Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1970/1971
Serie C
06-06-1971 - Giornata: 37 - Venezia - Pierluigi Penzo


Venezia AC - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 28. aut. Colombo A.[A]

Alessandria US Ciceri Santino, Paparelli Ezio, De Luca Sergio, Magri Pier Luigi, Colombo Antonio, Berta Massimo, Mantellato Bruno [46. Proietti Farinelli Vincenzo], Di Pucchio Claudio, Sassaroli Gianni, Lorenzetti Giuseppe, Vanzini Franco A disp.:(P) Chini Andrea All.: Manente Sergio

Formazione avversaria
VENEZIA CALCIO: Favaro [51. Terreni], Santarello, Rossi, Ronchi, Kuk [17. Ridolfi], Maiani, Bianchi, Scarpa, Bellinazzi, Badari, Dori. All.: Radio Enrico

Arbitro: Frasso Luigi (Capua)
Note
Espulsi: Rossi [V], Vanzini [A] Ammoniti: Maiani [V] Angoli: 8-1 Spettatori: 2000 circa di cui 800 paganti per un incasso di 800 mila lire. Antidoping per Favaro. Ronchi e Bianchi del Venezia e per Ciceri, Colombo e Proietti dell'Alessandria. Inizio gara ore 16.00

Commento
RESA DEI GRIGI A VENEZIA: QUESTA VOLTA INGLORIOSAMENTE All’undici di Manente è mancata la volontà di vincere© Come sempre molte occasioni, ma nessuna rete © La Reggiana ha impartito ai ’’fuoriclasse” alessandrini una lezione di serietà: si è battuta sino all’ultimo, meritando ampiamente la promozione PER L’ALESSANDRIA IL CAMPIONATO E’ FINITO INGLORIOSAMENTE, SENZA SCUSANTE ALCUNA. In questa occasione non si può neppure chiamare in causa la sfortuna: è mancata clamorosamente la squadra, sono mancati alcuni uomini, sui quali si fondavano giustamente le speranze delle migliaia di sportivi alessandrini. A Venezia il sogno di mantenere inalterate le distanze con la Reggiana, è naufragato misera, mente ,nel modo più antisportivo che si conosca. Un undici composto nella stragrande maggioranza da automi che aveva rinunciato, ancora prima di scendere in campo, alla possibilità di dannarsi l’anima, se necessario, pur di tornarsene a casa con i due punti. La Reggiana, che si è dimostrata più squadra, che più ha lotta, to, merita la promozione in B: rendiamo merito all’undici emiliano per avere saputo battersi sino all’ultimo, per non avere mai rinunciato alla bagarre. Ora che siamo quasi giunti sul traguardo finale, tirando le somme, dobbiamo concludere che per l’Alessandria è stato il torneo delle occasioni perdute. L’amarezza che pervade un po’ tutti, è dovuta più alla gara di Venezia, che all’intero arco del campionato, alla mancata quanto agognata possibilità di salire in serie B. L’Alessandria doveva vincere per due motivi: per mantenere invariato il distacco dalla Reggiana nel caso che quest’ultima avesse vinto (come è poi avvenuto) o per annullarlo definitivamente. Nel primo caso essendo pendente il reclamo presso la Lega semiprofessionisti per la partita di Padova, restava la speranza di giungere allo spareggio. Si pensava quindi ad una formazione caricatissima che avrebbe fatto un sol boccone dei ’’neroverdi”. Il presidente ing. Sacco e il vice Borasio prima dell’incontro avevano avuto con i giocatori un lungo colloquio chiarificatore, si era parlalo del reclamo e pure di premi nel caso di un successo indipendentemente da quanto sarebbe accaduto al ’"Valmaura”. I giocatori avevano assicurato di essere quanto mai concentrati per guadagnare la intera posta. Una promessa costruita sull’acqua considerato che sin dalla scorsa settimana qualche giocatore aveva detto che ormai la lotta per la B era definitivamente chiusa a favore della Reggiana. Diremo di più: nell’ambiente si era andato acuendo una divergenza, non sappiamo se di