Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1970/1971
Serie C
09-05-1971 - Giornata: 33 - Solbiate Arno - Felice Chinetti


Solbiatese AS - Alessandria US 1 - 1 (1 - 0)
RETI: 4. Centazzo [So] 84. Vanzini F.[A]

Alessandria US Ciceri Santino, Fusi Giuseppe, Berta Massimo, Paparelli Ezio, Colombo Antonio, Di Pucchio Claudio, Mantellato Bruno [63. Paesanti Paolo], Proietti Farinelli Vincenzo, Sassaroli Gianni, Lorenzetti Giuseppe, Vanzini Franco A disp.:(P) Binelli Pietro All.: Manente Sergio

Formazione avversaria
SOLBIATESE AS: Borghese, Beatrice, Rossi, Boni, Fiorin [58. Volpati], Barbaresi, Dalle Crode, Brusadelli, Centazzo, Rampanti, Musa. A disp.: Simionato. All.: Molina Alberto.

Arbitro: Scolari Luciano (Verona)
Note
Ammoniti: Brusadelli [S], Sassaroli [A], Ciceri [A], Fusi [A]. Angoli: 6-5. Spettatori: 2.400 circa, incasso: oltre L. 2.600.000 L’arbitro Scolari ha raccolto una bottiglietta piovuta in campo dagli spalti. In altri momenti hanno fatto lo stesso Sassaroli e Lorenzetti. Giornata di sole, un poco calda, terreno ottimo Inizio gara ore 16.00

Commento
L'ARBITRO, DUE RIGORI NEGATI, FA TREMARE I GRIGI A SOLBIATE Il direttore di gara non ha "visto” le massime punizioni © Il pareggio è giunto ad opera di Vanzini a sei minuti dalla conclusione dell'incerta contesa E’ BASTATA UNA PICCOLA DISATTENZIONE e la Reggiana si è involata: gli emiliani avevano un compito assai meno arduo dei grigi, e ne hanno approfittato. L’Alessandria invece ha rischiato grosso e l'avere conquistato un punto a Solbiate, a conti fatti, torna assai comodo. La media inglese vede ancora le due capoliste appaiate e se la Reggiana vuole scrollarsi veramente di dosso gli alessandrini dovrà vincere a Rovereto, un campo divenuto tabù. I veneti infatti non possono concedersi il lusso di perdere in quanto se ciò avvenisse la porta della retrocessione si spalancherebbe alle loro spalle. La situazione a cinque dalla conclusione del campionato è fluida: i granata devono giocare tre partite in trasferta (Rovereto, Pro Patria e Triestina) e due in casa (Venezia e Monfalcone); i grigi tre in casa (Piacenza, Verbania e Triestina) e due fuori (Padova e Venezia). Basta dare una scorsa al calendario per rendersi conto che entrambe le squadre, devono superare più di un trabocchetto, prima di giungere alla fatidica giornata del 13 giugno che laureerà la più brava. I mandrogni affrontano tre pericolanti al « Moccagatta » e due squadre, ormai senza ambizioni, fuori casa: mai come in questo momento si può affermare che le distrazioni non sono più ammesse, pena la esclusione dalla lotta per il salto in serie B. L’Alessandria a Solbiate non ha disputato una grande partita, ma come era già avvenuto in precedenza, l’arbitraggio di Scolari è veramente da censura. In tribuna era presente Campanati, presidente dell’A.I.A., il quale, interpellato a fine partita dall’ing. Sacco, ha risposto che ha « due occhi per vedere ». Speriamo abbia visto bene considerato che non ha concesso due rigori ai nostri, grossi come una casa. Il campionato, come ha giustamente rilevato Sacco, può essere falsato dalle decisioni di direttori di gara che chiudono uno o entrambi gli occhi come è accaduto domenica scorsa. Quando un giocatore ferma il pallone con entrambe le mani, in area di rigore, non ci sono dubbi: è rigore. Scolari evidentemente si è di avversano, ma pure contro gli arbitri come era accaduto a Busto Arsizio: pure in quell’occasione era stato negato un rigore per atterramento di Lorenzetti. Contro la Solbiatese, una squadra che lotta in modo ammirevole, l’Alessandria è scesa in campo con un libero di fortuna: Paparelli. L’ex savonese, come nella gara contro il Trento, si trova in difficoltà in quel ruolo che non è suo. Lotta con molto coraggio, non si tira mai indietro, ma gli manca quella astuzia e quel senso di posizione che contraddistingue l’uomo, al quale è affidato il compito di bloccare l’avversario che si libera, incuneandosi verso la porta. Paparelli è stato ’’saltato” in