Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1973/1974
Serie C
23-02-1974 - Giornata: 23 - Solbiate Arno - Felice Chinetti


Solbiatese AS - Alessandria US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Reja Edoardo, Barbiero Valeriano, Colombo Antonio, Manueli Luigi, Volpato Angelo, Baisi Sergio Pietro, Dalle Vedove Giampiero [72. Mazzia Bruno], Dolso Arrigo A disp.:(P) Croci Claudio, Unere Giuseppe All.: Ballacci Dino

Formazione avversaria
SOLBIATESE AS: Fellini, Vincenzi, Vaccari, Filacchione, Fiorin, Rossi, Tosetto,Volpati, Fumagalli, Pezzotti, Rampini [46. Invernici]. A disp.: Zecchina, Lavazzo. All.: Bagnoli Osvaldo

Arbitro: Benedetti Vittorio (Roma).
Note
Spettatori: 4.000 circa Angoli: 8-6 Inizio gara ore 14.30

Commento
GRIGI SEMPRE PIU' IN ALTO DOPO LA SCONFITTA DEL LECCO Concluso il tour de force: quattro punti in tre trasferte © La Solbiatese, brillante, impegna l'Alessandria che sciupa quattro occasioni da gol § In ombra il centrocampo che blocca ugualmente i « nerazzurri» § Manueli all'89' fa bruciare le mani a Fellini # In tribuna gli ex Marchioro, David e Salvadori Domenica arriva il Belluno, che ha rifilato cinque « gol » alla Gavinovese Sei punti in quattro partite di cui tre in trasferta costituiscono il bottino dei grigi alla ventitreesima giornata. Gli amanti delle statistiche temevano la quarta di ritorno, ricordando quanto era accaduto lo scorso campionato a Savona. L’Alessandria, imbattuta da 22 giornate, dopo essere passata a condurre, fu travolta dai liguri proprio in zona Cesarini. La sconfitta segnò l’inizio di una serie di risultati negativi che compromisero il campionato, nonostante l’entusiasmante rimonta finale, culminata nella vittoria polemica al « Sant’Elena » di Venezia. Lo sforzo non bastò perchè Parma e Udinese riuscirono a mantenere il vantaggio di un punto che consentì loro di disputare lo spareggio per l’ammissione in Serie B. A Solbiate il crollo non c’è stato anche se l’undici di Ballacci ha denunciato qualche sfasamento a centrocampo. L’andamento della partita è stato alterno e, con un pizzico di buona sorte si poteva anche vincere: in questo caso tuttavia si sarebbe compiuta una ingiustizia verso i nerazzurri che non meritavano un tal castigo. Quella vista in campo non era l'Alessandria di Vercelli o di Legnano, - come giustamente riconosceva Marchioro, ma neppure una compagine con il fiato grosso che arranca faticosamente attendendo il fischio finale dell’arbitro. Diceva Ballacci a fine partita: « Non possiamo pretendere che la squadra giri a pieno regime per 58 partite. Non esiste complesso che durante l’arco di un campionato non rallenti il passo per prendere fiato. L’Alessandria ha tenuto la Solbiatese sotto tiro; ha avuto quattro occasioni per andare a rete; ha concluso il terribile ’’giro” delle tre trasferte in perfetta media inglese, vale a dire a quota zero. Se le altre sapranno fare meglio significherà che sono più forti, ma vedrete che pure loro avranno delle pause ». Le parole del tecnico, parole dettate dall’esperienza, escludono l’inizio di un cedimento. Nell’Alessandria qualche giocatore è sottotono? La risposta è positiva anche se le cause possono essere diverse. Il campo di Solbiate, ad esempio è di misura leggermente inferiore ed inoltre il fondo è irregolare, tanto è vero che il pallone subiva strane ed improvvise deviazioni. Il fondo molle, in quanto sotto lo strato d’erba c’era il fango, e rallentava la sfera ’’tagliando” le gambe agli atleti. La compagine alessandrina è composta da elementi che puntano, più che sulla vigoria, sulla tecnica, per cui alla distanza giocare con il cervello non è facile. I PASSAGGI APPROSSIMATIVI