natura economica — ma lo escludiamo considerato che i dirigenti in questi mesi hanno sborsato fior di milioni — o di incompatibilità tra la ’’colonia” laziale e quella settentrionale. Per amore di patria non faremo nomi, visto che quanto è accaduto è veramente irreparabile e non bastano certo le polemiche per ripor. tare l’undici alla soglia della promozione. Resta il fatto inequivocabile che solo un miracolo poteva consentire ai grigi di guadagnare l’intera posta. Sul campo si è vista — ad eccezione di alcuni — una squadra svogliata, senza nerbo, incapace di impor. re il proprio gioco all’avversario che disputava, sportivamente, una onesta partita. Sarebbe bastata un po’ di grinta per mettere in difficoltà i "neroverdi”, invece si è visto unicamente molto nervosismo. Sassaroli, dopo avere fallito u. na buona occasione all’inizio della partita, più che badare al gioco, ha rivolto le sue attenzioni agli avversari, mettendo fuori causa prima Kuk poi il portiere Favaro. Si è proseguito sullo stesso metro e Vanzini è finito anzitem. po negli spogliatoi unitamente a Rossi. A complicare le cose si è aggiunta l’autorete di Colombo al 28’ del primo tempo: un vero infortunio dello stopper. C’era però tutto il tempo per rimediare se gli alessandrini avessero voluto veramente la vittoria. Nella ripresa invece l’attacco si è letteralmente seduto tanto che i tiri più pericolosi sono risultati quelli di Magri, che è stato con Berta uno dei più attivi. Mentre la difesa ha svolto con profitto il suo gioco, gli altri reparti si sono dissolti come neve al sole si direbbe che badassero unicamente a giungere al termine della tenzone senza ulteriori guai. « Una delle peggiori partite dell’anno », è stato detto e scritto: basta questa frase per fotografare la gara di Venezia. La squadra si ò arresa ancora prima di conosce cosa era accaduto a Trieste; si è arresa supinamente quasi che si trattasse di una gara senza importanza alcuna. Il commento all’incontro potrebbe chiudersi a questo punto in quanto sia i dirigenti che lo stesso allenatore sono rimasti veramente di stucco in quanto si attendevano dai ragazzi una prova orgogliosa, se non altro per potere dire: abbiamo lottato sino alla fine e la Reggiana è stata più forte di noi. E’ accaduto il contrario ed ora si avrà, con molte probabilità, una coda consistente in una multa, questa ben meritata dai giocatori che hanno tradito la fiducia di tutti ed in particolare degli sportivi che li hanno seguiti in tutte le trasferte sfidando avversità atmosferiche, disagi di ogni genere e sovente pure le ire delle... mogli. L’ultimo appuntamento è per domenica prossima al « Moccagatta », ospite la derelitta Triestina, ormai condannata in serie D. I "rossoalabardati” contro la Reggiana hanno fatto ricorso a tutto il fiato che avevano in corpo pur di chiudere dignitosamente. Non ci sono riusciti, ma almeno hanno la soddisfazione, seppure magra, di avere fatto il loro dovere fino alla fine. Nello sport ciò conta moltissimo. Manente schiererà qualche giovane (Manueli?), almeno si spera, visto che i senatori possono restare in tribuna per meditare sulle occasioni perdute. Bisogna pensare al domani e, da quanto ci risulta, l’ing. Sacco sarebbe intenzionato a ripresentare a settembre un’Alessandria ben più forte e decisa a risalire la china. Quattro anni in serie C sono troppi. Sacco ed i suoi collaboratori, la scorsa estate non hanno lesinato sui denari pur di dare agli sportivi un undici all’altezza delle tradizioni dell’Alessandria. Gli orsacchiotti che avevano iniziato bene (entusiasmando