Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1969/1970
Serie C
07-12-1969 - Giornata: 13 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Rovereto US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Moriggi Avelino, Piacentini Lorenzo, Legnaro (I) Gaetano, De Luca Sergio, Colombo Antonio, Chinellato Bruno, Bagatti Romano, Magri Pier Luigi, Villa (II) Silvano, Di Giovanni Pasquale, Dori Franco A disp.:Berta Massimo, (P) Binelli Pietro All.: Manente Sergio

Formazione avversaria
ROVERETO US: Cantagallo, Borelli, Bacchini, Taddei, Ferrari, Barba, Miorandi, Calloni, Massucco, Bulli, Rizzati [70. Cesari]. A disp.: Gennari. All: Giavara Franco

Arbitro: Calì Alberto (Roma)
Note
Ammoniti Villa [A], Dori [A], Borelli [R] Spettatori: 4000 Angoli: 6-0 Giornata fredda, ma con sole, terreno in buone condizioni Inizio gara ore 14.30

Commento
I GRIGI NON CE LA FANNO A SUPERARE IL ROVERETO Come con la Triestina, un’altra grande, l’Alessandria non va oltre lo zero a zero © Contro le più forti si ingigantiscono le lacune dovute alla mancanza di un centrocampo efficiente © Deludono Magri, come regista, e Di Giovanni mezzapunta © Manente punta su Novara per continuare a sperare Abbiamo visto l'Alessandria al « Moccagatta » e, dopo quanto avevamo letto dopo la partita vittoriosa sulla Biellese, speravamo in qualcosa di più. Come con la Triestina ha fallito la prova del fuoco. L’impegno con il Rovereto, come avevamo scritto la scorsa settimana, era arduo: la matricola possiede una salda intelaiatura, ha uomini pronti a sfruttare gli errori degli avversari e che non si arrendono facilmente. La capolista non ha deluso le aspettative ed il punto che si è portato via è pienamente meritato. Ha tenuto validamente testa ai padroni di casa, ha attaccato con molta accortezza, ma mettendo in seria difficoltà Moriggi che è stato veramente all’altezza del momento. Un osso difficile da rodere per chiunque se i bianconeri trentini sapranno mantenere la freschezza che hanno messo in mostra durante tutto l’arco della partita. I grigi, reduci dal successo sui lanieri, non hanno saputo ripetere la bella prestazione non solo per demerito proprio, ma per il valore dei contendenti scesi nella nostra città decisi a non farsi sorprendere. Manente ha confermato lo stesso undici di sette giorni prima con la sola variante di Moriggi al posto di Binelli. L’accorgimento tattico più evidente è stato senz’altro l’impiego di Bagatti come ala tornante. L’ex laziale, che non possiede ancora il fiato a sufficienza, pur non rinunciando mai alla lotta, non è stato in grado di dare ai compagni d’attacco quell’apporto che forse il tecnico si attendeva. Bagatti ha svolto un duro lavoro in retroguardia, ma insignificante quando si trattava di creare le premesse per andare in gol. La rivoluzione tecnica che vedeva Villa spostato a destra con Di Giovanni al centro e Dori, spomparsi per coprire le due fasce del campo, ha finito con il togliere all’attacco quel peso necessario per superare una difesa coriacea. Solo Dori è stato incisivo in fase di conclusione: si è disimpegnato con la consueta generosità: ha cercato lo spiraglio giusto in più di una occasione. Villa invece, senza un apporto efficiente delle mezze ali, raramente ha trovato il guizzo prepotente per andare in gol. Il punto dolens sono dunque stati Magri e Di Giovanni. Di Magri molto si è scritto in queste ultime settimane: il giocatore risente del logorio al quale è stato sottoposto in questa prima parte del campionato. E’ dalla prima giornata, con il Derthona, che su di lui gravano responsabilità non indifferenti per quanto riguarda la regia. Quando le gambe rispondevano e le idee erano chiare tutto era facile; ora invece le cose si sono complicate tremendamente. Il pubblico lo becca perchè non sa dare una impronta alle manovre dei compagni ed il ragazzo, generoso come sempre, si batte trovando raramente quella posizione che gli è congeniale. Di Giovanni partito bene a Biella, alla distanza ha dimostrato i suoi limiti, che non sono pochi. Per novanta minuti ha sputato l’anima sbagliando passaggi che ancora gridano vendetta, non legando con i compagni che si attendevano da lui il lancio calibrato per scrollarsi di dosso l’avversario. A queste complicazioni di natura tattica ci sono infine da aggiungere quelle di Chinellato che alterna periodi maiuscoli a stasi paurose e di De Luca che appare sempre incerto negli interventi anche in quelli che sono i più facili e sicuri. E’ ovvio che una squadra in tali frangenti non può certo sperare di mettere in ginocchio l'avversario che sfrutta sempre le pecche altrui. Ma non è tutto. La scarsa vena di un giocatore può essere giustificata; non