non scaturivano per difetto di idee, ma perchè il giocatore era costretto a colpire la sfera precipitosamente per evitare sorprese sui rimbalzi. Agli inconvenienti di natura ambientale — alla gibbosità del terreno non si può rimediate in alcun modo — occorre aggiungere la giornata no di qualche elemento: si scoprono così le cause del mancato bel gioco atteso dai tremila tifosi giunti al « Chinetti » con auto c pullman. La forza dei grigi risiede nel centrocampo, per cui se qualche ingranaggio si inceppa, l’intera manovra diviene asmatica, difficile. Il Dolso ammirato sabato non era quello di Vercelli o con il Monza. Arrigo avanzava a tre candele, raramente trovava la misura per il lancio al compagno e, ogni qualvolta doveva contrastare, lasciandosi trascinare dalla foga commetteva falli puerili. Mancando il suggeritore, i compagni sono stati costretti ad improvvisare, tanto più che anche Volpato, da qualche domenica, sembra risentire l'usura di un campionato che sinora lo ha visto tra i grandi protagonisti. Il centrocampista maschera il periodo di appannamento dietro una buona preparazione atletica. Nel calcio quest’ultima resta una componente non essenziale se ad essa non si unisce una chiara visione di gioco. Volpato per l'Alessandria è l'uomo che sa trovare il passaggio smarcante, la mente che ad momento opportuno indirizza il pallone sull'uomo giusto. Il lavoro, se le idee non sono chiare, si aggrava e i gol divengono difficile per non dire impossibili. Aggiungendo a questo stato di cose l’handicap di un Dalle Vedove menomato da un infortunio, è facile trarre le conclusioni. Il pupillo del ’’mago” Dadone aveva denunciato, dopo la gara di Seregno, un malanno ad un dito del piede che si era gonfiato al punto da costringerlo a disertare gli allenamenti di inizio settimana. Sottoposto alle cure del caso si era ripreso, ma calzando la scarpa il dolore si era fatto insopportabile al punto da costringergli una iniezione per lenire il dolore. Dalle Vedove sottoposto allo sforzo ha ugualmente risentito del malanno, tanto che per resistere ha stretto i detti. Per il maratoneta Reja il discorso è diverso. Il ragazzo ha giocato a corrente alternata, in particolare nel primo tempo. Con i compagni che non garantivano la piena efficienza del centrocampo, Edoardo è stato sovente risucchiato in zona morta, da dove era praticamente impossibile ripartire con progressione verso la rete di Fellini. Nel finale quando la stanchezza ottenebrava le idee al la maggior parte dei giocatori, il mediano è salito nuovamente sul podio costruendo diverse pericolose azioni da goal. Se può avere peccato in fase offensiva, in difesa ha tenuto con la consueta caparbietà pure nei momenti di maggiore sbandamento della retroguardia. Tatticamente diciamo che i piani dell'Alessandria sono stati posti in difficoltà dalla posizione mantenuta da Fumagalli che invitava Colombo fuori zona per consentire a Pasino e, in particolare a Tosetto di aggirare la retroguardia alessandrina. Di Brino per ovviare all'inconveniente si è trasformato in qualche occasione stopper, aprendo però corridoi per lo scatenato Tosetto, un ragazzo che difende bene il pallone, entra con cattiveria, ma difetta nella conclusione. Il giovane attaccante, come era nelle previsioni, ha costituito una vera spina nel fianco della difesa mandrogna. Gli improvvisi scatti costringevano Barbiero a fare appello al mestiere per impedirgli di presentarsi davanti a Pozzani. Di Brino è risultato ancora una volta tra i migliori della difesa. Il ragazzo ha fatto cose egregie anche se in qualche occasione nella fretta, si è trovato in imbarazzo. Il giovane difensore costituisce per l'Alessandria