i fans) hanno perduto lungo la strada il brio e la volontà. Il momento cruciale del nostro campionato lo si è avuto nei mesi invernali quando lo attacco è entrato in crisi e per un mese i gol sono divenuti un pio desiderio. Per quattro domeniche (Verbania, Venezia, Triestina, Rovereto) Sassaroli e compagni sono rimasti a bocca asciutta, consentendo alla Reggiana di farsi sotto minacciosamente. Nel girone di ritorno il pareggio interno con il Legnano prima e con il Derthona poi hanno incominciato a fare trillare il campai elio d’allarme. La vera svolta la si è avuta prima a Busto Arsizio con la Pro Patria (do. ve il gol del pareggio per i padroni di casa è stato veramente regalato) e poi con il Padova. La squadra che nell’andata si era imposta all’attenzione di tutti per i suoi perentori successi in trasferta, si è affievolita. Nella parte finale se si eccettua il successo sul Piacenza, si è dovuto fare ricorso ad un calcio di rigore per mettere sotto prima il Trento e poi il Verbania. A Padova e Venezia invece il quintetto di punta, asfittico quanto mai, ha accentuato la crisi che ha consentito alla Reggiana di involarsi verso la B. Per quanto concerne lo attacco c’è da dire che Sassaroli ha tradito non poco le aspettative non riuscendo a passare se non con penalty; che Di Pucchio ha alternato prove maiuscole ad esibizioni veramente deprimenti ; che Lorenzetti logorato dai lunghi mesi di attività non è più riuscito ad essere l’uomo in grado di dare quell’apporto decisivo ai compagni. Le ali, Mantellato e Vanzini, brillanti nella fase iniziale, sono letteralmente sparite. Erano necessari dei ricambi, ma Manente non aveva a disposizione che Paesanti, Proietti e Principe. Seppure con questo handicap i grigi hanno avuto sino all’ultimo nelle mani la carta vincente che non hanno saputo sfruttare. Ed è stato un vero peccato che non torna certamente ad onore degli atleti che, dalla società hanno avuto notevoli soddisfazioni (finanziarie e non solo morali) che però non hanno saputo ripagare in eguale misura. Il capitolo ormai è chili, so e non resta che pensare al domani con altra determinazione, considerato che la promozione non si può procrastinare ulteriormente. (Il Piccolo - Il Gattopardo) ALESSANDRIA ADDIO, PER QUEST'ANNO, ALLA PROMOZIONE « Abbiamo finito di soffrire, adesso non ci resta che mandare un telegramma di felicitazioni a quelli della Reggiana. La promozione se la sono davvero meritata ». Con queste parole serene, che però nascondevano una grande amarena e un bel po' di rabbia, il presidente Sacco ha commentalo la partita di Venezia, quella che ha deciso l'esito della corsa alla serie B. L'uno a zero equivale ad una sentenza definitiva per i grigi, che hanno perso senza attenuanti, dimostrando di essere arrivati a questo finale in fase nettamente calante e persino privi di concentrazione e convinzione. Anche ieri, come sette giorni prima contro il Verbania. l'Alessandria ha giocato male. « Una delle peggiori partite dell'anno » dicevano i dirigenti, ripetendo le frasi della settimana scorsa ed accentuando cosi il giudizio negativo nei confronti di una squadra che ha finito male un bel campionato. E poiché la delusione è stata grossa, si prevedono addirittura multe nei confronti dei giocatori, nei confronti dei giocatori colpevoli, secondo qualcuno di aver mollato troppo presto come un ciclista che si ribalti dal manubrio al momento della volata. Forse i grigi hanno inconsciamente sentito che lo sprint con la Reggiana non avrebbero potuto vincerlo. La vittoria del Venezia è