Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1973/1974
Serie C
09-12-1973 - Giornata: 13 - Udine - Moretti


Udinese AC - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 71. Politti [Ud]

Alessandria US Pozzani Flavio, Di Brino Marcello, Unere Giuseppe, Reja Edoardo, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Baisi Sergio Pietro, Mazzia Bruno, Di Prospero Sergio [70. Maldera (II) Attilio Benedetto] A disp.:(P) Croci Claudio All.: Ballacci Dino

Formazione avversaria
Udinese: Zanier, Sgrazzutti, Bonora, Politti, Beltrame, Zampa, Stevan, Burlando, Peressin, Farina, Girelli [75. Pelizzari]. A disp.: Marcatti, Jesse. All.: Manente Sergio

Arbitro: Barboni Piero (Firenze)
Note
Espulsi: Reja [A], Burlando [U] Ammoniti: Beltrame [U], Unere [A], Di Brino [A]; Angoli: 11-2 Spettatori: 12.000 circa per un incasso di oltre 10 milioni. Inizio gara ore 14.30

Commento
MAZZIA INCOCCIA LA TRAVERSA POI POLITTI AZZECCA IL TIRO I ”bianco-neri” dell’ex Manente, con più birra (si giocava al « Moretti »), impongono la loro tattica ad un’AIessandria votata unicamente alla difesa © In 90 minuti i ’’grigi” calciano a rete una sola volta © Gli ’’svolazzi” di Pozzani e le incertezze difensive © L’espulsione di Reja complica il lavoro dell’ allenatore Ballacci Sergio Manente, ex trainer grigio, non ha perdonato la vecchia società. Il mister udinese ci teneva a fare bella figura davanti ai tredicimila supporters giunti da ogni parte del Friuli per sostenere i ” bianconeri il risultato lo conoscete: hanno vinto i padroni di casa con una rete di Politti, un mediano che è risultato tra i migliori in campo. L’Alessandria "freddata” a venticinque minuti dalla conclusione non è stata più in grado di reagire e l'Udinese ha colto i due punti. Aggiungeremo che è stata una delle più brutte, se non la più brutta e rinunciataria delle gare disputate dagli atleti in maglia grigia. La sconfitta non ha compromesso nulla in quanto le dirette avversarie alla promozione non hanno saputo fare meglio. Il Belluno che aveva a portata di mano la testa della classifica si è fatto infilare a Vigevano, la Pro Vercelli è caduta a Lecco, il Venezia ha pareggiato a Padova. Altrettanti pareggi anche per Monza e Mantova, le grandi deluse di questo inizio di campionato. Manca il mattatore per cui la promozione si conquisterà unicamente con la regolarità, mantenendosi il più possibile in media inglese. Lo scivolone dei ragazzi di Ballacci ha compromesso questa media facendo precipitare l’Alessandria a meno due, come era accaduto alcune settimane orsono. Scendere oltre sarebbe assai pericoloso per cui la prossima domenica a Clodia è d’obbligo una partita decisa con l’obiettivo massimo, la vittoria. Il campo dei veneti scotta: giocano allo spasimo, picchiano duro, non concedono spazio. Il mister in settimana avrà il suo da fare perchè scontata appare la squalifica di Reja che si è fatto espellere per un fallo di reazione. Senza un atleta del peso dell’ex palermitano il centrocampo ne soffrirà enormemente. Dolso è recuperabile, ma Dalle Vedove no: come risolverà il problema? Ballacci non ha saputo rispondere perchè il materiale a disposizione è limitato. Un’Alessandria di emergenza pertanto quella che si accinge ad affrontare la seconda trasferta consecutiva che il calendario le assegna. Le prime squalifiche e gli incidenti incominciano a pesare in misura notevole su un organico che è stato ridotto all’osso con le cessioni novembrine di Musa, Snidaro e quelle tentate, ma non andate a buon fine di Dalle Vedove e Vanzini. Il confronto di Udine era particolarmente atteso se non altro per vedere lo spirito di reazione dei grigi davanti ad un contendente che si sarebbe impegnato allo stremo delle forze. I dubbi di Ballacci, alla vigilia si possono sintetizzare nel solito dilemma: due o tre punte? Conosciuta la formazione varata da Manente, si è orientato sulla seconda, rinunciando all’inserimento di Maldera e al conseguente avanzamento di Unere in funzione di ala tattica. Scegliendo