lo può invece la mancanza di determinazione da parte degli atleti. Il Rovereto è squadra non solo per il gioco d’assieme, ma per la mobilità che ogni uomo ha dimostrato durante tutto l’arco della gara. Ai tifosi non è certo sfuggito la facilità degli smarcamenti dei ragazzi in maglia bianconera. In fase offensiva due uomini erano sempre liberi, pronti a ricevere il passaggio. Tra gli alessandrini invece ciò è accaduto assai di rado. Non sono state poche le volte che Dori, Di Giovanni e lo stesso Villa si sono trovati la sfera tra i piedi senza possibilità alcuna di trovare il compagno solo in grado di appoggiare la loro spinta offensiva. A cosa si deve imputare tanta staticità in una partita che si doveva mantenere su un ritmo elevato per costringere i "bianconeri” ad abbassare bandiera? Non certo al freddo intenso, considerato che in precedenza abbiamo già avuto modo di rimarcare questo difetto che sta divenendo cronico. E’ risaputo che quando si gioca in trasferta si cerca sempre di addormentare il gioco: spetta ai padroni di casa suonare la diana per sconvolgere i piani tattici dell’avversario. Il Rovereto — diretto avversario —- come già altre squadre è uscito dal « Moccagatta » senza danni adottando questo accorgimento. E’ proprio impossibile schierare una formazione di atleti che corra, che non disarmi mai? Il pareggio interno, il terzo per la cronaca, complica maledettamente i piani di Manente che contava di visitare il Novara con l’obiettivo di una suddivisione dei punti che sarebbe tornata più a nostro vantaggio che a quella degli "azzurri”. Domenica bisognerà osare qualcosa di più per tentare di ricuperare il punto che si è perduto tra le mura casalinghe. I derby, si sa, sfuggono ad ogni pronostico perchè i giocatori offrono un rendimento che è sempre superiore a quello delle altre partite: l’Alessandria che ha anche dalla sua una tradizione favorevole, potrebbe riappacificarsi definitivamente con i tifosi. Questi ultimi, dopo il successo in trasferta, sono accorsi numerosi al « Moccagatta » e a dire il vero di soddisfatti ne abbiamo visto pochi per non dire nessuno. Domenica una buona aliquota, dimenticata la delusione, sarà nella città di San Gaudenzio per incitare a pieni polmoni i propri beniamini. Manente alla luce della recente esibizione dei suoi uomini correrà ai ripari per evitare che l’ultima speranziella naufraghi. Tornare imbattuti da Novara e magari con i due punti, vuol dire continuare a sognare con buone prospettive per il futuro. Questo stimolo dovrebbe bastare a galvanizzare l’undici in maglia grigia. (Il Piccolo - Il Gattopardo) I GRIGI SPRECANO TROPPE OCCASIONI Chi era andato al Moccagatta per ammirare l'Alessandria reduce da un buon giro di gare (quattro incontri, sette punti) ha finito, invece, per « scoprire » il Rovereto, ammesso che la squadra trentina fosse da scoprire, considerato che è al comando della classifica. I grigi di Manente, al cospetto di una delle grandi del girone, si sono dovuti accontentare ancora una volta di un pareggio, cosa che si era verificata con un'altra delle protagoniste del torneo, la Triestina. Alla prova della verità, dunque, l'undici alessandrino ha confermato di non essere in grado di inserirsi nella lotta per il primato oppure altre circostanze hanno portato a questa divisione dei punti? Effettivamente lo O a 0, pur rispecchiando i meriti in campo, poteva benissimo trasformarsi in un 2 a 0 per l'Alessandria se i giocatori grigi non avessero fallito una serie incredibile di occasioni. Il Rovereto, pur disputando una bella gara per impostazione tecnica e per vivacità di gioco, è incappato in almeno cinque situazioni critiche riuscendo a salvarsi.per la prontezza di Cantagallo ma, soprattutto, per l'imprecisione 0 l'incertezza degli attaccanti grigi. Verso lo scadere del primo tempo, ad esempio, un Magri irriconoscibile, persino pauroso nei contrasti, ha sciupato due grosse occasioni mancando dapprima banalmente lo specchio delta porta (41') quindi (44') facendosi precedere dal portiere quando sarebbe bastato allungare un piede e toccare il pallone per proiettarlo al di là del difensore lanciatosi fuori dai pali. Nell'elenco ' delle. occasioni mancate, vanno aggiunti poi i nominativi di Chinellato, di Dori, di Bagatti, di Villa cioè di tutti coloro dai cui tiri dipendono i risultati dell'Alessandria visto e considerato che Di Giovanni è ancora ben lontano da una condizione di forma accettabile. Con un 2 a 0 all'attivo, a questo punto, l'Alessandria potrebbe cullarsi in sogni rosei, al contrario avendo pareggiato deve meditare sulla propria situazione che non è incoraggiante ma neppure deprimente. Si ha insomma l'impressione