una vera colonna portante dell’ultima linea grigia, anche quando è costretto a svolgere compiti massacranti. Dal canto suo Maldera si è buttato nella mischia con la consueta grinta: peccato che in fase di propulsione abbia pause inspiegabili al momento di effettuare il cross verso il centro dell’area avversaria. L'indugio è nella maggioranza dei casi fatale. Un breve cenno alle punte. BAISI SI E’ BATTUTO CON CAPARBIETÀ’, anche se ha mancato almeno due palle gol che potevano dare ai compagni il successo pieno. Lo stopper avversario non gli ha dato tregua, tallonandolo da vicino, entrando a volte duro, ma nella maggioranza dei casi pulito. Liberarsene non era impresa facile, ma Baisi ha continuato a lottare riuscendo proprio all'ultimo minuto a dare a Manueli la palla gol, sventata con un prodigioso intervento da quella vecchia volpe di Fellini. Buon ultimo troviamo Manueli, il tanto discusso Gigi che, non essendo un attaccante puro, raramente riesce ad andare in gol. Il ragazzo nella fase iniziale non è stato molto incisivo, ma con il trascorrere dei minuti ha dato fondo alle proprie doti — che sono eccellenti — portando lo scompiglio nell’area nerazzurra. Il difetto più appariscente deriva dal fatto che ha difficoltà nell’inserimento. In più di una occasione si è visto che difetta del "fiuto” che posseggono le punte. Se sfruttasse maggiormente lo spazio che si apre alle spalle di Baisi, il premio di un gol lo troverebbe con maggiore facilità. Durante i novanta minuti ha avuto almeno tre occasioni per staffilare a rete: l’indugio è risultato fatale. Dall’esame dei singoli appare chiaro che, nonostante l’appannamento di forma di alcuni, il complesso ha sempre in mano l’andamento della contesa. La Solbiatese che è compagine garibaldina non ha mancato di mettere alla frusta l’undici di Ballacci, ma quando è riuscito ad impensierirlo ha trovato immediata risposta. Le considerazioni inducono a credere che l’Alessandria non sia per nulla "cotta”, ma tenga in serbo le forze per affrontare la restante parte del campionato con ottime possibilità di dare la classica mazzata alle concorrenti che le insidiano il primato. Non dimentichiamo, come ha giustamente ricordato Ballacci, che i grigi nonostante le incertezze, hanno avuto in diverse occasioni la possibilità di andare a bersaglio. Una delle più clamorose si è presentata all’undicesimo quando Di Brino, dalla sinistra, ha fatto spiovere in area un calibrato pallone per la testa di Dalle Vedove. Il mediano in perfetta elevazione è riuscito a depositarla sui piedi di Baisi che, tutto solo, nella tema del ritorno dell’avversario non ha trovato di meglio che scaricare la... botta ben lontano dai pali della rete di Fellini. Un vero regalo, considerato che i grigi sbloccando il risultato avrebbero costretto gli avversari a scoprirsi. I nerazzurri a fine partita lamentavano di non avere usufruito di un calcio di rigore. Per la verità l’arbitro Benedetti di Roma — sulla cui direzione ci sarebbe molto da dire anche se alla fine gli errori erano stati equamente divisi — ha chiuso entrambi gli occhi su almeno tre penalties di cui duo a favore degli ospiti. Ecco in ordine cronologico l’andamento delle azioni sulle quali il direttore di gara ha creduto di non intervenire. Nel primo tempo su incursione di Di Brino che scendeva lungo la linea di fondo Fiorin ha deviato nettamente la palla con una mano. RIPRESA: SCATTO DI TOSETTO con intervento di Di Brino che lo blocca al limite dell’area di rigore. Esistevano gli estremi per la massima punizione? Resta da stabilie; se il fallo era dentro l’area o al limite di essa. Dubbi non esistono invece sull’azione Mazzia-Dolso. Il "tredicesimo” entrato a sostituire l’infortunato Dalle Vedove ricupera un pallone sulla sinistra scambiandolo con Dolso che entra in arca di rigore. Il terzino lo affronta da tergo stendendolo a terra. Su questa azione non esistono dubbi: se non era rigore non si sa quale metro di valutazione adottino gli arbitri per indicare il dischetto bianco della massima punizione. L'ultima azione che ha fatto letteralmente sudare i tifosi lombardi, si è registrata ali’89’. Baisi difende una palla ricevuta da Reja e l’appoggia a Manueli, appostato al limite dell’area: l’ala si sposta lateralmente poi lascia partire un bolide indirizzato nel sette della rete di Fellini: il portiere a fatica devia in angolo salvando i nerazzurri dalla beffa. Ballacci nonostante l’andamento della contesa avesse lasciato trasparire la possibilità di una vittoria alessandrina non drammatizza. « Cosa volete di più dalla squadra. Sei punti in quattro partite non sono da buttare via ». Ma se il Lecco, obietta un collega vince a Savona? « Premesso che i lariani non hanno ancora vinto dico che il punto noi l’abbiamo incasellato. All'incerto preferisco il certo. La media inglese parla chiaro. Ripeto, se gli avversari sanno fare meglio vuol dire che sono più bravi e nello sport chi è superiore merita ogni onore ». Alla resa finale dei conti Ballacci ha avuto ragione: il Lecco è inciampato a Savona clamorosamente. E’ un campo quello ligure sul quale Berta non ha mai avuto troppa fortuna. L’undici di Brighenti essendo uscito sconfitto, scende in media inglese a meno tre per cui la rimonta si fa sempre più difficile. 11 clou della giornata era tuttavia rappresentato da Venezia - Udinese. L’ex Manente bistrattato dai lagunari due anni orsono — con la squadra in vetta venne messo alla porta senza troppi complimenti — si è preso la brava rivincita. I neroverdi di Bianchi non ce l’hanno fatta a fare piegare le ginocchia alle zebrette e l'incontro è finito a rete inviolate. La coppia inseguitrice procede a pari punti ma in media inglese il Venezia scende a —5 mentre i bianconeri restano a —4 che è la distanza effettiva che li separa dai grigi. La ventitreesima si è risolta in un nuovo vantaggio per i ragazzi di Paolo Sacco il cui calendario si è fatto meno difficile. Ora le partite interne cd esterne si alterneranno poi ci saranno le due casalinghe con l’Udinese e il Clodiasottomarina, infine il gran confronto con i lariani. Le tre gare si giocheranno al Moccagatta e il vantaggio è ovviamente dei padroni di casa. PER RESTARE IN MEDIA OCCORRE intanto battere o castigare il Belluno che nel girone di andata inflisse a Barbiero la prima sconfitta stagionale. Con l’undici di Berardo l’Alessandria dovette abbassare bandiera in quanto l’arbitro le negò un rigore che ancora grida vendetta. I veneti che la scorsa domenica hanno surclassato la povera Gavinovese per 5-1 hanno un attacco molto prolifico, ma una difesa pazzerellona. Barbiero e compagni non dovrebbero avere difficoltà a raggiungere la vittoria. Ai ragazzi si chiede un ultimo sforzo poi, la sosta del campionato, permetterà di tirare il fiato e di riorganizzare le file per la grande corsa finale. Il campionato il 10 marzo riposa: la sosta consentirà il primo turno degli ottavi di finale della Coppa Italia. L’Alessandria ritroverà sulla stessa strada la Solbiatese che nei sedicesimi ha liquidato la Pro Vercelli. Ballacci mercoledì scorso ha provato ad Acqui Terme la formazione che affronterà i nerazzurri. E’ un complesso giovane che comprende Croci, Cribio. Gobbetti, Pivetta. Rossi e Di Prospero. Ai giovani molti dei quali provengono dalla primavera si aggiungeranno Unere. Vanzini e il prof. Mazzia che con