meritala, logica, inevitabile, considerando che l'Alessandria ha giocato un primo tempo tutto da dimenticare (passaggi sbagliati, ritmo troppo lento, assolutamente incomprensibile in una squadra che sta decidendo in 90' il destino di tutta la sua stagione) e poi nella ripresa ha saputo soltanto sbagliare tre o quattro occasioni da gol. In più. per colmo di sventura (evidentemente la fortuna aiuta solo gli audaci e ieri i grigi non sono stati nemmeno sempre combattivi), c'è stata la sorte a favorire il gol del Venezia: al 28' del primo tempo Bellinazzi si è smarcato in area sulla destra, scattando sul limite del fuorigioco (con qualche timida protesta dei piemontesi) e tirando con forza in diagonale. Il pallone ha picchialo su una gamba dello stopper Colombo, impennandosi in una parabola diabolica, conclusasi alle spalle di Ciceri rimasto di sale, beffalo da una clamorosa autorete. La botta dell'autogol ha al flosciuto ancora di più il già dimesso tono dei grigi che lianno continuato a produrre la loro manovra lenta e poco incisiva, ancor più condannabile se si considera che sin dal 17' il Venezia aveva dovuto rivoluzionare il suo assetto difensivo per l'uscita del libero Kuk, ferito alla gamba destra dopo uno scontro con Sassaroli. I neroverdi avevano rimedialo mandando il tredicesimo Ridolfì. un attaccante, a fare il terzino su Vamini e spostando Santarello nel ruolo di battitore. Santarello iniziava il suo nuovo compitò con un errore (poi si è ripreso benissimo, risultando uno dei migliori in campo nel secondo tempo che dava via libera a Mantellato. il quale però si faceva anticipare da Favaro in uscita (25'). Nella ripresa i grigi, con Proietti al posto di Manicilato, trovavano maggior mordente ma sprecavano i palloni da gol con colpevole prodigalità: al 60' Proietti non riusciva a tirare con efficacia di sinistro, solo a pochi metri dai portiere, su un'ottima apertura di Lorenzetti. consentendo a Santarello di liberare e bissare il salvataggio effettuato nove minuti prima su un diagonale di Sassaroli; in questa azione il centravanti si scontrava col portiere Favaro che doveva lasciare il campo. A questo punto l'arbitro Frasso, molto energico, dove va intervenire spesso e al 71' decideva di calcare la mano espellendo Rossi e Vamini, rei di essersi « beccati » a vicenda (con parole e fatti dopo un fallo commesso dal primo. Subito dopo Ciceri litigava con un fotografo dietro la sua porta e l'Alessandria chiudeva tra i fischi del pubblico una giornata amara in tutti i sensi. (La Stampa - Ed. Sport - Antonio Tavarozzi) Risultati: Derthona - Treviso 0-0 Lecco - Udinese 2-2 Padova - Piacenza 0-0 Parma - Monfalcone 5-1 Rovereto - Legnano 2-0 Seregno - Sottomarina 2-1 Trento - Pro Patria 4-0 Triestina - Reggiana 0-1 Verbania - Solbiatese 3-0 CLASSIFICA: Reggiana p. 56; Alessandria 52; Padova 48; Venezia 42; Trento 41; Parma, Lecco, Solbiatese 39; Treviso 38; Seregno, Udinese 36; Rovereto, Legnano, Verbania 33; Piacenza, Derthona 32; Pro Patria 31; Triestina 29; Monfalcone 26; Sottomarina 25. Il punto sul campionato Il Verbania si è matematicamente salvato con una giornata di anticipo sconfiggendo la Solbiatese per 3-0, tutto si è risolto nei dieci minuti iniziali. Il Derthona giocando una generosa gara contro il Treviso e conclusasi in pareggio ha raggiunto finalmente la certezza in C. L'incontro più importante della giornata si è concluso con un duplice verdetto: la Reggiana è in Serie B; la Triestina è praticamente retrocessa in Serie D: si è trattato di una gran gara dove tecnica e agonismo si sprecavano.