo l’invito del mister e della stampa hanno rinfoderato i propositi bellicosi dedicandosi unicamente alla squadra. L’affermazione « ha vinto lo sport » non è in questo caso mera retorica. Unico neo il gesto di un gruppetto di esagitati che alla fine della contesa ha atteso fuori dal campo l’accompagnatore ufficiale della squadra Carlo Sacco. Una gazzarra incivile, una manifestazione di teppismo che deve essere condannata senza riserva e ne spieghiamo il motivo. Carlo Sacco esponendosi ai ’’fulmini’’ della famiglia, subito dopo Savona, ha assunto una posizione precisa e sostegno della linea di Ballacci. Lo ha fatto in modo decisivo e senza mezze frasi. E' stato uno dei pochi che si è battuto per l’acquisto della tanto sospirata punta. Cosa volevano ottenere quelle persone che hanno preso di mira l’autovettura del figlio del Commissario straordinario Remo Sacco? Carlo ha fatto pienamente il proprio dovere e non è giusto che eventuali responsabilità di altri cadano sulle sue spalle. Chiusa la doverosa precisazione che scinde le responsabilità degli sportivi veri da quelle di un gruppo di facinorosi torniamo al campionato. Per l’undicesimo turno i grigi scendono nelle risaie per affrontare il Vigevano. Lo scorso anno i padroni di casa strapazzarono gli alessandrini infliggendo loro la seconda sconfitta stagionale. Se l’insuccesso venne contenuto in un solo gol il merito andò esclusivamente a Pozzani autore di stupende e quasi incredibili parate. L’Alessandria che ha perduto un punto in media inglese cercherà di lavare... l’onta e di riguadagnarlo anche se padroni di casa sono euforici per la vittoria conseguita a spese del Savona. I mandrogni tuttavia hanno dalla loro la maggiore classe e un impianto di squadra che consente di raggiungere per altre vette. Mentre i grigi vanno a Vigevano l’altra capolista, la Pro Vercelli si reca a Bolzano dove non avrà vita facile. Il pareggio pare di prammatica. Altro confronto clou della giornata è in programma a Lecco dove scende l’undici di Manente, l’Udinese. I friulani sono in serie utile da alcune domeniche e l’ex mister alessandrino intende rilanciare i suoi ragazzi. Sarà una partita elettrizzante. (Il Piccolo - Il Gattopardo) ALESSANDRIA E PRO VERCELLI A BRACCETTO Gioco-spettacolo dei grigi ma il Venezia ottiene l'1-1 Al Moccagatta segna Di Brino dopo 5' - Errore di Pozzani al 12' e pareggio dei veneti - L'arbitro colpito dal pallone ricorre al massaggiatore Con un pareggio interno contro il Venezia (1-1) l'Alessandria rimane in testa alla classifica, affiancata dalla Pro Vercelli. E' stato un incontro interessante e spettacolare, sotto tutti gli aspetti, sebbene abbia concesso entrambe le reti, agli 8 mila spettatori presenti, in circostanze del tutto particolari. E veniamo subito dunque agli episodi dei gol, messi a segno nei primi minuti di gioco, che hanno condizionato poi lo svolgimento di tutta la partita. Al 5' i grigi ottengono una punizione dal limite per fallo di Bassanese ai danni di Mazzia. Batte la stessa mezz'ala sinistra che con un dosato pallonetto mette la palla sui piedi del terzino alessandrino Di Brino. Egli scatta improvvisamente oltre la barriera sorprendendo tutta la difesa avversaria. Di Brino si allunga in scivolata e batte facilmente il portiere avversario Seda, l'unico degli ospiti che si oppone in qualche maniera all'irruzione del difensore, mentre tutti gli altri veneti non sanno far altro che alzare le braccia reclamando un inesistente fuorigioco. Forse per giustificare un gol tanto geniale e beffardo. Una beffa maggiore doveva toccare però ai padroni di casa che dopo appena sette minuti subivano la rete del pareggio. Sette minuti durante i quali l'Alessandria ed il pubblico si erano illusi — alla luce dell'andamento dell'incontro — di poter infliggere ai neroverdi un passivo ben più pesante. Al 12' però il veneto De Cecco, pochissimo convinto delle proprie intenzioni, tentava un tiro in porta da una trentina di metri. La palla lasciata correre dai grigi e neroverdi filava lentamente, rasoterra, verso il portiere Pozzani. Il numero uno alessandrino si inginocchiava per raccogliere il pallone, ma incredibilmente se lo faceva sgusciare, attraverso le gambe, nella propria rete. Una palla, apparentemente innocua, che interrompeva