più di una occasione tanto che capitan Ciceri, al quale va un elogio, è dovuto uscire alla kamikaze per rimediare. Quasi non bastasse, ecco la prova opaca di Fusi che lontano dalle mura amiche non riesce a trovare la giusta misura. Si sbilancia troppo in avanti, rientrando affaticato e non più in grado di fronteggiare la sua ala. Questo scompenso si è fatto sentire sin dalle prime battute. Fortunatamente Ciceri è stato maiuscolo e commovente: se siamo tornati con un punto gran parte del merito è suo. Santino ha ritrovato in questo campionato lo sprint dei tempi migliori: è sicuro e preciso; non fallisce un intervento. Un professionista che si batte con tutte le energie per contribuire alla vittoria finale. Un’altra pedina molto importante e determinante di cui Manente rato con la maglia numero 6: è stato il grande regista, il coordinatore delle manovre d ’attacco nei momenti del grande nervosismo. L’incubo della sconfitta, ha aleggiato sinistro sulla squadra per gran parte della ripresa e, non pochi hanno temuto quanto accaduto nell’andata a Trieste. Pure allora si era attaccato meravigliosamente, mancando però la conclusione e fu la seconda sconfitta del torneo. Siamo giunti al quintetto di punta che da alcune domeniche non riesce a concretizzare in gol la grande mole di lavoro. Dopo la sosta rientrava Sassaroli, il tanto discusso centravanti che non trova più la via della rete. Sassaroli rispetto ai precedenti incontri si è mosso con maggiore sicurezza, lottando, entrando nel vivo della retroguardia alla ricerca dello spunto decisivo. Nel primo tempo ha avuto tra i piedi la palla gol, ma l’orgasmo, il desiderio di fare centro a tutti i costi, lo ha tradito ancora una volta. Al centravanti manca il gol per ridargli fiducia e, dopo tanti tentativi, non è detto che debba tardare ulteriormente a incursione di Sassaroli nell’area solbiatese dimenticato queste norme, perché in caso contrario, avrebbe indicato il dischetto della massima punizione. C’è stato pure un atterramento di Vanzini, ma il direttore di gara ha sorvolato, come sempre. F atta questa premessa per inquadrare una gara particolarmente importante per l’Alessandria, aggiungiamo che queste cervellotiche interpretazioni hanno finito per innervosire ancora più i ragazzi di Manente. La dea bendata non sta certamente dalla parte dei grigi che, da alcune domeniche, affrontano le partite in formazioni largamente rimaneggiate per le assenze del libero Magri e di De Luca. Nono, stante questo handicap, la squadra si è battuta con ardore, sfiorando gol, lottando non solo contro lo dispone, è certamente quella di Berta, che dopo un periodo di oscurantismo sta imponendosi all’attenzione non solo degli sportivi, m a dei tecnici. Il ragazzo ha ritrovato la grinta dimostrata all’inizio del campionato: tiene validamente la posizione, e si proietta, spontaneamente, in avanti a sostegno dell’azione offensiva dei compagni. A Solbiate Arno è stato uno dei pilastri della retroguardia con Colombo, stopper che in questo burrascoso finale, non perde una battuta. Il centravanti Centazzo, raramente è riuscito a sfuggire alla stretta e attenta sorveglianza. Con il rientro di Magri la retroguardia dovrebbe nuovamente divenire insormontabile. Uno dei migliori è risultato Di Pucchio. Buon ultimo Lorenzetti, sceso in campo con una caviglia dolorante. La mezz’ala da alcune domeniche appare piuttosto in difficoltà. Non gli mancano gli spunti perentori, ma il vuoto è evidente. Domenica ha giocato a corrente alternata, ponendo in difficoltà i colleghi. Un appannamento passeggero? Tutti se lo augurano in quanto l’apporto di questo ragazzo è sempre determinante ai fini del risultato. La partita è stata per gli alessandrini veramente drammatica, dopo un primo tempo con fasi alterne che aveva evidenziato gli sbandamenti della nostra difesa. Il gol di Centazzo al 4’ della ripresa ha rag gelato il sangue agli sportivi mandrogni, numerosi come sempre ad incitare i beniamini in questo tour de force. L’Alessandria ha