le tre punte, pareva evidente l’intendimento di affrontare i bianconeri ad armi pari: difendersi e contrattaccare con uguale vigore. Non si spiega altrimenti la tattica che era stata elaborata nel chiuso di una stanza dell’albergo « La di Moret » di Udine. E’ proprio vero che « dal dire al fare ci sta di mezzo il mare ». L’Udinese al fischio di Barboni è scattata immediatamente in avanti decisa a debellare ogni resistenza dell’ avversario. Lo ha fatto con veemenza mettendo subito in difficoltà il centrocampo mandrogno che, sotto la maggiore pressione, si è portato sulla stessa linea dei terzini. I locali dilagavano da tutte le parti come una marea, cercando con questo assalto all’arma bianca, di scompaginare ogni tattica difensiva. Orchestrati da Burlando e da Farina con la collaborazione di Politti e Zampa chiamavano ad un duro e affannoso lavoro i mandrogni. Il momento era critico e, forse, sarebbe stato superato con una certa qual tranquillità se alcuni interventi di Pozzani non avessero aggiunto altro orgasmo al pacchetto difensivo ospite. Peressin scattante come non mai sgattaiolava al centro servendo di precisione Stevan e il non certo imprendibile Girelli affidato alle cure di Di Brino. Colombo davanti ad un centravanti che giocava sull’anticipo era costretto a fare appello alla lunga esperienza e alle doti atletiche per cercare di tenerlo a freno. Stevan poi, sembrava veramente imprendibile. Unere costretto a giocare su un uomo che manovrava speditamente diveniva falloso al punto che l’arbitro Barboni interveniva ripetutamente. Il terzino mandrogno ricorreva a mezzi leciti e non, tanto da scatenare le vivaci reazioni del pubblico. Pure Mazzia solitamente ’’pulito ” n ella manovra e nel contrasto doveva ricorrere alle spintarelle da tergo per contendere i palloni alti o per bloccare le rincorse verso l’are a di Pozzani. In questo marasma difensivo pure Reja non meglio della condizione faticava per cercare di non lasciarsi sfuggire Farina che era uno dei suggeritori delle azioni in profondità. Ancora più gravoso risultava il lavoro di Volpato al quale era stata affidata la custodia di un Politti che ha giocato una delle sue migliori partite in maglia bianconera. Il centrocampista era onnipresente: bloccato l’accenno offensivo degli alessandrini si portava in zona tiro pronto a sfruttare ogni occasione che gli si presentava. Il costante forcing dei friulani lasciava praticamente le punte grigie al loro destino. Manueli che doveva curare i collegamenti intrappolato nelle maglie dei centrocampisti locali non riusciva a sbrogliare la matassa né come apporto difensivo, né come apporto offensivo. Sui palloni alti non ne azzeccava una: era sempre la testa del difensore a svettare più. Baisi costretto a spostarsi in continuazione per ricuperare la palla e per trovare la spalla non riusciva a legare con Di Prospero, volenteroso, ma non amalgamato nel complesso. C’era qualche lancio sulla linea laterale, ma il ragazzo non riusciva a svincolarsi da Sgrazzuti che lo pedinava in continuazione e che poi scattava verso Pozzani trascinandoselo dietro. A dirigere la danza erano sempre i bianconeri che costringevano Barbiero ad effettuare precipitose rincorse e a rinvìi per lo più approssimativi perchè non c’era tempo per cercare l’appoggio sui compagni. La pressione dei padroni di casa e l’arretramento dello sbarramento difensivo offriva ai primi un altro grosso vantaggio: sulle respinte i palloni finivano inevitabilmente sui piedi di Burlando e Zampa che li rilanciavano nuovamente verso Peressin e compagni. L’iniziativa era sempre in mano dei ragazzi di Manente che parevano avere l’argento vivo tanta era l’insistenza con la quale mantenevano l’assedio alla rete difesa da un Pozzani non certamente in vena di prodezze. Il portiere si salvava con autorità solo al 37' quando Burlando, da fuori area, scaricava una fiondata sotto la traversa. Questa volta Pippo con pronto intuito deviava in angolo il proietto. I primi 45’ di gioco si concludevano con