che l'Alessandria sia in grado di dare molto di più di quanto non abbia offerto sinora e ieri in particolare, ma che non abbia le caratteristiche per inserirsi nella lotta per il primato. Anche ieri la difesa, messa sotto pressione, ha finito per sbilanciarsi diverse volte: buon per lei che Moriggi è ritornato fra i pali esibendo alcune bellissime parate e che 1 due terzini, opposti ad avversari pericolosi sono riusciti quasi sempre ad avere la meglio. De Luca libero è meglio di Marella ma con- questo non è che Manente abbia risolto tutti i problemi: De Luca, infatti, ha mantenuto i difetti dello scorso anno, rinvii approssimativi, entrate titubanti che sovente si concludono con un fallo. Il centrocampo è apparso il reparto più vulnerabile della squadra: se Chinellato, Magri e Di Giovanni (quest'ultimo, comunque molto attivo) avessero avuto la mobilità e la continuità dei Dori, dei Villa, dei Bagatti, il Rovereto pur con tutta la sua classe avrebbe finito con l'essere schiacciato. Il che non è avvenuto, appunto, perché Chinellato e Magri si sono estraniati dalla lotta, hanno rinunciato agli « affondo », ai contrasti, senza apparire in grado di controllare i rispettivi avversari. Chinellato, ad esempio, avrebbe dovuto fermare il rosso Miorandi, il quale, invece, ha goduto di un'assoluta libertà scorazzando per il campo, funzionando da ala di raccordo, pronto a dare una mano in difesa, a prendere il pallone e a portarlo in avanti per i compagni lanciatisi in contropiede. E' evidente, comunque, che Magri e Chinellato sono incorsi in una giornata di scarsa vena e che il loro rendimento — così come quello di tutta la squadra — può essere nettamente migliore. La partita, come si è detto, ha vistò quasi sempre l'Alessandria alla ribalta: il Rovereto si è limitato a controllare i grigi, a tentare qualche puntata, ma le sue azioni, in verità, sono state più dimostrative che efficaci. Ottime triangolazioni, controllo fin quasi monotono della sfera, difesa energica, una notevole preparazione atletica:queste le caratteristiche della squadra di Giavara che ora si avvale anche della supervisione dell'ex campione del mondo Biavati. I bianconeri hanno superato indenni l'ostacolo alessandrino confermando di meritare la posizione che occupano in classifica grazie in particolare a Cantagallo, Bocchini, Ferrari, Miorandi, Cationi e Massucco apparsi ieri fra i più attivi. L'Alessandria, che per l'occasione aveva richiamato un numeroso pubblico (l'ing. Sacco non potrà lamentarsi: non sono' mancati gli applausi e gli incitamenti nonostante certi erroracci) ha avuto in Moriggi, Legnaro, Colombo e Villa gli elementi più generosi. La cronaca del primo tempo si riduce alle due grosse occasioni mancate da Magri allo scadere del tempo, ad un bel colpo di testa di Chinellato (15') che ha schiacciato la sfera proprio nelle braccia di Cantagallo e ad un bellissimo cross di Villa sul quale Bagatti e Di Giovanni davanti al portiere si sono contrastati facendo sfumare l'occasione. Nella ripresa, un fallo di mani di Bocchini su tiro di Villa (9') in piena area è stato punito con un calcio dì punizione a favore del Rovereto, mentre al 28' Bagatti indugiava troppo nel sferrare il tiro per cui Cantagallo poteva uscire, chiudergli lo specchio della porta, e parare. (La Stampa - Ed. Sport - Giorgio Gandolfi) Risultati: Monfalcone - Lecco 3-2 Pro Patria - Venezia 1-1 Solbiatese - Padova 1-0 Sottomarina - Trevigliese 1-1 Treviso - Legnano 2-0 Triestina - Biellese 3-1 Marzotto - Udinese 1-1 Seregno - Derthona 2-0 Verbania - Novara 1-1 CLASSIFICA: Novara, Triestina, Rovereto p. 18; Treviso, Solbiatese 17; Lecco 16; Serevno, 15; Legnano, Alessandria 14: Udinese 13; Monfalcone 12; Trevigliese 11; Venezia, Verbania, Biellese, Padova, Pro Patria, Sottomarina 10; Derthona 9; Marzotto 7 *una gara in meno Marcatori: 7 reti: Silva (Seregno), Goffi (Treviso), Paina (Triestina); 6 reti: Bramati (Novara); 5 reti: Villa (Alessandria), Foglia (Solbiatese); 4 reti: Proietti e Ulivieri (Legnano), Mazzoleri (Seregno), Dalle Crode (Solbiatese), Medeot (Monfalcone) Il punto sul campionato Non era in giornata di vena la Biellese scesa ad Valmaura, lo si è visto fin dalle prime battute, dimostrando di non sapersi adattare alle condizioni ambientali: campo duro, in certi punti ghiacciato. Privo di ben quattro titolari il Legnano nulla ha potuto contro il Treviso che ha legittimato le proprie ambizioni al primato. Il Venezia, certamente non meritevole di una classifica cosi infelice ha strappato, a Busto Arsizio, un equo pareggio. Il Sottomarina ha attaccato per 85', contro la Trevigliese, ha dominato l'avversario, costringendolo nella sua metà campo.