la regia illuminante è riuscito a mantenere sotto pressione i "pivelli”. L'Alessandria bis che mercoledì era priva dei militari Croci e Cribio si è imposta per tre a lino. Ballacci con molte probabilità inserirà per un tempo i ! meno affaticati. L’undici « linea verde » ha buone possibilità di aggiudicarsi il vantaggio indispensabili per affrontare la partita di ritorno senza troppi patemi d’animo. Superando il turno i grigi potrebbero affrontare il Rimini che schiera la "sfinge bionda”, vale a dire il tecnico Lorenzetti che sta fornendo un contributo notevole alla nuova squadra che guida, seppure in coabitazione, la classifica del girone B. Le premesse per rivedere nel prossimo campionato le due compagini tra i cadetti esistono: se la dea bendata non gioca un brutto scherzo l'ipotesi ha molte probabilità di concretizzarsi. Siamo così tornati sul tema del campionato che è divenuto l’incubo dei tifosi. Il pubblico segue in massa le trasferte: non si erano mai viste tante auto c tanti pullman al seguito. I fans stanno pregustando la gioia finale della promozione e, nell'attesa, non vogliono perdere alcuna occasione. Allenatore e giocatori si impegnano al massimo per il raggiungimento dell’obiettivo: è questa la migliore garanzia per il futuro. Nel frattempo non perdiamo la - nuova puntata, quella di Alessandria - Belluno (Il Piccolo - Il Gattopardo) GRIGI MEDIA RECORD L'Alessandria non è riuscita a ripetere il risultato del girone di andata, quando aveva battuto la Solblatese per 3 a 0. Questa volta I lombardi hanno imposto il pareggio, fissato sullo 0 a 0. E la divisione dei punti, che potrebbe significare per i grigi un dimezzamento del vantaggio sulla più diretta inseguitrice, il Lecco (che però domani deve andare a Savona, su un campo tutt'altro che facile), può essere ritenuta giusta, anche se le occasioni migliori sono state per la squadra di Ballacci. In sostanza I piemontesi hanno condotto l'incontro, lasciando ai nerazzurri di Solbiate l'iniziativa soltanto in veloci e pericolosi contropiede, ma non hanno saputo sfruttare II gioco svolto ed i momenti favorevoli. Questa è la differenza base fra il primo incontro e quello odierno. La sterilità dell'attacco alessandrino ha comunque una sua ben precisa motivazione, da ricercarsi nell'appannamento di alcuni uomini che già a Seregno avevano dimostrato di non essere al massimo del rendimento. Nell'arco di un campionato — ha detto Ballacci al termine della partita — nessuno riesce a giocare sempre ad alto livello. Questo è evidentemente un periodo di rilassamento per qualche giocatore. Dobbiamo quindi accettare Il pareggio come un risultato positivo. In fin del conti, malgrado due trasferte consecutive abbiamo la media inglese a zero. Ora ci aspetta un turno casalingo con il Belluno e poi avremo alcuni giorni di riposo, durante i quali spero che Dalle Vedove, I Do/so ed I Volpato riprendano lo smalto di prima ». Nessun dramma quindi per II secondo pareggio consecutivo, anche perché ottenuto contro una rivale tutt'altro che remissiva. La Solbiatese infatti, pur giocando coperta in difesa, non ha rinunciato a quella che è la sua migliore prerogativa, cioè a buttarsi in fulminei « a fondo » con tre punte. Con Rampini e Tosetto sempre avanzati e il centravanti Fumagalli nel ruolo di tornante, i nerazzurri si sono fatti pericolosi, soprattutto quando la difesa dei grigi si è fatta sorprendere con qualche smagliatura. Di Brino, ancora una volta il migliore in campo, ha dovuto faticare non poco a fermare il guizzante Tosetto, mentre il rientrante Colombo si è trovato a dover correre per tutto il campo per stare dietro a Fumagalli. E quando I terzini (Maldera se l'è