accusato il colpo gettandosi con la forza della disperazione in avanti, ma esponendosi ai pericolosi contropiedi avversari. E’ stato un assedio durante il quale si è notato che la dea bendata non era certamente dalla parte dei grigi: prim a l’episodio del pallone arrestato con le mani in area di rigore dai padroni di casa, poi un intervento tutt'altro che regolare ai danni di Vanzini. Dopo questi antefatti ovvio che le speranze alessandrine di riagguantare il pareggio fossero ridotte al lumicino. Poi a sei minuti dalla conclusione il gol liberatore di Vanzini che correggeva un colpo di testa di Sassaroli: 1-1. Un risultato equo considerato l’andamento della contesa; un risultato inaccettabile se si fosse concluso con la nostra sconfitta. La Reggiana che invece ha potuto sbloccare il risultato con un rigore non ha sudato per avere ragione del Piacenza che domenica sarà al « Moccagatta ». Ancora una volta Manente dovrà ponderare le scelte: non può sbagliare. Sicuro il rientro di De Luca che garantirà alla difesa maggiore stabilità. Per l’attacco molti interrogativi. Probabilmente non giocherà Mantellato e il sostituto potrebbe essere Proietti. I dubbi non si limitano solo all'ala: se Sassaroli è stato ammonito potrebbe incorrere nella squalifica e sarebbe veramente un bel guaio. L’esperimento di Lorenzetti centravanti non si deve più ripetere. In tale evenienza meglio affidarsi a Proietti con Principe all’estrema. Il confronto è importantissimo in quanto in casa non bisogna lasciare nelle mani dell’avversario nemmeno un punto. Considerata la pericolosità della trasferta della Reggiana, potrebbe essere l’occasione buona per il riagganciò. Il campionato si disputa ormai per quanto concerne la prima poltrona, sul filo del rasoio: ogni eventuale sbandamento potrebbe essere decisivo per perdere l’autobus della promozione. Il punto di svantaggio accumulato dopo il pareggio di Solbiate non è ancora decisivo, ma lo potrebbe divenire nel caso si verificassero altri... infortuni. L’ora di rimboccarsi le maniche è veramente giunta: sotto con tutto lo orgoglio e con tutte le forze per raggiungere l’obiettivo da tanti mesi agognato. (Il Piccolo - Il Gattopardo) A SOLBIATE VANZINI SALVA I GRIGI DALLA SCONFITTA: 1-1 L'ala sinistra ha risposto in zona Cesarini ad un bel gol di Centazzo Arbitraggio casalingo: negati ai piemontesi ben tre calci di rigore Quando la fortuna e gli arbitri, voltano le spalle, l'Alessandria si aggrappa all'orgoglio, all'incrollabile fiducia nelle proprie possibilità e si salva. Contro una Solbiatese che ha confermato di saper giocare davvero bene ( Molina è l'allenatore...), i grigi per 45 minuti hanno puntato alla vittoria contribuendo alla stesura di un copione agonistico e tecnico di insospettabile bellezza per chi si affaccia saltuariamente sulle serie C. Nessun gol comunque. Le emozioni sono state rimandate al secondo tempo. Dopo 4', in contropiede, la Solbiatese andava in vantaggio con un bellissimo gol di Centazzo che raccoglieva il volo un traversone dell'avanzato Rossi. L'Alessandria si scatenava all'attacco con gli inevitabili inconvenienti di una manovra affannosa, si vedeva negare la bellezza di tre rigori sacrosanti, rischiava di essere infilata in contropiede in due occasioni, ma alla fine riusciva a pareggiare con Vanzini. Mancavano 5' al fischio di chiusura. Un punto d'oro. La Reggiana ha vinto, ma la corsa alla promozione in B rimane aperta perché, se osserviamo la media inglese, i punti fra grigi ed emiliani rimangono gli stessi. A cinque partite dalla fine del campionato le speranze dell'Alessandria, dunque, sono intatte. Non i perdere contro una simile Solbiatese equivale ad un mezzo i successo. L'arbitro Scolari di Verona ha chiuso in anticipo di 15" il confronto, senza recuperare i minuti (almeno 5) per gli incidenti e le polemiche che hanno fatto seguito al primo rigore incredibili: mente negato alla squadra piemontese. Evidentemente temeva che una delle due squadre perdesse, convinto, erroneamente, di