Peressin e compagni in avanti e senza che gli alessandrini fossero riusciti, in una sola occasione, a portarsi in posizione di tiro. Per Zanier una frazione di gioco senza alcun patema d’animo, senza un intervento degno di nota. Per il pubblico la tattica alessandrina era suicida o quasi per cui il goal sarebbe scaturito, senza ombra di dubbio, durante i restanti minuti come è poi accaduto nella realtà. La ripresa ricalca fedelmente la parte iniziale. L’Udinese vuole a tutti i costi la vittoria e non si arrende davanti allo sbarramento grigio. Ancora brividi per la sparuta rappresentanza alessandrina (non più di trenta persone) al 56’ quando Farina batte una punizione. Sul pallone alto Pozzani interviene a mani aperte e se non intervenisse prontamente Di Prospero sarebbero dolori. Perchè l’Alessandria non si muove e accetta la supremazia degli avversari ? La risposta non l’abbiamo avuta. Finalmente al 65’ potrebbe scapparci pure la rete da rapina. Tremano sugli spalti i tredicimila spettatori. C’è una punizione dal lato minore dell’ area di rigore e la batte Manueli con pallone a spiovere. Dal grappolo di difensori in elevazione la sfera sguscia sulla sinistra dove sopraggiunge lo smarcato Mazzia che al volo calcia. Il cuoio indirizzato verso il "sette" della rete coglie la traversa ed esce sul fondo. « Ero contro sole quando sono giunto, racconta Mazzia, sulla sfera che pareva non volesse scendere. Lo colpita d’intuito: certo che se avessi potuto prendere . . . le misure le cose sarebbero andate assai meglio ». Sfumata l’unica grande occasione della partita ecco la pronta risposta degli udinesi con l’inarrestabile Politti. Il centrocampista scende sulla destra cercando un compagno libero. Gli alessandrini hanno bloccato ogni corridoio per cui il bianconero cerca l’azione personale. Finta su Volpato che scivola, lasciandogli via libera. Barbiero si sgancia e lo affronta, ma è ’’saltato” con freddezza. Il numero quattro entra in area, poi non potendo liberarsi della palla, improvvisamente, di esterno destro colpisce la sfera che passa tra la selva di gambe andandosi ad infilare a fil di palo sulla destra di Pozzani. Poteva l’estremo difensore grigio neutralizzare il pallone che era angolato, ma morbido? A fine .partita le discussioni si sono accese e ognuno ha detto la sua. Incominciamo da Manente: « Politti con la sua finta ha spiazzato il portiere. Penso che fosse imparabile ». Dello stesso avviso pure Ballacci che dalla panchina ha seguito l’azione. Dalla tribuna ai giornalisti e al pubblico è parso che il portiere abbia avuto la sensazione che il tiro fosse destinato a lato. La conferma in diretta si potrebbe avere dall’atteggiamento di Pippo che ha seguito il pallone con lo sguardo senza accennare l’intervento. Parabile o meno resta il fatto che su quel pallone galeotto gli udinesi hanno costruito il successo che, per mole di gioco, avrebbe dovuto essere assai più consistente. Lo stesso innesto di Maldera in sostituzione dell’attaccante Di Prospero non ha mutato le sorti di una partita che era ormai segnata. L’unico episodio di rilievo, l’espulsione di Reja all’85’. L’alessandrino lanciato a rete viene fermato fallosamente da Burlando ed entrambi ruzzolano a terra. Una serie di spintoni poi il centrocampista allunga le mani per fare giustizia e l’arbitro Barboni che è a due passi indica ed entrambi la via degli spogliatoi. Così oltre alla sconfitta ecco aggiungersi la squalifica, per un turno, dell’ex palermitano, squalifica che giunge in un m omento particolarmente critico. « Loro miravano al pareggio, ha detto Manente alla fine, ed hanno impostato la partita su questo clichè. Solo una grande prodezza di Politti ha sbloccato il risultato. Certo è stata segnata una sola rete, ma per vincere è bastante ». Dal canto suo Ballacci ha giustificato la prestazione non irresistibile dei suoi evidenziando che la pioggia aveva reso il fondo del terreno piuttosto molliccio. « Era difficile per noi, abituati a tutt’altro terreno, muoversi. Dirò che