cosi i 616' di imbattibilità di Pozzani e costringeva la squadra ad un'affannosa quanto inutile rincorsa. Qualche minuto per riprendersi dal trauma poi Ballacci scagliava caparbiamente i suoi uomini all'attacco, alla ricerca del punteggio pieno. A Volpi invece non rimaneva che richiamare il Venezia sulla difensiva Manueli e Dolso erano però controllati egregiamente dalla coppia dei terzini Sabbadin e Bisiol, entrambi ventiduenne capaci di una guardia attenta e severa. Mentre Baisi preferiva lasciare ai primi due la responsabilità delle conclusioni a rete. Il primo tempo offriva dunque uno scontro corretto e spettacolare con l'Alessandria a vestire i panni dell'assalitrice ed il Venezia sapientemente organizzato alla difesa dell'area di porta. La migliore occasione, in favore dei grigi, capitava al 29' su corner di Volpato: Dolso correggeva la palla di testa e Dalle Vedove tirava a rete, al volo, con estrema precisione e violenza. Sulla traiettoria della palla veniva però a trovarsi Seda che bloccava miracolosamente. Nella ripresa il Venezia pagava lo scotto delle energie sciupate, mentre i grigi mostravano di tenere ancora molto bene il ritmo forsennato dei primi 45 minuti. Il Venezia insomma non riusciva più ad organizzare una difesa ordinata subendo la netta superiorità degli uomini di Ballacci. Ma riuscendo pur sempre ad arginare la loro azione. Il secondo tempo si iniziava con un incidente che rischiava di compromettere il regolare proseguimento dell'incontro. Manueli infatti con un tiro di alleggerimento, per la verità piuttosto pesante, colpiva in pieno volto l'arbitro romano Ciulli. Il direttore di gara traballava sulle gambe, ma faceva proseguire il gioco approfittando della prima interruzione per sottoporsi alle cure del massaggiatore alessandrino. Al 55' la seconda clamorosa occasione per i grigi Dolso però svirgola la sfera mancando la conclusione. Al 64' Manueli viene atterrato in area per il contemporaneo intervento di Ardizzon e Bassanese, l'arbitro però non ravvisa nell'azione gli estremi del rigore come lascerà correre, all'88', un mani piuttosto vistoso del libero veneziano, in piena area di rigore. Di Brino e compagni meriterebbero insomma di veder premiata la grande costanza: l'abilità degli avversari, un paio di sviste dell'arbitro ed un tocco di sfortuna impediscono però loro di passare in vantaggio. Ai 66' anche Volpato è atterrato in area e Ciulli assegna il fallo «contro» per simulazione. Al 74' Manueli tenta la conclusione di violenza, ma il suo tiro su punizione è respinto fino a metà campo dalla barriera. Il Venezia sembra perdere la testa e la sua difesa si fa sempre più affannosa, ma anche ai grigi, sui finire dell'incontro, mancano le forze sufficienti a concretizzare finalmente la dimostrata superiorità. Sono anzi i veneti a sfiorare la rete con Modonese che spara però alle stelle una palla favorevolissima. (La Stampa - Ed. Sport - Salavtore Rotondo) Risultati: Belluno-Padova 1-1 Clodia-Monza 1-0 Legnano-Triestina 0-0 Mantova-Lecco 2-3 Pro Vercelli-Derthona 2-0 Seregno-Bolzano 3-1 Trento-Gavinovese 0-0 Udinese-Solblatcse 3-0 Vigevano-Savona 3-1 CLASSIFICA: Pro Vercelll, Alessand. p.15; 2 Lecco, Venezia 14; Belluno 13 Trento, Udinese, Mantova, Monza 11; Solbiatese. 10; Bolzano, Padova, Clodla, Vigevano 9 Gavinovese 8; Seregno, Triestina 7; Derthona, Legnano 6 Savona 5 Marcatori: 8 reti: Zanella (Mantova); 5 reti: Inferrerà (Belluno), Sollier e Rossetti (Pro Vercelli); 4 reti: Dalla Bella (Belluno), Marchi (Lecco), Bonora (Udinese), Bellinazzi (Venezia). 3 reti: Ballarin (Belluno), Murri (Bolzano); Foglia (Lecco), Rossi e Maioni (Pro Vercelli), Panucci (Savona), Mongitore e Vergani (Trento), D’Alessi (Triestina), Bianchi e Modonese (Venezia) Il punto sul campionato La Pro Vercelli ha superato il malconcio Derthona senza entusiasmare, annoiando il pubblico con un secondo tempo incolore e melenso. Il Vigevano ha mancato un risultato altisonante a spese di un Savona che, anche se non dotato tecnicamente, si è battuto per contrastare gli avversari particolarmente con il proprio reparto difensivo che non ha certo risparmiato il gioco robusto. Gara cavalleresca e agonisticamente valida a Trento tra i locali e la Gavinovese: le occasioni, da ambo le parti, non sono mancate.