aver bilanciato gli errori perché se l'Alessandria ha protestato per tre rigori non concessi, la Solbiatese ha invocato un presunto fuorigioco sul gol di Vanzini. Un'infelice giornata per Scolari, proprio davanti al « capo » Campanati. che ha seguito, perplesso, dalla tribuna l'esibizione del direttore di gara. A fine partita il presidente dell'Alessandria ha avvicinato Campanati e gli ha detto: « Qui si sta falsando il campionato », Il capo supremo degli arbitri ha risposto: « Stia tranquillo, due occhi li ho anch'io ». Ricordiamo l'azione dei tre rigori negati e lasciamo dare ulteriori giudizi al lettore. 8' della ripresa. Cross di Mantellato dalla destra. Sassaroli si eleva più: in alto di tutti per ribattere di testa ma all'ultimo istante Barbaresi, con entrambe le mani, devia la traiettoria della palla. Fallo netto, indiscutibile, in piena area. L'arbitro, appostato a pochi passi dall'azione, fa proseguire. 11': Su un cross di Fusi, ancora dalla destra, Vanzini al momento di battere in rete da pochi passi viene spinto violentemente alle spalle e finisce a terra. Anche in questo caso Scolari fa segno di proseguire. 38'. Cross dalla destra. Vanzini a due passi da Borghese è ancora vittima di una spinta, con sgambetto plateale alle spalle, i Vanzini termina lungo e disteso. Nulla. Nell'azione susseguente, però, l'Alessandria pareggia. Detto questo rimane da aggiungere che la squadra di Manente ci è piaciuta anche se qualche uomo, alla distanza, ha denunciato l'usura di un campionato impietoso. Sassaroli è apparso in ripresa, ma deve riacquistare sicurezza. (La Stampa - Ed. Sport - Franco Costa) Un arbitraggio discutibile, tre bottigliette in campo (Campanati ha visto tutto) SOLBIATESE – ALESSANDRIA 1.1 “Ho due occhi anch'io” rispondeva Campanati al presidente dell'Alessandria Sacco, che al termine reclamava per l'arbitraggio casalingo di scolari. L'uomo in nero, tranquillo, quasi perfetto per 53 minuti, diveniva all'improvviso il protagonista alla rovescia. 8’ del secondo tempo. Sorvolava su un fallo di mani di Barbaresi (il libero asseriva di essere stato ostacolato da tergo ma nessuno se n'era accorto) in piena area di rigore. 11’: non vedeva Boni che mandava terra Vanzini scattato incontro al cross di Fusi. Cominciava ad ammonire troppo … rapidamente e al 27’ non concedeva un macroscopico angolo ai grigi. Il tiro lo firmava Paesanti. Volpati l'aveva contrato. Due interventi pregevoli dell'arbitro nel trentasette finali: non aver preso in considerazione il tuffo “caricato” di Vanzini al 38’, entro i 16 metri, e non avere interpellato il guardalinee, che rimaneva fermo, con la bandierina alzata, sul gol del pareggio. Era nella zona operativa, quindi si sentiva certo della decisione. Né infatti avevamo visto alcunché di irregolare. Il fuorigioco era da escludere, Rampanti si trovava sulla linea di porta (poi ce lo confermava). Abbiamo sentito, poi parlare di una gamba alzata, ma nella dinamica dell'azione non l'avevamo notata: c'è stato un colpo di testa a campanile di Rossi, una rovesciata di Sassaroli che anticipava Barbaresi, e testa finale di Vanzini e inutile schiaffo alla palla di Borghesi proteso in tuffo. Il punto non invalidava però la prestazione dei nerazzurri di Molina che giostravano con grande determinazione per 90 minuti, sempre pronti, lucidi, scattanti. Disposti come si conveniva, Barbaresi e soci macinavano gioco in continuità con Rampanti, Brusadelli e Beatrice più vivi in fase di impostazione e tre punte frizzanti: Musa, nella ripresa, addirittura indiavolato. Borghese, Rossi, Fiorin e Barbaresi Pietro lottavano con grande animo disimpegnandosi piuttosto bene, anche se il libero nei primi 45 minuti si permetteva una licenza di troppo. Spiccava il solito Boni, come sempre … osservato speciale. Costretto dopo 5 minuti a seguire Vanzini il biondo mediano accusava disagi sulla fascia sinistra, non troppo congeniale al … destro. Il compito non era dei più facili e per gran correre dell’ala e per i 18 anni … Il suo uomo