l’Udinese è una bella squadra. Tra i migliori ho visto Burlando e Peressin ». Come giustifica una giornata così nera? « Ribadisco quanto affermato in altre occasioni. Non siamo fatti per le tre punte. Bisogna tornare all’antica rinforzando il centrocampo. Se filtriamo a dovere le manovre avversarie riusciamo a mettere pure uno dei nostri nella posizione ideale per andare in goal ». Per la prossima domenica come si comporterà stante le assenze di Reja e Dalle Vedove ? « E’ un vero rompicapo. Dolso che accusava un dolorino dovrebbe essere pronto al rientro. Resta aperto il problema del centrocampo. Non posso neppure fare affidamento su Gobbetti infortunato. Ho una settimana di tempo per pensarci: qualcosa verrà fuori ». La sconfitta ha lasciato immusoniti i giocatori, ma Volpato non esita a richiamare tutti all’ordine: « Abbiamo perduto una partita non il campionato. Ragazzi sù con il m orale; pensate alla prossima trasferta di Clodia. B asta vincere per riprendere con serenità . . . ». L’appello di Volpato non dovrebbe essere caduto nel vuoto tanto più che l’Alessandria nonostante la battuta d'arresto è restata ugualmente al comando del girone. Il confronto tra lo scorso campionato e quello attuale dopo le prime tredici giornate dice chiaramente che è solo in primavera che si ha la decisione senza appello. Basta dare uno sguardo al Parma che dopo la tredicesima giornata si trovava distanziato di cinque punti. L’importante è di reagire alle avversità e di insistere. Il livellamento dei valori è evidente per cui è indispensabile non lasciarsi travolgere. La prossima trasferta è oltremodo impegnativa, ma non di quelle disperate. Il Clodia che non h a ancora perduto sul proprio terreno è undici arcigno e, a volte cattivo. L’avversario consiglia prudenza, ma non rinuncia. Il complesso mandrogno ha dimostrato in altre occasioni quanto vale. Ballacci ha il tempo per cercare la soluzione migliore in attesa di disporre dell’organico al completo. Al momento attuale non serve recriminare sul passato, è in dispensabile proiettare lo sguardo in avanti. Come ha detto Volpato perdere una partita non significa rinunciare all’obiettivo finale che giocatori e pubblico vogliono (Il Piccolo - Il Gattopardo) Alessandria bloccata IL PROFESSORE CONTROLUCE Il regista Mazzia spiega come ha fallito il gol a Udine Seconda sconfitta stagionale per l'Alessandria che subisce uno zero a uno dall'Udinese, lascia la Intera posta di punti in palio al « Moretti » e si vede nuovamente raggiungere in testa alla classifica dal Venezia. Questa volta non si può parlare di sfortuna per i grigi: la squadra piemontese ha rinunciato troppo al gioco per la difesa ad oltranza per meritare di portare via qualcosa. E' pur vero che la tattica quasi da barricata della squadra di Ballacci stava ottenendo lo scopo previsto del pareggio, quando Polita al 70' ha segnato l'unico gol della giornata, quello della vittoria dei bianconeri, ma non basta per giustificare la prestazione negativa degli alessandrini. Ed è altrettanto vero che i campionati si vincono, soprattutto impedendo agli avversari di segnare, tuttavia in questo caso bisogna pure accettare il risultato passivo, quando si subisce una rete, che praticamente non è più rimediabile. Sia per mancanza di tempo e sia perché non sempre è possibile ribaltare in pochi minuti una mentalità tenuta per tutta la partita e cambiare un modulo strettamente chiuso per un altro offensivo. Inoltre bisogna dire che l'Udinese è una squadra tutt'altro che disprezzabile, aggressiva e veloce. A discolpa dei suol uomini Ballacci afferma che il terreno li ha un po' traditi: l'Alessandria ha trovato un campo morbidissimo, addirittura bagnato per la pioggia di sabato, mentre era abituata da almeno quindici giorni a giocare e ad allenarsi sul duro. A parte queste considerazioni, si deve sottolineare come la partita odierna sia stata fra le meno interessanti viste sinora, soprattutto sul plano spettacolare, anche per colpa dell'arbitro Barboni che fischia pure