vista con Rampini prima e con Invernici dopo, quando il numero 13 è entrato In campo al '46) si sono fatti saltare, il libero Barbiero ha avuto il suo lavoro per rimediare. Dall'altra parte, il centrocampo alessandrino ha « macinato molti chilometri, ma vuol per molti rimpalli sfavorevoli, vuoi per una certa imprecisione di Dolso, Volpato e Dalle Vedove, non ha aiutato molto le punte. Baisi si è mosso caparbiamente nell'area della Solblatese, ma troppo da solo e Manueli non ha avuto fortuna in alcune sue conclusioni. Ne è risultata quindi una partita abbastanza vivace, ma priva dell'emozione del gol. Un brivido tuttavia lo ha dato Baisi, quando al 32, su un tiro a campana di Dalle Vedove, pur trovandosi da solo ha calciato fuori a fil di palo. Dopo un paio di belle azioni di Manueli, è stata poi la Solbiatese ad avere una leggera supremazia territoriale, ma senza concludere nulla. Al 37' su un tiro in aerea di Brino, si è vista spuntare la mano di Fiorin, ma l'arbitro ha evidentemente optato per l'involontarietà dell'azione, facendo proseguire il gioco. Nella ripresa, alla quale si è giunti senza un tiro in porta da entrambe le parti, Di Brino al 54' si è esibito In un salvataggio In extremis su Tosetto. Il numero 7 nerazzurro tre minuti dopo è stato fermato da Barbiero molto bruscamente al limite dell'area. Al 61', primo tocco preciso per l'Alessandria: su passaggio di Reja, Baisi si è visto parare in acrobazia da Fellini un gran colpo di testa. Subito dopo al 65' è stato Pozzani ad esibirsi con una respinta sui piedi di Tosetto. E' quindi arrivata al 72' una gran staffilata fuori di Manuel! ed al 75' Dolso è stato atterrato da tergo in area da Vincenzi, ma l'arbitro ancora una volta ha fatto segno di proseguire. Poi ancora due azioni di rilievo. Prima Rossi ali'85' si è fatto anticipare da Di Brino, mentre da solo aveva sul piede la palla giusta, e quindi ad un minuto dalla fine altro intervento eccezionale di Fellini su gran tiro di Manueli. (La Stampa - Ed. Sport - C.CH.) Risultati: Belluno - Gavinovese 5-1 Bolzano - Legnano 1-1 Clodia - Mantova 0-1 Derthona - Trento 1-0 Monza - Triestina 2-0 Padova - Seregno 0-1 Savona - Lecco 1-0 Venezia - Udinese 0-0 Vigevano - P. Vercelli 0-1 CLASSIFICA: Alessandria p.34; Lecco 31; Udinese, Venezia 30; Monza 27; Seregno 26; P. Vercelli 25; Trento, Mantova, Belluno 24; Bolzano, Vigevano, Solbiatese 22; Legnano 21; Clodiasott., Gavinovese 18; Savona 17; Padova 16; Triestina 15; Derthona 14 Marcatori: 11 reti: Zanolla (Mantova); 10 reti: Panucci (Savona); 9 reti: Ballarin (Belluno) e Ulivieri (Gavinovese); 8 reti: Canzi (Seregno) e Mongitore (Trento); 7 reti: Baisi (Alessandria), Inferrerà (Belluno), Rossetti (Pro Vercelli). Peressin (Udinese), Bellinazzi (Venezia). Il punto sul campionato Punizione fin troppo severa a Belluno per una Gavinovese sovrastata sul piano della corsa, della velocità e dell'impegno: i locali hanno vinto l'incontro nel primo tempo. Colpo della Pro Vercelli, vittoriosa sul campo del Vigevano che era imbattuto nelle gare casalinghe: ritrovata determinazione e vena atletica per i vercellesi con una prestazione maiuscola di alcuni uomini. Senza reti ma tanto gioco nel derby tra Venezia e Udinese con questi ultimi che hanno rasentato per due volte il successo contro un Venezia apparso in scarsa vena che ha potuto accontentarsi del pareggio. Il Padova è stato battuto in casa dal Seregno. Brutto scivolone interno del Clodia che ha aggravato una situazione di classifica poco confortante; il Mantova, squadra quadrata, non ha faticato molto per superare gli avversari. Vittoria del Derthona sul Trento sceso in campo con l'intento di ottenere un punto.