andava anticipato o in seconda ipotesi costretto a servire la palla, traccheggiando. Entrare in scivolata con un tipo rapido che sa manovrare il sinistro in spazio ristretto non giovava. I grigi si dimostravano ancora una volta formazione di rango ma il centrocampo non rispondeva come doveva, con quel Di Pucchio mediano, costretto inopinatamente a occuparsi più del necessario dell'uomo che nell'occasione aveva nome Rampanti. L'elemento più lucido della compagnia in quella posizione non forniva il dovuto “fosforo” alle punte. Il centrocampista Berta poi è terzino “puro”, Vanzini eccelle nella corsa, non nella visione di gioco. Proietti infine resta elemento di rifinitura da ultimo guizzo, così come Lorenzetti. A Sassaroli si incollava il francobollo Fiorin, ma nessuno l’aiutava a staccarsi invitandolo a partire sulla sinistra, in considerazione del destro inesistente dello stopper. Mantellato aveva un buon inizio, e rapidissimo fiondava di interno sinistro sulla fascia superiore della traversa (36’ del primo tempo). Era l'acuto, poi Rossi lo spegneva. Ciceri non falliva un intervento, anzi metteva più di una pezza al momento dello sbandamento successivo al gol di Centazzo. L'uscita sui piedi Dalle Crose, al nono del secondo tempo, era determinante. Fusi messo in angustie da Musa si riscattava nel finale; Paparelli faceva il … sostituto, pur non avendo colpe sulla coscienza; Colombo svettava. Si lasciava sfuggire Centazzo nell'azione dell'uno a zero, ma bisognerebbe sapere con precisione sin dove si possa parlare di demeriti suoi e di meriti altrui. Questi i contrasti di centrocampo: Rampanti-Di Pucchio; Proietti-Brusadelli; Boni-Lorenzetti per i 5 minuti iniziali, poi su Vanzini per avvicinare a sprazzi l'interno. E, Beatrice l'alter ego di Boni subito su Vanzini.. Regolari le altre marcature con Barbaresi e Paparelli liberi sui rispettivi fronti. All'ingresso di Volpati (bene il biondino) Barbaresi diveniva stopper, Rampanti libero. Con l'entrata di Vailanti, Proietti si spostava in avanti. La rete della Solbiatese: 4’ della ripresa. L'azione partiva da Brusadelli che sul dischetto del centrocampo imbeccava Rossi a sinistra. Rapido allungo, tocco aggirante Proietti, ancora uno scatto e centro rasoterra con Paparelli fuori causa. Centazzo guizzava davanti e il pallone finiva nel “sette” del primo palo. Al trentanovesimo dal quarto corner in favore dei grigi nasceva il pari già descritto. (Tuttosport - Claudio Nassi) RISULTATI: Derthona - Sottomarina 1-0 Legnano - Lecco 0-1 Monfalcone - Seregno 0-0 Padova - Triestina 2-0 Pro Patria - Venezia 2-1 Reggiana - Piacenza 2-0 Trento - Verbania 1-1 Treviso - Rovereto 1-0 Udinese - Parma 5-4 CLASSIFICA: Reggiana p. 49; Alessandria 48; Padova 44 ; Lecco Parma, Trento, Venezia 36; Treviso 35; Solbiatese 34; Seregno, Udinese 32; Piacenza, Legnano, Derthona 29; Rovereto, Pro Patria, Triestina 28; Verbania 27; Sottomarina 23; Monfalcone 21 MARCATORI: 19 reti: Zandoli (Padova); 16 reti: Rancati (Parma); 15 reti: Modonese (Padova); 14 reti: Bellinazzi (Venezia); 13 reti: Ferrari (Seregno), Fava (Parma); 12 reti: Goffi (Lecco); 11 reti: Fregonese (Triestina) Il punto sul campionato Reggiana sola in testa alla classifica dopo il successo casalingo nel derby regionale con il Piacenza con un pensiero di ringraziamento alla Solbiatese che ha fermato sul pari l’Alessandria. Pirotecnico successo dell’Udinese con il Parma: il 5-4 finale ha sicuramente divertito i tifosi di entrambe le formazioni che, ormai, non hanno nulla da chiedere alla classifica. Al Derthona è bastato un tiro in porta, per di più su rigore, per aggiudicarsi la gara e compiere un passo decisivo verso la salvezza. La partita con il Sottomarina ha visto un arrembaggio costante dei piemontesi per tutta la gara. Incontro con due gol contestati tra il Trento e il Verbania: i locali hanno dominato sul piano tecnico e agonistico, mentre nella ripresa hanno subito l'iniziativa ospite che si sono spinti con estrema volontà alla ricerca della rete.