alla sua ombra, interrompendo e frazionando il gioco quando non è necessario. Cinque ammonizioni, due espulsioni (quella di Refa e Burlando all'85' per reciproche scorrettezze) e decine di falli, sono il bilancio dell'operato del direttore di gara, i grigi si sono disposti subito con uno schieramento molto prudente, anche perché l'Udinese sembrava voler passare senza indugi. L'Alessandria ha rinunciato praticamente ad avere una costruzione di gioco in avanti: Mazzia e Volpato hanno atteso i rispettivi avversari in difesa, Refa ha marcato da vicino Farina e lo stesso Di Prospero ha giocato arretrato fungendo da mezza punta. In avanti sono rimasti Baisi e Manueli, il primo pronto anche a rientrare. I bianconeri hanno usufruito di cinque corner in una decina di minuti, contro due soli dell'Alessandria per tutto il primo tempo. Al 10' c'è stato un tentativo dì tiro di Girelli che avrebbe avuto l'occasione buona per segnare ma il numero « 10 » bianconero non è arrivato al pallone e Pozzani ha potuto tuffarsi in tempo. Dopo cinque minuti Peressin ha calciato fuori di poco. Nella ripresa la musica non è cambiata: ha continuato ad attaccare l'Udinese e a difendersi ordinatamente l'Alessandria. I bianconeri ami hanno allentato un po' la pressione e dopo che Di Prospero al 55' aveva spazzato tempestivamente un pallone respinto corto da Pozzani, sono stati i grigi ad avere l'unica grossa occasione per passare in vantaggio. Era il 20' quando Mazzia, avuto un bel pallone preciso da Manueli, sì è aggiustato il tiro e ha sparato a rete da buonissima posizione, ma s'è visto deviare fuori il tiro dalla traversa. Il pubblico però non è stato deluso: al 70' Pollttì, il più vivace tra i friulani, è partito lungo, ha superato in dribbling prima Volpato e il Unere Barbìero e ha lasciato partire un tiro in diagonale stretto di esterno destro facendo percorrere al pallone una traiettoria curva che ha lasciato fermo Pozzani mentre entrava in rete. Probabilmente il portiere credeva che il tiro finisse fuori. A questo punto Ballacci ha fatto uscire Di Prospero (il ragazzo non lega ancora bene coi compagni e non sembra al massimo della condizione di forma) per fare entrare Maldera finta ala. La mossa però, per mancanza di tempo, non è riuscita a modificare il risultato e l'Alessandria ha dovuto abbassare la testa di fronte all'Udinese. (La Stampa - Ed. Sport - Cristiano Chiavegato) Risultati: Bolzano - Clodiasott. 1-0 Derthona - Savona 2-1 Gavinovese - Triestina 3-1 Lecco - Pro Vercelli 1-0 Mantova - Trento 1-1 Padova - Venezia 0-0 Seregno - Legnano 1-0 Solbiatese - Monza 0-0 Vigevano - Belluno 2-0 CLASSIFICA: Alessandria, Venezia p.18; Lecco, Belluno 17; P. Vercelli 16; Udinese 15; Mantova, Monza, Vigevano 14; Trento, Padova, Seregno, Bolzano, Solbiatese 13; Clodia S., Gavinovese 11; Legnano 9; Derthona 8; Triestina 7; Savona 6 Marcatori: 8 reti: Zanella (Mantova); 7 reti: Ballarin (Belluno); 5 reti: Inferrerà (Belluno), Sollier e Rossetti (Pro Vercelli), Mong'itore (Trento) e Bellinazzi (Venezia); 4 reti: Dalla Bella (Belluno), M archi (Lecco), Panucci (Savona), Canzi (Seregno), Vergani (Trento), Bonora (Udinese), Modonese (Venezia); 3 Il punto sul campionato Risultato in bianco tra Padova e Venezia: il verdetto ha premiato di più la compagine lagunare e fa una grinza invece dalla parte padovana. La Pro Vercelli, dopo un mediocre primo tempo, si è scatenato nella ripresa senza riuscire a segnare sul campo del Lecco che ha trovato il gol della vittoria con Jaconi al 35'. Il Vigevano con una prova di carattere e tatticamente eccellente ha fatto proprio il confronto con il Belluno che aveva l'attacco più prolifico del girone. Netta vittoria della vivace e tecnica Gavinovese su una Triestina apparsa molto dimessa: i locali dopo 13' si trovavano in vantaggio di due gol e hanno amministrato, senza particolari affanni, il match. Solbiati ha trovato all'8' il gol che ha dato la svolta al match con il Savona a favore del Derthona nell'incontro definito della disperazione.